Itinerari
Da Bacciardi a Cardella per il Passo del Lupo (sentiero CAI n.208a) (itinerari - ESCURS)
DA BACCIARDI A CARDELLA PER IL PASSO DEL LUPO (sentiero CAI n.208a) (Comune di Piobbico)
Tempo di percorrenza: h 2.30 (percorso ad anello)
Lunghezza: 4,5 km. Dislivello: 260 metri.
Difficoltà: E
Ultima verifica dell'itinerario: 2024
I due piccoli borghi impreziosiscono la valle di Rocca Leonella, quella alle pendici nord-orientali del Monte Nerone, quella che divide il Candigliano dal Bosso, il territorio di Piobbico da quello di Cagli. Un sentiero si arrampica sul crinale che collega le Tassare a Bacciardi e un altro scende all’ombra delle pareti del Cimaio.
Bacciardi si trova a poco più di 4 km dalla Strada Statale Apecchiese dove, appena fuori l’abitato di Piobbico, inizia la Provinciale di Rocca Leonella. Superato il borgo di Acquanera e il valico su cui sorge il cimitero di questa contrada, la stretta strada supera il Fosso del Presale e il Fosso del Cornobuio prima di arrivare al paesino.
Il sentiero parte subito a monte della strada che sfiora le case più in alto di Bacciardi. Nella prima parte, dopo un bivio in cui occorre tenere la sinistra, il percorso presenta tratti di salita impegnativi e alterna bosco rado a punti panoramici consentiti dalla vegetazione arbustiva. Sulla destra si sviluppa, sotto di noi, il profondo fosso del Cornobuio, completamente coperto dalla foresta; poco più a nord si scorge quello del Presale. Una piccola sella caratterizzata dall’emersione di roccia rossa e scagliosa ci immette nell’ultima parte della salita, dove la pendenza si attenua nel passaggio a mezza costa sotto dei prati che si intravedono nel rilievo sopra di noi, sulla sinistra, chiamato Il Monticello. Grandi ginepri, erba e alcuni alberi a gruppetti precedono l’arrivo al Passo del Lupo, prima del quale una conca dilavata dalle acque presenta anche qualche calanco. C’è un bivio: il sentiero che va a destra porta al Presale e prima ancora l’incrocio per le Tassare. Noi teniamo la sinistra. Il Passo, una volta raggiunto, permette di guardare l’altro versante e incontrare la mole del Cimaio, con la sua rupe inconfondibile. Ecco che inizia la discesa. Uno stradello sterrato da esbosco agevola il passo malgrado l’acclività sia piuttosto accentuata in alcuni punti. Soprattutto poco prima di innestarsi sulla strada di breccia che arriva quassù dalle Piazze, nei pressi della Grotta di Santa Lucia. Ora il nostro sentiero coincide con questa strada. Dobbiamo superare un tornante che volge a sinistra ed uno che volge a destra, poi attenzione alla deviazione sulla sinistra che ci permette di lasciare la strada per riprendere il sentiero. I nostri piedi risentono la morbidezza della terra e i suoni delle foglie e dell’erba. Il sentiero entra in un impluvio e la scarsa vegetazione attorno permette di osservare il panorama sulla parte alta della valle di Rocca Leonella, fin sui crinali e le creste di Castel del Monte e il Paludello. Il passaggio a mezza costa ha una pendenza lieve e ogni tanto la roccia riemerge coi suoi colori e le sue forme. Ma le forme più eleganti sono quelle dei grossi cespugli di fillirea che punteggiano questo versante. Ritrovando un po’ di bosco si compie l’ultimo segmento che anticipa l’arrivo tra le case del paesino di Cardella. Le case in pietra, quasi tutte abbandonate, raccontano di un popolo di boscaioli e pastori. Appena prima delle case, in alto a sinistra, i più attenti avranno notato alcuni faggi: sono i testimoni di tempi andati e l’eredità di una scelta davvero illuminata di coloro che più di un secolo fa decisero che a protezione del borgo non si sarebbe più dovuto tagliare il bosco sopra le case. Si tratta, di fatto, di un bosco di protezione: una faggeta paravalanga, l’unica nel nord delle Marche. Dai vicoli di Cardella si scende fin sulla strada provinciale dove, per chiudere l’anello, dobbiamo andare a sinistra e camminare per circa un chilometro.
Dettaglio scheda
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Data di redazione: 29.11.2024
Ultima modifica: 29.11.2024
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