Itinerari
L'ultimo tratto del F. Metauro e la foce (itinerari - TUR/ESCURS)
L'ULTIMO TRATTO DEL F. METAURO (DA MADONNA PONTE AL PONTE AUTOSTRADALE) E LA FOCE (Comune di Fano)
Lunghezza del percorso da Madonna Ponte al ponte dell'Autostrada A14: 2,3 km
Ultima verifica: 2014
L'ultimo tratto del F. Metauro (2,3 km) presenta un ambiente fluviale abbastanza integro e due laghi, che seppure di origine artificiale, sono adatti per la sosta e nidificazione di numerosi uccelli acquatici, grazie alla ricca vegetazione palustre che ne ha colonizzato le rive.
In acque basse e rive fangose è presente una vegetazione erbacea igrofila e idrofila comprendente la Mestola d'acqua (Alisma plantago-aquatica e A. lanceolatum), numerose specie appartenenti alla famiglia delle Ciperacee, la Salcerella (Lythrum salicaria), la Menta d'acqua (Mentha aquatica), la Cannuccia (Phragmites australis), due Tife (Typha latifolia, T. domingensis), due Veroniche (Veronica anagallis-aquatica e V. beccabunga), il Farfaro (Tussilago farfara) e tra le piante sommerse la Zannichellia (Zannichellia palustris) e la Brasca nodosa (Potamogeton nodosus).
Nei ghiaieti dell'alveo è presente una vegetazione erbacea costituita da Cardo di Venere (Dipsacus fullonum), Erba viperina (Echium vulgare), Lappola (Xanthium orientale subsp. italicum) e nei tratti più umidi l'Euforbia platifilla (Euphorbia platyphyllos) e le Persicarie (Persicaria lapathifolia e P. maculosa).
Nei tratti golenali privi di alberature sono presenti degli incolti erbosi mesofili e xerofili con la Canna del Reno (Arundo plinii), l'Origano (Origanum vulgare) e il Rovo piccolo (Rubus caesius).
Il bosco ripariale è costituito dal saliceto e dalla pioppeta e comprende il Pioppo nero, il Pioppo bianco, il Salice bianco, il Salice rosso, il Salice da ceste, il Salice di ripa, il Salice dell'Appennino, l'Ontano nero, il Sanguinello e il Nocciolo. Nei tratti più asciutti crescono la Roverella, l'Olmo campestre, il Biancospino, l'Edera, il Ligustro, la Fusaggine e il Prugnolo.
Per quanto concerne la fauna, tra i Mammiferi sono presenti il Toporagno d'acqua, il Mustiolo, la Crocidura minore, la Talpa europea, il Capriolo, la Volpe e Mustelidi quali il Tasso, la Faina e la Donnola. Tra la specie di Anfibi troviamo il Tritone punteggiato, il Tritone crestato, il Rospo comune, il Rospo smeraldino, la Rana verde e la Raganella, tra i Rettili la Natrice tessellata, la Biscia dal collare, la Lucertola muraiola, la Lucertola campestre e il Ramarro, tra i Pesci la Carpa, la Lasca, il Cavedano, l'Alborella, l'Anguilla, il Cobite e la Bavosa di fiume. Numerose sono le specie di Uccelli acquatici: tra i nidificanti citiamo il Tuffetto, il Tarabusino, la Gallinella d'acqua, la Folaga, il Corriere piccolo, il Cavaliere d'Italia, il Martin pescatore, il Topino, l'Usignolo di fiume, la Cannaiola, il Cannareccione, il Pendolino e il Gruccione; tra gli invernali l'Airone cenerino, lo Svasso maggiore, lo Svasso piccolo, il Cormorano, l'Alzavola, il Germano reale, la Moretta tabaccata, la Pavoncella, il Beccaccino, il Forapaglie castagnolo e il Migliarino di palude; tra gli uccelli di passo la Garzetta, la Sgarza ciuffetto, l'Airone rosso, la Nitticora, la Marzaiola, la Pivieressa, il Combattente e il Lodolaio.
La foce del F. Metauro è situata a circa 3 km dal centro storico di Fano, presso l'abitato di Madonna Ponte. La zona ha perso gradualmente il suo aspetto naturale, dato che nei pressi vi sono sorti un complesso residenziale, il depuratore di Fano e una zona industriale in riva sinistra, un campeggio in riva destra. Ciò nonostante il luogo merita ancora una visita.
La costa sia a N.O. che a S.E. della foce è stata soggetta ad intensi fenomeni erosivi, in particolare negli anni dal 1970 al 1980, con conseguente costruzione di scogliere foranee per proteggere i campeggi e gli insediamenti residenziali sorti in quegli anni.
CARTOGRAFIA
1:200.000 UMBRIA E MARCHE T.C.I.
1:25.000 IGM F. 110 - III N.O. - S. COSTANZO
BIBLIOGRAFIA
E.C.A. 1987, DE MARCHI e altri 1991, FIOCCO 1989, POGGIANI et al. 2007, VOLPE 1991
Percorso da Madonna Ponte al ponte dell'Autostrada A14 (ESCURS)
Provenendo da Fano lungo la Strada Statale Adriatica, ci fermiamo ad un parcheggio situato sulla destra della strada, subito dopo il Santuario della Madonna del Ponte e a fianco del Ponte Metauro.
Qui merita una visita il Santuario, che ospita il venerato affresco della Vergine con il Bambino. Dall'altra parte della strada si nota un edificio con porticato dove era ubicata sin dal XVI secolo un'osteria, luogo di sosta dei pellegrini diretti al Santuario del Ponte o in viaggio da e per Loreto.
Lasciamo l'auto e proseguiamo a piedi lungo la stradicciola che si dirige verso il fiume. Sulla destra si trova una piccola pineta piantata nel 1955, sistemata a verde pubblico. Un tempo vi esisteva una "macchia per servizio del ponte", ad indicare l'uso che se ne faceva per riparare le strutture in legno del ponte sul Metauro.
Oltrepassata una sbarra che impedisce l'ingresso delle auto, incontriamo un cartello illustrativo delle caratteristiche naturali del percorso, posto dall'Amministrazione Provinciale di Pesaro e Urbino in occasione della sistemazione del sentiero pedonale che percorreremo e che porta alla riva alberata. Il bosco ripariale che stiamo attraversando è formato da Pioppi neri, Salici bianchi, Salici da ceste, qualche Pioppo bianco e Ontano nero; una bordura di Cannucce, Tife e giunchi accompagna le sponde. In questo primo tratto il Metauro possiede acque più profonde e debolmente correnti, data la presenza di una traversa di massi sistemata per proteggere il ponte della S.S. Adriatica.
Dopo circa 1 km, oltre l'argine, si intravede un laghetto, detto Lago Vicini, dove è stata creata un'area protetta, visitabile sia su prenotazione sia con cadenza settimanale: per informazioni rivolgersi al CEA Casa Archilei di Fano, tel 0721 805211 (vedi scheda 12.10.6 Lago Vicini). Accanto si trova un lago più grande (Lago Pascucci), originatosi come l'altro a seguito dell'escavazione della ghiaia.
Nei punti dove il sentiero si avvicina alla riva, possiamo vedere che la profondità del Metauro diminuisce e aumentano i sedimenti ghiaiosi, con tratti di acque basse e veloci e buche più profonde. Questa situazione si protrae per circa 3,5 km dalla foce; segue poi il tratto dove l'erosione regressiva innescata dalle cave ha progressivamente asportato il materasso alluvionale, scoprendo le argille marnose di base. Sulle ghiaie periodicamente mobilizzate dalle piene, cresce una rada vegetazione erbacea e cespugli di Salice rosso e Salice da ceste, che resistono alla forza della corrente.
Poco più avanti, isolato dagli altri, incontriamo un grande Pioppo nero, inserito nell'elenco degli alberi monumentali del bacino del Metauro: la sua altezza, nel 1974 era di 25 m, poi si è notevolmente ridotta per la caduta della parte secca sommitale; la circonferenza a petto d'uomo è di m 4,10.
Il sentiero termina prima del ponte dell'Autostrada A 14; si torna indietro lungo lo stesso percorso.
Visita alla foce del Metauro (TUR)
Provenendo da Fano, attraversiamo il Ponte sul Metauro della S.S. Adriatica, ricostruito nel dopoguerra con la tipologia di quello precedente terminato nel 1925, con alle estremità quattro grandi colonne decorate di bronzi e con una lapide che ricorda la battaglia del Metauro tra le legioni del console Caio Claudio Nerone contro Asdrubale nel 207 a.C.
Dopo una rotatoria posta subito dopo il ponte, torniamo indietro imboccando sulla destra una stradicciola che segue l'argine e giunge in breve alla foce.
Nel tratto di acqua dolce situato tra il Ponte Metauro della S.S. Adriatica e il ponte della ferrovia litoranea, in vicinanza della foce, sono presenti zone a fondo fangoso e zone a fondo ghiaioso con acqua bassa e corrente. Fra le piante erbacee che crescono qui si ricordano la Zannichellia, la rara Naiade marina, la Mestola d'acqua, la Mestolaccia lanceolata, il Sedano d'acqua, il Crescione d'acqua, la Brasca nodosa, le Tife, la Cannuccia, il Giunco di palude, il Ciperone, l'Erba nocca, lo Zigolo ferrugineo, la Forbicina, la Buccinaria, il Piede di lupo, la Capraggine, la Salcerella e l'Erba strega.
La spiaggia della foce, di natura ghiaiosa, si presenta in forma di barra, a separare lo specchio d'acqua salmastra del Metauro dal mare antistante. Tale barra muta di frequente il suo aspetto, essendo il risultato di due forze contrapposte: quella dell'acqua del fiume da una parte e quella del moto ondoso dall'altra. La barra scompare quasi del tutto solamente in concomitanza di periodi eccezionali di piena, mentre d'estate è spesso completamente chiusa. Negli altri periodi le acque del fiume si aprono un passaggio verso il mare attraverso la barra di foce, più o meno ampio e più o meno diretto; la posizione di tale passaggio è anche influenzata dalle correnti marine. Capita infine a volte che l'equilibrio tra la forza del fiume e quella del mare produca un "braccio" della barra che si protende verso il mare, rendendola doppia.
I ciottoli di cui è formata la spiaggia sono costituiti da calcare, selci di vari colori ed arenaria, di forma arrotondata per il logorio provocato dallo sfregamento reciproco.
Interessanti i resti spiaggiati di vari organismi marini. Tra le conchiglie sono comuni i Bivalvi Vongola (Chamelea gallina), Mattra (Mactra stultorum), Cuore tubercolato (Acanthocardia tuberculata), Ostrica (Ostrea edulis), Mitilo (Mytilus galloprovincialis) e i Gasteropodi Patella (Patella caerulea), Nassa o "Bombolino" (Nassarius mutabilis), Nassa reticolata (Nassarius nitidus) e Turritella (Turritella communis). Si rinvengono inoltre nidamenti di uova del Mollusco Murice spinoso (Bolinus brandaris), ossi e uova di Seppia (Sepia officinalis), l'Alga verde Lattuga di mare (Ulva rigida) e pezzi di legno con fori e gallerie del Mollusco Teredine (Teredo sp.).
Nelle acque salmastre della foce vivono la Passera di mare e i Cefali, presenti anche negli antistanti fondali marini sabbiosi e melmosi.
Durante i periodi migratori lo specchio d'acqua e la barra di foce sono frequentati da vari uccelli acquatici: gabbiani, sterne, svassi, anatidi e caradriformi.
Dettaglio scheda
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Data di redazione: 01.01.1999
Ultima modifica: 10.03.2024




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