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Nevicate in Provincia di Pesaro e Urbino dal 1971 al 19...

Nevicate in Provincia di Pesaro e Urbino sino al 1970


Nevone a Fano nel dicembre 1829

25 dicembre 1829 - Invernata fortissima ed in quest'oggi, cadde una Neve più di un ginocchio, che le strade si resero impraticabili e seguitò per più giorni.

Da: MASSARINI e BOIANI TOMBARI (a cura di), 2001

Neve a Fano nel 1891

I nostri anche più vecchi cittadini non rammentano di aver mai veduto qui da noi una nevicata così forte come quella che ci ha penosamente sorpresi in questi giorni. Non è esagerazione il dire che la neve caduta ha superato l'altezza di un metro. Dai tetti di molte case si è dovuto sgombrare l'enorme peso riversandolo nelle vie della città che sono rimaste per parecchi giorni impraticabili od a stento praticabili ai soli pedoni. Si spera che presto sarà preso un provvedimento per liberarle dall'ingombro incomodo pei cittadini, ma è certo che le spese per farlo saranno rilevanti e graveranno in modo straordinario sulle finanze municipali.

Nei giorni in cui ha imperversato furiosamente la bufera di neve, il servizio delle guardie e degli addetti al Municipio fu pronto e lodevole.

L'egregio Sindaco, Duca di Montevecchio, andò in persona a dare le disposizioni più importanti ed a distribuire qualche soccorso alla gente più bisognosa. In quest'opera di carità si aggiunse poi la sua gentile Signora ed altri distinti cittadini.

Nessuna disgrazia né in città, né in campagna.

Da: "L'Annunziatore" del 24/01/1891

Il "Nevone" a Fano nel febbraio 1929

Il freddo e la neve non accennano, non diciamo a cessare, ma ad attenuarsi, e il termometro ha segnato in questi giorni una temperatura minima di 5 gradi sotto zero; la neve ha già raggiunto 70 centimetri in media e in qualche punto l'altezza di un metro. Fano non pare più la gaia cittadina balneare meta di continue villeggiature e ricercata stazione estiva; interamente ammantata di bianco, sembra una città norvegese, per non dire siberiana.

La circolazione dei pedoni è difficile e pericolosa, e molto opportunamente le scuole da qualche giorno rimangono chiuse. Le vetture motoelettriche hanno sospeso ogni circolazione; l'acqua è gelata nelle tubazioni.

Oggi, per evitare sciagure molti tetti sono stati sgombrati dalla gran neve caduta.

Da: "Il Corriere Adriatico", 16-2-1929

Violenta bufera di neve a Fano e Metauro in piena nel febbraio 1940

A causa delle abbondanti pioggie che hanno anticipato lo scioglimento delle nevi, le acque del fiume Metauro hanno elevato il loro livello.

Da: “Il Corriere Adriatico”, 14-02-1940

La neve ha fatto la ricomparsa nella nostra città con una violenza certo non comune nella nostra zona. Il nevischio è caduto in primo tempo nelle ore antimeridiane e dopo una breve sosta sull’imbrunire la caduta del gelido elemento ha preso la fisionomia di una vera tormenta. Sino a ieri mattina la neve è continuata a scendere fittissima e la città si presentava al sorgere del giorno ammantata da una coltre di circa 40 cm. La podesteria ha subito emanate le disposizioni perchè lo sgombero avvenga al più presto possibile e difatti squadre di spalatori sono già all’opera.

Da: “Il Corriere Adriatico”, 15-02-1940

Nevicata a Fano nel febbraio 1956

I due giorni di tempo asciutto sono stati seguiti ieri notte a Fano, da una nuova abbondante nevicata. In seguito a ciò la città, che aveva cominciato a riprendere la sua vita normale, è di nuovo coperta da un manto bianco dello spessore di trenta centimetri. In queste particolari condizioni di disagio, specie per l'aggravata situazione dei bisogni, l'Ente comunale di assistenza ha provveduto ad aumentare le razioni di minestra calda, fino a duemila, e le razioni di latte per i vecchi.

Dal canto suo la giunta ha deliberato nella seduta di venerdì un contributo di un milione da devolvere a favore degli ortolani le cui piantagioni di cavoli siano danneggiate dal gelo e di mezzo milione per i marinai pescatori che si trovino in condizione di bisogno per la prolungata, forzata, disoccupazione.

Da: "Il Resto del Carlino", 19-2-1956

Nevicata e freddo nella Provincia di Pesaro e Urbino nel gennaio 1967

UNDICI ORE DI BUFERA DALL'ADRIATICO ALL'APPENNINO

Lo spessore della neve varia dai 40 cm sul litorale ad un metro nell'entroterra. Quasi totale paralisi delle comunicazioni - Treni in ritardo e autocorriere bloccate - Operazioni di soccorso e salvataggi di Polstrada, carabinieri e vigili del fuoco - Situazioni drammatiche nell'alta provincia

Quaranta centimetri a Pesaro, Fano e sui centri della fascia litoranea; poco meno di un metro sulle colline e nelle zone pre-appenniniche; cumuli fra i 3 e i 4 metri provocati dal vento in varie località anche vicine al capoluogo, come Ginestreto, Monteciccardo e Mombaroccio; collegamenti stradali interrotti o parzialmente ristabiliti solo nel tardo pomeriggio.

Anche a non volerla drammatizzare, la situazione in provincia di Pesaro è apparsa ieri piuttosto preoccupante. Per molte ore del giorno il capoluogo è rimasto praticamente isolato da tutto l'entroterra, senza alcuna possibilità di comunicare (tranne che per telefono) con paesi e città disseminati tra l'Adriatico e l'Appennino.

Un'idea immediata di quanto stava verificandosi sotto l'infuriare della bufera (il vento di ponente continuava a soffiare anche ieri sera annunciando altra neve) la si è avuta allorchè le autocorriere partite da Piazzale Matteotti per Montelabbate e Sant'Angelo in Lizzola (12 e 15 km da Pesaro) sono rimaste subito bloccate, la prima in pianura e la seconda sulle salite che portano a Ginestreto. I passeggeri di questa linea sono stati poi soccorsi e tratti in salvo da una campagnola dei carabinieri.

Il pullman di linea diretto a Pergola e a Sassoferrato, superato un buon tratto della Cesanense restava frattanto bloccata a San Lorenzo in Campo. Quelli diretti a Carpegna, Lamoli e Sestino rinunciavano addirittura a partire.

Alla stazione di Pesaro sono rimasti fermi per ore il 156 Bari-Milano e il 628 Ancona-Bologna, mentre in quella di Fano ha "parcheggiato" il 456 Ancona-Milano. Il traffico ferroviario è stato rallentato da un guasto alla linea di alimentazione aerea tra Cattolica e Riccione ma per l'intera giornata, anche dopo la riparazione del guasto, i treni hanno continuato a marciare con ritardi piuttosto sensibili dal Nord mentre dal Sud sono stati contenuti in meno di un'ora.

Carabinieri, Vigili del fuoco e Polizia stradale sono stati impegnati da una serie di urgenti interventi. Nel tardo pomeriggio di ieri per il passo di Bocca Trabaria si passava soltanto dietro lo spartineve, tra mille difficoltà e pericoli.

FERMIGNANO

Ieri alle 16,40 è giunto il primo treno della giornata composto da due potenti locomotori con i vagoni per passeggeri in mezzo. Era l'unica maniera per sfondare, dopo non pochi tentativi, gli alti cumuli di neve. Il candido manto raggiunge e supera un po' ovunque gli 80 centimetri.

Per l'improvvisa e violenta nevicata PARALISI A FANO

Deserto il mercato settimanale - Assenze nelle scuole - Sospesi i servizi con le frazioni

Tanto improvvisa quanto violenta, la nevicata di ieri ha sorpreso Fano, nelle prime ore del mattino, paralizzando quasi totalmente quel traffico assai numeroso che c'è il sabato per il grosso mercato settimanale.

Trenta e forse quaranta centimetri di coltre bianca hanno coperto la città e in non poche difficoltà si sono trovati l'ospedale Santa Croce, l'Azienda gas e altri sodalizi che registrano un intenso movimento di automezzi.

Anche le autolinee che servono le frazioni di Fano si sono dovute astenere dal servizio e per questo anche le assenze dalle scuole sono state più che numerose. Vigili del fuoco, carabinieri, vigili urbani e soprattutto la Polstrada locale hanno costantemente sorvegliato il buon andamento del traffico sulle due "nazionali" che si unisono nel centro metaurense e fortunatamente nulla di grave (salvo qualche tamponamento o crollo di alberi) è stato registrato.

Mezzi comunali e dell'Anas tentano di ripristinare il traffico (anche nell'interno) che per qualche ora è stato interrotto verso i centri della valle del Metauro.

La frazione di Orciano è completamente bloccata. Frattanto la Polizia stradale comunica che tutti coloro i quali avessero urgente bisogno di trasportare da località isolate malati, partorienti, e altri bisognosi, possono rivolgersi direttamente alla Polstrada di Pesaro e di Fano.

Da: "Il Resto del Carlino" dell'8-1-1967

RECORD DI FREDDO A PESARO: MENO 11,8°

La direzione dell'Osservatorio Valerio della nostra città ci ha comunicato che nella giornata di ieri è stata toccata la punta minima di questo inverno, meno 11,8°, registrata alle cinque in punto. Ebbene, confrontato tale valore con le interessanti osservazioni e tabelle contenute nell'opuscolo "Il caldo e il freddo a Pesaro" edito dall'Amministrazione comunale, abbiamo notato che si tratta della quarta punta negativa assoluta dal 1881 ad oggi. L'Osservatorio Valerio, infatti, nella sua lunga attività ha registrato queste minime: -15,2° nel 1940; -14,5° nel 1929 e -14° nel 1956. Soltanto altre quattro volte, nel 1888 (-11,5°), 1954 (-11,5°), 1891 (-10,3°) e 1963 (-8,6°) il termometro ha registrato minime così rigide.

Sembra inoltre (ma il dato non è ufficiale non esistendo in provincia alcun "osservatorio" accreditato) che al Passo del Furlo sia stata toccata una punta di -20 gradi. Il bacino idroelettrico all'interno della gola è completamente gelato.

Da: "Il Resto del Carlino" del 12-1-1967

Nevicate in Provincia di Pesaro e Urbino nel dicembre 1970

L’INTERA PROVINCIA SEPOLTA

Su tutta la provincia nevica da quaranta ore senza interruzione; il cielo, nel tardo pomeriggio, era ancora chiuso e la precipitazione non era diminuita di intensità. A parere delle popolazioni della Val Marecchia, si tratta di una delle più eccezionali nevicate degli ultimi tredici anni. La situazione, anche se per il momento non appare drammatica, è indubbiamente pesantissi ma in tutto il Montefeltro dove molte località sono già isolate. A NovafeltrIa lo strato nevoso raggiunge il metro; i passi di Perticara e di Botticella sono intransitabili; le ruspe che sono all'opera da stamattina non riescono a passare davanti a cumuli di neve alti diversi metri. Perticara è completamente isolata da 24 ore; tutte le frazioni dei Comuni di Novafeltria, Talamello, Sant'Agata e Pennabilli, oltre a Casteldelci, risultano isolate, non solo a causa dell' eccezionale altezza del manto nevoso, ma anche perché il vento ha accumulato la neve nei punti più esposti, rendendo impossibile l'apertura dei varchi anche ai potenti mezzi spartineve. Per il momento, la situazione della Val Marecchia non sembra preoccupare anche perché la strada statale è mantenuta sgombra fino a Pennabilli e consente in qualche modo gli indispensabili collegamenti coi centri costieri per l'approvvigionamento di medicinali e viveri. Ovunque le scuole sono state chiuse con un giorno di anticipo rispetto alla data stabilita dal provveditore e la cosa è del tutto comprensibile. L'intera zona di Carpegna è da ieri sera priva di energia elettrica: èfacile comprendere quali gravi .disagiè costretta a sopportare la popolazione. In molti punti gli spazzaneve sono costretti a tornare indietro. La situazione si va facendo drammatica.
I carabinieri di Novafeltria si sono recati stamattina a Maiolo per prelevare una ammalata e ricoverarla all'ospedale; hanno altresì collaborato coi .tecnici comunali per riparare guasti alle linee elettriche e telefoniche, determinati dalla violenza della precipitazione e dalle raffiche di vento.
All'altro capo della provincia, precisamente nella zona del Catria, la situazione è notevolmente diversa; l'intervento delle ruspe da parte delle amministrazioni comunali ha reso possibile lo sgombero delle strade verso passo della Scheggia, che è transitabile con l'ausiloio delle catene, nonostante ci sia quasi un metro di neve.
A Cantiano lo strato raggiunge i 70 centimetri. Una drammatica situazione stanno subendo tre ammalati di Chiaserna, frazione che, insieme a quelle di Lunate e Palcano, è del tutto isolata dal capoluogo Cantianese, in quanto la Amministrazione provinciale, responsabile della strada di collegamento, non si è preoccupat.a di far trovare una ruspa (e ciò avviene regolarmente da anni).
Il parroco di Chiasema. si è recato stamattina presso la locale caserma dei carabinieri per invocare aiuto, ma con la “campagnola” non è possibile superare barriere di neve alte quasi due metri. Il sacerdote non ha potuto ritomare in parrocchia.
A Frontone la neve ha raggiunto i 60 centimetri; le strade sono aperte; si viaggia con estrema difficoltà; il comune ha provveduto a liberare le strade che colllegano le frazioni al capoluogo. Sul Catria si calcola che la neve raggiunga il metro e mezzo.
Tutta la vallata del Candigliano e del Biscubio è quasi completamente isolata; le comunicazioni telefoniche sono interrotte da diverse ore; ieri sera le ultime notizie davano un metro di neve a Serravalle di Carda e oltre un metro e mezzo in vetta a monte Nerone. Anche l'alta Val Metauro è paralizzata dalla neve: il telefono funziona irregolarmente; Lamoli e Borgo Pace, ai piedi di Bocca Trabaria, sono coperte da decine di centimetri di neve; il passo è transitabile con estrema difficoltà.
A Urbino, nel pomeriggio, la neve aveva raggiunto quasi gli 80 centimetri; i8 servizi pubblici riescono a mantenere i collegamenti con Pesaro; i mezzi privati si muovono con precauzione; il traffico interno è completamente paralizzato; si stanno aprendo sentieri nelle vie del capoluogo feltresco. Alcuni studenti sono stati accompagnati alle loro case con mezzi dei carabinieri.
La neve è caduta anche lungo la costa; a Pesaro per tutta la giornata è nevicato, ma senza imbiancare le strade e i tetti delle abitazioni; era già ben visibile sulle vicine colline di Novilara e Candelara; già a Mombaroccio e Sant’Angelo in Lizzola lo strato raggiungeva altezze considerevoli. Per alcune ore il convento del Beato Sante è rimasto isolato a causa di alti cumuli di neve formati dalle raffiche di bora. L'intervento successivo di uno spartineve ha tolto i religiosi della precaria situazione.
Nel tardo pomeriggio sono giunte altre informazioni dall'entroterra, che rendevano più grave e allarmante il quadro della situazione in provincia.
A Sant'Angelo in Vado e in tutta l'Alta Val Metauro manca l'energia elettrica da oltre 24 ore; il fenomeno, probabilmente dovuto alla caduta di alcuni pali di sostegno delle linee, ha provocato l'arresto di ogni attività industriale nella zona, buio completo in tutte le abitazioni, fermi i motori per il riscaldamento in numerose case, arresto anche del funzionamento delle pompe dell'acquedotto.
La gente cosi vive all'addiaccio, senza luce, acqua e riscaldamento. Sulla Piandimeletese, a causa di cumuli di neve superiori al metro di altezza, sono rimasti bloccati automezzi pesanti ed automobili; a fatica le ruspe sono riuscite a liberarli dall'incomoda situazione.
A Fossombrone la neve raggiungeva il mezzo metro, ma la Flaminia era ugualmente transitabile. Molte frazioni sono isolate: tra queste Montalto di Tarugo, Peglio, San Martino dei Muri, Caspessa e San Piero.
A Carpegna la neve superava il mezzo metro a mezzogiorno, e le strade erano parzialmente bloccate; cumuli di tre-quattro metri, ostacolavano l'opera dei mezzi antineve. L'energia elettrica, come abbiamo detto sopra, è venuta a meno da mezzanotte in, quasi tutti, i comuni dell'alta Val del Foglia per una rottura dei fili tra Novafeltria e Montecopiolo. A S. Agata Feltria, nella cui piazza centrale la neve raggiunge stasera il metro e 40 centimetri, si è rimasti isolati e senza luce; motivi burocratici impediscono di utilizzare la linea elettrica di riserva. Le comunicazioni per Sarsina sono state interrotte; al passo della Botticella la neve supera i quattro metri.
A Pesaro e a Fano, nel tardo pomeriggio, con la recrudescenza della temperatura, la neve ha cominciato a far presa sul terreno; tetti bianchi, strade pericolose.

Da: “Il Resto del Carlino” del 24-12-1970


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 31.01.2005
    Ultima modifica: 08.02.2012

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