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M. Petrano, dalle Smirre ai Sette colli - sentiero CAI n.274 e discesa dai 7 colli (ITINERARI - ESCURS)


M. PETRANO, DALLE SMIRRE AI SETTE COLLI (sentiero CAI n.274 e discesa dai “7 colli”) (Comune di Cagli)

Tempo di percorrenza: h 3 30’ (percorso ad anello)
Lunghezza: 8 km
Difficoltà: E
Ultima verifica dell'itinerario: 2023

Il versante settentrionale del Petrano fa parte della valle del Bosso ed è stato profondamente segnato dall’erosione, con costoni di roccia e impluvi che caratterizzano la forte acclività. Dove non c’è roccia c’è quasi esclusivamente bosco, poi però in alto iniziano i vecchi pascoli, ricavati anche su pendenze sorprendenti.

Da Cagli un’unica strada asfaltata sale sul Monte Petrano: al chilometro 5, poco sopra la località le Smirre, all’esterno del primo di una serie di tornanti, c’è posto per parcheggiare e prepararsi all’escursione. Il percorso nella sua prima parte è esposto ai venti e la presenza di alcuni passaggi stretti e esposti lo rende sconsigliabile con, appunto, vento, neve o ghiaccio.

Il sentiero è una lieve traccia che si infila a mezza costa, prima tra alberi radi poi nel prato, dove il passaggio diventa più comodo e visibile. Sotto di noi la valle del Bosso e tra poco, sopra di noi, dei magnifici faraglioni rocciosi con pareti a picco. Serve solo un po’ di attenzione quando dal prato si passa sulle rocce di un gradone naturale con altri scalini sopra e sotto. La roccia non è scivolosa e non occorre salire o scendere ma semplicemente camminare in orizzontale e di spazio per muoversi ce n’è a sufficienza. Passato questo breve tratto piuttosto adrenalinico il sentiero ritorna normale, solo un po’ più stretto di prima, ma ora le pendenze di sono attenuate e ci sono alberi e cespugli. C’è anche un bivio, nel quale prendere la sinistra, così da salire. Ora c’è proprio il bosco e ci farà da contorno per molto tempo. La mulattiera resta sempre un po’ risicata ma non ci sono altre particolari difficoltà tecniche: giusto il passaggio in un impluvio e una strettoia. Il bosco è molto interessante: un ceduo invecchiato che potrà nel tempo solo migliorare. Ogni tanto dei coni detritici e alberi caduti per le intemperie. Osservando con attenzione la tipologia di alberi ci si accorge che a seconda dell’esposizione a sud aumenta il numero di lecci, per poi diminuire quando il versante volge a nord dove ci sono molti più carpini neri. In tutta questa parte nel bosco si compie poco dislivello: quello ci aspetta quando ne saremo momentaneamente fuori. Ecco un po’ di salita vera e d’un tratto usciamo su dei prati che però non sono ancora quelli sommitali. Un solco tra l’erba alta ci indica la giusta via: la pendenza si fa sentire e bisogna completare un ampio tornante che volge a sinistra e poi una curva secca a destra prima di ritrovare il piano e, poco dopo, anche il bosco. Qualche minuto e la seconda volta che si esce dal bosco è solo per un attimo: c’è da affrontare l’ultima salita in una cerreta ed è davvero impegnativa, ma brevissima, quella che precede il prato scosceso antipasto di quelli vasti e pianeggianti che ora sono poco più in alto. Un grande cerro contorto saluta il nostro arrivo. La salita termina con l’altopiano: per visitarne una parte si può tenere la destra e girovagare tra gli alberi sparsi qua e la o alla ricerca delle famose doline. Poi però bisogna tornare indietro sul margine del pianoro e raggiungere l’altro spigolo del rispetto al nostro arrivo: c’è un rialzo del terreno che ci fa gustare dall’alto il ripido fianco che abbiamo attraversato e tutta la valle del Bosso che si sviluppa da nord-est a ovest. Da questo piccolo rilievo possiamo anche farci un’idea della grandezza dell’altopiano e anche, con lo sguardo, seguire l’armonioso alternarsi di gobbe che decrescono di fianco a noi: sono i 7 colli ed è lì che scenderemo. Non è il caso di camminare sulle creste che sono troppo ripide e esposte. Anche se il fondo è erboso occorre prendere la via meno in pendenza e muoversi con attenzione. Valutando bene i passaggi giusti e facendosi aiutare dalla traccia che quasi sempre è visibile, si arriva agli ultimi colli che sono quelli più semplici da percorrere, anche se volessimo avvicinarci ai bordi. Poi però, dopo l’ultimo colle, dal quale vediamo dall’alto le pareti rocciose che ci sovrastavano all’inizio del percorso, occorre assolutamente allontanarsi dal margine e piegare a destra, tra alberi isolati che crescono sulla parte meno dirupata, da dove è possibile scendere ad intercettare un’altra traccia che ci porta al prato sottostante. In questo passaggio si vede la strada asfaltata e si intravvede il nostro punto di partenza. Quello all’esterno dei tornanti è un prato in cui la discesa è comoda e così andiamo diritti, senza esitazioni, fino a chiedere l’anello e ritrovare la nostra auto.


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 10.03.2024
    Ultima modifica: 03.08.2024

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