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La valle del Bosso - lungofiume, pista Demanio, sentieri CAI n.274 e 200 (ITINERARI - ESCURS)


LA VALLE DEL BOSSO - lungofiume, pista Demanio, sentieri CAI n.274 e 200 (Comune di Cagli)

Tempo di percorrenza: h 3 30' (percorso ad anello)
Lunghezza: 10 km
Difficoltà: T
Ultima verifica dell'itinerario: 2023

La valle del Bosso collega Cagli alla frazione di Pianello; nella sua parte centrale assume la morfologia di una gola, stretta com’è tra ripide balze rocciose. Nella parte iniziale invece è piuttosto ampia, con tratti di alveo fluviale scolpiti dall’acqua e dal tempo. Nella destra orografica del Bosso si estende la Foresta Demaniale.

A Cagli si può parcheggiare dopo l’uscita Cagli ovest. Il sentiero parte dal parcheggio interno del ristorante Il Passante: per arrivarci basta scendere la strada che troviamo vicino a noi e andare oltre il ponte sul fiume Bosso.

Il sentiero, per evitare di passare nella proprietà del ristorante, sale subito a destra una scarpata e permette di superare la struttura senza creare disturbo. Appena ripresa la via maestra abbiamo una bellissima vista dell’area dei “Tre Pozzi”, un alternarsi di cascatelle e gorghe dove d’estate in tanti vanno a fare il bagno. Svoltato l’angolo il sentiero corre sul ciglio di pareti a strapiombo sul fiume, per cui è meglio stare concentrati. Poi si entra nel bosco in un tripudio di piccole querce, filliree e tantissime piante di scotano. La mulattiera che seguiamo è praticamente pianeggiante e solo quando si materializza in basso un primo piccolo canyon, vale la pena scendere e avvicinarsi allo spettacolo dell’erosione che ha messo a nudo le forme più strane della roccia. Un sentierino punta diritto verso le acque gorgoglianti: questo luogo è chiamato “la Botte”. Ritornati sul sentiero ufficiale si prosegue ancora nel bosco rado che diviene più fitto quando ci troviamo al di sopra di un’altra zona molto frequentata: quella de “i Cavalli”, nella quale però gli accessi sono sulla sponda opposta. D’un tratto si aprono dei prati, si passa vicino ad una casa e poi, dopo una piccola discesa, incontriamo un torrente da oltrepassare arrivando, se vogliamo, sulla riva del fiume. Il sentiero però sale a destra e ci fa camminare sul margine basso di un grande campo. C’è un vecchio casotto usato come magazzino e poi altri duecento metri ai bordi del campo prima di ritrovare la via che ci fa vedere di nuovo il Bosso prima di risalire dove ci sono dei capanni e delle stalle. In seguito il sentiero diventa strada di breccia, poi asfalto quando un ponte ci riporta dall’altro lato, dove giriamo a sinistra. Siamo alle case della località Mulino di Secchiano: c’è un bel bar, una fontanella e un distributore di benzina. Bisogna andare oltre il bar camminando di fianco la strada e arrivare alla prima curva: sotto la strada ci sono delle case, dalla parte opposta uno stradello con pietrisco che sale e si addentra nel bosco. La valle in cui entriamo quasi non si nota ma passo dopo passo sembrerà sempre più grande e ricca di natura. Un torrente la solca e, soprattutto, in breve tempo varcheremo i confini entrando nella Foresta Demaniale, luogo protetto da quasi cinquant’anni. Iniziano alcuni attraversamenti del torrente: siamo dentro ad un bosco con tante specie arboree, ricco come pochi nei dintorni. Troviamo un bivio: la traccia più evidente svolta a sinistra e sale, mentre noi proseguiamo nel fosso, vicino al torrente, che guaderemo ancora. All’altezza del primo attraversamento vale la pena fare una breve deviazione per andare a vedere da vicino un vecchissimo ponte in pietra sul quale era costruito il canale di gronda di un mulino. Ripreso il sentiero c’è una salita da affrontare per ritrovarsi poco dopo nella parte più umida della vallata, come dimostrano le pareti delle rocce coperte di muschi e di felci. Il torrente spumeggia tra le rocce sotto di noi e poco dopo lo superiamo per l’ultima volta. Una rampa finale ci porta sullo stradello sovrastante. Giriamo a sinistra e sullo stradello ci camminiamo per un lungo tratto, passando nei pressi della casa forestale di Cà Baldelli (dove teniamo la destra), poi di fianco ad un pascolo sul quale vigilano cinque cipressi messi in fila, poi i ruderi di Gambarino e infine si arriva alla sbarra. Sull’asfalto occorre tenere la destra e salire fino al tornante successivo dove, all’esterno, si insinua uno stretto sentiero che ci porta in un’altra pista forestale. Andando a sinistra passeremo dopo un paio di minuti davanti alla vecchia fonte dell’antica Cagli per poi proseguire nel sentiero che ora è tornato poco più grande di una mulattiera. Ecco un punto panoramico per osservare la valle del Burano e vedere gran parte del nostro itinerario che sta volgendo alla conclusione. La discesa diviene piuttosto ripida, specie nel finale, quando ci porta vicino alle prime case di Cagli, vicino al convento dei Cappuccini e poi, prendendo a destra, al cospetto del Torrione. La strada nella quale ci ritroviamo termina davanti a Porta Massara ma non siamo ancora arrivati. Per chiudere l’anello dobbiamo andare a sinistra, in piano, per circa 5 minuti.


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 10.03.2024
    Ultima modifica: 10.03.2024

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