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Eventi meteorologici eccezionali in Provincia di Pesaro...

Nevicate in Provincia di Pesaro e Urbino sino al 1970

Nubifragi, burrasche, tempeste, uragani e trombe d'aria a Fano e a Pesaro dal 1873 al 2003


Nubifragi, burrasche, tempeste, uragani e trombe d'aria a Fano e a Pesaro dal 1873 al 2003

Tromba d'aria a Ponte Sasso nel 1873

Nelle vicinanze della torre (1) avvenne nel 1873 un fatto doloroso che a titolo di cronaca mi piace ricordare. Il Sig. Eugenio Castellani di Fano, mentre, un giorno, transitava col suo carrozzino per la strada campestre, ancora esistente, che conduce alla torre, d'improvviso fu investito da un violentissimo ciclone sollevatosi dal mare. Testimoni oculari, ancora in vita, hanno narrato che l'infelice venne travolto, sollevato in aria e poi gittato a terra. Il cavallo restò svestito dei finimenti e mal concio, i finimenti spezzati, il biroccino rimase rotto e conquassato. La furia del fortunale fu di tanta violenza che il povero uomo così investito improvvisamente non potè in alcun modo salvarsi e riportò contusioni gravi al capo e fratture alle estremità. Si dovette, a mano, trasportarlo nella casa colonica della torre.

Dal turbine fu anche trasportato in aria un pagliaio di cimature di formentone e venne sradicato un albero che si trovava avanti la torre.

Questo è il racconto che io stesso ho potuto avere dal Sig. Giovanni Urbinati, domestico del Parroco di allora, ancora vivente e che si trovava presente al fatto.

Nota (1): la Torre in questione è la casa colonica Le Porte di Ferro in località Ponte Sasso (Comune di Fano).

Da: BRANCHINI, 1926

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Tempesta in mare a Fano nell'ottobre 1910

Vedi scheda 13.12.5.2 "Naufragio del 18-20 ottobre 1910"

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Uragano a Fano nel marzo 1926

Il ciclone
Nel pomeriggio del 5 corr., verso le ore 16, si abbatteva improvvisamente sulla nostra città un violentissimo uragano. In breve tempo la violenza del vento assunse la forma di un vero ciclone, abbattendo comignoli e asportando numerosi trabaccoli.
Nel frattempo una grave sciagura che per un vero miracolo non ha prodotto vittime, avveniva nell' imboccatura del nostro porto.
Il trabaccolo da pesca Armando di 15 tonnellate, al comando dal capitano Bensulpini Alfredo da Pesaro, con cinque uomini di equipaggio, sorpreso dalla tempesta nelle nostre acque ed avendo l'albero di trinchetto abbattuto dalla prima raffica, cercava rifugio nel nostro porto. Ma nell'imboccatura di esso una enorme ondata lo gettava contro la scogliera del molo, fracassandolo e facendolo affondare immediatamente.
I disgraziati marinai, gettatisi subito in acqua, raggiunsero dopo una lotta disperata coi marosi la sponda, prontamente soccorsi dalla nostra gente di mare che aveva assistito, nell'assoluta impossibilità di portare aiuto, alla improvvisa disgrazia.
La violenza del ciclone ha prodotto danni rilevanti in tutta la nostra zona facendo fra l'altro crollare parte dal tetto del convento dei Camaldolesi di Monte Giove. Tale violenza diminuiva di intensità verso le ore 18, cessando completamente nelle prime ore della notte. In città fortunatamente non si ebbero a deplorare disgrazie anche per il pronto intervento dei vigili che sospesero il transito nelle vie maggiormente esposte alla violenza del ciclone.

Da: "Il Metauro" n.10, del 26-3-1926

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Tempesta in mare a Fano nel maggio 1927

Vedi scheda 13.12.5.2 "Naufragio del 24 maggio 1927"

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Nubifragio e burrasca nel giugno 1964

NAUFRAGIO SOTTO L'IMPERVERSARE DEGLI ELEMENTI - FANO: UN ANNEGATO

Era un marinaio - Ritrovato sulla spiaggia di Marotta - Un suo compagno si è salvato aggrappandosi ad una tavola

Sul litorale tra Pesaro e Fano, il fortunale ha provocato distruzione al camping di Fosso Sejore. Capanni, tende ed ombrelloni sono stati divelti dalle raffiche ed i campeggiatori stranieri hanno trovato rifugio in vicine abitazioni oppure nelle macchine. Alcune vetture sono state danneggiate da tronchi di albero divelti dal vento.

Una violenta burrasca ed un terribile vento devastatore hanno tenuto in angoscia per ben due ore anche Fano. Erano circa le 20 quando, improvvisamente, una coltre di polvere e di sabbia ha ricoperto la città spingendo paurosamente tutti gli abitanti nelle proprie case.

Solo ieri mattina ci si è potuto rendere conto dei danni subiti in quei 120 minuti di uragano. Tutte le strade erano ancora coperte di frammenti di tegole e di vetri che erano stati sbattuti dal vento in tutte le direzioni. Le strade comunali, provinciali e statali erano ricoperte di alberi e di rami che faticosamente i vigili del fuoco, gli agenti della Polstrada, del commissariato e dei carabinieri avevano cercato, sin dalla notte scorsa, di togliere dalle carreggiate per rendere libero il transito. In via Battisti, una grossa gru, divelta e accartocciata dalla violenza del vento, si è abbattuta sulle abitazioni n.13 e 15 sfondandone i tetti e facendone fuggire terrorizzati gli inquilini.

Ed ancora all'Istituto Cante di Montevecchio dove sono ricoverati decine di bambini, cadeva, rovinando sulla strada, una parte del cornicione del tetto. La zona mare, poi, presentava un aspetto desolante. Decine e decine di persone camminavano senza sosta fra i rottami dei capanni, degli ombrelloni, delle piccole barche ormeggiate a riva guardando disperatamente verso l'orizzonte in attesa di veder spuntare i quattro pescherecci che non avevano fatto ancora ritorno.

Per tutta la notte, marinai, donne e bambini, piangenti erano rimasti sui moli di ponente attendendo con trepidazione il ritorno dei congiunti. Così tutti sono stati testimoni della tragedia di una motobarca che, per ben due ore, ha tentato, distante appena cento metri dai fari, di portarsi in salvo. Ma la violenza delle acque ha avuto la meglio e la barca in poco tempo è sparita. Così trovava la morte il giovane Riccardo Perugini di 33 anni, che disperso con il proprio mezzo, è stato ritrovato ieri mattina sulla spiaggia di Marotta. Miglior sorte toccava all'altro componente dell'equipaggio che, aggrappato ad una grossa tavola veniva ripescato da alcuni soccorritori.

Verso le dieci di ieri mattina tre grossi barconi hanno fortunatamente fatto ritorno grazie alla perizia dei loro equipaggi, che con abili manovre, riuscivano a rimanere quasi immobili sulle acque tumultuose. Le famiglie dei marinai dispersi, sembra siano cinque, erano già in viaggio lungo tutto il litorale nella speranza di avere notizie dei propri cari. Nel pomeriggio un elicottero si è affiancato all'opera degli agenti delle diverse Armi per ricercare i dispersi. Ultimo danno della giornata lo ha subito un autofurgone targato PS 25999 il quale è completamente sprofondato insieme ad un tratto di strada accanto all'edificio delle Poste.

A mezzogiorno è stato convocato alla sede municipale il consiglio comunale in seduta straordinaria per discutere sui provvedimenti da adottare.

Da: "Il Resto del Carlino" del 10-6-1964

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Nubifragio e alluvioni a Pesaro e Fano nel novembre 1979

Ventiquatt'ore di nubifragio su Pesaro e Fano - neve sull'entroterra - danni e disagi dappertutto

Flagellata dal maltempo la costa pesarese. La pioggia, caduta senza interruzioni per 24 ore, accompagnata da violente raffiche di bora, ha causato ingenti danni. E' risultata particolarmente colpita la zona di Fano (ne riferiamo a parte) dove le squadre di pronto intervento sono state impegnate anche in drammatiche operazioni di salvataggio. Si calcola che i vigili del fuoco dei centri situati lungo il litorale abbiano ricevuto oltre duemila richieste di soccorso.

A Pesaro, dove il vento ha raggiunto una velocità di 97 chilometri orari, il bilancio dei danni ieri sera era ancora incompleto. La pioggia battente e lo straripamento del torrente Genica hanno causato allagamenti un po' ovunque. Decine e decine di abitazioni sono state invase dall'acqua. I pompieri hanno svolto il maggior numero di interventi, per prosciugare scantinati, e locali situati al livello della strada, in via Fratti, via Flaminia e in tutto il quartiere di Pantano. Molte richieste d'intervento sono giunte da Baia Flaminia e da Villa San Martino dove l'acqua ha raggiunto quasi il metro d'altezza. Allagamenti anche in via Ugolini e nella zona mare. Nella mattinata i tecnici del Comune hanno rinforzato gli argini del Genica con sacchi di sabbia.

Lungo il fiume Foglia, che si era gonfiato minacciosamente straripando in alcuni punti, sono affondate una decina di piccole imbarcazioni. Il mare, in burrasca, ha toccato forza 6-7 e nel corso della notte i militari della Capitaneria sono intervenuti per recuperare un peschereccio che, rotti gli ormeggi, stava andando alla deriva. Nel pomeriggio un cavo elettrico si è abbattuto nei pressi della Rotonda del Porto: il tratto è stato sbarrato per impedire il transito ai veicoli ed ai passanti.

Nelle prime ore della mattinata una frana ha interrotto il traffico lungo la strada che collega le località di Santa Veneranda e Pontevalle. Sul posto sono accorsi i vigili urbani.

Bloccata anche la linea ferroviaria Pesaro - Urbino per un allagamento all'altezza di Cartoceto. In serata sono stati predisposti servizi di autobus sostitutivi per trasportare i viaggiatori. Il vento, diminuito d'intensità solo nel tardo pomeriggio, ha abbattuto alberi di alto fusto in viale Trento, via Flaminia, viale Battisti ed a Santa Maria delle Fabbrecce dove la statale 16 è rimasta bloccata per circa due ore. Dai tetti delle abitazioni sono volate antenne della Tv, comignoli e grondaie. Le raffiche hanno inoltre abbattuto insegne e cartelli stradali. Drammatica, per molte ore, la situazione della viabilità. Polstrada, carabinieri, vigili urbani e agenti di polizia sono stati mobilitati per fronteggiare le massicce richieste di soccorso. Dalle 10 alle 17 l'autostrada è rimasta bloccata, nei due sensi, all'altezza del chilometro 171 in corrispondenza di Fano. La fiumana, scesa dalle colline circostanti, aveva completamente invaso la sede viabile impedendo la circolazione dei veicoli. Traffico interrotto anche sulla statale "Adriatica", tra Pesaro e Fano, per un allagamento verificatosi a Baia del Re.

Gravi disagi anche nella zona di Mombaroccio dove, alle 13, è iniziata a cadere la neve. Le strade di collegamento con Pesaro e Fano, ieri sera, erano ancora intransitabili.

La Giunta comunale pesarese ha indetto per stamane una riunione con i rappresentanti dei principali enti cittadini, degli uffici tecnici, capigruppo consiliari, parlamentari e consiglieri regionali per una valutazione precisa dei danni. Saranno convocati anche i presidenti dei consigli di circoscrizione e dei consigli di delegazione per appurare l'entità dei danni nei singoli quartieri. La giunta, con l'aggravarsi delle condizioni atmosferiche, ha informato di aver disposto l'intervento di tre ditte private che, con ruspe e altri mezzi, hanno rimosso numerose frane causate dall'eccezionale nubifragio. Secondo i dati in possesso del Comune la situazione, nelle ore serali, stava rapidamente normalizzandosi, ma molti scantinati erano ancora allagati.

Drammatico salvataggio all'Arzilla delle famiglie rifugiatesi nei tetti

La pioggia che è incominciata a cadere incessantemente dal pomeriggio di sabato ha reso drammatica la situazione in tutto il fanese a partire dal mezzogiorno di ieri, quando alla violenza del nubifragio si è aggiunta una paurosa mareggiata. Le acque di scarico, quelle dei fiumi e dei torrenti non sono più potute defluire verso la costa, poiché il mare, ingrossato dal vento di Nord-est, le ricacciava indietro, dando origine a quel fenomeno che i marinai fanesi chiamano "gulfata".

Le conseguenze più gravi si sono avute nella zona dell'Arzilla, dove il torrente, poco dopo le 12, ha rotto gli argini nei pressi della curva sulla statale Adriatica, a poche centinaia di metri dalla foce. Le acque hanno invaso una vasta area, raggiungendo i primi piani di alcune abitazioni. Quasi cento case hanno avuto il piano terra e gli scantinati allagati (L'altezza dell'acqua ha superato i 4 metri), due famiglie sono addirittura salite sui tetti per cercare scampo. I danni sono naturalmente assai ingenti. Molto difficile è stata anche l'opera di soccorso: i vigili del fuoco di Fano, già duramente provati da una lunga serie di chiamate pervenute loro durante la notte, si sono prodigati sino allo strenuo delle forze per trarre in salvo le persone in pericolo.

Alle 17 hanno raggiunto con un "gommone" la famiglia di Carlo Morelli, composta di sei persone, due delle quali piuttosto anziane. Il Morelli, titolare di una azienda vinicola, ha subito gravi danni economici. Le confezioni di vino, trascinate dalla furia delle acque, sono state poi ribattute dal mare sulla spiaggia del Lido. Sempre nella zona dell'Arzilla, i vigili del fuoco hanno prelevato con un "gommone" altre sei persone, che alle 17,30 attendevano i soccorsi sul tetto di una casa di via delle Quiete. Tra queste c'erano tre bambini e una donna in avanzato stato di gravidanza, che è stata poi accompagnata al "Santa Croce".

Il quartiere dell'Arzilla è rimasto in balia degli elementi per molte ore, anche perché gli automezzi di soccorso hanno trovato, lungo le strade di Fano e la statale Adriatica, degli sbarramenti quasi insuperabili. Un caos indescrivibile si è creato dopo i primi allagamenti: gente che fuggiva, altri che arrivavano in auto da Fano per prestare aiuto ad amici e parenti, con il risultato di causare ingorghi a non finire.

Per fortuna le raffiche di vento, che in mattinata avevano raggiunto i 70-80 chilometri all'ora, verso le 13,30 si sono affievolite ed anche la pioggia è cessata, per riprendere poi a cadere, ma leggerissima, soltanto in serata.

Il bilancio del nubifragio è pesante, le strade della città e della periferia sono tutte dissestate: allagamenti, smottamenti ed alberi abbattuti un po' ovunque. Il vento ha sradicato anche dei pini il cui tronco aveva un diametro di 70 cm. Molte zone sono senza l'energia elettrica, poiché sono caduti i pali della luce. Una vettura dei vigili urbani ha informato gli abitanti del quartiere Gimarra, con un altoparlante, che si erano verificate delle infiltrazioni della rete idrica della zona, per cui l'acqua non era più potabile.

Episodi drammatici sono segnalati anche da Centinarola. La frazione è stata inondata dalle acque limacciose che in mattinata scendevano dalle colline senza trovare sfogo nelle fognature. Qualcuno si è precipitato negli scantinati per riportare all'asciutto la propria auto o le masserizie ed è rimasto intrappolato dall'acqua che premeva con sempre maggiore intensità contro le porte di garages e scantinati. Anche in questi casi è stato necessario l'intervento dei vigili del fuoco.

Al porto si è temuto che i motopesca rompessero gli ormeggi e sfondassero la paratia che li separava dalla darsena in costruzione. Se i natanti di stazza maggiore hanno resistito, non così è stato per quelli più piccoli: 2 sono stati portati al largo ed altre 4 o 5 piccole imbarcazioni sono finite a picco nel porto.

Una mezza dozzina di vetture sono invece rimaste "alluvionate" nei sottopassaggi del Lido e di via Nazario Sauro.

Numerose automobili avevano subito danni durante la notte per via delle tegole e dei cornicioni caduti per le raffiche di vento, le quali hanno persino piegato le sbarre del passaggio a livello di S.Orso.

Da: "Il Resto del Carlino" del 12-11-1979

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Nella città sconvolta dalla furia del nubifragio è cominciato il difficile ritorno alla normalità

La quiete dopo la tempesta. faticosamente, lentamente, in tutto il comprensorio di Fano si contano i danni, si approntano i primi interventi, si portano a termine le ultime operazioni di soccorso. Il tremendo nubifragio di domenica ha sconvolto campi, vie, abitazioni, ha causato danni al momento incalcolabili alle colture, al patrimonio boschivo, alle abitazioni. Soltanto nei prossimi giorni si potrà fare un censimento completo, soprattutto per certi edifici del centro storico, dei disastrosi effetti del nubifragio.

Nella giornata di ieri una lunga schiarita e le mutate condizioni atmosferiche hanno permesso di provvedere agli interventi più urgenti e di ripristinare il traffico sulle principali arterie, ristabilendo anche i collegamenti con alcuni centri collinari che domenica erano rimasti isolati. Le zone più colpite sono quella del torrente Arzilla, che è straripato in più punti, inondando con acqua e fango molte abitazioni che sorgono nei pressi delle sue rive, ettari ed ettari di terreno sono coperti d'acqua nella zona di Metaurilia bassa, dove è straripato il fosso delle Camminate, in certe zone l'altezza dello strato liquido raggiunge i tre metri.

Anche il fiume Metauro è straripato in alcun punti durante la nottata tra domenica e lunedì; nei pressi di Tombaccia l'acqua, passando sopra i campi, ha raggiunto la SS 3 Flaminia all'altezza del Km 253, ma si è poi subito ritirata; il traffico controllato da pattuglie dalla Polstrada, ha subito solo un rallentamento. Smottamenti di terra e fiumi di fango anche nella zona di Gimarra, dove ancora ieri mattina gli abitanti erano al lavoro per liberare scantinati e piani terra dal fango, e lungo tutta l'Adriatica tra Fano e Pesaro.

La violenta mareggiata che ha accompagnato il nubifragio ha provocato danni, per fortuna lievi, anche alla flottiglia peschereccia di Fano che all'interno del porto con gli ormeggi rinforzati, ha sopportato bene le violente raffiche di vento che avrebbero sfiorato i 100 Km/h; molti radar, antenne radio e pennoni sono stati però divelti. Tutta la spiaggia del Lido è ricoperta di detriti, rifiuti e materiale vario portato dalla furia del mare; ma vi sono anche molte suppellettili strappate dalla case dal torrente Arzilla e poi riversate dalle onde sulla spiaggia fanese. Da domenica sera decine di persone raccolgono sulla riva e sulla spiaggia oggetti, pali, tronchi, bottiglie ed altro materiale, sorvegliati da una pattuglia del Commissariato di Ps per evitare che la raccolta possa assumere l'aspetto di "sciacallaggio" purtroppo sembra che sia già "sparito" l'intero mobilio strappato dall'Arzilla in alcune abitazioni, tra le quali quella delle famiglie Schiavi, Morelli e Diambrini, poi scaraventato dal mare al Lido.

Anche in tutte le frazioni di Fano i danni sono notevoli, in particolare a Rosciano, Cuccurano, nei pressi di Cartoceto, Fenile, Metaurilia, Camminate; ovunque fossi straripati, smottamenti di terreno, alberi abbattuti, scantinati inondati ed auto bloccate.

A Fano in particolare i vecchi pini che ornavano tanti angoli caratteristici della città (Pincio, monumento ai Caduti, mura romane, Rocca Malatestiana, via Cavallotti) sono stati in gran parte abbattuti dal vento; non si contano le antenne, i pali dell'Enel, i lampioni, i cartelli stradali divelti; numerose cantine e soffitte sono rimaste allagate, in qualche zona sino a tarda sera i proprietari hanno dovuto svuotare con mezzi di fortuna i locali inondati poichè i vigili del fuoco erano impegnati su tutti i fronti, assieme a carabinieri, polizia, vigili urbani e Polstrada. Ovunque si notano cornicioni caduti, tetti divelti, in qualche caso anche pericolose crepe. Si è ulteriormente allargato il buco sul tetto del Teatro della Fortuna.

Per fortuna, in mezzo a tanti disastri, non vengono segnalate vittime o feriti anche se alcune persone, specie abitanti dell'Arzilla, sono stati tratti in salvo con gommoni dopo aver rischiato di essere travolti dalle acque. C'è stato però un incidente stradale domenica verso le 17 lungo la strada provinciale mondaviese, all'altezza del civico 5 di via Cannella: un uomo, il 55enne Candido Ceramicoli, un operaio di Orciano, ha perso il controllo della sua "Vespa 125" targata PS, a causa del fondo viscido della strada e, sbalzato a terra, ha riportato un trauma cranico con agitazione psicomotoria per cui è stato ricoverato all'ospedale di Mondavio con prognosi riservata.

Gli allagamenti hanno inoltre aggravato la crisi del gasolio. Le scorte di molte abitazioni si trovavano infatti negli scantinati, invasi dall'acqua.

Ieri sera presso il Comune si sono riuniti Giunta, capigruppo consiliari, ingegnere capo del Comune e comandante dei Vigili urbani per fare il punto della situazione. Questa mattina alle 10,30 si terrà una riunione, presso la sala consiliare del comune di Fano, di tutti i sindaci della Valle del Metauro, presenti anche il presidente della Giunta regionale Massi, il presidente della Provincia Vergari, i presidenti dei Consigli di circoscrizione e i sindacati.

Da: "Il Resto del Carlino" del 13-11-1979

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Tromba d'aria dell'ottobre 2003
Più colpite le zone di Sant'Orso e Bellocchi
Tromba d'aria devasta la città

Il terrore è venuto dal cielo. E' sceso sul mare e poi è piombato sulla gente con il boato di vetrate esplose, il fragore di cartelloni e insegne abbattute, lo schianto di alberi spezzati. Il terrore è calato con la tromba d'aria che ieri, alle 10.20, si è abbattuta su Fano, devastando mezza città e seminando il panico in particolare nella zona artigianale di Bellocchi e nel quartiere di Sant'Orso, tra i bambini della scuola elementare e i clienti dei centro commerciale.
Cinque minuti di inferno e di follia, in mezzo al mulinare di lamiere, tegole, rami, cartelli, perfino motorini risucchiati in aria, sotto un cielo livido e opprimente come una cappa, che ai bordi lasciava scoperti pezzi di azzurro. Solo per fortuna non si sono registrate vittime, e neppure feriti, considerando tutti quegli oggetti volati in strada, compresi i legni e le lamiere strappati dai camion in transito sulla superstrada, da Fano a Bellocchi.
La tromba d'aria, accompagnata da pioggia e grandine, è venuta dal mare. Nell'Adriatico poco prima era spuntata una specie di mostro, un gigantesco serpente di acqua e di vento, alto cinquecento metri, che sembrava tirare giù gli umori più neri delle nuvole di pece.
Uno spettacolo da mozzare il fiato, che nei lupi di mare ha evocato la grande paura dell’ 8 giugno del 1964 (quando un fortunale senza precedenti provocò quattro morti a Fano) e ha fatto scattare lo stato d'allerta in porto. Il "serpente" marino, che scendeva verso sud, ha improvvisamente deviato il suo percorso, puntando sulla terraferma.
Alcuni testimoni hanno visto che la tromba d'aria è passata vicino alla stazione ferroviaria, mandando in frantumi i fari del piazzale, in un turbinio di rami spezzati, tegole scoperchiate, antenne e cornicioni rotti. Con una forza che si è spinta fino 150 chilometri orari, e un fuggifuggi generale, il vortice ha colpito duramente il rione di Sant'Orso, dove ha sfondato le finestre delle aule della scuola elementare Filippo Montesi, in uno strepitio di paura degli alunni, e ha portato il caos nel centro commerciale: volte architettoniche spezzate, un totem pubblicitario divelto, le tende di due negozi abbattute, addirittura le mattonelle sollevate dal pavimento (la tromba d'aria ha lasciato un solco).
Devastato il parcheggio, con i motorini sollevati in aria e sbattuti contro le auto e il parabrezza di una decina di vetture in frantumi.
E' stata gravemente danneggiata anche la zona artigianale di Bellocchi. Letteralmente trapassato il capannone che ospita un cantiere nautico e una fabbrica di porte (la Wima): il vento ha sfondato le vetrate di una facciata, portando dentro polveri e detriti, ha abbattuto una robusta parete divisoria e ha fatto esplodere dall'interno le vetrate sulla facciata opposta. Scoperchiati i tetti di altri capannoni come quello di Elma Canestrari, in via Pisacane.
Bufere di vento, forse una coda della stessa tromba d'aria, si sono scatenate in vari punti della città, provocando crolli di alberi (anche di 40 centimetri di diametro) e danni a due tralicci dell'Enel, con conseguenti blocco del traffico o blackout elettrici nelle vie della Libertà, Dini, Morganti e Girolamo da Fano.
«Quella che si è formata - spiega Alberto Nobili dell'osservatorio Valerio di Pesaro - è un'improvvisa cellula temporalesca localizzata sull'Adriatico tra la Romagna e la provincia di Pesaro e Urbino, violenta e rapida, che si è sviluppata dalle 10.12 alle 10,45 con pioggia e grandine. In queste circostanze si possono formare le trombe marine, fenomeni convettivi con masse d'aria fredda, quelle portate ieri dal vento di Maestrale, a contatto con quelle calde sopra il mare. Personalmente a Pesaro ieri ho visto tre trombe marine, questi fenomeni solitamente a contatto con il suolo si dissolvono, ma in qualche caso, quando è calda anche l’aria sulla terra, proseguono la loro corsa come è successo a Fano. I nostri strumenti hanno registrato raffiche di 82,7 chilometri orari, ma in corrispondenza della tromba d’aria la velocità può raggiungere i 150 chilometri”.
La polizia municipale è accorsa qua è là a tamponare le emergenze della viabilità, i vigili del fuoco sono stati impegnati, con rinforzi da Pesaro, fino a ieri sera per rimuovere alberi e mettere in sicurezza i tetti scoperchiati.
Quei cinque minuti di ieri mattina hanno sconvolto mezza Fano, mentre l’altra metà non si è neppure accorta della tromba d’aria. E ora si contano i danni, che ammontano a centinaia di migliaia di euro.

Da: “Corriere Adriatico”, Giovedì 9 ottobre 2003


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 01.01.2001
    Ultima modifica: 15.02.2012

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