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Il F. Metauro da Calcinelli a Tavernelle (itinerari - ESCURS)


IL F. METAURO DA CALCINELLI A TAVERNELLE (Comuni di Saltara, Montemaggiore, Serrungarina e Orciano di Pesaro)

Il percorso si svolge interamente a piedi lungo l'alveo del Metauro, per cui può essere effettuato solo nel periodo di magra estiva. Inizia dal ponte di Calcinelli (Comune di Saltara) ed ha una lunghezza di circa 5,5 km.
È interessante per le osservazioni naturalistiche che vi possono essere effettuate: animali e piante acquatiche, bei tratti di bosco ripariale e particolarità di interesse geologico.
Per evitare di effettuare il ritorno lungo lo stesso percorso dell'andata, si potrebbe lasciare un'auto ad attenderci al Ponte di Tavernelle.

Aspetti geografici

In questo tratto la Valle del Metauro, soprattutto in riva sinistra, appare fortemente antropizzata per la presenza di una zona industriale, di un frantoio per la ghiaia, della superstrada Nuova Flaminia (Variante S.S. 3) e di nuclei abitati lungo la vecchia Flaminia. Ciò nonostante, il percorso a piedi lungo le rive e l'alveo del fiume ci rivela ancora vari aspetti di interesse naturalistico.
Nell'ansa del grande meandro che il Metauro forma tra l'abitato di Borgaccio e Tavernelle si trova il Mulino della Sacca, inattivo, alimentato da un lungo canale sotterraneo detto "La Traforata".
Circa 1 km più a valle si trova un altro mulino inattivo, detto della Capra, ora circondato dai capannoni della zona industriale di Calcinelli. Il suo nome, secondo i proprietari, deriva dalla leggenda che vi fosse nascosta una capra d'oro con sette caprettini, tanto che nel passato furono fatti buchi esplorativi nei muri per cercare il tesoro. L'acqua veniva derivata dal Rio Sale, mediante un canale ora tombato.
Sulla collina prospiciente la valle presso Saltara è ubicato il potabilizzatore di San Francesco presso la Chiesa omonima, che serve Pesaro, Fano ed altri comuni minori.
In riva destra si versano il Fosso di Scaricalasino o Rio Cavallara e il Rio Vergineto, che nascono dalla zona collinare tra San Giorgio di Pesaro e Sorbolongo. Nella parte alta del loro corso si trovano alcune sorgenti salate, una delle quali ha dato il nome a un corso d'acqua (Fosso Acqua Salata) affluente del Rio Vergineto. Nella parte bassa i due corsi d'acqua presentano un andamento caratterizzato da una fitta serie di meandri profondamente incisi nelle alluvioni terrazzate della valle. La densa vegetazione presente in questi tratti non permette tuttavia una lettura chiara del loro andamento come quella visibile nelle carte topografiche e nelle foto aeree.
Un meandro abbandonato è osservabile in corrispondenza dell'ansa del Metauro presso il Mulino della Sacca.
Di un'antica miniera di zolfo detta della Tombolina è rimasto sulla carta topografica IGM del 1948 il toponimo Solfatara, nei pressi dello sbocco del Fosso di Scaricalasino nel Metauro (PERSI e FINAURI 1991). La miniera, attiva sino al 1903, sfruttava lo zolfo della Formazione Gessoso-Solfifera (Messiniano, Epoca Miocenica, Era Terziaria) che qui affiora secondo un' anticlinale diretta in senso N.O.-S.E. (SELLI 1954).

CARTOGRAFIA:
1:200.000 UMBRIA E MARCHE T.C.I.
1:25.000 IGM F. 109 - II S.E. - SERRUNGARINA

BIBLIOGRAFIA
SELLI 1954, PERSI e FINAURI 1991, ROBERTI 1993, BALDELLI, PACI e TOMASSINI 1994

Il F. Metauro dal Ponte di Calcinelli al Ponte di Tavernelle

Tempo di percorrenza (solo andata): 3 h
Lunghezza: 5,5 km
Difficoltà: E
Ultima verifica: 1996

Dopo aver osservato dal Ponte di Calcinelli l'aspetto del Metauro verso valle, imbocchiamo una strada secondaria che costeggia verso monte la riva destra. Lasciata qui l'auto, attraversiamo un fitto saliceto sino ad arrivare all'alveo ghiaioso del fiume.

In questo tratto si alternano zone di acqua bassa e corrente ad altre più profonde, sempre ghiaiose oppure anche fangose. Ogni tanto capita di vedere grosse Carpe nell'acqua bassa, e poi Lasche, Cavedani, Barbi, Natrici tassellate e Bisce d'acqua. Nei ripari tra la vegetazione sommersa vive il gamberetto Palaemonetes antennarius, sul fondo il Ghiozzo padano e i Molluschi Ancilo, che aderisce ai sassi, la Limnea e la Fisa. Tra gli uccelli si incontrano talvolta il Piro-piro piccolo, l'Airone cenerino, il Martin pescatore e la Gallinella d'acqua.

Dopo circa 1 km dal ponte di Calcinelli, sempre procedendo entro l'alveo, notiamo che la riva destra è alta e erosa, mentre sulla sinistra, più bassa, è ubicato un frantoio per la ghiaia allo sbocco dell'affluente Rio Sale.

Percorso un altro mezzo chilometro, incontriamo qui e più avanti grossi blocchi di arenaria del Miocene superiore modellati dall'erosione fluviale. In questo punto il Metauro devia bruscamente ad angolo acuto, perché inizia il grande meandro del Mulino della Sacca. Continuiamo a procedere lungo l'alveo sino a percorrere tutto il meandro, che si sviluppa per 3,2 km sino al ponte della nuova Flaminia che lo scavalca a valle della diga di Tavernelle.

Lungo questo tratto si rinvengono frammenti arrotondati di marne tripolacee della Formazione Gessoso-Solfifera, provenienti da un affioramento situato allo sbocco del Fosso di Scaricalasino. Rompendo tali frammenti, capita a volte di trovare pesci fossili. La riva destra appare in alcuni tratti alta e dirupata.

Giunti in prossimità del ponte della nuova Flaminia, nell'alveo del Metauro cominciano ad affiorare strati rocciosi (marne e arenarie) e qua e là si notano grossi cespi di Lingua d'acqua (Potamogeton nodosus), pianta acquatica con foglie galleggianti.

Dopo il ponte, in vista alla diga di Tavernelle, usciamo dall'alveo per un sentiero che risale la riva destra in prossimità degli edifici dell'impianto idroelettrico, costruito a partire dal 1957.

Dalla diga al ponte di Tavernelle, dove termina l'itinerario, seguiamo una strada lunga circa un chilometro che costeggia il grande invaso, sino al ponte di Tavernelle.


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 01.01.1999
    Ultima modifica: 18.01.2008

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