Geologia e clima
Piena del F. Metauro nel febbraio 1991
FIUMI IN PIENA, DANNI E PAURA
Servizio di Mauro Ciccarelli
Cambia lo scenario, resta l'emergenza. Scompare la neve, arrivano le piene. Dopo stagioni di prolungata siccità, l'inverno si diverte a stupire con effetti speciali, ma stavolta si rischia davvero grosso.
La seconda grande piena della stagione, dopo quella di fine anno, ha scaricato in mare milioni di metri cubi d'acqua e tonnellate di detriti in poche ore per l'effetto combinato della pioggia e dello scioglimento delle nevi conseguente ad un improvviso innalzamento della temperatura. Metauro, Foglia, Cesano ed affluenti si sono gonfiati in una notte e ieri mattina, in coincidenza con la punta massima di flusso, hanno superato gli argini in più punti, allagando campi, edifici, strutture pubbliche e private, mettendo a dura prova la stabilità dei ponti, danneggiando acquedotti e altri impianti. Per non dire di frane, smottamenti, alberi caduti, spezzati o pericolanti.
Andiamo con ordine.
Fiumi. L'allarme é scattato durante la notte tra domenica e lunedì. Le cifre della portata del Metauro, calcolata a Tavernelle dopo che il fiume ha ricevuto tutti gli affluenti, sono eloquenti: da 50 metri cubi al secondo il flusso è cresciuto vertiginosamente fino a toccare il massimo intorno alle 10 di ieri mattina: 1.100 metri cubi al secondo, più del doppio della piena, pure allarmante, di metà dicembre (500 metri cubi). Solo nell'estate scorsa, il fiume aveva fatto registrare il minimo storico di 0,5 metri cubi al secondo. A partire dalle 12, il livello fortunatamente ha preso a scendere, al ritmo di 100 metri cubi ogni ora. Ed é stato un autentico sollievo, perché fino a quel momento gli invasi dell'Enel (7 centrali lungo il bacino idrografico) continuavano a salire di livello pur con tutte le paratie aperte. Alle 17 di ieri, la portata era di 400 metri cubi, 180 dei quali provenienti dal Furlo (Candigliano). Alla foce, l'ondata di piena si é attenuata solo nel tardo pomeriggio. Medesimo andamento hanno avuto le portate del Foglia, che a Pesaro ha di nuovo spazzato via tutti gli orti, e del Cesano, che ha provocato danni nella zona della foce.
Mobilitazione. Vigili del fuoco di tutte le stazioni, agenti della Provincia, uomini della Protezione civile, vigili urbani e tecnici dei Comuni delle vallate, polizia, carabinieri, Genio civile hanno lavorato per l'intera giornata per far fronte alle urgenze.
Ponti. Dalla mattinata di ieri sono chiusi, dopo un sopraluogo dei tecnici, quello di Calcinelli e quello di Tavernelle, che hanno dovuto sopportare il massimo carico di piena. Il traffico è stato deviato lungo la Flaminia, la superstrada e la comunale di via Roncaglia (per chi proviene dal versante Montemaggiore-Orciano-Barchi).
E' rimasto invece aperto, ma sotto stretta sorveglianza, il ponte della Cerbara nei pressi di Lucrezia (rinforzato nel 1984), così come quello sulla statale Adriatica in prossimità della foce (ne riferiamo in cronaca di Fano). Il prefetto Tasselli ha inviato una nota a tutti i sindaci della provincia invitandoli a far ve¬rificare scrupolosamente la staticità di tutti i ponti dei rispettivi territori.
Allagamenti. Il Candigliano è straripato in più punti da Acqualagna al Furlo provocando ingenti danni. Solo il ristorante La Ginestra denuncia 70 milioni di danni per l'allagamento della dependance, di garage e magazzini: sono finiti sott'acqua, tra l'altro, due Fiat Tipo e un deposito di alimentari. Allagate anche diverse villette circostanti. Devastato il vicino parco La Golena, che il Comune di Acqualagna aveva da poco attrezzato: la piena ha spazzato via attrezzature e servizi igienici. Più a monte, sono spariti orti; pollai, depositi di legname. A Cagli sono stati coperti dall’ acqua numerosi orti e un maneggio alla confluenza tra Bosso e Burano. Il Metauro è tracimato nei pressi di Canavaccio, dove è stato danneggiato anche l’antico Mulino del Piano. Ma gli allagamenti più estesi sono avvenuti tra Tavernelle e Lucrezia, dove il fiume ha sommerso circa 200 ettari di campi coltivati (prevalentemente a grano), danneggiando anche alcune case coloniche e mettendo fuori uso la captazione di Ponte degli Alberi che alimenta l’acquedotto di Pesaro (ne riferiamo a parte). Un gregge di pecore, sistemate in un recinto nell'alveo del fiume, è stato messo in salvo, appena in tempo. Ancora più a valle, hanno subito, danni alcuni frantoi di ghiaia. Il Cesano ha provocato seri guai nella zona della foce, dove per la seconda volta in due mesi è, stata allagata la fabbrica di imballaggi 'Centralbox' di Marotta, lungo la statale. Il Foglia, pure al livello di guardia, non ha rotto gli argini: devastate comunque tutte le coltivazioni (abusive) all'interno dell'alveo di piena.
Frane. A partire da sabato, sono state investite da movimenti di terra l'Apecchiese, la provinciale per Tavoleto, la statale 73 Bis nei pressi di Urbania, tutte bloccate e riaperte dopo alcune ore. Idem per la Flaminia al Furlo, minacciata dalla piena del Candigliano. Decine gli smottamenti di minore entità, che hanno comunque costretto ad un super lavoro i vigili del fuoco e gli altri operatori.
Fano. Attraverso “l'unità di crisi” messa in piedi per l'emergenza neve, il Comune di Fano ha seguito attentamente gli 'umori' del Metauro: «Siamo preoccupati soprattutto per le condizioni della foce - ha detto l'assessore all'Ambiente Maggioli, ieri sul posto - dove numerosi ostacoli rendono problematico il deflusso delle acque. Il Genio civile, già contattato a dicembre, ci ha assicurato un intervento in tempi rapidi. Per precauzione, intanto, abbiamo sgomberato i nostri depositi nella zona».
Da: "Il Resto del Carlino" del 12-2-1991
PIENA DEL METAURO, PONTE KO
Dopo la neve, il ghiaccio, il caos nelle scuole ieri mattina è rotolata sulla città anche la piena del Metauro ingrossato a dismisura dallo sciogliersi della neve nell'alta provincia. E ieri sera intorno alle 21 la situazione è improvvisamente precipitata: il ponte sul Metauro è stato chiuso e la viabilità è stata dirottata verso l'A-14 o verso l'interno della provincia. Le prime avvisaglie sono giunte ieri mattina: il fiume saliva di circa tre centimetri l'ora e già si parlava di pericoli per la stabilità del Ponte Metauro. E' così scattato immediatamente l'allarme. Sul posto per controllare la situazione si è portato l'assessore Maggioli e quindi anche il sindaco Baldarelli. E' stato richiesto l'intervento degli ingegneri dell'Anas per controllare la tenuta dei piloni. Per diverse ore si è temuto un altro provvedimento che avrebbe messo di nuovo kappao l'intera viabilità cittadina: la chiusura del viadotto. In allarme anche i vigili del fuoco per il pericolo d'allagamenti. Alla foce, ed in vari altri punti all'interno della città, l'acqua ha rischiato di tracimare arrivando a poco meno di un metro dal limite di guardia; alla foce il Metauro era a pochi metri dal ristorante adiacente al camping Fano. Insomma una situazione difficile tant'è che lo stesso Prefetto Tasselli ad un certo punto sembrava dovesse giungere a Fano per accertare di persona la situazione. Poi nel tardo pomeriggio la portata del fiume è diminuita facendo piano piano abbassare il livello del fiume ed il livello di guardia delle varie autorità. Poi alle 21 la situazione è definitivamente precipitata.
Da: "Il Resto del Carlino" del 12-2-1991
RIAPERTO IL PONTE
E dopo la neve è stato il Metauro a fare paura; ha allarmato autorità e tecnici con la sua ondata di piena, in certi punti ha debordato gli argini, ha sgrottato i terrapieni e ha allagato i campi, creando ulteriori ostacoli alla viabilità.
Dapprima sono stati chiusi i ponti di Calcinelli e della Chiusa; poi quando questi. sono stati riaperti, per precauzione è stato vietato al traffico il transito su Ponte Metauro che è stato reso accessibile di nuovo intorno alle 10.30 di ieri mattina.
Il continuo mutare della situazione ha creato grosse difficoltà a chi si trovava nelle condizioni di varcare il fiume, in quanto i percorsi alternativi hanno costretto i mezzi a compiere lunghe deviazioni su strade non certo agevoli.
Comunque la situazione più critica si è verificata nella giornata di lunedì, quando l'acqua, correndo impetuosamente, lambiva le arcate di Ponte Metauro premendo sugli argini e facendo temere il peggio. Per fortuna l'ondata è defluita a poco a poco in mare non trovando ostacoli in una corrente contraria e tutto si è contenuto nell'ambito dei limiti di guardia. Già ieri mattina il livello dell'acqua era calato di due metri e i tecnici dell'ANAS non hanno riscontrato lesioni alle strutture del ponte.
Mentre andavamo a constatare la situazione, abbiamo oltrepassato due posti di blocco: uno in corrispondenza dell'innesto della bretella con la Statale 16 e l'altro in pros¬simità della chiesetta di Madonna Ponte; da questi punti il traffico veniva deviato o sull' Autostrada o sulla Superstrada Fano - Grosseto e da qui verso le località collinari della riva destra del Metauro. In mezzo al Ponte il Comandante della Polizia stradale di Fano Bove manteneva i collegamenti con tutte le pattuglie dislocate nella zona.
Anche i Vigili Urbani hanno avuto il loro bel da fare per evitare un nuovo imbottigliamento del traffico. «Noi abbiamo predisposto - ci ha segnalato l'Assessore alla Viabilità Renato Minardi - un preavviso della chiusura del ponte all'altezza dell'incrocio di Porta Maggiore, in modo che chi doveva spingersi a sud avesse potuto imboccare il primo tratto della Flaminia; coloro che si sono avventurati oltre sono stati fermati all’altezza dello Zuccherificio e fatti transitare sul ponte della Cerbara e su quello di Calcinelli. Chi giungeva da sud invece è stato preavvertito in prossimità del casello autostradale di Senigallia e dell’incrocio con la Pergolese a Marotta.»
Contatti sono stati presi nel frattempo con le comunità dei Paesi collinari (San Costanzo, Mondavio ecc,..) in modo da sconsigliare la discesa degli abitanti verso il tratto interrotto dell' Adriatica.
Dalle 10.30 di ieri mattina, come abbiamo detto, la situazione è tornata normale e tutte le strade con tutti i transiti sul Metauro sono ridiventati percorribili.
(m.f.)
Da: "Il Corriere Adriatico" del 13-2-1991
Dettaglio scheda
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Data di redazione: 05.10.2005
Ultima modifica: 05.10.2005
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