Opere specialistiche
Ferrovia Fano - Urbino: rassegna stampa anni 2009 - 2010 - 2011
N.B.
Questa scheda comprende articoli pubblicati dal quotidiano Corriere Adriatico sulla ferrovia Fano - Urbino a partire dal gennaio 2009. La ricerca è stata fatta utilizzando l'archivio on line del quotidiano, edizione di Pesaro, digitando la parola "ferrovia".
Da inizio 2010, per l'indisponibilità dell'archivio del Corriere Adriatico, la ricerca è stata interrotta per alcuni mesi e ripresa da metà ottobre attingendo anche da altre fonti riportate di volta in volta.
07/01/2009 - Il futuro della ferrovia Fano-Urbino
FOSSOMBRONE – Vecchia tratta ferroviaria Fano-Urbino: metropolitana di superficie o pista ciclabile? “Il dibattito in Consiglio provinciale – commenta Carlo Ruggeri – per ben due volte non è approdato a nulla. Ha rinviato ogni decisione e ancora non è stato possibile arrivare all’espressione di un voto”. Il Consiglio provinciale non aveva lasciato intendere nel recente passato la propensione per il ripristino della tratta ferroviaria? “Diciamo di sì. Era emersa la volontà di operare a favore di una metropolitana di superficie anche per dare nuovi incentivi al turismo tra costa, entroterra, beni culturali sul territorio e città di Urbino”. Poi così è successo? “Che il candidato alla presidenza della Provincia Matteo Ricci ha dichiarato di preferire la pista ciclabile più lunga d’Europa. Se eletto la realizzerà”. Controindicazioni? “Una scelta che in molti non condividiamo. La pista ciclabile lateralmente alla ferrovia si può sempre realizzare ma non per soppiantare la ferrovia stessa. Quanti si appellano al buon senso chiedono che si evitino decisioni drastiche. Nessuno di noi crede di sostenere cose assurde”. Questo vuol dire passare il testimone a chi sarà avversario di Matteo Ricci nella corsa alla presidenza? “Io me lo auguro e vorrei invitare a pensare bene sulle scelte da fare”.
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_____________________26/01/2009 - Sinistra Unita sostiene il progetto per ripristinare la vecchia tratta dismessa: metropolitana e pista ciclabile
FANO - E’ diventato uno degli obiettivi prioritari della sinistra: ripristinare la ferrovia Fano - Urbino, dimessa nel 1987, in base ad un provvedimento che allora fu ostacolato forse troppo tiepidamente, e che alla fine è stato adottato con l’esito di privare il territorio di un’importante infrastruttura di collegamento tra costa ed entroterra. All’obiettivo di carattere ambientalistico, ora il ripristino della ferrovia aggiunge quello di carattere politico. L’ha adottato soprattutto Sinistra Unita che sabato scorso ha organizzato un’assemblea sul tema “La linea ferroviaria Fano-Urbino: un’opportunità da non perdere - Treno e bici: due valide proposte di mobilità sostenibile”. Nel dibattito sono state evidenziate tutte le opportunità tecniche, amministrative, finanziarie che ancora esistono per rimettere in funzione la ferrovia. E’ alla associazione Ferrovia Valle del Metauro di Carlo Bellagamba che va soprattutto il merito di aver tenuta viva questa opportunità con continui appelli, suggerimenti e riscontri sul territorio. L’assemblea è iniziata infatti con la proiezione di una serie di diapositive e di riscontri in base ad un progetto analogo portato a buon fine; quello compiuto in Val Venosta per quanto riguarda la tratta ferroviaria che parte da Merano. Il recupero di questa ferrovia, lunga non più di una quarantina di chilometri ha coinvolto 4 milioni di viaggiatori in tre anni e mezzo di attività e pensare che il bacino d’utenza è di molto inferiore a quello della valle del Metauro.
All’incontro ha partecipato anche il presidente dell’assemblea legislativa delle Marche Raffaele Bucciarelli, che ha svolto la sua attività alle dipendenze delle Ferrovie dello Stato, come capotreno, prestando servizio anche sulla linea Fano – Urbino. Bucciarelli si è fatto portavoce della volontà politica di rimettere in funzione la ferrovia, come metropolitana di superficie accanto a una pista ciclabile, tramite un progetto di legge che verrà presentato in Consiglio regionale. L’infrastruttura, anche se presenta segni di cedimento soprattutto in alcuni punti della massicciata, è ancora recuperabile, tanto è vero che i soci della associazione Ferrovia valle del Metauro sono riusciti a raggiungere Urbino a bordo di un veicolo che ha percorso tutta la linea. “Rimettere in funzione questa linea – ha dichiarato Teodosio Auspici dei Comunisti Italiani – costituisce un elemento importante del nostro programma amministrativo, recepito in pieno dal candidato sindaco del centrosinistra Federico Valentini. E’ ovvio che il Comune di Fano, da solo non potrà realizzare l’opera, ma lo stretto collegamento, anche di natura politica con l’Amministrazione provinciale e la giunta regionale, potrebbe centrare l’obiettivo. Nel frattempo è importante costituire una commissione tecnica che verifichi la regolarità di tutte le autorizzazioni urbanistiche concesse nei pressi della ferrovia e segnali le brutture che sono emerse nel percorso”.
MASSIMO FOGHETTI
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Ci sarà dunque lavoro per le aziende del settore alimentare, che saranno sponsor e finanziatori, insieme alle istituzioni, agli istituti di credito e alle imprese del settore turistico e culturale. Prevediamo, infatti, anche l’utilizzo di guide turistiche “on board” che, durante il tragitto, ragguaglieranno i turisti con informazioni concernenti sia i monumenti più importanti delle località attraversate dal treno che le strutture alberghiere, agriturismo, bed & breakfast disponibili in loco. E’ certo che un progetto così ambizioso necessiterà di finanziamenti congrui e che gli investimenti delle imprese da sole non basteranno. Il movimento Radicalsocialista, a tal riguardo, suggerisce che le risorse necessarie per la sua realizzazione siano da ricercarsi anche fra quelle messe a bilancio dalla Regione e dalla Provincia per le infrastrutture, facendo magari retromarcia su alcuni investimenti, come ad esempio la strada per le barche a Fano, inserita a budget quando il settore cantieristico andava a gonfie vele, ma che in questo momento è in grave crisi. Non crediamo che una strada possa risolvere i problemi di una crisi economica come quella in corso che non è ciclica ma sistemica, strutturale. Per essere chiari il movimento Radicalsocialista non crede che per certi settori ci sarà più un mercato florido come in passato e crede altresì che le risorse pubbliche debbano essere consequenzialmente reindirizzate verso altri progetti, secondo noi più innovativi ed assolutamente ecocompatibili. In conclusione, il movimento Radicalsocialista crede che la riapertura della linea ferroviaria Fano – Urbino sia una proposta percorribile, che porterà nuovi posti di lavoro, nei settori di riferimento e che non si possa rinunciare a tale occasione, soprattutto in un momento di crisi sistemica, come quella in corso. Ci proponiamo di discutere le nostre argomentazioni in una prossima, auspicabile, conferenza sul tema.
THOMAS OLIVIERI*,*coordinatore provinciale movimento Radicalsocialista
_____________________02/02/2009 - Uscita provinciale di Libertà e Futuro. Retromarcia di Italia Centro: incontro disertato
Pesaro - La lista civica di centrodestra Libertà e Futuro, con Antonio Bresciani, candidato alla presidenza della Provincia, ha organizzato ieri mattina la prima convention provinciale. Sede prescelta il colle dei Cappuccini di Fossombrone. Un convegno oltremodo partecipato con rappresentati arrivati da ogni angolo del territorio. Compresa Giuseppina Catalano, la candidata a sindaco di Pesaro di LiberiXPesaro, appoggiata anche da Libertà e Futuro, da La Destra e dalla Fiamma Tricolore. Per gli osservatori politici e non solo, un brivido alla luce di un movimento che si va ingigantendo. Brivido nei confronti di un modo consunto e tradizionale di fare politica, come hanno denunciato a viva voce i vari interventi. Rimane aperto uno spiraglio: il centrodestra può ricompattarsi. Libertà e Futuro ha già fatto qualche passo in tale senso. Ma non è disposta alla resa incondizionata. Tutti restano in attesa della conferma che il consigliere regionale Francesco Massi, in veste di coordinatore regionale del Pdl, possa entrare in azione legittimato da Roma. Libertà e Futuro si appella alla società civile. Non vuole vendette. Né alcuna resa dei conti.
Si dice stanca della combutta istrionica tra destra e sinistra. La corsa a chi è il più bravo o più colpevole del male generale non è un gioco da portare avanti. Nascono le commissioni di lavoro con tanto di esperti. Nell’agenda degli impegni sanità, viabilità, territorio, cultura, servizi sociali, rispetto della persona. E’ forte l’ondata d’urto che arriva dalla Valmarecchia. La secessione è dietro l’angolo. Il 3 marzo la Camera è chiamata a decidere. Il responso ha buone possibilità che sia positivo. Poi toccherà al Senato. Una situazione sanitaria incredibile, ecco la denuncia pubblica. In caso d’urgenza l’ambulanza arriva dopo una quarantina di minuti. Con l’ordine tassativo di trasferire il paziente a Urbino e non a Rimini magari più facilmente raggiungibile. L’annuncio-scandalo? Le piazzole realizzate per l’elisoccorso sono ora occupate dalle piadinerie e affini. Ne gode il buon gusto. Ma non il bon ton. Entrano in azione per il programma da presentare agli elettori gli architetti Paolo Faraoni, Paolo Serafini, Stefano Cesarini e Massimo Fiori. Per la sanità i primari Giuseppina Catalano e Luciano Francini, oltre allo specialista in oculistica Renato Casoli. Un ulteriore grido d’allarme: la situazione sanitaria e viaria della Valmarecchia non è poi tanto difforme da quelle delle altre valli pesaresi e dei rispettivi entroterra.
Polidori portavoce del malcontento valmarecchiese ottiene applausi in continuazione. Gabucci da Pesaro invoca un no grande a nuove cave e denuncia che tutte le case popolari finiscono agli extracomunitari. Angelica De Angeli, eletta a Pesaro dal Pd, si dice stanca e pronta a lottare per una politica sociale moderna e rispondente ai veri bisogni della gente. Romualdo Montagna dell’Università Politecnica delle Marche caldeggia la metropolitana di superficie. Ex ferrovia Fano-Urbino. Che transiti ogni dieci minuti per porre fine all’inquinamento e alla invadenza del trasporto su gomma. Così come denuncia la più completa mancanza della manutenzione dei fiumi e dei loro bacini ormai stracolmi di materiale che può essere riciclato senza conseguente ambientali di alcun genere. Aldo Righi, coordinatore di Fi di Fossombrone denuncia di essere stato defenestrato dal suo incarico solo per aver partecipato ad una prima riunione, in veste di invitato, di Libertà a Futuro. Si chiede: e il consigliere regionale Tiberi che ha dato vita al nuovo partito di Italia Centro? Quest’ultima formazione era stata invitata al convegno. La presenza dei suoi protagonisti avrebbe segnato un avvenimento storico nella politica della nostra terra. All’ultimo momento qualcuno ha preferito tirare i piedi indietro. Forse per via di personalismi duri a morire. La situazione è comunque incandescente.
r.gi.
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_____________________15/02/2009 - Una metropolitana per Urbino
Antonio Bresciani (lista civica Libertà e Futuro) candidato alla presidenza della Provincia, rilancia il progetto della metropolitana di superficie. “Facciamo nostro il progetto del professor Romualdo Montagna, dell’università Politecnica delle Marche - afferma - che nel nostro convegno ha parlato di una moderna metropolitana di superficie, per un concreto collegamento tra la costa e l’entroterra , attraverso la condizione indispensabile, vale a dire il susseguirsi a brevi intervalli di 10-15 minuti di veicoli idonei a soddisfare le esigenze di residenti e turisti”.
Su quali principi si basa la progettazione? “Si pone come alternativa e come integrazione al trasporto automobilistico, prende in considerazione i dati che confermano lo stato di congestione delle due arterie costiere: l’autostrada e la SS 16 Adriatica, dell’intersezione della SS 16 con la principale arteria trasversale, ovvero la Fano-Grosseto interessata da oltre 32.000 veicoli al giorno, della S.P. n.5 mondaviese che collega S.Michele al Fiume a Fossombrone, con oltre 6.600 viaggi al giorno e della S.P. n.4 metaurense che collega Urbania e Fermignano, con 16.500 circa viaggi al giorno nei pressi di Fermignano”. Quali altri sono i dati di riferimento? “ Diverse decine fra pullman e autobus di linea al giorno, nelle strade parallele alla ferrovia come vecchia Flaminia e la statale 16”.
Quale impatto avrebbe la metropolitana di superficie? “Sicuramente positivo sull’ambiente, poiché consentirebbe ai tanti automobilisti che utilizzano l’auto per il semplice spostamento, di farne a meno usufruendo di un appagante servizio a basso costo. Sui bilanci delle pubbliche amministrazioni che liberano risorse destinate alla realizzazione di strade e parcheggi. Sui lavoratori pendolari poiché le zone industriali fiancheggiano tutto il percorso della linea e sul turismo per l’attrattiva che tale servizio suscita”.
Il progetto in essere guarda ancor più in là? “E’ ovvio che pone le basi anche per un’inversione di tendenza, che a breve potrebbe favorire il ripensamento del vecchio progetto di un collegamento tra la Romagna e Fabriano, per un nuovo sviluppo dell’entroterra e dei suoi abitanti”. Un progetto realizzabile? “Noi siamo dell’idea che sia finita da un pezzo la stagione delle parole e delle promesse rimaste tutte irrealizzate. Stiamo scendendo sul concreto con l’aiuto di esperti che già lavorano all’interno delle nostre commissioni. Quello che intendiamo proporre alla gente non è fumo. Non entriamo in polemica con nessuno perché è una strategia che alla fine non paga. Se la gente lo vuole creda pure in un progetto del genere. Noi lo vogliamo realizzare se avremo la giusta opportunità”. Il 31 dicembre 1987, esattamente alle 19.15, come ha ricordato un cronista di recente, partiva da Urbino l’ultima littorina per Pesaro. Il ramo secco veniva tagliato. Il solo in Italia. “La littorina può tornare come metropolitana di superficie – assicura Bresciani - dopo 22 anni di rimpianti a conferma di un grande errore commesso non a caso. Cosa che tutti sanno bene”.
r.gi.
_____________________24/02/2009 - Ciclopedonale, metropolitana di superficie, ma potrebbe anche tornare attuale il ripristino della ferrovia
Nell’imminenza della Giornata delle ferrovie dimenticate, non poteva tornare alla ribalta il vecchio tema dell’utilizzo dell’ex tratta metaurense. La vecchia ferrovia Fano-Urbino diventi una pista ciclopedonale – è la proposta di Mirco Ricci, capogruppo Pd Regione Marche – credo che sui vecchi binari dismessi possa sorgere un percorso cicloturistico come è già accaduto in altre parti d'Italia con le vecchie ferrovie. Ed è anche quanto chiesto dal candidato alla presidenza della provincia Matteo Ricci. I 48 km della linea Fano-Fossombrone-Fermignano-Urbino sono stati dismessi nel 1987 e non ci sono possibilità che la tratta torni ad essere attiva come ferrovia. Per questo mi impegnerò per primo per trovare i fondi necessari per creare un percorso di interesse turistico e naturalistico”. La dinamica e combattiva Associazione Ferrovia Valle Metauro del noto farmacista Carlo Bellagamba & c., con il patrocinio del Comune di Fermignano e del locale Gruppo Comunale Volontariato Protezione Civile, continua invece il lavoro intrapreso l’anno scorso, sperando di giungere a ripulire la sede ferroviaria fino ai ponti che attraversano il fiume Metauro in tre punti. Non demorde l’Associazione FVM. Passano gli anni ed il sogno di rivedere la vecchia littorina o il treno merci cadenzare i ritmi dalla costa all’entroterra non si spegne e non si spegnerà mai.
Se da una parte Matteo Ricci ha idee ben precise, ma non del tutto condivise all’interno della sua coalizione, su cosa fare del serpente di ferro e traversine che incrociano buona parte della valle del Metauro, non è da meno il suo contraddittorio avverso Antonio Bresciani (Lista Civica Libertà e Futuro): “Sono dell’idea che sia finita da un pezzo la stagione delle parole e delle promesse rimaste tutte irrealizzate. Quello che intendiamo proporre alla gente, la metropolitana di superficie, non è fumo. Vogliamo realizzarla se avremo la giusta opportunità. Basta con l’intasamento da traffico su gomma della Fano – Grosseto, della mondaviese, della metaurense. Basta con le decine e decine di pullman ed autobus di linea che viaggiano paralleli alla ferrovia. Occhio all’ambiente ed ai bilanci delle pubbliche amministrazioni che libereranno così risorse destinate alla realizzazione di strade e parcheggi”. Insomma, come ad ogni appuntamento elettorale, si torna a parlare di ex tratta come fosse un “vello d’oro” da conquistare attraverso adulazioni in politichese. Questa volta sembra che si faccia sul serio.
e.g.
_____________________04/03/2009 - Nella giornata delle ferrovie dimenticate
Fermignano. Domenica 1 marzo si è manifestato per la 2^Giornata delle ferrovie dimenticate. L’appuntamento ha avuto successo con il saluto alla mattina di circa 100 escursionisti con moto quad ed una rappresentanza della Fiab Fano (ciclisti) tutti sostenitori del ripristino dell’ex tratta Fano – Urbino. Sono stati ripuliti circa 3.000 metri lineari di tratta ferroviaria, fino al sovrappasso della circonvallazione di Fermignano. Hanno partecipato Fvm, il Gruppo Volontari P.C. B. Montalbano. il Gruppo Comunale Protezione Civile di Fermignano, il Gruppo Fiab di Fano, alcuni cittadini volontari, un gruppo inviato dal Comune di Urbino che ha operato in zona Bivio di Monte Polo. Presenti il Sindaco di Fermignano Giorgio Cancellieri, l'Assessore Alessandro Capucci ed il Consigliere Regionale Giancarlo D’Anna. Cancellieri ha ribadito: “Sono da sempre schierato a favore del ripristino della ferrovia, in particolare della tratta Fermignano Urbino”. I lavori sono durati complessivamente sei ore. Il maltempo non ha ostacolato in alcun modo il lavoro dei volontari. Si continuerà l'opera di ripulitura nei sabato pomeriggio successivi fino ad arrivare alla Stazione di Canavaccio.
e.g.
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e.lu.
_____________________08/03/2009 - “Molti impegni ma neanche un soldo”
Pesaro. “Niente di nuovo sotto il sole. Purtroppo, per quanto riguarda il nostro territorio, l’accordo di programma quadro Governo-Regione, pur essendo molto importante sul piano programmatico e di buone intenzioni, non ha risorse finanziarie”. Nessuna festa a via Gramsci all’indomani della stipula dell’atto aggiuntivo dell’Intesa generale quadro sulle infrastrutture avvenuta a Palazzo Chigi tra Governo e Regione Marche. Questo infatti il commento con cui il Presidente della Provincia Pesaro-Urbino ha accolto la notizia dell’avvenuta firma al tavolo romano. Il presidente Ucchielli avanza altresì la richiesta “di poter incontrare al più presto, insieme al presidente della Regione Spacca, il presidente del consiglio Berlusconi ed il ministro delle infrastrutture Matteoli, per chiedere di accelerare l’inizio dei lavori della terza corsia della A14 e finanziare le opere accessorie, così come per chiedere di finanziare i lotti della Fano – Grosseto sulla base dell’accordo sottoscritto”.
E proprio a partire da quest’opera, Ucchielli lancia il suo appello per una forte azione ‘bipartisan’ che ne consenta la realizzazione, ma anche l’accusa che “sulla Fano-Grosseto non c’è un euro”. “L’intesa tra Governo e Regione - continua Ucchielli in merito alla tanto discussa tratta - stabilisce che verrà realizzata o con i soldi dello Stato, che non ci sono, o con il Project financing, che era già pronto dall’insediamento del Governo. Non sono state stanziate risorse per il lotto numero 10 (Canavaccio – Bivio Borzaga) che collega la Fano – Grosseto con la bretella di Urbino e nemmeno per il lotto numero 4 (variante di Mercatello sul Metauro) per rendere funzionale il traforo della Guinza dalla parte delle Marche, così come non ci sono soldi per la seconda galleria”. Smorzato dunque l’entusiasmo verso un’intesa anti-crisi che, con toni diametralmente opposti, il presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca aveva salutato in termini ben augurali di “ennesima testimonianza dell’attenzione della Regione verso il pesarese ed il Nord delle Marche”. Per il presidente Spacca, infatti, con i progetti infrastrutturali proposti dalla Regione, “il territorio della provincia di Pesaro-Urbino consolida la sua strategicità. Sono oltre 2,3 miliardi di euro gli impegni finanziari previsti nell’Intesa per le opere di questo territorio, la cifra maggiore di tutte le Marche”.
Nell’ottica del miglioramento degli assi viari e della rete ferroviaria, sono dunque previsti numerosi impegni: la realizzazione appunto della E78 Fano-Grosseto, ma anche i 12 chilometri circa dell’E45 Bretella Valmarecchia, la complanare Fano-Pesaro per il collegamento veloce dei due Comuni, la Pedemontana delle Marche nel tratto Sassoferrato-Cagli e il ripristino ddella linea ferroviaria Fano-Urbino, con funzioni di metropolitana leggera, oltre alla terza corsia autostradale. Lo stesso capogruppo Pd alla Regione Marche, Mirco Ricci, pur plaudendo a “interventi che riguardano la provincia di Pesaro Urbino, un territorio da tre anni sempre sotto la lente della Regione Marche”, vena l’ottimismo per “un accordo che presenta delle debolezze, ovvero molte infrastrutture necessitano di trovare finanziamenti al Cipe, ma l’intesa raggiunta premia il buon governo della nostra Regione”. E, come Ucchielli, anche Ricci parla di “un project financing sullo stampo di quanto già previsto dal precedente governo” e della necessità di finanziare i lotti 4 e 10, ossia per Urbino e Mercatello.
Sanzia Milesi
_____________________10/03/2009 - Soddisfazione dell’associazione Fvm per la scelta delle priorità sulle infrastrutture
Fermignano. L'Associazione Fvm - Ferrovia Valle Metauro apprende con viva soddisfazione la notizia dell'accordo Regione - Governo riguardo gli interventi e le priorità sulle infrastrutture recentemente siglato a Roma. “La soddisfazione maggiore - sottolinea il combattivo presidente dell’associazione Carlo Bellagamba - è per l'inclusione della ferrovia Fano – Fermignano - Urbino tra le opere da ripristinare”.
Grazie a chi (ci sia permesso qualche distinguo sulla possibilità reale che si avveri questo grosso sogno)? “Grazie all'impegno decennale dell'Associazione finalmente il treno potrà ripercorrere le rotaie lungo la Valle del Metauro dopo la sciagurata e miope decisione che nel 1987 sembrava decretare la fine della ferrovia nel nostro territorio”.
Signor Bellagamba ha voglia di dire qualcos’altro?
“Un doveroso ringraziamento va al Presidente Berlusconi, al Ministro Matteoli, al Governatore della Regione Marche Spacca, al Sen. Baldassarri, all'Assessore Rocchi, ai Consiglieri Altomeni, Binci e D'Anna, ai Comuni di Fermignano, Fano, Urbino ed a tutte le Organizzazioni, politiche e non, che hanno compreso l'importanza del ripristino del servizio ferroviario che tanti benefici apporterà al territorio con una attenta e razionale gestione delle potenzialità insite in questo mezzo di trasporto”.
Ci sembra che i ringraziamenti non siano finiti.
“Un altro plauso va rivolto a quanti hanno creduto e sostenuto le ragioni propugnate da Fvm in questi anni, in primo piano i giornali locali e nazionali, le emittenti radio-televisive, i cittadini che hanno sottoscritto i nostri appelli. Un ringraziamento speciale e doveroso a tutti i Soci che, con il loro impegno e le loro personali fatiche, hanno condotto questa battaglia per il Metauro, non scoraggiandosi quando tutto sembrava compromesso e perduto, ma profondendosi nel lavoro con la serena fiducia che il loro operato era rivolto al bene di tutti, raro ed encomiabile senso civico che fa ben sperare per il futuro del nostro paese”.
e.g.
_____________________14/03/2009 - Fano-Urbino, la svolta
Fermignano. Una grande vittoria, per ora, mediatica ed indubbiamente politica. La notizia dell’accordo Regione-Governo riguardo gli interventi e le priorità sulle infrastrutture recentemente siglato a Roma ha messo in fibrillazione Carlo Bellagamba, presidente dell’associazione Fvm - l’associazione Ferrovia Valle Metauro e le centinaia di migliaia di persone che, dal 2000, hanno lottato a fianco dell’associazione allo scopo di salvaguardare la memoria storica della ferroviaria Fano-Urbino. Ora, a quanto sembra, la linea verrà riattivata. Una vittoria per l’associazione che, già nel 2001, dà inizio ad una capillare opera di sensibilizzazione. Tanto da recuperare, nel 2002, il materiale rotabile leggero ad uso museale, svolgere le prime ipotesi di ripristino e iniziare un lavoro costante di ripulitura. E’ grazie ai volontari di Fvm che la questione della riapertura della Metaurense si fa sempre più strada nell’opinione pubblica. Una iniziativa di raccolta firme per il ripristino della vecchia linea raggiunge le 6.600 adesioni in pochissimi giorni. Al loro fianco si schiera anche il sindaco di Cattolica Gianfranco Micucci. Nel 2005, il pericolo della sicura dismissione della ferrovia viene scongiurato in extremis dall’ intervento di Provincia, Comuni di Urbino e Fano, Regione. L’esecuzione della rotatoria a Fermignano, con l’originale progetto voluto dal Comune che avrebbe annullato la ferrovia, viene bloccata. Nel 2006 si avviano incontri in Regione. E a scendere in campo è poi la stessa Provincia che vuole puntare decisamente al recupero. Nel 2007 il convegno di Fano, a venti anni dalla chiusura del servizio, ottiene un grande successo di pubblico. Quindi parte la prima Giornata Nazionale delle Ferrovie Dimenticate, dove la vecchia linea Fano-Urbino - fra le più belle e paesaggisticamente suggestive - fa la parte del leone. Nel 2008 a occuparsi della riapertura della linea è un convegno a Fermignano dove vi partecipano alcuni dei massimi esperti nazionali. Gli appelli per il ripristino continuano con Fvm che entra nel sistema di Protezione Civile della Regione. Ma i continui abusi perpetrati sul binario non conoscono soste. Un tratto consistente viene danneggiato per i lavori della “Bretella” di Urbino. Proprio mentre si fanno studi e progetti di mobilità sostenibile. Ora speriamo che a questo lungo tira e molla si possa mettere la parola fine.
eugenio gulini
_____________________21/04/2009 - L’accusa: “Il Pd incapace di stipulare un’alleanza di nuovo conio quindi andiamo soli con Campogiani”
Urbino. Preso atto delle gravi difficoltà del Pd nell'abbandonare le logiche degli accordi di vecchio stampo con alleati di estrema sinistra e dell'ambientalismo ideologico, l'Udc di Urbino riprende il suo cammino autonomo e candida Domenico Campogiani a Sindaco della città. Lo strappo “La nostra proposta responsabile per alleanze di nuovo conio in vista di un futuro rilancio della città - scrive la segreteria urbinate dell’Udc - non è stata accolta, visto che il Pd ha confermato l'accordo con i vetero-comunisti e con i cosiddetti verdi colpevoli di tanti veti su progetti di sviluppo di Urbino (bretella in primis). Il candidato L'Udc di Urbino ha, quindi, chiuso le trattative con un Partito Democratico impaurito rispetto all'ipotesi di nuova fase; offriamo ora la nostra disponibilità per voltare pagina, individuando in Domenico Campogiani il candidato sindaco, con una lista di giovani e di donne che vogliono impegnarsi per un futuro diverso. Il programma I temi della famiglia e dei valori della tradizione cattolica, del rilancio del turismo come risorsa decisiva per il lavoro dei giovani, della maggiore attenzione agli studenti, della sicurezza e del decoro urbano, dell'artigianato artistico, della sanità per l'entroterra, dei collegamenti (innanzitutto la ferrovia per Fano e un collegamento veloce stradale per Pesaro), di un nuovo PRG, dell'attenzione per i temi del sociale e del volontariato saranno al centro della battaglia dell'Unione di Centro di Urbino. Chiamiamo tutti i cittadini a un impegno generoso e a un voto di rinnovamento per garantire un'alternativa credibile e moderata alla guida della città, nell'esclusivo interesse di chi abita e ama questa nostra Urbino. Domenico Campogiani, 53 anni, laureato in giurisprudenza, sposato, con 4 figli, vice dirigente dell'Università di Urbino, è da tempo impegnato sui temi locali. Già consigliere comunale di opposizione per la Dc per numerosi anni, è stato membro del Consiglio d'Amministrazione dell'Ersu nonché fondatore e direttore di Radio Urbino Montefeltro, prima radio locale dell'entroterra. E’componente della direzione regionale e del Consiglio Nazionale dell'Unione di Centro, dopo essere stato - tra l'altro - candidato alla Camera dei Deputati nelle elezioni politiche del 2001, contro il comunista Armando Cossutta, raggiungendo nel Collegio di Urbino la percentuale di circa il 40% dei voti.
_____________________05/05/2009 - Presentato il gruppo di Cancellieri. L’onorevole Paolini: “C’è razzismo al contrario”
Identità. Una parola risuonata più volte ieri da via Gramsci. Un concetto fondante la candidatura alla Provincia di Giorgio Cancellieri e di tutta la squadra leghista di aspiranti consiglieri, con l’onorevole Luca Rodolfo Paolini a fare da garante. “Una lista di grandi lavoratori dove non c’è spazio per fannulloni”, ha esordito Roberto Zaffini, segretario provinciale della Lega Nord. “Tutti pensano che le Province sono inutili. Noi non siamo di questa idea, soprattutto ora che il federalismo è legge dello Stato. Nella lista abbiamo privilegiato le persone veramente leghiste”. “Il nuovo ordinamento federale dà maggiore peso alle Province come organo di coordinamento dei Comuni piccoli anche sulla sicurezza - ha detto l’onorevole Paolini -. La perdita della Valmarecchia è un danno grande ma dobbiamo rispettare la scelta di chi è stato trascurato. Siamo al razzismo al contrario: noi non possiamo coprire il volto né essere curati anonimamente, gli immigrati sì”. Ed eccolo Giorgio Cancellieri, il sindaco di Fermignano che vuole spostarsi in Provincia dicendosi fiero di questa lista “con imprimatur territoriale”. Sul programma ha parlato di sviluppo turistico e di viabilità (rotatorie pure nell’entroterra e ferrovia Fermignano-Fano-Urbino), di sanità e immigrazione (“Fermezza e potenziamento della polizia provinciale”). “E poi creeremo un assessorato ad hoc per la Valmarecchia”. L’obiettivo? Superare il 3,9% ottenuto alle politiche dalla Lega in provincia (ed eleggere almeno un consigliere). La lista? Ci sono Nadio Carloni (collegi di Cagli, Pergola e Montefelcino), Michele Grandoni (Cartoceto e Fano 1), Giovanni Angelini (Colbordolo e Urbino 2), Lucia Paolini (Fano 2, Mondavio e Mondolfo), Roberto Zaffini (Fano 3, Fano 4 e Pennabilli), Franco Antonini (Fano 5), Daniele Lunghi (Fermignano), Mario Di Palma (Fossombrone, Pesaro 7 e Sant’Angelo in Lizzola), Fabio Pontellini (Gabicce), Adriano Menghi (Novafeltria), Mara Ceccarelli (Pesaro 1), Adriano Buffoni (Pesaro 2), Dante Roscini (Pesaro 3 e Pesaro 6), Corrado Brandi (Pesaro 4), Danilo Fuligno (Pesaro 5), Luca Angeletti (San Costanzo), Massimo Tiboni (Sant’Angelo in Vado), Pasquale Torcolacci (Urbania) e Anna Lucarini (Urbino 1).
_____________________15/05/2009 - In tanti riscoprono la ferrovia
Si torna a parlare di ferrovia dismessa. Della ormai citatissima Fano – Urbino che venne chiusa, secondo molti simpatizzanti delle arrugginite rotaie, “per miopia politica e interessi privati”. Oggi, cresce la consapevolezza dell'utilità di mezzi alternativi alla gomma. “Studenti, impiegati, lavoratori, residenti e turisti e imprese sarebbero i primi fruitori di un servizio che ridurrebbe isolamento ed inquinamento”, continuano imperterriti a dichiarare gli associati dell’associazione FMV nella loro campagna a sostegno del ripristino del ramo secco. E’ tempo di elezioni e sono già molti i partiti, anche trasversali, vedi Pd, Verdi ed UDC in Urbino, che, nel loro documento programmatico abbracciano non solo l’intesa raggiunta a Roma sulle infrastrutture delle Marche ma anche la deliberazione n° 15/2009 della Provincia, che riguarda la linea ferroviaria sospesa, Fano-Urbino. Una tratta che è stata inserita nella programmazione ferroviaria interregionale (“sviluppo con copertura della spesa mediante realizzazione in Project Financing con progetto e capitolato prestazionale da redigersi da parte della Provincia od altro soggetto entro 2 anni dalla approvazione della delibera”). Una scelta, speriamo non campata in aria come, purtroppo, molte altre promesse da Belpaese, che premia l’impegno di quanti in questi anni hanno creduto con forza e caparbietà nella necessità di fornire una valida ed ecologica alternativa al traffico su gomma, la FVM (ferrovia valle del Metauro) e il suo Presidente Carlo Bellagamba, a quanti hanno contribuito negli anni a tenere viva una battaglia che a molti sembrava persa in partenza. L’associazione è sempre molto motivata e lancia un appello. “Se qualcuno possiede testimonianze di qualsiasi tipo su chi in passato ha usufruito di questa ferrovia, saremmo lieti di raccoglierle, leggerle, fotografarle per poi inserire tutto in un libro che si sta scrivendo sull'argomento. In particolare, ci farebbe piacere raccogliere testimonianze relative al tempo della guerra. La nostra ferrovia è stata testimone di molti orrori che lungo ad essa sono stati consumati. Noi non vogliamo che l’oblio cancelli tutto ma bensì che il ricordo di questi fatti ci permetta di progettare un futuro migliore, dove regni la pace tra i popoli. Perciò chi può fornirci del materiale o conosce qualcuno che lo può fare lo invii a info@ferroviafvm.it “.
e.g.
_____________________18/05/2009 - “Famiglia e valori cattolici”
I temi della famiglia e dei valori della tradizione cattolica, del rilancio del turismo come risorsa decisiva per il lavoro dei giovani, della maggiore attenzione agli studenti, della sicurezza e del decoro urbano, dell’artigianato artistico, della sanità per l’entroterra, dei collegamenti (la ferrovia per Fano e una strada veloce per Pesaro), di un nuovo PRG, dell’attenzione per il sociale e il volontariato al centro della battaglia dell’Udc di Urbino. “Chiamiamo i cittadini a un voto di rinnovamento per garantire un’alternativa credibile e moderata alla guida della città”, ha invitato senza proclami e urla alla presentazione – aperitivo della sua lista Udc, Domenico Campogiani, candidato sindaco, 53 anni, laureato in giurisprudenza, sposato, con 4 figli, vice dirigente dell’Università. Già consigliere comunale di opposizione per la DC per numerosi anni, è stato membro del Consiglio d’Amministrazione dell’Ersu nonché fondatore e direttore di Radio Urbino Montefeltro, prima radio locale dell’entroterra. Attualmente è componente della direzione regionale e del Consiglio Nazionale dell’Unione di Centro, dopo essere stato, tra l’altro, candidato alla Camera dei Deputati nelle elezioni politiche del 2001. La lista che lo sostiene è composta da 15 candidati, di cui 4 donne e un 21enne. Sono presenti numerosi esponenti dell’impresa, della scuola, del lavoro e del mondo cattolico. A chi gli chiede se è possibilista per un eventuale ballottaggio, Campogiani, allarga gli occhi e sottolinea: “Ne parlerebbero i giornali a livello nazionale. Sarebbe incredibile minare una roccaforte del centrosinistra”. Ma la campagna elettorale come va? “C’è sentore di novità”. Il mancato accordo, con il Pd? “La nostra proposta responsabile per alleanze di nuovo conio in vista di un futuro rilancio della città non è stata accolta dal Pd, impaurito dall’ipotesi di nuova fase. Noi offriamo ad Urbino la nostra disponibilità per voltare pagina”. Ha parlato di accordo del Pd con i veterocomunisti e con i Verdi colpevoli di tanti veti su progetti di sviluppo per la città ducale… “E’ la realtà dei fatti”.
e.g.
_____________________23/09/2009 - L’associazione
Fermignano. L’associazione Ferrovia Valle Metauro nel suo decimo anno dalla fondazione, si è vista già con gli amministratori di Fermignano per prendere accordi sull’organizzazione della tradizionale festa della stazione a Fermignano per il prossimo 4 ottobre. Nell’ambito della manifestazione l’interesse si accentrerà particolarmente sul convegno “La ferrovia Metaurense: una sfida per il futuro”. Compito dell’associazione in questi anni è stato il salvataggio di quanto restava della ferrovia Fano-Urbino, sospesa dal servizio dal 1987, impedirne lo smantellamento (i binari esistono tutt’ora, le opere d’arte sono in buono stato), sensibilizzare l’opinione pubblica e la classe politica al grave problema del traffico nella valle, raccogliere materiale rotabile storico, reperti e documenti. Si è evitata così la dismissione ormai certa e si è riacceso l’interesse alla vicenda con il coinvolgimento di Comuni importanti come Urbino, Fermignano, Fano, Pergola, la Provincia di Pesaro Urbino (delibera di introdurre la linea nel piano trasporti regionale), dell’esecutivo marchigiano con l’accordo Stato-Regione che prevede uno stanziamento di 110 milioni di euro per la ricostruzione. L’opera della Fvm si esplicata anche coinvolgendo l’Esercito.
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"E’ tempo di scendere dalle nuvole delle parole, di dimostrare se volete veramente oppure no la riapertura della ferrovia per Urbino. Che potrebbe avvenire per stralci, e a costo zero". La frustata arriva dagli ambienti militari (era presente ieri il Genio ferrovieri) che guidavano una delegazione di soldati e mezzi arrivati non certo per caso. "Una proposta di utilizzo della tratta - spiegavano i militari - è sul tavolo dello Stato Maggiore. Non sappiamo che esito avrà ma possiamo dire per certo che il Genio Ferrovieri è capace di progettare, realizzare e gestire linee ferroviarie in ogni condizione, in particolare nelle zone di guerra. La nostra operatività può essere esercitata in tratte particolari come lo è stata fino al 2002 la Aosta-Chivasso poi passata alle Ferrovie".
Ma a decidere cosa farne della linea Fano-Urbino dev’essere la politica, in particolare quella locale. Che non è mancata all’appuntamento. C’era il sindaco di Fermignano Giorgio Cancellieri, che della riapertura del treno ne ha fatto uno dei punti del suo programma, poi l’assessore provinciale Massimo Galuzzi, il consigliere provinciale Elisabetta Foschi e il consigliere regionale Giancarlo D’Anna, che dice: "Crediamoci nel treno. Perché è il futuro delle nostre città". "Possiamo fare tanti parcheggi ma saranno sempre pochi e sempre più cari. Arrivare a Urbino in treno non è da libro dei sogni ma un atto firmato dalla Regione Marche col governo. Sta a noi, alla politica, renderlo operativo".
Dice il sindaco Cancellieri: "Se procediamo per stralci ce la facciamo. Anche in fretta. Perché un conto è pensare di riaprire gli interi 60 chilometri, un conto è puntare a collegarne quindici".
I costi non spaventano: "Lo si farebbe quasi a costo zero - spiegano gli esperti del Genio - utilizzando i binari ancora nuovi ma appena dismessi dalle Ferrovie per far posto alla linea ad alta velocità. Migliaia di tonnellate di questo materiale rotabile è depositato nei magazzini delle Ferrovie. Se c’è la volontà, potrebbe esser disponibile subito".
L’idea lanciata è questa: "Riattivare un primo stralcio della linea partendo da Canavaccio a Urbino, cioè dalla cittadina dove oggi finisce la Fano-Grosseto - spiega il consigliere comunale e provinciale del Pdl Elisabetta Foschi, presente ieri alla manifestazione - toccando Fermignano per poi arrivare a Urbino". "Corse orarie, come una vera metropolitana e carrozze turistiche da aprile fino a ottobre con parcheggi scambiatori a Canavaccio dove le auto dei pendolari ma anche le corriere dei turisti potrebbero arrivare e sostare per far salire i passeggeri su un treno veloce, economico e funzionale che sa regalare spettacoli naturali incredibili". "Tutto questo è possibile con pochissima spesa e con un risultato d’immagine incredibile. Sono convinta - dice Elisabetta Foschi - che dobbiamo rinunciare il prima possibile a quest’aurea di romanticismo quando si parla del treno e gettarci subito in idee e progetti concreti. Da parte mia contatterò da domani la segreteria del ministro alla difesa Ignazio La Russa per il coinvolgimento del Genio ferrovieri per una valutazione dei ponti e della linea". "Insomma, creare un punto di partenza a Canavaccio come primo passo. E’ un investimento di Urbino e per Urbino. Dobbiamo farlo con atti concreti".
Il presidente dell’associazione Ferrovia valle Metauro Carlo Bellagamba: "Concentrati, dobbiamo essere concentrati verso un obiettivo che a noi è chiaro da sempre ma lo dev’essere anche per la politica. Chiediamo che finalmente si esca dal recinto delle opinioni e si individuino finanziamenti per un’opera che il mondo ci invidierebbe".
Roberto Damiani
Da: Il Resto del Carlino del 5/10/2009
_____________________06/10/2009 - L’associazione rilancia la Fano-Urbino. Appello alle istituzioni
Fermignano. Un treno chiamato desiderio. Eppure non sono solo speranze e sogni. L’associazione Ferrovia Valle Metauro, nel suo decimo anno dalla fondazione, ha organizzato la tradizionale “Festa della Stazione a Fermignano”. L’interesse si è accentrato particolarmente sul Convegno “La ferrovia Metaurense: una sfida per il futuro”. Compito dell’associazione in questi anni “è stato - ha sottolineato Carlo Bellagamba - il salvataggio di quanto restava della ferrovia Fano-Urbino, sospesa dal servizio dal 1987, impedirne lo smantellamento (i binari esistono tutt’ora), sensibilizzare l’opinione pubblica e la classe politica al grave problema del traffico nella valle, raccogliere materiale rotabile storico, reperti e documenti. Si è evitata così la dismissione ormai certa e si è riacceso l’interesse alla vicenda con il coinvolgimento di Comuni importanti come Urbino, Fermignano, Fano, Pergola, la Provincia di Pesaro Urbino (delibera di introdurre la linea nel Piano Trasporti Regionale), della Regione Marche con l’accordo Governo–Regione che prevede uno stanziamento di 110 milioni per la ricostruzione. L’opera della Fvm si esplica individuando nell’intervento del Genio ferrovieri la migliore e più economica soluzione per la ricostruzione. Importante, altresì, un progetto redatto dall’associazione che vede la ferrovia particolarmente utile agli scopi operativi della Protezione civile, quali la lotta antincendio, le emergenze idriche, ambientali e nel caso di calamità naturali”. Dal convegno sono uscite conclusioni convinte: puntare diritti al ripristino, magari a tratti, della ferrovia Fano-Urbino. “I nostri politici continuano a parlare solo di strade”, dichiara Carlo Bellagamba. “In questo senso il ripristino della ferrovia Fano-Urbino può rappresentare il simbolo della svolta che sarà possibile solo con il concorso di tutte le istituzioni. Fuori luogo l’utilizzo dell’attuale sedime della ferrovia per realizzarci una pista ciclabile”. Non chiara è la posizione di Provincia, Regione e di alcuni Comuni insistenti lungo la tratta. Le parole non sono più sufficienti. Occorrono fatti.
e.g.
_____________________13/10/2009 - Sinistra Unita vuole che l’opera diventi una priorità istituzionale: Spacca ne ha annunciato il recupero come metropolitana leggera
Fano. “Occorre spingere sulla riapertura della ferrovia metaurense”. Lo affermano con determinazione Michele Mattioli e Teodosio Auspici di Sinistra Unita dopo il convegno organizzato la scorsa settimana a Fermignano dall’associazione Ferrovia Valle Metauro. “Innanzitutto grazie al contributo del professor Bariletti, un luminare nel campo dei trasporti su rotaia - rilevano Mattioli e Auspici -, finalmente si conosce con una certa precisione la spesa da sostenere per la riattivazione dei 47 chilometri della linea. Attraverso una comparazione con gli studi che la Regione Lazio ha effettuato per la riapertura della Civitavecchia-Orte, il costo dell’opera si dovrebbe aggirare sui 40 milioni di euro. La cifra non è modesta, ma a titolo di esempio ricordiamo che il tratto della bretella di Urbino, circa 4 chilometri di strada provinciale, è costato alla collettività diversi milioni di euro in più. I costi di gestione sarebbero ammortizzati dagli abbonamenti dei pendolari (studenti e lavoratori) e dai turisti provenienti dalla riviera marchigiana e romagnola. Inoltre la Regione Marche avrebbe la possibilità di spendere meno denaro rispetto ai 4,2 milioni di euro che attualmente cede al trasporto pubblico su gomma (autobus) nella stessa tratta. Ma le aziende di autolinee non vanno viste come competitori della ferrovia, bensì come alleati, se come nella Provincia di Bolzano si riconvertissero in gestori del servizio ferroviario creando dei notevoli utili”. Sinistra Unita aggiunge tra le notizie positive l’approvazione da parte della Regione, su mozione di Altomeni, di una convenzione con Trenitalia per consentire il trasporto gratuito delle bici al seguito dei mezzi ferroviari. “Ancor più recente - rilevano Auspici e Mattioli - è la presa di posizione del presidente Spacca che ha parlato di ripristino della linea per sviluppare una metropolitana leggera. E’ giunto il momento per la politica di prendere delle decisioni definitive”.
_____________________14/10/2009 - Ricci: pista ciclabile da sogno
Fano. Sinistra Unita rilancia il progetto di ripristinare la ferrovia Fano Urbino (costo stimato 40 milioni di euro) mentre il presidente della Provincia Matteo Ricci si dichiara più favorevole a utilizzare il percorso della strada ferrata come pista ciclabile. Sarebbe una delle piste ciclabili più lunghe d’Europa, una pista da record, da utilizzare anche come un’infrastruttura da promozione turistica. Considerando infatti i tratti già realizzati, quelli in progetto, quelli ipotetici e quelli in corso di esecuzione, si potrebbe disporre di un lungo percorso protetto che partirebbe dalla Chiusa di Ginestreto per raggiungere il porto di Pesaro e di qui collegarsi con la pista ciclabile Pesaro Fano, il cui secondo tratto, quello che da Fosso Sejore si congiungerà con la pista di Gimarra, è già in avanzata fase di costruzione. Dal Lido al cavalcaferrovia delle Brecce, il percorso è breve e qui già siamo sulla massicciata della ferrovia Fano Urbino. Una settantina di chilometri, quasi tutti pianeggianti, facilmente percorribili, tra mare e colline, sfiorando a tratti paesaggi di particolare bellezza e attrattive di carattere storico. “Veramente – ha notato Matteo Ricci – sarebbe una infrastruttura di grande valore ambientale e di grande interesse per tutti coloro che amano le cicloturistiche o semplicemente le lunghe passeggiate in bicicletta”. La proposta ovviamente richiede un minor costo finanziario rispetto al ripristino della ferrovia che pure ha i suoi sostenitori. In particolare l’associazione Ferrovia del Metauro che più di una volta ha organizzato mostre fotografiche, convegni - l’ultimo la setttimana scorsa a Fermignano - e iniziative di pulizia per risollevare l’attenzione su questo tronco di ferrovia dismesso in base ad una decisione che oggi molti contestano. Che ancora le idee siano differenti sulla riutilizzazione di questo percorso, lo dimostrano anche le prese di posizione del presidente della Regione Marche Gian Mario Spacca, il quale nel suo ultimo intervento a Fano ha preso l’impegno per un rilancio del trasporto ferroviario interno, definendo il ripristino della linea ferroviaria Fano-Urbino, con funzioni di metropolitana leggera.
m.f.
_____________________07/11/2009 - L’idea del comitato Metauro Nostro
Fossombrone. “Meglio la pista ciclabile che la riattivazione della tratta ferroviaria dismessa da Fano a Urbino”. Ne è convinto Stefano Bellagamba, presidente dell’associazione Metauro Nostro. “L’idea di utilizzare la ferrovia dismessa Fano-Urbino come percorso ciclo-pedonale era stata lanciata con forza, attraverso incontri e richieste fin dal 1997, dalle amministrazioni comunali di Montefelcino, Saltara, Fossombrone e Serrungarina”. Cos’è successo? “La mancanza di sensibilità verso il problema, l'indecisione, la non assunzione di responsabilità da parte della Provincia ma soprattutto della Regione e le lotte interne dei movimenti ambientalisti, hanno determinato in primo luogo uno scontro tra i sostenitori della riapertura della tratta nelle varie forme di trasporto su rotaia per i cittadini, come treno turistico, come metropolitana leggera, e i sostenitori della pista ciclabile”. In quale stato versa attualmente la tratta? “La sede ferroviaria, in abbandono e non mantenuta, è ben evidente e ancora armata per quasi l’intera estensione, ma il suo degrado è rapido ed inesorabile. Non si tratta solo di problemi di stabilità idro-geologica o di vegetazione infestante, ma anche di possibili accaparramenti abusivi, di più o meno tollerate interruzioni di continuità, di possibile comparsa di discariche o comunque di altri fenomeni di degrado ambientale”. Ci sono state risposte precise? “Purtroppo dobbiamo rilevare che le amministrazioni locali in questi anni sono state del tutto insensibili sottovalutando l'importanza del riuso e le potenzialità economiche dell'utilizzo di questo impianto. Altri comuni come Fano, Fermignano e Urbino hanno deliberato indirizzi di intenti, senza fare nessuna analisi del problema, volti alla riapertura della linea ferroviaria Fano-Urbino”. Con quale risultato? “Il risultato è come sempre l'assoluta immobilità, il pilatesco non fare niente con la inevitabile conseguenza di ritrovarsi con un patrimonio in rovina che da risorsa è diventato spreco”. La linea ha una lunghezza di 48,829 km e fu costruita tra il 1898 e il 1919.
roberto giungi
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m.f.
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ANNO 2010
_____________________10/3/2010 - Pista ciclabile
Urbania. I binari della vecchia Fano-Fabriano ancora protagonisti del dibattito. Il sindaco Giuseppe Lucarini, proponendo un inventario dei beni demaniali in loco non ancora alienati, torna sulla pista ciclabile: Il ripristino è una chimera. La Merano-Malles è costata più di 105 milioni e ne costa 8 annui di gestione, soldi che mai ci saranno per la nostra ferrovia. Tra il qualcosa e il niente preferisco il qualcosa di una ciclabile, per evitare il depauperamento totale. La seconda guerra mondiale interruppe la linea distruggendo tutti i ponti ferroviari da Urbino, dove il treno proseguiva verso Fano; a Pergola, dove proseguiva verso Fabriano e si ricollegava alla Roma-Ancona. La residua Fano-Urbino è stata chiusa negli anni '70.
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E’ stata salutata con simpatia la presa di posizione di Domenico Campogiani, candidato consigliere regionale per l’Udc, che ha riproposto all’attenzione generale l’opportunità di trasformare la vecchia tratta ferroviaria Fano-Fossombrone- Fermignano-Urbino in metropolitana di superficie. Numerose le associazioni che si dicono convinte della bontà dell’iniziativa. Riuscire a garantire un collegamento continuo per persone e trasporto merci dalla costa al capoluogo del Montefeltro rappresenta una prospettiva di grande interesse. Proposta appetibile anche per la promozione turistica.
_____________________25/3/2010 - L’entroterra vuole contare di più
Fossombrone. Incentivare le fonti rinnovabili. Promuovere la manutenzione del Metauro e la pulizia degli invasi. Verificare l’effettiva sostenibilità delle risorse ambientali in termini di nuove costruzioni e tutela del territorio. Recuperare l’ex ferrovia Fano-Urbino come pista ciclo-pedonale. Evitare l’abuso dei rilevatori di velocità sulle strade e il controllo elettronico sui semafori perché servono solo a far cassa. I nove nodi da sciogliere. La vertenza entroterra, presentata dall’associazione Metauro Nostro ambiente e cultura, si avvale di nove punti. “Senza polemica e priva di ogni faziosità - spiega Vittorio Api portavoce di Metauro Nostro - speriamo solo di essere ascoltati per un confronto serio e motivato”. A cominciare da? “Dal favorire tramite apposita legge regionale la partecipazione e la rappresentanza diretta dei cittadini organizzati e portatori di interessi diffusi sulle scelte che andranno direttamente ad incidere sulla vita dei cittadini e del loro territorio”.
L’appello agli enti. Cosa intende sostenere quando parlate di consumo del territorio? “Stabilire tramite apposita legge regionale la riduzione del consumo di suolo. Incentivare il recupero e la manutenzione delle abitazioni esistenti. Prevedere eventuali nuove aree edificabili previa occupazione minimo dell’80 per cento delle abitazioni esistenti e dopo aver verificato l’effettiva sostenibilità delle risorse ambientali”. No deciso alle biomasse? “Chiediamo l’attuazione del vigente Pear attraverso precise limitazioni all’uso delle biomasse da consentire all’interno dell’attività agricola ed in modalità che seguano il principio del piccolo e diffuso, attraverso, infine, una sensibile incentivazione alle fonti veramente rinnovabili, come il solare, il mini eolico, il microidroelettrico”.
La gestione dell’acqua. E per quanto riguarda i servizi idrici? “Bisogna garantire una gestione pubblica, virtuosa e partecipata dei servizi idrici senza scopo di lucro ma con i ricavi necessari all’investimento delle reti e al mantenimento del servizio”. Il fiume Metauro malato grave? “Per quanto riguarda la valle del Metauro è urgente promuovere la manutenzione del fiume e la pulizia degli invasi anche per avere maggiori risorse idriche ed evitare l’utilizzo dei pozzi sul Burano”. Ferrovia e via verde? “Siamo per il recupero dell’ex ferrovia Fano-Urbino come pista ciclo-pedonale o via verde”.
Il doloroso tasto della sanità? “Esistono carenze del servizio sanitario stante la diminuzione dei servizi resi dall’ospedale di Fossombrone, un tempo all’avanguardia e utilissimo, con quello di Fano che probabilmente non riesce a far fronte all’aumento della domanda. Il pronto soccorso dell’ospedale di Fano a volte è in sofferenza e si verificano lunghe attese per le visite mediche specialistiche nel territorio”. Siete contro le telecamere nei centri semaforici? “Chiediamo si eviti l’abuso dei rilevatori di velocità sulle strade e il controllo elettronico sui semafori che dovranno essere utilizzati solo previa indagine statistica sull’effettiva necessità e con la presenza degli operatori ben segnalati”.
roberto giungi
_____________________17/4/2010 - Fino a domani il festival autoprodotto
Urbino. Al locale “La Stazione”, fino al 18 aprile prima edizione di “Deragliamenti”, il Festival del fumetto autoprodotto. In questo suggestivo scenario, tra i binari abbandonati, sarà allestita l’area per le riviste e le produzioni editoriali indipendenti; non mancheranno gli incontri con gli autori, i dibattiti e i confronti e poi ancora video proiezioni, musica e aperitivi all’insegna dell’arte. “Deragliamenti” è uno spazio libero e autogestito dedicato al mondo sotterraneo ma non sconosciuto del fumetto d’autore autoprodotto, che vanta in Italia realtà innovative e in continua crescita. Oggi, ore 15, apertura stands e presentazioni riviste, ore 18 aperitivo e proiezioni video, ore 22, dj Waffi (noise, new wave, elettro…), i dj Della Mutua Live set; domenica, ore 15 apertura stands e presentazioni riviste, ore 18 aperitivo e proiezioni video. Ingresso gratuito. Per maggiori informazioni: para-noise@libero.it 333.2243213. “ e.g.
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Fano, 31 maggio 2010 - E’ particolarmente vivace l’attività e il 'movimentismo' dell’associazione Ferrovia Valle Metauro che da anni si batte per il ripristino delle linea ferroviaria Pesaro - Fano - Urbino che in un quadro di sviluppo alternativo della mobilità, potrebbe tornare a rivestire la sua importanza strategica. Da qualche tempo si discute di ripristinare un collegamento Fossombrone - Pergola - Fabriano, passando per la valle del Tarugo, ma l’associazione reputa che sia necessario un collegamento con la costa per dare una ragione ed un contenuto di redditività economica all’impresa.
Solo in questo modo si può intercettare un flusso passeggeri capace di giustificare la riapertura della linea ferroviaria. Come primo passo di impegno per studiare i collegamenti ferroviari nell’entroterra, l’associazione Ferrovia Valle Metauro, guidata da Carlo Bellagamba, aprirà una sua sezione all’interno della stazione di Pergola, contribuendo alla ricerca di un progetto degli anni Ottanta di variante che prevedeva appunto il collegamento diretto tra Fossombrone e Pergola.
Il sodalizio ha ricevuto anche una risposta dall’amministratore delegato di R.F.I. (Rete Ferrovie Italia) nella quale si comunica la disponibilità dell’ente a collaborare alle varie iniziative che la FMV intraprenderà per il rilancio delle ferrovie in Italia. A questo proposito Michele Mazza si è classificato al secondo posto al concorso per il miglior video realizzato durante la terza giornata delle Ferrovie Dimenticate. Altro progetto che è allo studio è quello della nuova formula che sta spopolando nei paesi del nord Europa, vale a dire il tram-treno. Convogli leggeri a basso impatto ambientale che possono entrare fino in città e che possono utilizzare al tempo stesso binari della ferrovia potendo viaggiare su una rotaia da 1.454 millimetri come è lo scartamento esistente sulla nostra rete ferroviaria.
In questo caso la Fano - Urbino potrebbe essere percorsa da tram-treno con diverse fermate che non avrebbero bisogno di grande assistenza, ma che funzionerebbero in sostituzione delle corse di trasporto pubblico di linea. In questo senso è vista con speranza la promessa fatta dal governatore regionale Gian Mario Spacca che tempo fa ha firmato un accordo con la Lega Ambiente a livello nazionale per il ripristino della tratta ferroviaria Pesaro - Fano - Urbino.
Da: Il Resto del Carlino
_____________________20/10/2010 - Valmetauro, non solo bicicletta
Serrungarina. E’ ora di smetterla di contrapporre vecchia ferrovia (da ripristinare) e pista ciclabile (al posto della ferrovia). La nuova ipotesi di fattibilità? Prima di tutto costruire il tratto ferroviario Fossombrone-Pergola da considerare prioritario perché apre le porte a Fabriano e quindi collega la valle del Metauro con Roma. Non demolire la vecchia tratta Fano-Fossombrone-Fermignano- Urbino. Meglio realizzarvi sopra una pista ciclabile, con una tecnica già sperimentata, che si allaccerà a quella Pesaro-Fano in via di completamento. Si potrà operare per un’offerta di primo piano anche in termini di promozione turistica oltre che di tutela e qualità della salute. Di più: una volta realizzata la ciclabile Pian del Bruscolo-Pesaro si avrà un’attrazione di richiamo europeo. E la ferrovia? Il progetto è di realizzarne una ex novo stante l’impossibilità pratica di poter riutilizzare quella ormai martoriata dagli anni e dall’incuria. Il presidente della Provincia Matteo Ricci ha parlato in modo chiaro e deciso. L’assemblea, organizzata dal Pd zona di Fossombrone, ha fatto registrare a Tavernelle una partecipazione consistente. Segno che il tema è sentito e che l’entroterra sottolinea sempre più il bisogno di aggrapparsi a nuove prospettive che siano di stimolo e di aiuto di fronte ad una avvicendarsi di eventi che fino ad oggi si sono affidate alle parole e a tanta poca concretezza, ha rilevato il presidente. Ben conscio a sua volta che si tratta di progetti costosi ma non costosissimi. Da predisporre come prioritari e da poter inserire nella programmazione dei piani europei dal 2013 in avanti. Sulla cartina i percorsi sono già stati individuati. “Nessuno deve illudersi che tutto sia possibile da attuare dall’oggi al domani – ha sottolineato Ricci – resta la constatazione che si deve dare una scossa alla situazione e programmare interventi che siano di qualità e di promozione”. Adesso che le idee sono state lanciate ufficialmente si apre il dibattito. Ma in termini nuovi. Data la premessa di eliminare ogni precedente diatriba che non può in effetti portare a nulla di concreto. Una progettualità che ha destato grande interesse. In particolare perché il presidente Ricci riscopre e valuta in modo attento, ponderato e strettamente attinente alla realtà il collegamento tra le valli del Metauro e del Cesano. Duplice l’obiettivo: prevenire la chiusura della tratta Pergola-Fabriano e rispondere ad esigenze specifiche che vengono rimarcate da decenni. Adesso bisogna agire.
roberto giungi
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_____________________21/10/2010 - “Una visione strategica condivisibile”
Fossombrone. Tratta ferroviaria e pista ciclabile insieme. La proposta del presidente della Provincia Matteo Ricci dà il via al dibattito. L’associazione Metauro Nostro di Montefelcino: “Ci ha favorevolmente sorpreso la chiarezza e la volontà del presidente Ricci e dell’assessore Galuzzi. L’ex tratta ferroviaria Fano Urbino verrà trasformata in ciclabile tramite struttura prefabbricata che ricoprirà i binari. Nel Piano Territoriale di Coordinamento (PTC) in corso di revisione da parte della Provincia verrà prevista una nuova linea ferroviaria a fianco della superstrada per proseguire per Pergola e quindi Fabriano. La ferrovia non avrà tempi brevi ma è una visione strategica condivisibile. Alla riunione di Tavernelle organizzata dal PD zonale – si legge ancora - eravamo indecisi se partecipare. Sono anni che in determinati periodi la questione tra i favorevoli del treno e quelli per la ciclopedonale si riaccende senza risultati. Metauro Nostro è da sempre favorevole alla seconda. Avevamo sollecitato in tale senso anche l’ex presidente Ucchielli che è rimasto immobile. La pista ciclopedonale avrà buone possibilità di inizio tra qui a qualche anno anche per tratti. Ci piace l’idea di una sorta di piazza allungata dove sia a piedi che in bicicletta ci si potrà incontrare lungo la valle del Metauro grazie alla via verde e ai luoghi di sosta lungo il percorso. Lo dobbiamo alle generazioni future come risarcimento alle eccessive e casuali scelte urbanistiche che hanno reso anonimi, soli e senza anima i luoghi. Auguri via verde!”.
Critico il Pri di Fossombrone riunitosi con il segretario regionale Giuseppe Gambioli. “Il Pri ha criticato in più occasioni la proposta del presidente Ricci che parlava – si legge in un comunicato - solo ed esclusivamente di pista ciclabile. Ora prende atto dell’inversione di marcia a favore della ferrovia, ma rimane molto scettico sulla nuova proposta che prevede un percorso ex novo per la ferrovia Fano-Urbino e sul vecchio tracciato la famosa pista ciclabile. E’ come avere la moglie ubriaca e la botte piena. Il Pri considera il problema della ferrovia di estrema importanza per l’economia e la qualità della vita dei cittadini della Valmetauro. Il presidente della Provincia sulla pista ciclabile sul vecchio tracciato della ferrovia, dopo le proteste dei cittadini e i finanziamenti che la Regione dispone per le infrastrutture, al punto da prevedere la realizzazione di alcune tratte del tipo metropolitana leggera, sta correggendo il tiro. Il Pri considera la proposta del presidente illusoria e poco realistica, gli chiede di mettere in chiaro: prima il nuovo tracciato della ferrovia poi la pista ciclabile sul vecchio”.
roberto giungi
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“Durante l’affollata riunione tenutasi a Tavernelle lo scorso lunedì sera, il presidente della Provincia Ricci e l’assessore Galuzzi hanno presentato un’interessante soluzione per la ferrovia Fano Urbino ormai ferma dal lontano 1987: una pista ciclopedonale che non elimini i binari ma anzi li protegga (per un eventuale futuro riutilizzo) sotto una pavimentazione realizzata dalla cementeria provinciale; un progetto all’interno di un quadro di collegamenti ferroviari di più ampio respiro e non limitati alla sola vallata metaurense”.
“Dopo 24 anni di mancati interventi, questa soluzione potrebbe finalmente vedere uniti tutti coloro che hanno a cuore le sorti di una struttura di grande importanza economica e sociale che rischia di scomparire tra degrado e indifferenza; tra l’altro, evitare sterili contrapposizioni tra sostenitori di ipotesi diverse darebbe un grosso incoraggiamento a pubblici amministratori che, anche facendo autocritica, vogliono mettere mano a un progetto concreto e dicono con chiarezza come stanno realmente le cose: che non esistono le enormi risorse finanziarie necessarie per ripristinare e gestire una ferrovia vecchia in tutti i sensi; che soggetti interessati a prenderla in carico non si sono visti; che il trasporto collettivo è già servito da bus moderni; che sono cambiati radicalmente situazione urbanistica, tipo di turismo e sistemi di spostamento individuali, ecc”.
“A favore di una pista ciclopedonale sono pronti a lavorare in tanti, in particolare un comitato che ha già contattato con ottimi risultati i sindaci della vallata del Metauro evidenziando che la mobilità ‘dolce’ ha dato una spinta formidabile ai territori interessati, come dimostra per esempio la recentissima riconversione della ferrovia costiera presso San Remo”.
“Con la vicenda ben più complessa della Fano Grosseto, l’amministrazione provinciale ha già dato prova di sapersi muovere con efficacia; realizzi quindi senza indugio questo progetto innovativo, poco costoso e largamente condiviso, che può stimolare lo sviluppo economico lungo l’ex ferrovia e diventare una vera ‘spina dorsale’ anche tecnologica grazie all’utilizzo del sottosuolo”.
“A dimostrare che qualcosa si muove per davvero potrebbe essere la quarta giornata delle ferrovie dimenticate, che in tutta Italia si svolgerà nel prossimo mese di marzo: è l’occasione per organizzare una serie di manifestazioni lungo la Fano Urbino per avviare la realizzazione di una moderna ‘via verde’ che colleghi, e non separi, i centri abitati e le persone”.
Redazione Fanoinforma.it
_____________________22/10/2010 - Degrado, allarme dei residenti
Fano. Un’area dimenticata dove crescono erbacce che hanno ormai raggiunto altezza d’uomo e dove proliferano bisce e ratti, a pochi passi dalle abitazioni. A denunciare lo stato di abbandono in cui versa una parte di via della Stazione, in corrispondenza del passaggio ferroviario, all’intersezione con via Attilio Regolo, sono i residenti della frazione di Cuccurano. “Dalla scorsa estate assistiamo ad un continuo scaricabarile – lamentano gli abitanti di via della Stazione e via Muzio Scevola (la seconda strada è il naturale proseguimento della prima) – abbiamo provato a segnalare il problema al Comune, telefonando più volte e manifestando il nostro disagio anche per iscritto, la risposta che abbiamo ricevuto è che la cura del verde in quella zona è di competenza dell’associazione Mimosa, che ha già l’appalto per le altre aree verdi della frazione di Cuccurano. A questo punto abbiamo interpellato il presidente di Mimosa che, al contrario dell’Amministrazione comunale, sostiene che l’area non rientra affatto nella loro sfera d’intervento. A questo punto ci sentiamo abbandonati da tutti, chiediamo solo che qualcuno intervenga a sanare la situazione”.
La zona in questione, insistendo sul vecchio passaggio ferroviario della linea Fano – Urbino, non è totalmente di proprietà comunale, una parte, infatti, dovrebbe essere di competenza delle Ferrovie dello Stato, ma i residenti chiedono comunque che venga fatto qualcosa per ripulirla dalle erbacce. “A pochi metri ci sono dei parchi privati in cui giocano i bambini – segnalano – ed è facile che topi o altri animali, che trovano rifugio tra le sterpaglie, arrivino anche qui, con tutti i rischi sanitari che ne derivano. In estate si presenta anche il problema delle bisce”. In passato l’area era stata ripulita da un gruppo di volontari, impegnati nel chiedere il ripristino della linea ferroviaria che collegava Fano a Urbino. Ma poi le erbacce avevano preso di nuovo il sopravvento. L’area, tra l’altro, non si trova in un punto isolato di Cuccurano, ma nel cuore della frazione, poco distante dalla chiesa e dal circolo Acli, oltre che dalle case.
Federica Giovannini
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Presidente, cos’è cambiato rispetto al passato?
«C’è stato un grande salto culturale. Le piste ciclabili non devono più essere considerate come semplice arredo urbano, o ricavate con fatica ai bordi delle strade».
Già, ma come pensa di farlo?
«Grazie al Piano urbanistico provinciale, a cui i vari piano regolatori generali comunali devono attenersi. Nel nostro Ptc infatti le ciclabili vengono considerate come “Infrastrutture del benessere”e quindi, quando si progetta lo sviluppo di un’area, devono essere previste e disegnate urbanisticamente come le strade. L’obiettivo è di costruire una rete di ciclabili sulla costa e lungo le vallate.
La ciclabile Pesaro Fano insegna. Ancora deve essere completata ed è gia una delle opere più amate ed apprezzate.
«E’ la nostra metropolitana di superficie, e sarà completata, tempo permettendo, a fine novembre. Ora si sta spostando la Statale di tre metri verso monte. Mancano gli ultimi 500 metri all’altezza di Baia del Re. La ditta sta facendo le fondazioni stradali, così la pista proseguirà lungo la ferrovia».
Ma quali altre piste ha in mente per completare l’anello di cui parla?
«Per esempio il Comune di Pesaro ha in progetto (e in parte anche le risorse) quella del Lungo Foglia, che grazie al contributo dell’Ifi, creerà un corridoio verde fino a Borgo S. Maria. Poi sfruttando fondi europei stiamo pensando di collegare tutto Pian del Bruscolo fino ad Urbino».
E la valle del Metauro?
«Qualche giorno fa in un incontro a Tavernelle è stata rilanciata con forza la ciclabile lungo la vecchia ferrovia Fano Urbino»
E’ stata abbandonata dunque l’idea di ripristinare la ferrovia?
«Tutt’altro. La strategia è quella di rilanciare entrambe. La ciclabile verrebbe posizionata sopra i vecchi binari, senza rovinarli. Il mio sogno è che si possa realizzare un grande percorso che permetta da Urbino di arrivare comodamente in discesa fino a valle. A Fano o a Pesaro, un pullman attrezzato potrebbe poi riportare i ciclisti in collina (o viceversa). Avrebbe un impatto turistico fortissimo. Si pensi al successo di questi percorsi in Trentino».
Parti di questi tracciati sarebbero utili anche negli spostamenti locali...
«Certamente. Penso a frazioni come Tavernelle, Calcinelli e Lucrezia, cresciute molto negli ultimi anni. Lì una ciclabile potrebbe migliorare fortemente gli spostamenti casa, lavoro, scuola. Per questo considero quel tratto prioritario. Un’opera costosa, ma il mio obiettivo è realizzare almeno un chilometro in questa legislatura».
E non finisce qui...
Lungo la costa vogliamo progettare anche una ciclabile nel tratto di costa di Marotta, e poi lungo il Cesano, e nei comuni dell’Alta Val Metauro (Urbania Fermmignano). Siamo in contatto con la Provincia di Rimini per valorizzare in tal senso anche la vallata del Conca. Speriamo che i Comuni capiscano che la bici rappresenta la nostra metropolitana di superficie. A Pesaro c’è già grande slancio, l’auspicio è che gli altri seguano a ruota».
FRANCESCA PEDINI
Da: Il Resto del Carlino
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“Appoggio l’idea del presidente della provincia di Pesaro e Urbino – afferma il segretario Ucchielli – che prevede il prolungamento della Fabriano-Pergola con priorità per il tratto Pergola-Fossombrone e Fossombrone-Urbino in modo da realizzare un tratto di Pedemontana ferroviaria e collegare una buona parte delle aree interne a Roma, attraverso Fabriano”. Il segretario regionale, infine, “impegna i suoi rappresentanti nel Parlamento nazionale ed europeo a trovare risorse per potenziare la linea ferroviaria sostenendo così una mobilità alternativa a quella su gomma”
Da: www.viverefabriano.it
_____________________31/10/2010 - D’Anna replica sulla Pergola-Fabriano
Pergola. “Per fortuna che chiedono una battaglia bipartisan sulle ferrovie. Palmiro Ucchielli e Mirco Ricci se la prendono con chi come il sottoscritto crede da tempo, nonostante i governi che si sono alternati, ad un maggior e miglior utilizzo dei mezzi pubblici ad iniziare dal trasporto ferroviario”.
Così il consigliere regionale del Pdl Giancarlo D’Anna replica all’appello bipartisan espresso ieri. “Ucchielli e Ricci - afferma - piuttosto dovrebbero prendersela col presidente della Provincia pesarese Matteo Ricci che vorrebbe trasformare la linea ferroviaria Fano-Urbino in pista ciclabile, contribuendo in questo modo alla morte della Pergola Fabriano. La sveglia i due esponenti del Pd la dovrebbero dare a Matteo Ricci in quanto l'idea di collegare Fossombrone a Pergola è dell'associazione ferrovia valle del Metauro (Fvm) della quale faccio attivamente parte. Altra sveglia la dovrebbe puntare Mirco Ricci per se stesso. Non mi sembra di averlo mai visto agli incontri e manifestazioni delle Ferrovie dimenticate o alla Festa della stazione di Fermignano. Quantomeno Ucchielli qualche comparsata l'ha fatta per le foto di rito! Chiaramente mi rendo conto che la scure degli inevitabili tagli potrebbe colpire nel trasporto locale la Pergola Fabriano. Per questo ho lanciato l'allarme e mi impegno a sensibilizzare i rappresentanti governativi. Allo stesso tempo denuncio l'incapacità di Regione e Provincia di Pesaro-Urbino a valorizzare quella tratta pur essendo a conoscenza delle problematiche del servizio”.
_____________________14/11/2010 - Idea dell’associazione Brombo Bikers
Urbino. “Per noi si va nei parchi dolenti…”. A parole, si parte. Nella realtà, si vedrà. Intanto l’assessore Tarcisio Porto si sbottona: “La Provincia approva il progetto di riqualificazione e valorizzazione del Pietralata e dei Monti delle Cesane”. Parole pronunciate durante la riunione promossa dall’associazione della Brombo Bikers tenutasi a Canavaccio, principale promotrice dell’idea e del proposito di realizzare due “paradisi terrestri”, un altipiano di fronte all’altro, in cui, quanti lo vorranno, potranno godersi aree di sosta attrezzate, percorsi tematici, promozione di iniziative, ripristino dei sentieri natura dell’associazione Argonauta di Fano, circuito di sentieri per l’escursionismo, guide didattiche e comportamentali, recupero di casolari della Regione per foresterie e per attività didattiche e turistiche. Il Piano di riqualificazione, secondo Porto, “è stato inserito nel programma integrato territoriale della Provincia nell’ambito del fondo Leader ed è passato al vaglio della Regione”. Si parla di un finanziamento di 200 mila euro. Secondo Federambiente i guadagni degli esercenti situati nelle Cesane e nel Pietralata e dintorni saliranno del 10 – 15%. Tra le opere più attese il ripristino, dagli anni ‘60, della passerella che attraverserà il fiume Metauro. Su questo progetto si inserisce anche l’associazione Ferrovia Val Metauro che ribadisce con forza e volume altisonante una prerogativa assoluta: far ripartire l’ex tratta Fano-Urbino.
e.g.
_____________________29/11/2010 - Tosi con Ricci
Fano. Tra poco si tornerà a parlare a lungo della pista ciclabile Fano Urbino, alla quale dovrebbe essere riconvertita la dismessa ferrovia: lo asserisce il gruppo intercomunale che ha contattato tutti i sindaci della vallata, gran parte dei quali si è detta molto disponibile a sostenere la realizzazione di tale infrastruttura sulla base della proposta avanzata dal presidente della Provincia Matteo Ricci; “Del resto – ha dichiarato Enrico Tosi che fa parte del gruppo – dopo 24 anni dovrebbe essere chiaro che non esiste alternativa!”. Il costo ammonta a circa 5 milioni di euro, ma la pista ciclabile avrebbe tutte le caratteristiche per diventare una delle attrattive turistiche più rispondenti alle preferenze del mercato non solo nazionale, ma addirittura europeo. Il tratto pianeggiante della valle del Metauro, con le sue memorie storiche, le sue bellezze ambientali, le sue risorse enogastronomiche, costituisce il terreno ideale per compiere un’escursione a portata di bicicletta: una quarantina di chilometri fino a Fermignano; poi per cavalcare l’ultimo tratto fino alla città dei Duchi, dove le pendenze si fanno significative, occorrerebbe mettere a disposizione una navetta da trasporto, con la possibilità di portare il velocipede al seguito. E la ferrovia? Non occorre che sia smantellata, basterebbe ricoprirla, per lasciarla a disposizione di chi un domani avesse i mezzi e la volontà di recuperarla. Ora la massicciata è ridotta a un coacervo di cespugli, di erbe infestanti, di rifiuti, che offrono un aspetto particolarmente degradato. “Nel corso di un giro di ispezione a piedi – racconta Tosi – ho avuto la disavventura di fare un brutto incontro con un cane randagio di grossa taglia che mi ha rincorso. Purtroppo la linea ferroviaria oltre a essere invasa dalla vegetazione dà rifugio a una quantità di bestie nocive”.
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I l palazzotto della stazione, in piazzale Papa Giovanni XXIII, è diventato un condominio: al piano terra, l' edicola, un bar tabacchi, un negozio di giocattoli, uno di casalinghi e articoli da regalo, e anche «Antonella» l' estetista; al primo piano, lo studio di un commercialista, le sedi di un sindacato e di una società di consulenza aziendale, appartamenti. Il risultato visivo di questo cambio di destinazione d' uso è banale e anche un po' triste. Ma è così dal 1987, quando la linea Fano-Urbino venne «sospesa» e la stazione di Fermignano, 8.500 abitanti, dovette chiudere. Da allora, morti i binari, si sono spente anche le altre forme di vita che li animavano, a cominciare dalle migliaia di studenti e pendolari che da quei binari traevano non solo utilità, ma anche energia, fiducia, orgoglio. Quarantasette chilometri di strada ferrata, non a scartamento ridotto, ma a scartamento normale (1.435 millimetri di distanza tra una rotaia e l' altra), che si innestano «naturalmente» nella rete nazionale e collegano la costa adriatica all' entroterra e alla città di Urbino, sede universitaria da cinquecento anni e centro storico inserito dall' Unesco nel patrimonio mondiale dell' umanità nel 1998. La linea Fano-Urbino fu tra quelle che vennero sbrigativamente annoverate tra i «rami secchi» da tagliare, «voci di bilancio passive» da sanare. A decretare il taglio, Claudio Signorile, il quale, ironia della sorte, era il ministro dei Trasporti, ma era anche individuato, nel suo partito (Psi) e non solo, come il capocorrente della cosiddetta «sinistra ferroviaria». In quegli anni, Signorile venne anche esplicitamente accusato da chi ne contestava le scelte - come l' associazione Ferrovie Val Metauro, che da dieci anni si batte per fare riaprire la linea - di aver tagliato quel «ramo secco» anche perché nelle Marche operavano le Autolinee Bucci, famiglia vicina al leader democristiano Arnaldo Forlani. Altra epoca, altre storie. Resta il fatto che, da allora, il monopolio del trasporto su gomma si è affermato su tutta l' area, compresa la linea «passiva» Fano-Urbino, che anche oggi è la più trafficata.
Il servizio, manco a dirlo, costa la bellezza di 93 milioni di euro per sei anni. Come stabilito dal bando di gara europeo vinto nel 2007 dall' unico partecipante alla gara, il consorzio Adriabus, in cui sono presenti, oltre ai comuni di Urbino, Pesaro e Fano, altre 14 municipalità minori e, soprattutto, soggetti privati, tra i quali i solidi, e soliti, Bucci. Sono queste cifre, e le altre che vedremo più avanti, oltre all' amore autentico per il bellissimo paesaggio attraversato dalla ferrovia «sospesa» che corre lungo il fiume Metauro e la via Flaminia, ad aver creato nei componenti dell' associazione Ferrovie Val Metauro la determinazione giusta per far tornare vivi i binari morti. Non soltanto con le parole e le riunioni, ma anche con il lavoro volontario dei soci, che nel tempo libero, armati di forbici e decespugliatori, continuano a mantenere pulito il tragitto, un chilometro alla volta, da rovi, erbacce, sterpi. «La nostra non è un' operazione nostalgia - dicono i soci di Fvm -, ma un intervento strategico. Eh, sì. Perché a ogni linea dismessa corrisponde un degrado delle aree. Sempre. E una volta che l' area è degradata, addio riattivazione della linea». Centotrenta soci, l' associazione è guidata da un «direttorio» agguerrito e documentatissimo: Carlo Bellagamba, farmacista, Giovanni Carboni, studente di ingegneria, Michele Mazza, tecnico delle ferrovie, Giancarlo D' Anna, accompagnatore turistico, Giovanni Baldelli, elettricista, Giacomo Palma, architetto. Appoggiati senza riserve dal sindaco di Fermignano, Giorgio Cancellieri, medico e leghista, che tutti gli anni - quando in paese si celebra la Festa della stazione, con la Protezione civile, il Genio ferrovieri dell' Esercito, il Club alpino italiano e la Croce rossa - si mette sull' attenti davanti al Tricolore, «perché - dice Cancellieri - le ferrovie tengono unita l' Italia». Fino a due anni fa, grazie anche al parere contrario al ripristino della linea, commissionato dalla Regione Marche a una società privata, queste persone erano considerate fuori tempo e fuori moda. Mentre veniva liquidata come una «fissazione» la loro idea di riattivare la linea Fano-Urbino e di valorizzare i suoi percorsi enogastronomico, religioso, naturalistico (basterebbe il meraviglioso spettacolo delle gole del passo del Furlo), archeologico e studentesco (l' università di Urbino ha dodicimila studenti).
Poi, quando è stato stipulato l' accordo Stato-Regione sulle infrastrutture prioritarie e tra queste è stata inserita proprio la linea disabilitata ventitré anni fa, ecco le giravolte, i capitomboli, le retromarce di tutti i «trenoscettici», politici in primis, che ora invece si dicono pronti ad appoggiare un' altra «idea impossibile», la riattivazione della linea Rimini-San Marino. Anch' essa soppressa senza un vero perché, questa linea potrebbe accompagnare i turisti stranieri, specialmente quelli in vacanza sulla costa, letteralmente fin «dentro» la Rocca del Titano, poiché il treno si infilerebbe in un ingresso sotterraneo, come prevede un progetto delle Fs che poi è stato abbandonato. Sempre per la stessa ragione. I costi. Che ormai sono un motivo poco convincente. «Le linee che non hanno traffico di transito, ma solo traffico locale, sono per forza "passive" - dice Piero Muscolino, decano degli ingegneri ferroviari italiani ed ex membro della Commissione per lo studio delle linee a scarso traffico delle Ferrovie dello Stato -. Ma è "passiva" la tariffa, non la linea. La tariffa si mantiene bassa per ragioni sociali. Questo però, in una valutazione macroeconomica, conviene, perché si toglie traffico dalla strada e diminuiscono incidenti e inquinamento. Che il bilancio del servizio in sé e per sé sia passivo, non vuol dire. Anche l' istruzione, come servizio pubblico, è "passiva". E allora, che facciamo? La aboliamo?». Muscolino dice che la decisione di chiudere venne presa non in base al traffico, ma per ragioni politiche: «In diversi casi si trattò persino di decisioni dell' ultimo momento. Lo dimostra il fatto che la Fano-Urbino, per esempio, non venne chiusa, ma "sospesa", e che altre linee sono state riattivate in questi anni. La Fano-Urbino inoltre passa proprio per i centri abitati, e questa è una fortuna, poiché è una vera e propria metropolitana di superficie». Non solo. È anche un pezzo della famigerata linea Fano-Grosseto che, in un' Italia in cui muoversi per linee orizzontali sembra un miracolo, dovrebbe finalmente collegare Adriatico e Tirreno, e che invece sembra essersi smarrita tra le scartoffie poiché, ancora una volta, si vuol privilegiare la strada d' asfalto alla strada ferrata. Magari com' è stato fatto per la «bretella» di Urbino, proprio accanto alla ferrovia dismessa: tre chilometri di strada, quindici anni di lavori, 76 milioni di euro. Nemmeno sulla Salerno-Reggio Calabria son riusciti a fare peggio. Con una cifra simile si potrebbe rifare la ferrovia, dicono quelli di Fvm, che tirano fuori tre progetti ufficiali, uno da 110 milioni di euro, uno da 80 e uno, del Genio ferrovieri, addirittura da 40 milioni. In ogni caso, una soluzione ben più conveniente dei 93 milioni per sei anni incassati dagli autobus di Adriabus. Adesso si tratta solo di concretizzare. Ma davvero si muoveranno i nostri eroi, di governo e di opposizione, per trovare subito i soldi per la Fano-Urbino, che ha un bacino di 120 mila abitanti e può emulare il successo dei sei milioni di passeggeri (con un bacino di 35 mila abitanti) della Merano-Malles, in Val Venosta)? «Speriamo. Ma stiamo in guardia - dicono i soci di Fvm -. Perché l' Italia è agli ultimi posti in Europa in materia di ferrovie e, soprattutto, non ha una vera cultura del treno, come la Germania, l' Inghilterra, la Francia. Il treno, in Italia, è visto solo come mezzo di ripiego».
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E Paolo Volponi restò inascoltato Lo scrittore Lo scrittore urbinate Paolo Volponi (1924-1994) è stato tra i primi e più convinti avversari della chiusura della linea Fano-Urbino. Da consigliere comunale della sua città e da senatore della Repubblica, Volponi presentò anche ordini del giorno e interrogazioni parlamentari per la riapertura della linea ferroviaria. Secondo l' autore de Le mosche del capitale, bisognava fare «due cose per riaprire la città e la sua terra a una cultura nuova»: istituire una facoltà di Agraria all' università e ripristinare la ferrovia soppressa, che anzi doveva proseguire verso Rimini per valorizzare l' intera area.
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Si riparte Contrordine, si riparte. Dopo le chiusure, le sospensioni e le dismissioni a catena durante il trentennio 1960-1990, per le ferrovie, in Italia, sembra essere arrivato il momento della riscossa. La nuova parola d' ordine, da qualche anno, è «riapertura». Le ultime linee «rinate» sono la Bologna-Vignola (24 km) e la Foggia-Lucera (20 km), entrambe chiuse nel 1967 e riavviate nel 2009. Prima, c' erano stati i 10 km della Torino-Ceres, chiusi nel 1993 e riaperti nel 2008, i 61 km della Treviso-Portogruaro (1981-2000), i 45 km della linea Collesalvetti (' 92-' 04) che aggira il nodo di Livorno e tocca diverse località dell' entroterra toscano, i 18 km della Salerno-Mercato San Severino (' 67-' 90), i 30 km della Firenze-San Piero a Sieve (' 57-' 03) e, infine, i 60 km della Merano-Malles (' 90-' 05) che in cinque anni ha fatto registrare un traffico di ben 6 milioni di passeggeri in un bacino di 35 mila abitanti.
Vulpio Carlo
Da: archiviostorico.corriere.it
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Lo si è visto nella riunione organizzata a Calcinelli venerdì 3 dicembre, nel corso della quale è stato illustrato il progetto di pista ciclopedonale ed è stato evidenziato il reale stato di fatto della ferrovia che, dopo quasi 24 anni di abbandono, mostra evidentissimi segni di degrado. Una pista ciclopedonale presenta numerosi vantaggi: preserva per il futuro il sedime della ferrovia; offre una viabilità alternativa tra i quartieri e tragitti molto belli dal punto di vista ambientale nelle zone verso l’interno; il percorso può essere utilizzato per servizi complementari quali fibre ottiche, acquedottistica, ecc.; infatti in inglese queste vie sono chiamate “Lifelines routing” perché al di sopra passano pedoni e ciclisti e al di sotto scorrono cavi e canalette di vitale importanza che alimentano l’innovazione e il progresso. Molto contenuti i costi sia per la realizzazione che per la manutenzione, soprattutto se raffrontati con quelli enormi di un eventuale ripristino della ferrovia, ipotesi comunque sostenuta da rappresentanti di FVM presenti all’incontro.
Grande potrebbe essere l’impatto sociale ed economico sul nostro territorio di una pista ciclopedonale lunga più di 40 km che unisce la costa all’entroterra; lo dimostra il successo di quelle già realizzate che, secondo la FIAB, sono oltre una quarantina in Italia su ferrovie dismesse; piste frequentate da turisti che sempre più spesso scelgono località attrezzate per l’uso della bicicletta.
Nelle prossime settimane saranno avviati contatti anche con altri soggetti potenzialmente interessati, in modo da costituire una solida base di sostegno per la pista ciclopedonale che già ora può contare sull’interesse di numerosi sindaci della vallata e del presidente della Provincia. La quarta Giornata delle ferrovie dimenticate in programma per domenica 6 marzo 2011 è l’occasione giusta per organizzare iniziative varie lungo i binari della Fano Urbino.
Enrico Tosi
Da: www.sottocchio.it
ANNO 2011
Poi la sanità («Elemento centrale della qualità della vita: due strutture datate come San Salvatore e Santa Croce sono funzionali all’eccellenza?Avanti con l’ospedale unico provinciale»), le piste ciclabili («Vanno segnate urbanisticamente e sono infrastrutture del benessere. Il 5 febbraio inaugureremo l’ultimo tratto della Fano-Pesaro a Fosso Sejore»), la nuova edilizia («Ripartiamo costruendo bene e nel costruito») e il dibattito sulle infrastrutture. Con la Fano-Grosseto, ovviamente, «resuscitata dalla grande mobilitazione provinciale».
E la ferrovia: «Usciamo dalle nostalgie – sottolinea Ricci -. Il problema non è riaprire la Fano-Urbino, ma come ci colleghiamo alle direttrici dell’alta velocità, da cui siamo tagliati fuori». Per il presidente servono grandi progetti «per intercettare i finanziamenti europei del 2013-2020» e la capacità di «mettere in campo una visione». La serata si apre con la proiezione del video che riassume i temi del Piano e con i saluti istituzionali del sindaco Stefano Aguzzi. Raffica di contributi dalla platea: cittadini, professionisti, amministratori, associazioni e comitati contribuiscono all’articolazione della proposta…
Da: marchenotizie.net
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31/1/2011 - Pergola, i temi dell’incontro con Ricci
Pergola. Saranno tanti gli argomenti che questa sera alle 21, nella sala dell’Abbondanza, animeranno l’incontro di “Provincia 2020 Tour”, l’iniziativa voluta dal presidente Matteo Ricci per illustrare e discutere con i cittadini le scelte del nuovo modello di sviluppo elaboratao per il Pesarese. Un piano strategico che coinvolge tutti i settori, tra cui quello del collegamento tra le diverse aree provinciale e di queste con il resto della regione, attraverso quelle che nel maggio scorso Ricci ha definito “le infrastrutture del benessere”. Tra queste c’è la ferrovia e in particolare la Pergola-Fabriano, per la quale il presidente della Provincia pensa a un prolungamento fino a Fossombrone. Un progetto già ipotizzato a metà degli anni ottanta del secolo passato, come ricorda Giuliano Droghini, all’epoca assessore del Comune di Pergola. “L’idea di fondo era quello di unire i tratti di ferrovia minore che c’erano allora nelle Marche e cioè la Civitanova-Macerata-Fabriano, la Fano-Urbino e appunto la Fabriano-Pergola. In questa maniera si sarebbe ottenuta una linea unica di collegamento delle aree interne, che avrebbe unito aree importanti della regione sotto ogni punto di vista. Se vogliamo si sarebbe realizzata quella pedemontana che da decenni la nostra regione cerca di realizzare, solo che in questo caso si sarebbe trattato di una pedemontana su binari, anziche di una pedemontana stradale”.
Al di là di quella ipotesi, oggi proprio il presidente Ricci torna a parlare del prolungamento ferroviario da Pergola a Fossombrone. “Mi fa piacere che questo obiettivo non sia dimenticato - sottolinea Droghini - Certo, le condizioni sono mutate rispetto al passato, ma c’è da dire che anche la tecnologia ha fatto passi avanti notevoli nel settore del trasporto ferroviario e la costruzione, così come la gestione del tratto Pergola-Fossombrone risulterebbe facilitato, anche per il capitolo dei costi. I vantaggi per le comunità interessate sarebbero molteplici, perchè bacini socioeconomici importanti come quello metaurense, quello cesanense e quello fabrianese riceverebbero nuovi impulsi”. In pratica quello che pensa Ricci quando parla delle “infrastrutture del benessere”.
Da: Corriere Adriatico
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Con quali soldi?
"Non possiamo saperlo ora ma li troveremo. Dirotteremo dei finanziamenti, batteremo cassa all’Europa, alle ferrovie, sceglieremo quest’investimento tra quelli da inserire tra le priorità. Solo con questa nuova linea ferrovieria di 12 chilometri potemmo arrivare ad avere un collegamento ferroviario tra Urbino e Roma da coprire in meno di 4 ore."
Che si fa prima?
"Non rimarremo seduti. Voglio valorizzare il percorso ferroviario della vecchia Fano Urbino realizzandoci sopra una pista ciclabile che da Pesaro arrivi ai Torricini passando per la valle del Metauro. Sarà un percorso che lascerà migliaia di turisti senza parole."
Quindi la ferrovia come scommessa futura ma intanto si cannibalizza il tracciato per farci la pista ciclabile. C’è qualcosa che non torna.
"Torna tutto invece. I 12 chilometri che realizzeremo tra Pergola e Fossombrone come primo lotto potranno diventare altri venti fino a Urbino. Passando magari nell’attuale tracciato della ferrovia con la pista ciclabile da costruire accanto. Ma intanto non lasciamo marcire il percorso ferrato che collega il mare a Urbino. Lo valorizzeremo al meglio con la pista ciclabile perché il turismo è una risorsa economica straordinaria che dobbiamo mettere a frutto come si deve."
Nel suo Piano strategico, la ferrovia è solo quella dell’entroterra?
"Vogliamo spostare il tracciato della linea adriatica portandolo dal lungomare al corridoio che era stato riservato per lo spostamento dell’autostrada. Avendo autorizzato la terza corsia, e dunque non essendoci più l’esigenza di spostarla, possiamo puntare su quel corridoio per farci passare la linea Adriatica. E su questo piano è d’accordo anche la Provincia di Ancona che ha già un progetto preciso. Tuteleremo nei Prg quel corridoio che passa all’altezza di Villa Ceccolini riservandolo alla ferrovia. Andremo a liberare il lungomare dal treno restituendolo alla spiaggia e alle città spazi vitali. Non deve spaventarci il compito di disegnare il futuro della nostra gente. Vanno fatte delle scelte e noi saremo capaci di farle. Con l’avvertenza che saranno scelte a breve, medio e lungo periodo. Andrò a spiegarlo città per città, comune per comune (stasera a Pergola ndr)."
Le decisioni più rapide?
"Piste ciclabili lungo il Foglia, il Metauro, il Cesano con rilancio del trasporto su ferro costruendo quei 12 chilometri che collegheranno Urbino alla Capitale d’Italia. Più che un sogno è una necessità tenuto conto che l’alta velocità passerà sul Tirreno e non sull’Adriatico. E noi non possiamo limitarci a salutare il treno che passa. Dobbiamo salirci."
Roberto Damiani
Da: Il Resto del Carlino
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Nel gennaio 2010 il movimento civico si è dotato di uno statuto a dir poco innovativo, che prevede due tipi di votazioni: - una votazione consultiva, non vincolante e non decisiva, ove il diritto di voto è riconosciuto a tutti i Membri Ordinari ovvero a tutti gli iscritti, coloro che hanno accettato l’avveniristico statuto e l’inconsueto programma politico. - una votazione deliberante, quindi effettiva, riservata ai soli 3 di loro (Membri Deliberanti) che negli ultimi 12 mesi, grazie al loro impegno concreto e costante, alla loro partecipazione continuativa alle assemblee ed ai consigli comunali, hanno maturato il maggior numero di crediti, attribuiti secondo criteri oggettivi legati esclusivamente alla partecipazione attiva. Altra particolarità è che il Sovrintendente essendo figura di garanzia, sia pur propositiva, non ha diritto di voto.
Ebbene tornando ai 3 emendamenti al programma politico, alla luce degli ultimi avvenimenti che prevedono di rendere Calcinelli centro delle prossime iniziative a favore della Greenway, “La Terza Via” ha rimesso in discussione quanto deciso nel maggio 2009, sull’ ex-tracciato ferroviario Fano-Urbino:
- Farci sopra la pista ciclabile, come sostengono varie associazioni di cicloamatori ed ambientaliste, ed anche il presidente della Provincia di Pesaro e Urbino?
- Elettrificare e sistemare la linea, dotandola di moderni passaggi a livello, e ripristinare il treno, come sostiene l’Associazione Ferrovie del Metauro?
- Oppure una terza ipotesi dettata da un maggior pragmatismo e realismo, che sostiene che non vadano realizzate opere costose nella costruzione e nella manutenzione, se non essenziali e non di interesse generale, nella convinzione che la collettività non può farsi carico delle passioni di pochi, e quini un NO deciso sia alla GreenWay che alla Ferrovia?
Ebbene dopo una votazione “consultiva” a maggioranza ancora favorevole alla GreenWay, la votazione decisiva sempre a maggioranza da parte dei Membri Deliberanti de “La Terza Via” è andata nel senso opposto, approvando la terza ipotesi, e determinando quanto segue: Scompare dal programma politico la seguente frase: “Si darà appoggio ad iniziative sovracomunali che spingano alla costituzione della Greenway, vale a dire la sostituzione dell’attuale ferrovia Fano Urbino con una pista ciclabile. “ e viene sostituita con la seguente frase: “Si darà appoggio ad iniziative di qualsiasi tipo che spingano ed incentivino i comuni attraversati dalla ferrovia Fano Urbino e qualsiasi altra autorità preposta, alla manutenzione costante, tutela, valorizzazione e riuso dell’area ferroviaria stessa e delle relative pertinenze, evitando la realizzazione di opere invasive, imposte dall’alto ed onerose per la collettività dal punto di vista economico-finanziario, come la Greenway e come l’elettrificazione ed il rifacimento dei binari”…
Da: http://laterzavia.wordpress.com
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“La proposta del presidente della Provincia Matteo Ricci di collegare Urbino a Roma tramite ferrovia è importante ma le fasi di realizzazione previste lasciano alquanto perplessi se non addirittura dubbiosi che il vero scopo sia quello dichiarato. Il collegamento con Roma della vallata del Metauro e della città ducale ha un senso solo se a sua volta c’è il collegamento con la costa adriatica, con Fano e Pesaro. Solo in questo caso avremo un bacino d’utenza che potrebbe giustificare le spese di un collegamento con la capitale e il potenziamento della tratta Pergola Fabriano. La proposta invece è alquanto strana poiché si parla di realizzare una tratta ferroviaria, forse entro il 2020, se si troveranno le risorse necessarie, che collegherebbe solo Urbino, mentre da subito si vorrebbe trasformare la tratta esistente Fano Urbino in una pista ciclabile. Non è affatto vero che ripristinare questo tracciato è fantascienza, come dichiara Ricci. Questo tratto ferroviario ha le stesse caratteristiche di tante altre che tuttora funzionano regolarmente e quindi il suo ripristino non comporterebbe affatto grandi problemi, soprattutto se si realizzerà una moderna metropolitana di superficie.
Il PRI ritiene fondamentale il rilancio della ferrovia nelle zone interne, se oggi si può parlare di un futuro collegamento con Roma questo è merito dei cittadini pergolesi che hanno difeso con tenacia questo tratto di ferrovia e che oggi fa sperare ad un suo potenziamento. Come i binari della tratta Fano Urbino, mai rimossi e ancora integri, fanno ancora sperare i cittadini della vallata del Metauro ad una riapertura della loro ferrovia. Con la pista ciclabile sarebbe infranto per sempre questo sogno. Il PRI chiede pertanto un impegno vero per il rilancio della ferrovia e il primo obiettivo dovrà essere il ripristino del vecchio tracciato che toglie dall’isolamento Urbino dalla costa per poi realizzare un collegamento con la capitale. Il PRI chiede inoltre che ai grandi progetti si abbini anche la sensibilità di risolvere i problemi quotidiani come quello, rimanendo sempre nel tema dei trasporti pubblici, di togliere dall’isolamento tantissimi comuni dell’entroterra nei giorni festivi. Uno scandalo e un danno economico e sociale più volte denunciato ma a quanto sembra è più utile riempire le pagine dei giornali con proposte ad effetto che risolvere un problema vero per tanti cittadini”.
Da: http://www.oltrefano.it
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“Il tentativo di isolare Cagli e tutta la comunità montana si ripete con il presidente Matteo Ricci, che vorrebbe costruire una nuova ferrovia che da Fossombrone porti direttamente a Pergola – Fabriano – Roma”. Una storia che si ripete secondo gli esponenti del centro destra cagliese che precisano: “Ci fu un primo tentativo di isolare Cagli da parte dell’ex presidente della provincia, Palmiro Ucchielli, quando tentò di spostare il tracciato della Pedemontana passando per Pergola-Fossombrone. Una proposta assurda poiché snaturava la funzionalità della Pedemontana. Per fortuna non fu ascoltato dal governo nazionale, il tracciato rimase quello originale ma nel frattempo si sono persi dieci anni, con la complicità di un silenzio assordante e servile del sindaco Papi e del consigliere provinciale Grilli, compagni di partito di Ucchielli.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti – concludono Pdl, Lega Nord e Pri - mentre la Pedemontana nella provincia di Ancona verrà terminata a breve, nelle nostre zone dovremo aspettare altri dieci anni. Al fine di non accumulare, anche in questo caso, decenni di ritardo per piaggeria nei confronti del presidente della provincia (basti pensare che nel maceratese già la Regione ha avviato la progettazione per la metropolitana leggera) si chiede al sindaco d’intervenire energicamente e, insieme ai sindaci dei comuni della comunità montana, di far valere le ragioni dei cittadini che chiedono un servizio che nel passato c’era ed era efficiente”.
Sul fronte del trasporto ferrato sostiene Giuseppe Gambioli del Pri: “Ci si lamenta che le stazioni ferroviarie di Pesaro e Fano sono state ulteriormente penalizzate con la soppressione di altre fermate. Ma non si comprende che il calo dei viaggiatori è causato dal fatto che tre intere vallate dell'entroterra sono completamente isolate”.
Irene Ottaviani
Da: Corriere Adriatico
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6/2/2011 - Da Fano a Pesaro benessere in bici
Fano. Politici, amministratori, ma anche centinaia di cittadini comuni hanno inforcato, ieri mattina, la sella della bicicletta per testare il percorso della ciclabile Fano-Fosso Sejore. Un’inaugurazione che arriva a distanza di 10 anni dalla prima progettazione dell’opera. Il sindaco Stefano Aguzzi, che alla fine non è mancato nonostante i problemi al ginocchio, e il presidente della Provincia Matteo Ricci hanno guidato il corteo che ha percorso i 3.500 metri di pista da Gimarra a Fosso Sejore, costata 2 milioni e 58mila euro. Nel suo complesso la ciclabile Pesaro-Fano, lunga 9 chilometri e 450 metri, ha richiesto una copertura di quasi 6 milioni e 225mila euro ed è il frutto della collaborazione fra Regione, che ha contribuito con 2milioni e 665mila euro (42,82%), Comune di Pesaro con 1 milione e 475mila euro (23,70%), Comune di Fano con 1 milione e 206mila euro (19,38%), Provincia, che ha stanziato 878mila euro (14,10%), curando anche la progettazione e la direzione dei lavori.
Per il tratto Pesaro Fosso Sejore i lavori hanno preso il via nell’aprile 2003 e sono terminati nel 2005, tempi più lunghi ha richiesto il tratto fino a Fano, partito nel giugno 2006. Il sindaco Aguzzi ha sottolinearlo l’utilità di un’infrastruttura in grado di far fronte a situazioni caotiche di traffico, mettendone in luce l’aspetto simbolico: “Questa pista ha un significato particolare perché unisce due città designate come in competizione tra loro, lo sforzo unitario ha dimostrato che non c’è crescita senza collaborazione”. Ricci ha definito quella di Pesaro la provincia della bicicletta, sottolineando la volontà di andare avanti su questa strada. “Le piste ciclabili sono infrastrutture del benessere che contribuiscono alla qualità della vita e allo sviluppo del turismo. Sulla costa la bicicletta è la nostra metropolitana e contiamo in futuro di prolungare il tratto verso Marotta. Per le questioni legate agli ultimi interventi necessari, come illuminazione e viabilità lato sottopasso di Fosso Sejore, saranno affrontate in piena collaborazione con il Comune di Fano”. In cantiere anche altri progetti, per cui si punta ad intercettare risorse comunitarie: la Pesaro–Rio Salso per cui i comuni di Pesaro e della vallata del Foglia hanno già stanziato un finanziamento; si pensa poi alla conversione in ciclabile della ferrovia Fano-Urbino.
A battezzare il percorso c’era pure il direttore del Giro d’Italia Angelo Zomegnan: “Grazie alle ciclabili questa zona si sta elevando ad eccellenza del turismo sportivo, al pari di Sanremo e Cortina d’Ampezzo. Già congiungere Pesaro a Fano è importante, puntare in futuro verso Urbino potrà diventare un punto di forza, anche per creare eventi finalizzati alla promozione del territorio”.
Federica Giovannini
Da: Corriere Adriatico
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Ma.Car.
Da: Il Messaggero
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10/02/11 - Urbino (PU) - A seguito dell’incontro del 26 gennaio scorso tra Legambiente di Urbino e FVM-Ferrovia Valle Metauro di Fano sul tema della riapertura della Ferrovia Metaurense, le due associazioni hanno convenuto di unire le forze per risolvere positivamente questo problema.
“Preso atto che la situazione reale non è conosciuta nei suoi principali aspetti –scrivono Legambiente Urbino e Fvm Ferrovia Valle Metauro- né da parte della popolazione né da parte degli amministratori locali e che circolano, ultimamente, fantasiose quanto inutili proposte da parte di chi dovrebbe realmente promuovere lo sviluppo e gli interessi del territorio, si è concordato di intervenire congiuntamente con iniziative a tutto campo per diffondere e far conoscere motivi, cause, costi e procedure per risolvere questo pluriennale caso”.
“Tenuto conto dell’aggravamento delle condizioni ambientali e territoriali, delle crescenti difficoltà di movimento e trasporto di persone, dell’abbandono ed isolamento a cui sono sempre più costrette le comunità della Valle del Metauro, le due Associazioni propongono fin da ora di organizzare la 4^ Giornata Nazionale delle Ferrovie Dimenticate a Fossombrone per il prossimo 6 marzo, oltre a d incontri e convegni in tutto il territorio assieme alle forze ambientaliste, culturali e politiche sensibili a questo problema”.
Da: Redazione Fanoinforma.it
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12/2/2011 - Per la Fano-Urbino Delvecchio dell’Udc rilancia la proposta del presidente Matteo Ricci
Fano. Nel dibattito sul futuro dell’ex ferrovia Fano-Urbino, l’Udc fanese sostiene l’idea di una pista ciclabile. “Avanti con la pista ciclabile”, dichiara il segretario politico Davide Delvecchio, evidenziando che “gli oltre 50.000 cittadini che abitano a ridosso della linea ferrata sono pronti alla protesta dura e senza sconti contro chi pensa di venire a giocare al macchinista e controllore su un tratto di ferrovia che ha mutato la sua identità. Sulla Fano Urbino oltre ad esserci interi quartieri – aggiunge - sono presenti rotatorie, svincoli, parcheggi e altre infrastrutture che i comuni della vallata hanno costruito nel tempo; ripristinare la ferrovia sarebbe pura follia. Esempi di come ferrovie dismesse sono state trasformate in piste ciclabili, viceversa, come è stato fatto a Fiuggi, ad Alessandria e in altre località italiane, dimostrano come tali infrastrutture hanno tutte le caratteristiche e la forza di attrazione per essere frequentate quotidianamente da migliaia di persone.
Il costo sarebbe sostenibile e comunque inferiore alla messa in sicurezza della strada Flaminia, troppo pericolosa, in molti punti senza marciapiede dove ogni giorno transitano migliaia di ciclisti e pedoni. L’ex ferrovia sarebbe, insomma, un via alternativa sicura e agevole, all’arteria provinciale percorsa dal traffico motorizzato; in sintesi: un’ opera necessaria”. In pratica l’Udc di Fano in questo modo rilancia la proposta del presidente della Provincia Matteo Ricci. Seppure di dimensioni più ridotte, la pista ciclabile Fano – Pesaro, non appena completata, grazie a un’intesa tra Comune di Fano, Provincia di Pesaro e Urbino e Regione Marche, ha subito dimostrato come una corsia protetta per il traffico ciclabile, sia notevolmente frequentata dagli appassionati delle due ruote, ma anche di chi intende fare una semplice passeggiata”. “Per le aree più interne – ha dichiarato il presidente della Provincia Matteo Ricci - le piste ciclabili non solo sono un luogo del benessere, ma possono diventare anche un elemento di attrazione turistica”.
Da: Corriere Adriatico
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D’Anna poi viene al dunque. “Se è vero che sono ormai indispensabili le piste ciclabili per mettere in sicurezza ciclisti e pedoni, ed è bene dimostrarlo nei fatti e non nelle intenzioni, è altrettanto fondamentale creare e mettere a disposizione dei cittadini altri mezzi alternativi alla gomma per evitare che le polveri sottili continuino a mietere vittime e a costringere gli enti pubblici a limitare forzatamente il traffico come accade ogni volta che si superano i limiti previsti. Le due proposte, ciclabili e ferrovia, possono essere utili al miglioramento della qualità della vita. Non si capisce perchè nel dibattito ci sia chi arriva persino all'insulto nei confronti di chi, come i volontari della Ferrovia Valle del Metauro, si battono concretamente, dedicando il proprio tempo libero alla pulizia dei binari, per il ripristino della Fano-Urbino. Non per giocare ma per un senso civico che anche certa politica dovrebbe prendere come esempio. Noi crediamo fortemente nei mezzi pubblici come alternativa al caotico e inquinante traffico automobilistico. Ci crediamo perchè nel quotidiano usando la bicicletta, sempre e non solo alle inaugurazioni delle ciclabili, ci rendiamo conto delle esigenze dei ciclisti, quelle della messa in sicurezza di aree che nel recente passato hanno continuato a mietere vittime come la Flaminia e l'Adriatica e tante altre strade. In queste realtà, a parte il collegamento Pesaro-Fano poco o niente si è visto. Ben vengano altre iniziative come questa ma non a discapito del ripristino della Fano-Urbino. Altrove si costruiscono ferrovie o metropolitane di superficie, noi che abbiamo le strutture prima ce le facciamo chiudere senza colpo ferire, poi gli vogliamo dare il colpo di grazia. Sì alla ferrovia Fano-Urbino e un altrettanto e convinto sì a una rete di ciclabili che nulla vieta possano coesistere in alcune parti del tracciato”. Il consigliere regionale, infine, allude a possibili conflitti d’interesse da parte di certi politici contrari al ripristino della ferrovia per proprietà immobiliari nei pressi dei binari. “Se la contrarietà a una o all'altra proposta è solo dettata dal fatto che chi interviene nel dibattito ha degli interessi diretti che vengono messi in discussione, beh allora si capiscono molte cose”.
Marco Spadola
Da: Corriere Adriatico
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Da: Corriere Adriatico
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Il trekking urbano prenderà il via dal parco archeologico di San Martino del Piano. L’associazione Fvm-Ferrovia Valle Metauro propone una serie di eventi: raduno alle 9,30 presso la piazza della stazione con partenza di due escursioni, una a piedi condotta dagli animatori della sottosezione Cai di Fossombrone unitamente a a quelle di Ancona, Jesi e Gualdo Tadino, l’altra in bicicletta con due gruppi di cicloamatori, i BromboBikers di Canavaccio ed i Briganti di Fossombrone. Gli escursionisti partiranno verso le direttrici che portano ai monti del Furlo ed alle boscose pendici delle Cesane. Contemporaneamente si svolgerà, presso l’istituto superiore Donati di Fossombrone, un convegno incentrato sulle potenzialità offerte dalla ferrovia in relazione ad uno sviluppo armonico ed eco-compatibile del turismo dolce, nell’area del territorio vallivo del Metauro. “Gli interventi dei relatori, di chiara fama nazionale – preannunciano gli organizzatori - illustreranno l’importanza e la necessità di sviluppare un sistema di trasporto pubblico intermodale, soprattutto in connessione ad itinerari, da compiere a piedi od in bici, a tematiche diverse: ambiente, escursionismo montano e rurale, trekking urbano, vie della fede, strade della storia e della cultura. Il tutto in comprensori che ben si prestano a questo tipo di turismo. “La vallata è ricchissima di spunti in tal senso, quindi le motivazioni non mancano e, cosa che oggi non guasta, vi sarebbero concrete opportunità di nuovi posti di lavoro”.
roberto giungi
Da: Corriere Adriatico
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Da: Corriere Adriatico
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18/02/11 - Associazione utenti trasporto pubblico:
Fano (Pesaro Urbino)- Linea ferroviaria Fano-Urbino, interviene Antonio bruno, segretario provinciale Utp, Associazione Utenti Trasporto Pubblico.
“In questi giorni si dibatte ancora una volta sulla ferrovia Fano-Urbino – dice Bruno - e con piacere noto l'ottimo intervento a proposito del Consigliere Regionale D'Anna che la scrivente condivide e appoggia pienamente. Infatti nessuno può decidere sulle sorti di un uso diverso dal ferroviario del sedime ancora esistente in quanto tutto il tracciato è ancora di proprietà di RFI (Rete Ferroviaria Italiana). Tanto va fatto sapere anche al segretario dell'UDC di Fano Delvecchio che spinge per di destinare il tracciato della ferrovia a pista ciclabile.
Da precisare che la scrivente non è contraria alle piste ciclabili come potrebbe sembrare, ma queste vanno costruite in altre sedi e non sul sedime della ferrovia. Quindi, ancora una volta, la scrivente urla che il tracciato della ferrovia non va toccato e che la scrivente è sempre aperta a qualsiasi confronto. Ciò lo deve anche sapere - ancora una volta - il Presidente della Provincia di Pesaro Ricci, anch'egli fautore di questa soluzione, ma che dimentica che lui non può decidere sulla proprietà di RFI. L'opinione pubblica deve anche sapere del comportamento del Presidente Ricci nei confronti della scrivente (che sa chiaramente di presa in giro) che ancora sta aspettando una convocazione dopo oltre cinque mesi dalla richiesta”.
Da: Redazione Fanoinforma.it
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25/2/2011 - La ferrovia divide l’Udc
Fermignano E’ una Udc a due facciate quella che si espone sulla ex tratta ferroviaria Fano – Urbino. Quale sarà quella retta e proba? Quella fanese che per voce del segretario politico, nonchè assessore, Davide Delvecchio dichiara “avanti con la pista ciclabile!” oppure quella più fiera del segretario Udc di Fermignano, Stefano Tori Santinelli, il quale, da 20 anni, sta lottando per il ripristino dell’infrastruttura su rotaia al grido: “quel treno deve ripartire”? E’ bello vedere come le menti di uno stesso partito siano sempre…in disaccordo. In fondo il dissenso e la divergenza è l’anima della democrazia. Delvecchio evidenzia che “gli oltre 50.000 cittadini che abitano a ridosso della linea ferroviaria sono pronti alla protesta dura e senza sconti contro chi pensa di venire a giocare al macchinista e controllore su un tratto di ferrovia che ha mutato la sua identità. Sulla Fano – Urbino oltre ad esserci interi quartieri, sono presenti rotatorie, svincoli, parcheggi che i comuni della vallata hanno costruito nel tempo; ripristinare la ferrovia sarebbe pura follia”.
Stefano Tori Santinelli altresì, da tempo insiste: “La nostra ferrovia può e deve essere riaperta. La spesa complessiva stimata è di 500 mila euro perché c’è un concreto utilizzo di materiale rotabile dismesso per far posto all’alta velocità. Chi parla di spese enormi parla senza sapere. E val la pena ricordare che gallerie e ponti sono in splendido stato malgrado un abbandono durato quasi 25 stagioni. Hanno costruito a due passi dalle rotaie? Bene. Si costituisca una Commissione Tecnica che verifichi la regolarità di tutte le autorizzazioni urbanistiche concesse nei pressi della ferrovia e segnali le brutture che sono emerse nel percorso”. Per questo ultima considerazione anche alla consigliera provinciale Elisabetta Foschi si chiede: “Perché la Provincia non ha mai fatto osservazioni sui Prg di quei comuni interessati che in alcuni casi hanno presentato piani di sviluppo che finiscono per essere a ridosso della ferrovia?”. L’Udc di Fano, attraverso Delvecchio rilancia la proposta del “presidente felice” della Provincia, Matteo Ricci che ha dichiarato in più riprese durante la sua tournèe nelle aree interne “non lasciamo marcire il percorso ferrato che collega il mare a Urbino. Lo valorizzeremo al meglio con la pista ciclabile perché il turismo è una risorsa economica straordinaria che dobbiamo mettere a frutto come si deve”.
Eugenio Gulini
Da: Corriere Adriatico
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Da: Corriere Adriatico
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Da: Corriere Adriatico
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Anche D’Anna (Pdl) favorevole: “Altrove si costruiscono nuove metropolitane di superficie, noi non possiamo chiuderle” Il consigliere regionale Pdl, Giancarlo D’Anna, anche in qualità di membro dell’associazione Ferrovia Valle del Metauro (FVM), sostiene il ripristino della linea ferroviaria sul modello della Merano - Malles “dove con sapienza, saggezza e buon senso e tecnologia treno-autobus e biciclette si integrano fornendo un servizio che soddisfa le esigenze di molti. Altrove si costruiscono nuove ferrovie o metropolitane di superficie, noi che abbiamo le strutture prima ce le facciamo chiudere senza colpo ferire, poi gli vogliamo dare il colpo di grazia”. D’Anna dunque approva la ferrovia Fano-Urbino, ma dice un altrettanto e convinto sì ad una rete di piste ciclabili che nulla vieta possano coesistere in alcune parti del tracciato.
Sulla stessa linea di pensiero l’Unione Trasporto Pubblico (Utp) che difende a spada tratta il percorso ferrato: “Infatti nessuno può decidere sulle sorti di un uso diverso dal ferroviario del sedime esistente in quanto tutto il tracciato è ancora di proprietà di Rete Ferroviaria Italiana (Rfi). Tanto va fatto sapere anche al segretario dell'Udc di Fano Delvecchio che ipotizza la trasformazione del tracciato della ferrovia a pista ciclabile. Da precisare – si legge nella nota dell’Utp - che l'associazione non è contraria alle piste ciclabili come potrebbe sembrare, ma queste vanno costruite in altre sedi e non sul sedime della ferrovia. “Patto” tra Legambiente di Urbino e Ferrovia Valle Metauro di Fano per arrivare alla riapertura della Ferrovia Metaurense
Ciò lo deve anche sapere presidente della Provincia di Pesaro, Matteo Ricci, anch'egli fautore di questa soluzione, ma che dimentica che lui non può decidere sulla proprietà di RFI”. Chiariti questi aspetti, le due proposte possono, ciclabili e ferrovia, essere portate avanti insieme: saranno utili al miglioramento della qualità della nostra vita. Intanto, Legambiente di Urbino e FVM-Ferrovia Valle Metauro di Fano sul tema della riapertura della Ferrovia Metaurense, le due associazioni hanno convenuto di unire le forze per risolvere positivamente questo problema e hanno proposto di organizzare la 4^ “Giornata Nazionale delle Ferrovie Dimenticate”, a Fossombrone, per il prossimo 6 marzo.
Da: www.lafiera.it
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FANO - Continua a crescere la richiesta di piste ciclabili. Tanto più è sicuro spostarsi sulle due ruote a pedali, tanto più se ne avvantaggiano l’ambiente (meno fumi, meno rumore), i bilanci delle famiglie e la salute: pedalare fa bene. Un gruppo di studenti vorrebbe andare a scuola in bicicletta, ha però lo svantaggio di abitare a Fenile e i genitori non si fidano di una strada stretta e trafficata: troppo pericolosa. Allora i ragazzi chiedono quando sarà costruita la pista ciclabile tra Fano e Fenile. La lettera aperta all’Amministrazione comunale è firmata da Giovanni Canfora, Luca Valentini, Sofia ed Elena Tiberi, Francesco e Giacomo Sorbini, Giacomo e Sara Baffo. Questi ragazzi vorrebbero essere “indipendenti”, ma non possono “dare torto” ai genitori, “visti i passati incidenti che hanno coinvolto ciclisti”. “Alcuni nostri amici di Pesaro – prosegue la lettera – sono più fortunati di noi, possono usufruire di piste ciclabili. Qui a Fenile è sorto un comitato per la Fenile–Fano, anche noi abbiamo partecipato a qualche iniziativa, ma tutto è rimasto come prima. Quanto tempo dovremo aspettare ancora? Queste nostre esigenze non sono importanti?”.
Sul traffico a Fenile interviene, inoltre, Leonardo Carboni della lista civica La Fano dei Quartieri: il nuovo casello autostradale alimenta il timore che la pressione dei veicoli aumenti e di molto: «Non ci siamo schierati contro l’uscita di Fano Nord, nonostante sia stata prima imposta e poi condivisa, consapevoli della sua importanza. Non nascondiamo però una certa apprensione. Sosteniamo pertanto, come Fano dei Quartieri e come residenti, le richieste fatte dal consigliere comunale Massimo Pierelli e in particolare l’esigenza di valutare con attenzione il traffico che attirerà il casello».
L’ambientalista Leonardo Zan sollecita invece una “via verde” sul tracciato della vecchia ferrovia Fano-Urbino: «In Italia oltre cinquanta ferrovie in disuso sono state riconvertite in piste ciclabili. Il gruppo “La via verde del Metauro” sta predisponendo alcune iniziative per promuovere un’analoga soluzione. La prima è domenica 6 marzo, in adesione alla Quarta giornata nazionale delle ferrovie dimenticate. È prevista la visita alle stazioni lungo la Fano-Urbino, per documentarne lo stato di fatto. Un utilizzo continuo della linea è la migliore garanzia non solo per conservare questo patrimonio collettivo, ma anche per un eventuale ritorno del treno, qualora fossero trovati gli ingenti capitali necessari e soprattutto ci fosse un adeguato bacino d’utenza». Infine la lista civica Socialisti per Fano, che appoggiano «ogni ipotesi concreta di utilizzo della Fano-Urbino», per non abbandonare «una risorsa economica e infrastrutturale».
Da: www.ilmessaggero.it
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L’invito a partecipare è rivolto a quanti condividono l’idea di mantenere in vita e rilanciare una struttura che rischia di scomparire dopo decenni di sostanziale abbandono. Un utilizzo continuo è infatti la migliore garanzia non solo per la conservazione di questo patrimonio collettivo ma anche per un eventuale ritorno del treno, qualora fossero trovati gli ingenti capitali necessari ma soprattutto se ci fosse un adeguato bacino di utenza. Come del resto prevede lo stesso “Comodo”, parlando del “falso pericolo delle piste ciclabili”, questa ferrovia può ritornare a nuova vita accogliendo i tanti cittadini che vogliono percorrere una viabilità alternativa già esistente tra i vari nuclei abitati sviluppatisi lungo i vecchi binari. E il successo ottenuto dalla ciclabile Fano-Pesaro appena realizzata lascia facilmente presagire per quest’altra “via verde” ottime prospettive anche nel settore dello sport e del turismo.
Da: Corriere Adriatico
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Trekking e passeggiate sulle Cesane
Fossombrone “Tutto è pronto per la quarta giornata nazionale delle ferrovie dimenticate – sottolinea l’assessore comunale Stefano Bonci - qui passa la linea Fano - Urbino nata nel 1898 e dismessa nel 1987. Pochi anni prima era stata costruita la nuova stazione da dove molti studenti salivano sulla littorina per Urbino e così tanti impiegati verso le fabbriche della nascente zona industriale di Fermignano. Con dimenticare poi gli operai che da Fossombrone si portavano alla Benelli Arni di Urbino?”. Il calendario della giornata? “Domani mattina alle 9.30 l’appuntamento è in piazza Giovanni XXIII antistante la vecchia stazione ferroviaria. Da lì prenderanno il via le escursioni a piedi, le passeggiate in bicicletta e un trekking urbano. L’escursione a piedi nelle Cesane sarà condotta dagli accompagnatori della locale sottosezione Cai assieme ai soci di quelle provenienti dalle Marche e dall’Umbria, contemporaneamente i cicloturisti di Brombobikers di Canavaccio ed i Briganti di Fossombrone si dirigeranno verso la Gola del Furlo”. Il Comune di Fossombrone ha aderito alla giornata per tenere vivo il dibattito nella prospettiva di un’eventuale convivenza tra pista ciclabile e linea ferroviaria anche per congiungere le vallate del Cesano e del Metauro. Domani alle 10 nell’aula magna del Donati verranno illustrati il progetto di riapertura della ferrovia e le prospettive di sviluppo turistico.
Roberto Giungi
Da: Corriere Adriatico del 5/3/2011
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Effettuata questa premessa D’Anna, in occasione della manifestazione odierna a Fossombrone per la riapertura della tratta ferroviaria, fornisce un significativo esempio. “In Val Venosta negli scorsi anni si assisteva ad un dibattito simile a quello sul ripristino della Fano-Urbino. Nonostante dubbi e contrarietà si è ritenuto che fosse giusto ed opportuno investire sul recupero della linea. Oggi i risultati hanno convinto anche i più feroci oppositori. I dati parlano chiaro: la linea è frequentatissima da studenti, lavoratori, escursionisti e turisti tanto che addirittura si pensa ad un raddoppio. Inoltre con il ripristino delle stazioni, si è compiuto un passo significativo per la conservazione del patrimonio culturale della valle. Un esempio e un'esperienza da prendere come riferimento”. A chi continua a vedere nel ripristino della Fano-Urbino un nostalgico ritorno al passato, aggiunge D’Anna, consigliamo una semplice sbirciata al sito internet della Ferrovia Merano-Malles. Ci si renderà conto che oggi la tecnologia consente di ridurre al minimo rumore, tempi di attesa, costi tutto a beneficio della comunità con riduzione di inquinamento, traffico e patologie ad essi collegati. Tutto vantaggio della qualità della vita. E' chiaro, il problema del finanziamento non è secondario ma in una provincia dove a vantaggio esclusivo di pochi investitori stranieri e di qualche proprietario locale che gli ha affittato i terreni, si è stuprato il territorio con impianti fotovoltaici a terra, non sarebbe male se si investisse sul trasporto, sul recupero dei manufatti e sul loro utilizzo per scopi e fini a vantaggio dell'intera comunità. Ciò non esclude un progetto di piste ciclabili da realizzarsi a dovuta distanza dalla ferrovia.
Da: Corriere Adriatico del 6/3/2011
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Da: Corriere Adriatico del 6/3/2011
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Come fanese penso che riattivare la ferrovia Fano – Urbino offrirebbe immediatamente degli enormi vantaggi alla città di Fano garantendo una nuova mobilità da e verso l’entroterra. Non dimentichiamo la forte vocazione turistica delle due città capolinea: Fano è la terza città delle Marche e Urbino non rappresenta solo una città universitaria ma é anche Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO. Riattivare la ferrovia creerebbe un incredibile asse viario che favorirebbe in maniera decisa l’incremento turistico ed economico non solo di 2 grandi città marchigiane, ma di tutte quelle stupende realtà situate lungo la direttrice ferroviaria. Nelle sue ultime dichiarazioni il presidente della Provincia Matteo Ricci vorrebbe trasformare le rotaie in una grande pista ciclabile. Noi riteniamo che il ripristino della ferrovia Fano Urbino possa anche incentivare la creazione di nuove piste ciclabili parallele alla ferrovia o in sinergia con esse, ma costruire una pista ciclabile sulle rotaie significherebbe affossare il ripristino della ferrovia. Allora ci chiediamo se nel progetto di “Provincia Felice 2020” il presidente Ricci non voglia rendere un po’ meno felici Fano, Urbino e la valle del Metauro, privandoli di un asse viario su rotaie altamente strategico e di grande sviluppo.
Forse, e dico forse, riattivare il trasporto metaurense, creando una forte sinergia economico-turistico-viaria tra Fano e Urbino, tra mare e collina, potrebbe mettere in ombra Pesaro minando la sua felicità come capoluogo di provincia? Io penso di no e credo che la valle del Metauro abbia diritto ad uno sviluppo sostenibile. In momenti di crisi come l’attuale, il ripristino della ferrovia potrebbe costituire un impareggiabile strumento per riaccendere la nostra economia. Per tale motivo il Circolo Nuova Fano, organizzerà a Fano nelle prossime settimane una conferenza stampa per presentare dei documenti inediti sulla ferrovia e far in modo che anche su Fano si accenda un vero dibattito della politica e delle associazioni sul ripristino della ferrovia. La linea ferroviaria Fano – Urbino è già esistente quindi il suo recupero salvaguarderebbe il nostro territorio da ipotetiche speculazione e garantirebbe la diminuzione delle polvere sottili e del traffico. Ci auguriamo che da quelle forze politiche fanesi, che proclamano ad alta voce la loro anima ecologica e ambientalista, si possa ascoltare un forte impegno per il ripristino della ferrovia anche in disaccordo con i vertici della nostra provincia”.
Andrea Montalbini - Consigliere Comunale (PDL)
Da: www.oltrefano.it/2011/03/08
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Per numerosi e validi motivi:
1- economici: con modesti investimenti si avvia un circolo virtuoso, come ha già dimostrato la provincia di Trento (http://www.ufficiostampa.provincia.tn.it/binary/pat_ufficio
_stampa/supplementi_trentino/Report34.1284447659.pdf) o, per fare solo uno degli oltre quaranta casi in Italia, la pista Calalzo – Cortina, “inaugurata nemmeno due anni fa e già fulcro del turismo dell’area”, come dice il sindaco di Calalzo;
2 – ambientali: i trasferimenti brevi con le bici, per esempio tra quartieri, disincentivano l’uso di auto e motorini e di conseguenza l’emissione di sostanze inquinanti;
3 – sicurezza: una ciclabile in sede propria consente di evitare strade trafficate e pericolose;
4 – manutenzione abbastanza semplice: non è indispensabile tra l’altro eliminare tutta la vegetazione, anche spargendo lungo i binari pericolose sostanze chimiche disseccanti;
5 – ottime prospettive di utilizzo sportivo e ricreativo di una struttura che, rispetto alle altre, potrebbe avere una carta in più molto suggestiva: esattamente la stessa lunghezza della Maratona olimpica, pari a km 42,195;
6 – si realizza un nuovo collegamento che non è un doppione del bus, la ‘metropolitana’ già esistente con trazione a metano, normative antinquinamento Euro 4 e 5, georeferenziazione e, se necessari, carrelli portabici;
7 – evidente disimpegno o disinteresse di Ministero dei Trasporti, Rete Ferroviaria Italiana, Regione Marche, Genio Ferrovieri e investitori privati, a fronte di una scelta per la ciclabile da parte della Provincia, l’ente che, per dimensioni territoriali, meglio di tutti riesce a cogliere le reali esigenze del bacino di utenza;
8 – si può sfruttare il sottosuolo della ‘via verde’ anche per sottoservizi;
9 – si conserva per il futuro un patrimonio pubblico che rischia sul serio di scomparire, se non si interviene subito con spirito costruttivo per salvare ciò che ne resta. Per i prossimi mesi sono già previste varie iniziative a sostegno della ciclabile sulla Fano Urbino: visite guidate a ferrovie riconvertite, presentazione di studi e documenti, incontri con tutti i soggetti potenzialmente interessati, ecc”.
Per saperne di più consultare http://www.lavalledelmetauro.org/standard.php?lingua=it&id_sezione=8&id_sottosezione=10&record=10774
Da: fanoinforma.it 8/03/2011
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La proposta del consigliere regionale Giancarlo D’Anna: “Riattivare il tratto più facile e naturale Fossombrone-Fano sarebbe il primo passo da fare, secondo me”. Riaprire la ferrovia, ma in che modo? “Le tecnologie oggi sono avanzatissime. Cinque anni fa, come vice sindaco di Fano, insieme a tecnici della Regione, avevo organizzato un sopralluogo alla ripristinata ferrovia Merano-Malles. Anche lì, dopo i dubbi iniziali, un successo crescente perché la tutela dell’ambiente, della salute, l’aumento del costo della benzina, la mancanza di parcheggi, la sola presenza di quelli a pagamento in ogni angolo cittadino e via dicendo sono questioni che non possono essere ignorate”. Ma ci sono possibilità per la Fano-Fossombrone-Urbino? “La tratta non è stata dismessa ma solo sospesa ed è stata inserita nell’accordo Stato-Regione. Passi avanti sono stati fatti”. Ma non collimano con il progetto del Presidente della Provincia? “E’ un progetto che ritengo fallimentare. Coprire i binari esistenti per ricavarne una pista ciclabile comporterebbe la creazione di un microclima che distruggerebbe quel poco che è rimasto. E poi c’è un problema di fondo e di forte contrasto tra la gestione Ucchielli e quella attuale”.
Da: Corriere Adriatico del 10/3/2011
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Il presidente della Camera di commercio si rivolge a Trenitalia
Pesaro “Di notte la stazione ferroviaria di Pesaro versa in un preoccupante stato d’abbandono, intollerabile per un capoluogo di provincia e per una città come la nostra, che si caratterizza per il turismo”. Il presidente camerale Alberto Drudi si rivolge a Trenitalia, per chiedere provvedimenti che rendano più accogliente al viaggiatore, anche nelle ore notturne di chiusura, una delle porte d’ingresso alla città. “Non chiedo la luna nel pozzo – prosegue il presidente Drudi – ma solo qualche piccola miglioria di buon senso, seppure in tempi rapidi. Credo che sarebbero indispensabili almeno alcuni cartelli multi-lingue con l’orario di apertura della stazione ferroviaria pesarese: oggi solo un foglio di carta in italiano spiega che il servizio al pubblico è assicurato dalle 5 alle 22. Chiedo ai pesaresi che sono capitati in stazione dopo la chiusura: avete avuto come me la stessa impressione di essere in un luogo da terzo mondo?”. Il presidente Drudi solleva un problema ulteriore: “Come fa a uscire dalla stazione ferroviaria, oppure ad arrivare ai binari, un turista che nella notte scenda a Pesaro o debba partire? Bisogna passare dentro a un parcheggio e seguire un percorso a dir poco contorto: eppure, non un cartello, non una freccia, non un’indicazione che possa risultare d’ausilio a chi è disorientato”.
Da: Corriere Adriatico del 26/3/2011
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Da: Corriere Adriatico del 29/3/2011
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Da: Corriere Adriatico del 30/3/2011
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In questo si associa anche Orlando Bizzochi rappresentante del comitato promotore pista ciclabile Fano – Fenile, il quale menzionando uno studio della Svim afferma che non esistono le condizioni di carattere strutturale e finanziario perché la ferrovia Fano-Urbino possa essere rimessa in funzione. Ripartire da zero oggi sembra impossibile perchè i moderni criteri di funzionalità di una linea ferroviaria vietano che i treni passino così vicino alle case. Occorrerebbe disegnare un tracciato nuovo, il che renderebbe del tutto inaccessibili i costi. L'unica alternativa consigliata dalla Svim è la trasformazione della linea ferrata in pista ciclabile”.
Da: Corriere Adriatico del 10/4/2011
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Franco Corbucci, Stefano Aguzzi e il futuro sindaco di Fossombrone chi sarà?
“Mi auguro che il prossimo primo cittadino di Fossombrone sia Maurizio Mezzanotti che noi sosteniamo anche se la riapertura della ferrovia non è uno slogan legato alla campagna elettorale di Fossombrone, versione dei fatti che sminuirebbe il valore della battaglia stessa”.
Quale situazione è emersa dal recente convegno che si è svolto proprio a Fossombrone?
“Si è parlato chiaro e sono emerse indicazioni interessanti ma quello che ha prevalso su tutto è stata l’assenza del sindaco di Fossombrone Maurizio Pelagaggia che sulla questione ferrovia non ha ancora detto una sola parola nonostante che il dibattito prosegua da mesi e che la sua posizione sia importante”.
Si dice siano necessari ingenti investimenti per poter riattivare la tratta. E’ proprio vero?
“No, niente affatto. Basterebbe un’utenza molto bassa, in percentuale, del treno per ottenere una gestione della tratta positiva anche in termini economici. Il problema è tutto di natura politica”.
Chi ci guadagnerebbe con la riattivazione della tratta di ferrovia?
“Urbino perché città ducale non collegata. Fano perché diverrebbe snodo con nuove funzioni contro i tagli. Fossombrone perché a sua volta sarebbe lo snodo per Pergola e quindi per Roma”.
Questo comporta un rovesciamento del piano del presidente Ricci?
“Mi auguro solo che il presidente Ricci receda da quanto sta dicendo. Altro che pista ciclabile. Qui ci vuole ben altro”.
Roberto Giungi
Da: Corriere Adriatico del 10/4/2011
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Da: La Repubblica – Affari e Finanza del 11/4/2011
Qualcuno parla di "rivoluzione" nel mondo americano dei trasporti. Qualcun altro di "ritorno al passato", ricordando il primo dopoguerra quando gli autobus della Greyhound, riconoscibili dal marchio del levriero, passavano per ogni angolo degli Stati Uniti, permettendo a giovani turisti squattrinati di conoscere il paese e diventando uno dei simboli degli States. Altri ancora ipotizzano che il boom delle corriere di nuova generazione - low cost e hi-tech - rischia di frenare gli investimenti infrastrutturali voluti da Obama. Sta di fatto che i viaggi in autobus crescono più di ogni altro mezzo di trasporto, aprendo un nuovo business e attirando le multinazionali.
Per rendersene conto basta andare sul marciapiede della 33esima strada di Manhattan, proprio di fronte a un fast food della Sbarro. Lì, in attesa della corriera BoltBus diretta a Washington non ci sono disoccupati afroamericani o vecchie nonne, ma studenti universitari con il netbook nello zaino e distinti signori con il Kindle sottobraccio. Una scena analoga si vede a Chicago … Tutto è cominciato alla fine degli anni Novanta quando alcuni imprenditori cinesi hanno creato collegamenti a prezzi stracciati (e con autobus che cadevano a pezzi) tra la Chinatown di New York e quella di Boston. A salire, all’inizio erano solo dei poveracci. Ma in pochi anni, grazie ai prezzi molto competitivi e alla progressiva introduzione negli autobus di collegamenti Internet, il “modello Chinatown” è stato scoperto dagli under -30, che hanno creato una nuova moda e alimentato la crescita del settore, e subito dopo da alcuni grandi gruppi che lo hanno adottato.
Controllata dalla britannica Stagecoach attraverso la consociata Coach USA, la Megabus è la maggiore azienda ad aver cavalcato il low cost. Fattura 100 milioni di dollari all’anno. Il 90% dei suoi clienti prenota il posto ondine; non ci sono né biglietterie né parcheggi, gli autobus si fermano lungo il marciapiede; quasi tutti i mezzi sono dotati di internet e prese per l’elettricità; il percorso degli autobus viene seguito a distanza con il gps; e, grazie anche all’assenza di strutture fisse, i prezzi sono bassissimi: in ogni autobus c’è almeno un passeggero che paga solo un dollaro per andare da una città all’altra. Il trasporto via-autobus ha approfittato da un lato degli alti costi della benzina, che hanno reso sempre più cari l’aereo e l’auto privata, dall’altro dall’assenza di una vera competizione del treno nei tragitti di media lunghezza.
Megabus ha ora 4 milioni di passeggeri all’anno, con un incremento del 48% nel solo 2010. E sempre l’anno scorso, mentre i viaggi in autobus sono aumentati negli Stati Uniti del 33%, quelli in aereo sono cresciuti solo del 5% e quelli di Amtrak, la società ferroviaria parastatale, del 6%. Il rischio? Che il boom dell'autobus dia nuovo fiato agli oppositori dei progetti infrastrutturali di Obama. La Casa Bianca vorrebbe 53 miliardi di dollari per l'alta velocità: ma perchè spendere tanti soldi - si chiede una nuova leva di giovani repubblicani - quando il deficit è alle stelle e gli autobus sono così comodi e a buon mercato?
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Da: “La Stampa” del 13/04/2011 - Trasporti, la rivoluzione"Via i treni inutili", rischio chiusura per dieci linee - La Regione: stop a doppioni e a tratte sottoutilizzate.
ALESSANDRO MONDO - Torino
Negli uffici dell’assessorato regionale ai Trasporti la parola d’ordine è «riprogrammazione». Bandito il termine «soppressione». Anche se i monitoraggi condotti sulle linee ferroviarie regionali porteranno a depennare collegamenti sottoutilizzati e quindi non competitivi. Il che, altra precisazione, non significa lasciare a piedi i pendolari: resteranno i collegamenti, cambierà il servizio. La risposta sarà un trasporto sostitutivo su autobus, integrato con altri, più flessibile e meno costoso. Ma potrebbe anche verificarsi il caso opposto: un servizio su gomma che cede il passo al treno. Una cosa è certa: verrà privilegiata la soluzione più funzionale ed economica, a maggior ragione in presenza di doppioni. Un esempio, citato dalla Regione, è il treno Pinerolo-Torino delle 6,21, al quale si sovrappongono tre autobus della Sadem che corrono in parallelo. Al riguardo, l’assessore Barbara Bonino è tassativa.
In quest’ottica, e in vista della gara che la Regione bandirà a novembre per mettere sul piatto il servizio di trasporto ferroviario in tutto il Piemonte (a Scr è già stato affidato il compito di istruirla), va letto il primo monitoraggio condotto sulle linee ferroviarie piemontesi: 200 linee o tratti di linea analizzati a novembre 2010 nel loro andamento quotidiano, ciascuna corredata della media giornaliera dei passeggeri negli orari di riferimento. In tabella abbiamo riportato solo quelle che attengono al Torinese.
Il risultato è un mosaico dove linee sovrautilizzate, prese quotidianamente d’assalto da pendolari sovente costretti a viaggiare in piedi (la Torino-Milano non è un’eccezione), convivono con altre dove gli utenti si contano sulle dita di una mano o poco più. Come i 6 passeggeri (media giornaliera) sul treno Alba-Cavallermaggiore delle 6,30 o i 4 sulla corsa Alba-Bra delle 21,14. E ancora: 3 sul treno Alessandria-Ovada delle 5,53, 6 sull’Asti-Chivasso delle 19,12, 5 sull’Ormea-Ceva delle 19,37. Numeri da prefisso telefonico a fronte di treni che, a seconda della categoria, variano dai 150 agli oltre 600 posti. L’elenco delle linee a bassa affluenza è infinito: solo il Torinese ne conta una decina.
Per dirla con un funzionario dell’assessorato, «se comprassimo a ciascuno di questi viaggiatori un’auto ci costerebbe di meno». Una battuta ma non troppo, visto che la Regione spende 227 milioni l’anno per finanziare il trasporto su ferro e 353 milioni per quello su gomma (cifre arrotondate). Non solo. L’esborso per tenere in vita le linee ferroviarie regionali che innervano il Piemonte è prevalentemente a carico dell’ente pubblico. La restante quota la mettono le Ferrovie attingendo ai ricavi generati dalle linee più remunerative, sulle quali l’azienda punta in misura sempre maggiore mostrandosi insofferente verso i «rami secchi».
Se sono un costo per le Ferrovie, figurarsi per la Regione. Da qui la contromossa dell’assessorato sulla base di una serie di monitoraggi «operati con la massima attenzione». Parola della Bonino: «Non vogliamo abolire una o più linee tout court ma riprogrammare un’impostazione di trasporto obsoleta, che non tiene conto della flessibilità degli orari scolastici e lavorativi, offrendo ai pendolari la soluzione più vantaggiosa: gomma o ferro». Tanto più che, aggiunge l’assessore, la revisione del servizio permetterà di liberare quattrini per concentrarli dove servono: «Non contano tanto le risorse, ma come uno le destina». Staremo a vedere.
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Da: Corriere Adriatico del 14/4/2011
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“E’ una concezione che rivoluziona le vecchie linee della mobilità, supera l’obsoleta dimensione del traffico tradizionale e porta finalmente ad un rapporto nuovo tra cittadino e centro urbano”. “Un esempio di quello che stiamo - giorno dopo giorno - diventando si avrà domenica con la giornata nazionale della bicicletta, a cui aderirò in maniera convinta pedalando lungo le piste di Pesaro insieme a migliaia di altri ciclisti. Abbiamo da poco inaugurato il tratto Fano-Fosso Sejore, un’opera che consente di avere, per la prima volta, un collegamento dal porto di Pesaro a quello di Fano. Un risultato importante verso il tema della provincia più felice e della qualità della vita, a cui senz’altro va aggiunto il successo della pista Ponte Vecchio-Torraccia del Comune di Pesaro, splendido corridoio verde lungo il Foglia, nato da poco ma già percorso da un grande numero di famiglie e turisti”. “Riscontri indiscutibili, che spingono gli amministratori a continuare su questa strada. Dove in cantiere ci sono già programmi importanti, dalla Pesaro-Rio Salso ai tracciati da realizzare lungo il Foglia. L’obiettivo a cui guardiamo è congiungere Pesaro, Fano e Urbino, attraverso una delle ciclabili più grandi e belle d’Europa”.
“Le nostre piste sono diventate un vero e proprio valore aggiunto per l’offerta turistica. Un elemento che ha anche consentito, insieme all’unicità del paesaggio e alla varietà del patrimonio artistico e culturale, di rafforzare il nostro legame con il Giro d’Italia e così, nelle edizioni dei prossimi anni ospiteremo nuovamente la corsa rosa con grandi e suggestive tappe nel nostro territorio”. “La rete territoriale delle ciclabili, che vogliamo segnare a livello urbanistico, è destinata ad aumentare e a portare con sé anche lo sviluppo ulteriore della qualità della vita nella provincia. Che domenica sarà non solo da vivere pedalando, ma anche correndo, considerata la felice concomitanza con la ColleMarathon, diventata una delle principali maratone italiane, lungo il percorso da Barchi a Fano”. “Vogliamo incentivare sempre più eventi di questo tipo, perché abbiamo tutte le caratteristiche, i requisiti, e le prerogative necessarie, dalle infrastrutture all’unicità del paesaggio per essere un vero e proprio polo d’attrazione nazionale nel settore. Anzi, siamo il luogo ideale. Complimenti dunque, agli organizzatori delle due manifestazioni”.
Da: fanoinforma.it del 7/5/2011
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PER l’associazione «Natura & Ambiente» e per «I Socialisti per Fano» il problema è chiamare al tavolo chi può dare la sferzata decisiva al lungo dibattito apertosi 23 anni fa subito dopo la sospensione della tratta. «Finora —– dicono Anselmi e compagni — abbiamo assistito alla contrapposizione tra coloro che si battono per riaprire la ferrovia e altri che invece vorrebbero realizzarci sopra una pista ciclabile. Pensiamo che sia giunto il momento di chiarire una volta per tutte cosa si intende fare con una infrastruttura importante che non può essere lasciata nell’abbandono proprio mentre avanzano esigenze di mobilità specie con l’entroterra che richiedono l’utilizzo di trasporti alternativi alla strada. URBINO con l’università e il suo patrimonio storico e culturale non può essere lasciata nell’isolamento. Ci auguriamo che la provincia di Pesaro e il comune di Fano convochino proprio a Fano un tavolo con tutti gli attori, a partire dalle Ferrovie dello Stato che sono disponibili a trattare, per capire quale sia la soluzione migliore da dare ad una linea ferroviaria di 49 chilometri che è un patrimonio e una risorsa economica che appartiene a tutta la nostra provincia».
Da: www.ilrestodelcarlino.it/fano/cronaca/2011/05/08/501999-ferrovie_stanno.shtml
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“Il tema - sottolineano i promotori - è di notevole importanza per la difesa e lo sviluppo sia del territorio montefeltresco, che della valle metaurense e riveste anche notevole rilevanza per i motivi di carattere economico, ambientale e di qualità della vita, che sono alla base del progetto di ripristino del servizio ferroviario di trasporto nel nostro territorio”. Alla conferenza, realizzata con il patrocinio, tra gli altri, del Comune e del Csv (Centro servizi volontariato), interverranno il prof. Annibale Salsa, antropologo dell’Università di Genova, membro di commissione Unesco e già presidente generale del Cai (Club alpino italiano), l’ing. Marco Stabile della Sba - Ferrovia Val Venosta di Bolzano, il prof. Gabriele Bariletti dell’Università Roma Tre, Alessandro Bolognini, presidente del Circolo Legambiente Urbino, rappresentanti del Fai, del settore dell’accoglienza alberghiera romagnola e delle organizzazioni studentesche universitarie.
Da: www.fanoinforma.it
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Grandi relatori
Urbino Le Associazioni FVM, Ferrovia Valle Metauro, Legambiente Urbino e la Delegazione Provinciale del FAI, Fondo per l’Ambiente Italiano, hanno organizzato per oggi a partire dalle ore 16,00 presso la Sala Raffaello in piazza della Repubblica, il Convegno: “Urbino e la Ferrovia. Tesori da non perdere, tesori da riscoprire, tesori da valorizzare”. Alla manifestazione interverranno relatori di fama internazionale come Annibale Salsa, antropologo dell’Università di Genova, membro di commissione Unesco già Presidente Generale del CAI; il Direttore della STA – Ferrovia Val Venosta di Bolzano Ing. Stabile; Gabriele Bariletti dell’Università Roma 3, rappresentanti del FAI delle Marche, delle Organizzazioni Studentesche Universitarie. Parteciperanno anche esperti del trasporto ferroviario ed intermodale provenienti da tutta Italia . Il tema di notevole importanza sia per il territorio del Montefeltro che della Valle Metaurense, assume una forte valenza di carattere economico, ambientale e salutistico che sono alla base del progetto di ripristino del servizio ferroviario di trasporto nel nostro territorio. Al Convegno inoltre anche personalità politiche ed esponenti del volontariato e dei sindacati del trasporto.
e.g.,
Da: www.corriereadriatico.it - 14/5/2011
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La conduzione del Convegno è stata brillantemente svolta con precisione e competenza dal Prof. Annibale Salsa, già Cattedratico dell’Univ. di Genova, antropologo e membro dell’UNESCO per le Alpi. I numerosi interventi di Salsa hanno posto l’accento sulle implicazioni politico-culturali che, negli anni sessanta, hanno formato la base di uno scenario, a livello nazionale e locale, in cui il valore del trasporto su rotaia è stato fortemente inibito. In Italia per anni si è creato volutamente una forte contrapposizione, nell’ambito del trasporto pubblico, tra rotaia e gomma. Il risultato finale è stato quello di scontro tra gli interessi delle lobbies dell’autotrasporto e la visione di un trasporto coordinato ed integrato tra i vari media o mezzi. Al contrario in Europa, si è mantenuto un concetto più consapevole e maturo del trasporto su ferro, concetto che ha di fatto evitato l’impoverimento e lo svilimento del ruolo della ferrovia come asse portante. L’Italia quindi sconta una inefficienza nei trasporti, con alti costi di gestione che ricadono sulle tasche della collettività, alto inquinamento, pericolosità delle strade presentando in tal modo un caso anomalo nel continente europeo. Si presenta, perciò, la necessità di un sistema in cui non vi sia antitesi tra i due mezzi, bensì una stretta integrazione tra essi senza l’esclusione di uno a favore dell’altro: in altri termini deve prevalere la filosofia dell’ “et... et” e non quella dell’ “aut…aut”. Un simile parallelismo va doverosamente fatto per la questione “pista ciclabile o ferrovia”: entrambe possono convivere e prosperare a tutto vantaggio per la comunità, grazie ad un coordinamento dei sistemi. Solo così facendo si eviteranno cattedrali nel deserto (la pista ciclabile, inutile monumento fine a se stesso) e l’impoverimento di tutto l’impianto trasportistico locale.
L’intervento di Alessandro Bolognini , Presidente di Legambiente Urbino, si è rivolto sulla sostenibilità del mezzo ferroviario, a basso impatto ambientale e di forte significato sociale. La ferrovia rappresenta un modo semplice quanto sicuro per far uscire il Montefeltro e la valle Metaurense dall’isolamento territoriale nei confronti della rete nazionale ferroviaria. Inoltre la ferrovia costituisce una delle maggiori opportunità per garantire la certezza di mobilità ai soggetti più deboli (anziani, portatori di disabilità, giovani e giovanissimi) come stabilito dalla Costituzione della Repubblica Italiana.
Una presenza molto importante è stata quella della Ferrovia della ValVenosta (BZ) con la persona dell’Ing. Marco Stabile, Responsabile della Sicurezza e dei Materiali. Con un’interessante relazione è stata presentata la grande esperienza della Ferrovia altoatesina che, dopo molti anni di forzata sospensione, è stata ricostruita ed aperta nuovamente al traffico sulla tratta Bolzano- Merano- Malles con un successo straordinario di utenza. Tutto ciò grazie agli sforzi ed alla passione del Personale, all’impiego di sistemi moderni e di gran valore tecnologico che hanno consentito valori trasportistici prossimi a tre milioni di passeggeri nel 2010 in un territorio con soli quarantamila abitanti. La nuova visione del sistema trasportistico fa della ferrovia un elemento rafforzativo dell’identità territoriale; inoltre è stato innescato un volano economico virtuoso con una ricaduta di ventidue milioni di euro nello stesso anno grazie ai flussi turistici provenienti dalla sola Svizzera, flussi che prima dell’avvento del treno erano scarsi oppure non proponibili nei risultati invece raggiunti. La replicazione dell’esperienza sul territorio della Provincia di Pesaro-Urbino avrebbe una forte attrattiva per il turismo d’oltralpe con un deciso aumento delle attuali presenze.
E’ stata, quindi, la volta della Dott.ssa Rigi-Ruperti del FAI Delegazione Provinciale che ha evidenziato l’opportunità per Urbino di concorrere concretamente allo status di Capitale Europea della Cultura grazie anche alla riapertura del servizio ferroviario, vero accesso “morbido” tra il Montefeltro ed il resto del Paese. Pertanto il FAI si schiera, anche in campo nazionale, accanto all’Associazione FVM che da tanti anni combatte per realizzare questo progetto e giudica la trasformazione in pista ciclabile una vera “diminutio” delle potenzialità del territorio; utile sarebbe la realizzazione di percorsi ciclabili a supporto di una metropolitana di superficie; utile sarebbe un confronto veramente tecnico.
L’accoppiata formata dai fratelli Antonio ed Angelo Russo da Rimini, l’uno titolare della Agenzia Viaggi Sigismondo, l’altro Presidente dell’Associazione Studenti Universitari Riminesi, ha ribadito fortemente l’esigenza del comparto turistico romagnolo di proporre nuove mete. Importantissimo, per tale fine, è il ripristino della ferrovia, vera e propria cerniera tra costa ed interno, per Urbino splendida meta di tali esigenze. Solamente il treno offre caratteristiche ed operatività adatte ad offerte mirate, quali degustazioni a bordo di prodotti tipici o di nicchia, “pacchetti” di ogni genere a seconda delle svariate esigenze del turismo di qualità. La pista ciclabile a tal fine è completamente inutile. Inoltre la presenza del mezzo ferroviario fornirebbe un benefico effetto nei confronti dell’Università Urbinate con un servizio sicuro ed efficiente per i tanti studenti provenienti da tutta Italia, incrementando il numero delle iscrizioni e contribuendo in tal modo a risolvere i grandi problemi evidenziatisi nel corso degli ultimi anni.
Il Prof. Gabriele Bariletti, urbanista, progettista di strutture e gestioni ferroviarie, ha compiuto una spietata analisi del rapporto costi- benefici del trasporto di persone e merci tra gomma e rotaia. Nella quasi totalità dei casi analizzati la ferrovia risulta vincente, se ben gestita. Tale affermazione si basa su dati oggettivi, valutabili e verificabili da chiunque, al netto da logiche corporativistiche che possono alterare tale oggettività di risultanze. Ferma bocciatura da parte del Relatore all’ipotesi di pista ciclabile propugnato dalla Provincia che vuol sostituire il progetto dell’uso di un mezzo di grande importanza e valenza (il treno), con uno di basso impatto sociale ed insignificante ritorno economico (la bicicletta). Sicuramente bisognerà ristudiare tutto il complesso trasportistico della provincia; la realizzazione di tale grande sistema farà risparmiare soldi allo Stato e migliorare la qualità della vita dei cittadini. Terminate le relazioni si è dato spazio ad alcuni interventi da parte di esperti del ramo.
Primi ad rendere la parola esponenti dell’AISIF di Roma. I giovani ingegneri ferroviari hanno portato un progetto orario sulla linea realizzato con i materiali dell’epoca della chiusura, dimostrando che con poche modifiche si sarebbe migliorato notevolmente il servizio; tutt’altra cosa si potrebbe realizzare con le tecnologie moderne. Si ribadisce la necessità di aumentare la cultura del trasporto su ferro: tale deficit culturale preclude un corretto uso del treno e delle sue potenzialità, inoltre si permette a persuasori più o meno occulti di diffondere tra la popolazione false credenze per il loro esclusivo uso e consumo.
Con l’intervento di Pantellini di UIL-Trasporti Marche si è posto in risalto l’Accordo Stato-Regione che pone la ferrovia metaurense nell’elenco delle opere da realizzare con priorità. Viene evidenziato il grande impatto sulla creazione di posti di lavoro nel comparto ferroviario che nell’indotto turistico; sarebbe auspicabile l’instaurarsi di tavoli politici e tecnici che confrontino seriamente e senza pregiudizi le varie tesi; a tali tavoli devono partecipare i soggetti pubblici e quelli privati di valenza professionale comprovata per definire un progetto dalle grandi opportunità.
Gli interventi dell’Arch. Bottini da S.Arcangelo e dell’Urbanista Rother-Rutter da Trieste si sono imperniati sull’importanza della conservazione del paesaggio e della cultura derivante dalla osservazione dello stesso dai finestrini del treno, mezzo particolarmente rispettoso dell’ambiente ed armoniosamente inseribile nello stesso. Fondamentale importanza costituirebbe la realizzazione, mediante brevi ampliamenti e riaperture di linee a costi contenuti, di un asse nord-centrointeralpino ed est-ovest transappenninico tra le Venezie ed il Lazio. A tale sistema concorrerebbe la ferrovia metaurense ripristinata ed estesa fino a Pergola realizzando un’ulteriore linea di valico con il Mar Tirreno ed i suoi porti, con l’offerta di nuove opportunità alle comunità delle aree interne ingiustamente abbandonate a sé stesse.
Associazione FVM, Legambiente Urbino, FAI Pesaro
Da: www.vivereurbino.it del 16/5/2011
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Proposta del Pd
Pergola “Nel piano strategico delle infrastrutture, serve la ferrovia Fossombrone-Pergola per collegare il territorio con Roma”. Parole del capogruppo regionale del Pd, Mirco Ricci, il quale ricorda che la Regione ha già fatto audizioni con le categorie economiche per il piano delle infrastrutture e mobilità alternativa. “Chiederò che venga inserito un tratto di ferrovia che unisca Fossombrone con Pergola. E’ un tracciato di 10 chilometri, ma molto importante perché esiste già il tratto Pergola-Fabriano da cui poi partono i treni per Roma. E’ la chiave di volta per collegare il territorio con la capitale. In questo contesto possiamo inserire una linea nuova Fano-Fossombrone e Fossombrone-Urbino. Ma dimentichiamoci del vecchio tracciato Fano-Urbino, non è sostenibile per costi e le numerose modifiche che richiederebbe sui passaggi a livello, incroci a raso e ammodernamenti. Non mi convince la non scelta sulla vecchia ferrovia Fano-Urbino, la Regione deve dimenticarsi di questa possibilità e concentrarsi su una mobilità funzionale al territorio. Dobbiamo pensare che da Fossombrone potremo raggiungere la capitale con nuove linee grazie al raccordo Pergola-Fossombrone. In questo contesto di mobilità alternativa e sostenibile una pista ciclabile al posto delle vecchie rotaie della Fano-Urbino andrebbe anche incontro a richieste turistiche del territorio. Le ciclabili che si immergono nella natura possono esser dei forti veicoli turistici. Mi impegnerò per ottenere questi obiettivi, anche con emendamenti se fosse necessario”.
ma.spa.,
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“Esiste una ex linea ferroviaria di proprietà delle ferrovie dello Stato (Trenitalia spa) che collega Fano con Urbino sospesa dal servizio dal 1987 – scrive Cicerchia -. Il 28 marzo è stata votata una mozione a firma del consigliere comunale Marinelli, il quale sentitamente ringraziamo per aver portato all’ attenzione del Consiglio Comunale un argomento di tale importanza e possibilità per lo sviluppo territoriale.
Già da anni il collegamento Fano-Urbino e ritorno è servito da frequenti linee di autobus e che tali linee di autobus effettuano fermate in tutti i paesi che una volta erano serviti dalla linea ferroviaria in oggetto e quindi effettuano un servizio similare pienamente efficace in termini di fermate, orari e frequenza. Per una buona parte della copertura dei loro costi il sopracitato servizio su strada usufruisce di contributi pubblici e quindi riattivare la ferrovia risulta antieconomico non solo per gli enormi investimenti di adeguamento della stessa alle normative attuali ma anche per l’ antieconomicità che avrebbe nel suo complesso sul sistema dei trasporti provinciali. La strada statale 3 (Flaminia) e le varie strade comunali e provinciali che da Fano portano a Urbino sono strade che per la loro larghezza non permettono di prevedere corsie riservate alle biciclette e tanto meno ai pedoni e sono comunque strade decisamente e indiscutibilmente trafficate perciò la sicurezza di pedoni e ciclisti è tutt’altro che garantita.
Dobbiamo tenere presente che il turismo con bicicletta al seguito è in costante crescita specie da parte dei cittadini del centro-nord Europa, ed è sicuramente salutare e totalmente eco-sostenibile; l’indiscussa vocazione al turismo dei comuni di Fano e Urbino e di tutti i comuni che si trovano lungo il percorso della ex ferrovia (che in sostanza in buona parte coincide con la vallata del fiume Metauro) ne potrebbe fare meta ambitissima e frequentatissima da parte di chi viaggia con bici al seguito. Da pochissime settimane è stata inaugurata una pista ciclabile che collega Pesaro con Fano e tutti noi ne abbiamo visto l’utilizzo al di là di ogni aspettativa da parte dei cittadini, con 500 passaggi all’ora stimati e non siamo neppure entrati nei mesi caldi, per i quali non immaginiamo nemmeno le potenzialità di tale infrastruttura.
La Svim – Sviluppo Marche SpA, società di sviluppo della Regione Marche istituita con legge regionale n.17 del 1 giugno 1999 con soci l’ unioncamere marchigiane e le Università e che opera in rapporto esclusivo con la Regione Marche per l’attuazione della politica di sviluppo del territorio conferma che non esistono le condizioni di carattere strutturale e finanziario perchè la ferrovia Fano-Urbino possa essere rimessa in funzione perchè i moderni criteri di funzionalità di una linea ferroviaria non sono agevolmente rispettabili. Il costo della conversione dell’ ex ferrovia in pista ciclopedonale è sicuramente contenuto e soprattutto è una infinitesima parte del costo della sua rimessa in funzione come linea ferroviaria a norma ed efficiente.
Se fosse costruita una pista ciclopedonale Fano Urbino, e si unisse addirittura alla pista ciclopedonale da poco inaugurata Pesaro Fano costituirebbe la pista ciclabile al momento più lunga d’Europa, sicuramente rappresenterebbe una infrastruttura dalle potenzialità enormi sia come attrattiva turistica, sia al servizio della popolazione dei comuni lambiti da tale infrastruttura, ed il tutto in totale eco-sostenibilità e a costi molto molto limitati. Vogliamo che il sindaco e la Giunta aprano un tavolo di discussione insieme alle amministrazioni dei comuni lambiti dalla ex ferrovia – conclude la mozione -, alla Provincia, alla Regione e ai vertici di Trenitalia, finalizzato a promuovere al più presto la riconversione in pista ciclopedonale di sopracitata ex-ferrovia”.
Da: www.oltrefano.it del 25/5/2011
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A farsi promotore della mozione il capogruppo del Pdl, Marco Cicerchia: "Noi siamo il governo del fare e anche sulla pista Fano-Urbino, di cui tutti parlano, vogliamo verificare concretamente l’opportunità di realizzarla. Mi auguro che, in consiglio comunale, la mozione trovi il sostegno dei partiti d’opposizione". A richiamare per primo l’attenzione sul futuro della Fano-Urbino era stato circa un mese fa il capogruppo de 'I Socialisti per Fano' Christian Marinelli. Ora, con l’indicazione specifica di trasformarla in pista ciclabile, la Fano-Urbino è diventata una battaglia di tutto il centro destra. "Il turismo con la bicicletta al seguito - fanno notare i capigruppo di maggioranza - è in costante crescita, salutare e totalmente eco-sostenibile. La vocazione al turismo dei comuni di Fano e Urbino e di tutti i comuni che si trovano lungo il percorso della ex ferrovia (che in sostanza in buona parte coincide con la vallata del fiume Metauro) ne potrebbe fare meta ambitissima e frequentatissima da parte di chi viaggia con bici al seguito. Da pochissime settimane è stata inaugurata una pista ciclabile che collega Pesaro con Fano e tutti noi ne abbiamo visto l’utilizzo, al di là di ogni aspettativa, da parte dei cittadini: 500 i passaggi all’ora stimati e non siamo neppure entrati nei mesi caldi, per i quali non immaginiamo nemmeno le potenzialità di tale infrastruttura".
Per i nostalgici della ferrovia sembra chiudersi ogni speranza di vedere riattivare la Fano-Urbino visto che tutte le forze politiche, da sinistra a destra, sembrano convergere verso un’unica soluzione: trasformarla in pista ciclabile sostenuti, nella loro convinzione, dallo studio della Svim (Sviluppo Marche spa) secondo il quale non esisterebbero «le condizioni di carattere strutturale e finanziario perchè la ferrovia Fano-Urbino possa essere rimessa in funzione». Adesso occorrerà attendere le razioni del Comitato nato per riattivare questa linea ferrata. Una battaglia la loro che va avanti da anni ed ha visto i promotori, anche recentemente, aprire tavoli di confronto con le Ferrovie al fine di capire se c’erano margini per riattivare questa tratta. Le finalità comunque sono più o meno le stesse: più che legare il treno al trasporto era soprattutto finalizzato al movimento dei turisti sulla scorta di qualche fortunata impresa avviata soprattutto nelle Alpi.
Da: www.ilrestodelcarlino.it del 26/5/2011
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A portare all’attenzione del consiglio comunale un tema già ampiamente dibattuto era stato, lo scorso 28 marzo, Christian Marinelli, che aveva presentato una mozione, approvata all’unanimità, con la quale si chiedeva alla giunta di adoperarsi per la convocazione di un tavolo con tutte le forze interessate a studiare un diverso utilizzo della linea ferroviaria Fano-Urbino, oggi completamente abbandonata dopo l’interruzione del servizio nel 1987. Cicerchia e l’intera maggioranza rilevano come ormai l’unico futuro possibile per l’ex ferrovia sia la riconversione in pista ciclopedonale, visto che riattivare il servizio risulterebbe antieconomico, per questo nella mozione, che sarà discussa in consiglio comunale, si impegna il sindaco e la giunta “ad aprire un tavolo di discussione insieme alle amministrazioni dei Comuni lambiti dalla ex ferrovia, alla Provincia, alla Regione e ai vertici di Trenitalia”.
Infatti, da anni, il collegamento Fano-Urbino e ritorno è servito da frequenti linee di autobus, che effettuano le stesse fermate che un tempo erano servite dalla linea ferroviaria. “Per una buona parte della copertura dei loro costi il servizio su strada usufruisce di contributi pubblici – rileva la mozione - e quindi riattivare la ferrovia risulta antieconomico non solo per gli enormi investimenti di adeguamento della stessa alle normative attuali, ma anche per l’antieconomicità che avrebbe nel suo complesso sul sistema dei trasporti provinciali”. A questo si aggiunge il fatto che “la Svim (Sviluppo Marche) conferma che non esistono le condizioni di carattere strutturale e finanziario perché la ferrovia Fano-Urbino possa essere rimessa in funzione, poiché i moderni criteri di funzionalità non sono agevolmente rispettabili”. Al contrario “se fosse costruita una pista ciclopedonale Fano Urbino, e si unisse addirittura alla pista ciclopedonale da poco inaugurata Pesaro Fano, questa costituirebbe la pista ciclabile al momento più lunga d’Europa, e sicuramente rappresenterebbe un’infrastruttura dalle potenzialità enormi per turisti e residenti.
Federica Giovannini
Da: www.corriereadriatico.it/ del 26/5/2011
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Da: www.corriereadriatico.it/ del 26/5/2011
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Da: Il Resto del Carlino del 27/5/2011
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Ai sostenitori della pista ciclabile, Bellagamba chiede i progetti, i dati, gli studi sui quali fondano le loro convinzioni. Argomenti progettuali validi di cui è in possesso l’associazione Ferrovia Valle Metauro, messi a disposizione della collettività con incontri e convegni. "Non recuperando la Fano-Urbino - fa presente Bellagamba - ci precludiamo importanti fette di mercato turistico. Nell’ultimo convegno che abbiamo organizzato, una nota agenzia di viaggi di Rimini ha riferito che sarebbe in grado di portare nel Montefeltro dalle 300 alle 800 persone al giorno, purchè ci sia la ferrovia, perché in pullman i turisti non si spostano. La Valvenosta, in provincia di Bolzano, è un esempio significativo dei benefici che può assicurare al territorio una piccola tratta ferroviaria".
Bellagamba non risparmia critiche né al comune di Fano, né alla Provincia. Al sindaco ricorda che, a seguito della prima mozione presentata in consiglio da Christian Marinelli (I Socialisti per Fano), avrebbe dovuto convocare un tavolo per esaminare le diverse opportunità di utilizzo del tratto ferroviario, mentre "non si è fatto nulla".
A Ricci rammenta che più volte l’associazione ha chiesto di incontrarlo, ma "il presidente ha sempre evitato il confronto". Il presidente di Ferrovia Valle Metauro riporta alla memoria di Ricci anche un impegno non mantenuto: "L’avvio, da parte della Provincia, di uno studio per la riattivazione della ferrovia". A sentire Bellagamba sia Rete Ferroviaria (proprietaria della linea) sia la Regione sarebbero assolutamente contrarie a trasformare la Fano-Urbino in pista ciclabile. Ma diventerebbe la più lunga d’Europa?
"Non è assolutamente vero, in Germania esistono già piste di 80-90 chilometri».
Per il transito dei treni, ponti e gallerie devono essere sicuri?
"Non vale anche per la ciclabile? Un mattone che si stacca dalla galleria è più grave se colpisce in testa un ciclista o una locomotiva?".
Per recuperare la ferrovia ci vorranno milioni di euro?
"E per la pista ciclabile? Il tratto Fano Fosso Sejore quanto è costato? Faccia le proporzioni…".
Trenitalia è contraria alla riattivazione della ferrovia…
"Trenitalia non c’entra nulla. Anzi so per certo che la Regione è contraria alla pista ciclabile". Intanto si pensa di riattivare il tratto Fermignano-Urbino per fini turistici.
Anna Marchetti
Da: www.ilrestodelcarlino.it del 27/5/2011
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Da: www.oltrefano.it del 29/5/2011
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Talmente convinti della bontà della proposta che alcuni anni orsono i soci della FVM hanno organizzato un incontro a Merano con comune e gestori della ripristinata ferrovia Merano-Malles, con amministratori di Fano,Provincia di PU e Regione Marche per verificare sul campo efficacia della proposta e risultati. Chi ha avuto la sensibilità e la fortuna di provare e vedere direttamente quella realtà si è reso conto che treno e bicicletta non solo possono convivere ma sono complemetari. Il treno infatti oltre a pendolari e studenti ha tra i suoi maggiori fruitori i ciclisti che possono raggiungere le migliori destinazioni portandosi dietro il proprio mezzo in treno,grazie agli appositi spazi per biciclette, oppure prelevando nelle stazioni bici a nolo che sono incluse nel biglietto del treno. Considerazioni che evidentemente quanti trasversalmente propongono la sostituzione del treno con la pista ciclabile non hanno fatto.
A questo si aggiunge un dato preoccupante il persistere delle polveri sottili. Un fenomeno deleterio per la salute per il quale l'unico reale intervento di molte amministrazioni e la “danza della pioggia”, o il soffio del vento. Quando non aiuta la meteorologia si revocano i divieti come a Pesaro dove la limitazione del traffico, nonostante le PM10 sarà sospeso per il periodo estivo. Certo il rispristino della Fano Urbino non risolverà tutti i problemi di traffico e di inquinamento ma è comunque un serio e concreto inizio di una politica dei trasporti moderna e funzionale. Io continuo a difendere la validità delle proposte della FVM proposte che trovano anche la condivisione del Presidente della Regione Spacca con in quale in più occasioni mi sono confrontato sulla vicenda. Non è un caso che il ripristino della Fano Urbino sia stato inserito nell'accordo di Programma Stato-Regione come priorità.
Da: www.vivereurbino.it del 28/5/2001
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Poi rispondendo a qualche persona che scrive nei commenti, che al momento non mi sovviene il nome, che se il servizio ferroviario verrebbe esercitato con automotrici l'Ambiente non ne avrebbe alcun beneficio perchè sarebbe come far circolare degli autobus, posso dire che si potrebbe pensare anche all'elettrificazione dei pochi chilometri di linea. Ma in ogni caso i moderni treni Minuetto e tipo Minuetto a trazione Diesel oggi circolanti su diverse linee, utilizzano carburante a basso impatto ambientale. Per finire è anche utile ricordare, ancora una volta, che la ferrovia ripristinata nella tratta Fano-Urbino in un futuro prossimo potrebbe anche essere collegata alla Pergola-Fabriano ed a S.Arcangelo di Romagna costituendo due importanti collegamenti che potrebbero alleggerire il traffico ferroviario sull'asse adriatico e non solo. Però ricordiamoci sempre che la priorità assoluta è il ripristino della linea ferroviaria sulla quale potrebbero essere inseriti anche un certo numero di collegamenti diretti giornalieri fra Ancona e Urbino e Bologna e Urbino favorendo tanti studenti universari che quotidianamente raggiungono la cittadella universitaria.
Da: www.vivereurbino.it del 30/5/2011
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Drudi: “Le imprese ci chiedono altro”. Michelacci: “Serve solo se attrazione turistica”
Di Luigi Benelli
Pesaro – La ferrovia Fano Urbino non è una priorità. E’ quanto sostengono Camera di Commercio e Confindustria Turismo. Il dibattito è sempre più caldo e la parola passa anche a chi segue le categorie economiche. “La questione del ripristino della tratta Fano Urbino non è una priorità, non è uno degli obiettivi della camera di Commercio – sottolinea il presidente camerale Alberto Drudi – siamo aperti alle varie possibilità, ma in questo momento di crisi le imprese ci chiedono ben altre cose. Non ci va per cui di illudere la gente perché per parlare di ferrovie occorre avere finanziamenti importanti oppure sono solo chiacchiere. Al massimo bisogna potenziare la Bologna - Ancona e avere delle stazioni di sosta più idonee”. Anche la proposta di una linea che colleghi Urbino con Pergola direzione Roma non è nell’orizzonte. “Noi non siamo contro, ma certamente vanno individuate le risorse. Piuttosto occorre ragionare sulla Fano - Grosseto, sulla strada delle barche di Fano, sul dragaggio del porto di Fano che oggi è profondo appena 1,5 metri, bisogna accelerare sul porto di Pesaro e pensare a un secondo stralcio e infine pensare alla pista dell’aeroporto di Fano. Sono queste le cose che ci chiedono gli imprenditori, il resto è fumo e niente arrosto”.
L’argomento non sembra interessare troppo neanche Paola Michelacci, responsabile del turismo di Confindustria. “Dobbiamo essere proiettati verso l’alta velocità per cui è ridicolo pensare a riaprire la vecchia tratta, non serve agli industriali. Quello che si può pensare è un treno turistico panoramico che abbia dei veri requisiti per essere un’attrazione turistica. Penso a carrozze di vetro che diventino un’attrazione. O si riapre con questi presupposti oppure si può realizzare benissimo una ciclabile. Non ha senso un treno normale perché esistono già i collegamenti coi pullman”.
Il sindaco di Fermignano Giorgio Cancellieri ci tiene a ribadire il suo “assoluto parere favorevole nei confronti del ripristino della tratta ferroviaria Fano - Fermignano – Urbino e magari anche la creazione di una ulteriore linea che colleghi Fossombrone a Pergola per avvicinare la nostra vallata a Roma”. Cancellieri ricorda “l’impegno dell’amministrazione nel costruire una rotatoria sul sedime ferroviario apponendo degli striles per la salvaguardia reale dei binari ed aggiunge che nel mio comune furono raccolte ben 5.000 firme a supporto della non chiusura di quella infrastruttura che collegava la costa all’entroterra e che dava risposta concreta al pendolarismo studentesco e dei lavoratori del nostro territorio”. Non a caso la ferrovia “serve l’Università di Urbino e la zona industriale di Fermignano, riducendo l’inquinamento acustico e atmosferico. Sarebbe assolutamente attuale ripristinare questa tratta ferroviaria tra l’altro di già inserita nell’accordo Stato – Regione come opera prioritaria”. Quanto alla pista ciclabile voluta dalla Provincia: “Ben venga, ma a fianco del percorso”.
Da: Il Messaggero del 1/6/2011
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Da: www.oltrefano.it del 1/6/2011
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Da: corriereadriatico.it del 2/6/2011
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“Si discute se al posto di questo inutile e malinconico serpente di sterpi e ferraglia ci stia meglio una pista ciclabile oppure una rinnovata ferrovia ‘leggera’, e c’è pure chi ha il coraggio di dire che ‘non c’è fretta’, perché ‘la questione non è prioritaria’: questo dopo ben 24 anni di incredibile e scandaloso immobilismo! Che dire? Si faccia pure una bella ciclabile o si ripristini la ferrovia (anche se i passaggi a livello in mezzo ai paesi erano un altro bel muro) – o magari tutte due le cose insieme! – ma per favore si metta fine al più presto questo scempio, a questo rudere abbandonato, a questo reperto archeologico di un quarto di secolo fa, a questa barriera divisoria che taglia vie e quartieri e rende difficile passare da una parte all’altra dei paesi ormai cresciuti (in superficie e residenti) intorno alla vecchia linea in disuso”.
“Dopo la caduta del Muro, i berlinesi si sono chiesti con stupore come quella insensata bruttura avesse potuto durare così a lungo. Se lo chiedono anche gli abitanti della valle del Metauro a proposito della ferrovia dismessa, sperando di non essere costretti a ‘celebrare’ in queste condizioni, nel 2015, il glorioso centenario della Fano-Urbino (inaugurata nel 1915). Se il percorso deve restare, almeno che si possa... percorrere! A piedi, in bici o di nuovo in treno. Decidendo subito però, perché il tempo che si è perso finora (24 anni) grida proprio vendetta”.
Da: fanoinforma.it del 2/6/2011
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Da: www.fanoinforma.it del 3/6/2011
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Il sindaco chiede allo Stato di decidere se ripristinare il treno
Fano C’è chi si batte per il ritorno del treno, magari nella forma di una metropolitana di superficie, e chi si schiera per realizzare una pista ciclabile, sognando la pista più lunga d’Europa grazie al collegamento con la Fano-Pesaro. C’è chi sollecita semplicemente una decisione, treno o bici non importa purché si ponga fine all’abbandono che dura da 24 anni. Tra questi il sindaco Aguzzi, che attende una risposta dallo Stato. “Se lo Stato intende riaprire la ferrovia sono soddisfatto - ha dichiarato ieri il sindaco - perché si attiverebbe un collegamento sostenibile tra Fano e l’entroterra. Altrimenti la linea venga declassata e si realizzi una pista ciclabile”. Per la riapertura della tratta ferroviaria si batte da tempo Giancarlo D’Anna, dal quale si è dissociato tutto il centrodestra fanese con la recente mozione per la pista ciclabile presentata il consiglio comunale. “Grazie all'associazione Ferrovia Valle Metauro - afferma il consigliere regionale del Pdl - c'è un'attenzione senza precedenti su questa seria e concreta alternativa al traffico su gomma e al caos e all’inquinamento che ne conseguono.
Ancora una volta dal Web, a iniziare da Youtube e Facebook, arrivano dei riscontri importanti. Due filmati da telefonino che testimoniano il lavoro dei soci della Fvm e la funzionalità della linea sono stati visionati da quasi 6.000 persone e il gruppo Facebook per il ripristino della ferrovia Fano-Urbino è a quota 1.000. Secondo l'accordo di programma Stato Regione, col parere favorevole del presidente Spacca, il ripristino della Fano-Urbino è una priorità infrastrutturale”. Contro la pista ciclabile interviene il consigliere regionale della Lega Nord Roberto Zaffini. “Il comune di Urbino è situato a 485 metri sul livello del mare. Siamo allucinati dal pressappochismo di chi ha lanciato tale idea. Quando ci sono interessi edilizi - afferma ricordando la proposta del presidente della Provincia Ricci e riferendosi alle costruzioni realizzate a ridosso della tratta - spesso la politica diventa bipartisan, ma la Lega si oppone, con il sindaco Cancellieri e tutti i suoi rappresentanti perché siamo consapevoli che il futuro è ferroviario, che le nuove tecnologie di trasporto potranno dare finalmente al nostro territorio un’opera civile utile e in linea con gli standard europei”.
Da: Corriere Adriatico del 4/6/2011
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L’esempio
Fano Un esempio significativo di pista ciclabile, realizzata su una tratta ferroviaria dismessa, come potrebbe diventare la Fano-Urbino, lo segnala Mauro Guidi dell’associazione Fano Roller: si tratta della Modena –Vignola, 25 chilometri, percorsa dai pattinatori fanesi nei giorni scorsi, sia per partecipare ad un raduno di chi pratica questo sport, sia per verificare come l’opera è stata realizzata. Nell’occasione si è appreso che la ciclabile è utilizzata con una frequenza oraria di circa 150 passaggi nei giorni feriali e 500 nei giorni festivi. La struttura non viene utilizzata solo per attività fisica o per semplici passeggiate ma molti la utilizzano proprio per gli spostamenti casa - lavoro e casa - scuola in quanto il viaggio è in totale sicurezza. “In Italia – evidenzia Mauro Guidi - ci sono circa 500 chilometri di vecchie ferrovie trasformate in ciclovie, di conseguenza basta copiare”.
Da: Corriere Adriatico del 5/6/2011
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Tornano rabbia e proteste dei residenti vicini alla ferrovia
Fossombrone Il malcontento aumenta. Dal tratto della vecchia ferrovia completamente abbandonata a se stessa e ricoperta solo di rovi ed erbacce sempre più alte viene fuori di tutto: rettili, topi e animalacci d’ogni genere. Una situazione non più sopportabile. Che peggiora di anno in anno. In diverse occasioni sono stati i privati a pagare operai per far pulire a salvaguardia delle loro abitazioni o delle proprie attività lavorative. Il vero problema è fin quando un’emergenza del genere può andare avanti senza che succeda qualcosa di grave. “Si parla tanto di ferrovia si, ferrovia no – dicono alcuni residenti a ridosso della linea ferroviaria sepolta dalle erbacce – che ci siamo detti che forse è la volta buona perché venga avviata un’opera di bonifica. Le illusioni stanno però ancora una volta scemando. Così come non sono servite assolutamente a nulla le lettere, le proteste e le lamentele che in tanti anni abbiamo spedito ai vari enti. Insomma ci hanno tolto tutto: senso del rispetto, tutela del decoro e della salute pubblica. E’ come parlare al vento e ogni anno, specie d’estate, succede di tutto e di più. Vorremmo chiedere – dicono ancora i nostri interlocutori – se possiamo ancora sperare in qualcosa. Se davvero tutti quanti dobbiamo essere considerati meno di niente come se non fossimo cittadini dagli stessi diritti di tutti gli altri. Dire che è una vergogna spaventosa non è abbastanza. Adesso – aggiungono i cittadini che protestano – si è insediata a Fossombrone anche la nuova giunta comunale. Speriamo che ci possa dare una mano anche se sappiamo bene che non spetta certo al Comune intervenire direttamente. Il sindaco però potrebbe anche dichiarare lo stato di pericolo per la salute pubblica ed ordinare un intervento per ripulire. E’ chiaro che ciò sarebbe bene avvenisse da parte di tutti i sindaci interessati dal tratto della ferrovia. Esiste una situazione di precarietà generale anche se a Fossombrone forse è più grave per la conformità del territorio..”. Inutile aggiungere qualsivoglia altro commento. Anche la situazione nei pressi dell’ex mattatoio di Fossombrone con tanto di altrettanto vecchio passaggio a livello parlano da sole.
Roberto Giungi
Da: Corriere Adriatico del 6/6/2011
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Da: www.oltrefano.it del 6/6/2011
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“Sono un sostenitore delle piste ciclopedonali per la grande importanza e utilità che rivestono nel contesto di un ambiente costruito e progettato, purtroppo fino ad oggi, per le solo auto. Io vivo fuori della città di Fano, precisamente a Fenile dove da anni è nato un Comitato per la realizzazione della Pista ciclopedonale Fenile-Fano, che, per questa frazione a tre km dalla città, ha un’ importanza vitale. Molti dei fenilesi vorrebbero recarsi in bici a Fano per lavoro, per svago, per andare a scuola ecc. ma sono frenati dalla pericolosità della provinciale percorsa da tanti camion ed auto; ci sono stati numerosi incidenti con feriti e purtroppo anche la perdita della vita di una giovane ragazza. La realizzazione di altre piste ciclabili è necessaria se vogliamo far decollare un progetto di sviluppo di mobilità dolce. Questo è il motivo per cui la possibile realizzazione della pista ciclabile sulla ex ferrovia Fano-Urbino suscita tanto entusiasmo e consenso non solo fra le varie associazioni ambientaliste e sportive, ma anche in tutti gli abitanti delle frazioni dislocate lungo la ex ferrovia, abitanti che finalmente avrebbero la possibilità di raggiungere le frazioni vicine a piedi o in bicicletta.
Altissimi sarebbero i benefici per la collettività anche a livello turistico, si passerebbe da Fano città romana e balneare ad Urbino città ducale, avendo la possibilità con brevi deviazioni di raggiungere paesi e borghi antichi: Cartoceto, Saltara, Montemaggiore, Montefelcino, ecc. Il tracciato dell’ex ferrovia si presta benissimo per questo tipo di opera, moltissime linee ferroviarie dismesse sono state riconvertite in piste ciclabili. Secondo il mio parere, ripristinare una linea ferroviaria sospesa dal 1987 che si sta progressivamente degradando per mancanza di manutenzione, è contro ogni logica, sia per il costo di realizzazione elevatissimo e sia per l’ipotesi di una utenza molto limitata. Un’altra cosa molto importante da considerare è che in tutti questi anni sono state costruite numerosissime abitazioni a pochi metri dai binari della ferrovia da Fano a Fossombrone, non possiamo certo demolirle; è però anche impossibile non considerare il pericolo costituito dal treno, come è evidenziato nella foto allegata. Perché quindi opporsi una ciclabile che oltretutto protegge la stessa ferrovia e ne impedisce il degrado e forse la perdita definitiva? Il presidente della Provincia è solito dire che ‘Le piste ciclabili sono le nostre metropolitane’: sono certo che la loro diffusione migliorerà la nostra qualità della vita”.
Da: www.fanoinforma.it del 13/6/2011
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Dalla vecchia ferrovia al futuro
Fano “Dal ventennio alla provincia felice. Quale futuro per la ferrovia Fano-Urbino?”. Un momento di confronto tra i sostenitori della riconversione dell’ex ferrovia in pista ciclabile e coloro che invece auspicano il ripristino della tratta ferroviaria, non più attiva dal 1987, è stato organizzato per questo pomeriggio dal Circolo Nuova Fano. L’appuntamento è alle 18, nella sala di Santa Maria Nuova, in via da Serravalle. Il convegno si aprirà con una parte introduttiva legata alla recente storia della ferrovia, per l’occasione saranno presentati documenti inediti che mostrano come già dagli anni ‘20 la ferrovia Val Metauro vivesse una situazione controversa, ma di grande interesse. Il percorso storico sarà illustrato del ricercatore Oscar Mei.
Seguirà il confronto tra le varie forze politiche e associazioni per discutere sul ripristino o sulla riconversione del tratto ferroviario in pista ciclabile, con il contributo di un esperto in materia. E’, infatti, attesa la presenza del professor Gabriele Bariletti, urbanista esperto del sistema integrato dei trasporti e gestione delle linee ferroviarie, dell’università Roma 3 e La Sapienza. Bariletti, che segue il piano di ristrutturazione dei trasporti nella regione Lazio, si sta interessando alle vicende dell’ex ferrovia Fano-Urbino ormai da tempo e ha partecipato ad altri convegni sul tema. “Lo scopo del convegno non è quello di sostenere un determinato punto di vista – sottolineano Andrea Montalbini e Stefano Pollegioni del circolo Nuova Fano - ma di accendere un dibattito serio ed articolato sulle diverse posizioni”.
Federica Giovannini
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Retroscena storici sulla Fano-Urbino, no alla pista ciclabile
Fano “La ferrovia che aspetta il treno”. Così il quotidiano nazionale La Tribuna definì la ferrovia Val Metauro nel ‘39, occupandosi delle vicende della Fano-Urbino chiusa nel ’33. Una curiosa similitudine tra la situazione odierna e quella in epoca fascista, presentata l’altra sera dal professor Oscar Mei, nell’ambito del convegno “Dal ventennio alla provincia felice. Quale futuro per la ferrovia Fano-Urbino?” organizzato dal circolo Nuova Fano. Il ricercatore ha portato documenti originali inediti che dimostrano la volontà del Governo fascista di smantellare la tratta con le stesse motivazioni addotte oggi dai detrattori: il costo troppo alto del ripristino, il servizio sempre in deficit, la presenza del trasporto su gomma. A battersi per la riapertura fu il potestà di Fossombrone, ingegnere Getulio Emanuelli, decisivo fu l’intervento del gerarca fascista Roberto Farinacci, che intercedette con Mussolini. La comunicazione ufficiale della non demolizione arrivò nel dicembre del ’39. Lo scopo del convegno era però soprattutto quello di mettere a confronto le diverse posizioni sull’ex ferrovia, accendendo un dibattito serio e articolato, come dichiarato dal circolo Nuova Fano. Marco Cicerchia, capogruppo Pdl e primo firmatario (insieme ai partiti di maggioranza La Tua Fano, Socialisti, Udc, Fli) della mozione per la riconversione dell’ex ferrovia in pista ciclabile, ha ribadito la sua posizione, sostenuta anche dal Pd, per cui era presente Enrico Fumante, il parere tecnico dell’esperto di trasporti Gabriele Bariletti ha però contraddetto questa ipotesi, osteggiata dall’associazione Fvm: “Sarebbe come distruggere una ricchezza non più recuperabile, visto che le traversine di cemento poste sopra i binari finirebbero per far marcire il legno. Per il ripristino servono 80 milioni di euro, che sono appena sufficienti per 8 km di strada statale”. Il consigliere regionale Pdl Giancarlo D’Anna ha ricordato l’accordo di programma Stato-Regioni che individua la riapertura della ferrovia come priorità.
f.g.,
Da: Corriere Adriatico del 18/6/2011
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Relazione finale del prof Bariletti, esperto di trasporti già collaboratore della Regione Lazio ed Umbria, che ha evidenziato con forza come sia stato un grave errore fermare negli anni ‘80 la tratta Fano – Urbino e come lo sia ancora di più non ripristinarla come metropolitana leggera garantendo un asse viario privilegiato e dando impulso economico alla vallata del Metauro. Secondo il prof Bariletti il ripristino della ferrovia rappresenterebbe una grande fonte di guadagno e la sua definitiva dismissione sarebbe come gettare in mare un vagone pieno di lingotti d’oro. Il Presidente del Circolo Nuova Fano, Andrea Montalbini e il Coordinatore Stefano Pollegioni hanno ringraziato i partecipanti augurandosi che la politica decida definitivamente e celermente su quale futuro debba avere la tratta Fano – Urbino. Lasciarla all’abbandono (non scegliendo cosa farne) significa annullare il grande potenziale di sviluppo che è presente su un asse viario assolutamente strategico. Se a breve non si deciderà, ha affermato Montalbini, la nostra Provincia avrà un valido motivo per essere meno felice, specialmente per quello che riguarda la sviluppo e la rinascita della Vallata del Metauro.
Da: www.fanoinforma.it del 18/6/2011
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di Alessandro Marconi - 25 giugno 2011
LA STORIA IN BREVE
La ferrovia della valle del Metauro fu costruita dalle Ferrovie Padane che avevano ottenuto, per Regio Decreto, la concessione alla costruzione e utilizzo della linea. La tratta fino a Fossombrone fu completata nel 1915 e, nel 1916, si arrivò a Fermignano. Qui la linea si allacciava alla ferrovia Fabriano-Urbino, esistente dal 1898.
Nel 1933 le Ferrovie Padane, per motivi economici, cessarono l’attività della linea garantendo il servizio con una corriera.
Nel 1941 le Ferrovie dello Stato, scaduta la concessione, ripristinarono il treno ma con la seconda guerra mondiale la linea venne completamente distrutta. La ricostruzione del dopoguerra fu però limitata ai tratti Fabriano-Pergola (1948) e Fano-Urbino (1955). Ma le difficoltà economiche di gestione, fasce orarie di dubbio utilizzo, la mancata adozione di moderni sistemi di dirigenza e i numerosi passaggi a livello non automatizzati, determinarono la soppressione del servizio.
La famosa “littorina” non passa più nella valle del Metauro dal 31 gennaio 1987.
FANO-URBINO, TANTI PROGETTI LUNGO I BINARI
Bellagamba (Fvm) esorta gli amministratori al dibattito:
«Investire risorse nella linea e rilanciare il territorio»
Da quasi venticinque anni non sbuffa più il trenino che, da Fano, s’inerpicava verso l’entroterra fino a raggiungere Urbino. Ma immersi nella natura incontaminata che quasi sommerge buona parte della tratta, sembra di sentire ancora il riecheggiare del lungo fischio che annunciava l’arrivo del convoglio.
Ma si sa, la speranza è l’ultima a morire e il trenino potrebbe tornare. Da queste parti, nonostante siano trascorsi tanti anni, la linea ferroviaria non è mai stata dimenticata: tanto che oggi un suo possibile ripristino potrebbe essere collegato a nuove forme di mobilità sostenibile e alle attività addestrative del Genio ferrovieri che, su tutto il territorio nazionale, non ha più linee da utilizzare per questi scopi.
A sostenerlo è Carlo Bellagamba, presidente dell’associazione Ferrovie Val Metauro (Fvm), gruppo di appassionati che da oltre dieci anni si batte per il ripristino della linea. «Soprattutto in questo periodo storico in cui si parla tanto di trasporto sostenibile e intermodalità nei collegamenti –osserva-. Il percorso incrocia insediamenti urbani di rilievo come Fano, Fossombrone e Fermignano, ma anche centri come Lucrezia, Saltara, Calcinelli e zone industriali che danno lavoro a migliaia di lavoratori.
C’è poi da considerare il costante flusso di studenti e turisti che dalla costa si muovono verso la capitale dell’arte e della cultura: Urbino».
Uno studio elaborato dall’associazione evidenzia che un traffico di almeno 3mila passeggeri al giorno, dieci coppie di treni giornalieri e due convogli merci settimanali da 500 tonnellate ciascuno potrebbero assicurare alla linea una gestione in attivo. «Esiste già l’esempio della linea Merano-Malles –prosegue Bellagamba–, fino a qualche anno fa considerata un “ramo secco” e poi ripristinata fino a renderla una delle linee secondarie più utili ed efficienti d’Europa.
Con un progetto da 110 milioni di euro sono stati riportati a nuova vita sessanta chilometri di ferrovia che, attualmente, servono un bacino d’utenza di 35mila persone e trasportano circa 3.500 passeggeri al giorno (con punte di 6.000).
Agli amministratori pubblici dico: andate a vederla e rendetevi conto di cosa vuol dire investire in maniera proficua i soldi della collettività».
L’affascinante idea del ripristino sembra conquistare il parere favorevole di una vasta parte dell’opinione pubblica.
Ma gli ostacoli da superare non mancano.
E il primo scoglio è proprio economico.
Lo ha rilevato qualche tempo fa, con uno studio, la Svim, società sviluppo Marche, che ha stimato i costi di ripristino in almeno 150 milioni di euro.
Il motivo è presto detto: buona parte del materiale ferroviario dovrebbe essere revisionato o rimpiazzato.
Ed è anche per questo che ha preso spazio l’ipotesi di realizzare lungo il tracciato una pista per cicloturismo.
«Peccato che non siano stati calcolati i costi di ammortamento da spalmare in vent’anni di attività –precisa Bellagamba–, costi che sarebbero ampiamente coperti da una sana gestione dell’infrastruttura, con treni numerosi e frequentati».
Bellagamba non vuol nemmeno sentire parlare di smantellamento: «Non si perda l’occasione di modernizzare in maniera intelligente e sostenibile il nostro territorio – afferma –. Nel corso dell’ultima “Festa della ferrovia” l’urbanista dei trasporti Alberto Rother Rutter di Trieste e il prof. Gabriele Bariletti dell’università Roma Tre hanno spiegato come le ferrovie secondarie rivestano un’importanza fondamentale nel moderno sistema di trasporti.
Del resto le grandi città come Roma o Milano non riescono più ad assorbire tutto il traffico veicolare e si cominciano a vedere notevoli difficoltà anche nei centri medio-piccoli, sempre più alle prese con caos e inquinamento da polveri sottili».
FERROVIA FANO-URBINO: OPINIONI
Cosa pensano alcuni sindaci sull’ipotesi del ripristino della ferrovia
Olga Valeri – Cartoceto
SI – Potrebbe essere la soluzione per ridurre l’utilizzo delle auto. Tuttavia la linea attraversa Lucrezia e interseca alcune zone molto urbanizzate. Sarebbe necessario studiare un percorso alternativo e poi il convoglio dovrebbe essere all’avanguardia, automatizzato ed ecologico.
Fabio Cicoli – Saltara
SI – Sono favorevole ad una metropolitana di superficie a bassissimo impatto ambientale, utilissima per collegare agevolmente i centri della Valle del Metauro con Fano – dove è già da qualche tempo operativo il nodo di scambio alla stazione ferroviaria – e con la linea Adriatica.
Tarcisio Verdini – Montemaggiore al Metauro
SI – Sono d’accordo a prendere in considerazione progetti di ripristino. Una navetta veloce, in grado di servire tutta la vallata, potrebbe essere utile a valorizzare il turismo e l’economia dell’entroterra, ma anche a rispondere in maniera intelligente al sistema del trasporto locale.
Marta Falcioni - Serrungarina
NO – Credo che ripristinarla sia troppo costoso e il numero di utenti sarebbe insufficiente a mantenere la gestione in attivo. Sono invece favorevole a trasformare la linea in pista cicloturistica per collegare i centri della vallata.
FERROVIA FANO-URBINO: OPINIONI
Cosa ne pensano alcuni cittadini
Ivaldo Verdini
Infrastrutture: attirare anche i capitali privati
L’opinione di Ivaldo Verdini, rappresentante PD: «Gli investimenti sono il sale dell’economia. È giunto il momento che tutti gli enti pubblici guardino al futuro e realizzino progetti in grado di attirare investimenti pubblici e privati per riattivare vecchie tratte ferroviarie, costruirne di nuove, realizzare piste ciclo-pedonali per la vallata del Metauro e per le aree interne, grande volano per l’economia. Positiva è la nascita di NTV (Nuovo trasporto viaggiatori) società privata guidata dal Luca Cordero di Montezemolo poiché aumenta la concorrenza». Sul locale la proposta che lancia Verdini è quella di «trasformare la tratta ferroviaria Fano-Fossombrone in pista ciclo-pedonale; realizzare la nuova tratta ferroviaria di collegamento tra Fossombrone e Pergola, per garantire l’aggancio con Fabriano e quindi con l’Umbria e Roma. Dall’altro lato, riattivare il tracciato ferroviario tra Fossombrone ed Urbino, già esistente, e realizzare la nuova linea ferroviaria fino a S. Arcangelo di Romagna, garantendo così una connessione sulla linea adriatica».
Carlo Bellagamba
Dall’associazione Ferrovia Valle Metauro un’altra ipotesi
L’Associazione ha l’obiettivo di rivitalizzare la ferrovia Fano-Urbino. Compie interventi di ripulitura e raccoglie reperti ferroviari conservati nella stazione di Fermignano. Ha anche un gruppo operativo per le operazioni di Protezione Civile. Interessante il documento distribuito dall’Associazione dove si propone la riapertura della ferrovia, con tanto di dati alla mano e la realizzazione di un percorso alternativo per una pista ciclabile.
Umberto Bernasconi
Occorre fare presto
Un invito a procedere alla realizzazione di piste ciclabili è venuto da Umberto Bernasconi, rappresentante dell’associazione For.bici di Fano, che ha come obiettivo la promozione delle attività in bicicletta. Nel suo intervento ha sottolineato la necessità di fare presto perché la bicicletta ha tutto il diritto di essere considerata alla pari degli altri mezzi di locomozione, con il vantaggio della sostenibilità.
Carlo Ruggeri
…e la metropolitana di superficie?
Dura presa di posizione da parte di Carlo Ruggeri, ex-consigliere di minoranza a Fossombrone, sul progetto avanzato dal presidente Ricci di trasformare la ferrovia in pista ciclabile. «Finisce così ogni speranza di una metropolitana di superficie che sarebbe stata un toccasana per tutta la vallata, per il turismo di qualità diretto verso Urbino, per un risveglio della frequenza universitaria, per una rivalutazione dei paesini lungo il tracciato, per un ridestarsi di fantasia di accoglienza lungo la tratta, ma anche per una possibilità di collegamenti leggeri e veloci di tipo economico». Ruggeri continua: «Ricci si comporta come d’altronde fece Ucchielli, che distrusse ogni speranza nella strada intervalliva Fabriano-Pergola-Fossombrone, la quale sarebbe stata un toccasana a favore della costa e dell’interno per il decisivo sviluppo economico della Valle del Metauro e per il rilancio dell’occupazione, specie giovanile. Pur prevedendo il nuovo tracciato della ferrovia accanto alla superstrada nel Piano Territoriale di Coordinamento, credo – conclude Ruggeri – che di tutto ciò non sarà mai realizzato nulla».
FERROVIA FANO-URBINO: OPINIONI
Ramo secco o opportunità?
Sono sotto gli occhi di tutti i disagi che ci troviamo ad affrontare quotidianamente quando ci spostiamo, in auto, verso i centri maggiori della valle. Meno visibili, nell’immediato, ma altrettanto importanti sono gli effetti dell’inquinamento dell’aria provocato dalle polveri sottili. È tempo, anche per il nostro territorio, di compiere scelte strategiche che abbiano effetti positivi sulla vita quoditiana e sullo sviluppo del sistema economico e turistico. Per questo è necessario individuare una soluzione per il famoso “ramo secco” trasformandolo in opportunità. Siamo già in ritardo rispetto al resto d’Europa. Presentiamo l’esempio della ferrovia della Val Venosta, in provincia di Bolzano, come esempio di best practice (buona pratica). In tutto questo contesto, importante è l’attività svolta dall’Associazione Ferrovia Valle del Metauro che si batte per la sua riapertura.
COSA FANNO GLI ALTRI
Fra le tante iniziative sparse per l’Europa di ripristino e riconversione di ferrovie inattive ne abbiamo scelti due: una inglese e una italiana.
Alcune volte basta semplicemente guardarci attorno e vedere quello che fanno gli altri per avere un feedback sulla validità di una proposta su cui si sta discutendo.
Abbiamo contattato Mike Wood, membro del Parlamento inglese, che nel 2000 ha dato avvio ad un progetto conosciuto come Spen Valley Greenway (la via verde nella valle del fiume Spen). Si tratta di una pista lunga 11 km che percorre una vecchia linea ferroviaria dismessa compresa tra le città di Bredford e Dewsbury nello Yorkshire occidentale, nord Inghilterra.
«Ho contribuito, nel 1998, a fare acquistare la linea a “Sustrans”, l’Associazione nazionale inglese che si occupa di trasporto sostenibile. La “via verde” è stata inaugurata nel 2000 e da allora è utilizzata da pedoni, ciclisti e persone a cavallo. Oggi questa esperienza è molto conosciuta. Una ricerca condotta solo nove mesi dopo la sua apertura indicava che circa 770 persone al giorno utilizzavano il percorso».
Gli abitanti stessi hanno dichiarato che l’uso della pista ha migliorato la loro salute e la qualità della vita. L’intero progetto è costato 730 mila sterline (circa 830 mila euro) per la costruzione ed altre 250 mila sterline (280 mila euro) per l’acquisto di opere d’arte contemporanea, installate lungo il percorso rendendo la pista un museo all’aperto. La manutenzione è oggi affidata a Sustrans.
«Mi sento affettivamente molto legato alla Greenway – continua Mike Wood – quando il terreno diventò disponibile stimolai la creazione di un gruppo che lavorasse ad un progetto. L’alternativa sarebbe stata costruire case o fabbriche su quei terreni». Il progetto prevede anche lo spazio utile per far passare la linea di un tram leggero a rotaia accanto alla pista.
«L’anno scorso la pista è stata chiusa a causa dei lavori di escavazione di un acquedotto. Ho combattuto molto contro questa scelta perché ero convinto che ci fossero alternative. Oggi i lavori sono finalmente terminati e la pista è stata riaperta ma ci vorranno alcuni anni perché il paesaggio ritorni ad essere quello di prima. Questi lavori hanno anche compromesso la possibilità di realizzare il tram leggero a rotaia, anche se ci sarebbero gia stati fondi disponibili per realizzare l’opera. Al di là di questi ultimi sviluppi, sono convinto che l’esempio della Greenway possa essere replicato ovunque, anzi vi invito a farlo perché si tratta di un progetto molto stimolante!».
In Inghilterra le piste ciclabili hanno una loro classificazione, come le normali strade, e la Greeway è la pista nr. 66 del circuito nazionale delle ciclabili. Lungo il suo percorso sono state installate opere d’arte, aperti punti di ristoro per la sosta e stazioni di servizio per le biciclette. La pista è utilizzata da pedoni, ciclisti ed è accessibile sia da diversamente abili con carrozzine che dagli amanti del cavallo. Il network delle piste ciclabili inglesi è gestito dall’Associazione Sustrans.
Ferrovia Merano-Malles
UN ESEMPIO DI TRASPORTO LOCALE INTELLIGENTE
La ferrovia della Val Venosta, conosciuta anche come “Ferrovia Merano – Malles” è una linea ferroviaria che corre interamente nella Provincia Autonoma di Bolzano. La linea, inaugurata nel 1906, venne chiusa dopo varie vicissitudini dalle Ferrovie dello Stato nel 1990 in quanto considerata “ramo secco”. La Provincia Autonoma di Bolzano la acquistò alla fine degli anni ’90 e, grazie ad un lavoro di ammodernamento, è entrata di nuovo in funzione del 2005. La ferrovia ha una lunghezza di 56 km ed è servita da moderni treni diesel dotati dei migliori confort. I treni sono accessibili anche ai diversamente abili in carrozzina. Il sistema prevede inoltre una forte intermodalità con gli autobus che hanno il capolinea presso le stazioni più importanti.
Treno e bicicletta: la proposta del presidente della Provincia Matteo Ricci
LA SFIDA DEL TRASPORTO PER LA VALLE
Treno e bicicletta nel piano strategico della mobilità per la valle del Metauro, se ne è parlato all’incontro organizzato a Serrungarina nell’ottobre 2010.
Per quanto riguarda la ferrovia, Matteo Ricci ha lanciato la teoria della “Y” che prevede la costruzione di un collegamento tra Fossombrone e Pergola il quale andrebbe cosi a congiungersi con l’attuale tratta esistente Pergola-Fabriano. In questo modo, Fabriano diventerebbe lo snodo di accesso per il nostro entroterra a Roma e quindi all’alta velocità. «Non è impensabile realizzare 15 km di nuova ferrovia – dice il presidente Ricci – Fossombrone diventerebbe così la stazione di riferimento delle aree interne della provincia». L’altra “gamba” della Y sarebbe costituita da un prolungamento della ferrovia verso Arezzo lungo il tracciato della Fano-Grosseto, creando così un secondo collegamento con la linea tirrenica dell’alta velocità. «Per quanto riguarda la Fano Urbino – continua Ricci – è impensabile riaprire la ferrovia sul tracciato attuale. Occorre lasciare da parte la nostalgia e pensare invece ad una nuova tratta che percorra la superstrada». La proposta è quella di trasformare la vecchia linea ferroviaria in pista ciclabile. L’ipotesi è quella di mantenere i binari (i costi di smaltimento sarebbero troppo alti) e applicare delle piastre prefabbricate che si incastrerebbero sul binario stesso. La bicicletta, in quest’ottica viene ad essere concepita come vero e proprio mezzo di trasporto e le piste ciclabili diventano vere “infrastrutture del benessere”.
La pista ciclabile Fano-Pesaro è una realtà e nella vallata del Foglia si sta già lavorando ad altri progetti simili. «In questo modo si arriverebbe a creare un sistema di piste ciclabili di circa 70 km che collegherebbero Pesaro, Fano e Urbino – continua Ricci - uno dei percorsi ciclabili più belli d’Europa». In termini ancora più concreti, sottolinea Ricci, la pista ciclabile nelle frazioni di Tavernelle, Calcinelli e Lucrezia potrebbe costituire un’alternativa valida alla mobilità di tutti i giorni visto che le distanze tra questi paesi sono veramente ridotte.
UN CONVEGNO SUL FUTURO DELLA FERROVIA
“Urbino e la Ferrovia: tesori da non perdere, tesori da riscoprire, tesori da valorizzare” è il titolo del convegno organizzato dal Legambiente di Urbino, dall’Associazione FVM (Ferrovia Valle del Metauro) di Fano e dal FAI di Pesaro. Si è partiti con il descrivere lo scontro tutto italiano tra trasporto pubblico su rotaia e gomma che ha contrapposto gli interessi delle lobbies dell’autotrasporto. Al contrario in Europa, si è mantenuto un concetto più consapevole e maturo del trasporto su ferro. È necessario quindi arrivare ad un sistema che integri i due mezzi. Un simile parallelismo, si è detto, vale anche per la questione “pista ciclabile o ferrovia”: entrambe possono convivere e prosperare a tutto vantaggio della comunità, grazie ad un coordinamento dei sistemi. Tra le riflessioni è emerso che la ferrovia rappresenta un modo semplice e sicuro per far uscire il Montefeltro e la valle del Metauro dall’isolamento nei confronti della rete ferroviaria nazionale.
È stata presentata l’esperienza della Ferrovia altoatesina che, dopo anni di chiusura, è stata aperta nuovamente al traffico sulla tratta Bolzano-Merano-Malles con un successo straordinario: quasi tre milioni di passeggeri nel 2010 in un territorio con soli quarantamila abitanti. La replicazione dell’esperienza sul territorio della Provincia di Pesaro-Urbino avrebbe una forte attrattiva per il turismo d’oltralpe con un deciso aumento delle attuali presenze.
Il treno, si è detto, darebbe anche un grande impulso all’Università e al turismo creando posti di lavoro. Per fare questo è necessario però che si creino tavoli di lavoro a cui partecipino soggetti pubblici e privati e dove politici e tecnici si confrontino senza pregiudizi.
Da: www.ilmetauro.it del 25/6/2011
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Priorità alla pista ciclabile
Fossombrone Tutti soddisfatti e sorridenti. L’intesa tra Provincia e Comune di Fossombrone è stata confermata al termine dell’incontro in Quadreria Cesarini tra i due esecutivi. Il Comune è pronto a compartecipare sia alla manutenzione della Flaminia che attraversa la città ( i lavori del primo tratto iniziano la prossima settima) sia alla realizzazione della pista ciclabile che rappresenta un piano deliberato dall’intero consiglio provinciale. La Regione dovrà adeguare il proprio piano infrastrutturale e richiedere la dismissione della vecchia tratta ferroviaria, per arrivare ad una trattativa con le Ferrovie allo scopo di ottenere la linea in concessione gratuita. Il finanziamento della ciclabile potrà avvenire per un primo tratto simbolico con risorse della Provincia, dei Comuni di Fossombrone e Serrungarina che si sono detti disponibili e di altri Comuni che vorranno partecipare, mentre per la parte più consistente si punterà sui fondi europei. La pista potrà essere realizzata sul vecchio sedime della ferrovia, coprendolo con massicciata o con lastre in cemento. Tra gli altri obiettivi sottoscritti la rotatoria all’uscita di Fossombrone Ovest, sostegno al progetto della nuova biblioteca Passionei e gestione delle foreste demaniali regionali delle Cesane.
Roberto Giungi
Da: Corriere Adriatico del 3/8/2011
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Ripristinare la ferrovia Fano-Urbino
“Una pista ciclabile Fano-Urbino è assurda e improponibile”. A sostenerlo è l’ex assessore alla Protezione civile e Sport del comune di Fermignano Alessandro Capucci che spiega: “Basta un esempio per capire quanto un’operazione del genere potrebbe essere costosa. Le gallerie sono al buio, andrebbero tutte illuminate per accogliere qualche ciclista ogni tanto. Chi vuole sostenere queste spese? Ottimo sarebbe, invece, far riaprire la ferrovia, prevedendo anche una tratta che unisca Fossombrone a Pergola, senza considerare proprio un tratto parallelo alla Fano-Grosseto”. Altro che pista ciclabile, insomma, all’entroterra servono infrastrutture e chi chiede la riapertura della tratta ferroviaria, non lo fa certo per nostalgia, ma per aiutare la viabilità dell’entroterra, spesso fatta di tratti di non facile percorrenza. “Riaprire la vecchia ferrovia – prosegue Capucci – sarebbe d’aiuto anche per limitare la mole di traffico sulle strade che è già difficile sostenere e che, se le cose restano così, è destinata soltanto ad aumentare”.
A sostenere il ripristino c’è anche il segretario regionale del Pri Marche, il cagliese Giuseppe Gambioli. “Il ripristino è necessario – spiega – anche perché è impossibile sostituire la ferrovia Fano-Urbino con una pista ciclabile e promettere, in futuro, di costruire una nuova ferrovia a fianco della Fano-Grosseto. Non è tempo di promesse da marinaio, ma di serietà e pragmaticità se vogliamo un futuro migliore per le nuove generazioni. L’invito è a non dar credito a chi dice che il vecchio tracciato ferroviario non è più idoneo al ripristino e lo studio della Svim spa, sostenuto da chi vorrebbe la soppressione della ferrovia, è completamente sbagliato poiché mette a bilancio il rifacimento dei viadotti e delle gallerie che in realtà sono in buono stato e conteggia per ben due volte le opere di automazione”. Solo scuse, insomma, a sentire chi il ripristino della ferrovia lo sostiene, quelle a sostegno della pista ciclabile, che potrebbe esserci anche a prescindere dal treno o, magari, in un sistema di complementarietà che permetta ai turisti in bici di passare in treno da costa a entroterra. “Non può esserci – prosegue Capucci – una provincia felice a metà. La sua provincia felice, quella che rende fiero Ricci, dovrebbe essere felice anche nell’entroterra. Non si può continuare a fare felice solo la costa, perché capace di garantire un maggior bacino di voti ma serve aiutare a vivere bene anche chi sceglie di restare nell’entroterra”.
Da: www.corrierenazionale.it del 6/8/2011
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“La pista ciclabile è solo una parte di un progetto ben più ambizioso lanciato 15 anni addietro, in grado di stimolare tutta l’economia della valle del Metauro; e in un periodo di crisi come quello che attraversiamo ogni occasione dovrebbe essere colta per favorire lo sviluppo; nel nostro casi si tratta di costruire una ‘autostrada informatica’ che dà la possibilità di trasmettere presto e bene enormi quantità di dati attraverso le fibre ottiche”. Quanto siano importanti le autostrade virtuali con fibre ottiche è dimostrato dal fatto che arrivano sempre più frequenti notizie di aziende che delocalizzano ”inseguendo non più il minor costo del lavoro ma la maggiore disponibilità di connessione …; le imprese manifestano una sempre maggiore insofferenza per il gap infrastrutturale dei territori …; la mancanza di banda larga può essere una ragione sufficiente per chiudere sedi e spostarsi altrove … (cfr: La Repubblica – Affari & Finanza 11/7/2011: “Banda larga, miracolo a Milano: Telecom ha detto sì)’.
“Attenzione: la ‘banda larga’ di cui si parla non è quella di cui normalmente si dispone ma una connessione ad altissima capacità che efficienza, la cui assenza oggi determina il vero ‘divario digitale’.
E’ quindi aperta la concorrenza in questo campo; i territori che realizzeranno per primi queste nuove strutture di collegamento saranno avvantaggiati rispetto agli altri.
Potrebbe essere proprio il nostro caso perché da noi non esistono i problemi che normalmente si incontrano nei sottosuoli fortemente urbanizzati (fognature, acquedotti, cavi elettrici, ecc.) in quanto una sede ‘naturale’ per le fibre ottiche è già pronta: è il sedime della vecchia ferrovia che unisce senza interruzione la costa all’entroterra; e, a fronte di enormi benefici per aziende, operatori turistici, Comuni, ecc. i lavori per la ciclabile rappresenterebbero un ‘effetto collaterale’ relativamente poco costoso di cui le stesse compagnie di telecomunicazione potrebbero farsi carico”.
Da: www.fanoinforma.it del 18/8/2011
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“Se al momento di rilanciare il collegamento con la capitale – ha spiegato il presidente di AMI, Giorgio Londei – avevamo parlato di una sorta di scommessa, oggi si tratta di una convinta scelta imprenditoriale: Roma è un punto di riferimento straordinario, che arricchisce la nostra già ampia offerta di trasporto”.
“In tutto il 2009, i passeggeri sulla tratta Pesaro-Roma sono stati circa 16.900 – ha detto Londei -. Allora ci facemmo guidare dall’istinto e dalla forza della tradizione: abbiamo potenziato il collegamento, aggiungendolo anche nei giorni festivi, e abbiamo utilizzato un autobus di prestigio, sul quale sono stati implementati una serie di servizi utili per i viaggiatori: collegamento wi-fi e prese elettriche, accanto alle poltrone reclinabili, ma anche la possibilità di un rientro nel tardo pomeriggio da Roma, in modo da favorire soprattutto gli studenti universitari, e la possibilità di acquistare il biglietto sul web (www.adriabus.eu)”.
Una scelta che ha premiato l’azienda, visto che nel 2010 i passeggeri sono stati complessivamente oltre 18.000 e nei primi 8 mesi di quest'anno sono già a quota 13.000.
“I nuovi autobus presentati a Fano – ha precisato il direttore generale Massimo Benedetti -, aggiungono due plus al comfort e alla sicurezza: sono entrambi dotati della tv satellitare, perfettamente funzionante durante il viaggio, e di un sofisticato dispositivo di frenatura automatica in caso di presenza di un ostacolo improvviso lungo la carreggiata”. “Ogni mezzo percorre oltre 750 chilometri al giorno – ha aggiunto - e quindi abbiamo la necessità di rinnovarlo mediamente ogni 5 anni. Ma la nostra più grande soddisfazione sta nel presentare sempre nuovi investimenti per un servizio che non gode di alcun contributo pubblico e che pure riesce ad essere economicamente in equilibrio”.
Il collegamento Pesaro-Fano-Urbino-Roma, che conferma anche le fermate a Acqualagna, Cagli e Cantiano, sarà garantito – dal lunedì al sabato - da due coppie di autobus, con arrivo a Roma Tiburtina alle ore 10.30 e 19.30; la domenica, invece, è previsto un solo collegamento, con partenza da Pesaro sempre alle ore 5.55 e ripartenza dalla capitale alle ore 18.00, con arrivo a Pesaro alle ore 22.50. Il costo del biglietto di corsa semplice è mediamente di 32 euro.
Dallo scorso mese di agosto, dopo un’analisi di customer satisfacion, la validità del biglietto di andata-ritorno è stata portata da 3 a 4 giorni e ad un prezzo scontato: “Un allungamento – ha precisato Oddo Bucci, amministratore della società F.lli Bucci, che gestisce insieme all’AMI il collegamento per Roma – che abbiamo concesso perché costituisce un’attenzione in più verso i viaggiatori e ci differenzia nettamente dal trasporto su rotaia”.
“Gli investimenti di AMI sul collegamento per Roma – ha concluso Rodolfo Peroni, che rappresenta nel consiglio dell’azienda il comune di Fano – spingono tutta la nostra provincia ad integrarsi ulteriormente con Roma: certamente significano garantire un servizio a basso costo per studenti, operatori, famiglie che si muovono per necessità su questa tratta, ma aprono ulteriormente le porte ad un turismo nazionale e, soprattutto, internazionale, che va a beneficio delle nostre città, le quali devono farsi trovare pronte dal punto di vista della ricettività e della qualità dell’offerta”.
Redazione Fanoinforma.it del 30/09/11
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Gambioli del Pri a Ricci e Pelagaggia
Fossombrone La pista ciclabile è la scusa buona per sopprimere del tutto la ferrovia. Giuseppe Gambioli, segretario regionale del Pri, non parla il politichese: “Lo studio Svim è una patacca che viene riproposta da chi testardamente vuole sopprimere definitivamente la ferrovia Fano-Urbino e sostituirla con una pista ciclabile. Tra questi il presidente della Provincia Ricci e il sindaco di Fossombrone Pelagaggia. Quest’ultimo cita lo studio Svim per convincere i suoi concittadini che rimangono scettici e auspicano la riapertura della ferrovia”. Cosa esamina lo studio Svim? “Lo studio è stato ordinato con l'idea di realizzare la pista ciclabile comunque e non prende in considerazione alcuna soluzione a favore della ferrovia. Quindi fa un elenco di vincoli fisici e ambientali, chiamate “strozzature”, contro il suo ripristino”. Vale a dire? “Si inventano di sana pianta ostacoli inesistenti e se ne enfatizzano altri con l'intento di dimostrare la non convenienza se non l'impossibilità di riaprire la tratta. Tra gli “ostacoli fisici” maggiori si considerano l'arretramento dell'autostrada A14 nei pressi di Carrara e la futura interquartieri a Fano. Secondo lo studio Svim, l'ostacolo dell’interquartieri è rappresentato dal costo di un sottopasso”.
Non lascia a desiderare l’ipotesi dell’arretramento dell’autostrada? “Infatti è un problema inesistente perché non sarà fatto”. La seconda questione? “E’ pretestuosa poiché si vorrebbe rinunciare a una ferrovia a servizio di un’intera vallata per evitare la spesa di un sottopasso di una strada di quartiere ancora da costruire”. Volendo fare una sintesi, come stanno le cose? “In poche parole la vallata del Metauro dovrebbe diventare una zona super protetta in cui non può passarci nemmeno il treno. Incredibile, ma nello studio si dice questo. Mentre in tutto il mondo il treno viene visto come il mezzo di trasporto più ecologico nello studio Svim viene demonizzato chissà perché. Non ci siamo proprio. Le prove ci sono”.
Da: Corriere Adriatico del 4/10/2011
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In prima fila Zaffini, Cancellieri e Mochi. Il saluto di Galuzzi
Fermignano La tratta ferroviaria Fano - Fossombrone – Fermignano - Urbino va ripristinata perché “spina dorsale” che collega la città ducale con la costa e unica possibilità per rivitalizzare la promozione turistica. Alle stazioni vanno collegata piste ciclabili per l’escursione del territorio. Questo il messaggio ribadito a Fermignano in occasione della dodicesima “Festa della stazione” organizzata da Fvm Ferrovia Valle Metauro con la collaborazione di Comune, Regione Marche, gruppo metaurense della Protezione Civile, Pro loco, Fai e Legambiente Urbino. C’è stato un fugace saluto agli organizzatori, al momento dell’alzabandiera, dell’assessore provinciale Massimo Galuzzi e la partecipazione all’incontro successivo del consigliere regionale Roberto Zaffini e dei sindaci di Fermignano Giorgio Cancellieri e Piobbico Giorgio Mochi. Zaffini dichiara: “Non ha senso la pista ciclabile al posto della ferrovia, ve li immaginate i turisti che arrivano a Urbino tutti sudati e con la lingua fuori? Vi arriverebbero, eventualmente, solo gli atleti i quali scelgono altri percorsi. Qui si tratta di impostare un discorso preciso per la promozione turistica vera. Solo il treno può garantire un collegamento efficace. Se poi ci sono percorsi da effettuare nella cittadine della vallata ben vengano, nessuno sarà mai contrario alle piste ciclabili collegate alla ferrovia”.
Il primo cittadino di Fermignano Cancellieri: “Bisogna essere chiari. Prima di tutto bisogna lavorare con tutte le energie al completamento della Fano-Grosseto. In seconda battuta c’è la ferrovia. Ma che sia tale e non pista ciclabile. Piuttosto se ci sono i soldi per fare quest’ultima, meglio impiegarli per la strada ferrata. Tutto questo va detto al di fuori di ogni demagogia”. Giorgio Mochi, sindaco di Piobbico: “Fuori da ogni logica una pista ciclabile dei privati che stanno a cuore al presidente Ricci. Stiamo perdendo il lume della ragione. Bisogna rimettere in discussione tutta la politica territoriale. L’ospedale unico, tanto per fare un altro esempio, va costruito a Bellocchi perché vicino all’autostrada e alla superstrada che serve l’entroterra. Di questo passo come si può affrontare un’emergenza a Piobbico?”. Il Circolo Legambiente Le Cesane di Urbino scrive che senza ferrovia Urbino si isola sempre più.
r.g.
Da: Corriere Adriatico del 10/10/ 2011
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Rfi, già nel 2002, rinunciava alla concessione di esercizio per le difficoltà economiche e gestionali connesse all’effettuazione del servizio. Nel 2003 il Ministero chiedeva alla Regione il proprio parere, nell’ambito della programmazione dei servizi locali. La Regione, nel 2005, invitava il Ministero a soprassedere alla chiusura. Nel 2010 la Provincia di Pesaro e Urbino, invece, ha richiesto ripetutamente la ripresa dell’iter di dismissione e l’assegnazione all’Amministrazione provinciale dell’area della linea, per realizzare l’asse portante della rete di piste ciclabili della provincia, lungo la Valle del Metauro. Sempre nel 2010 la Provincia ha inviato alla Regione e a Rfi la delibera con cui si chiedeva di procedere alla dismissione definitiva e sollecitato la Regione, anche nel 2011, per esprimere il necessario parere al Ministero. La Regione ha nuovamente avviato contatti con Rfi per valutare l’ipotesi di una riattivazione della linea, non trovando la dovuta adesione per la scarsa frequentazione della tratta ferroviaria. Conseguenza logica e definitiva – conclude Viventi - è stata, pertanto, l’invio del parere favorevole al Ministero, in quanto la contrazione delle risorse statali, per il settore, non concede possibilità di ulteriori ripensamenti”.
Da: fanoinforma del 17/10/2011
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Poco interessa l’attenzione di diverse associazioni inglesi per un recupero turistico della tratta, poco interessa ridurre inquinamento e isolamento dell’entroterra, poco interessasa che solo pochi mesi orsono il Corriere delle Sera ha dedicato un’intera pagina alla Fano Urbino auspicando la sua riapertura. Una scelta miope che si nasconde dietro la crisi per rimangiarsi l’inserimento tra le priorità dell’accordo di programma Stato – Regione. In questi mesi si è alimentato un falso dibattito tra ciclabile e ferrovia come se una escludesse un’altra, ma così non è. La Fano-Urbino fu chiusa per la miopia e per favorire il privato. Oggi si vuol chiudere definitivamente un capitolo per aprirne un’altro poco chiaro. Senza i vincoli di rispetto imposti dalla presenza della ferrovia, cosa accadrà sul nostro devastato territorio dopo lo stupro del fotovoltaico?”.
Da: fanoinforma del 17/10/2011
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“Nei fatti l’assessore alle Infrastrutture, Luigi Viventi, ha risposto alle richiesta del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che sollecitava una decisione in merito, a seguito della rinuncia della concessione di servizio da parte di Rete Ferroviaria Italiana (Rfi).
“Rfi, già nel 2002, rinunciava alla concessione di esercizio per le difficoltà economiche e gestionali connesse all’effettuazione del servizio come si evince dalla delibera di Giunta Regionale n. 34 del 08/11/10 - Piano Regionale infrastrutture trasporto merci logistica al comma 3.4.6 così recita = ‘Ripristino della linea Fano-Urbino …., dismessa da Trenitalia da parecchi anni, posta in vendita dall’immobiliare Ferroviaria e richiesta dalla Regione in comodato per evitarne il frazionamento e quindi la definitiva perdita.
Su tale linea uno studio di fattibilità condotto da SVIM su commessa della Regione e degli Enti Locali, ha negato la fattibilità economica sulla base di una logica cumulativa del costo del ripristino + il costo della gestione, ma tale fattibilità può essere raggiunta sul solo costo di gestione, a condizione che venga assunto l’onere di sostenere la spesa di ripristino a fondo perduto. Considerato che tale ipotesi non è sostenibile per la Regione, perché richiederebbe non solo il rifacimento della banchina e del binario, ma anche la realizzazione di opere sostitutive per gli oltre 50 Passaggi a livello esistenti, si può coerentemente stabilire di salvaguardane il sedime, trasformato in pista ciclabile, per avere una futura possibilità di intervento.
Come è noto, la linea ferroviaria Fano/Urbino (km 48,6 di linea con 14 ponti, 8 gallerie, 5 viadotti) è stata chiusa all’esercizio alla fine degli anni ottanta in quanto, in base al piano formulato dal Ministero dei Trasporti e da FS s.p.a., non raggiungeva livelli accettabili di redditività……... La Regione Marche sta operando da diversi anni per il riutilizzo.
Sia attraverso l‟affidamento di uno studio per l’utilizzo ferroviario o in alternativa per altri usi legati al trasporto ( tramvia, pista ciclabile,..) sia attraverso la richiesta inoltrata nel corso del 2005 a RFI di avere in comodato d’uso l’intero compendio delle aree ferroviarie della tratta Fano – Urbino, allorché la società espresse la volontà di alienare al pubblico incanto il bene dismesso. RFI non ha mai dato risposte ufficiali all’ipotesi del ripristino, anche in considerazione del fatto che l’eventuale riapertura richiederebbe notevoli spese per demolizioni, consolidamenti, rettifiche di tracciato, opere sostitutive dei P.L. e non ultimo, il reperimento di un gestore della linea.
In tal senso si inquadra la richiesta inoltrata al Genio Ferrovieri per il ripristino e l‟esercizio, che non ha però dato i risultati attesi, dal momento che il Genio ha ribadito l‟indisponibilità alla gestione e la parziale disponibilità ad occuparsi dell‟esecuzione dei lavori a spese del committente Regione o Stato’.
Quindi come sosteniamo da diversi anni, le carte parlavano già in maniera inequivocabile, RFI e il Genio Ferrovieri non erano disponibili ad una riattivazione, peraltro impensabile sull’attuale tracciato e le decisioni della Regione Marche e dell’Ass.re Viventi erano inevitabili.
Il consigliere Regionale D’Anna dovrebbe conoscere i documenti prodotti in Regione, non è certo con il populismo inconcludente che si ottengono risposte per il territorio. Ora si lavori per l’utilizzo della tratta ferroviaria come Pista Ciclabile a servizio del Territorio e del Turismo.
Molti sono gli esempi ben riusciti in Italia di tratti di ferrovie dismesse diventate piste ciclabili, con grande riscontro turistico oltre che utili per lo spostamento dei cittadini in bicicletta, come ad esempio la Fiuggi – Paliano di 20 Km solo per citarne una ben riuscita.
Se ci saranno risorse in futuro nulla vieta l’ipotesi di valutare la realizzare una tratta ferroviaria a lato della superstrada Fano- Grosseto, come del resto UDCFANO ha sempre sostenuto servono risposte concrete e fattibili utili al territorio, non chiacchiere al vento”.
Da: fanoinforma.it del 18/10/2011
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Linea Fano-Urbino, forse un referendum
Fano, 18 ottobre 2011 - Il Pri ha intenzione di organizzare un referendum popolare contro la decisione della giunta regionale di dismettere la linea ferroviaria Fano-Urbino e ad annunciarlo è stato il segretario regionale repubblicano Giuseppe Gambioli. ''Ancora una volta – ha affermato - la Regione con la complicita' della Provincia non ha saputo valorizzare le peculiarieta' socio culturali delle zone interne e al contrario le ha ancora una volta umiliate”.
Tutte le opposizioni, comunque, di centrodestra e di sinistra, non hanno esitato a scagliarsi contro tale scelta.
Tra i più critici Giancarlo D'Anna, del Gruppo Misto, che ha parlato di una “clamorosa marcia indietro: il recupero della Fano-Urbino era una delle priorita' dell'Accordo di programma Stato-Regione del 2009. Per i lavori c'era un interesse del Genio militare. Così si condonano anche i tanti abusi effettuati lungo la linea”.
Contrario anche Raffaele Bucciarelli (Pdci-Prc): la scelta della giunta e' ''la rinuncia ad un modello di sviluppo per valorizzare l'entroterra. Le difficolta' economiche - ha insistito - non sono giustificazioni sufficienti. In materia di trasporti, la giunta regionale non ha saputo fare altro che il piagnisteo sui tagli statali, senza proporre e senza la capacità di modificare i rapporti fra trasporto su ferro e trasporto su gomma, ne' di disegnare una strategia nuova per una migliore intermodalita', un maggior rispetto dell'ambiente, una piu' alta qualità del trasporto pubblico locale', ha concluso”.
Anche Elisabetta Foschi del Pdl si è mostrata molto contrariata: ''la giunta ha disatteso l'ultimo pronunciamento dell'Assemblea legislativa, che era di segno opposto. E' una grave scorrettezza. Si ascolta la Provincia di Pesaro Urbino, ma non i Comuni interessati, compreso Urbino. “Infine - ha rimarcato -, il piano strategico della Provincia che prevede la realizzazione di una nuova linea ferroviaria lungo la superstrada, è decisamente fantasioso''.
E' di parere opposto, invece, Luigi Viventi, assessore alle Infrastrutture: ''Una linea ferma dal 1987 e sostituita da autobus - ha ricordato l'assessore alle Infrastrutture Luigi Viventi - e che ormai esiste solo nella testa di qualcuno. Ora c'e' un progetto serio della Provincia di Pesaro Urbino per realizzare una pista ciclabile sull'area di sedime''. Viventi ha anche ricordato la difficile situazione del trasporto pubblico locale alla luce dei tagli, ''il 78% delle risorse'', da parte del Governo: ''se la situazione rimane cosi' (ma io spero di no) non dovremo parlare della Fano-Urbino, ma del taglio del 78% delle linee interne''.
In chiusura del dibattito, l'assessore al Bilancio Pietro Marcolini ha spiegato che la Provincia di Pesaro Urbino ha chiesto la dimissione ''sulla scorta di una ricerca. Il tratto ferroviario e' stato divelto, ci sono 400 passaggi stradali extraurbani. Come si superano con dei binari? Noi vorremmo fare una metropolitana di superficie, come ad Ancona, ma non e' possibile. Oggi si e' parlato solo di desiderata''.
Comunque, su richiesta di D'Anna e Bucciarelli, la questione sara' nuovamente discussa in consiglio regionale.
Da: Il Resto del Carlino del 18/10/2011
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Viventi: “Abbiamo accolto le ripetute richieste della Provincia. Comunque Rfi non ha accolto l’ipotesi del ripristino della linea”
Urbino La Regione ha espresso parere favorevole alla dismissione della linea ferroviaria Fano-Urbino. Su proposta dell'assessore Luigi Viventi, la giunta regionale ha risposto alle richiesta del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che sollecitava una decisione in merito, a seguito della rinuncia della concessione di servizio da parte di Rete Ferroviaria Italiana.
Abbiamo assecondato le ripetute richieste della Provincia di procedere alla dismissione definitiva, in quanto interessata a riconvertire l'aerea dell'ex sede ferroviaria - sottolinea Viventi - La decisione comunicata al Ministero tiene conto anche del fatto che Rfi non è più intenzionata a ripristinare il collegamento ferroviario, per cui autorizziamo Rfi e la Provincia a instaurare rapporti diretti per un miglior riutilizzo pubblico della vecchia linea. Il servizio passeggeri e merci sulla linea ferroviaria Fano-Urbino è stato soppresso nel 1987.
Attualmente viene effettuato un sevizio sostitutivo, con autolinea, finanziato dalla Regione. La concessione per la gestione dell'infrastruttura ferroviaria prevede la possibilità di dismissione, una volta acquisiti i pareri ministeriali e della Regione.
Rfi, già nel 2002, rinunciava alla concessione di esercizio per le difficoltà economiche e gestionali connesse all'effettuazione del servizio.
Nel 2003 il Ministero chiedeva alla Regione il proprio parere, nell'ambito della programmazione dei servizi locali.
La Regione, nel 2005, invitava il Ministero a soprassedere alla chiusura.
Nel 2010 la Provincia invece, ha richiesto ripetutamente la ripresa dell'iter di dismissione e l'assegnazione all'Amministrazione provinciale dell'area della linea, per realizzare l'asse portante della rete di piste ciclabili della provincia, lungo la Valle del Metauro.
Sempre nel 2010 la Provincia ha inviato alla Regione e a Rfi la delibera con cui si chiedeva di procedere alla dismissione definitiva e sollecitato la Regione, anche nel 2011, per esprimere il necessario parere al Ministero.
La Regione ha nuovamente avviato contatti con Rfi per valutare l'ipotesi di una riattivazione della linea, non trovando adesione per la scarsa frequentazione della tratta ferroviaria.
Da: www.corriereadriatico.it del 18/10/2011
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“Il comportamento della Regione Marche scrive Giuseppe Gambioli segretario regionale Pri- rimarca ancora una volta la grande insensibilità che c’è verso la qualità della vita dei cittadini che vivono nelle zone appenniniche.
In questi decenni c’è stata una spoliazione continua dei servizi per queste popolazioni e ora nel pesarese si è voluto togliere anche quel tratto ferroviario che, se opportunamente riaperto, oltre all’importanza di collegare l’intera vallata del Metauro alla costa, avrebbe creato le premesse concrete per ripristinare il vecchio collegamento con Roma, già esistente prima dell’ultima guerra mondiale”.
“Ancora una volta la Regione con la complicità della Provincia non ha saputo valorizzare le peculiarietà socio culturali delle zone interne e al contrario le ha ancora una volta umiliate. I cittadini delle zone interne hanno servizi carenti (nei giorni festivi non c’è alcun mezzo di trasporto pubblico) e il risultato di questo menefreghismo è la crescente disaffezione nei confronti della nostra Regione. Ben otto Comuni della nostra Provincia sono andati con l’Emilia Romagna, altri due Comuni chiedono di fare altrettanto e di questo passo altri ancora se ne aggiungeranno”.
“Il PRI si adopererà affinché questo ennesimo sfregio nei confronti dei cittadini dell’entroterra non venga perpetrato e fin d’ora cercherà di organizzare nei comuni interessati al ripristino della ferrovia (Urbino, Fermignano, Fossombrone) un referendum popolare contro il volere della Regione e della Provincia”.
Da: fanoinforma.it del 19/10/2011
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- pedalata facile su strade secondarie Fano – Cuccurano;
- pedalata ecologica esclusicamente in Mtb, Parco di Cuccurano - Frantoio Busca Cuccurano.
Il programma della pedalata facile per tutti ( rif. Umberto 339.3698327)prevede: ritrovo: Arco d'Augusto di Fano ore 10; iscrizioni ore 10.30; partenza.
Il percorso è il seguente: Fano-Cuccurano, per complessivi 15 km di lunghezza A/R su strade secondarie prevalentemente asfaltate. In particolare si cercherà di seguire il tracciato della ex ferrovia Fano-Urbino per dimostrare ai partecipanti che in presenza di una ciclabile in sede propria, iniziative come questa (ma anche l'utilizzo quotidiano) ne guadagnerebbero in sicurezza, evitando di percorrere la pericolosa Flaminia. Programma della pedalata ecologica esclusicamente in Mtb (rif. Marco 338.9174371): Ritrovo: piazzale all'ingresso del parco di Cuccurano; ore 8.30, iscrizioni; ore 9 partenza. Il percorso sarà: da Cuccurano, Ponte Murello, Sant'Elia, Carignano, Magliano, Cuccurano. di media difficoltà, per complessivi 25 km di lunghezza e 600 mt di dislivello.
Per tutti: ore 12: appuntamento al Frantoio Busca, che offrirà ai partecipanti uno spuntino a base di bruschetta e vino e, in omaggio, una bottiglietta di olio di oliva.
Dopo il giro e la degustazione, chi vorrà potrà fermarsi a pranzo presso la vicina trattoria Vecchia Fornace. Per prenotazioni contattare Simone (333.5919587) entro giovedì 20 Ottobre. E' fortemente consigliato il casco, sono richiesti bici in ordine e kit anti-foratura.
La partecipazione di minori è consentita solo se accompagnati da un responsabile.
La quota di partecipazione è di 3€ per i soci For.Bici FIAB e di 5€ per gli altri e comprende copertura assicurativa dell'iniziativa e partecipazione all'estrazione premi di fine giro.
L'iniziativa si terrà anche in caso di condizioni meteo non favorevoli. Per info: forbici.fano@gmail.com, Luca 347.4426245.
Da: fanoinforma.it del 18/10/2011
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La Regione Marche addossa le responsabilità della decisione sulla provincia di Pesaro Urbino, oltre che sul non interesse della Rfi a riattivare il servizio.
La provincia di Pesaro Urbino ha motivato la propria scelta con la volontà di recuperare l’area della linea ferroviaria per realizzare l’asse portante della rete di piste ciclabili della provincia, un buon obiettivo questo che però non vale quanto la possibilità, se non oggi domani, di attivare un moderno collegamento metropolitano tra la costa ed Urbino, come già avvenuto ad esempio in Val Venosta o in Val di Sole. Ciò senza nulla togliere alla realizzazione di piste ciclabili che, come rimarcato da altre associazioni di cittadini, potevano trovare spazio accanto alla ferrovia.
E in ogni caso se ciclabile deve essere che sia allora funzionale alle esigenze di spostamento dei residenti sul fondovalle (asse principale e sue interconnessioni con aree industriali, commerciali, scuole) e non solo per le escursioni ed i ciclisti del fine settimana. Ancora una volta, come già avvenuto in altri casi (sulle cave e sul piano casa) gli Enti pubblici – a nostro parere – non tutelano sufficientemente l’interesse pubblico e, nel caso specifico, non tutelano il trasporto pubblico su rotaia rispetto all’inquinante traffico su gomma. Perché l’alternativa al treno per raggiungere Urbino dalla costa non è la bicicletta ma l’autovettura.
Ancona, 19 ottobre 2011
Il Consiglio Regionale Marche
Da: www.italianostra.org
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“Con la Delibera di proporre la dismissione della ferrovia metaurense la Regione Marche e la provincia di Pesaro-Urbino si assumono la pesante responsabilità di:
- togliere al comprensorio della Valle del Metauro e di parte del Montefeltro delle potenzialità economiche che solo una ferrovia ben gestita può offrire (turismo ed attività correlate - vedi Valvenosta che ha consentito introiti dal solo turismo svizzero per 22 milioni di euro nel 2010. I dati sono ufficiali della Provincia di BZ).
- togliere ai cittadini (soprattutto giovani, meno abbienti, portatori di handicap, anziani) il diritto ad una mobilità, sancita dalla Costituzione, sicura ed economica (vedi sempre la Valvenosta con 8.500.000 utenti di cui 2.700.000 nel 2010 - dati ufficiali SAD)
-dissipazione di un investimento di denaro e risorse umane compiuto nel 1913 con la costruzione della Fano-Fermignano; tale capitale ("passivo virtuoso", come l'acquisto di un gioiello od un deposito aureo) viene svilito con il proposito di conversione in pista ciclabile, di costo sì inferiore ma incapace di generare ricchezza e lavoro in confronto alla struttura già esistente (e non utilizzata da capaci gestori).
Inoltre si deve denunciare l'atteggiamento assunto dalla Provincia nei confronti dell'Associazione e dei suoi esperti i quali pur proponendo studi, ricerche e modelli di gestione sono stati volutamente ignorati e mai convocati dalla Presidenza al fine di un confronto: questo da parte di chi si proclama "democratico" e che non considera quanto richiesto da più di seimila cittadini già dal 2004.
Non si è presentato alcun progetto (tranne la consueta citazione dello studio SVIM, confutato in modo scientifico già nel 2005 dal Prof. Bariletti studioso di trasporti, progettista e consulente della Regione Lazio e della Prov. di Rieti) tranne alcune asserzioni di futuri collegamenti con Roma ed Arezzo dai costi sbrigativamente accennati (che ,invece, ammontano a diverse centinaia di milioni) per collegarsi ..... alle Linee ad Alta Velocita' (!)
Inoltre non è ben chiara tutta questa animosità e dinamicità di fare qualcosa nei confronti di una struttura che non dà fastidio a nessuno (forse tranne agli speculatori edilizi ed a qualcun altro) e non è assolutamente chiara la giustificazione alla base del provvedimento in cui si lamenta la mancanza di fondi per ricostruire la ferrovia (malgrado l'Accordo Stato-Regione del 2009) e poi si prevede un'altra spesa non indifferente per la pista ciclabile (da dove si prelevano e si giustificano i finanziamenti?).
In tal modo si penalizzano e si condannano ad un maggiore isolamento territori e realtà già in sofferenza economica e viaria con peggioramento delle condizioni locali (valgano per tutte gli esempi dell'Università ed del turismo urbinati).
Rivolgo la proposta ed un appello al Presidente Spacca per un sereno confronto, magari condotto al Ministero delle Infrastrutture con il Ministro Matteoli al fine di scongiurare la dismissione ed evitare altre sciagure (naturalmente con l'auspicabile e doveroso concorso di chi è stato designato dai cittadini ad amministrare il proprio territorio)”.
Da: fanoinforma.it del 20/10/2011
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Si pone fine quindi ad una situazione di immobilismo che per decenni ha favorito il degrado e l’accaparramento di spazi pubblici che ora potranno essere recuperati come via verde di collegamento tra la costa ed un entroterra con grandi potenzialità di sviluppo economico, come si è già verificato in tantissimi casi e avverrà tra poco anche nella Poggibonsi - Colle Val d’Elsa, una tratta con molti punti in comune con la Fano Urbino: chiusa nel 1987, inserita tra le Ferrovie Turistiche Italiane, nonostante i lodevoli tentativi di tenerla in vita da parte di una associazione locale anche come tramvia leggera al posto degli autobus di linea, è stata alla fine riconvertita in pista ciclabile. Proprio dall’esperienza toscana potrebbero derivare indicazioni utili per rendere la via verde del Metauro ecologica in tutto, anche evitando di usare asfalto o cemento sulla massicciata ferroviaria. Non c’è dubbio che, visto il grande successo della Fano Pesaro, la ciclabile che la Provincia vuole realizzare sui binari dismessi sia una scelta indovinata che sta convincendo sempre più associazioni, enti pubblici e privati cittadini. E anche in questo caso sarebbero soldi spesi bene.
Enrico Tosi
Da: www.sottocchio.it del 20/10/2011
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“Il Presidente della Provincia di Pesaro Urbino Matteo Ricci sta finalmente realizzando il suo progetto: smantellare la linea ferroviaria Fano – Urbino. Il Circolo Nuova Fano è più volte intervenuto sottolineando il fatto che la riattivazione della tratta ferroviaria sarebbe economicamente vantaggiosa, non precluderebbe affatto la possibilità di una pista ciclabile parallela e rappresenterebbe un’immediata e concreta risposta al problema delle polveri sottili e del traffico su gomma. Il Presidente Ricci ha sovente identificato la nostra Provincia come la Provincia del sole e del vento e della green economy. Questo si è tradotto in un moltiplicarsi di pannelli solari che hanno deturpato il nostro entroterra con colline che oggi non sono felici come Ricci vorrebbe farci credere. Allo stesso modo la dismissione della tratta ferroviaria in oggetto non accrescerà la felicità, anche usando indici di valutazione molto cari al Presidente Ricci. Vorremmo però porre l’attenzione dei cittadini sul ruolo della politica (questa volta con la p minuscola). Negli scorsi mesi, ma soprattutto negli scorsi giorni in seguito alla decisione della Regione Marche di dismettere la linea ferroviaria, è stato un susseguirsi di comunicati stampa di politici locali favorevoli al ripristino della ferrovia. Ma allora perché non creare un fronte comune tra tutti i politici favorevoli? Certo questo richiederebbe un’azione condivisa e lo spogliarsi del proprio abito politico e della propria visibilità. Sappiamo che tale percorso è estremamente indigesto ma di sicuro effetto.
Abbiamo visto vari rappresentati regionali, provinciali, comunali schierarsi apertamente, ma singolarmente a favore della Fano – Urbino, ma troppo spesso in maniera personale, isolata, soggettiva, quindi con un peso politico e contrattuale quasi nullo. Certo urlare con un megafono crea visibilità ma non aiuta ad ottenere un risultato. Ci auguriamo quindi che tutti gli amministratori della provincia di Pesaro Urbino favorevoli al ripristino della tratta ferroviaria possano fare un passo indietro (difficile) sacrificando il proprio consenso personale immediato, per aderite, tutti insieme, alla battaglia per il ripristino. Si tratta di fare fronte comune per un risultato collettivo, ma questo concetto è oggigiorno assai raro. Ci auguriamo quindi che l’Associazione FVM (Ferrovia Val Metauro capitanata da Bellagamba & soci) che si è sempre contraddistinta per l’encomiabile battaglia a favore della ferrovia possa essere il capofila di questo fronte comune in cui i politici concorrono al risultato ma non se ne appropriano per fini personali. Noi nel nostro piccolo ci saremo e ci auspichiamo la nascita di una grande cordata bipartisan a favore della Fano – Urbino”.
Da: www.fanoinforma.it
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Il circolo "Le Cesane": "Se la pista tra Pesaro e Fano è costata 4 milioni, quanto ci vuole per 48 chilometri?"
Fano, 21 ottobre 2011 - Il circolo di Legambiente «Le Cesane» di Urbino, che ha sempre sostenuto battaglie per la riapertura della ferrovia Fano-Urbino, esprime totale contrarietà alla decisione della Giunta Regionale che, recependo le indicazioni della Provincia, ha sancito la dismissione della tratta. «Si tratta di una decisione sbagliata sia nel merito sia nella procedura — dice Legambiente —. Il Comune di Urbino, attraverso il proprio consiglio comunale, ha approvato una mozione che richiede la riapertura della tratta. Come è possibile che la giunta provinciale arrivi ad una decisione contraria a quella di Urbino? La delibera della provincia è inaccettabile, incomprensibile e ingiusta e non restituendo al territorio le proprie legittime deliberazioni è senza dubbio priva di validità politica. La tratta, una volta sistemata, porterà notevoli vantaggi alla mobilità pendolare, al turismo, allo sviluppo economico dell’entroterra, diminuendo il nefasto impatto del trasporto su gomma sulla qualità della vita. Si dica ora quale opera pubblica, senza apportare ulteriori ferite al paesaggio, avrà tali caratteristiche di catalizzatore dell’economia locale?
Non ci resta che sperare che la decisione sia al più presto modificata — si augura Legambiente Urbino —, che il Comune, i partiti, le associazioni, si adoperino affinché si vada celermente a riaprire una possibilità, una speranza per questo entroterra, ancora una volta bistrattato e offeso». Parla di «errore irreparabile» della Regione, il segretario di Uil Trasporti Marche Giorgio Andreani: «in un momento in cui si denuncia da più parti lo “sforamento” del livello delle PM10 è inopportuno. Uiltrasporti Marche si è spesa da sempre per il pieno utilizzo delle infrastrutture ferroviarie. Il recupero di questa linea potrebbe essere anche funzionale nell’ambito della riorganizzazione dei servizi di trasporto pubblico che la Regione dovrà fare a causa dei tagli del Governo. Inoltre con quest’atto insensato si abbandona definitivamente la possibilità di un potenziale sviluppo di tutta la vallata del Metauro. La Provincia di Pesaro e Urbino, e soprattutto il suo presidente Ricci, da sempre non considera strategico il recupero della ferrovia per l’elevato costo dell’opera, pur non dimostrando questa idea con progetti. Noi crediamo invece che il recupero della linea può essere inquadrato anche in un ambito più grande, in un progetto comunitario europeo. La pista ciclabile non ci sembra accompagnata da un progetto sostenibile: se consideriamo i costi della ciclabile tra Fano e Pesaro, dove per 9 chilometri sono stati spesi 4 milioni di euro, quanto verrebbe a costare una ciclabile lunga 48 km?».
Lara Ottavini
Da: http://www.ilrestodelcarlino.it/fano/cronaca/2011/10/21
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“PRESIDENTE. Il Consigliere D’Anna ad inizio di seduta ha chiesto alcune delucidazioni all’Assessore Viventi in merito alla dismissione della linea ferroviaria Fano-Urbino. L’Assessore è disposto a dare alcune indicazioni per cui gli do la parola. Prego, Assessore Viventi.
Luigi VIVENTI. Ringrazio il Consigliere D’Anna che opportunamente dà modo all’Aula di conoscere tale questione. E’ una questione che si trascina dal 1987, ne abbiamo parlato anche in altre occasioni. Quindi ritengo sia giusto dare una risposta definitiva. Tra l’altro a questa risposta siamo stati chiamati più di una volta dallo stesso Ministero, da cui è arrivato un sollecito anche di recente.
La questione è quella della dismissione – lo dico per i colleghi che magari la conoscono un po’ meno – della tratta ferroviaria Fano-Urbino Una tratta che è ferma dal 15 aprile 1987. Da allora la Regione Marche ha organizzato un servizio sostitutivo mediante autolinea, interamente finanziato dalla Regione stessa.
La società RFI in data 20 dicembre 2002 chiedeva al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti la rinuncia della concessione di esercizio e la conseguente dismissione della linea in oggetto, ovviamente per difficoltà economico-gestionali.
Il Ministero in questione il 25 marzo 2003 richiedeva pertanto alla Regione Marche il parere di competenza per la dismissione della linea ferroviaria.
La Regione Marche in un primo momento (19 gennaio 2005) per poter addivenire a tale richiesta chiese del tempo. In effetti poi assegnava alla Svim uno studio di fattibilità per verificare se fosse stato possibile e quali costi avrebbe comportato fare il ripristino della linea e la gestione della stessa. La risposta della Svim ha dimostrato che non c’erano assolutamente le condizioni economiche per poter realizzare tale ripristino.
La Provincia di Pesaro Urbino nel maggio 2010 chiedeva alla Regione Marche di riprendere l’iter della dismissione e l’assegnazione all’Amministrazione provinciale stessa dell’area di sedime della linea.
Il 25 maggio 2010 il Ministero dei trasporti sollecitava nuovamente la Regione a riprendere l’iter della dismissione di detta linea (sospesa con quel parere di cui dicevo poc’anzi) e si faceva anche riferimento alla proposta di riconversione dell’area di sedime avanzata dall’Amministrazione provinciale di Pesaro Urbino.
Il 28 giugno 2010 la Provincia di Pesaro Urbino trasmetteva alla Regione Marche e a RFI la deliberazione n. 217 con cui si chiedeva di procedere alla dismissione definitiva con la concessione alla Provincia stessa dell’area di sedime.
In data 27 luglio 2010 il Ministero sollecitava nuovamente la Regione Marche e la Provincia di Pesaro a comunicare il proprio parere in merito alle precedenti richieste.
Nel settembre 2011 la Provincia di Pesaro invitava ulteriormente la Regione ad esprimere al Ministero il suddetto parere per la dismissione, comunicando anche l’approvazione del proprio piano strategico nel quale è previsto l’investimento nella ex linea ferroviaria Fano-Urbino per una pista ciclabile che dovrebbe avere valore anche dal punto di vista turistico.
Quindi di fronte a queste continue sollecitazioni da parte del Ministero, a fronte delle ripetute richieste da parte della Provincia di Pesaro Urbino di avere in concessione da parte di RFI questa linea, la Regione Marche, suo malgrado, ha dovuto dare una risposta definitiva, non si poteva ulteriormente procrastinarla. Se ci fosse stata una possibilità magari era giusto dire di no, premesso, per dirla tutta, che se anche avessimo detto di no il Ministero poteva procedere ugualmente alla dismissione.
Comunque da parte nostra in una situazione come quella attuale – voglio cogliere l’occasione per informare l’Aula dello stato effettivo della trattativa con il Governo nazionale per quanto riguarda il trasporto pubblico locale ferroviario, ossia siamo fermi alla riunione di tre settimane orsono di tutte le Regioni italiane -, a fronte di una necessità di spesa per far funzionare il trasporto pubblico ferroviario locale di circa 1 miliardo e 900 milioni di euro, le disponibilità ad oggi sono pari a 400 milioni di euro. Il che significa una riduzione di circa il 78%. Quindi se le condizioni dovessero rimanere queste – è per questo che tutte le Regioni italiane hanno simbolicamente riconsegnato le chiavi del trasporto pubblico ferroviario –, e non è che dovremo parlare della Fano-Urbino dismessa nel 1987 bensì del 78% delle linee ferroviarie interne, sarebbe veramente un disastro. Ed io penso che questo non potrà essere, per responsabilità collettiva da parte di tutti, Governo centrale e Governi regionali.
Personalmente la questione della linea Fano-Urbino a me dispiace, quando si dismettono delle cose non lo si fa mai con piacere. Nel maggio 2010 appena preso l’incarico di Assessore sono stato subito sollecitato e investito su questo problema e ho detto: “bèh, fatemi un attimo capire, vediamo se è possibile fare qualche cosa”. Poi ho visto sia lo studio Svim e ho fatto degli incontri, sono stato anche a Roma a chiedere e quando ho parlato della possibilità di ripristino della Fano-Urbino si sono messi a ridere: “ma lei è venuto qui per parlare di cose serie o per prenderci in giro?”; a Roma abbiamo parlato di vecchi problemi fra cui anche questo, ma la questione della Fano-Urbino ormai, come posso dire, da decenni non esiste più nella mente di alcuno.
Per cui questa è sostanzialmente una presa d’atto di una situazione che è tale, e di una richiesta pressante da parte dell’Amministrazione provinciale di Pesaro Urbino che invece vuole su quest’area di sedime fare un investimento serio per una pista ciclabile, così come fatto con ottimi risultati in alcune regioni sia del nord che del centro.
Presidenza del Presidente Vittoriano Solazzi
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere D’Anna.
Giancarlo D’ANNA. Innanzitutto ringrazio l’Assessore Viventi per la tempestività con la quale ci ha dato queste informazioni, che per chi si è occupato di quella linea ferroviaria non sono certo delle novità.
Invece la novità, se mi consente Assessore, è quella di una clamorosa marcia indietro della Regione Marche. Infatti la Regione Marche nell’accordo di programma Stato-Regioni del 2009 tra le priorità aveva inserito proprio la Fano-Urbino.
Quindi questo diniego nei confronti di una opportunità, che non necessariamente doveva essere immediata, è sicuramente una marcia indietro, un autogol che ritengo gravissimo. E’ vero che siamo in una fase in cui mancano le risorse, ma ove si cercano anche dei sistemi alternativi alla gomma per ridurre il fenomeno pericolosissimo delle polveri sottili.
Inoltre, Assessore, ci sono anche altri aspetti che non sono stati tenuti in considerazione. Deve sapere che nel corso di questi anni lungo quella linea ferroviaria sono stati commessi dei veri e propri abusi, non sono state cioè rispettate le distanze previste dalla linea ferroviaria stessa. Quindi è ovvio che oggi con questa operazione automaticamente si vanno a sanare quegli abusi pubblici e privati che appunto nel corso degli anni si sono compiuti. E questo allora è un condono, è un condono tombale. E’ gravissimo! Sui condoni si critica il Governo nazionale, ma voi con questa operazione avete condonato tutti quegli abusi che ci sono sui 50 chilometri della linea ferroviaria. Otre a privare, Assessore, l’entroterra di un collegamento che sicuramente sarebbe… (…) Ho capito, ma non c’era bisogno di chiudere definitivamente un capitolo. Perché, ripeto, il fatto grave a questo punto è proprio il condono tombale che si fa su una serie di abusi che ci sono lungo questa linea ferroviaria. Questo lo denuncio con forza.
Inoltre, Assessore, si continua a citare la Svim quando sappiamo benissimo che è un organismo interno alla Regione Marche e quindi, fermo restando la professionalità, ovviamente ha un occhio di riguardo sui percorsi che vuol fare o non vuol fare la Regione. (…) Assessore, però mi faccia parlare.
PRESIDENTE. Però, Consigliere D’Anna, non è un punto all’ordine del giorno. Lei ha fatto una richiesta e l’Assessore gentilmente le ha risposto. Ora magari concedo tre minuti a chi vuole intervenire, ma voglio anche dire che eventualmente c’è una possibilità per uscire da questa discussione in modo corretto, ossia quella che tre Consiglieri per la prossima seduta assembleare richiedono di iscrivere questo punto all’ordine del giorno.
Giancarlo D’ANNA. Bene, Presidente, allora faccio la richiesta per la prossima volta a nome di Zaffini, Marangoni e D’Anna.
PRESIDENTE. Va bene. Quindi ora la prego di concludere.
Giancarlo D’ANNA. Concludo dicendo che tra le altre cose è stato anche sottovalutato l’interesse del Genio Ferrovieri. Viene smentito dalla Regione ma così non è. Anzi, qualche domenica fa in occasione della dodicesima edizione della “Festa della Stazione” a Fermignano, che è un nodo centrale di questa ferrovia, il Genio Ferrovieri era come sempre presente. E nella presenza del Genio Ferrovieri c’è qualcosa di logico. Dovete infatti sapere che il Genio Ferrovieri come compito istituzionale ha quello di ricostruire le ferrovie. E lo sta facendo all’estero! Cioè i nostri militari sono costretti a ricostruire ferrovie in Albania, in Romania in situazioni di difficoltà, e quello per loro è una palestra. Insomma, noi avevamo una palestra a portata di mano che quantomeno, Assessore, poteva essere utile per ricostruire – o meglio, per rimettere in attività, che forse è più corretto, perché già in diverse occasioni con gli amici della Ferrovia Valle Metauro abbiamo utilizzato quella linea -, per collegare Fossombrone, poteva essere un segnale di quella metropolitana leggera – o chiamatela come volete – che già c’è.
Altre nazioni, altre realtà vanno a costruire delle linee filo tranviarie perché capiscono che il futuro è il trasporto pubblico, mentre noi andiamo a castrare un’opportunità che già c’è. Tra le altre cose, Assessore Viventi, c’è anche un’altra contraddizione. La stessa Provincia di Pesaro Urbino che vuol fare la pista ciclabile dice sì, però andiamo a ricostruire un’altra ferrovia a fianco della superstrada senza tenere conto di tutti gli espropri che devono essere fatti. E’ una cosa demenziale!
Credo che qui ci sia una grossa presa in giro. La Provincia di Pesaro Urbino dice che fa la pista ciclabile. Ci crediamo. Se invece dice che fa la nuova ferrovia a questo non possiamo crederci, non è credibile.
Ma rimane comunque un fatto gravissimo, ossia il condono tombale di tutti gli abusi che sono stati fatti lungo quella linea ferroviaria sia dagli enti pubblici che dai privati.
Quindi ringrazio il Presidente Solazzi di aver suggerito di riaprire questo dibattito perché sicuramente nei prossimi giorni…
Da: www.fanoinforma.it del 21/10/2011
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Ma Matteo Ricci chiarisce: «Il treno non c’è più da 24 anni. E da allora facciamo sempre gli stessi discorsi, perdendo opportunità. A inizio legislatura ho parlato con i vertici di Ferrovie dello Stato. Gli ho chiesto se, da parte loro, c’era la volontà di riaprire il tratto. Si sono messi a ridere. Vogliamo continuare a perdere altro tempo?». E ancora: «La ferrovia è stata chiusa perché la tratta non era gestibile in termini di costi. Ogni anno le perdite si ampliavano. Abbiamo provato a fare la nostra battaglia, ma ora è chiaro che occorre cambiare impostazione. Nel frattempo i temi sul treno sono cambiati. Bisogna pianificare in termini strategici e non nostalgici. Il nodo è congiungere il territorio all’alta velocità». Tradotto: «A nord dobbiamo collegarci con Bologna, a ovest con Roma e Firenze. Come priorità abbiamo rilanciato il prolungamento della Pergola-Fabriano, che rischia di essere chiusa, per collegare, in prospettiva, Urbino a Roma. Il primo passo è arrivare a Fossombrone: sono solo 12 chilometri in più, fattibili, perché non incidono in modo rilevante sui costi di gestione. Se c’è questa azione, aumentano notevolmente gli utenti del treno». Per Ricci, dunque, la grande battaglia è quella contro la chiusura della Pergola-Fossombrone. «Anche perché con i tagli al trasporto pubblico, nel 2012 rischiano di saltare perfino i treni regionali». Il presidente ricorda anche che il collegamento Fano-Urbino è stato previsto nel Piano strategico, accanto al tracciato della Fano-Grosseto. Poi una parentesi sull’attuale tratta: «Impossibile ripristinarla, passa nei centri abitati e ci sono 60 attraversamenti». E ancora: «Non smantelliamo né distruggiamo nulla, perché con l’idea della ciclabile salvaguardiamo i binari, che verranno coperti». Bocciato, dunque, l’ordine del giorno dell’opposizione, per il quale non bastano i voti di Pdl e Lega…
Da: www.fanoinforma.it del 24/10/2011
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Inoltre costituirebbe un collegamento rapido per gli studenti che frequentano l'Università di Urbino, ma potrebbe anche costituire un'attrattiva turistica simile alla ferrovia della Val Venosta. UTP si attiverà subito per impedire la dismissione, visto che ancora la linea è di proprietà dello Stato attraverso Rete Ferroviaria Italiana. Il problema dei passaggi a livello è risolvibile con sottopassi o sovrappassi e la velocizzazione del percorso con l'elettrificazione della linea. Una risposta ancora una al Signor Tosi che farnetica sulla ciclabile: per prima cosa vi è da osservare che se anche andasse in porto la dismissione della linea credo che nè il Signor Tosi e nè il Signor Ricci potrebbero in automatico disporre del sedime della ferrovia in quanto la proprieria rimarrebbe comunque e sempre Rete Ferroviaria Italiana che sicuramente ne vorrebbe trarre profitti magari vendendo a lotti sia per iniziative edilizie che di altro genere. La scrivente crede anche che dietro alle sollecitazioni di dismissione vi siano le lobby dell'edilizia. L'articolo di Confesercenti Fano invece può essere accettato, come anche si trova pienamente d'accordo con l'altro articolo del dr. Carlo Bellagamba Presidente di FVM. Il ripristino della ferrovia sicuramente costituirebbe un vantaggio per il Trasporto Pubblico Locale, ma nel contempo coloro che oggi remano contro la ferrovia a favore della pista ciclabile potrebbero essere accontentati anche loro con la realizzazione della ciclabile ai lati della strada ferrata nei due sensi di marcia.
Infine i costi della rimessa in esercizio, secondo i progetti degli esperti della nostra Associazione, ammonterebbero ad un importo variabile fra i 41 ed i 60 milioni di euro che non è un importo stratosferico. Secondo il sottoscritto chi sta spingendo per la pista ciclabile rimarrà a bocca asciutta. Da precisare che la scrivente non è contro le piste ciclabili, ma è contro la pista ciclabile sul sedime ferroviario della Fano-Urbino, perchè la ferrovia è comunque un mezzo ecologico, ma anche di collegamento rapido con i moderni treni che oggi l'industria ferroviaria mette a disposizione.
da Antonio Bruno presidente prov. Utp
Da: www.vivereurbino.it del 24/10/2011
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Metauro Nostro
Da: Il Menestrello n. 36 - 28 Ottobre 2011
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Quello che sorprende e fa restare stupefatti è che questo ente pubblico, nato per intercettare i finanziamenti europei con progetti di vario tipo, ha chiesto e ottenuto dalla Regione contributi sempre più consistenti per coprire le spese di gestione ma a progetti realizzati quasi nulla, con un evidente spreco di denaro pubblico. Il fatto che sia proprio questo ente ad aver sostenuto l’impossibilità di ripristinare la ferrovia Fano Urbino, dopo la palese dimostrazione di aver accumulato una serie di inefficienze operative, mi fa aumentare ancora di più i dubbi che già avevo sulla bontà di questo progetto. Il PRI, a differenza della Svim Spa, è per il ripristino della ferrovia Fano e Urbino e chiede al governatore Spacca di rivedere la decisione presa a favore della pista ciclabile e soprattutto chiede una progettazione sul trasporto pubblico seria, come stanno facendo le regioni limitrofe. Le Marche non hanno una società ferroviaria regionale mentre l’Abruzzo sta espandendo la sua politica di trasporto addirittura nelle Marche con l’apporto economico anche di privati. Mi riferisco all’accordo ormai in dirittura di arrivo con l’Interporto marchigiano e l’Autorità Portuale di Ancona per il trasporto delle nostre merci.
Nelle Marche al posto di potenziare il trasporto ferroviario, magari collegando le città della costa con Roma attraverso la Vallata del Metauro si pensa alle piste ciclabili. Mentre in Abruzzo e anche in Umbria si svolgono convegni sulla valorizzazione delle ferrovie turistiche e treni storici, da noi, Urbino patrimonio dell’Umanità, riconosciuta dall’Unesco, viene isolata negandogli una ferrovia che fino a pochi anni fa era perfettamente funzionante. La Regione Marche non dovrebbe inventare nulla, basterebbe riprendere i lavori iniziati già prima dell’ultima guerra mondiale che pensava ad una Pedemontana ferrata che dall’Appennino marchigiano arrivava fino a Sant’Arcangelo di Romagna. Oggi invece si sentenzia la morte definitiva della Fano Urbino e si mette a rischio anche la chiusura del tratto Pergola Fabriano poiché la Regione continua a non investire sul trasporto ferroviario. I cittadini potranno difendersi solo ricorrendo ad un referendum popolare“.
Da: www.fanoinforma.it del 2/11/2011
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All'interno del comitato anche il movimento fronte di azione popolare, i comitati a difesa delle Valli Metauro, Cesano e Candigliano, l'associazione per la mobilità sostenibile ed integrata di Pergola e Fabriano, Legambiente di Urbino, il Fai provinciale e ovviamente l'associazione ferrovia valle del Metauro. “Sono dieci anni che vogliamo la riapertura della tratta – dice il presidente di quest’ultima Carlo Bellagamba – il presidente Spacca aveva dato il suo ok ma ora ecco spuntare questa idea della ciclabile che cambia le carte in tavola. Attraverso il metodo del project financing il privato può avere interesse nell'investire in una ferrovia mentre una ciclabile non interessa ad alcun imprenditore”. Non solo, il comitato referendario spinge anche per ridisegnare completamente il trasporto pubblico nell'intera provincia in vista dei tagli del governo che in futuro creeranno sempre più problemi. “Una ferrovia in questo tratto non solo riqualifica il nostro territorio dal punto di vista ambientale bensì anche turistico – spiega Alessandro Bolognini presidente di Legambiente Urbino – sul tema si è anche creata una frattura tra il nostro comune, che in consiglio ha votato a favore della ferrovia, e la Provincia del presidente Ricci che invece vuole una ciclabile”. Anna Siccoli presidente provinciale del Fai sottolinea le inconsistenti motivazioni del no alla ferrovia: “Provincia e Comune di Fano sostengono che il tratto passerebbe troppo vicino alle case. A Fano però stanno riqualificando un albergo proprio a ridosso della ferrovia. Perché questa contraddizione?”.
Da: corriereadriatico.it del 6/11/ 2011
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Prende forma il comitato
Urbino, 6 novembre 2011 - ADESSO sono in tanti a volerla, anzi a difenderla. Persino Fai e Legambiente: «Nessuno tocchi la ferrovia Fano-Urbino per farci piste ciclabili. E’ un’infrastruttura di eccezionale valore che deve tornare ad essere patrimonio vivo e redditizio di questo territorio. E per riuscirci, chiederemo di fare un referendum nei comuni dove passa la ferrovia». Ieri mattina, il segretario regionale del Pri Giuseppe Gambioli, ha presentato nella sala rossa del comune di Pesaro la sua proposta: «Abbiamo creato un comitato referendario per la difesa della ferrovia. Chiederemo di far votare i cittadini di tutti i comuni dove passa la ferrovia. Nessuno può dire che un’infrastruttura come la ferrovia che dalla costa arriva a Urbino non sia strategica per la mobilità sia della valle del Metauro e Candigliano sia per il turismo e gli studenti che vogliono arrivare ad Urbino».
CARLO BELLAGAMBA, presidente dell’associazione ferrovia del Metauro, s’arrabbia soprattutto su un punto: «Non è accettabile la superbia dei politici che pensano di decidere su un patrimonio centenario senza confrontarsi con i cittadini. Abbiamo elaborato dieci progetti di ripristino, firmati da ingegneri ferroviari. Abbiamo la disponibilità di un ripristino al costo di 1 milione di euro per dei treni con cisterne acqua della protezione civile. Si potrebbe attivare subito per dei scopi di emergenze. Lo stesso Genio ferrovieri ha dichiarato la sua disponibilità ad utilizzare la tratta per dei suoi scopi di addestramento. Di fronte a fatti concreti, la Provincia non ha mai cercato un contatto con noi, non ha chiesto informazioni sui progetti, nulla. Come se parlassimo di Marte, Invece è talmente chiaro che una ferrovia efficace, veloce, elettrica da Fano e Urbino avrebbe un successo strepitoso, mettendo insieme il binomio treno e bici per turisti e cittadini. Non è fantascienza. In Val Venosta, in provincia di Bolzano, lo hanno fatto riaprendo la Merano-Malles che era stata abbandonata dal ’90. La tratta ferroviaria è stata acquisita dalla provincia di Bolzano e da quel momento tutti si sono dati da fare per reperire finanziamenti pubblici, arrivati dall’Europa, per riaprirla su basi moderne e razionali. Oggi la Merano-Malles, con un bacino di 40mila abitanti, è redditizia, trasporta ogni anno tre milioni di persone, tra cui turisti di tutto il mondo che uniscono la bellezza del viaggio in treno con l’utilizzo anche di biciclette per piste ciclabili. Quindi, caro presidente Matteo Ricci che intende mettere il cemento sopra i binari per farci una pista ciclabile, ci sono degli esempi in Italia per come far rinascere con successo un’infrastruttura ferroviaria. Basta verificarlo prima di dire che non è possibile».
ANNA SICCOLI, presidente del Fai provinciale annuncia: «Sono perplessa per questa politica che decide senza senza confrontarsi. Sollevare obiezioni come rumore, attraversamento dei paesi, velocità ridotta, mi appaiono risibili. Come Fai nazionale promuoveremo la tratta ferroviaria Urbino-Fano come “luogo del cuore” con una mobilitazione nazionale». Per Legambiente di Urbino, è intervenuto Alessandro Bolognini: «Se la politica non capisce la ricchezza culturale e ambientale che può offrire il treno significa che siamo su di un’altra dimensione. Nessuno di noi si oppone alla pista ciclabile, ma è certo che non può essere realizzata sulla ferrovia. Magari a fianco, ma non sul tracciato. E per fortuna il Comune di Urbino ha votato all’unanimità una mozione che difende la ferrovia e ne chiede la riapertura». Alessandro Capucci è un volontario di Fermignano: «Basta con la gomma, basta con le corriere vuote pagate da noi, basta con i consumi folli dei bus di un litro di gasolio ogni due chilometri. Siamo al collasso. Eppure a Fossombrone vogliono spazzar via i binari per farci costruire o chissà che. Impediremo qualunque forma speculativa sulla ferrovia, che è una ricchezza». Gabriele Bonaccorsi di Pergola: «Hanno chiuso nei giorni scorsi la stazione di Pergola, qui il treno non arriva più malgrado avessero sostituito i binari, i sistemi di controllo, la sicurezza. Hanno speso milioni e nello stesso tempo hanno permesso alle corriere pagate dalla Regione di fare concorrenza al treno, facendo partire le corse negli stessi orari. E’ la politica che non sa gestire la mobilità privilegiando i soliti noti». Hanno preso la parola anche associazioni civiche: «Non ci faremo intimidire dalle lobby. Lo dimostreremo».
Da: www.ilrestodelcarlino.it del 6/11/2011
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Il Comitato per il referendum rilancia un’idea
Urbino, 8 novembre 2011 - LA SOLUZIONE C’E’, ed è a portata di mano. Per far rivivere la Fano-Urbino in tempi rapidissimi c’è un sistema, a costi ridotti e ad impatto ambientale straordinario: è la «ferrovia ciclabile». In Europa è in funzione ovunque, soprattutto in Francia e prende il nome di «velorail». In America ci sono club, associazioni e riviste ad hoc. In poche parole funziona così: nelle linee ferroviarie minori sfrecciano le biciclette. I binari rimangono, la sede della ferrovia è sempre pulita, e la gente copre anche cinquanta chilometri pedalando come se andasse per sentieri di montagna. Serve solo un telaio apposito ad «L», molto semplice, che permette di accogliere la bicicletta del ciclista togliendole la ruota davanti. Questa la si recupera al momento di scendere dal telaio e riprendere la marcia in bici. Impossibile? No, ma non ci sono modelli in vendita. Occorre farlo. Se qualche azienda artigianale sarà in grado di farlo, la presenteremo ufficialmente per un lancio sperimentale. Rimane un dettaglio da superare: la ferrovia è piena di rovi e arbusti. L’associazione del Metauro ha liberato circa 17 chilometri ma per arrivare a 50 occorre crederci da parte dell’ente pubblico, in questo caso comuni e provincia.
MA RIASSUMIAMO per chi non conosce 25 anni di puntate: il treno Fano-Urbino è stato fermato nel 1987 perché non più redditizio. Il servizio è stato sospeso, si pensava prima o poi di farlo ripartire ma così non è stato. Ora le ferrovie hanno dato il parere favorevole per dismettere totalmente la linea, dunque per togliere binari e sedime. Un compito che sta per essere affidato alla Provincia, il cui presidente Matteo Ricci ha un progetto: togliere i binari o coprirli e farci una pista ciclabile da Fano ad Urbino. Quindi, piastre di cemento a copertura dei binari per una spesa comunque imponente tenuto conto che per fare una pista di 300 metri a Pesaro si spende sui 400mila euro. Ma questa intenzione della Provincia sta suscitando l’ostilità e l’opposizione di associazioni specifiche come il gruppo Fvm ma anche di Legambiente, il Fai, i volontari, la protezione civile, e poi i comuni di Urbino, Fermignano e di molti altri enti che sono toccati dal tratto ferroviario.
Ma non è tutto perché il presidente Matteo Ricci vorrebbe anche il treno, ma realizzando una galleria ex novo per collegare Fossombrone a Pergola, e dunque a Fabriano e Roma. Un’opera importante ma dai costi superlativi. E allora che si fa? Dice il rappresentante marchigiano della Fiab, un’associazione nazionale di appassionati della bicicletta: «Non ci sono esperienze in Italia di ferrovia ciclabile. Sarà interessante valutare la possibilità di lavorarci per mettere a frutto esperienze europee». In qualche caso, le ferrovie di breve gittata chiuse da molto tempo sono state trasformate in strade o piste ciclabili dopo aver stabilito che il treno non sarebbe più tornato su quei binari. Ed era il rischio che aveva corso la tratta ferroviaria Merano-Malles, di quaranta chilometri, che dopo decenni di chiusura è rinata. Non interessava più per scarsità di passeggeri. E’ rinata con fondi europei e ora trasporta milioni di passeggeri ogni anno, tra cui un gran numero di turisti che si portano dietro le biciclette caricandole in treno.
ALBERTO Routher, urbanista e tecnico della mobilità, che collabora con l’associazione Fvm, è convinto che «affidare esclusivamente all’autoveicolo privato, agli autoservizi di linea o agli automezzi a noleggio, la possibilità di raggiungere la maggior parte degli insediamenti di elevato interesse storico-monumentale, significa incrementare il turismo “mordi e fuggi” e l’incapacità di comprendere il reale valore del luogo visitato ed il rispetto del sito: un contributo fondamentale all’acquisizione di una maggiore consapevolezza culturale del luogo, viene fornito dall’avvicinamento alla meta, mediante un moderno e confortevole veicolo ferrotranviario leggero, procedendo a velocità moderata su linee secondarie storiche. Il secondo aspetto sconvolge la fruibilità paesaggistico-monumentale degli abitati sopraccitati, identificandosi con un vero e proprio “assedio” dei mezzi di trasporto su gomma nei centri storici dei medesimi insediamenti, alterandone l’armonia del paesaggio urbano».
SPIEGANO in Provincia: «Non diciamo no al treno per partito preso, ma per una questione di soldi. Per ripristinare una tratta ferroviaria di 50 chilometri, servono a parer nostro 80 milioni di euro. Se ci può essere una forma di finanziamento anche da parte di privati noi siamo pronti a valutare le varie iniziative. Ma dove si trovano tutti questi soldi? Abbiamo uno studio della Svim che ci dice del rapporto di non convenienza tra investimento e ritorno economico. Da lì dobbiamo ripartire». IL FAI INVECE insieme a tutte le altre associazioni sono convinti che un treno moderno e nello stesso tempo funzionale per andare incontro anche alle esigenze dei turisti possa essere a portata di mano. Non per niente, la ferrovia verrà insignita del riconoscimento da parte del Fai di «luoghi del cuore».
di ROBERTO DAMIANI
Da: ilrestodelcarlino.it del 8/11/2011
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“Il turismo ‘lento’ o ‘sostenibile’ è in continuo aumento, ma la nostra regione pur essendo una delle più titolate, non compare nella graduatoria delle regioni italiane che hanno la maggior presenza di cicloturisti”. “Per conquistare questo mercato in continua espansione è necessario attuare un programma di investimenti che abbia lo scopo di incrementare la rete di piste ciclabili in tutto il territorio”. “L’ex ferrovia Fano-Urbino rappresenta una grossa opportunità che non può non essere sfruttata, può essere collegata facilmente con la Fano-Pesaro e raggiungere anche le cittadine di Urbania e Borgo Pace. Se questo percorso già progettato venisse realizzato avremmo una delle più lunghe piste ciclabili d'Europa, sarebbe un richiamo notevole non solo per la sua lunghezza, ma anche per il suo percorso ricco di bellezze naturali e di luoghi di grande interesse storico”. “L'aspetto turistico di questa realizzazione, non ci può far dimenticare l'enorme vantaggio dato dal collegamento ciclo pedonale per tutti i residenti delle tante frazioni che si trovano lungo il percorso. Molti, avendone la possibilità, per i loro spostamenti rinuncerebbero al mezzo motorizzato in favore dell'uso della bicicletta,un mezzo che è veramente amico dell'uomo e dell'ambiente”.
Da: fanoinforma.it del 8/11/2011
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“Invece i fondi del livello europeo potrebbero regalarci per il futuro la concreta possibilità di vedere realizzata nel medio termine una delle più importanti piste ciclabili d’Italia e d’Europa (Urbino – Fano – Pesaro). Oggi più che mai la nostra terra necessita di progetti fattibili per il futuro prossimo, capaci di rilanciare la nostra comunità e la nostra economia sempre più legata al turismo. Il progetto di realizzare una pista ciclabile da Urbino, città di Raffaello e del Duca di Montefeltro, a Fano Romana, stazione balneare, passando per borghi antichi, incontaminati scorci naturali, attraversamenti collinari, darà alla nostra comunità un’opera unica che con investimenti limitati potrà attrarre turisti da tutta Europa”.
“La ricaduta economica sarebbe notevole, una volta intercettati i flussi del turismo per ciclo escursionisti che conta milioni di avventori in tutta Europa, numerose attività economiche sorgerebbero di conseguenza come, alberghi, bed and breakfast, alloggi, bar, punti di ristoro, ristoranti, agriturismi, agenzie turistiche e guide specializzate, punti di assistenza meccanica, noleggio bici, ecc. Inoltre e non meno importante la nostra comunità avrebbe un’infrastruttura del benessere in grado di far diminuire il numero delle auto sulle strade, con conseguente riduzione di traffico ed inquinamento, a favore della circolazione pulita su 2 ruote, con enorme vantaggio non solo per la nostra città, che ha una rete del tutto insufficiente di piste ciclabili, ma anche di tutti gli agglomerati urbani attraversati dalla Flaminia, scenario continuo di gravissimi incidenti a pedoni e ciclisti”.
Da. Fanoinforma.it del 9/11/2011
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“La situazione che si sta delineando sulla Ferrovia Fano-Urbino, acuita dalla mozione di sostegno del consigliere Oretta Ciancamerla del Pd alla sua dismissione ci lascia perplessi e delusi. Purtroppo non è la prima volta che il Pd predica bene e razzola piuttosto male: se da una parte infatti ha invocato giustamente il coinvolgimento del Comitato ‘Insieme per la scuola’ nella gestione del dimensionamento scolastico a livello cittadino, nel momento in cui diventa maggioranza si dimentica della partecipazione e dei comitati e persegue in maniera tetragona e un po’ autoritaria le sue finalità. In questo caso, tra l’altro, imbonendo i cittadini con un progetto ferroviario (quello presentato da Ricci) che a nostro avviso ha costi improbabili e fa acqua da tutte le parti. Così come fa acqua l’intervento del consigliere Ciancamerla che prende a pretesto una crisi congiunturale per dismettere una struttura che ha una valenza secolare, che parla di fondi europei per le piste ciclabili e dimentica i fondi europei esistenti anche per ripristinare ferrovie dismesse, che propone un piano di sviluppo economico legato alla ciclabile di pura fantasia”.
“Ma fino a qui rimaniamo al livello di una normale dialettica sullo sviluppo del territorio. La vera gravità dell’azione portata avanti dalla provincia e rafforzata dalla delibera regionale sta invece nella totale indifferenza manifestata prima verso l’Associazione Ferrovia del Metauro (Fvm) che da anni lavora, e non solo a parole, per il ripristino e ora verso il Comitato di difesa della ferrovia che oltre alla Fvm ha al suo interno associazioni di rilievo nazionale come il FAI o Legambiente. Ora noi ci chiediamo: ipotizzando anche che la realizzazione della pista ciclabile sia la soluzione migliore, non andava raggiunta attraverso un percorso partecipato di coinvolgimento del Comitato? Pensa veramente il Pd che in tanti anni di attività questo gruppo che ha saputo dare un rilievo nazionale alla sua battaglia, non abbia mai interessato esperti per verificare la fattibilità del suo progetto e non abbia varato piani di coinvolgimento di enti privati? L’Fvm, afferma attraverso il suo presidente di aver presentato alla provincia dieci progetti di ripristino firmati da ingegneri o esperti senza ricevere risposta. Per quale motivo?”. “Purtroppo si crede sempre che i Comitati siano fatti di anime belle che vogliono salvare un’idea o una nostalgia. Invece accade spesso che i comitati a forza di tenerci ad un’idea comincino a studiare e raggiungano una competenza e un’esperienza di cui le amministrazioni dovrebbero far tesoro e non ignorare come un cagnolino fastidioso. Se dunque il consigliere Ciancamerla vuole portare la sua mozione di sostegno in Consiglio comunale noi siamo ben contenti. Ma ad una condizione. Chiediamo che a quello stesso consiglio si inviti un esponente del Comitato di Difesa della ferrovia ad esporre le proprie ragioni e un esperto (dalla provincia o dalla Regione, o, perché no, dalla società civile) che tratti i motivi della dismissione. La cosa aiuterà anche i consiglieri a chiarirsi le idee sulle rispettive progettualità”.
Da: fanoinforma.it del 11/11/2011
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Il filo conduttore del filmato è stato il tragitto tra Fano e Urbino, che tra qualche tempo potrebbe essere percorso da tantissimi cicloamatori italiani e stranieri, sul tracciato della vecchia ferrovia trasformata in pista ciclabile. All’iniziativa hanno fornito un supporto decisivo vari soggetti, in particolare la Provincia di Pesaro e Urbino (quale Ente gestore della Riserva Naturale del Furlo), ENEL (per l’apertura della diga), gli organi istituzionali della città di Urbino ed in particolare la Soprintendenza (per gli accessi agli edifici storici e la visita guidata), l'A.S.D. i Mufloni (per il supporto logistico e la ciclofficina mobile), l'A.I. Promuovere (Assocral Sport/AICS) ed infine, UDACE ed il gruppo ciclistico Omiccioli (per le preziose indicazioni fornite in fase di organizzazione)
Da: www.viverefano.com del 23/11/2011
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Da: Il Resto del Carlino del 25/11/2011
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Le tematiche trattate sono state molteplici, chiare e attuali e il Fronte ha già tracciato le sue prime linee di pensiero: no all’ospedale unico e all’attuale piano socio-sanitario, sì al ripristino della tratta ferroviaria Fano-Urbino e no alla tassa di soggiorno. Inoltre sono stati individuati dei punti cardine come il sostegno all’agricoltura e alle imprese nostrane nonché ai comitati ambientalisti e ad una diversa gestione del servizio idrico. Presenti all’assemblea di sabato anche il consigliere regionale autonomo Enzo Marangoni, l’ex Assessore a Fermignano Alessandro Capucci e il legale del movimento nonché coordinatore dei lavori Andrea Reginelli: tutti hanno speso parole di elogio per il neonato movimento e per la sua voglia di cambiare il modo di fare politica nel nostro territorio. A breve ci sarà un nuovo incontro che servirà ad allargare il consiglio direttivo”.
Da: www.oltrefano.it del 6/12/2011
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Da: www.corriereadriatico.it del 6/12/2011
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Fattori: certo negli anni precedenti la chiusura fu fatto di tutto per squalificare la ferrovia. Orari senza senso, tempi di percorrenza esagerati. Si fece di tutto per dimostrare che era inutile e dannosa. Personalmente oggi, mi piacerebbe che convivessero sia la ferrovia che la pista ciclabile. Ma non possiamo sottovalutare che per realizzare 3 Km di pista ciclabile sopra i binari, si tratta di spendere 300.000 euro al KM, e 900.000 euro non è un costo trascurabile per un comune come il nostro. Se quindi la finanzia la Provincia ben venga, ma una compartecipazione del nostro Comune è impensabile. Ci sono altre priorità, ad esempio labbattimento delle barriere architettoniche.
Manocchi: sono favorevole alla ciclabile in linea di principio, ma purtroppo non vedo spiragli per il reperimento dei fondi
Paccapeli: siamo stati recentemente a visitare i 7 KM di ciclabile realizzati fra Colle val dElsa e Poggibonsi , con il solo utilizzo di stabilizzato sui binari e messa in sicurezza delle zone più pericolose con dei parapetti. Ci è stato detto che il costo è stato di 1.000.000 di euro, di cui 450.000 finanziati dalla banca Monte Dei Paschi, Il costo al Km quindi è stato di 142.000 euro, non 300.000 come sostiene il consigliere che ha parlato poco fa, e se ci si crede qualche sponsor si può coinvolgere ed a quel punto il costo diventa abbordabile.
Ubaldi: sembra che la questione, a voi della maggioranza, non vi tocchi. Avreste potuto interessarvi, invece sembra non abbiate pensato minimamente alla cosa, alle varie soluzioni tecniche possibili. Quel che dice Paccapeli e risaputo, mentre sembra che sostenendo la tesi dei 300.000 euro al KM, non ne sapevate nulla.
Guidi: non accetto queste accuse, io è da 10 anni che auspico la realizzazione di una pista ciclabile.
Uguccioni: voi della maggioranza avete votato un piano pluriennale delle opere pubbliche ove sono previsti 25t0.000 euro per i marciapiedi in via flaminia, se alla pista ciclabile ci credevate potevate destinali lì.
Perlini: la questione la conosciamo bene, sappiamo delle varie soluzioni tecniche possibili, sappiamo che il tratto Lucrezia Tavernelle è prioritario nelle intenzioni della Provincia. Diamo tutti daccordo in linea di principio, ma non possiamo passare in second ordine gli aspetti economici.
Cicoli: e evidente il pregiudizio nei nostri confronti da parte della minoranza, e la cosa mi dispiace perche la nostra condivisione dell ODG è totale. Certo a me fra la ferrovia e la pista ciclabile, sarebbe piaciuta una terza ipotesi, ovvero quella di cedere le aree ai comuni, ma questa non è stata mai entrata in nessuna discussione, a qualsiasi livello. Vorrei però fare una valutazione politica della questione: mi spiace che il presidente Ricci abbia portato avanti la questione in sede di partito e non in sede istituzionale, coinvolgendo ad esempio il comune di Fossombrone in quanto dello stesso suo colore politico, e non il comune di Saltara.
Perlini: abbiamo anche chiesto via email un incontro al Presidente per discuterne, ma non ci ha nemmeno risposto.
Uguccioni: devo precisare che Ricci non era venuto solo per la pista ciclabile. Il vice sindaco Perlini poi è anche consigliere provinciale ed in tale veste su quel progetto ha votato contro. Vorrei far anche notare che l ODG noi labbiamo presentato solo dopo gli atti della Regione Marche e delle Ferrovie Dello Stato, quindi solo quando l opportunità è diventata concreta.
Votazione.
Unanimità.
Da. http://laterzavia.wordpress.com/2011/12/08/cc-28112011-11/
Posted on 8 dicembre 2011 by Maurizio Rondina
Questa scheda comprende articoli pubblicati dal quotidiano Corriere Adriatico sulla ferrovia Fano - Urbino a partire dal gennaio 2009. La ricerca è stata fatta utilizzando l'archivio on line del quotidiano, edizione di Pesaro, digitando la parola "ferrovia".
Da inizio 2010, per l'indisponibilità dell'archivio del Corriere Adriatico, la ricerca è stata interrotta per alcuni mesi e ripresa da metà ottobre attingendo anche da altre fonti riportate di volta in volta.
ANNO 2009
07/01/2009 - Il futuro della ferrovia Fano-Urbino
Aperto il dibattito
FOSSOMBRONE – Vecchia tratta ferroviaria Fano-Urbino: metropolitana di superficie o pista ciclabile? “Il dibattito in Consiglio provinciale – commenta Carlo Ruggeri – per ben due volte non è approdato a nulla. Ha rinviato ogni decisione e ancora non è stato possibile arrivare all’espressione di un voto”. Il Consiglio provinciale non aveva lasciato intendere nel recente passato la propensione per il ripristino della tratta ferroviaria? “Diciamo di sì. Era emersa la volontà di operare a favore di una metropolitana di superficie anche per dare nuovi incentivi al turismo tra costa, entroterra, beni culturali sul territorio e città di Urbino”. Poi così è successo? “Che il candidato alla presidenza della Provincia Matteo Ricci ha dichiarato di preferire la pista ciclabile più lunga d’Europa. Se eletto la realizzerà”. Controindicazioni? “Una scelta che in molti non condividiamo. La pista ciclabile lateralmente alla ferrovia si può sempre realizzare ma non per soppiantare la ferrovia stessa. Quanti si appellano al buon senso chiedono che si evitino decisioni drastiche. Nessuno di noi crede di sostenere cose assurde”. Questo vuol dire passare il testimone a chi sarà avversario di Matteo Ricci nella corsa alla presidenza? “Io me lo auguro e vorrei invitare a pensare bene sulle scelte da fare”._____________________
24/01/2009 - TRATTA FANO-URBINO DIBATTITO SUL FUTURO
FANO - Sinistra Unita ha convocato un'assemblea pubblica per oggi alle 17 nella sala riunioni di Santa Maria Nuova sul tema “La linea ferroviaria Fano-Urbino: un’opportunità da non perdere - Treno e bici: due valide proposte di mobilità sostenibile”. All’incontro parteciperà il presidente dell’assemblea legislativa delle Marche Raffaele Bucciarelli, fungerà da moderatore Michele Mattioli. “La tratta – dichiara quest’ultimo – attende da 21 anni di essere riattivata. Essa potrebbe rappresentare una notevole valvola di sfogo per tutti i trasporti esistenti nella Valle del Metauro”._____________________
26/01/2009 - Sinistra Unita sostiene il progetto per ripristinare la vecchia tratta dismessa: metropolitana e pista ciclabile
Un treno per Urbino chiamato desiderio
FANO - E’ diventato uno degli obiettivi prioritari della sinistra: ripristinare la ferrovia Fano - Urbino, dimessa nel 1987, in base ad un provvedimento che allora fu ostacolato forse troppo tiepidamente, e che alla fine è stato adottato con l’esito di privare il territorio di un’importante infrastruttura di collegamento tra costa ed entroterra. All’obiettivo di carattere ambientalistico, ora il ripristino della ferrovia aggiunge quello di carattere politico. L’ha adottato soprattutto Sinistra Unita che sabato scorso ha organizzato un’assemblea sul tema “La linea ferroviaria Fano-Urbino: un’opportunità da non perdere - Treno e bici: due valide proposte di mobilità sostenibile”. Nel dibattito sono state evidenziate tutte le opportunità tecniche, amministrative, finanziarie che ancora esistono per rimettere in funzione la ferrovia. E’ alla associazione Ferrovia Valle del Metauro di Carlo Bellagamba che va soprattutto il merito di aver tenuta viva questa opportunità con continui appelli, suggerimenti e riscontri sul territorio. L’assemblea è iniziata infatti con la proiezione di una serie di diapositive e di riscontri in base ad un progetto analogo portato a buon fine; quello compiuto in Val Venosta per quanto riguarda la tratta ferroviaria che parte da Merano. Il recupero di questa ferrovia, lunga non più di una quarantina di chilometri ha coinvolto 4 milioni di viaggiatori in tre anni e mezzo di attività e pensare che il bacino d’utenza è di molto inferiore a quello della valle del Metauro.All’incontro ha partecipato anche il presidente dell’assemblea legislativa delle Marche Raffaele Bucciarelli, che ha svolto la sua attività alle dipendenze delle Ferrovie dello Stato, come capotreno, prestando servizio anche sulla linea Fano – Urbino. Bucciarelli si è fatto portavoce della volontà politica di rimettere in funzione la ferrovia, come metropolitana di superficie accanto a una pista ciclabile, tramite un progetto di legge che verrà presentato in Consiglio regionale. L’infrastruttura, anche se presenta segni di cedimento soprattutto in alcuni punti della massicciata, è ancora recuperabile, tanto è vero che i soci della associazione Ferrovia valle del Metauro sono riusciti a raggiungere Urbino a bordo di un veicolo che ha percorso tutta la linea. “Rimettere in funzione questa linea – ha dichiarato Teodosio Auspici dei Comunisti Italiani – costituisce un elemento importante del nostro programma amministrativo, recepito in pieno dal candidato sindaco del centrosinistra Federico Valentini. E’ ovvio che il Comune di Fano, da solo non potrà realizzare l’opera, ma lo stretto collegamento, anche di natura politica con l’Amministrazione provinciale e la giunta regionale, potrebbe centrare l’obiettivo. Nel frattempo è importante costituire una commissione tecnica che verifichi la regolarità di tutte le autorizzazioni urbanistiche concesse nei pressi della ferrovia e segnali le brutture che sono emerse nel percorso”.
MASSIMO FOGHETTI
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28/01/2009 - FERROVIA PER URBINO: E’ NECESSARIO UN PROGETTO INDUSTRIALE
IL MOVIMENTO Radicalsocialista plaude i partiti di Sinistra Unita per il loro impegno attivo nel riproporre la riapertura della linea ferroviaria Fano – Urbino e secondariamente per averlo inserito tra le priorità nei loro programmi di governo locale. Ciò detto, tornando nello specifico progetto, avremmo dei suggerimenti, delle idee da proporre, in aggiunta a quelle sviscerate nella conferenza di sabato scorso che purtroppo non hanno riscosso notevole successo anche fra coloro che istituzionalmente avrebbe dovuto raccogliere l’invito all’azione da parte di Sinistra Unita. Crediamo infatti, che la richiesta di ripristinare tout court la vecchia linea ferroviaria senza avere un progetto industriale, ma anche turistico e culturale ecosostenibile, possa riscuotere pochi consensi. Riteniamo dunque che si debba agire su più fronti, sia per quanto riguarda l’orizzonte politico che quello culturale e imprenditoriale. Innanzitutto sarà importante individuare che tipo di mezzo di locomozione dovrà essere utilizzato: crediamo che un concorso indetto dalla Regione e dalle Università, con la partecipazione del mondo dell’industria e delle Ferrovie dello Stato a tal riguardo sia auspicabile. Un concorso per un mezzo di locomozione su rotaia innovativo ed ecosostenibile, magari alimentato con energia fotovoltaica o ad idrogeno o una combinazione delle due. Sarà compito di del concorso sviluppare tali idee. Ciò che è certo è che il nuovo mezzo di trasporto dovrà essere ad impatto zero. Il treno dovrà essere fornito di personale di bordo, pensiamo a hostess e steward che forniranno cibi rigorosamente della vallata del Metauro.Ci sarà dunque lavoro per le aziende del settore alimentare, che saranno sponsor e finanziatori, insieme alle istituzioni, agli istituti di credito e alle imprese del settore turistico e culturale. Prevediamo, infatti, anche l’utilizzo di guide turistiche “on board” che, durante il tragitto, ragguaglieranno i turisti con informazioni concernenti sia i monumenti più importanti delle località attraversate dal treno che le strutture alberghiere, agriturismo, bed & breakfast disponibili in loco. E’ certo che un progetto così ambizioso necessiterà di finanziamenti congrui e che gli investimenti delle imprese da sole non basteranno. Il movimento Radicalsocialista, a tal riguardo, suggerisce che le risorse necessarie per la sua realizzazione siano da ricercarsi anche fra quelle messe a bilancio dalla Regione e dalla Provincia per le infrastrutture, facendo magari retromarcia su alcuni investimenti, come ad esempio la strada per le barche a Fano, inserita a budget quando il settore cantieristico andava a gonfie vele, ma che in questo momento è in grave crisi. Non crediamo che una strada possa risolvere i problemi di una crisi economica come quella in corso che non è ciclica ma sistemica, strutturale. Per essere chiari il movimento Radicalsocialista non crede che per certi settori ci sarà più un mercato florido come in passato e crede altresì che le risorse pubbliche debbano essere consequenzialmente reindirizzate verso altri progetti, secondo noi più innovativi ed assolutamente ecocompatibili. In conclusione, il movimento Radicalsocialista crede che la riapertura della linea ferroviaria Fano – Urbino sia una proposta percorribile, che porterà nuovi posti di lavoro, nei settori di riferimento e che non si possa rinunciare a tale occasione, soprattutto in un momento di crisi sistemica, come quella in corso. Ci proponiamo di discutere le nostre argomentazioni in una prossima, auspicabile, conferenza sul tema.
THOMAS OLIVIERI*,*coordinatore provinciale movimento Radicalsocialista
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02/02/2009 - Uscita provinciale di Libertà e Futuro. Retromarcia di Italia Centro: incontro disertato
“Il vero cambiamento siamo noi”
Pesaro - La lista civica di centrodestra Libertà e Futuro, con Antonio Bresciani, candidato alla presidenza della Provincia, ha organizzato ieri mattina la prima convention provinciale. Sede prescelta il colle dei Cappuccini di Fossombrone. Un convegno oltremodo partecipato con rappresentati arrivati da ogni angolo del territorio. Compresa Giuseppina Catalano, la candidata a sindaco di Pesaro di LiberiXPesaro, appoggiata anche da Libertà e Futuro, da La Destra e dalla Fiamma Tricolore. Per gli osservatori politici e non solo, un brivido alla luce di un movimento che si va ingigantendo. Brivido nei confronti di un modo consunto e tradizionale di fare politica, come hanno denunciato a viva voce i vari interventi. Rimane aperto uno spiraglio: il centrodestra può ricompattarsi. Libertà e Futuro ha già fatto qualche passo in tale senso. Ma non è disposta alla resa incondizionata. Tutti restano in attesa della conferma che il consigliere regionale Francesco Massi, in veste di coordinatore regionale del Pdl, possa entrare in azione legittimato da Roma. Libertà e Futuro si appella alla società civile. Non vuole vendette. Né alcuna resa dei conti.Si dice stanca della combutta istrionica tra destra e sinistra. La corsa a chi è il più bravo o più colpevole del male generale non è un gioco da portare avanti. Nascono le commissioni di lavoro con tanto di esperti. Nell’agenda degli impegni sanità, viabilità, territorio, cultura, servizi sociali, rispetto della persona. E’ forte l’ondata d’urto che arriva dalla Valmarecchia. La secessione è dietro l’angolo. Il 3 marzo la Camera è chiamata a decidere. Il responso ha buone possibilità che sia positivo. Poi toccherà al Senato. Una situazione sanitaria incredibile, ecco la denuncia pubblica. In caso d’urgenza l’ambulanza arriva dopo una quarantina di minuti. Con l’ordine tassativo di trasferire il paziente a Urbino e non a Rimini magari più facilmente raggiungibile. L’annuncio-scandalo? Le piazzole realizzate per l’elisoccorso sono ora occupate dalle piadinerie e affini. Ne gode il buon gusto. Ma non il bon ton. Entrano in azione per il programma da presentare agli elettori gli architetti Paolo Faraoni, Paolo Serafini, Stefano Cesarini e Massimo Fiori. Per la sanità i primari Giuseppina Catalano e Luciano Francini, oltre allo specialista in oculistica Renato Casoli. Un ulteriore grido d’allarme: la situazione sanitaria e viaria della Valmarecchia non è poi tanto difforme da quelle delle altre valli pesaresi e dei rispettivi entroterra.
Polidori portavoce del malcontento valmarecchiese ottiene applausi in continuazione. Gabucci da Pesaro invoca un no grande a nuove cave e denuncia che tutte le case popolari finiscono agli extracomunitari. Angelica De Angeli, eletta a Pesaro dal Pd, si dice stanca e pronta a lottare per una politica sociale moderna e rispondente ai veri bisogni della gente. Romualdo Montagna dell’Università Politecnica delle Marche caldeggia la metropolitana di superficie. Ex ferrovia Fano-Urbino. Che transiti ogni dieci minuti per porre fine all’inquinamento e alla invadenza del trasporto su gomma. Così come denuncia la più completa mancanza della manutenzione dei fiumi e dei loro bacini ormai stracolmi di materiale che può essere riciclato senza conseguente ambientali di alcun genere. Aldo Righi, coordinatore di Fi di Fossombrone denuncia di essere stato defenestrato dal suo incarico solo per aver partecipato ad una prima riunione, in veste di invitato, di Libertà a Futuro. Si chiede: e il consigliere regionale Tiberi che ha dato vita al nuovo partito di Italia Centro? Quest’ultima formazione era stata invitata al convegno. La presenza dei suoi protagonisti avrebbe segnato un avvenimento storico nella politica della nostra terra. All’ultimo momento qualcuno ha preferito tirare i piedi indietro. Forse per via di personalismi duri a morire. La situazione è comunque incandescente.
r.gi.
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06/02/2009 - “Sì a una pista ciclabile no invece alla ferrovia”
“Noi vogliamo la pista ciclabile e non il treno ripristinato lungo la valle – esordisce il portavoce dei Metauro Nostro Vittorio Api - solo un anno fa apprendevamo con piacere che la Comunità Montana del Metauro intendeva trasformare la vecchia linea ferroviaria Fano - Urbino in una pista ciclopedonale anche realizzandola a stralci. Proposta condivisa, intelligente e lungimirante. Una sorta di filo conduttore, di piazza allungata utile, per il futuro per l’integrazione e una inversione di tendenza allo sviluppo veloce di questi ultimi 15 anni”. Da dove nascono le vostre preoccupazioni? “A Fano, in una recente assemblea pubblica è tornata in auge la proposta di una non meglio precisata “metropolitana leggera” con accanto la pista ciclabile. Miracoli del periodo elettorale!”. Aggiunge Api: “Abbiamo più bisogno allora dell’ospedale di Fossombrone che della ferrovia, ad esempio. Aggiungere un nuova opera e non accorgersi del declino di quello che già abbiamo significa che la politica cura interessi diversi. Riteniamo che la linea ferroviaria non potrà essere realizzata e soprattutto sostenuta nel tempo con i soli soldi pubblici né con il ricavato del biglietto e neanche dalle eventuali trasposte merci che rimarrà su gomma”._____________________
15/02/2009 - Una metropolitana per Urbino
La proposta di Bresciani per utilizzare al meglio la ex ferrovia metaurense
Antonio Bresciani (lista civica Libertà e Futuro) candidato alla presidenza della Provincia, rilancia il progetto della metropolitana di superficie. “Facciamo nostro il progetto del professor Romualdo Montagna, dell’università Politecnica delle Marche - afferma - che nel nostro convegno ha parlato di una moderna metropolitana di superficie, per un concreto collegamento tra la costa e l’entroterra , attraverso la condizione indispensabile, vale a dire il susseguirsi a brevi intervalli di 10-15 minuti di veicoli idonei a soddisfare le esigenze di residenti e turisti”.Su quali principi si basa la progettazione? “Si pone come alternativa e come integrazione al trasporto automobilistico, prende in considerazione i dati che confermano lo stato di congestione delle due arterie costiere: l’autostrada e la SS 16 Adriatica, dell’intersezione della SS 16 con la principale arteria trasversale, ovvero la Fano-Grosseto interessata da oltre 32.000 veicoli al giorno, della S.P. n.5 mondaviese che collega S.Michele al Fiume a Fossombrone, con oltre 6.600 viaggi al giorno e della S.P. n.4 metaurense che collega Urbania e Fermignano, con 16.500 circa viaggi al giorno nei pressi di Fermignano”. Quali altri sono i dati di riferimento? “ Diverse decine fra pullman e autobus di linea al giorno, nelle strade parallele alla ferrovia come vecchia Flaminia e la statale 16”.
Quale impatto avrebbe la metropolitana di superficie? “Sicuramente positivo sull’ambiente, poiché consentirebbe ai tanti automobilisti che utilizzano l’auto per il semplice spostamento, di farne a meno usufruendo di un appagante servizio a basso costo. Sui bilanci delle pubbliche amministrazioni che liberano risorse destinate alla realizzazione di strade e parcheggi. Sui lavoratori pendolari poiché le zone industriali fiancheggiano tutto il percorso della linea e sul turismo per l’attrattiva che tale servizio suscita”.
Il progetto in essere guarda ancor più in là? “E’ ovvio che pone le basi anche per un’inversione di tendenza, che a breve potrebbe favorire il ripensamento del vecchio progetto di un collegamento tra la Romagna e Fabriano, per un nuovo sviluppo dell’entroterra e dei suoi abitanti”. Un progetto realizzabile? “Noi siamo dell’idea che sia finita da un pezzo la stagione delle parole e delle promesse rimaste tutte irrealizzate. Stiamo scendendo sul concreto con l’aiuto di esperti che già lavorano all’interno delle nostre commissioni. Quello che intendiamo proporre alla gente non è fumo. Non entriamo in polemica con nessuno perché è una strategia che alla fine non paga. Se la gente lo vuole creda pure in un progetto del genere. Noi lo vogliamo realizzare se avremo la giusta opportunità”. Il 31 dicembre 1987, esattamente alle 19.15, come ha ricordato un cronista di recente, partiva da Urbino l’ultima littorina per Pesaro. Il ramo secco veniva tagliato. Il solo in Italia. “La littorina può tornare come metropolitana di superficie – assicura Bresciani - dopo 22 anni di rimpianti a conferma di un grande errore commesso non a caso. Cosa che tutti sanno bene”.
r.gi.
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24/02/2009 - Ciclopedonale, metropolitana di superficie, ma potrebbe anche tornare attuale il ripristino della ferrovia
Per la Fano-Urbino un ventaglio di ipotesi
Nell’imminenza della Giornata delle ferrovie dimenticate, non poteva tornare alla ribalta il vecchio tema dell’utilizzo dell’ex tratta metaurense. La vecchia ferrovia Fano-Urbino diventi una pista ciclopedonale – è la proposta di Mirco Ricci, capogruppo Pd Regione Marche – credo che sui vecchi binari dismessi possa sorgere un percorso cicloturistico come è già accaduto in altre parti d'Italia con le vecchie ferrovie. Ed è anche quanto chiesto dal candidato alla presidenza della provincia Matteo Ricci. I 48 km della linea Fano-Fossombrone-Fermignano-Urbino sono stati dismessi nel 1987 e non ci sono possibilità che la tratta torni ad essere attiva come ferrovia. Per questo mi impegnerò per primo per trovare i fondi necessari per creare un percorso di interesse turistico e naturalistico”. La dinamica e combattiva Associazione Ferrovia Valle Metauro del noto farmacista Carlo Bellagamba & c., con il patrocinio del Comune di Fermignano e del locale Gruppo Comunale Volontariato Protezione Civile, continua invece il lavoro intrapreso l’anno scorso, sperando di giungere a ripulire la sede ferroviaria fino ai ponti che attraversano il fiume Metauro in tre punti. Non demorde l’Associazione FVM. Passano gli anni ed il sogno di rivedere la vecchia littorina o il treno merci cadenzare i ritmi dalla costa all’entroterra non si spegne e non si spegnerà mai.Se da una parte Matteo Ricci ha idee ben precise, ma non del tutto condivise all’interno della sua coalizione, su cosa fare del serpente di ferro e traversine che incrociano buona parte della valle del Metauro, non è da meno il suo contraddittorio avverso Antonio Bresciani (Lista Civica Libertà e Futuro): “Sono dell’idea che sia finita da un pezzo la stagione delle parole e delle promesse rimaste tutte irrealizzate. Quello che intendiamo proporre alla gente, la metropolitana di superficie, non è fumo. Vogliamo realizzarla se avremo la giusta opportunità. Basta con l’intasamento da traffico su gomma della Fano – Grosseto, della mondaviese, della metaurense. Basta con le decine e decine di pullman ed autobus di linea che viaggiano paralleli alla ferrovia. Occhio all’ambiente ed ai bilanci delle pubbliche amministrazioni che libereranno così risorse destinate alla realizzazione di strade e parcheggi”. Insomma, come ad ogni appuntamento elettorale, si torna a parlare di ex tratta come fosse un “vello d’oro” da conquistare attraverso adulazioni in politichese. Questa volta sembra che si faccia sul serio.
e.g.
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04/03/2009 - Nella giornata delle ferrovie dimenticate
Volontari ripuliscono tre chilometri di binari
Fermignano. Domenica 1 marzo si è manifestato per la 2^Giornata delle ferrovie dimenticate. L’appuntamento ha avuto successo con il saluto alla mattina di circa 100 escursionisti con moto quad ed una rappresentanza della Fiab Fano (ciclisti) tutti sostenitori del ripristino dell’ex tratta Fano – Urbino. Sono stati ripuliti circa 3.000 metri lineari di tratta ferroviaria, fino al sovrappasso della circonvallazione di Fermignano. Hanno partecipato Fvm, il Gruppo Volontari P.C. B. Montalbano. il Gruppo Comunale Protezione Civile di Fermignano, il Gruppo Fiab di Fano, alcuni cittadini volontari, un gruppo inviato dal Comune di Urbino che ha operato in zona Bivio di Monte Polo. Presenti il Sindaco di Fermignano Giorgio Cancellieri, l'Assessore Alessandro Capucci ed il Consigliere Regionale Giancarlo D’Anna. Cancellieri ha ribadito: “Sono da sempre schierato a favore del ripristino della ferrovia, in particolare della tratta Fermignano Urbino”. I lavori sono durati complessivamente sei ore. Il maltempo non ha ostacolato in alcun modo il lavoro dei volontari. Si continuerà l'opera di ripulitura nei sabato pomeriggio successivi fino ad arrivare alla Stazione di Canavaccio.e.g.
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08/03/2009 - Consensi bipartisan sul ripristino del treno per Urbino
Fano. Verso il domani su rotaie. Ovviamente non si potrà risolvere così una crisi planetaria, ma il piano infrastrutturale deciso dal governo anche per creare posti di lavoro, se portato a compimento come nelle intenzioni, avrà ricadute sul nostro territorio. Come nel caso della riapertura della linea ferroviaria Fano-Pesaro, un’eventualità che riceve consensi bipartisan. “Se si concretizzerà la riapertura della linea ferroviaria sarà una cosa importante - applaude il sindaco di Fano Stefano Aguzzi -. Noi da anni la consideriamo un’opportunità che va colta a patto che la si consideri in chiave moderna, a mo’ di metropolitana di superficie”. Applaude alla ferrovia Fano-Urbino anche il sindaco della città ducale Franco Corbucci: “Se si concretizzasse la riapertura della linea sarebbe una cosa bellissima per l’ateneo e per la nostra economia”.e.lu.
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08/03/2009 - “Molti impegni ma neanche un soldo”
Ucchielli critico sul patto di programma tra Governo e Regione. Pressioni per la Fano-Grosseto
Pesaro. “Niente di nuovo sotto il sole. Purtroppo, per quanto riguarda il nostro territorio, l’accordo di programma quadro Governo-Regione, pur essendo molto importante sul piano programmatico e di buone intenzioni, non ha risorse finanziarie”. Nessuna festa a via Gramsci all’indomani della stipula dell’atto aggiuntivo dell’Intesa generale quadro sulle infrastrutture avvenuta a Palazzo Chigi tra Governo e Regione Marche. Questo infatti il commento con cui il Presidente della Provincia Pesaro-Urbino ha accolto la notizia dell’avvenuta firma al tavolo romano. Il presidente Ucchielli avanza altresì la richiesta “di poter incontrare al più presto, insieme al presidente della Regione Spacca, il presidente del consiglio Berlusconi ed il ministro delle infrastrutture Matteoli, per chiedere di accelerare l’inizio dei lavori della terza corsia della A14 e finanziare le opere accessorie, così come per chiedere di finanziare i lotti della Fano – Grosseto sulla base dell’accordo sottoscritto”.E proprio a partire da quest’opera, Ucchielli lancia il suo appello per una forte azione ‘bipartisan’ che ne consenta la realizzazione, ma anche l’accusa che “sulla Fano-Grosseto non c’è un euro”. “L’intesa tra Governo e Regione - continua Ucchielli in merito alla tanto discussa tratta - stabilisce che verrà realizzata o con i soldi dello Stato, che non ci sono, o con il Project financing, che era già pronto dall’insediamento del Governo. Non sono state stanziate risorse per il lotto numero 10 (Canavaccio – Bivio Borzaga) che collega la Fano – Grosseto con la bretella di Urbino e nemmeno per il lotto numero 4 (variante di Mercatello sul Metauro) per rendere funzionale il traforo della Guinza dalla parte delle Marche, così come non ci sono soldi per la seconda galleria”. Smorzato dunque l’entusiasmo verso un’intesa anti-crisi che, con toni diametralmente opposti, il presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca aveva salutato in termini ben augurali di “ennesima testimonianza dell’attenzione della Regione verso il pesarese ed il Nord delle Marche”. Per il presidente Spacca, infatti, con i progetti infrastrutturali proposti dalla Regione, “il territorio della provincia di Pesaro-Urbino consolida la sua strategicità. Sono oltre 2,3 miliardi di euro gli impegni finanziari previsti nell’Intesa per le opere di questo territorio, la cifra maggiore di tutte le Marche”.
Nell’ottica del miglioramento degli assi viari e della rete ferroviaria, sono dunque previsti numerosi impegni: la realizzazione appunto della E78 Fano-Grosseto, ma anche i 12 chilometri circa dell’E45 Bretella Valmarecchia, la complanare Fano-Pesaro per il collegamento veloce dei due Comuni, la Pedemontana delle Marche nel tratto Sassoferrato-Cagli e il ripristino ddella linea ferroviaria Fano-Urbino, con funzioni di metropolitana leggera, oltre alla terza corsia autostradale. Lo stesso capogruppo Pd alla Regione Marche, Mirco Ricci, pur plaudendo a “interventi che riguardano la provincia di Pesaro Urbino, un territorio da tre anni sempre sotto la lente della Regione Marche”, vena l’ottimismo per “un accordo che presenta delle debolezze, ovvero molte infrastrutture necessitano di trovare finanziamenti al Cipe, ma l’intesa raggiunta premia il buon governo della nostra Regione”. E, come Ucchielli, anche Ricci parla di “un project financing sullo stampo di quanto già previsto dal precedente governo” e della necessità di finanziare i lotti 4 e 10, ossia per Urbino e Mercatello.
Sanzia Milesi
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10/03/2009 - Soddisfazione dell’associazione Fvm per la scelta delle priorità sulle infrastrutture
Il treno tornerà lungo la valle
Fermignano. L'Associazione Fvm - Ferrovia Valle Metauro apprende con viva soddisfazione la notizia dell'accordo Regione - Governo riguardo gli interventi e le priorità sulle infrastrutture recentemente siglato a Roma. “La soddisfazione maggiore - sottolinea il combattivo presidente dell’associazione Carlo Bellagamba - è per l'inclusione della ferrovia Fano – Fermignano - Urbino tra le opere da ripristinare”.Grazie a chi (ci sia permesso qualche distinguo sulla possibilità reale che si avveri questo grosso sogno)? “Grazie all'impegno decennale dell'Associazione finalmente il treno potrà ripercorrere le rotaie lungo la Valle del Metauro dopo la sciagurata e miope decisione che nel 1987 sembrava decretare la fine della ferrovia nel nostro territorio”.
Signor Bellagamba ha voglia di dire qualcos’altro?
“Un doveroso ringraziamento va al Presidente Berlusconi, al Ministro Matteoli, al Governatore della Regione Marche Spacca, al Sen. Baldassarri, all'Assessore Rocchi, ai Consiglieri Altomeni, Binci e D'Anna, ai Comuni di Fermignano, Fano, Urbino ed a tutte le Organizzazioni, politiche e non, che hanno compreso l'importanza del ripristino del servizio ferroviario che tanti benefici apporterà al territorio con una attenta e razionale gestione delle potenzialità insite in questo mezzo di trasporto”.
Ci sembra che i ringraziamenti non siano finiti.
“Un altro plauso va rivolto a quanti hanno creduto e sostenuto le ragioni propugnate da Fvm in questi anni, in primo piano i giornali locali e nazionali, le emittenti radio-televisive, i cittadini che hanno sottoscritto i nostri appelli. Un ringraziamento speciale e doveroso a tutti i Soci che, con il loro impegno e le loro personali fatiche, hanno condotto questa battaglia per il Metauro, non scoraggiandosi quando tutto sembrava compromesso e perduto, ma profondendosi nel lavoro con la serena fiducia che il loro operato era rivolto al bene di tutti, raro ed encomiabile senso civico che fa ben sperare per il futuro del nostro paese”.
e.g.
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14/03/2009 - Fano-Urbino, la svolta
Accordo fra Governo e Regione, la vecchia linea verrà recuperata
Fermignano. Una grande vittoria, per ora, mediatica ed indubbiamente politica. La notizia dell’accordo Regione-Governo riguardo gli interventi e le priorità sulle infrastrutture recentemente siglato a Roma ha messo in fibrillazione Carlo Bellagamba, presidente dell’associazione Fvm - l’associazione Ferrovia Valle Metauro e le centinaia di migliaia di persone che, dal 2000, hanno lottato a fianco dell’associazione allo scopo di salvaguardare la memoria storica della ferroviaria Fano-Urbino. Ora, a quanto sembra, la linea verrà riattivata. Una vittoria per l’associazione che, già nel 2001, dà inizio ad una capillare opera di sensibilizzazione. Tanto da recuperare, nel 2002, il materiale rotabile leggero ad uso museale, svolgere le prime ipotesi di ripristino e iniziare un lavoro costante di ripulitura. E’ grazie ai volontari di Fvm che la questione della riapertura della Metaurense si fa sempre più strada nell’opinione pubblica. Una iniziativa di raccolta firme per il ripristino della vecchia linea raggiunge le 6.600 adesioni in pochissimi giorni. Al loro fianco si schiera anche il sindaco di Cattolica Gianfranco Micucci. Nel 2005, il pericolo della sicura dismissione della ferrovia viene scongiurato in extremis dall’ intervento di Provincia, Comuni di Urbino e Fano, Regione. L’esecuzione della rotatoria a Fermignano, con l’originale progetto voluto dal Comune che avrebbe annullato la ferrovia, viene bloccata. Nel 2006 si avviano incontri in Regione. E a scendere in campo è poi la stessa Provincia che vuole puntare decisamente al recupero. Nel 2007 il convegno di Fano, a venti anni dalla chiusura del servizio, ottiene un grande successo di pubblico. Quindi parte la prima Giornata Nazionale delle Ferrovie Dimenticate, dove la vecchia linea Fano-Urbino - fra le più belle e paesaggisticamente suggestive - fa la parte del leone. Nel 2008 a occuparsi della riapertura della linea è un convegno a Fermignano dove vi partecipano alcuni dei massimi esperti nazionali. Gli appelli per il ripristino continuano con Fvm che entra nel sistema di Protezione Civile della Regione. Ma i continui abusi perpetrati sul binario non conoscono soste. Un tratto consistente viene danneggiato per i lavori della “Bretella” di Urbino. Proprio mentre si fanno studi e progetti di mobilità sostenibile. Ora speriamo che a questo lungo tira e molla si possa mettere la parola fine.eugenio gulini
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21/04/2009 - L’accusa: “Il Pd incapace di stipulare un’alleanza di nuovo conio quindi andiamo soli con Campogiani”
L’Udc strappa e candida il suo sindaco
Urbino. Preso atto delle gravi difficoltà del Pd nell'abbandonare le logiche degli accordi di vecchio stampo con alleati di estrema sinistra e dell'ambientalismo ideologico, l'Udc di Urbino riprende il suo cammino autonomo e candida Domenico Campogiani a Sindaco della città. Lo strappo “La nostra proposta responsabile per alleanze di nuovo conio in vista di un futuro rilancio della città - scrive la segreteria urbinate dell’Udc - non è stata accolta, visto che il Pd ha confermato l'accordo con i vetero-comunisti e con i cosiddetti verdi colpevoli di tanti veti su progetti di sviluppo di Urbino (bretella in primis). Il candidato L'Udc di Urbino ha, quindi, chiuso le trattative con un Partito Democratico impaurito rispetto all'ipotesi di nuova fase; offriamo ora la nostra disponibilità per voltare pagina, individuando in Domenico Campogiani il candidato sindaco, con una lista di giovani e di donne che vogliono impegnarsi per un futuro diverso. Il programma I temi della famiglia e dei valori della tradizione cattolica, del rilancio del turismo come risorsa decisiva per il lavoro dei giovani, della maggiore attenzione agli studenti, della sicurezza e del decoro urbano, dell'artigianato artistico, della sanità per l'entroterra, dei collegamenti (innanzitutto la ferrovia per Fano e un collegamento veloce stradale per Pesaro), di un nuovo PRG, dell'attenzione per i temi del sociale e del volontariato saranno al centro della battaglia dell'Unione di Centro di Urbino. Chiamiamo tutti i cittadini a un impegno generoso e a un voto di rinnovamento per garantire un'alternativa credibile e moderata alla guida della città, nell'esclusivo interesse di chi abita e ama questa nostra Urbino. Domenico Campogiani, 53 anni, laureato in giurisprudenza, sposato, con 4 figli, vice dirigente dell'Università di Urbino, è da tempo impegnato sui temi locali. Già consigliere comunale di opposizione per la Dc per numerosi anni, è stato membro del Consiglio d'Amministrazione dell'Ersu nonché fondatore e direttore di Radio Urbino Montefeltro, prima radio locale dell'entroterra. E’componente della direzione regionale e del Consiglio Nazionale dell'Unione di Centro, dopo essere stato - tra l'altro - candidato alla Camera dei Deputati nelle elezioni politiche del 2001, contro il comunista Armando Cossutta, raggiungendo nel Collegio di Urbino la percentuale di circa il 40% dei voti._____________________
05/05/2009 - Presentato il gruppo di Cancellieri. L’onorevole Paolini: “C’è razzismo al contrario”
L’identità leghista verso la Provincia
Identità. Una parola risuonata più volte ieri da via Gramsci. Un concetto fondante la candidatura alla Provincia di Giorgio Cancellieri e di tutta la squadra leghista di aspiranti consiglieri, con l’onorevole Luca Rodolfo Paolini a fare da garante. “Una lista di grandi lavoratori dove non c’è spazio per fannulloni”, ha esordito Roberto Zaffini, segretario provinciale della Lega Nord. “Tutti pensano che le Province sono inutili. Noi non siamo di questa idea, soprattutto ora che il federalismo è legge dello Stato. Nella lista abbiamo privilegiato le persone veramente leghiste”. “Il nuovo ordinamento federale dà maggiore peso alle Province come organo di coordinamento dei Comuni piccoli anche sulla sicurezza - ha detto l’onorevole Paolini -. La perdita della Valmarecchia è un danno grande ma dobbiamo rispettare la scelta di chi è stato trascurato. Siamo al razzismo al contrario: noi non possiamo coprire il volto né essere curati anonimamente, gli immigrati sì”. Ed eccolo Giorgio Cancellieri, il sindaco di Fermignano che vuole spostarsi in Provincia dicendosi fiero di questa lista “con imprimatur territoriale”. Sul programma ha parlato di sviluppo turistico e di viabilità (rotatorie pure nell’entroterra e ferrovia Fermignano-Fano-Urbino), di sanità e immigrazione (“Fermezza e potenziamento della polizia provinciale”). “E poi creeremo un assessorato ad hoc per la Valmarecchia”. L’obiettivo? Superare il 3,9% ottenuto alle politiche dalla Lega in provincia (ed eleggere almeno un consigliere). La lista? Ci sono Nadio Carloni (collegi di Cagli, Pergola e Montefelcino), Michele Grandoni (Cartoceto e Fano 1), Giovanni Angelini (Colbordolo e Urbino 2), Lucia Paolini (Fano 2, Mondavio e Mondolfo), Roberto Zaffini (Fano 3, Fano 4 e Pennabilli), Franco Antonini (Fano 5), Daniele Lunghi (Fermignano), Mario Di Palma (Fossombrone, Pesaro 7 e Sant’Angelo in Lizzola), Fabio Pontellini (Gabicce), Adriano Menghi (Novafeltria), Mara Ceccarelli (Pesaro 1), Adriano Buffoni (Pesaro 2), Dante Roscini (Pesaro 3 e Pesaro 6), Corrado Brandi (Pesaro 4), Danilo Fuligno (Pesaro 5), Luca Angeletti (San Costanzo), Massimo Tiboni (Sant’Angelo in Vado), Pasquale Torcolacci (Urbania) e Anna Lucarini (Urbino 1)._____________________
15/05/2009 - In tanti riscoprono la ferrovia
Si torna a sperare: la tratta dismessa Fano-Urbino inserita in un progetto
Si torna a parlare di ferrovia dismessa. Della ormai citatissima Fano – Urbino che venne chiusa, secondo molti simpatizzanti delle arrugginite rotaie, “per miopia politica e interessi privati”. Oggi, cresce la consapevolezza dell'utilità di mezzi alternativi alla gomma. “Studenti, impiegati, lavoratori, residenti e turisti e imprese sarebbero i primi fruitori di un servizio che ridurrebbe isolamento ed inquinamento”, continuano imperterriti a dichiarare gli associati dell’associazione FMV nella loro campagna a sostegno del ripristino del ramo secco. E’ tempo di elezioni e sono già molti i partiti, anche trasversali, vedi Pd, Verdi ed UDC in Urbino, che, nel loro documento programmatico abbracciano non solo l’intesa raggiunta a Roma sulle infrastrutture delle Marche ma anche la deliberazione n° 15/2009 della Provincia, che riguarda la linea ferroviaria sospesa, Fano-Urbino. Una tratta che è stata inserita nella programmazione ferroviaria interregionale (“sviluppo con copertura della spesa mediante realizzazione in Project Financing con progetto e capitolato prestazionale da redigersi da parte della Provincia od altro soggetto entro 2 anni dalla approvazione della delibera”). Una scelta, speriamo non campata in aria come, purtroppo, molte altre promesse da Belpaese, che premia l’impegno di quanti in questi anni hanno creduto con forza e caparbietà nella necessità di fornire una valida ed ecologica alternativa al traffico su gomma, la FVM (ferrovia valle del Metauro) e il suo Presidente Carlo Bellagamba, a quanti hanno contribuito negli anni a tenere viva una battaglia che a molti sembrava persa in partenza. L’associazione è sempre molto motivata e lancia un appello. “Se qualcuno possiede testimonianze di qualsiasi tipo su chi in passato ha usufruito di questa ferrovia, saremmo lieti di raccoglierle, leggerle, fotografarle per poi inserire tutto in un libro che si sta scrivendo sull'argomento. In particolare, ci farebbe piacere raccogliere testimonianze relative al tempo della guerra. La nostra ferrovia è stata testimone di molti orrori che lungo ad essa sono stati consumati. Noi non vogliamo che l’oblio cancelli tutto ma bensì che il ricordo di questi fatti ci permetta di progettare un futuro migliore, dove regni la pace tra i popoli. Perciò chi può fornirci del materiale o conosce qualcuno che lo può fare lo invii a info@ferroviafvm.it “.e.g.
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18/05/2009 - “Famiglia e valori cattolici”
I temi dell’Udc che chiede anche migliori collegamenti con la costa
I temi della famiglia e dei valori della tradizione cattolica, del rilancio del turismo come risorsa decisiva per il lavoro dei giovani, della maggiore attenzione agli studenti, della sicurezza e del decoro urbano, dell’artigianato artistico, della sanità per l’entroterra, dei collegamenti (la ferrovia per Fano e una strada veloce per Pesaro), di un nuovo PRG, dell’attenzione per il sociale e il volontariato al centro della battaglia dell’Udc di Urbino. “Chiamiamo i cittadini a un voto di rinnovamento per garantire un’alternativa credibile e moderata alla guida della città”, ha invitato senza proclami e urla alla presentazione – aperitivo della sua lista Udc, Domenico Campogiani, candidato sindaco, 53 anni, laureato in giurisprudenza, sposato, con 4 figli, vice dirigente dell’Università. Già consigliere comunale di opposizione per la DC per numerosi anni, è stato membro del Consiglio d’Amministrazione dell’Ersu nonché fondatore e direttore di Radio Urbino Montefeltro, prima radio locale dell’entroterra. Attualmente è componente della direzione regionale e del Consiglio Nazionale dell’Unione di Centro, dopo essere stato, tra l’altro, candidato alla Camera dei Deputati nelle elezioni politiche del 2001. La lista che lo sostiene è composta da 15 candidati, di cui 4 donne e un 21enne. Sono presenti numerosi esponenti dell’impresa, della scuola, del lavoro e del mondo cattolico. A chi gli chiede se è possibilista per un eventuale ballottaggio, Campogiani, allarga gli occhi e sottolinea: “Ne parlerebbero i giornali a livello nazionale. Sarebbe incredibile minare una roccaforte del centrosinistra”. Ma la campagna elettorale come va? “C’è sentore di novità”. Il mancato accordo, con il Pd? “La nostra proposta responsabile per alleanze di nuovo conio in vista di un futuro rilancio della città non è stata accolta dal Pd, impaurito dall’ipotesi di nuova fase. Noi offriamo ad Urbino la nostra disponibilità per voltare pagina”. Ha parlato di accordo del Pd con i veterocomunisti e con i Verdi colpevoli di tanti veti su progetti di sviluppo per la città ducale… “E’ la realtà dei fatti”.e.g.
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23/09/2009 - L’associazione
Una festa per salvare la ferrovia
Fermignano. L’associazione Ferrovia Valle Metauro nel suo decimo anno dalla fondazione, si è vista già con gli amministratori di Fermignano per prendere accordi sull’organizzazione della tradizionale festa della stazione a Fermignano per il prossimo 4 ottobre. Nell’ambito della manifestazione l’interesse si accentrerà particolarmente sul convegno “La ferrovia Metaurense: una sfida per il futuro”. Compito dell’associazione in questi anni è stato il salvataggio di quanto restava della ferrovia Fano-Urbino, sospesa dal servizio dal 1987, impedirne lo smantellamento (i binari esistono tutt’ora, le opere d’arte sono in buono stato), sensibilizzare l’opinione pubblica e la classe politica al grave problema del traffico nella valle, raccogliere materiale rotabile storico, reperti e documenti. Si è evitata così la dismissione ormai certa e si è riacceso l’interesse alla vicenda con il coinvolgimento di Comuni importanti come Urbino, Fermignano, Fano, Pergola, la Provincia di Pesaro Urbino (delibera di introdurre la linea nel piano trasporti regionale), dell’esecutivo marchigiano con l’accordo Stato-Regione che prevede uno stanziamento di 110 milioni di euro per la ricostruzione. L’opera della Fvm si esplicata anche coinvolgendo l’Esercito._____________________
"Il treno può ripartire - Basta solo... volerlo"
L’Esercito può riattivare parte della linea Fano-Urbino, ma cambia la strategia: non si parte più da Fano e si sale, ma al contrario, da Urbino a scendere
Fermignano, 5 ottobre 2009 - Apriamone un pezzo. Dieci o 15 chilometri. Non di più. A costo zero ma ad impatto enorme. Sia per il turismo che per i lavoratori. E’ la linea ferroviaria Fano-Urbino. Va cambiata strategia: non si parte più da Fano e si sale, ma al contrario. Da Urbino a scendere. Perché è la città di Raffaello che può attirare finanziamenti europei, magari sotto la pressione dell’Unesco che di Urbino ne ha fatto un patrimonio dell’umanità. L’idea è venuta ieri a Fermignano, alla festa della Stazione organizzata dall’associazione Ferrovia Valle Metauro."E’ tempo di scendere dalle nuvole delle parole, di dimostrare se volete veramente oppure no la riapertura della ferrovia per Urbino. Che potrebbe avvenire per stralci, e a costo zero". La frustata arriva dagli ambienti militari (era presente ieri il Genio ferrovieri) che guidavano una delegazione di soldati e mezzi arrivati non certo per caso. "Una proposta di utilizzo della tratta - spiegavano i militari - è sul tavolo dello Stato Maggiore. Non sappiamo che esito avrà ma possiamo dire per certo che il Genio Ferrovieri è capace di progettare, realizzare e gestire linee ferroviarie in ogni condizione, in particolare nelle zone di guerra. La nostra operatività può essere esercitata in tratte particolari come lo è stata fino al 2002 la Aosta-Chivasso poi passata alle Ferrovie".
Ma a decidere cosa farne della linea Fano-Urbino dev’essere la politica, in particolare quella locale. Che non è mancata all’appuntamento. C’era il sindaco di Fermignano Giorgio Cancellieri, che della riapertura del treno ne ha fatto uno dei punti del suo programma, poi l’assessore provinciale Massimo Galuzzi, il consigliere provinciale Elisabetta Foschi e il consigliere regionale Giancarlo D’Anna, che dice: "Crediamoci nel treno. Perché è il futuro delle nostre città". "Possiamo fare tanti parcheggi ma saranno sempre pochi e sempre più cari. Arrivare a Urbino in treno non è da libro dei sogni ma un atto firmato dalla Regione Marche col governo. Sta a noi, alla politica, renderlo operativo".
Dice il sindaco Cancellieri: "Se procediamo per stralci ce la facciamo. Anche in fretta. Perché un conto è pensare di riaprire gli interi 60 chilometri, un conto è puntare a collegarne quindici".
I costi non spaventano: "Lo si farebbe quasi a costo zero - spiegano gli esperti del Genio - utilizzando i binari ancora nuovi ma appena dismessi dalle Ferrovie per far posto alla linea ad alta velocità. Migliaia di tonnellate di questo materiale rotabile è depositato nei magazzini delle Ferrovie. Se c’è la volontà, potrebbe esser disponibile subito".
L’idea lanciata è questa: "Riattivare un primo stralcio della linea partendo da Canavaccio a Urbino, cioè dalla cittadina dove oggi finisce la Fano-Grosseto - spiega il consigliere comunale e provinciale del Pdl Elisabetta Foschi, presente ieri alla manifestazione - toccando Fermignano per poi arrivare a Urbino". "Corse orarie, come una vera metropolitana e carrozze turistiche da aprile fino a ottobre con parcheggi scambiatori a Canavaccio dove le auto dei pendolari ma anche le corriere dei turisti potrebbero arrivare e sostare per far salire i passeggeri su un treno veloce, economico e funzionale che sa regalare spettacoli naturali incredibili". "Tutto questo è possibile con pochissima spesa e con un risultato d’immagine incredibile. Sono convinta - dice Elisabetta Foschi - che dobbiamo rinunciare il prima possibile a quest’aurea di romanticismo quando si parla del treno e gettarci subito in idee e progetti concreti. Da parte mia contatterò da domani la segreteria del ministro alla difesa Ignazio La Russa per il coinvolgimento del Genio ferrovieri per una valutazione dei ponti e della linea". "Insomma, creare un punto di partenza a Canavaccio come primo passo. E’ un investimento di Urbino e per Urbino. Dobbiamo farlo con atti concreti".
Il presidente dell’associazione Ferrovia valle Metauro Carlo Bellagamba: "Concentrati, dobbiamo essere concentrati verso un obiettivo che a noi è chiaro da sempre ma lo dev’essere anche per la politica. Chiediamo che finalmente si esca dal recinto delle opinioni e si individuino finanziamenti per un’opera che il mondo ci invidierebbe".
Roberto Damiani
Da: Il Resto del Carlino del 5/10/2009
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06/10/2009 - L’associazione rilancia la Fano-Urbino. Appello alle istituzioni
Ferrovia, fronte compatto
Fermignano. Un treno chiamato desiderio. Eppure non sono solo speranze e sogni. L’associazione Ferrovia Valle Metauro, nel suo decimo anno dalla fondazione, ha organizzato la tradizionale “Festa della Stazione a Fermignano”. L’interesse si è accentrato particolarmente sul Convegno “La ferrovia Metaurense: una sfida per il futuro”. Compito dell’associazione in questi anni “è stato - ha sottolineato Carlo Bellagamba - il salvataggio di quanto restava della ferrovia Fano-Urbino, sospesa dal servizio dal 1987, impedirne lo smantellamento (i binari esistono tutt’ora), sensibilizzare l’opinione pubblica e la classe politica al grave problema del traffico nella valle, raccogliere materiale rotabile storico, reperti e documenti. Si è evitata così la dismissione ormai certa e si è riacceso l’interesse alla vicenda con il coinvolgimento di Comuni importanti come Urbino, Fermignano, Fano, Pergola, la Provincia di Pesaro Urbino (delibera di introdurre la linea nel Piano Trasporti Regionale), della Regione Marche con l’accordo Governo–Regione che prevede uno stanziamento di 110 milioni per la ricostruzione. L’opera della Fvm si esplica individuando nell’intervento del Genio ferrovieri la migliore e più economica soluzione per la ricostruzione. Importante, altresì, un progetto redatto dall’associazione che vede la ferrovia particolarmente utile agli scopi operativi della Protezione civile, quali la lotta antincendio, le emergenze idriche, ambientali e nel caso di calamità naturali”. Dal convegno sono uscite conclusioni convinte: puntare diritti al ripristino, magari a tratti, della ferrovia Fano-Urbino. “I nostri politici continuano a parlare solo di strade”, dichiara Carlo Bellagamba. “In questo senso il ripristino della ferrovia Fano-Urbino può rappresentare il simbolo della svolta che sarà possibile solo con il concorso di tutte le istituzioni. Fuori luogo l’utilizzo dell’attuale sedime della ferrovia per realizzarci una pista ciclabile”. Non chiara è la posizione di Provincia, Regione e di alcuni Comuni insistenti lungo la tratta. Le parole non sono più sufficienti. Occorrono fatti.e.g.
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13/10/2009 - Sinistra Unita vuole che l’opera diventi una priorità istituzionale: Spacca ne ha annunciato il recupero come metropolitana leggera
Ferrovia da riaprire, il progetto richiede 40 milioni
Fano. “Occorre spingere sulla riapertura della ferrovia metaurense”. Lo affermano con determinazione Michele Mattioli e Teodosio Auspici di Sinistra Unita dopo il convegno organizzato la scorsa settimana a Fermignano dall’associazione Ferrovia Valle Metauro. “Innanzitutto grazie al contributo del professor Bariletti, un luminare nel campo dei trasporti su rotaia - rilevano Mattioli e Auspici -, finalmente si conosce con una certa precisione la spesa da sostenere per la riattivazione dei 47 chilometri della linea. Attraverso una comparazione con gli studi che la Regione Lazio ha effettuato per la riapertura della Civitavecchia-Orte, il costo dell’opera si dovrebbe aggirare sui 40 milioni di euro. La cifra non è modesta, ma a titolo di esempio ricordiamo che il tratto della bretella di Urbino, circa 4 chilometri di strada provinciale, è costato alla collettività diversi milioni di euro in più. I costi di gestione sarebbero ammortizzati dagli abbonamenti dei pendolari (studenti e lavoratori) e dai turisti provenienti dalla riviera marchigiana e romagnola. Inoltre la Regione Marche avrebbe la possibilità di spendere meno denaro rispetto ai 4,2 milioni di euro che attualmente cede al trasporto pubblico su gomma (autobus) nella stessa tratta. Ma le aziende di autolinee non vanno viste come competitori della ferrovia, bensì come alleati, se come nella Provincia di Bolzano si riconvertissero in gestori del servizio ferroviario creando dei notevoli utili”. Sinistra Unita aggiunge tra le notizie positive l’approvazione da parte della Regione, su mozione di Altomeni, di una convenzione con Trenitalia per consentire il trasporto gratuito delle bici al seguito dei mezzi ferroviari. “Ancor più recente - rilevano Auspici e Mattioli - è la presa di posizione del presidente Spacca che ha parlato di ripristino della linea per sviluppare una metropolitana leggera. E’ giunto il momento per la politica di prendere delle decisioni definitive”._____________________
14/10/2009 - Ricci: pista ciclabile da sogno
Da Chiusa Ginestreto a Urbino usando la vecchia ferrovia
Fano. Sinistra Unita rilancia il progetto di ripristinare la ferrovia Fano Urbino (costo stimato 40 milioni di euro) mentre il presidente della Provincia Matteo Ricci si dichiara più favorevole a utilizzare il percorso della strada ferrata come pista ciclabile. Sarebbe una delle piste ciclabili più lunghe d’Europa, una pista da record, da utilizzare anche come un’infrastruttura da promozione turistica. Considerando infatti i tratti già realizzati, quelli in progetto, quelli ipotetici e quelli in corso di esecuzione, si potrebbe disporre di un lungo percorso protetto che partirebbe dalla Chiusa di Ginestreto per raggiungere il porto di Pesaro e di qui collegarsi con la pista ciclabile Pesaro Fano, il cui secondo tratto, quello che da Fosso Sejore si congiungerà con la pista di Gimarra, è già in avanzata fase di costruzione. Dal Lido al cavalcaferrovia delle Brecce, il percorso è breve e qui già siamo sulla massicciata della ferrovia Fano Urbino. Una settantina di chilometri, quasi tutti pianeggianti, facilmente percorribili, tra mare e colline, sfiorando a tratti paesaggi di particolare bellezza e attrattive di carattere storico. “Veramente – ha notato Matteo Ricci – sarebbe una infrastruttura di grande valore ambientale e di grande interesse per tutti coloro che amano le cicloturistiche o semplicemente le lunghe passeggiate in bicicletta”. La proposta ovviamente richiede un minor costo finanziario rispetto al ripristino della ferrovia che pure ha i suoi sostenitori. In particolare l’associazione Ferrovia del Metauro che più di una volta ha organizzato mostre fotografiche, convegni - l’ultimo la setttimana scorsa a Fermignano - e iniziative di pulizia per risollevare l’attenzione su questo tronco di ferrovia dismesso in base ad una decisione che oggi molti contestano. Che ancora le idee siano differenti sulla riutilizzazione di questo percorso, lo dimostrano anche le prese di posizione del presidente della Regione Marche Gian Mario Spacca, il quale nel suo ultimo intervento a Fano ha preso l’impegno per un rilancio del trasporto ferroviario interno, definendo il ripristino della linea ferroviaria Fano-Urbino, con funzioni di metropolitana leggera.m.f.
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07/11/2009 - L’idea del comitato Metauro Nostro
Una pista ciclabile al posto della tratta ferroviaria dismessa
Fossombrone. “Meglio la pista ciclabile che la riattivazione della tratta ferroviaria dismessa da Fano a Urbino”. Ne è convinto Stefano Bellagamba, presidente dell’associazione Metauro Nostro. “L’idea di utilizzare la ferrovia dismessa Fano-Urbino come percorso ciclo-pedonale era stata lanciata con forza, attraverso incontri e richieste fin dal 1997, dalle amministrazioni comunali di Montefelcino, Saltara, Fossombrone e Serrungarina”. Cos’è successo? “La mancanza di sensibilità verso il problema, l'indecisione, la non assunzione di responsabilità da parte della Provincia ma soprattutto della Regione e le lotte interne dei movimenti ambientalisti, hanno determinato in primo luogo uno scontro tra i sostenitori della riapertura della tratta nelle varie forme di trasporto su rotaia per i cittadini, come treno turistico, come metropolitana leggera, e i sostenitori della pista ciclabile”. In quale stato versa attualmente la tratta? “La sede ferroviaria, in abbandono e non mantenuta, è ben evidente e ancora armata per quasi l’intera estensione, ma il suo degrado è rapido ed inesorabile. Non si tratta solo di problemi di stabilità idro-geologica o di vegetazione infestante, ma anche di possibili accaparramenti abusivi, di più o meno tollerate interruzioni di continuità, di possibile comparsa di discariche o comunque di altri fenomeni di degrado ambientale”. Ci sono state risposte precise? “Purtroppo dobbiamo rilevare che le amministrazioni locali in questi anni sono state del tutto insensibili sottovalutando l'importanza del riuso e le potenzialità economiche dell'utilizzo di questo impianto. Altri comuni come Fano, Fermignano e Urbino hanno deliberato indirizzi di intenti, senza fare nessuna analisi del problema, volti alla riapertura della linea ferroviaria Fano-Urbino”. Con quale risultato? “Il risultato è come sempre l'assoluta immobilità, il pilatesco non fare niente con la inevitabile conseguenza di ritrovarsi con un patrimonio in rovina che da risorsa è diventato spreco”. La linea ha una lunghezza di 48,829 km e fu costruita tra il 1898 e il 1919.roberto giungi
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27/12/2009 - D’Anna si ricandida: “Un continuo inizio”
Fano. Tutti i consiglieri uscenti potranno essere riconfermati. In base a questa decisione del direttivo regionale del Pdl, Giancarlo D’Anna ha presentato la sua nuova candidatura al Consiglio regionale. Lo ha fatto con una conferenza stampa in cui ha presentato anche un consuntivo dell’attività condotta nell’ultimo quinquennio come consigliere di opposizione. Ha presentato 36 proposte di legge, 65 mozioni e 100 interrogazioni sui più vari argomenti, molti dei quali di natura ambientale. Hanno avuto successo le sue proposte relative al sostegno degli Oratori, che anche a Fano, costituiscono una bella realtà di aggregazione per giovani e famiglie e la sua battaglia per la bonifica dell’amianto, iniziata a suo tempo dai banchi del consiglio comunale di Fano e confluita recentemente in Regione con una prima assegnazione di fondi a favore degli enti locali e dei privati; nonché alla istituzione del corso di macchinista navale nell’istituto tecnico Volta. “La vita è un continuo inizio – ha detto D’Anna in uno scritto ai suoi elettori – e uno dei principi che necessita seguire è la coerenza ai valori, perché solo con essi gli intenti diventano azioni concrete”. Sono ancora di questi giorni due battaglie che il consigliere regionale ha portato avanti nel corso di tutta la tornata amministrativa: la prima si riferisce alla valorizzazione dell’ospedale Santa Croce, il cui futuro accomunato al San Salvatore di Pesaro nell’ambito dell’azienda Ospedali riuniti desta non pochi interrogativi; la seconda alla restituzione del Lisippo, confluita nella recente dimostrazione davanti al Tribunale di Pesaro. Altri temi sollevati sono stati: il ripristino della Ferrovia Fano – Urbino, il riconoscimento del Carnevale di Fano come manifestazione storica, la grande viabilità con l’ultimazione della Fano – Grosseto.m.f.
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20/01/2010 - Fermate dei treni. In Consiglio appello bipartisan
Fano. E’ stato convocato per oggi, alle 16.30 il primo Consiglio comunale del 2010. All’ordine del giorno non figura alcuna delibera, ma soltanto lo smaltimento delle numerose interrogazioni, interpellanze, mozioni, ordini del giorno, quasi tutte risalenti al 2009, ma ancora oggi particolarmente attuali. Argomento principe, proposto da una interrogazione di Carlo De Marchi (Fano a 5 stelle), da una mozione urgente sottoscritta da tutti componenti del gruppo Pd e da un ordine del giorno presentato dallo stesso sindaco: la richiesta del ripristino delle fermate soppresse nella stazione ferroviaria di Fano, un provvedimento assunto da Trenitalia nel momento in cui ha adottato il nuovo orario ferroviario. Una richiesta simile, con l’aggiunta del ripristino della Ferrovia Fano Urbino, è già stata approvata dal Consiglio regionale in base a un atto proposto dal consigliere Brandoni di Rifondazione comunista. La giunta inoltre sarà chiamata a dare risposte sulla situazione attuale e sul futuro delle biblioteche, in particolare si parlerà della Federiciana e delle prospettive offerte dalla Mediateca Memo di prossima inaugurazione._____________________
10/3/2010 - Pista ciclabile
Ferrovia. Lucarini rilancia
Urbania. I binari della vecchia Fano-Fabriano ancora protagonisti del dibattito. Il sindaco Giuseppe Lucarini, proponendo un inventario dei beni demaniali in loco non ancora alienati, torna sulla pista ciclabile: Il ripristino è una chimera. La Merano-Malles è costata più di 105 milioni e ne costa 8 annui di gestione, soldi che mai ci saranno per la nostra ferrovia. Tra il qualcosa e il niente preferisco il qualcosa di una ciclabile, per evitare il depauperamento totale. La seconda guerra mondiale interruppe la linea distruggendo tutti i ponti ferroviari da Urbino, dove il treno proseguiva verso Fano; a Pergola, dove proseguiva verso Fabriano e si ricollegava alla Roma-Ancona. La residua Fano-Urbino è stata chiusa negli anni '70._____________________
13/3/2010 - La metropolitana al posto del treno
Isola del PianoE’ stata salutata con simpatia la presa di posizione di Domenico Campogiani, candidato consigliere regionale per l’Udc, che ha riproposto all’attenzione generale l’opportunità di trasformare la vecchia tratta ferroviaria Fano-Fossombrone- Fermignano-Urbino in metropolitana di superficie. Numerose le associazioni che si dicono convinte della bontà dell’iniziativa. Riuscire a garantire un collegamento continuo per persone e trasporto merci dalla costa al capoluogo del Montefeltro rappresenta una prospettiva di grande interesse. Proposta appetibile anche per la promozione turistica.
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25/3/2010 - L’entroterra vuole contare di più
Nella vertenza dell’associazione “Metauro nostro”, ambiente, rifiuti, sanità e trasporti
Fossombrone. Incentivare le fonti rinnovabili. Promuovere la manutenzione del Metauro e la pulizia degli invasi. Verificare l’effettiva sostenibilità delle risorse ambientali in termini di nuove costruzioni e tutela del territorio. Recuperare l’ex ferrovia Fano-Urbino come pista ciclo-pedonale. Evitare l’abuso dei rilevatori di velocità sulle strade e il controllo elettronico sui semafori perché servono solo a far cassa. I nove nodi da sciogliere. La vertenza entroterra, presentata dall’associazione Metauro Nostro ambiente e cultura, si avvale di nove punti. “Senza polemica e priva di ogni faziosità - spiega Vittorio Api portavoce di Metauro Nostro - speriamo solo di essere ascoltati per un confronto serio e motivato”. A cominciare da? “Dal favorire tramite apposita legge regionale la partecipazione e la rappresentanza diretta dei cittadini organizzati e portatori di interessi diffusi sulle scelte che andranno direttamente ad incidere sulla vita dei cittadini e del loro territorio”.L’appello agli enti. Cosa intende sostenere quando parlate di consumo del territorio? “Stabilire tramite apposita legge regionale la riduzione del consumo di suolo. Incentivare il recupero e la manutenzione delle abitazioni esistenti. Prevedere eventuali nuove aree edificabili previa occupazione minimo dell’80 per cento delle abitazioni esistenti e dopo aver verificato l’effettiva sostenibilità delle risorse ambientali”. No deciso alle biomasse? “Chiediamo l’attuazione del vigente Pear attraverso precise limitazioni all’uso delle biomasse da consentire all’interno dell’attività agricola ed in modalità che seguano il principio del piccolo e diffuso, attraverso, infine, una sensibile incentivazione alle fonti veramente rinnovabili, come il solare, il mini eolico, il microidroelettrico”.
La gestione dell’acqua. E per quanto riguarda i servizi idrici? “Bisogna garantire una gestione pubblica, virtuosa e partecipata dei servizi idrici senza scopo di lucro ma con i ricavi necessari all’investimento delle reti e al mantenimento del servizio”. Il fiume Metauro malato grave? “Per quanto riguarda la valle del Metauro è urgente promuovere la manutenzione del fiume e la pulizia degli invasi anche per avere maggiori risorse idriche ed evitare l’utilizzo dei pozzi sul Burano”. Ferrovia e via verde? “Siamo per il recupero dell’ex ferrovia Fano-Urbino come pista ciclo-pedonale o via verde”.
Il doloroso tasto della sanità? “Esistono carenze del servizio sanitario stante la diminuzione dei servizi resi dall’ospedale di Fossombrone, un tempo all’avanguardia e utilissimo, con quello di Fano che probabilmente non riesce a far fronte all’aumento della domanda. Il pronto soccorso dell’ospedale di Fano a volte è in sofferenza e si verificano lunghe attese per le visite mediche specialistiche nel territorio”. Siete contro le telecamere nei centri semaforici? “Chiediamo si eviti l’abuso dei rilevatori di velocità sulle strade e il controllo elettronico sui semafori che dovranno essere utilizzati solo previa indagine statistica sull’effettiva necessità e con la presenza degli operatori ben segnalati”.
roberto giungi
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17/4/2010 - Fino a domani il festival autoprodotto
Deragliamenti e fumetti
Urbino. Al locale “La Stazione”, fino al 18 aprile prima edizione di “Deragliamenti”, il Festival del fumetto autoprodotto. In questo suggestivo scenario, tra i binari abbandonati, sarà allestita l’area per le riviste e le produzioni editoriali indipendenti; non mancheranno gli incontri con gli autori, i dibattiti e i confronti e poi ancora video proiezioni, musica e aperitivi all’insegna dell’arte. “Deragliamenti” è uno spazio libero e autogestito dedicato al mondo sotterraneo ma non sconosciuto del fumetto d’autore autoprodotto, che vanta in Italia realtà innovative e in continua crescita. Oggi, ore 15, apertura stands e presentazioni riviste, ore 18 aperitivo e proiezioni video, ore 22, dj Waffi (noise, new wave, elettro…), i dj Della Mutua Live set; domenica, ore 15 apertura stands e presentazioni riviste, ore 18 aperitivo e proiezioni video. Ingresso gratuito. Per maggiori informazioni: para-noise@libero.it 333.2243213. “ e.g._____________________
31/5/2010 - "Per la tratta Fano-Urbino dovete darci il tram-treno"
A chiederlo l'associazione Ferrovia Valle Metauro. Si tratta di convogli leggeri a basso impatto ambientale che possono entrare fino in città e che possono utilizzare al tempo stesso binari della ferroviaFano, 31 maggio 2010 - E’ particolarmente vivace l’attività e il 'movimentismo' dell’associazione Ferrovia Valle Metauro che da anni si batte per il ripristino delle linea ferroviaria Pesaro - Fano - Urbino che in un quadro di sviluppo alternativo della mobilità, potrebbe tornare a rivestire la sua importanza strategica. Da qualche tempo si discute di ripristinare un collegamento Fossombrone - Pergola - Fabriano, passando per la valle del Tarugo, ma l’associazione reputa che sia necessario un collegamento con la costa per dare una ragione ed un contenuto di redditività economica all’impresa.
Solo in questo modo si può intercettare un flusso passeggeri capace di giustificare la riapertura della linea ferroviaria. Come primo passo di impegno per studiare i collegamenti ferroviari nell’entroterra, l’associazione Ferrovia Valle Metauro, guidata da Carlo Bellagamba, aprirà una sua sezione all’interno della stazione di Pergola, contribuendo alla ricerca di un progetto degli anni Ottanta di variante che prevedeva appunto il collegamento diretto tra Fossombrone e Pergola.
Il sodalizio ha ricevuto anche una risposta dall’amministratore delegato di R.F.I. (Rete Ferrovie Italia) nella quale si comunica la disponibilità dell’ente a collaborare alle varie iniziative che la FMV intraprenderà per il rilancio delle ferrovie in Italia. A questo proposito Michele Mazza si è classificato al secondo posto al concorso per il miglior video realizzato durante la terza giornata delle Ferrovie Dimenticate. Altro progetto che è allo studio è quello della nuova formula che sta spopolando nei paesi del nord Europa, vale a dire il tram-treno. Convogli leggeri a basso impatto ambientale che possono entrare fino in città e che possono utilizzare al tempo stesso binari della ferrovia potendo viaggiare su una rotaia da 1.454 millimetri come è lo scartamento esistente sulla nostra rete ferroviaria.
In questo caso la Fano - Urbino potrebbe essere percorsa da tram-treno con diverse fermate che non avrebbero bisogno di grande assistenza, ma che funzionerebbero in sostituzione delle corse di trasporto pubblico di linea. In questo senso è vista con speranza la promessa fatta dal governatore regionale Gian Mario Spacca che tempo fa ha firmato un accordo con la Lega Ambiente a livello nazionale per il ripristino della tratta ferroviaria Pesaro - Fano - Urbino.
Da: Il Resto del Carlino
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20/10/2010 - Valmetauro, non solo bicicletta
Il presidente della Provincia rilancia l’idea della linea ferroviaria Fossombrone-Pergola
Serrungarina. E’ ora di smetterla di contrapporre vecchia ferrovia (da ripristinare) e pista ciclabile (al posto della ferrovia). La nuova ipotesi di fattibilità? Prima di tutto costruire il tratto ferroviario Fossombrone-Pergola da considerare prioritario perché apre le porte a Fabriano e quindi collega la valle del Metauro con Roma. Non demolire la vecchia tratta Fano-Fossombrone-Fermignano- Urbino. Meglio realizzarvi sopra una pista ciclabile, con una tecnica già sperimentata, che si allaccerà a quella Pesaro-Fano in via di completamento. Si potrà operare per un’offerta di primo piano anche in termini di promozione turistica oltre che di tutela e qualità della salute. Di più: una volta realizzata la ciclabile Pian del Bruscolo-Pesaro si avrà un’attrazione di richiamo europeo. E la ferrovia? Il progetto è di realizzarne una ex novo stante l’impossibilità pratica di poter riutilizzare quella ormai martoriata dagli anni e dall’incuria. Il presidente della Provincia Matteo Ricci ha parlato in modo chiaro e deciso. L’assemblea, organizzata dal Pd zona di Fossombrone, ha fatto registrare a Tavernelle una partecipazione consistente. Segno che il tema è sentito e che l’entroterra sottolinea sempre più il bisogno di aggrapparsi a nuove prospettive che siano di stimolo e di aiuto di fronte ad una avvicendarsi di eventi che fino ad oggi si sono affidate alle parole e a tanta poca concretezza, ha rilevato il presidente. Ben conscio a sua volta che si tratta di progetti costosi ma non costosissimi. Da predisporre come prioritari e da poter inserire nella programmazione dei piani europei dal 2013 in avanti. Sulla cartina i percorsi sono già stati individuati. “Nessuno deve illudersi che tutto sia possibile da attuare dall’oggi al domani – ha sottolineato Ricci – resta la constatazione che si deve dare una scossa alla situazione e programmare interventi che siano di qualità e di promozione”. Adesso che le idee sono state lanciate ufficialmente si apre il dibattito. Ma in termini nuovi. Data la premessa di eliminare ogni precedente diatriba che non può in effetti portare a nulla di concreto. Una progettualità che ha destato grande interesse. In particolare perché il presidente Ricci riscopre e valuta in modo attento, ponderato e strettamente attinente alla realtà il collegamento tra le valli del Metauro e del Cesano. Duplice l’obiettivo: prevenire la chiusura della tratta Pergola-Fabriano e rispondere ad esigenze specifiche che vengono rimarcate da decenni. Adesso bisogna agire.roberto giungi
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20/10/2010 - Contro gli impianti fotovoltaici selvaggi reclamata più tutela del paesaggio
Serrungarina. La “nuova” ferrovia? Ben venga è stato detto e ripetuto nel corso del dibattito. Attenzione però. E’ nato così, pressante, anche un appello di primaria importanza: se il paesaggio è un’eccellenza, e nessuno può dire il contrario, bisogna impegnarsi da subito per tutelarlo nella sua piena integralità. Risalendo la superstrada verso Fossombrone – è stato fatto notare e gli applausi lo hanno rimarcato – è impressionante lo spettacolo che si presenta sul versante collinare a causa degli impianti fotovoltaici che hanno aperto la stagione del peggio che poteva succedere. Una mostruosità assoluta. C’è poi un'altra spada di Damocle che si fa sempre più minacciosa: se dovesse essere costruito l’inceneritore a biomasse di Schieppe di Orciano addio pista ciclabile, trenino, turismo culturale, ambientale e religioso. Raccomandazione di indiscutibile urgenza. Quanto di negativo è già maturato va subito bloccato. Sarà quella la prova del nove._____________________
21/10/2010 - “Una visione strategica condivisibile”
L’associazione Metauro Nostro si schiera con Ricci per la ferrovia Fossombrone-Pergola
Fossombrone. Tratta ferroviaria e pista ciclabile insieme. La proposta del presidente della Provincia Matteo Ricci dà il via al dibattito. L’associazione Metauro Nostro di Montefelcino: “Ci ha favorevolmente sorpreso la chiarezza e la volontà del presidente Ricci e dell’assessore Galuzzi. L’ex tratta ferroviaria Fano Urbino verrà trasformata in ciclabile tramite struttura prefabbricata che ricoprirà i binari. Nel Piano Territoriale di Coordinamento (PTC) in corso di revisione da parte della Provincia verrà prevista una nuova linea ferroviaria a fianco della superstrada per proseguire per Pergola e quindi Fabriano. La ferrovia non avrà tempi brevi ma è una visione strategica condivisibile. Alla riunione di Tavernelle organizzata dal PD zonale – si legge ancora - eravamo indecisi se partecipare. Sono anni che in determinati periodi la questione tra i favorevoli del treno e quelli per la ciclopedonale si riaccende senza risultati. Metauro Nostro è da sempre favorevole alla seconda. Avevamo sollecitato in tale senso anche l’ex presidente Ucchielli che è rimasto immobile. La pista ciclopedonale avrà buone possibilità di inizio tra qui a qualche anno anche per tratti. Ci piace l’idea di una sorta di piazza allungata dove sia a piedi che in bicicletta ci si potrà incontrare lungo la valle del Metauro grazie alla via verde e ai luoghi di sosta lungo il percorso. Lo dobbiamo alle generazioni future come risarcimento alle eccessive e casuali scelte urbanistiche che hanno reso anonimi, soli e senza anima i luoghi. Auguri via verde!”.Critico il Pri di Fossombrone riunitosi con il segretario regionale Giuseppe Gambioli. “Il Pri ha criticato in più occasioni la proposta del presidente Ricci che parlava – si legge in un comunicato - solo ed esclusivamente di pista ciclabile. Ora prende atto dell’inversione di marcia a favore della ferrovia, ma rimane molto scettico sulla nuova proposta che prevede un percorso ex novo per la ferrovia Fano-Urbino e sul vecchio tracciato la famosa pista ciclabile. E’ come avere la moglie ubriaca e la botte piena. Il Pri considera il problema della ferrovia di estrema importanza per l’economia e la qualità della vita dei cittadini della Valmetauro. Il presidente della Provincia sulla pista ciclabile sul vecchio tracciato della ferrovia, dopo le proteste dei cittadini e i finanziamenti che la Regione dispone per le infrastrutture, al punto da prevedere la realizzazione di alcune tratte del tipo metropolitana leggera, sta correggendo il tiro. Il Pri considera la proposta del presidente illusoria e poco realistica, gli chiede di mettere in chiaro: prima il nuovo tracciato della ferrovia poi la pista ciclabile sul vecchio”.
roberto giungi
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21/10/2010 - Enrico Tosi: “Una ciclo pedonale lungo la ferrovia Fano-Urbino”
20/10/10 Fano (Pesaro Urbino) - Enrico Tosi sottolinea l’importanza di realizzare una ciclo pedonale lungo la ferrovia Fano-Urbino.“Durante l’affollata riunione tenutasi a Tavernelle lo scorso lunedì sera, il presidente della Provincia Ricci e l’assessore Galuzzi hanno presentato un’interessante soluzione per la ferrovia Fano Urbino ormai ferma dal lontano 1987: una pista ciclopedonale che non elimini i binari ma anzi li protegga (per un eventuale futuro riutilizzo) sotto una pavimentazione realizzata dalla cementeria provinciale; un progetto all’interno di un quadro di collegamenti ferroviari di più ampio respiro e non limitati alla sola vallata metaurense”.
“Dopo 24 anni di mancati interventi, questa soluzione potrebbe finalmente vedere uniti tutti coloro che hanno a cuore le sorti di una struttura di grande importanza economica e sociale che rischia di scomparire tra degrado e indifferenza; tra l’altro, evitare sterili contrapposizioni tra sostenitori di ipotesi diverse darebbe un grosso incoraggiamento a pubblici amministratori che, anche facendo autocritica, vogliono mettere mano a un progetto concreto e dicono con chiarezza come stanno realmente le cose: che non esistono le enormi risorse finanziarie necessarie per ripristinare e gestire una ferrovia vecchia in tutti i sensi; che soggetti interessati a prenderla in carico non si sono visti; che il trasporto collettivo è già servito da bus moderni; che sono cambiati radicalmente situazione urbanistica, tipo di turismo e sistemi di spostamento individuali, ecc”.
“A favore di una pista ciclopedonale sono pronti a lavorare in tanti, in particolare un comitato che ha già contattato con ottimi risultati i sindaci della vallata del Metauro evidenziando che la mobilità ‘dolce’ ha dato una spinta formidabile ai territori interessati, come dimostra per esempio la recentissima riconversione della ferrovia costiera presso San Remo”.
“Con la vicenda ben più complessa della Fano Grosseto, l’amministrazione provinciale ha già dato prova di sapersi muovere con efficacia; realizzi quindi senza indugio questo progetto innovativo, poco costoso e largamente condiviso, che può stimolare lo sviluppo economico lungo l’ex ferrovia e diventare una vera ‘spina dorsale’ anche tecnologica grazie all’utilizzo del sottosuolo”.
“A dimostrare che qualcosa si muove per davvero potrebbe essere la quarta giornata delle ferrovie dimenticate, che in tutta Italia si svolgerà nel prossimo mese di marzo: è l’occasione per organizzare una serie di manifestazioni lungo la Fano Urbino per avviare la realizzazione di una moderna ‘via verde’ che colleghi, e non separi, i centri abitati e le persone”.
Redazione Fanoinforma.it
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22/10/2010 - Degrado, allarme dei residenti
A Cuccurano rimpallo di responsabilità sul passaggio ferroviario
Fano. Un’area dimenticata dove crescono erbacce che hanno ormai raggiunto altezza d’uomo e dove proliferano bisce e ratti, a pochi passi dalle abitazioni. A denunciare lo stato di abbandono in cui versa una parte di via della Stazione, in corrispondenza del passaggio ferroviario, all’intersezione con via Attilio Regolo, sono i residenti della frazione di Cuccurano. “Dalla scorsa estate assistiamo ad un continuo scaricabarile – lamentano gli abitanti di via della Stazione e via Muzio Scevola (la seconda strada è il naturale proseguimento della prima) – abbiamo provato a segnalare il problema al Comune, telefonando più volte e manifestando il nostro disagio anche per iscritto, la risposta che abbiamo ricevuto è che la cura del verde in quella zona è di competenza dell’associazione Mimosa, che ha già l’appalto per le altre aree verdi della frazione di Cuccurano. A questo punto abbiamo interpellato il presidente di Mimosa che, al contrario dell’Amministrazione comunale, sostiene che l’area non rientra affatto nella loro sfera d’intervento. A questo punto ci sentiamo abbandonati da tutti, chiediamo solo che qualcuno intervenga a sanare la situazione”.La zona in questione, insistendo sul vecchio passaggio ferroviario della linea Fano – Urbino, non è totalmente di proprietà comunale, una parte, infatti, dovrebbe essere di competenza delle Ferrovie dello Stato, ma i residenti chiedono comunque che venga fatto qualcosa per ripulirla dalle erbacce. “A pochi metri ci sono dei parchi privati in cui giocano i bambini – segnalano – ed è facile che topi o altri animali, che trovano rifugio tra le sterpaglie, arrivino anche qui, con tutti i rischi sanitari che ne derivano. In estate si presenta anche il problema delle bisce”. In passato l’area era stata ripulita da un gruppo di volontari, impegnati nel chiedere il ripristino della linea ferroviaria che collegava Fano a Urbino. Ma poi le erbacce avevano preso di nuovo il sopravvento. L’area, tra l’altro, non si trova in un punto isolato di Cuccurano, ma nel cuore della frazione, poco distante dalla chiesa e dal circolo Acli, oltre che dalle case.
Federica Giovannini
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24/10/2010 - Ricci: "E io vi propongo una pedalata lunga 70 chilometri"
Pesaro, 24 ottobre 2010 - UN PERCORSO ciclabile che unisca Pesaro, Fano e Urbino. Un anello che permetta di attraversare su due ruote il cuore del territorio provinciale, circa settenta chilometri di tracciato che potrebbe diventare tra i più belli d’Europa. E’ questo il sogno di Matteo Ricci, neo presidente della Provincia, che si dichiara estremamente convinto che l’idea possa essere un vero asso nella manica dal punto di vista turistico, ma anche uno strumento fondamentale nella mobilità provinciale: strategico nel semplificare gli spostamenti e per limitare l’inquinamento atmosferico. E’ per questo che uno dei pilastri di «Provincia 2020: progetti per una comunità più felice» (che ha l’ambizione di far diventare il territorio pesarese leader nella qualità della vita) riguarda proprio lo sviluppo delle piste riservate a chi ama spostarsi in bici.Presidente, cos’è cambiato rispetto al passato?
«C’è stato un grande salto culturale. Le piste ciclabili non devono più essere considerate come semplice arredo urbano, o ricavate con fatica ai bordi delle strade».
Già, ma come pensa di farlo?
«Grazie al Piano urbanistico provinciale, a cui i vari piano regolatori generali comunali devono attenersi. Nel nostro Ptc infatti le ciclabili vengono considerate come “Infrastrutture del benessere”e quindi, quando si progetta lo sviluppo di un’area, devono essere previste e disegnate urbanisticamente come le strade. L’obiettivo è di costruire una rete di ciclabili sulla costa e lungo le vallate.
La ciclabile Pesaro Fano insegna. Ancora deve essere completata ed è gia una delle opere più amate ed apprezzate.
«E’ la nostra metropolitana di superficie, e sarà completata, tempo permettendo, a fine novembre. Ora si sta spostando la Statale di tre metri verso monte. Mancano gli ultimi 500 metri all’altezza di Baia del Re. La ditta sta facendo le fondazioni stradali, così la pista proseguirà lungo la ferrovia».
Ma quali altre piste ha in mente per completare l’anello di cui parla?
«Per esempio il Comune di Pesaro ha in progetto (e in parte anche le risorse) quella del Lungo Foglia, che grazie al contributo dell’Ifi, creerà un corridoio verde fino a Borgo S. Maria. Poi sfruttando fondi europei stiamo pensando di collegare tutto Pian del Bruscolo fino ad Urbino».
E la valle del Metauro?
«Qualche giorno fa in un incontro a Tavernelle è stata rilanciata con forza la ciclabile lungo la vecchia ferrovia Fano Urbino»
E’ stata abbandonata dunque l’idea di ripristinare la ferrovia?
«Tutt’altro. La strategia è quella di rilanciare entrambe. La ciclabile verrebbe posizionata sopra i vecchi binari, senza rovinarli. Il mio sogno è che si possa realizzare un grande percorso che permetta da Urbino di arrivare comodamente in discesa fino a valle. A Fano o a Pesaro, un pullman attrezzato potrebbe poi riportare i ciclisti in collina (o viceversa). Avrebbe un impatto turistico fortissimo. Si pensi al successo di questi percorsi in Trentino».
Parti di questi tracciati sarebbero utili anche negli spostamenti locali...
«Certamente. Penso a frazioni come Tavernelle, Calcinelli e Lucrezia, cresciute molto negli ultimi anni. Lì una ciclabile potrebbe migliorare fortemente gli spostamenti casa, lavoro, scuola. Per questo considero quel tratto prioritario. Un’opera costosa, ma il mio obiettivo è realizzare almeno un chilometro in questa legislatura».
E non finisce qui...
Lungo la costa vogliamo progettare anche una ciclabile nel tratto di costa di Marotta, e poi lungo il Cesano, e nei comuni dell’Alta Val Metauro (Urbania Fermmignano). Siamo in contatto con la Provincia di Rimini per valorizzare in tal senso anche la vallata del Conca. Speriamo che i Comuni capiscano che la bici rappresenta la nostra metropolitana di superficie. A Pesaro c’è già grande slancio, l’auspicio è che gli altri seguano a ruota».
FRANCESCA PEDINI
Da: Il Resto del Carlino
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29/10/2010 - Ucchielli (Pd): Impegno bipartisan per la linea Pergola-Fabriano
“No al taglio della linea ferroviaria Pergola- Fabriano, anzi è necessario operare per un suo ampliamento”. E’ l’appello bipartisan lanciato dal segretario regionale Pd Marche, Palmiro Ucchielli, che invita il consigliere regionale PDL D’Anna a evitare gli “allarmismi e le polemiche sterili e a sollecitare il partito di cui fa parte a trovare risorse per questa tratta ferroviaria dato che il Governo Bossi - Berlusconi ha tagliato i fondi alle Regioni e a Trenitalia”.“Appoggio l’idea del presidente della provincia di Pesaro e Urbino – afferma il segretario Ucchielli – che prevede il prolungamento della Fabriano-Pergola con priorità per il tratto Pergola-Fossombrone e Fossombrone-Urbino in modo da realizzare un tratto di Pedemontana ferroviaria e collegare una buona parte delle aree interne a Roma, attraverso Fabriano”. Il segretario regionale, infine, “impegna i suoi rappresentanti nel Parlamento nazionale ed europeo a trovare risorse per potenziare la linea ferroviaria sostenendo così una mobilità alternativa a quella su gomma”
Da: www.viverefabriano.it
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31/10/2010 - D’Anna replica sulla Pergola-Fabriano
“Ucchielli e Ricci sveglino la Provincia”
Pergola. “Per fortuna che chiedono una battaglia bipartisan sulle ferrovie. Palmiro Ucchielli e Mirco Ricci se la prendono con chi come il sottoscritto crede da tempo, nonostante i governi che si sono alternati, ad un maggior e miglior utilizzo dei mezzi pubblici ad iniziare dal trasporto ferroviario”.Così il consigliere regionale del Pdl Giancarlo D’Anna replica all’appello bipartisan espresso ieri. “Ucchielli e Ricci - afferma - piuttosto dovrebbero prendersela col presidente della Provincia pesarese Matteo Ricci che vorrebbe trasformare la linea ferroviaria Fano-Urbino in pista ciclabile, contribuendo in questo modo alla morte della Pergola Fabriano. La sveglia i due esponenti del Pd la dovrebbero dare a Matteo Ricci in quanto l'idea di collegare Fossombrone a Pergola è dell'associazione ferrovia valle del Metauro (Fvm) della quale faccio attivamente parte. Altra sveglia la dovrebbe puntare Mirco Ricci per se stesso. Non mi sembra di averlo mai visto agli incontri e manifestazioni delle Ferrovie dimenticate o alla Festa della stazione di Fermignano. Quantomeno Ucchielli qualche comparsata l'ha fatta per le foto di rito! Chiaramente mi rendo conto che la scure degli inevitabili tagli potrebbe colpire nel trasporto locale la Pergola Fabriano. Per questo ho lanciato l'allarme e mi impegno a sensibilizzare i rappresentanti governativi. Allo stesso tempo denuncio l'incapacità di Regione e Provincia di Pesaro-Urbino a valorizzare quella tratta pur essendo a conoscenza delle problematiche del servizio”.
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14/11/2010 - Idea dell’associazione Brombo Bikers
Il Pietralata e le Cesane paradisi dei naturalisti
Urbino. “Per noi si va nei parchi dolenti…”. A parole, si parte. Nella realtà, si vedrà. Intanto l’assessore Tarcisio Porto si sbottona: “La Provincia approva il progetto di riqualificazione e valorizzazione del Pietralata e dei Monti delle Cesane”. Parole pronunciate durante la riunione promossa dall’associazione della Brombo Bikers tenutasi a Canavaccio, principale promotrice dell’idea e del proposito di realizzare due “paradisi terrestri”, un altipiano di fronte all’altro, in cui, quanti lo vorranno, potranno godersi aree di sosta attrezzate, percorsi tematici, promozione di iniziative, ripristino dei sentieri natura dell’associazione Argonauta di Fano, circuito di sentieri per l’escursionismo, guide didattiche e comportamentali, recupero di casolari della Regione per foresterie e per attività didattiche e turistiche. Il Piano di riqualificazione, secondo Porto, “è stato inserito nel programma integrato territoriale della Provincia nell’ambito del fondo Leader ed è passato al vaglio della Regione”. Si parla di un finanziamento di 200 mila euro. Secondo Federambiente i guadagni degli esercenti situati nelle Cesane e nel Pietralata e dintorni saliranno del 10 – 15%. Tra le opere più attese il ripristino, dagli anni ‘60, della passerella che attraverserà il fiume Metauro. Su questo progetto si inserisce anche l’associazione Ferrovia Val Metauro che ribadisce con forza e volume altisonante una prerogativa assoluta: far ripartire l’ex tratta Fano-Urbino.e.g.
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29/11/2010 - Tosi con Ricci
Una pista ciclabile sui vecchi binari
Fano. Tra poco si tornerà a parlare a lungo della pista ciclabile Fano Urbino, alla quale dovrebbe essere riconvertita la dismessa ferrovia: lo asserisce il gruppo intercomunale che ha contattato tutti i sindaci della vallata, gran parte dei quali si è detta molto disponibile a sostenere la realizzazione di tale infrastruttura sulla base della proposta avanzata dal presidente della Provincia Matteo Ricci; “Del resto – ha dichiarato Enrico Tosi che fa parte del gruppo – dopo 24 anni dovrebbe essere chiaro che non esiste alternativa!”. Il costo ammonta a circa 5 milioni di euro, ma la pista ciclabile avrebbe tutte le caratteristiche per diventare una delle attrattive turistiche più rispondenti alle preferenze del mercato non solo nazionale, ma addirittura europeo. Il tratto pianeggiante della valle del Metauro, con le sue memorie storiche, le sue bellezze ambientali, le sue risorse enogastronomiche, costituisce il terreno ideale per compiere un’escursione a portata di bicicletta: una quarantina di chilometri fino a Fermignano; poi per cavalcare l’ultimo tratto fino alla città dei Duchi, dove le pendenze si fanno significative, occorrerebbe mettere a disposizione una navetta da trasporto, con la possibilità di portare il velocipede al seguito. E la ferrovia? Non occorre che sia smantellata, basterebbe ricoprirla, per lasciarla a disposizione di chi un domani avesse i mezzi e la volontà di recuperarla. Ora la massicciata è ridotta a un coacervo di cespugli, di erbe infestanti, di rifiuti, che offrono un aspetto particolarmente degradato. “Nel corso di un giro di ispezione a piedi – racconta Tosi – ho avuto la disavventura di fare un brutto incontro con un cane randagio di grossa taglia che mi ha rincorso. Purtroppo la linea ferroviaria oltre a essere invasa dalla vegetazione dà rifugio a una quantità di bestie nocive”._____________________
29/11/2010 - I LUOGHI MARCHE A FERMIGNANO LA STAZIONE CHIUSA VIENE FESTEGGIATA OGNI ANNO ORA L' ASSOCIAZIONE DI CITTADINI CHE SI PRENDE CURA DELLE LINEE PUÒ FINALMENTE SPERARE
Tra i «giardinieri» dei binari che salvano la Fano-Urbino
I «trenoscettici» hanno cambiato parere, e chi l' ha sostenuta non è più un «fissato» Le volte che un treno arriva alla stazione, ho il senso che si sia aperta la strada sotto il fuoco di innumerevoli batterie, e che l' uomo abbia vinto il caos (G. K. Chesterton) L' ingegnere Passiva era la tariffa, non la linea. In una valutazione macroeconomica conviene, perché toglie traffico dalla strada e diminuiscono incidenti e inquinamento Gli abitanti Un accordo Stato-Regione l' ha inserita tra le strutture prioritarie. Ma i cittadini non si fidano, intendono vigilare, perché il governo metta davvero mano al portafogliI l palazzotto della stazione, in piazzale Papa Giovanni XXIII, è diventato un condominio: al piano terra, l' edicola, un bar tabacchi, un negozio di giocattoli, uno di casalinghi e articoli da regalo, e anche «Antonella» l' estetista; al primo piano, lo studio di un commercialista, le sedi di un sindacato e di una società di consulenza aziendale, appartamenti. Il risultato visivo di questo cambio di destinazione d' uso è banale e anche un po' triste. Ma è così dal 1987, quando la linea Fano-Urbino venne «sospesa» e la stazione di Fermignano, 8.500 abitanti, dovette chiudere. Da allora, morti i binari, si sono spente anche le altre forme di vita che li animavano, a cominciare dalle migliaia di studenti e pendolari che da quei binari traevano non solo utilità, ma anche energia, fiducia, orgoglio. Quarantasette chilometri di strada ferrata, non a scartamento ridotto, ma a scartamento normale (1.435 millimetri di distanza tra una rotaia e l' altra), che si innestano «naturalmente» nella rete nazionale e collegano la costa adriatica all' entroterra e alla città di Urbino, sede universitaria da cinquecento anni e centro storico inserito dall' Unesco nel patrimonio mondiale dell' umanità nel 1998. La linea Fano-Urbino fu tra quelle che vennero sbrigativamente annoverate tra i «rami secchi» da tagliare, «voci di bilancio passive» da sanare. A decretare il taglio, Claudio Signorile, il quale, ironia della sorte, era il ministro dei Trasporti, ma era anche individuato, nel suo partito (Psi) e non solo, come il capocorrente della cosiddetta «sinistra ferroviaria». In quegli anni, Signorile venne anche esplicitamente accusato da chi ne contestava le scelte - come l' associazione Ferrovie Val Metauro, che da dieci anni si batte per fare riaprire la linea - di aver tagliato quel «ramo secco» anche perché nelle Marche operavano le Autolinee Bucci, famiglia vicina al leader democristiano Arnaldo Forlani. Altra epoca, altre storie. Resta il fatto che, da allora, il monopolio del trasporto su gomma si è affermato su tutta l' area, compresa la linea «passiva» Fano-Urbino, che anche oggi è la più trafficata.
Il servizio, manco a dirlo, costa la bellezza di 93 milioni di euro per sei anni. Come stabilito dal bando di gara europeo vinto nel 2007 dall' unico partecipante alla gara, il consorzio Adriabus, in cui sono presenti, oltre ai comuni di Urbino, Pesaro e Fano, altre 14 municipalità minori e, soprattutto, soggetti privati, tra i quali i solidi, e soliti, Bucci. Sono queste cifre, e le altre che vedremo più avanti, oltre all' amore autentico per il bellissimo paesaggio attraversato dalla ferrovia «sospesa» che corre lungo il fiume Metauro e la via Flaminia, ad aver creato nei componenti dell' associazione Ferrovie Val Metauro la determinazione giusta per far tornare vivi i binari morti. Non soltanto con le parole e le riunioni, ma anche con il lavoro volontario dei soci, che nel tempo libero, armati di forbici e decespugliatori, continuano a mantenere pulito il tragitto, un chilometro alla volta, da rovi, erbacce, sterpi. «La nostra non è un' operazione nostalgia - dicono i soci di Fvm -, ma un intervento strategico. Eh, sì. Perché a ogni linea dismessa corrisponde un degrado delle aree. Sempre. E una volta che l' area è degradata, addio riattivazione della linea». Centotrenta soci, l' associazione è guidata da un «direttorio» agguerrito e documentatissimo: Carlo Bellagamba, farmacista, Giovanni Carboni, studente di ingegneria, Michele Mazza, tecnico delle ferrovie, Giancarlo D' Anna, accompagnatore turistico, Giovanni Baldelli, elettricista, Giacomo Palma, architetto. Appoggiati senza riserve dal sindaco di Fermignano, Giorgio Cancellieri, medico e leghista, che tutti gli anni - quando in paese si celebra la Festa della stazione, con la Protezione civile, il Genio ferrovieri dell' Esercito, il Club alpino italiano e la Croce rossa - si mette sull' attenti davanti al Tricolore, «perché - dice Cancellieri - le ferrovie tengono unita l' Italia». Fino a due anni fa, grazie anche al parere contrario al ripristino della linea, commissionato dalla Regione Marche a una società privata, queste persone erano considerate fuori tempo e fuori moda. Mentre veniva liquidata come una «fissazione» la loro idea di riattivare la linea Fano-Urbino e di valorizzare i suoi percorsi enogastronomico, religioso, naturalistico (basterebbe il meraviglioso spettacolo delle gole del passo del Furlo), archeologico e studentesco (l' università di Urbino ha dodicimila studenti).
Poi, quando è stato stipulato l' accordo Stato-Regione sulle infrastrutture prioritarie e tra queste è stata inserita proprio la linea disabilitata ventitré anni fa, ecco le giravolte, i capitomboli, le retromarce di tutti i «trenoscettici», politici in primis, che ora invece si dicono pronti ad appoggiare un' altra «idea impossibile», la riattivazione della linea Rimini-San Marino. Anch' essa soppressa senza un vero perché, questa linea potrebbe accompagnare i turisti stranieri, specialmente quelli in vacanza sulla costa, letteralmente fin «dentro» la Rocca del Titano, poiché il treno si infilerebbe in un ingresso sotterraneo, come prevede un progetto delle Fs che poi è stato abbandonato. Sempre per la stessa ragione. I costi. Che ormai sono un motivo poco convincente. «Le linee che non hanno traffico di transito, ma solo traffico locale, sono per forza "passive" - dice Piero Muscolino, decano degli ingegneri ferroviari italiani ed ex membro della Commissione per lo studio delle linee a scarso traffico delle Ferrovie dello Stato -. Ma è "passiva" la tariffa, non la linea. La tariffa si mantiene bassa per ragioni sociali. Questo però, in una valutazione macroeconomica, conviene, perché si toglie traffico dalla strada e diminuiscono incidenti e inquinamento. Che il bilancio del servizio in sé e per sé sia passivo, non vuol dire. Anche l' istruzione, come servizio pubblico, è "passiva". E allora, che facciamo? La aboliamo?». Muscolino dice che la decisione di chiudere venne presa non in base al traffico, ma per ragioni politiche: «In diversi casi si trattò persino di decisioni dell' ultimo momento. Lo dimostra il fatto che la Fano-Urbino, per esempio, non venne chiusa, ma "sospesa", e che altre linee sono state riattivate in questi anni. La Fano-Urbino inoltre passa proprio per i centri abitati, e questa è una fortuna, poiché è una vera e propria metropolitana di superficie». Non solo. È anche un pezzo della famigerata linea Fano-Grosseto che, in un' Italia in cui muoversi per linee orizzontali sembra un miracolo, dovrebbe finalmente collegare Adriatico e Tirreno, e che invece sembra essersi smarrita tra le scartoffie poiché, ancora una volta, si vuol privilegiare la strada d' asfalto alla strada ferrata. Magari com' è stato fatto per la «bretella» di Urbino, proprio accanto alla ferrovia dismessa: tre chilometri di strada, quindici anni di lavori, 76 milioni di euro. Nemmeno sulla Salerno-Reggio Calabria son riusciti a fare peggio. Con una cifra simile si potrebbe rifare la ferrovia, dicono quelli di Fvm, che tirano fuori tre progetti ufficiali, uno da 110 milioni di euro, uno da 80 e uno, del Genio ferrovieri, addirittura da 40 milioni. In ogni caso, una soluzione ben più conveniente dei 93 milioni per sei anni incassati dagli autobus di Adriabus. Adesso si tratta solo di concretizzare. Ma davvero si muoveranno i nostri eroi, di governo e di opposizione, per trovare subito i soldi per la Fano-Urbino, che ha un bacino di 120 mila abitanti e può emulare il successo dei sei milioni di passeggeri (con un bacino di 35 mila abitanti) della Merano-Malles, in Val Venosta)? «Speriamo. Ma stiamo in guardia - dicono i soci di Fvm -. Perché l' Italia è agli ultimi posti in Europa in materia di ferrovie e, soprattutto, non ha una vera cultura del treno, come la Germania, l' Inghilterra, la Francia. Il treno, in Italia, è visto solo come mezzo di ripiego».
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E Paolo Volponi restò inascoltato Lo scrittore Lo scrittore urbinate Paolo Volponi (1924-1994) è stato tra i primi e più convinti avversari della chiusura della linea Fano-Urbino. Da consigliere comunale della sua città e da senatore della Repubblica, Volponi presentò anche ordini del giorno e interrogazioni parlamentari per la riapertura della linea ferroviaria. Secondo l' autore de Le mosche del capitale, bisognava fare «due cose per riaprire la città e la sua terra a una cultura nuova»: istituire una facoltà di Agraria all' università e ripristinare la ferrovia soppressa, che anzi doveva proseguire verso Rimini per valorizzare l' intera area.
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Si riparte Contrordine, si riparte. Dopo le chiusure, le sospensioni e le dismissioni a catena durante il trentennio 1960-1990, per le ferrovie, in Italia, sembra essere arrivato il momento della riscossa. La nuova parola d' ordine, da qualche anno, è «riapertura». Le ultime linee «rinate» sono la Bologna-Vignola (24 km) e la Foggia-Lucera (20 km), entrambe chiuse nel 1967 e riavviate nel 2009. Prima, c' erano stati i 10 km della Torino-Ceres, chiusi nel 1993 e riaperti nel 2008, i 61 km della Treviso-Portogruaro (1981-2000), i 45 km della linea Collesalvetti (' 92-' 04) che aggira il nodo di Livorno e tocca diverse località dell' entroterra toscano, i 18 km della Salerno-Mercato San Severino (' 67-' 90), i 30 km della Firenze-San Piero a Sieve (' 57-' 03) e, infine, i 60 km della Merano-Malles (' 90-' 05) che in cinque anni ha fatto registrare un traffico di ben 6 milioni di passeggeri in un bacino di 35 mila abitanti.
Vulpio Carlo
Da: archiviostorico.corriere.it
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10/12/2010 - Si sta allargando l’area di consenso per la pista ciclopedonale sulla ex ferrovia Fano Urbino
Non solo singoli aderenti al gruppo “La via verde del Metauro” che ha rilanciato la proposta, ma anche associazioni come La lupus in fabula, Metauro nostro, For bici, LiberaMente di Montemaggiore, MetauRoller ed altre in arrivo dei settori ambientale, sportivo e ricreativo.Lo si è visto nella riunione organizzata a Calcinelli venerdì 3 dicembre, nel corso della quale è stato illustrato il progetto di pista ciclopedonale ed è stato evidenziato il reale stato di fatto della ferrovia che, dopo quasi 24 anni di abbandono, mostra evidentissimi segni di degrado. Una pista ciclopedonale presenta numerosi vantaggi: preserva per il futuro il sedime della ferrovia; offre una viabilità alternativa tra i quartieri e tragitti molto belli dal punto di vista ambientale nelle zone verso l’interno; il percorso può essere utilizzato per servizi complementari quali fibre ottiche, acquedottistica, ecc.; infatti in inglese queste vie sono chiamate “Lifelines routing” perché al di sopra passano pedoni e ciclisti e al di sotto scorrono cavi e canalette di vitale importanza che alimentano l’innovazione e il progresso. Molto contenuti i costi sia per la realizzazione che per la manutenzione, soprattutto se raffrontati con quelli enormi di un eventuale ripristino della ferrovia, ipotesi comunque sostenuta da rappresentanti di FVM presenti all’incontro.
Grande potrebbe essere l’impatto sociale ed economico sul nostro territorio di una pista ciclopedonale lunga più di 40 km che unisce la costa all’entroterra; lo dimostra il successo di quelle già realizzate che, secondo la FIAB, sono oltre una quarantina in Italia su ferrovie dismesse; piste frequentate da turisti che sempre più spesso scelgono località attrezzate per l’uso della bicicletta.
Nelle prossime settimane saranno avviati contatti anche con altri soggetti potenzialmente interessati, in modo da costituire una solida base di sostegno per la pista ciclopedonale che già ora può contare sull’interesse di numerosi sindaci della vallata e del presidente della Provincia. La quarta Giornata delle ferrovie dimenticate in programma per domenica 6 marzo 2011 è l’occasione giusta per organizzare iniziative varie lungo i binari della Fano Urbino.
Enrico Tosi
Da: www.sottocchio.it
15/1/2011 - Provincia 2020, Ricci fa il tutto esaurito a Fano
FANO – Sold out. Matteo Ricci fa il pieno, con il “tutto esaurito” nella sala Verdi del teatro della Fortuna per la serata del piano strategico e della Provincia del 2020. E così, davanti alla folla record (anche in piedi e fuori dalle porte, ndr), cala l’asso nella manica ed è costretto ad annunciare il bis: «Entusiasmo e partecipazione oltre le aspettative: ci costringete a replicare la data fanese…». Quindi, scortato dal vicepresidente Davide Rossi e dagli assessori Massimo Seri, Renato Claudio Minardi, declina il paradigma del «nuovo modello di sviluppo», tracciando la rotta verso la «comunità più felice». Perchè «magari non ci arriveremo, ma intanto è importante indicare la strada». Nel mezzo, verso il benessere interno lordo e la qualità della vita, c’è la collaborazione con l’Istat («Un accordo storico per il territorio: siamo l’avanguardia nazionale per la definizione dell’oggettività degli indicatori») e l’elaborazione del Ptc, l’architrave del progetto. Prima lo spazio per la riflessione su Prg («Bisogna ripensarli e se serve riconvertirli: alla luce della crisi sono sovradimensionati»), turismo («Abbiniamolo alla cultura, serve credere nel brand Marche senza cambiare le scelte») e green economy («Opportunità per la ripresa dell’economia e dell’occupazione»).Poi la sanità («Elemento centrale della qualità della vita: due strutture datate come San Salvatore e Santa Croce sono funzionali all’eccellenza?Avanti con l’ospedale unico provinciale»), le piste ciclabili («Vanno segnate urbanisticamente e sono infrastrutture del benessere. Il 5 febbraio inaugureremo l’ultimo tratto della Fano-Pesaro a Fosso Sejore»), la nuova edilizia («Ripartiamo costruendo bene e nel costruito») e il dibattito sulle infrastrutture. Con la Fano-Grosseto, ovviamente, «resuscitata dalla grande mobilitazione provinciale».
E la ferrovia: «Usciamo dalle nostalgie – sottolinea Ricci -. Il problema non è riaprire la Fano-Urbino, ma come ci colleghiamo alle direttrici dell’alta velocità, da cui siamo tagliati fuori». Per il presidente servono grandi progetti «per intercettare i finanziamenti europei del 2013-2020» e la capacità di «mettere in campo una visione». La serata si apre con la proiezione del video che riassume i temi del Piano e con i saluti istituzionali del sindaco Stefano Aguzzi. Raffica di contributi dalla platea: cittadini, professionisti, amministratori, associazioni e comitati contribuiscono all’articolazione della proposta…
Da: marchenotizie.net
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31/1/2011 - Pergola, i temi dell’incontro con Ricci
Prolungare la ferrovia per favorire il benessere
Pergola. Saranno tanti gli argomenti che questa sera alle 21, nella sala dell’Abbondanza, animeranno l’incontro di “Provincia 2020 Tour”, l’iniziativa voluta dal presidente Matteo Ricci per illustrare e discutere con i cittadini le scelte del nuovo modello di sviluppo elaboratao per il Pesarese. Un piano strategico che coinvolge tutti i settori, tra cui quello del collegamento tra le diverse aree provinciale e di queste con il resto della regione, attraverso quelle che nel maggio scorso Ricci ha definito “le infrastrutture del benessere”. Tra queste c’è la ferrovia e in particolare la Pergola-Fabriano, per la quale il presidente della Provincia pensa a un prolungamento fino a Fossombrone. Un progetto già ipotizzato a metà degli anni ottanta del secolo passato, come ricorda Giuliano Droghini, all’epoca assessore del Comune di Pergola. “L’idea di fondo era quello di unire i tratti di ferrovia minore che c’erano allora nelle Marche e cioè la Civitanova-Macerata-Fabriano, la Fano-Urbino e appunto la Fabriano-Pergola. In questa maniera si sarebbe ottenuta una linea unica di collegamento delle aree interne, che avrebbe unito aree importanti della regione sotto ogni punto di vista. Se vogliamo si sarebbe realizzata quella pedemontana che da decenni la nostra regione cerca di realizzare, solo che in questo caso si sarebbe trattato di una pedemontana su binari, anziche di una pedemontana stradale”.Al di là di quella ipotesi, oggi proprio il presidente Ricci torna a parlare del prolungamento ferroviario da Pergola a Fossombrone. “Mi fa piacere che questo obiettivo non sia dimenticato - sottolinea Droghini - Certo, le condizioni sono mutate rispetto al passato, ma c’è da dire che anche la tecnologia ha fatto passi avanti notevoli nel settore del trasporto ferroviario e la costruzione, così come la gestione del tratto Pergola-Fossombrone risulterebbe facilitato, anche per il capitolo dei costi. I vantaggi per le comunità interessate sarebbero molteplici, perchè bacini socioeconomici importanti come quello metaurense, quello cesanense e quello fabrianese riceverebbero nuovi impulsi”. In pratica quello che pensa Ricci quando parla delle “infrastrutture del benessere”.
Da: Corriere Adriatico
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31/1/2011 - Faremo 12 km di ferrovia da Pergola a Fossombrone
Sono 12 chilometri. Vanno da Pergola a Fossombrone. Per farli a piedi ci si impiega tre ore, in auto un quarto, in treno 8 minuti. Ma se la ferrovia bisogna costruirla, c’è il rischio che passino 100 anni. A meno che ci sia qualcuno che ci creda, mettendoci la faccia, il nome e il suo futuro di amministratore. Sembre astra, ma c’è. Non è uno sconosciuto. Si chiama Matteo Ricci, 36 anni, presidente della Provincia di Pesaro e Urbino. Che per prima cosa ha capito che i sogni vanno fatti ad occhi aperti: “Le ferrovie che abbiamo ereditato non sono un impiccio. Sono ricchezza ma non possiamo lasciarle così. Dobbiamo collegarle a qualcosa. E io voglio farlo inserendo la costruzione di 12 chilometri di ferrovia nel piano strategico della Provincia che andremo a realizzare dal 2013 al 2020. non è nostalgia né romanticismo per le cose del passato. E’ guardare in avanti. Perché se noi non ci colleghiamo alla Pergola-Fabriano-Roma non avremo mai la possibilità di riportare il treno lungo la valle del Metauro. Pensare di riaprire la tratta attuale che va da Fano a Urbino è fantascienza. Diventa realtà se noi ci colleghiamo con Pergola. Sono 12 chilometri di futuro."Con quali soldi?
"Non possiamo saperlo ora ma li troveremo. Dirotteremo dei finanziamenti, batteremo cassa all’Europa, alle ferrovie, sceglieremo quest’investimento tra quelli da inserire tra le priorità. Solo con questa nuova linea ferrovieria di 12 chilometri potemmo arrivare ad avere un collegamento ferroviario tra Urbino e Roma da coprire in meno di 4 ore."
Che si fa prima?
"Non rimarremo seduti. Voglio valorizzare il percorso ferroviario della vecchia Fano Urbino realizzandoci sopra una pista ciclabile che da Pesaro arrivi ai Torricini passando per la valle del Metauro. Sarà un percorso che lascerà migliaia di turisti senza parole."
Quindi la ferrovia come scommessa futura ma intanto si cannibalizza il tracciato per farci la pista ciclabile. C’è qualcosa che non torna.
"Torna tutto invece. I 12 chilometri che realizzeremo tra Pergola e Fossombrone come primo lotto potranno diventare altri venti fino a Urbino. Passando magari nell’attuale tracciato della ferrovia con la pista ciclabile da costruire accanto. Ma intanto non lasciamo marcire il percorso ferrato che collega il mare a Urbino. Lo valorizzeremo al meglio con la pista ciclabile perché il turismo è una risorsa economica straordinaria che dobbiamo mettere a frutto come si deve."
Nel suo Piano strategico, la ferrovia è solo quella dell’entroterra?
"Vogliamo spostare il tracciato della linea adriatica portandolo dal lungomare al corridoio che era stato riservato per lo spostamento dell’autostrada. Avendo autorizzato la terza corsia, e dunque non essendoci più l’esigenza di spostarla, possiamo puntare su quel corridoio per farci passare la linea Adriatica. E su questo piano è d’accordo anche la Provincia di Ancona che ha già un progetto preciso. Tuteleremo nei Prg quel corridoio che passa all’altezza di Villa Ceccolini riservandolo alla ferrovia. Andremo a liberare il lungomare dal treno restituendolo alla spiaggia e alle città spazi vitali. Non deve spaventarci il compito di disegnare il futuro della nostra gente. Vanno fatte delle scelte e noi saremo capaci di farle. Con l’avvertenza che saranno scelte a breve, medio e lungo periodo. Andrò a spiegarlo città per città, comune per comune (stasera a Pergola ndr)."
Le decisioni più rapide?
"Piste ciclabili lungo il Foglia, il Metauro, il Cesano con rilancio del trasporto su ferro costruendo quei 12 chilometri che collegheranno Urbino alla Capitale d’Italia. Più che un sogno è una necessità tenuto conto che l’alta velocità passerà sul Tirreno e non sull’Adriatico. E noi non possiamo limitarci a salutare il treno che passa. Dobbiamo salirci."
Roberto Damiani
Da: Il Resto del Carlino
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2/2/2011 - La Terza Via: no alla GreenWay, e no alla Ferrovia, nella valle del Metauro.
Si sono concluse le operazioni di voto on-line sui 3 emendamenti al programma politico del movimento civico “La Terza Via”. La votazione riguardava l’annosa questione del tracciato ferroviario Fano-Urbino, sulla quale la lista civica di Saltara nel maggio 2009 si era espressa a favore della realizzazione della pista ciclabile nota con il nome di GreenWay. Da allora la lista civica si è evoluta in movimento civico, e da qualche mese ha deciso di non preoccuparsi della raccolta del consenso e quindi di non porsi in concorrenza con i partiti politici, ma bensì di gestire una Testata di Informazione Internet sulla politica locale, e di cercare di lavorare sugli atti prodotti dagli Enti Locali dandone diffusione ed informazione, oltre che occuparsi di sensibilizzare gli amministratori e stimolare l’attività amministrativa.Nel gennaio 2010 il movimento civico si è dotato di uno statuto a dir poco innovativo, che prevede due tipi di votazioni: - una votazione consultiva, non vincolante e non decisiva, ove il diritto di voto è riconosciuto a tutti i Membri Ordinari ovvero a tutti gli iscritti, coloro che hanno accettato l’avveniristico statuto e l’inconsueto programma politico. - una votazione deliberante, quindi effettiva, riservata ai soli 3 di loro (Membri Deliberanti) che negli ultimi 12 mesi, grazie al loro impegno concreto e costante, alla loro partecipazione continuativa alle assemblee ed ai consigli comunali, hanno maturato il maggior numero di crediti, attribuiti secondo criteri oggettivi legati esclusivamente alla partecipazione attiva. Altra particolarità è che il Sovrintendente essendo figura di garanzia, sia pur propositiva, non ha diritto di voto.
Ebbene tornando ai 3 emendamenti al programma politico, alla luce degli ultimi avvenimenti che prevedono di rendere Calcinelli centro delle prossime iniziative a favore della Greenway, “La Terza Via” ha rimesso in discussione quanto deciso nel maggio 2009, sull’ ex-tracciato ferroviario Fano-Urbino:
- Farci sopra la pista ciclabile, come sostengono varie associazioni di cicloamatori ed ambientaliste, ed anche il presidente della Provincia di Pesaro e Urbino?
- Elettrificare e sistemare la linea, dotandola di moderni passaggi a livello, e ripristinare il treno, come sostiene l’Associazione Ferrovie del Metauro?
- Oppure una terza ipotesi dettata da un maggior pragmatismo e realismo, che sostiene che non vadano realizzate opere costose nella costruzione e nella manutenzione, se non essenziali e non di interesse generale, nella convinzione che la collettività non può farsi carico delle passioni di pochi, e quini un NO deciso sia alla GreenWay che alla Ferrovia?
Ebbene dopo una votazione “consultiva” a maggioranza ancora favorevole alla GreenWay, la votazione decisiva sempre a maggioranza da parte dei Membri Deliberanti de “La Terza Via” è andata nel senso opposto, approvando la terza ipotesi, e determinando quanto segue: Scompare dal programma politico la seguente frase: “Si darà appoggio ad iniziative sovracomunali che spingano alla costituzione della Greenway, vale a dire la sostituzione dell’attuale ferrovia Fano Urbino con una pista ciclabile. “ e viene sostituita con la seguente frase: “Si darà appoggio ad iniziative di qualsiasi tipo che spingano ed incentivino i comuni attraversati dalla ferrovia Fano Urbino e qualsiasi altra autorità preposta, alla manutenzione costante, tutela, valorizzazione e riuso dell’area ferroviaria stessa e delle relative pertinenze, evitando la realizzazione di opere invasive, imposte dall’alto ed onerose per la collettività dal punto di vista economico-finanziario, come la Greenway e come l’elettrificazione ed il rifacimento dei binari”…
Da: http://laterzavia.wordpress.com
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2/2/2011 - Giuseppe Gambioli (Pri) risponde a Ricci sulla ferrovia Fano-Urbino
Il segretario regionale del Pri delle Marche, Giuseppe Gambioli, risponde al presidente della Provincia Matteo Ricci sulla ferrovia Fano-Urbino.“La proposta del presidente della Provincia Matteo Ricci di collegare Urbino a Roma tramite ferrovia è importante ma le fasi di realizzazione previste lasciano alquanto perplessi se non addirittura dubbiosi che il vero scopo sia quello dichiarato. Il collegamento con Roma della vallata del Metauro e della città ducale ha un senso solo se a sua volta c’è il collegamento con la costa adriatica, con Fano e Pesaro. Solo in questo caso avremo un bacino d’utenza che potrebbe giustificare le spese di un collegamento con la capitale e il potenziamento della tratta Pergola Fabriano. La proposta invece è alquanto strana poiché si parla di realizzare una tratta ferroviaria, forse entro il 2020, se si troveranno le risorse necessarie, che collegherebbe solo Urbino, mentre da subito si vorrebbe trasformare la tratta esistente Fano Urbino in una pista ciclabile. Non è affatto vero che ripristinare questo tracciato è fantascienza, come dichiara Ricci. Questo tratto ferroviario ha le stesse caratteristiche di tante altre che tuttora funzionano regolarmente e quindi il suo ripristino non comporterebbe affatto grandi problemi, soprattutto se si realizzerà una moderna metropolitana di superficie.
Il PRI ritiene fondamentale il rilancio della ferrovia nelle zone interne, se oggi si può parlare di un futuro collegamento con Roma questo è merito dei cittadini pergolesi che hanno difeso con tenacia questo tratto di ferrovia e che oggi fa sperare ad un suo potenziamento. Come i binari della tratta Fano Urbino, mai rimossi e ancora integri, fanno ancora sperare i cittadini della vallata del Metauro ad una riapertura della loro ferrovia. Con la pista ciclabile sarebbe infranto per sempre questo sogno. Il PRI chiede pertanto un impegno vero per il rilancio della ferrovia e il primo obiettivo dovrà essere il ripristino del vecchio tracciato che toglie dall’isolamento Urbino dalla costa per poi realizzare un collegamento con la capitale. Il PRI chiede inoltre che ai grandi progetti si abbini anche la sensibilità di risolvere i problemi quotidiani come quello, rimanendo sempre nel tema dei trasporti pubblici, di togliere dall’isolamento tantissimi comuni dell’entroterra nei giorni festivi. Uno scandalo e un danno economico e sociale più volte denunciato ma a quanto sembra è più utile riempire le pagine dei giornali con proposte ad effetto che risolvere un problema vero per tanti cittadini”.
Da: http://www.oltrefano.it
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5/2/2011 - “Ricci ci vuole isolare”
Minoranza contro la gestione della viabilità da parte della Provincia
Cagli. “E' assurdo pensare di rilanciare le zone interne isolando il comune di Cagli che è baricentrico di un territorio molto vasto”. Il Pdl, la Lega Nord e il Pri sono uniti nel denunciare con forza la politica adottata dal presidente della provincia Matteo Ricci. Nel mirino dell'alleanza di centro destra, che ha deciso di inviare una lettera aperta al sindaco di Cagli per chiedere un suo imminente intervento, c'è soprattutto il modo con cui è gestita la viabilità e come vengono progettate le opere pubbliche, interventi a loro avviso volti ad isolare le aree interne e, soprattutto, la città di Cagli a cui è stato dato il contentino di due rotatorie “sbilenche”.“Il tentativo di isolare Cagli e tutta la comunità montana si ripete con il presidente Matteo Ricci, che vorrebbe costruire una nuova ferrovia che da Fossombrone porti direttamente a Pergola – Fabriano – Roma”. Una storia che si ripete secondo gli esponenti del centro destra cagliese che precisano: “Ci fu un primo tentativo di isolare Cagli da parte dell’ex presidente della provincia, Palmiro Ucchielli, quando tentò di spostare il tracciato della Pedemontana passando per Pergola-Fossombrone. Una proposta assurda poiché snaturava la funzionalità della Pedemontana. Per fortuna non fu ascoltato dal governo nazionale, il tracciato rimase quello originale ma nel frattempo si sono persi dieci anni, con la complicità di un silenzio assordante e servile del sindaco Papi e del consigliere provinciale Grilli, compagni di partito di Ucchielli.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti – concludono Pdl, Lega Nord e Pri - mentre la Pedemontana nella provincia di Ancona verrà terminata a breve, nelle nostre zone dovremo aspettare altri dieci anni. Al fine di non accumulare, anche in questo caso, decenni di ritardo per piaggeria nei confronti del presidente della provincia (basti pensare che nel maceratese già la Regione ha avviato la progettazione per la metropolitana leggera) si chiede al sindaco d’intervenire energicamente e, insieme ai sindaci dei comuni della comunità montana, di far valere le ragioni dei cittadini che chiedono un servizio che nel passato c’era ed era efficiente”.
Sul fronte del trasporto ferrato sostiene Giuseppe Gambioli del Pri: “Ci si lamenta che le stazioni ferroviarie di Pesaro e Fano sono state ulteriormente penalizzate con la soppressione di altre fermate. Ma non si comprende che il calo dei viaggiatori è causato dal fatto che tre intere vallate dell'entroterra sono completamente isolate”.
Irene Ottaviani
Da: Corriere Adriatico
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6/2/2011 - Da Fano a Pesaro benessere in bici
Dopo dieci anni si realizza il progetto di una grande pista ciclabile. Ora si punta verso Marotta
Fano. Politici, amministratori, ma anche centinaia di cittadini comuni hanno inforcato, ieri mattina, la sella della bicicletta per testare il percorso della ciclabile Fano-Fosso Sejore. Un’inaugurazione che arriva a distanza di 10 anni dalla prima progettazione dell’opera. Il sindaco Stefano Aguzzi, che alla fine non è mancato nonostante i problemi al ginocchio, e il presidente della Provincia Matteo Ricci hanno guidato il corteo che ha percorso i 3.500 metri di pista da Gimarra a Fosso Sejore, costata 2 milioni e 58mila euro. Nel suo complesso la ciclabile Pesaro-Fano, lunga 9 chilometri e 450 metri, ha richiesto una copertura di quasi 6 milioni e 225mila euro ed è il frutto della collaborazione fra Regione, che ha contribuito con 2milioni e 665mila euro (42,82%), Comune di Pesaro con 1 milione e 475mila euro (23,70%), Comune di Fano con 1 milione e 206mila euro (19,38%), Provincia, che ha stanziato 878mila euro (14,10%), curando anche la progettazione e la direzione dei lavori.Per il tratto Pesaro Fosso Sejore i lavori hanno preso il via nell’aprile 2003 e sono terminati nel 2005, tempi più lunghi ha richiesto il tratto fino a Fano, partito nel giugno 2006. Il sindaco Aguzzi ha sottolinearlo l’utilità di un’infrastruttura in grado di far fronte a situazioni caotiche di traffico, mettendone in luce l’aspetto simbolico: “Questa pista ha un significato particolare perché unisce due città designate come in competizione tra loro, lo sforzo unitario ha dimostrato che non c’è crescita senza collaborazione”. Ricci ha definito quella di Pesaro la provincia della bicicletta, sottolineando la volontà di andare avanti su questa strada. “Le piste ciclabili sono infrastrutture del benessere che contribuiscono alla qualità della vita e allo sviluppo del turismo. Sulla costa la bicicletta è la nostra metropolitana e contiamo in futuro di prolungare il tratto verso Marotta. Per le questioni legate agli ultimi interventi necessari, come illuminazione e viabilità lato sottopasso di Fosso Sejore, saranno affrontate in piena collaborazione con il Comune di Fano”. In cantiere anche altri progetti, per cui si punta ad intercettare risorse comunitarie: la Pesaro–Rio Salso per cui i comuni di Pesaro e della vallata del Foglia hanno già stanziato un finanziamento; si pensa poi alla conversione in ciclabile della ferrovia Fano-Urbino.
A battezzare il percorso c’era pure il direttore del Giro d’Italia Angelo Zomegnan: “Grazie alle ciclabili questa zona si sta elevando ad eccellenza del turismo sportivo, al pari di Sanremo e Cortina d’Ampezzo. Già congiungere Pesaro a Fano è importante, puntare in futuro verso Urbino potrà diventare un punto di forza, anche per creare eventi finalizzati alla promozione del territorio”.
Federica Giovannini
Da: Corriere Adriatico
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7/2/2011 - A Fossombrone ripulito il tratto della Fano Urbino
FOSSOMBRONE – Capitanati dall’inossidabile presidente dell’associazione Ferrovia Valle Metauro, Carlo Bellagamba, i volontari si sono presentati armati di pale, badili, picconi e attrezzature varie per ripulire i binari nel tratto di Fossombrone dell’ex ferrovia Fano-Urbino. Il tutto in vista della 4a Giornata delle Ferrovie Dimenticate” prevista il 6 marzo che avrà il suo clou in un convegno all’istituto Donati, con la partecipazione di qualificati relatori. Nel pomeriggio, dagli scavi di S. Martino, partirà (ore 15) un trekking urbano che, simulando l’arrivo del treno, svelerà ai partecipanti la bellezza e i tesori del centro e dell’impianto urbano storico di Fossombrone. Il tutto guidati da Giancarlo Gori e Valeria Purcaro. E, ancora, escursioni a piedi con il Cai e in bici con gruppi di cicloamatori «per dimostrare – chiosa Bellagamba -che la ferrovia, se ben gestita come in Valvenosta, potrebbe essere uno strumento per valorizzare il territorio. Si dice che non ci sono i soldi: però Berlusconi e Spacca hanno firmato un atto aggiuntivo in cui sono previsti per la ferrovia fino a 110 milioni per rimetterla in funzione. L’entusiasmo, sostiene i nostri sforzi».Ma.Car.
Da: Il Messaggero
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10/02/11 - Urbino (PU) - A seguito dell’incontro del 26 gennaio scorso tra Legambiente di Urbino e FVM-Ferrovia Valle Metauro di Fano sul tema della riapertura della Ferrovia Metaurense, le due associazioni hanno convenuto di unire le forze per risolvere positivamente questo problema.
“Preso atto che la situazione reale non è conosciuta nei suoi principali aspetti –scrivono Legambiente Urbino e Fvm Ferrovia Valle Metauro- né da parte della popolazione né da parte degli amministratori locali e che circolano, ultimamente, fantasiose quanto inutili proposte da parte di chi dovrebbe realmente promuovere lo sviluppo e gli interessi del territorio, si è concordato di intervenire congiuntamente con iniziative a tutto campo per diffondere e far conoscere motivi, cause, costi e procedure per risolvere questo pluriennale caso”.
“Tenuto conto dell’aggravamento delle condizioni ambientali e territoriali, delle crescenti difficoltà di movimento e trasporto di persone, dell’abbandono ed isolamento a cui sono sempre più costrette le comunità della Valle del Metauro, le due Associazioni propongono fin da ora di organizzare la 4^ Giornata Nazionale delle Ferrovie Dimenticate a Fossombrone per il prossimo 6 marzo, oltre a d incontri e convegni in tutto il territorio assieme alle forze ambientaliste, culturali e politiche sensibili a questo problema”.
Da: Redazione Fanoinforma.it
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12/2/2011 - Per la Fano-Urbino Delvecchio dell’Udc rilancia la proposta del presidente Matteo Ricci
“Pista ciclabile nell’ex ferrovia”
Fano. Nel dibattito sul futuro dell’ex ferrovia Fano-Urbino, l’Udc fanese sostiene l’idea di una pista ciclabile. “Avanti con la pista ciclabile”, dichiara il segretario politico Davide Delvecchio, evidenziando che “gli oltre 50.000 cittadini che abitano a ridosso della linea ferrata sono pronti alla protesta dura e senza sconti contro chi pensa di venire a giocare al macchinista e controllore su un tratto di ferrovia che ha mutato la sua identità. Sulla Fano Urbino oltre ad esserci interi quartieri – aggiunge - sono presenti rotatorie, svincoli, parcheggi e altre infrastrutture che i comuni della vallata hanno costruito nel tempo; ripristinare la ferrovia sarebbe pura follia. Esempi di come ferrovie dismesse sono state trasformate in piste ciclabili, viceversa, come è stato fatto a Fiuggi, ad Alessandria e in altre località italiane, dimostrano come tali infrastrutture hanno tutte le caratteristiche e la forza di attrazione per essere frequentate quotidianamente da migliaia di persone.Il costo sarebbe sostenibile e comunque inferiore alla messa in sicurezza della strada Flaminia, troppo pericolosa, in molti punti senza marciapiede dove ogni giorno transitano migliaia di ciclisti e pedoni. L’ex ferrovia sarebbe, insomma, un via alternativa sicura e agevole, all’arteria provinciale percorsa dal traffico motorizzato; in sintesi: un’ opera necessaria”. In pratica l’Udc di Fano in questo modo rilancia la proposta del presidente della Provincia Matteo Ricci. Seppure di dimensioni più ridotte, la pista ciclabile Fano – Pesaro, non appena completata, grazie a un’intesa tra Comune di Fano, Provincia di Pesaro e Urbino e Regione Marche, ha subito dimostrato come una corsia protetta per il traffico ciclabile, sia notevolmente frequentata dagli appassionati delle due ruote, ma anche di chi intende fare una semplice passeggiata”. “Per le aree più interne – ha dichiarato il presidente della Provincia Matteo Ricci - le piste ciclabili non solo sono un luogo del benessere, ma possono diventare anche un elemento di attrazione turistica”.
Da: Corriere Adriatico
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15/2/2011 - “Ferrovia contro lo smog”
Fano-Urbino, D’Anna replica all’Udc e allude a conflitti di interesse
Fano “La ferrovia Fano-Urbino è importante per la qualità della vita”. Il consigliere regionale Giancarlo D’Anna interviene nel caldo dibattito sul futuro dell’ex ferrovia, rispondendo al segretario dell’Udc fanese, Davide Delvecchio. Quest’ultimo si era espresso negli ultimi giorni contro il ripristino della ferrovia e a favore della realizzazione di una pista ciclabile sui binari. “Bisognerebbe sapere – esordisce D’Anna – che la ferrovia in questione è sospesa dal servizio e non dismessa. Non solo, la struttura è di proprietà delle Ferrovie e nessuno, ente pubblico o privato che sia, può utilizzare la struttura o cambiarne la destinazione d'uso senza il benestare delle Ferrovie. Inoltre, com'è noto il ripristino della linea ferroviaria Fano-Urbino è rientrato nell'accordo di programma Stato-Regione come una priorità tra le infrastrutture”.D’Anna poi viene al dunque. “Se è vero che sono ormai indispensabili le piste ciclabili per mettere in sicurezza ciclisti e pedoni, ed è bene dimostrarlo nei fatti e non nelle intenzioni, è altrettanto fondamentale creare e mettere a disposizione dei cittadini altri mezzi alternativi alla gomma per evitare che le polveri sottili continuino a mietere vittime e a costringere gli enti pubblici a limitare forzatamente il traffico come accade ogni volta che si superano i limiti previsti. Le due proposte, ciclabili e ferrovia, possono essere utili al miglioramento della qualità della vita. Non si capisce perchè nel dibattito ci sia chi arriva persino all'insulto nei confronti di chi, come i volontari della Ferrovia Valle del Metauro, si battono concretamente, dedicando il proprio tempo libero alla pulizia dei binari, per il ripristino della Fano-Urbino. Non per giocare ma per un senso civico che anche certa politica dovrebbe prendere come esempio. Noi crediamo fortemente nei mezzi pubblici come alternativa al caotico e inquinante traffico automobilistico. Ci crediamo perchè nel quotidiano usando la bicicletta, sempre e non solo alle inaugurazioni delle ciclabili, ci rendiamo conto delle esigenze dei ciclisti, quelle della messa in sicurezza di aree che nel recente passato hanno continuato a mietere vittime come la Flaminia e l'Adriatica e tante altre strade. In queste realtà, a parte il collegamento Pesaro-Fano poco o niente si è visto. Ben vengano altre iniziative come questa ma non a discapito del ripristino della Fano-Urbino. Altrove si costruiscono ferrovie o metropolitane di superficie, noi che abbiamo le strutture prima ce le facciamo chiudere senza colpo ferire, poi gli vogliamo dare il colpo di grazia. Sì alla ferrovia Fano-Urbino e un altrettanto e convinto sì a una rete di ciclabili che nulla vieta possano coesistere in alcune parti del tracciato”. Il consigliere regionale, infine, allude a possibili conflitti d’interesse da parte di certi politici contrari al ripristino della ferrovia per proprietà immobiliari nei pressi dei binari. “Se la contrarietà a una o all'altra proposta è solo dettata dal fatto che chi interviene nel dibattito ha degli interessi diretti che vengono messi in discussione, beh allora si capiscono molte cose”.
Marco Spadola
Da: Corriere Adriatico
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15/2/2011 - Mille iscritti al gruppo Facebook
Fano. Il dibattito sulla ferrovia Fano-Urbino è attualissimo anche in rete dove in tanti, sia sui blog che sui social network, intervengono sulla questione. Su Facebook lo stesso D’Anna ha aperto il gruppo “Quelli che vogliono la ferrovia Fano-Urbino” che conta 1.000 iscritti. “Ci crediamo, e siamo in tanti come dimostra anche questo gruppo, prendendo ad esempio scelte vincenti come il ripristino della linea ferroviaria Merano-Malles, dove – conclude il consigliere regionale – con buon senso e tecnologia treno-autobus e biciclette si integrano fornendo un servizio che soddisfa le esigenze di molti”.Da: Corriere Adriatico
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16/2/2011 - Treno e bici, grande alleanza
Trekking urbano lungo la tratta Fano Urbino per la Giornata delle ferrovie dimenticate
Fossombrone Risparmio energetico a favore di un minor inquinamento, rispetto per l’ambiente e trasporto alternativo. Il treno incarna tutte queste esigenze. Non a caso il ripristino di tratte ferroviarie abbandonate è da tempo un argomento di grande attualità. “E’ sorto mai a nessuno il dubbio – sottolinea Legambiente – se l’isolamento in cui è finita la città d’Urbino non sia anche colpa della ferrovia che non c’è più?”. Il 6 marzo farà tappa a Fossombrone la quarta giornata delle ferrovie dimenticate con particolare riferimento alla Fano-Urbino sospesa al traffico dal 1987 e salvata dalla dismissione nel 2005 grazie agli sforzi di Fvm. Legambiente ha presentato il programma a cominciare al convegno “Treno e bici. Una grande alleanza per il vero sviluppo del turismo e delle attività ecosostenibili nella Valle del Metauro”.Il trekking urbano prenderà il via dal parco archeologico di San Martino del Piano. L’associazione Fvm-Ferrovia Valle Metauro propone una serie di eventi: raduno alle 9,30 presso la piazza della stazione con partenza di due escursioni, una a piedi condotta dagli animatori della sottosezione Cai di Fossombrone unitamente a a quelle di Ancona, Jesi e Gualdo Tadino, l’altra in bicicletta con due gruppi di cicloamatori, i BromboBikers di Canavaccio ed i Briganti di Fossombrone. Gli escursionisti partiranno verso le direttrici che portano ai monti del Furlo ed alle boscose pendici delle Cesane. Contemporaneamente si svolgerà, presso l’istituto superiore Donati di Fossombrone, un convegno incentrato sulle potenzialità offerte dalla ferrovia in relazione ad uno sviluppo armonico ed eco-compatibile del turismo dolce, nell’area del territorio vallivo del Metauro. “Gli interventi dei relatori, di chiara fama nazionale – preannunciano gli organizzatori - illustreranno l’importanza e la necessità di sviluppare un sistema di trasporto pubblico intermodale, soprattutto in connessione ad itinerari, da compiere a piedi od in bici, a tematiche diverse: ambiente, escursionismo montano e rurale, trekking urbano, vie della fede, strade della storia e della cultura. Il tutto in comprensori che ben si prestano a questo tipo di turismo. “La vallata è ricchissima di spunti in tal senso, quindi le motivazioni non mancano e, cosa che oggi non guasta, vi sarebbero concrete opportunità di nuovi posti di lavoro”.
roberto giungi
Da: Corriere Adriatico
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16/2/2011 - Linee e funzioni diverse nel tempo
Fossombrone. La ferrovia Fano Urbino risulta composta di due distinte entità: la Fano Fermignano e la tratta Fermignano Urbino facente parte della linea Fabriano Santarcangelo di Romagna; la prima confluisce nella seconda alla stazione di Fermignano. Le due linee hanno storie diverse, ma sono accomunate da un avverso destino dopo gli eventi bellici delle due guerre mondiali, in particolare dopo la seconda guerra.Da: Corriere Adriatico
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18/02/11 - Associazione utenti trasporto pubblico:
“Il tracciato ferroviario non va toccato”
Fano (Pesaro Urbino)- Linea ferroviaria Fano-Urbino, interviene Antonio bruno, segretario provinciale Utp, Associazione Utenti Trasporto Pubblico.“In questi giorni si dibatte ancora una volta sulla ferrovia Fano-Urbino – dice Bruno - e con piacere noto l'ottimo intervento a proposito del Consigliere Regionale D'Anna che la scrivente condivide e appoggia pienamente. Infatti nessuno può decidere sulle sorti di un uso diverso dal ferroviario del sedime ancora esistente in quanto tutto il tracciato è ancora di proprietà di RFI (Rete Ferroviaria Italiana). Tanto va fatto sapere anche al segretario dell'UDC di Fano Delvecchio che spinge per di destinare il tracciato della ferrovia a pista ciclabile.
Da precisare che la scrivente non è contraria alle piste ciclabili come potrebbe sembrare, ma queste vanno costruite in altre sedi e non sul sedime della ferrovia. Quindi, ancora una volta, la scrivente urla che il tracciato della ferrovia non va toccato e che la scrivente è sempre aperta a qualsiasi confronto. Ciò lo deve anche sapere - ancora una volta - il Presidente della Provincia di Pesaro Ricci, anch'egli fautore di questa soluzione, ma che dimentica che lui non può decidere sulla proprietà di RFI. L'opinione pubblica deve anche sapere del comportamento del Presidente Ricci nei confronti della scrivente (che sa chiaramente di presa in giro) che ancora sta aspettando una convocazione dopo oltre cinque mesi dalla richiesta”.
Da: Redazione Fanoinforma.it
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25/2/2011 - La ferrovia divide l’Udc
Scontro tra Delvecchio e Santinelli sulla pista ciclabile lungo la tratta
Fermignano E’ una Udc a due facciate quella che si espone sulla ex tratta ferroviaria Fano – Urbino. Quale sarà quella retta e proba? Quella fanese che per voce del segretario politico, nonchè assessore, Davide Delvecchio dichiara “avanti con la pista ciclabile!” oppure quella più fiera del segretario Udc di Fermignano, Stefano Tori Santinelli, il quale, da 20 anni, sta lottando per il ripristino dell’infrastruttura su rotaia al grido: “quel treno deve ripartire”? E’ bello vedere come le menti di uno stesso partito siano sempre…in disaccordo. In fondo il dissenso e la divergenza è l’anima della democrazia. Delvecchio evidenzia che “gli oltre 50.000 cittadini che abitano a ridosso della linea ferroviaria sono pronti alla protesta dura e senza sconti contro chi pensa di venire a giocare al macchinista e controllore su un tratto di ferrovia che ha mutato la sua identità. Sulla Fano – Urbino oltre ad esserci interi quartieri, sono presenti rotatorie, svincoli, parcheggi che i comuni della vallata hanno costruito nel tempo; ripristinare la ferrovia sarebbe pura follia”.Stefano Tori Santinelli altresì, da tempo insiste: “La nostra ferrovia può e deve essere riaperta. La spesa complessiva stimata è di 500 mila euro perché c’è un concreto utilizzo di materiale rotabile dismesso per far posto all’alta velocità. Chi parla di spese enormi parla senza sapere. E val la pena ricordare che gallerie e ponti sono in splendido stato malgrado un abbandono durato quasi 25 stagioni. Hanno costruito a due passi dalle rotaie? Bene. Si costituisca una Commissione Tecnica che verifichi la regolarità di tutte le autorizzazioni urbanistiche concesse nei pressi della ferrovia e segnali le brutture che sono emerse nel percorso”. Per questo ultima considerazione anche alla consigliera provinciale Elisabetta Foschi si chiede: “Perché la Provincia non ha mai fatto osservazioni sui Prg di quei comuni interessati che in alcuni casi hanno presentato piani di sviluppo che finiscono per essere a ridosso della ferrovia?”. L’Udc di Fano, attraverso Delvecchio rilancia la proposta del “presidente felice” della Provincia, Matteo Ricci che ha dichiarato in più riprese durante la sua tournèe nelle aree interne “non lasciamo marcire il percorso ferrato che collega il mare a Urbino. Lo valorizzeremo al meglio con la pista ciclabile perché il turismo è una risorsa economica straordinaria che dobbiamo mettere a frutto come si deve”.
Eugenio Gulini
Da: Corriere Adriatico
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25/2/2011 - D’Anna rilancia la metropolitana
Fermignano Sullo stesso tema della tratta ferroviaria il consigliere regionale Giancarlo D’Anna la vede con occhio diverso: “La metropolitana leggera, di superficie consentirà a quanti vivono lungo la linea dismessa di avere a disposizione un’alternativa utile, puntuale ed efficiente all’automobile. Particolarmente oggi che il discorso delle polveri sottili non è più riservato a grandi e medie città bensì riguarda il territorio nell’insieme”.Da: Corriere Adriatico
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26/2/2011 - Il dietrofront per la ferrovia Fano-Urbino
Pesaro Il Pdl provinciale ha anche fatto notare una precedente votazione, a favore della linea ferroviaria Fano-Urbino da parte del presidente della Provincia Matteo Ricci nella passata legislatura e poi un dietrofront. “Questa cosa è molto grave, – dice Elisabetta Foschi – perchè a Fano, aveva detto che ci sono ordini del giorno in cui si chiede il ripristino della ferrovia, che anche lui aveva votato, ma che alla fine non hanno nessun valore. Credo che quella del presidente sia solo una maschera, per dire: non vi so risolvere nessun problema”. Chiusura per il coordinatore provinciale Alessandro Bettini: “Il gruppo provinciale del Pdl sta lavorando bene e in perfetta armonia, per cui ribadisco che Ricci è il presidente dell'apparire e non del fare”.Da: Corriere Adriatico
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FANO-URBINO Utp: “Bene le ciclabili, ma non a scapito dei binari”
“Il tracciato della ferrovia non va toccato”
URBINO - In questi giorni si dibatte ancora una volta sulla ferrovia Fano-Urbino, chilometri 47, inaugurata "con concorso di popolo e autorità" il 20 settembre del 1898, e “messa a riposo” dalle FS nel gennaio '87. A quaranta milioni di euro ammonterebbe il costo di riattivazione del tratto che in realtà non è mai stato dismesso, ma semplicemente sospeso al traffico. Massimo Galuzzi, assessore provinciale ai Lavori pubblici, ha assicurato che la questione sarà discussa nell’ambito del Piano territoriale di coordinamento. Ma quale tipo di mobilità utilizzare il tracciato ferrato resta il vero dilemma.Anche D’Anna (Pdl) favorevole: “Altrove si costruiscono nuove metropolitane di superficie, noi non possiamo chiuderle” Il consigliere regionale Pdl, Giancarlo D’Anna, anche in qualità di membro dell’associazione Ferrovia Valle del Metauro (FVM), sostiene il ripristino della linea ferroviaria sul modello della Merano - Malles “dove con sapienza, saggezza e buon senso e tecnologia treno-autobus e biciclette si integrano fornendo un servizio che soddisfa le esigenze di molti. Altrove si costruiscono nuove ferrovie o metropolitane di superficie, noi che abbiamo le strutture prima ce le facciamo chiudere senza colpo ferire, poi gli vogliamo dare il colpo di grazia”. D’Anna dunque approva la ferrovia Fano-Urbino, ma dice un altrettanto e convinto sì ad una rete di piste ciclabili che nulla vieta possano coesistere in alcune parti del tracciato.
Sulla stessa linea di pensiero l’Unione Trasporto Pubblico (Utp) che difende a spada tratta il percorso ferrato: “Infatti nessuno può decidere sulle sorti di un uso diverso dal ferroviario del sedime esistente in quanto tutto il tracciato è ancora di proprietà di Rete Ferroviaria Italiana (Rfi). Tanto va fatto sapere anche al segretario dell'Udc di Fano Delvecchio che ipotizza la trasformazione del tracciato della ferrovia a pista ciclabile. Da precisare – si legge nella nota dell’Utp - che l'associazione non è contraria alle piste ciclabili come potrebbe sembrare, ma queste vanno costruite in altre sedi e non sul sedime della ferrovia. “Patto” tra Legambiente di Urbino e Ferrovia Valle Metauro di Fano per arrivare alla riapertura della Ferrovia Metaurense
Ciò lo deve anche sapere presidente della Provincia di Pesaro, Matteo Ricci, anch'egli fautore di questa soluzione, ma che dimentica che lui non può decidere sulla proprietà di RFI”. Chiariti questi aspetti, le due proposte possono, ciclabili e ferrovia, essere portate avanti insieme: saranno utili al miglioramento della qualità della nostra vita. Intanto, Legambiente di Urbino e FVM-Ferrovia Valle Metauro di Fano sul tema della riapertura della Ferrovia Metaurense, le due associazioni hanno convenuto di unire le forze per risolvere positivamente questo problema e hanno proposto di organizzare la 4^ “Giornata Nazionale delle Ferrovie Dimenticate”, a Fossombrone, per il prossimo 6 marzo.
Da: www.lafiera.it
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28/2/2011 - Fano. Ambientalisti alla carica per trasformare l’ex ferrovia per Urbino, anche i socialisti sostengono le ipotesi di riutilizzo
Cresce la richiesta di piste ciclabili
Gli studenti di Fenile la vogliono per andare a scuola in bici. E spunta l’idea di una “via verde”
di OSVALDO SCATASSIFANO - Continua a crescere la richiesta di piste ciclabili. Tanto più è sicuro spostarsi sulle due ruote a pedali, tanto più se ne avvantaggiano l’ambiente (meno fumi, meno rumore), i bilanci delle famiglie e la salute: pedalare fa bene. Un gruppo di studenti vorrebbe andare a scuola in bicicletta, ha però lo svantaggio di abitare a Fenile e i genitori non si fidano di una strada stretta e trafficata: troppo pericolosa. Allora i ragazzi chiedono quando sarà costruita la pista ciclabile tra Fano e Fenile. La lettera aperta all’Amministrazione comunale è firmata da Giovanni Canfora, Luca Valentini, Sofia ed Elena Tiberi, Francesco e Giacomo Sorbini, Giacomo e Sara Baffo. Questi ragazzi vorrebbero essere “indipendenti”, ma non possono “dare torto” ai genitori, “visti i passati incidenti che hanno coinvolto ciclisti”. “Alcuni nostri amici di Pesaro – prosegue la lettera – sono più fortunati di noi, possono usufruire di piste ciclabili. Qui a Fenile è sorto un comitato per la Fenile–Fano, anche noi abbiamo partecipato a qualche iniziativa, ma tutto è rimasto come prima. Quanto tempo dovremo aspettare ancora? Queste nostre esigenze non sono importanti?”.
Sul traffico a Fenile interviene, inoltre, Leonardo Carboni della lista civica La Fano dei Quartieri: il nuovo casello autostradale alimenta il timore che la pressione dei veicoli aumenti e di molto: «Non ci siamo schierati contro l’uscita di Fano Nord, nonostante sia stata prima imposta e poi condivisa, consapevoli della sua importanza. Non nascondiamo però una certa apprensione. Sosteniamo pertanto, come Fano dei Quartieri e come residenti, le richieste fatte dal consigliere comunale Massimo Pierelli e in particolare l’esigenza di valutare con attenzione il traffico che attirerà il casello».
L’ambientalista Leonardo Zan sollecita invece una “via verde” sul tracciato della vecchia ferrovia Fano-Urbino: «In Italia oltre cinquanta ferrovie in disuso sono state riconvertite in piste ciclabili. Il gruppo “La via verde del Metauro” sta predisponendo alcune iniziative per promuovere un’analoga soluzione. La prima è domenica 6 marzo, in adesione alla Quarta giornata nazionale delle ferrovie dimenticate. È prevista la visita alle stazioni lungo la Fano-Urbino, per documentarne lo stato di fatto. Un utilizzo continuo della linea è la migliore garanzia non solo per conservare questo patrimonio collettivo, ma anche per un eventuale ritorno del treno, qualora fossero trovati gli ingenti capitali necessari e soprattutto ci fosse un adeguato bacino d’utenza». Infine la lista civica Socialisti per Fano, che appoggiano «ogni ipotesi concreta di utilizzo della Fano-Urbino», per non abbandonare «una risorsa economica e infrastrutturale».
Da: www.ilmessaggero.it
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1/3/2011 - Il gruppo La via verde del Metauro invita a prendere parte alle iniziative della Giornata nazionale delle ferrovie dimenticate
“La Fano-Urbino va trasformata in pista ciclopedonale”
Fano Anche il riutilizzo delle ferrovie abbandonate può concorrere a usare un po’ meno l’auto, a rendere le nostre strade meno inquinate e pericolose, a favorire gli spostamenti più ecologici: quelli a piedi e in bicicletta. Lo nota Leonardo Zan, ambientalista e componente del gruppo “La via verde del Metauro”. Finora in Italia oltre cinquanta ferrovie in disuso sono state riconvertite, anche parzialmente, in piste ciclabili, in particolare in Lombardia, Trentino Alto Adige, Friuli, Veneto, Emilia Romagna. Anche nelle Marche qualcosa si muove per la Fano Urbino. Proprio per promuovere la pista ciclopedonale in sostituzione della vecchia ferrovia, il gruppo “La via verde del Metauro” sta predisponendo alcune iniziative, la prima delle quali per domenica prossima 6 marzo in adesione al tema della quarta Giornata nazionale delle ferrovie dimenticate, organizzata da “Comodo”, la confederazione di associazioni che si occupano di mobilità alternativa, tempo libero e attività outdoor, cui aderiscono 16 associazioni ambientaliste, tra cui Italia Nostra, Legambiente, Wwf Italia, Federparchi. E’ prevista la visita alle stazioni che si trovano lungo la Fano-Urbino per documentarne lo stato di fatto. I particolari organizzativi saranno comunicati successivamente.L’invito a partecipare è rivolto a quanti condividono l’idea di mantenere in vita e rilanciare una struttura che rischia di scomparire dopo decenni di sostanziale abbandono. Un utilizzo continuo è infatti la migliore garanzia non solo per la conservazione di questo patrimonio collettivo ma anche per un eventuale ritorno del treno, qualora fossero trovati gli ingenti capitali necessari ma soprattutto se ci fosse un adeguato bacino di utenza. Come del resto prevede lo stesso “Comodo”, parlando del “falso pericolo delle piste ciclabili”, questa ferrovia può ritornare a nuova vita accogliendo i tanti cittadini che vogliono percorrere una viabilità alternativa già esistente tra i vari nuclei abitati sviluppatisi lungo i vecchi binari. E il successo ottenuto dalla ciclabile Fano-Pesaro appena realizzata lascia facilmente presagire per quest’altra “via verde” ottime prospettive anche nel settore dello sport e del turismo.
Da: Corriere Adriatico
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Trekking e passeggiate sulle Cesane
A piedi o in bicicletta per chiedere la ferrovia
Fossombrone “Tutto è pronto per la quarta giornata nazionale delle ferrovie dimenticate – sottolinea l’assessore comunale Stefano Bonci - qui passa la linea Fano - Urbino nata nel 1898 e dismessa nel 1987. Pochi anni prima era stata costruita la nuova stazione da dove molti studenti salivano sulla littorina per Urbino e così tanti impiegati verso le fabbriche della nascente zona industriale di Fermignano. Con dimenticare poi gli operai che da Fossombrone si portavano alla Benelli Arni di Urbino?”. Il calendario della giornata? “Domani mattina alle 9.30 l’appuntamento è in piazza Giovanni XXIII antistante la vecchia stazione ferroviaria. Da lì prenderanno il via le escursioni a piedi, le passeggiate in bicicletta e un trekking urbano. L’escursione a piedi nelle Cesane sarà condotta dagli accompagnatori della locale sottosezione Cai assieme ai soci di quelle provenienti dalle Marche e dall’Umbria, contemporaneamente i cicloturisti di Brombobikers di Canavaccio ed i Briganti di Fossombrone si dirigeranno verso la Gola del Furlo”. Il Comune di Fossombrone ha aderito alla giornata per tenere vivo il dibattito nella prospettiva di un’eventuale convivenza tra pista ciclabile e linea ferroviaria anche per congiungere le vallate del Cesano e del Metauro. Domani alle 10 nell’aula magna del Donati verranno illustrati il progetto di riapertura della ferrovia e le prospettive di sviluppo turistico.Roberto Giungi
Da: Corriere Adriatico del 5/3/2011
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“La ferrovia fonte di sviluppo”
D’Anna insiste sul ripristino: stazioni come presidi del patrimonio culturale
Fano Oltre all’ospedale un altro cavallo di battaglia di Giancarlo D’Anna è il ripristino della ferrovia Fano – Urbino, una battaglia che egli combatte non da oggi, proponendo già anni fa l’intervento del Genio Ferrovieri per la sua riattivazione. Oggi, che l’argomento è tornato in attività, si pone in aperto contrasto con il presidente della Provincia Matteo Ricci, il cui progetto, invece, è quello di trasformare la tratta in pista ciclabile. “L'aumento – osserva - delle patologie conseguenti la presenza delle Pm10, le restrizioni conseguenti del traffico veicolare, l'impennata dei prezzi della benzina come del gasolio comportano problemi sanitari ed economici che coinvolgono cittadini ed amministratori. Con la seria volontà di contribuire alla soluzione di questi problemi è necessario muoversi. La mobilità alternativa alla gomma, come il trasporto collettivo sono una seria ed efficace risposta ai gravi problemi evidenziati”.Effettuata questa premessa D’Anna, in occasione della manifestazione odierna a Fossombrone per la riapertura della tratta ferroviaria, fornisce un significativo esempio. “In Val Venosta negli scorsi anni si assisteva ad un dibattito simile a quello sul ripristino della Fano-Urbino. Nonostante dubbi e contrarietà si è ritenuto che fosse giusto ed opportuno investire sul recupero della linea. Oggi i risultati hanno convinto anche i più feroci oppositori. I dati parlano chiaro: la linea è frequentatissima da studenti, lavoratori, escursionisti e turisti tanto che addirittura si pensa ad un raddoppio. Inoltre con il ripristino delle stazioni, si è compiuto un passo significativo per la conservazione del patrimonio culturale della valle. Un esempio e un'esperienza da prendere come riferimento”. A chi continua a vedere nel ripristino della Fano-Urbino un nostalgico ritorno al passato, aggiunge D’Anna, consigliamo una semplice sbirciata al sito internet della Ferrovia Merano-Malles. Ci si renderà conto che oggi la tecnologia consente di ridurre al minimo rumore, tempi di attesa, costi tutto a beneficio della comunità con riduzione di inquinamento, traffico e patologie ad essi collegati. Tutto vantaggio della qualità della vita. E' chiaro, il problema del finanziamento non è secondario ma in una provincia dove a vantaggio esclusivo di pochi investitori stranieri e di qualche proprietario locale che gli ha affittato i terreni, si è stuprato il territorio con impianti fotovoltaici a terra, non sarebbe male se si investisse sul trasporto, sul recupero dei manufatti e sul loro utilizzo per scopi e fini a vantaggio dell'intera comunità. Ciò non esclude un progetto di piste ciclabili da realizzarsi a dovuta distanza dalla ferrovia.
Da: Corriere Adriatico del 6/3/2011
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Ampio fronte per la pista ciclabile
Fano Per documentare il reale stato di salute della Fano-Urbino, il gruppo La via verde del Metauro organizza per oggi (ritrovo alle 9.30 alla stazione di Cuccurano) una visita alle varie stazioni della ferrovia metaurense. Dopo quasi 25 anni di inattività e tentativi di riportare il treno, sta prendendo forza l’idea di realizzare una pista ciclabile, visti i costi molto contenuti, i tempi rapidi di realizzazione e la funzione di collegamento ecologico tra i vari nuclei abitati della vallata; una soluzione proposta in particolare dalla Provincia e sostenuta da associazioni sportive e ambientalistiche.Da: Corriere Adriatico del 6/3/2011
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Fano-Urbino, i vantaggi della riattivazione
“Domenica 6 Marzo a Fossombrone ho partecipato nella veste di consigliere comunale di Fano e di Presidente del Circolo Nuova Fano alla IV Giornata Nazionale delle Ferrovie Dimenticate dedicata alla ferrovia Fano – Urbino. Gli amici della Associazione Ferrovia Valle Metauro (FVM) avevano già convinto me ed il direttivo del nostro Circolo sull’importanza di ripristinare il collegamento su rotaia della Fano Urbino ma devo ammettere che l’intervento del Prof. Salsa, docente emerito all’Università di Genova e del Prof. Bariletti, docente all’Università Roma 3 e alla Sapienza, hanno definitivamente confermato l’idea che il ripristino di questo collegamento ferroviario sia non solo possibile ma anche economicamente vantaggioso. Non dimentichiamoci che questo tratto ferroviario è sospeso e non dismesso e sicuramente un’azione politica forte potrebbe far riaprire la ferrovia in tempi brevi.Come fanese penso che riattivare la ferrovia Fano – Urbino offrirebbe immediatamente degli enormi vantaggi alla città di Fano garantendo una nuova mobilità da e verso l’entroterra. Non dimentichiamo la forte vocazione turistica delle due città capolinea: Fano è la terza città delle Marche e Urbino non rappresenta solo una città universitaria ma é anche Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO. Riattivare la ferrovia creerebbe un incredibile asse viario che favorirebbe in maniera decisa l’incremento turistico ed economico non solo di 2 grandi città marchigiane, ma di tutte quelle stupende realtà situate lungo la direttrice ferroviaria. Nelle sue ultime dichiarazioni il presidente della Provincia Matteo Ricci vorrebbe trasformare le rotaie in una grande pista ciclabile. Noi riteniamo che il ripristino della ferrovia Fano Urbino possa anche incentivare la creazione di nuove piste ciclabili parallele alla ferrovia o in sinergia con esse, ma costruire una pista ciclabile sulle rotaie significherebbe affossare il ripristino della ferrovia. Allora ci chiediamo se nel progetto di “Provincia Felice 2020” il presidente Ricci non voglia rendere un po’ meno felici Fano, Urbino e la valle del Metauro, privandoli di un asse viario su rotaie altamente strategico e di grande sviluppo.
Forse, e dico forse, riattivare il trasporto metaurense, creando una forte sinergia economico-turistico-viaria tra Fano e Urbino, tra mare e collina, potrebbe mettere in ombra Pesaro minando la sua felicità come capoluogo di provincia? Io penso di no e credo che la valle del Metauro abbia diritto ad uno sviluppo sostenibile. In momenti di crisi come l’attuale, il ripristino della ferrovia potrebbe costituire un impareggiabile strumento per riaccendere la nostra economia. Per tale motivo il Circolo Nuova Fano, organizzerà a Fano nelle prossime settimane una conferenza stampa per presentare dei documenti inediti sulla ferrovia e far in modo che anche su Fano si accenda un vero dibattito della politica e delle associazioni sul ripristino della ferrovia. La linea ferroviaria Fano – Urbino è già esistente quindi il suo recupero salvaguarderebbe il nostro territorio da ipotetiche speculazione e garantirebbe la diminuzione delle polvere sottili e del traffico. Ci auguriamo che da quelle forze politiche fanesi, che proclamano ad alta voce la loro anima ecologica e ambientalista, si possa ascoltare un forte impegno per il ripristino della ferrovia anche in disaccordo con i vertici della nostra provincia”.
Andrea Montalbini - Consigliere Comunale (PDL)
Da: www.oltrefano.it/2011/03/08
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Tosi e i nove buoni motivi per fare la ciclabile sulla vecchia ferrovia
“Confermato il crescente interesse per la pista ciclabile sulla vecchia ferrovia Fano Urbino; alle visite programmate da For bici e La via verde del Metauro domenica scorsa, Quarta giornata nazionale delle ferrovie dimenticate, erano infatti presenti, tra gli altri, cicloamatori, podisti, pattinatori e skirollers, sportivi che praticano una nuova disciplina destinata al successo anche da noi. La documentazione raccolta domenica servirà per aggiornare i siti dai quali chiunque si potrà rendere conto delle reali condizioni di ‘salute’ della Fano Urbino. Dopo un quarto di secolo di inutilizzo, non solo continuano a peggiorare traversine, binari, edifici ed opere d’arte; spesso è anche impossibile percorrere la tratta per ostacoli, anche fissi, come nei casi eclatanti di Lucrezia. La pista ciclabile è quindi la soluzione più razionale e praticabile per riutilizzare il sedime della vecchia ferrovia.Per numerosi e validi motivi:
1- economici: con modesti investimenti si avvia un circolo virtuoso, come ha già dimostrato la provincia di Trento (http://www.ufficiostampa.provincia.tn.it/binary/pat_ufficio
_stampa/supplementi_trentino/Report34.1284447659.pdf) o, per fare solo uno degli oltre quaranta casi in Italia, la pista Calalzo – Cortina, “inaugurata nemmeno due anni fa e già fulcro del turismo dell’area”, come dice il sindaco di Calalzo;
2 – ambientali: i trasferimenti brevi con le bici, per esempio tra quartieri, disincentivano l’uso di auto e motorini e di conseguenza l’emissione di sostanze inquinanti;
3 – sicurezza: una ciclabile in sede propria consente di evitare strade trafficate e pericolose;
4 – manutenzione abbastanza semplice: non è indispensabile tra l’altro eliminare tutta la vegetazione, anche spargendo lungo i binari pericolose sostanze chimiche disseccanti;
5 – ottime prospettive di utilizzo sportivo e ricreativo di una struttura che, rispetto alle altre, potrebbe avere una carta in più molto suggestiva: esattamente la stessa lunghezza della Maratona olimpica, pari a km 42,195;
6 – si realizza un nuovo collegamento che non è un doppione del bus, la ‘metropolitana’ già esistente con trazione a metano, normative antinquinamento Euro 4 e 5, georeferenziazione e, se necessari, carrelli portabici;
7 – evidente disimpegno o disinteresse di Ministero dei Trasporti, Rete Ferroviaria Italiana, Regione Marche, Genio Ferrovieri e investitori privati, a fronte di una scelta per la ciclabile da parte della Provincia, l’ente che, per dimensioni territoriali, meglio di tutti riesce a cogliere le reali esigenze del bacino di utenza;
8 – si può sfruttare il sottosuolo della ‘via verde’ anche per sottoservizi;
9 – si conserva per il futuro un patrimonio pubblico che rischia sul serio di scomparire, se non si interviene subito con spirito costruttivo per salvare ciò che ne resta. Per i prossimi mesi sono già previste varie iniziative a sostegno della ciclabile sulla Fano Urbino: visite guidate a ferrovie riconvertite, presentazione di studi e documenti, incontri con tutti i soggetti potenzialmente interessati, ecc”.
Per saperne di più consultare http://www.lavalledelmetauro.org/standard.php?lingua=it&id_sezione=8&id_sottosezione=10&record=10774
Da: fanoinforma.it 8/03/2011
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Fano Fossombrone, Savelli contesta la scelta di Ricci del percorso ciclabile lungo la tratta
Pista o binari decide il Consiglio
Fossombrone Ferrovia, pista ciclabile o entrambe? “Il fatto nuovo quanto imprevisto che è emerso spiazzando tutti compreso il sottoscritto – risponde il consigliere provinciale Renzo Savelli – è la richiesta della giunta provinciale di avere in comodato d’uso la tratta Fano-Fossombrone-Urbino per realizzarvi la pista ciclabile”. Delusi quanti lottano perché la ferrovia venga riaperta? “Molto”. A meno che non si abbini alla pista ciclabile un nuovo percorso di strada ferrata? “Un progetto costosissimo. Pensare ad una nuova ferrovia parallela alla superstrada significherebbe mettere fuori uso l’ipotetica metropolitana di superficie perché fuori mano da qualsiasi centro abitato che non sia Villanova di Montemaggiore al Metauro”. Altri problemi? “Il consiglio provinciale aveva votato con la gestione Ucchielli il ripristino della tratta. Un atto di giunta non può eliminare quello di consiglio ”. I costi? “Le piste ciclabili sono un progetto nazionale. La nostra Provincia ha subìto dal Governo un taglio di 3 milioni 550 mila euro. E’ scoperta per 3 milioni e 900 mila”. Altri problemi? “I costi di gestione. Ancor prima: i ponti ammalorati con parti già crollate”. Ci sono studi sulla tratta? “Quello del 1993 a cura della Confindustria. Si potrebbe partire da quello.” Quanti soldi servirebbero per riaprire la ferrovia dimenticata? “Almeno 80 milioni di euro”.La proposta del consigliere regionale Giancarlo D’Anna: “Riattivare il tratto più facile e naturale Fossombrone-Fano sarebbe il primo passo da fare, secondo me”. Riaprire la ferrovia, ma in che modo? “Le tecnologie oggi sono avanzatissime. Cinque anni fa, come vice sindaco di Fano, insieme a tecnici della Regione, avevo organizzato un sopralluogo alla ripristinata ferrovia Merano-Malles. Anche lì, dopo i dubbi iniziali, un successo crescente perché la tutela dell’ambiente, della salute, l’aumento del costo della benzina, la mancanza di parcheggi, la sola presenza di quelli a pagamento in ogni angolo cittadino e via dicendo sono questioni che non possono essere ignorate”. Ma ci sono possibilità per la Fano-Fossombrone-Urbino? “La tratta non è stata dismessa ma solo sospesa ed è stata inserita nell’accordo Stato-Regione. Passi avanti sono stati fatti”. Ma non collimano con il progetto del Presidente della Provincia? “E’ un progetto che ritengo fallimentare. Coprire i binari esistenti per ricavarne una pista ciclabile comporterebbe la creazione di un microclima che distruggerebbe quel poco che è rimasto. E poi c’è un problema di fondo e di forte contrasto tra la gestione Ucchielli e quella attuale”.
Da: Corriere Adriatico del 10/3/2011
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Il presidente della Camera di commercio si rivolge a Trenitalia
“Una stazione da terzo mondo”
Pesaro “Di notte la stazione ferroviaria di Pesaro versa in un preoccupante stato d’abbandono, intollerabile per un capoluogo di provincia e per una città come la nostra, che si caratterizza per il turismo”. Il presidente camerale Alberto Drudi si rivolge a Trenitalia, per chiedere provvedimenti che rendano più accogliente al viaggiatore, anche nelle ore notturne di chiusura, una delle porte d’ingresso alla città. “Non chiedo la luna nel pozzo – prosegue il presidente Drudi – ma solo qualche piccola miglioria di buon senso, seppure in tempi rapidi. Credo che sarebbero indispensabili almeno alcuni cartelli multi-lingue con l’orario di apertura della stazione ferroviaria pesarese: oggi solo un foglio di carta in italiano spiega che il servizio al pubblico è assicurato dalle 5 alle 22. Chiedo ai pesaresi che sono capitati in stazione dopo la chiusura: avete avuto come me la stessa impressione di essere in un luogo da terzo mondo?”. Il presidente Drudi solleva un problema ulteriore: “Come fa a uscire dalla stazione ferroviaria, oppure ad arrivare ai binari, un turista che nella notte scenda a Pesaro o debba partire? Bisogna passare dentro a un parcheggio e seguire un percorso a dir poco contorto: eppure, non un cartello, non una freccia, non un’indicazione che possa risultare d’ausilio a chi è disorientato”.Da: Corriere Adriatico del 26/3/2011
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Gambioli contro l’idea di Ricci
Il Pri vuole riaprire la ferrovia dismessa
Fano Il segretario regionale del Pri Giuseppe Gambioli si oppone decisamente al progetto del presidente della Provincia Matteo Ricci di realizzare una pista ciclabile al posto della dismessa ferrovia Fano – Urbino e si appella per questo ai sindaci Corbucci di Urbino e Aguzzi di Fano. Per Gambioli l’intento di Ricci è “una scorciatoia impraticabile e illegittima ma che comunque ha già prodotto dei danni tanto è vero che ha messo in allarme il Ministero interessato che a sua volta ha chiesto chiarimenti alla Regione Marche. Per fortuna la contrastano l’inossidabile attaccamento dei cittadini della Valle del Metauro alla ferrovia, senza considerare l’ aspetto non secondario dell’economicità dell’opera. L’opera e la sua funzionalità raggiungono un pareggio di bilancio con un’affluenza di appena il 2 per cento della popolazione. Percentuale facilmente raggiungibile senza contare l’afflusso dei turisti attratti dai centri collinari e dalla città ducale, patrimonio dell’Unesco. Il Pri – aggiunge Gambioli – è stato sempre convinto dell’utilità della ferrovia è fermamente contrario alla proposta del presidente Ricci che vorrebbe trasformarla in una pista ciclabile. L’amore per la bicicletta e il messaggio positivo si sposa benissimo con il treno ma non può prenderne il suo posto. Poiché il ripristino della ferrovia Fano e Urbino non è un problema economico né un problema tecnico: rimane il nodo politico e gli amministratori dovranno prenderne atto e agire di conseguenza”.Da: Corriere Adriatico del 29/3/2011
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Montalbini propone sinergie treno-bici
Tavolo istituzionale per riaprire la ferrovia
Fano Martedì sera nel consiglio comunale di Fano si è discusso della tratta ferroviaria dismessa Fano Urbino e del suo possibile riutilizzo. Il consigliere del Pdl Andrea Montalbini era intervenuto come Circolo Nuova Fano su questo argomento auspicando nel più breve tempo possibile la riapertura dell’asse ferroviario che avrebbe un grande potenziale in termini di mobilità sostenibile e di sviluppo turistico. “La riapertura della Fano Urbino è compatibile - rileva Montalbini - con un percorso ciclabile, quindi treno e bici non andrebbero messi in contrapposizione, ma anzi una riapertura ne garantirebbe una crescita sinergica”. Montalbini in consiglio ha sottolineato che nelle condizione attuali la ferrovia non trova alcun utilizzo ed è lasciata all’abbandono. Pur se favorevole ad un ripristino delle tratta ferroviaria, Montalbini ha condiviso un coinvolgimento dei sindaci della vallata del Metauro, della Provincia e della Regione per aprire un tavolo di confronto che dia una risposta concreta allo stato di abbandono.Da: Corriere Adriatico del 30/3/2011
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Tosi segnala l’utilità della Fano-Pesaro
Sulla pista ciclabile 500 passaggi all’ora
Fano. Con l’arrivo della primavera è “esploso” l’uso della pista ciclabile Fano – Pesaro, dove Enrico Tosi di Casa Archilei ha contato all’altezza dell’Hotel Riviera 500 passaggi all’ora, per cui è facile calcolare che nell’arco di una giornata i passaggi ammontano ad alcune migliaia. “Questo dimostra – afferma l’ambientalista - che infrastrutture di questo tipo sono necessarie anche perché, favorendo le attività sportive e ricreative all’aria aperta, migliorano la qualità della vita. E la riprova si avrà nelle prossime domeniche, in particolare il 17 aprile, con una escursione in bici e roller già programmata. La pista tra l’altro già appare in grado di attrarre punti di ristoro ed assistenza, proprio come avviene in tutte le infrastrutture simili in Italia e all'estero. Il clamoroso successo della Fano - Pesaro dovrebbe convincere politici ed amministratori locali a realizzare altre piste ciclabili attese da anni come quella lungo la via Papiria ma soprattutto la Fano Urbino”.In questo si associa anche Orlando Bizzochi rappresentante del comitato promotore pista ciclabile Fano – Fenile, il quale menzionando uno studio della Svim afferma che non esistono le condizioni di carattere strutturale e finanziario perché la ferrovia Fano-Urbino possa essere rimessa in funzione. Ripartire da zero oggi sembra impossibile perchè i moderni criteri di funzionalità di una linea ferroviaria vietano che i treni passino così vicino alle case. Occorrerebbe disegnare un tracciato nuovo, il che renderebbe del tutto inaccessibili i costi. L'unica alternativa consigliata dalla Svim è la trasformazione della linea ferrata in pista ciclabile”.
Da: Corriere Adriatico del 10/4/2011
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“Ferrovia affidata a tre sindaci”
Gambioli invita Corbucci, Aguzzi e Pelagaggia a un tavolo comune
Fossombrone. “Sulla vecchia tratta ferroviaria Fano-Fossombrone-Urbino spero possa andare in porto il mio progetto – spiega il segretario regionale del Partito repubblicano italiano Giuseppe Gambioli – ovvero di far sedere sullo stesso tavolo i sindaci di Urbino, Fano e Fossombrone perché si riesca una volta tanto a capire esattamente come stanno cose in questa vicenda e si possa concertare soluzioni condivise”.Franco Corbucci, Stefano Aguzzi e il futuro sindaco di Fossombrone chi sarà?
“Mi auguro che il prossimo primo cittadino di Fossombrone sia Maurizio Mezzanotti che noi sosteniamo anche se la riapertura della ferrovia non è uno slogan legato alla campagna elettorale di Fossombrone, versione dei fatti che sminuirebbe il valore della battaglia stessa”.
Quale situazione è emersa dal recente convegno che si è svolto proprio a Fossombrone?
“Si è parlato chiaro e sono emerse indicazioni interessanti ma quello che ha prevalso su tutto è stata l’assenza del sindaco di Fossombrone Maurizio Pelagaggia che sulla questione ferrovia non ha ancora detto una sola parola nonostante che il dibattito prosegua da mesi e che la sua posizione sia importante”.
Si dice siano necessari ingenti investimenti per poter riattivare la tratta. E’ proprio vero?
“No, niente affatto. Basterebbe un’utenza molto bassa, in percentuale, del treno per ottenere una gestione della tratta positiva anche in termini economici. Il problema è tutto di natura politica”.
Chi ci guadagnerebbe con la riattivazione della tratta di ferrovia?
“Urbino perché città ducale non collegata. Fano perché diverrebbe snodo con nuove funzioni contro i tagli. Fossombrone perché a sua volta sarebbe lo snodo per Pergola e quindi per Roma”.
Questo comporta un rovesciamento del piano del presidente Ricci?
“Mi auguro solo che il presidente Ricci receda da quanto sta dicendo. Altro che pista ciclabile. Qui ci vuole ben altro”.
Roberto Giungi
Da: Corriere Adriatico del 10/4/2011
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Da: La Repubblica – Affari e Finanza del 11/4/2011
America sul bus low cost comfort da aereo e posti prenotati on line
di Arturo ZampaglioneQualcuno parla di "rivoluzione" nel mondo americano dei trasporti. Qualcun altro di "ritorno al passato", ricordando il primo dopoguerra quando gli autobus della Greyhound, riconoscibili dal marchio del levriero, passavano per ogni angolo degli Stati Uniti, permettendo a giovani turisti squattrinati di conoscere il paese e diventando uno dei simboli degli States. Altri ancora ipotizzano che il boom delle corriere di nuova generazione - low cost e hi-tech - rischia di frenare gli investimenti infrastrutturali voluti da Obama. Sta di fatto che i viaggi in autobus crescono più di ogni altro mezzo di trasporto, aprendo un nuovo business e attirando le multinazionali.
Per rendersene conto basta andare sul marciapiede della 33esima strada di Manhattan, proprio di fronte a un fast food della Sbarro. Lì, in attesa della corriera BoltBus diretta a Washington non ci sono disoccupati afroamericani o vecchie nonne, ma studenti universitari con il netbook nello zaino e distinti signori con il Kindle sottobraccio. Una scena analoga si vede a Chicago … Tutto è cominciato alla fine degli anni Novanta quando alcuni imprenditori cinesi hanno creato collegamenti a prezzi stracciati (e con autobus che cadevano a pezzi) tra la Chinatown di New York e quella di Boston. A salire, all’inizio erano solo dei poveracci. Ma in pochi anni, grazie ai prezzi molto competitivi e alla progressiva introduzione negli autobus di collegamenti Internet, il “modello Chinatown” è stato scoperto dagli under -30, che hanno creato una nuova moda e alimentato la crescita del settore, e subito dopo da alcuni grandi gruppi che lo hanno adottato.
Controllata dalla britannica Stagecoach attraverso la consociata Coach USA, la Megabus è la maggiore azienda ad aver cavalcato il low cost. Fattura 100 milioni di dollari all’anno. Il 90% dei suoi clienti prenota il posto ondine; non ci sono né biglietterie né parcheggi, gli autobus si fermano lungo il marciapiede; quasi tutti i mezzi sono dotati di internet e prese per l’elettricità; il percorso degli autobus viene seguito a distanza con il gps; e, grazie anche all’assenza di strutture fisse, i prezzi sono bassissimi: in ogni autobus c’è almeno un passeggero che paga solo un dollaro per andare da una città all’altra. Il trasporto via-autobus ha approfittato da un lato degli alti costi della benzina, che hanno reso sempre più cari l’aereo e l’auto privata, dall’altro dall’assenza di una vera competizione del treno nei tragitti di media lunghezza.
Megabus ha ora 4 milioni di passeggeri all’anno, con un incremento del 48% nel solo 2010. E sempre l’anno scorso, mentre i viaggi in autobus sono aumentati negli Stati Uniti del 33%, quelli in aereo sono cresciuti solo del 5% e quelli di Amtrak, la società ferroviaria parastatale, del 6%. Il rischio? Che il boom dell'autobus dia nuovo fiato agli oppositori dei progetti infrastrutturali di Obama. La Casa Bianca vorrebbe 53 miliardi di dollari per l'alta velocità: ma perchè spendere tanti soldi - si chiede una nuova leva di giovani repubblicani - quando il deficit è alle stelle e gli autobus sono così comodi e a buon mercato?
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Da: “La Stampa” del 13/04/2011 - Trasporti, la rivoluzione
"Via i treni inutili", rischio chiusura per dieci linee - La Regione: stop a doppioni e a tratte sottoutilizzate.
Ma i collegamenti restano garantiti dagli autobus
ALESSANDRO MONDO - TorinoNegli uffici dell’assessorato regionale ai Trasporti la parola d’ordine è «riprogrammazione». Bandito il termine «soppressione». Anche se i monitoraggi condotti sulle linee ferroviarie regionali porteranno a depennare collegamenti sottoutilizzati e quindi non competitivi. Il che, altra precisazione, non significa lasciare a piedi i pendolari: resteranno i collegamenti, cambierà il servizio. La risposta sarà un trasporto sostitutivo su autobus, integrato con altri, più flessibile e meno costoso. Ma potrebbe anche verificarsi il caso opposto: un servizio su gomma che cede il passo al treno. Una cosa è certa: verrà privilegiata la soluzione più funzionale ed economica, a maggior ragione in presenza di doppioni. Un esempio, citato dalla Regione, è il treno Pinerolo-Torino delle 6,21, al quale si sovrappongono tre autobus della Sadem che corrono in parallelo. Al riguardo, l’assessore Barbara Bonino è tassativa.
In quest’ottica, e in vista della gara che la Regione bandirà a novembre per mettere sul piatto il servizio di trasporto ferroviario in tutto il Piemonte (a Scr è già stato affidato il compito di istruirla), va letto il primo monitoraggio condotto sulle linee ferroviarie piemontesi: 200 linee o tratti di linea analizzati a novembre 2010 nel loro andamento quotidiano, ciascuna corredata della media giornaliera dei passeggeri negli orari di riferimento. In tabella abbiamo riportato solo quelle che attengono al Torinese.
Il risultato è un mosaico dove linee sovrautilizzate, prese quotidianamente d’assalto da pendolari sovente costretti a viaggiare in piedi (la Torino-Milano non è un’eccezione), convivono con altre dove gli utenti si contano sulle dita di una mano o poco più. Come i 6 passeggeri (media giornaliera) sul treno Alba-Cavallermaggiore delle 6,30 o i 4 sulla corsa Alba-Bra delle 21,14. E ancora: 3 sul treno Alessandria-Ovada delle 5,53, 6 sull’Asti-Chivasso delle 19,12, 5 sull’Ormea-Ceva delle 19,37. Numeri da prefisso telefonico a fronte di treni che, a seconda della categoria, variano dai 150 agli oltre 600 posti. L’elenco delle linee a bassa affluenza è infinito: solo il Torinese ne conta una decina.
Per dirla con un funzionario dell’assessorato, «se comprassimo a ciascuno di questi viaggiatori un’auto ci costerebbe di meno». Una battuta ma non troppo, visto che la Regione spende 227 milioni l’anno per finanziare il trasporto su ferro e 353 milioni per quello su gomma (cifre arrotondate). Non solo. L’esborso per tenere in vita le linee ferroviarie regionali che innervano il Piemonte è prevalentemente a carico dell’ente pubblico. La restante quota la mettono le Ferrovie attingendo ai ricavi generati dalle linee più remunerative, sulle quali l’azienda punta in misura sempre maggiore mostrandosi insofferente verso i «rami secchi».
Se sono un costo per le Ferrovie, figurarsi per la Regione. Da qui la contromossa dell’assessorato sulla base di una serie di monitoraggi «operati con la massima attenzione». Parola della Bonino: «Non vogliamo abolire una o più linee tout court ma riprogrammare un’impostazione di trasporto obsoleta, che non tiene conto della flessibilità degli orari scolastici e lavorativi, offrendo ai pendolari la soluzione più vantaggiosa: gomma o ferro». Tanto più che, aggiunge l’assessore, la revisione del servizio permetterà di liberare quattrini per concentrarli dove servono: «Non contano tanto le risorse, ma come uno le destina». Staremo a vedere.
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Libro alla scoperta dell’ex ferrovia
Fano. Alla Libreria Zazie, oggi, alle 18.30, si terrà la presentazione del libro “Traversine. 50 km a piedi da Fano a Urbino lungo la ferrovia Metaurense”, di Massimo Conti, edito da Aras Edizioni. Il libro verrà presentato da Franco Battistelli, noto storico fanese. Il libro è il resoconto di due giorni di cammino durante i quali, nell’aprile 2008, l’autore ha voluto scoprire cosa vi fosse ancora di attuale e interessante da raccontare sul territorio che la Metaurense attraversa e sui cambiamenti che, dal dopoguerra in poi, ha subito il territorio.Da: Corriere Adriatico del 14/4/2011
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Giornata della Bicicletta: l'intervento del presidente Matteo Ricci
Pesaro (PU)- “Vogliamo che la provincia di Pesaro Urbino diventi sempre più la provincia della bicicletta”. Così il presidente della Provincia Matteo Ricci, interviene in merito al progetto di realizzazione di una pista ciclabile che unisca Pesaro, Fano e Urbino in occasione della Giornata della Bicicletta. “Abbiamo scommesso sulle piste ciclabili –dice Ricci- all’interno del nostro Piano strategico ‘Provincia 2020’, perché crediamo che, a tutti gli effetti, possono diventare la nostra metropolitana nelle città delle costa. E nelle aree interne del territorio porteranno sicuramente un contributo importante nella promozione del turismo sportivo, ambientale e di qualità. Vogliamo diventare sempre più la provincia della bicicletta: per questo consideriamo le piste ciclabili infrastrutture del benessere e non semplice arredo urbano”.“E’ una concezione che rivoluziona le vecchie linee della mobilità, supera l’obsoleta dimensione del traffico tradizionale e porta finalmente ad un rapporto nuovo tra cittadino e centro urbano”. “Un esempio di quello che stiamo - giorno dopo giorno - diventando si avrà domenica con la giornata nazionale della bicicletta, a cui aderirò in maniera convinta pedalando lungo le piste di Pesaro insieme a migliaia di altri ciclisti. Abbiamo da poco inaugurato il tratto Fano-Fosso Sejore, un’opera che consente di avere, per la prima volta, un collegamento dal porto di Pesaro a quello di Fano. Un risultato importante verso il tema della provincia più felice e della qualità della vita, a cui senz’altro va aggiunto il successo della pista Ponte Vecchio-Torraccia del Comune di Pesaro, splendido corridoio verde lungo il Foglia, nato da poco ma già percorso da un grande numero di famiglie e turisti”. “Riscontri indiscutibili, che spingono gli amministratori a continuare su questa strada. Dove in cantiere ci sono già programmi importanti, dalla Pesaro-Rio Salso ai tracciati da realizzare lungo il Foglia. L’obiettivo a cui guardiamo è congiungere Pesaro, Fano e Urbino, attraverso una delle ciclabili più grandi e belle d’Europa”.
“Le nostre piste sono diventate un vero e proprio valore aggiunto per l’offerta turistica. Un elemento che ha anche consentito, insieme all’unicità del paesaggio e alla varietà del patrimonio artistico e culturale, di rafforzare il nostro legame con il Giro d’Italia e così, nelle edizioni dei prossimi anni ospiteremo nuovamente la corsa rosa con grandi e suggestive tappe nel nostro territorio”. “La rete territoriale delle ciclabili, che vogliamo segnare a livello urbanistico, è destinata ad aumentare e a portare con sé anche lo sviluppo ulteriore della qualità della vita nella provincia. Che domenica sarà non solo da vivere pedalando, ma anche correndo, considerata la felice concomitanza con la ColleMarathon, diventata una delle principali maratone italiane, lungo il percorso da Barchi a Fano”. “Vogliamo incentivare sempre più eventi di questo tipo, perché abbiamo tutte le caratteristiche, i requisiti, e le prerogative necessarie, dalle infrastrutture all’unicità del paesaggio per essere un vero e proprio polo d’attrazione nazionale nel settore. Anzi, siamo il luogo ideale. Complimenti dunque, agli organizzatori delle due manifestazioni”.
Da: fanoinforma.it del 7/5/2011
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Le Ferrovie ci stanno: "Si riapra la tratta per Urbino"
Le ferrovie italiane sono disponibili a discutere sulla linea ferroviaria Fano-Urbino, la tratta sospesa nell’ormai lontano 1987 e mai più riaperta Cosa ne pensi?
Fano (pesaro-Urbino), 8 maggio 2011 - Le ferrovie italiane sono disponibili a discutere sulla linea ferroviaria Fano-Urbino, la tratta sospesa nell’ormai lontano 1987 e mai più riaperta. È quanto si apprende da un incontro avvenuto ad Ancona nei giorni scorsi tra i funzionari del Dipartimento Trenitalia ed una delegazione fanese dell’Associazione «Natura & Ambiente» composta da Andrea Bartolucci, Andrea Angeletti e Nicola Anselmi, che è anche segretario del partito «Socialisti per Fano». Proprio questo gruppo consiliare con Christian Marinelli nelle scorse settimane aveva fatto approvare alla unanimità dal Consiglio comunale una mozione con la quale si chiedeva alla giunta comunale fanese di adoperarsi per la convocazione di un tavolo con tutte le forze interessate a studiare un impiego diverso da quello attuale della linea ferroviaria Fano-Urbino che versa oggi nel più completo abbandono. «Abbiamo capito che le Ferrovie dello Stato non hanno nessuna difficoltà a sedersi attorno ad un tavolo — ha detto Nicola Anselmi — per discutere un eventuale utilizzo della linea ferrata Fano-Urbino a patto che ci siano di fronte degli interlocutori capaci di fare proposte serie e concrete».PER l’associazione «Natura & Ambiente» e per «I Socialisti per Fano» il problema è chiamare al tavolo chi può dare la sferzata decisiva al lungo dibattito apertosi 23 anni fa subito dopo la sospensione della tratta. «Finora —– dicono Anselmi e compagni — abbiamo assistito alla contrapposizione tra coloro che si battono per riaprire la ferrovia e altri che invece vorrebbero realizzarci sopra una pista ciclabile. Pensiamo che sia giunto il momento di chiarire una volta per tutte cosa si intende fare con una infrastruttura importante che non può essere lasciata nell’abbandono proprio mentre avanzano esigenze di mobilità specie con l’entroterra che richiedono l’utilizzo di trasporti alternativi alla strada. URBINO con l’università e il suo patrimonio storico e culturale non può essere lasciata nell’isolamento. Ci auguriamo che la provincia di Pesaro e il comune di Fano convochino proprio a Fano un tavolo con tutti gli attori, a partire dalle Ferrovie dello Stato che sono disponibili a trattare, per capire quale sia la soluzione migliore da dare ad una linea ferroviaria di 49 chilometri che è un patrimonio e una risorsa economica che appartiene a tutta la nostra provincia».
Da: www.ilrestodelcarlino.it/fano/cronaca/2011/05/08/501999-ferrovie_stanno.shtml
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Urbino e la ferrovia al centro di un convegno
12/05/11 Urbino (PU) – La linea ferroviaria Fano-Urbino, sospesa dal 1987 e mai più riaperta, continua a far parlare di sé attraverso varie iniziative. La prossima in programma è il convegno “Urbino e la Ferrovia. Tesori da non perdere, da riscoprire, da valorizzare”, organizzato dalle associazioni Fvm (Ferrovia valle Metauro), Legambiente Urbino – Circolo “Le Cesane” e la Delegazione provinciale del Fai (Fondo per l’ambiente italiano) per sabato 14 maggio dalle ore 16 presso il collegio Raffaello (sala Raffaello), in piazza della Repubblica ad Urbino.“Il tema - sottolineano i promotori - è di notevole importanza per la difesa e lo sviluppo sia del territorio montefeltresco, che della valle metaurense e riveste anche notevole rilevanza per i motivi di carattere economico, ambientale e di qualità della vita, che sono alla base del progetto di ripristino del servizio ferroviario di trasporto nel nostro territorio”. Alla conferenza, realizzata con il patrocinio, tra gli altri, del Comune e del Csv (Centro servizi volontariato), interverranno il prof. Annibale Salsa, antropologo dell’Università di Genova, membro di commissione Unesco e già presidente generale del Cai (Club alpino italiano), l’ing. Marco Stabile della Sba - Ferrovia Val Venosta di Bolzano, il prof. Gabriele Bariletti dell’Università Roma Tre, Alessandro Bolognini, presidente del Circolo Legambiente Urbino, rappresentanti del Fai, del settore dell’accoglienza alberghiera romagnola e delle organizzazioni studentesche universitarie.
Da: www.fanoinforma.it
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Grandi relatori
La ferrovia e Urbino Due tesori
Urbino Le Associazioni FVM, Ferrovia Valle Metauro, Legambiente Urbino e la Delegazione Provinciale del FAI, Fondo per l’Ambiente Italiano, hanno organizzato per oggi a partire dalle ore 16,00 presso la Sala Raffaello in piazza della Repubblica, il Convegno: “Urbino e la Ferrovia. Tesori da non perdere, tesori da riscoprire, tesori da valorizzare”. Alla manifestazione interverranno relatori di fama internazionale come Annibale Salsa, antropologo dell’Università di Genova, membro di commissione Unesco già Presidente Generale del CAI; il Direttore della STA – Ferrovia Val Venosta di Bolzano Ing. Stabile; Gabriele Bariletti dell’Università Roma 3, rappresentanti del FAI delle Marche, delle Organizzazioni Studentesche Universitarie. Parteciperanno anche esperti del trasporto ferroviario ed intermodale provenienti da tutta Italia . Il tema di notevole importanza sia per il territorio del Montefeltro che della Valle Metaurense, assume una forte valenza di carattere economico, ambientale e salutistico che sono alla base del progetto di ripristino del servizio ferroviario di trasporto nel nostro territorio. Al Convegno inoltre anche personalità politiche ed esponenti del volontariato e dei sindacati del trasporto.e.g.,
Da: www.corriereadriatico.it - 14/5/2011
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Convegno 'Urbino e la Ferrovia: tesori da non perdere, da riscoprire e da valorizzare'
Grande partecipazione di pubblico e qualificati interventi da parte di esperti relatori al Convegno “Urbino e la Ferrovia: tesori da non perdere, tesori da riscoprire, tesori da valorizzare” organizzato da Legambiente Urbino , l’Associazione FVM Fano ed il FAI Pesaro, presso la Sala Raffaello di Urbino lo scorso 14 maggio. Il Convegno si è aperto con il saluto da parte del ViceSindaco Dott. Tempesta che ha evidenziato la presenza di una ferrovia come grande opportunità per il territorio urbinate e gli interventi dell’Ass. Prov. Galluzzi , che ha sottolineato l’importanza dell’evento per la città di Urbino, del Cons. Reg. Foschi, favorevole alla ferrovia, che ha riferito della sua richiesta all’Ass, Reg. Viventi di non allinearsi alla richiesta di dismissione della linea da parte della provincia e di sostenere la necessità del ripristino, del Segretario Prov. del Partito Repubblicano Ing. Gambioli molto favorevole alla riattivazione del servizio e di Gambini di “Liberi per cambiare” che ha evidenziato come la Provincia non abbia assolutamente proposto determinazioni di riattivazione né tanto meno studi in merito.La conduzione del Convegno è stata brillantemente svolta con precisione e competenza dal Prof. Annibale Salsa, già Cattedratico dell’Univ. di Genova, antropologo e membro dell’UNESCO per le Alpi. I numerosi interventi di Salsa hanno posto l’accento sulle implicazioni politico-culturali che, negli anni sessanta, hanno formato la base di uno scenario, a livello nazionale e locale, in cui il valore del trasporto su rotaia è stato fortemente inibito. In Italia per anni si è creato volutamente una forte contrapposizione, nell’ambito del trasporto pubblico, tra rotaia e gomma. Il risultato finale è stato quello di scontro tra gli interessi delle lobbies dell’autotrasporto e la visione di un trasporto coordinato ed integrato tra i vari media o mezzi. Al contrario in Europa, si è mantenuto un concetto più consapevole e maturo del trasporto su ferro, concetto che ha di fatto evitato l’impoverimento e lo svilimento del ruolo della ferrovia come asse portante. L’Italia quindi sconta una inefficienza nei trasporti, con alti costi di gestione che ricadono sulle tasche della collettività, alto inquinamento, pericolosità delle strade presentando in tal modo un caso anomalo nel continente europeo. Si presenta, perciò, la necessità di un sistema in cui non vi sia antitesi tra i due mezzi, bensì una stretta integrazione tra essi senza l’esclusione di uno a favore dell’altro: in altri termini deve prevalere la filosofia dell’ “et... et” e non quella dell’ “aut…aut”. Un simile parallelismo va doverosamente fatto per la questione “pista ciclabile o ferrovia”: entrambe possono convivere e prosperare a tutto vantaggio per la comunità, grazie ad un coordinamento dei sistemi. Solo così facendo si eviteranno cattedrali nel deserto (la pista ciclabile, inutile monumento fine a se stesso) e l’impoverimento di tutto l’impianto trasportistico locale.
L’intervento di Alessandro Bolognini , Presidente di Legambiente Urbino, si è rivolto sulla sostenibilità del mezzo ferroviario, a basso impatto ambientale e di forte significato sociale. La ferrovia rappresenta un modo semplice quanto sicuro per far uscire il Montefeltro e la valle Metaurense dall’isolamento territoriale nei confronti della rete nazionale ferroviaria. Inoltre la ferrovia costituisce una delle maggiori opportunità per garantire la certezza di mobilità ai soggetti più deboli (anziani, portatori di disabilità, giovani e giovanissimi) come stabilito dalla Costituzione della Repubblica Italiana.
Una presenza molto importante è stata quella della Ferrovia della ValVenosta (BZ) con la persona dell’Ing. Marco Stabile, Responsabile della Sicurezza e dei Materiali. Con un’interessante relazione è stata presentata la grande esperienza della Ferrovia altoatesina che, dopo molti anni di forzata sospensione, è stata ricostruita ed aperta nuovamente al traffico sulla tratta Bolzano- Merano- Malles con un successo straordinario di utenza. Tutto ciò grazie agli sforzi ed alla passione del Personale, all’impiego di sistemi moderni e di gran valore tecnologico che hanno consentito valori trasportistici prossimi a tre milioni di passeggeri nel 2010 in un territorio con soli quarantamila abitanti. La nuova visione del sistema trasportistico fa della ferrovia un elemento rafforzativo dell’identità territoriale; inoltre è stato innescato un volano economico virtuoso con una ricaduta di ventidue milioni di euro nello stesso anno grazie ai flussi turistici provenienti dalla sola Svizzera, flussi che prima dell’avvento del treno erano scarsi oppure non proponibili nei risultati invece raggiunti. La replicazione dell’esperienza sul territorio della Provincia di Pesaro-Urbino avrebbe una forte attrattiva per il turismo d’oltralpe con un deciso aumento delle attuali presenze.
E’ stata, quindi, la volta della Dott.ssa Rigi-Ruperti del FAI Delegazione Provinciale che ha evidenziato l’opportunità per Urbino di concorrere concretamente allo status di Capitale Europea della Cultura grazie anche alla riapertura del servizio ferroviario, vero accesso “morbido” tra il Montefeltro ed il resto del Paese. Pertanto il FAI si schiera, anche in campo nazionale, accanto all’Associazione FVM che da tanti anni combatte per realizzare questo progetto e giudica la trasformazione in pista ciclabile una vera “diminutio” delle potenzialità del territorio; utile sarebbe la realizzazione di percorsi ciclabili a supporto di una metropolitana di superficie; utile sarebbe un confronto veramente tecnico.
L’accoppiata formata dai fratelli Antonio ed Angelo Russo da Rimini, l’uno titolare della Agenzia Viaggi Sigismondo, l’altro Presidente dell’Associazione Studenti Universitari Riminesi, ha ribadito fortemente l’esigenza del comparto turistico romagnolo di proporre nuove mete. Importantissimo, per tale fine, è il ripristino della ferrovia, vera e propria cerniera tra costa ed interno, per Urbino splendida meta di tali esigenze. Solamente il treno offre caratteristiche ed operatività adatte ad offerte mirate, quali degustazioni a bordo di prodotti tipici o di nicchia, “pacchetti” di ogni genere a seconda delle svariate esigenze del turismo di qualità. La pista ciclabile a tal fine è completamente inutile. Inoltre la presenza del mezzo ferroviario fornirebbe un benefico effetto nei confronti dell’Università Urbinate con un servizio sicuro ed efficiente per i tanti studenti provenienti da tutta Italia, incrementando il numero delle iscrizioni e contribuendo in tal modo a risolvere i grandi problemi evidenziatisi nel corso degli ultimi anni.
Il Prof. Gabriele Bariletti, urbanista, progettista di strutture e gestioni ferroviarie, ha compiuto una spietata analisi del rapporto costi- benefici del trasporto di persone e merci tra gomma e rotaia. Nella quasi totalità dei casi analizzati la ferrovia risulta vincente, se ben gestita. Tale affermazione si basa su dati oggettivi, valutabili e verificabili da chiunque, al netto da logiche corporativistiche che possono alterare tale oggettività di risultanze. Ferma bocciatura da parte del Relatore all’ipotesi di pista ciclabile propugnato dalla Provincia che vuol sostituire il progetto dell’uso di un mezzo di grande importanza e valenza (il treno), con uno di basso impatto sociale ed insignificante ritorno economico (la bicicletta). Sicuramente bisognerà ristudiare tutto il complesso trasportistico della provincia; la realizzazione di tale grande sistema farà risparmiare soldi allo Stato e migliorare la qualità della vita dei cittadini. Terminate le relazioni si è dato spazio ad alcuni interventi da parte di esperti del ramo.
Primi ad rendere la parola esponenti dell’AISIF di Roma. I giovani ingegneri ferroviari hanno portato un progetto orario sulla linea realizzato con i materiali dell’epoca della chiusura, dimostrando che con poche modifiche si sarebbe migliorato notevolmente il servizio; tutt’altra cosa si potrebbe realizzare con le tecnologie moderne. Si ribadisce la necessità di aumentare la cultura del trasporto su ferro: tale deficit culturale preclude un corretto uso del treno e delle sue potenzialità, inoltre si permette a persuasori più o meno occulti di diffondere tra la popolazione false credenze per il loro esclusivo uso e consumo.
Con l’intervento di Pantellini di UIL-Trasporti Marche si è posto in risalto l’Accordo Stato-Regione che pone la ferrovia metaurense nell’elenco delle opere da realizzare con priorità. Viene evidenziato il grande impatto sulla creazione di posti di lavoro nel comparto ferroviario che nell’indotto turistico; sarebbe auspicabile l’instaurarsi di tavoli politici e tecnici che confrontino seriamente e senza pregiudizi le varie tesi; a tali tavoli devono partecipare i soggetti pubblici e quelli privati di valenza professionale comprovata per definire un progetto dalle grandi opportunità.
Gli interventi dell’Arch. Bottini da S.Arcangelo e dell’Urbanista Rother-Rutter da Trieste si sono imperniati sull’importanza della conservazione del paesaggio e della cultura derivante dalla osservazione dello stesso dai finestrini del treno, mezzo particolarmente rispettoso dell’ambiente ed armoniosamente inseribile nello stesso. Fondamentale importanza costituirebbe la realizzazione, mediante brevi ampliamenti e riaperture di linee a costi contenuti, di un asse nord-centrointeralpino ed est-ovest transappenninico tra le Venezie ed il Lazio. A tale sistema concorrerebbe la ferrovia metaurense ripristinata ed estesa fino a Pergola realizzando un’ulteriore linea di valico con il Mar Tirreno ed i suoi porti, con l’offerta di nuove opportunità alle comunità delle aree interne ingiustamente abbandonate a sé stesse.
Associazione FVM, Legambiente Urbino, FAI Pesaro
Da: www.vivereurbino.it del 16/5/2011
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Proposta del Pd
Nuova ferrovia verso la capitale
Pergola “Nel piano strategico delle infrastrutture, serve la ferrovia Fossombrone-Pergola per collegare il territorio con Roma”. Parole del capogruppo regionale del Pd, Mirco Ricci, il quale ricorda che la Regione ha già fatto audizioni con le categorie economiche per il piano delle infrastrutture e mobilità alternativa. “Chiederò che venga inserito un tratto di ferrovia che unisca Fossombrone con Pergola. E’ un tracciato di 10 chilometri, ma molto importante perché esiste già il tratto Pergola-Fabriano da cui poi partono i treni per Roma. E’ la chiave di volta per collegare il territorio con la capitale. In questo contesto possiamo inserire una linea nuova Fano-Fossombrone e Fossombrone-Urbino. Ma dimentichiamoci del vecchio tracciato Fano-Urbino, non è sostenibile per costi e le numerose modifiche che richiederebbe sui passaggi a livello, incroci a raso e ammodernamenti. Non mi convince la non scelta sulla vecchia ferrovia Fano-Urbino, la Regione deve dimenticarsi di questa possibilità e concentrarsi su una mobilità funzionale al territorio. Dobbiamo pensare che da Fossombrone potremo raggiungere la capitale con nuove linee grazie al raccordo Pergola-Fossombrone. In questo contesto di mobilità alternativa e sostenibile una pista ciclabile al posto delle vecchie rotaie della Fano-Urbino andrebbe anche incontro a richieste turistiche del territorio. Le ciclabili che si immergono nella natura possono esser dei forti veicoli turistici. Mi impegnerò per ottenere questi obiettivi, anche con emendamenti se fosse necessario”.ma.spa.,
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Cicerchia (Pdl): “Ex ferrovia Fano – Urbino, l’unico futuro possibile è la pista ciclabile”
Il capogruppo Pdl del Comune di Fano Marco Cicerchia ha presentato una mozione, condivisa dagli altri capigruppo di maggioranza Marinelli, Cecchi, Napolitano e Mattioli, sulla questione della riconversione della ferrovia Fano – Urbino a pista ciclabile.“Esiste una ex linea ferroviaria di proprietà delle ferrovie dello Stato (Trenitalia spa) che collega Fano con Urbino sospesa dal servizio dal 1987 – scrive Cicerchia -. Il 28 marzo è stata votata una mozione a firma del consigliere comunale Marinelli, il quale sentitamente ringraziamo per aver portato all’ attenzione del Consiglio Comunale un argomento di tale importanza e possibilità per lo sviluppo territoriale.
Già da anni il collegamento Fano-Urbino e ritorno è servito da frequenti linee di autobus e che tali linee di autobus effettuano fermate in tutti i paesi che una volta erano serviti dalla linea ferroviaria in oggetto e quindi effettuano un servizio similare pienamente efficace in termini di fermate, orari e frequenza. Per una buona parte della copertura dei loro costi il sopracitato servizio su strada usufruisce di contributi pubblici e quindi riattivare la ferrovia risulta antieconomico non solo per gli enormi investimenti di adeguamento della stessa alle normative attuali ma anche per l’ antieconomicità che avrebbe nel suo complesso sul sistema dei trasporti provinciali. La strada statale 3 (Flaminia) e le varie strade comunali e provinciali che da Fano portano a Urbino sono strade che per la loro larghezza non permettono di prevedere corsie riservate alle biciclette e tanto meno ai pedoni e sono comunque strade decisamente e indiscutibilmente trafficate perciò la sicurezza di pedoni e ciclisti è tutt’altro che garantita.
Dobbiamo tenere presente che il turismo con bicicletta al seguito è in costante crescita specie da parte dei cittadini del centro-nord Europa, ed è sicuramente salutare e totalmente eco-sostenibile; l’indiscussa vocazione al turismo dei comuni di Fano e Urbino e di tutti i comuni che si trovano lungo il percorso della ex ferrovia (che in sostanza in buona parte coincide con la vallata del fiume Metauro) ne potrebbe fare meta ambitissima e frequentatissima da parte di chi viaggia con bici al seguito. Da pochissime settimane è stata inaugurata una pista ciclabile che collega Pesaro con Fano e tutti noi ne abbiamo visto l’utilizzo al di là di ogni aspettativa da parte dei cittadini, con 500 passaggi all’ora stimati e non siamo neppure entrati nei mesi caldi, per i quali non immaginiamo nemmeno le potenzialità di tale infrastruttura.
La Svim – Sviluppo Marche SpA, società di sviluppo della Regione Marche istituita con legge regionale n.17 del 1 giugno 1999 con soci l’ unioncamere marchigiane e le Università e che opera in rapporto esclusivo con la Regione Marche per l’attuazione della politica di sviluppo del territorio conferma che non esistono le condizioni di carattere strutturale e finanziario perchè la ferrovia Fano-Urbino possa essere rimessa in funzione perchè i moderni criteri di funzionalità di una linea ferroviaria non sono agevolmente rispettabili. Il costo della conversione dell’ ex ferrovia in pista ciclopedonale è sicuramente contenuto e soprattutto è una infinitesima parte del costo della sua rimessa in funzione come linea ferroviaria a norma ed efficiente.
Se fosse costruita una pista ciclopedonale Fano Urbino, e si unisse addirittura alla pista ciclopedonale da poco inaugurata Pesaro Fano costituirebbe la pista ciclabile al momento più lunga d’Europa, sicuramente rappresenterebbe una infrastruttura dalle potenzialità enormi sia come attrattiva turistica, sia al servizio della popolazione dei comuni lambiti da tale infrastruttura, ed il tutto in totale eco-sostenibilità e a costi molto molto limitati. Vogliamo che il sindaco e la Giunta aprano un tavolo di discussione insieme alle amministrazioni dei comuni lambiti dalla ex ferrovia – conclude la mozione -, alla Provincia, alla Regione e ai vertici di Trenitalia, finalizzato a promuovere al più presto la riconversione in pista ciclopedonale di sopracitata ex-ferrovia”.
Da: www.oltrefano.it del 25/5/2011
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Una pista ciclabile sopra la ferrovia
Maggioranza decisa a votare un documento in questo senso
Fano (Pesaro Urbino), 26 maggio 2011 - Trasformare l’ex linea ferroviaria Fano-Urbino in pista ciclopedonabile. Ad avanzare la richiesta i capigruppo di maggioranza (Marco Cicerchia del Pdl, Giacomo Mattioli de La Tua Fano, Pierino Cecchi dell’Udc e Antonio Napolitano di Fli) che con una mozione impegnano sindaco e giunta "ad aprire un tavolo di discussione con le Amministrazioni dei comuni lambiti dall’ex ferrovia, con la Provincia, la Regione e i vertici di Trenitalia". I capi gruppo di maggioranza fanno presente che si potrebbe realizzare la pista ciclabile più lunga d’Europa unendo la Fano-Pesaro con la Fano-Urbino: "Una infrastruttura, eco-sostenibile, dai costi limitati e dalle potenzialità enormi sia come attrattiva turistica sia per il servizio offerto alle popolazione dei comuni lambiti dall’infrastruttura". La maggioranza ricorda che quel tratto di ferrovia è sospeso dal servizio dal 1987 e che non è più necessario in quanto "da anni il collegamento Fano-Urbino è servito da frequenti linee di autobus con fermate in tutti i paesi. Un servizio efficace, simile a quello ferroviario, in termini di fermate, orari e frequenza". Si fa anche notare che il ripristino della ferrovia sarebbe "antieconomico per gli enormi investimenti necessari al suo adeguamento alle normative attuali e in riferimento al sistema dei trasporti provinciali". La trasformazione dell’ex ferrovia in pista ciclabile servirebbe anche a garantire "la sicurezza di pedoni e ciclisti. La Flaminia e varie strade comunali e provinciali che portano a Urbino, decisamente trafficate, non permettono di prevedere corsie riservate alle biciclette e tanto meno ai pedoni".A farsi promotore della mozione il capogruppo del Pdl, Marco Cicerchia: "Noi siamo il governo del fare e anche sulla pista Fano-Urbino, di cui tutti parlano, vogliamo verificare concretamente l’opportunità di realizzarla. Mi auguro che, in consiglio comunale, la mozione trovi il sostegno dei partiti d’opposizione". A richiamare per primo l’attenzione sul futuro della Fano-Urbino era stato circa un mese fa il capogruppo de 'I Socialisti per Fano' Christian Marinelli. Ora, con l’indicazione specifica di trasformarla in pista ciclabile, la Fano-Urbino è diventata una battaglia di tutto il centro destra. "Il turismo con la bicicletta al seguito - fanno notare i capigruppo di maggioranza - è in costante crescita, salutare e totalmente eco-sostenibile. La vocazione al turismo dei comuni di Fano e Urbino e di tutti i comuni che si trovano lungo il percorso della ex ferrovia (che in sostanza in buona parte coincide con la vallata del fiume Metauro) ne potrebbe fare meta ambitissima e frequentatissima da parte di chi viaggia con bici al seguito. Da pochissime settimane è stata inaugurata una pista ciclabile che collega Pesaro con Fano e tutti noi ne abbiamo visto l’utilizzo, al di là di ogni aspettativa, da parte dei cittadini: 500 i passaggi all’ora stimati e non siamo neppure entrati nei mesi caldi, per i quali non immaginiamo nemmeno le potenzialità di tale infrastruttura".
Per i nostalgici della ferrovia sembra chiudersi ogni speranza di vedere riattivare la Fano-Urbino visto che tutte le forze politiche, da sinistra a destra, sembrano convergere verso un’unica soluzione: trasformarla in pista ciclabile sostenuti, nella loro convinzione, dallo studio della Svim (Sviluppo Marche spa) secondo il quale non esisterebbero «le condizioni di carattere strutturale e finanziario perchè la ferrovia Fano-Urbino possa essere rimessa in funzione». Adesso occorrerà attendere le razioni del Comitato nato per riattivare questa linea ferrata. Una battaglia la loro che va avanti da anni ed ha visto i promotori, anche recentemente, aprire tavoli di confronto con le Ferrovie al fine di capire se c’erano margini per riattivare questa tratta. Le finalità comunque sono più o meno le stesse: più che legare il treno al trasporto era soprattutto finalizzato al movimento dei turisti sulla scorta di qualche fortunata impresa avviata soprattutto nelle Alpi.
Da: www.ilrestodelcarlino.it del 26/5/2011
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Bici al posto del vecchio treno
Su iniziativa di Cicerchia tutto il centrodestra chiede una pista ciclabile sulla Fano-Urbino
Fano Una mozione per chiedere di trasformare l’ex ferrovia Fano-Urbino in una pista ciclopedonale. L’iniziativa è del capogruppo del Pdl in consiglio comunale Marco Cicerchia, poi condivisa da tutti i capigruppo di maggioranza: Giacomo Mattioli per La Tua Fano, Pierino Cecchi per l’Udc, Christian Marinelli per I Socialisti per Fano, Antonio Napolitano, per Fli.A portare all’attenzione del consiglio comunale un tema già ampiamente dibattuto era stato, lo scorso 28 marzo, Christian Marinelli, che aveva presentato una mozione, approvata all’unanimità, con la quale si chiedeva alla giunta di adoperarsi per la convocazione di un tavolo con tutte le forze interessate a studiare un diverso utilizzo della linea ferroviaria Fano-Urbino, oggi completamente abbandonata dopo l’interruzione del servizio nel 1987. Cicerchia e l’intera maggioranza rilevano come ormai l’unico futuro possibile per l’ex ferrovia sia la riconversione in pista ciclopedonale, visto che riattivare il servizio risulterebbe antieconomico, per questo nella mozione, che sarà discussa in consiglio comunale, si impegna il sindaco e la giunta “ad aprire un tavolo di discussione insieme alle amministrazioni dei Comuni lambiti dalla ex ferrovia, alla Provincia, alla Regione e ai vertici di Trenitalia”.
Infatti, da anni, il collegamento Fano-Urbino e ritorno è servito da frequenti linee di autobus, che effettuano le stesse fermate che un tempo erano servite dalla linea ferroviaria. “Per una buona parte della copertura dei loro costi il servizio su strada usufruisce di contributi pubblici – rileva la mozione - e quindi riattivare la ferrovia risulta antieconomico non solo per gli enormi investimenti di adeguamento della stessa alle normative attuali, ma anche per l’antieconomicità che avrebbe nel suo complesso sul sistema dei trasporti provinciali”. A questo si aggiunge il fatto che “la Svim (Sviluppo Marche) conferma che non esistono le condizioni di carattere strutturale e finanziario perché la ferrovia Fano-Urbino possa essere rimessa in funzione, poiché i moderni criteri di funzionalità non sono agevolmente rispettabili”. Al contrario “se fosse costruita una pista ciclopedonale Fano Urbino, e si unisse addirittura alla pista ciclopedonale da poco inaugurata Pesaro Fano, questa costituirebbe la pista ciclabile al momento più lunga d’Europa, e sicuramente rappresenterebbe un’infrastruttura dalle potenzialità enormi per turisti e residenti.
Federica Giovannini
Da: www.corriereadriatico.it/ del 26/5/2011
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Lo stesso progetto sostenuto da Ricci Sarebbe il tracciato più lungo d’Europa
Fano Il progetto di una pista ciclopedonale sul percorso dell’ex ferrovia Fano – Urbino era stato già lanciato dal presidente della Provincia Matteo Ricci, che crede fermamente che la bicicletta possa essere la chiave per il rilancio turistico del territorio. Con la mozione della maggioranza fanese si crea dunque una convergenza bipartisan sul tema, che potrebbe portare a un’accelerazione nella realizzazione della pista che, unita alla pista Fano-Pesaro, diventerebbe la più lunga di Europa. “La strada statale 3 (Flaminia) e le varie strade comunali e provinciali che da Fano portano a Urbino per la loro larghezza non permettono di prevedere corsie riservate alle biciclette e tanto meno ai pedoni - sottolinea il capogruppo Pdl Marco Cicerchia che ha preparato la mozione -, e sono comunque strade decisamente trafficate la sicurezza di pedoni e ciclisti è tutt’altro che garantita”.Da: www.corriereadriatico.it/ del 26/5/2011
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Ricci: “Riaprire la linea ferroviaria? Mi hanno riso in faccia”
“Riapertura della linea ferroviaria Fano - Urbino? I vertici delle Ferrovia e la Regione mi hanno riso in faccia”. Per il Presidente della provincia Matteo Ricci non c’è storia: la strada privilegiata è quella della pista ciclabile. “Ho grande stima e rispetto – afferma – per l’associazione Ferrovia Valle Metauro che conduce una nobile battaglia. Continuerà il confronto col presidente Bellagamba nella consapevolezza, però, che la pista ciclabile ha grande consenso tra la gente”. Ricci ha in programma una serie di incontri con tutti i comuni interessati per “spiegare l’idea progettuale”. Due le soluzioni possibili per realizzare la pista, conservando i binari: la tecnica della massicciata o quella delle piastre a incastro. “Prima però – sottolinea Ricci – dovremmo aprire una trattativa seria con le Ferrovie per la cessione della linea in diritto di superficie”. Il presidente esprime soddisfazione anche per la presa di posizione del centrodestra di Fano. “Sono contento – insiste il presidente – perché cresce la sensibilità verso le “infrastrutture del benessere”: le bici sono le metropolitane del nostro territorio, oltre ad una attrazione turistica. La pista Pesaro – Fano è perfino segnalata dal Touring Club”.Da: Il Resto del Carlino del 27/5/2011
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"Ciclabile sopra i binari della ferrovia? Non sanno di cosa parlano"
Bellagamba, del comitato pro-treno, critica centrodestra e provincia: "Li paragono agli studenti che invece di andare a scuola e studiare, bighellonano nei bar"
Fano (Pesaro Urbino), 27 maggio 2011 - La pista ciclabile Fano-Urbino mette d’accordo destra e sinistra, ma innervosisce l’associazione Ferrovia Valle Metauro che, dal 2000, è impegnata per il recupero di quel tratto ferroviario e la valorizzazione del territorio. E’ bipartisan il presidente Carlo Bellagamba nel bacchettare i politici di destra e di sinistra, dal presidente della Provincia Matteo Ricci ai capigruppo di maggioranza di Fano (Cicerchia, Marinelli, Mattioli, Cecchi e Napolitano) che "fanno discorsi da bar". "Li paragono agli studenti - afferma Bellagamba - che invece di andare a scuola e studiare, bighellonano nei bar".Ai sostenitori della pista ciclabile, Bellagamba chiede i progetti, i dati, gli studi sui quali fondano le loro convinzioni. Argomenti progettuali validi di cui è in possesso l’associazione Ferrovia Valle Metauro, messi a disposizione della collettività con incontri e convegni. "Non recuperando la Fano-Urbino - fa presente Bellagamba - ci precludiamo importanti fette di mercato turistico. Nell’ultimo convegno che abbiamo organizzato, una nota agenzia di viaggi di Rimini ha riferito che sarebbe in grado di portare nel Montefeltro dalle 300 alle 800 persone al giorno, purchè ci sia la ferrovia, perché in pullman i turisti non si spostano. La Valvenosta, in provincia di Bolzano, è un esempio significativo dei benefici che può assicurare al territorio una piccola tratta ferroviaria".
Bellagamba non risparmia critiche né al comune di Fano, né alla Provincia. Al sindaco ricorda che, a seguito della prima mozione presentata in consiglio da Christian Marinelli (I Socialisti per Fano), avrebbe dovuto convocare un tavolo per esaminare le diverse opportunità di utilizzo del tratto ferroviario, mentre "non si è fatto nulla".
A Ricci rammenta che più volte l’associazione ha chiesto di incontrarlo, ma "il presidente ha sempre evitato il confronto". Il presidente di Ferrovia Valle Metauro riporta alla memoria di Ricci anche un impegno non mantenuto: "L’avvio, da parte della Provincia, di uno studio per la riattivazione della ferrovia". A sentire Bellagamba sia Rete Ferroviaria (proprietaria della linea) sia la Regione sarebbero assolutamente contrarie a trasformare la Fano-Urbino in pista ciclabile. Ma diventerebbe la più lunga d’Europa?
"Non è assolutamente vero, in Germania esistono già piste di 80-90 chilometri».
Per il transito dei treni, ponti e gallerie devono essere sicuri?
"Non vale anche per la ciclabile? Un mattone che si stacca dalla galleria è più grave se colpisce in testa un ciclista o una locomotiva?".
Per recuperare la ferrovia ci vorranno milioni di euro?
"E per la pista ciclabile? Il tratto Fano Fosso Sejore quanto è costato? Faccia le proporzioni…".
Trenitalia è contraria alla riattivazione della ferrovia…
"Trenitalia non c’entra nulla. Anzi so per certo che la Regione è contraria alla pista ciclabile". Intanto si pensa di riattivare il tratto Fermignano-Urbino per fini turistici.
Anna Marchetti
Da: www.ilrestodelcarlino.it del 27/5/2011
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Enrico Tosi: “Positiva la mozione a favore della pista ciclabile Fano – Urbino”
“La mozione dei capigruppo di maggioranza del Consiglio comunale di Fano a favore della pista ciclabile sulla vecchia ferrovia Fano Urbino è molto positiva sotto tutti punti di vista – scrive Enrico Tosi, direttore di Casa Archieli -. In particolare perché documenta che in amministratori giovani, di partiti diversi, non ci sono le resistenze ideologiche che da almeno 15 anni ostacolano il percorso di una ciclabile utile forse più di quella che unisce Fano e Pesaro. E’ auspicabile quindi che su questa mozione convergano anche i capigruppo di minoranza, che sulla mobilità “dolce” hanno sensibilità e competenze non inferiori rispetto ai loro colleghi. A favore della ciclabile Fano Urbino, oltre ad associazioni ambientaliste, sportive, culturali e singoli cittadini, ora sono impegnati anche esponenti di schieramenti politici diversi; è un segnale importante che non può essere ignorato in particolare dalla Regione Marche a cui spetta il compito di avviare la pratica per la dismissione di una linea che, grazie alla trasformazione in pista ciclabile, potrebbe rivelarsi un formidabile strumento di sviluppo sociale, economico ed ambientale, come già avviene in tante parti d’Italia e d’Europa. Nei prossimi giorni sarà organizzato un incontro tra tutti coloro che hanno manifestato interesse per la “via verde” Fano Urbino; sarà l’occasione per iniziare a lavorare insieme per una viabilità sempre più attenta alle esigenze di chi si muove nel modo più ecologico possibile: a piedi e in bicicletta”.Da: www.oltrefano.it del 29/5/2011
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Fano - Urbino, D'Anna: 'Ferrovia e piste ciclabili possono essere complementari'
C'è gente che ogni fine settimana invece di andare passeggio dedica da anni il proprio tempo libero a ripulire, a proprie spese, da rovi ed erbacce la linea ferroviaria Fano Urbino. Sono persone di tutte le età e classi sociali che credono fermamente nei mezzi pubblici e per questo hanno “adottato” quella ferrovia abbandonata a causa di scelte politiche che tutelavano altri interessi. Pensiero ed azione quello dei soci delle FVM. Non sono dei sognatori o nostalgici ma basano la propria convinzione su dati tecnici e pratici che sono stati più volte illustrati e proposti in incontri pubblici e convegni. L'accordo Stato regione Marche tra l'altro individua nel ripristino della Fano-Urbino una priorità. Una scelta chiara e decisa sull'importanza che riveste nel contesto generale di trasporti la “linea sospesa” che unisce la città romana di Fano ad Urbino patrimonio dell'UNESCO.Talmente convinti della bontà della proposta che alcuni anni orsono i soci della FVM hanno organizzato un incontro a Merano con comune e gestori della ripristinata ferrovia Merano-Malles, con amministratori di Fano,Provincia di PU e Regione Marche per verificare sul campo efficacia della proposta e risultati. Chi ha avuto la sensibilità e la fortuna di provare e vedere direttamente quella realtà si è reso conto che treno e bicicletta non solo possono convivere ma sono complemetari. Il treno infatti oltre a pendolari e studenti ha tra i suoi maggiori fruitori i ciclisti che possono raggiungere le migliori destinazioni portandosi dietro il proprio mezzo in treno,grazie agli appositi spazi per biciclette, oppure prelevando nelle stazioni bici a nolo che sono incluse nel biglietto del treno. Considerazioni che evidentemente quanti trasversalmente propongono la sostituzione del treno con la pista ciclabile non hanno fatto.
A questo si aggiunge un dato preoccupante il persistere delle polveri sottili. Un fenomeno deleterio per la salute per il quale l'unico reale intervento di molte amministrazioni e la “danza della pioggia”, o il soffio del vento. Quando non aiuta la meteorologia si revocano i divieti come a Pesaro dove la limitazione del traffico, nonostante le PM10 sarà sospeso per il periodo estivo. Certo il rispristino della Fano Urbino non risolverà tutti i problemi di traffico e di inquinamento ma è comunque un serio e concreto inizio di una politica dei trasporti moderna e funzionale. Io continuo a difendere la validità delle proposte della FVM proposte che trovano anche la condivisione del Presidente della Regione Spacca con in quale in più occasioni mi sono confrontato sulla vicenda. Non è un caso che il ripristino della Fano Urbino sia stato inserito nell'accordo di Programma Stato-Regione come priorità.
Da: www.vivereurbino.it del 28/5/2001
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Ferrovia Fano-Urbino: Antonio Bruno (Utp), 'Pienamente concorde con D'Anna'
Ho letto l'articolo del Consigliere Regionale D'Anna pubblicato sull'edizione del 28 maggio 2011 di Vivere Fano sulla ex Ferrovia Fano-Urbino e ne condivido in pieno il pensiero perchè - anche se non detto nei precedenti articoli - lo scrivente pensa che piste ciclabili e ferrovia possano essere complementari. D'altronde, come già oggi avviene sulla rete di Trenitalia, le bici possono benissimo salire in treno. Altra idea già espressa dal sottoscritto al Convegno FVM del Marzo scorso a Fossombrone sulle ferrovie dimendicate, potrebbe essere anche quella di affiancare ai due lati del binario unico, due piste ciclabili: una per senso di marcia. Così facendo non si scontenta nessuno.Poi rispondendo a qualche persona che scrive nei commenti, che al momento non mi sovviene il nome, che se il servizio ferroviario verrebbe esercitato con automotrici l'Ambiente non ne avrebbe alcun beneficio perchè sarebbe come far circolare degli autobus, posso dire che si potrebbe pensare anche all'elettrificazione dei pochi chilometri di linea. Ma in ogni caso i moderni treni Minuetto e tipo Minuetto a trazione Diesel oggi circolanti su diverse linee, utilizzano carburante a basso impatto ambientale. Per finire è anche utile ricordare, ancora una volta, che la ferrovia ripristinata nella tratta Fano-Urbino in un futuro prossimo potrebbe anche essere collegata alla Pergola-Fabriano ed a S.Arcangelo di Romagna costituendo due importanti collegamenti che potrebbero alleggerire il traffico ferroviario sull'asse adriatico e non solo. Però ricordiamoci sempre che la priorità assoluta è il ripristino della linea ferroviaria sulla quale potrebbero essere inseriti anche un certo numero di collegamenti diretti giornalieri fra Ancona e Urbino e Bologna e Urbino favorendo tanti studenti universari che quotidianamente raggiungono la cittadella universitaria.
Da: www.vivereurbino.it del 30/5/2011
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Quella ferrovia non è una priorità
Drudi: “Le imprese ci chiedono altro”. Michelacci: “Serve solo se attrazione turistica”
Fano – Urbino. Il ripristino della tratta trova favorevole solo Cancellieri
Di Luigi BenelliPesaro – La ferrovia Fano Urbino non è una priorità. E’ quanto sostengono Camera di Commercio e Confindustria Turismo. Il dibattito è sempre più caldo e la parola passa anche a chi segue le categorie economiche. “La questione del ripristino della tratta Fano Urbino non è una priorità, non è uno degli obiettivi della camera di Commercio – sottolinea il presidente camerale Alberto Drudi – siamo aperti alle varie possibilità, ma in questo momento di crisi le imprese ci chiedono ben altre cose. Non ci va per cui di illudere la gente perché per parlare di ferrovie occorre avere finanziamenti importanti oppure sono solo chiacchiere. Al massimo bisogna potenziare la Bologna - Ancona e avere delle stazioni di sosta più idonee”. Anche la proposta di una linea che colleghi Urbino con Pergola direzione Roma non è nell’orizzonte. “Noi non siamo contro, ma certamente vanno individuate le risorse. Piuttosto occorre ragionare sulla Fano - Grosseto, sulla strada delle barche di Fano, sul dragaggio del porto di Fano che oggi è profondo appena 1,5 metri, bisogna accelerare sul porto di Pesaro e pensare a un secondo stralcio e infine pensare alla pista dell’aeroporto di Fano. Sono queste le cose che ci chiedono gli imprenditori, il resto è fumo e niente arrosto”.
L’argomento non sembra interessare troppo neanche Paola Michelacci, responsabile del turismo di Confindustria. “Dobbiamo essere proiettati verso l’alta velocità per cui è ridicolo pensare a riaprire la vecchia tratta, non serve agli industriali. Quello che si può pensare è un treno turistico panoramico che abbia dei veri requisiti per essere un’attrazione turistica. Penso a carrozze di vetro che diventino un’attrazione. O si riapre con questi presupposti oppure si può realizzare benissimo una ciclabile. Non ha senso un treno normale perché esistono già i collegamenti coi pullman”.
Il sindaco di Fermignano Giorgio Cancellieri ci tiene a ribadire il suo “assoluto parere favorevole nei confronti del ripristino della tratta ferroviaria Fano - Fermignano – Urbino e magari anche la creazione di una ulteriore linea che colleghi Fossombrone a Pergola per avvicinare la nostra vallata a Roma”. Cancellieri ricorda “l’impegno dell’amministrazione nel costruire una rotatoria sul sedime ferroviario apponendo degli striles per la salvaguardia reale dei binari ed aggiunge che nel mio comune furono raccolte ben 5.000 firme a supporto della non chiusura di quella infrastruttura che collegava la costa all’entroterra e che dava risposta concreta al pendolarismo studentesco e dei lavoratori del nostro territorio”. Non a caso la ferrovia “serve l’Università di Urbino e la zona industriale di Fermignano, riducendo l’inquinamento acustico e atmosferico. Sarebbe assolutamente attuale ripristinare questa tratta ferroviaria tra l’altro di già inserita nell’accordo Stato – Regione come opera prioritaria”. Quanto alla pista ciclabile voluta dalla Provincia: “Ben venga, ma a fianco del percorso”.
Da: Il Messaggero del 1/6/2011
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Gambioli (PRI): “Priorità assoluta il ripristino della linea ferroviaria Fano – Urbino”
“Il PRI apprende con grande soddisfazione la dichiarazione del sindaco di Fermignano Giorgio Cancellieri che si dichiara favorevole al ripristino della tratta ferroviaria Fano-Fermignano-Urbino – dichiara il segretario regionale del PRI Giuseppe Gambioli -. Un’altra amministrazione, dopo il voto unanime del Consiglio comunale di Urbino, che va ad aggiungersi ai numerosi no collezionati dal presidente della Provincia Matteo Ricci, che vorrebbe trasformare la tratta ferroviaria in una pista ciclabile. Aspettiamo ora che anche l’amministrazione di Fossombrone si esprima a favore del ripristino della ferrovia al fine di dare un chiaro segnale della volontà dei cittadini dell’intera vallata del Metauro che credono nella ferrovia come una grande possibilità per il rilancio delle zone interne e creare dei validi presupposti per collegare finalmente la nostra provincia alla capitale tramite la nuova tratta Fossombrone-Pergola. Il PRI sollecita pertanto un incontro tra i sindaci di Fano, Fossombrone, Urbino e Fermignano al fine di redigere un documento in cui si chieda alla regione Marche di inserire nel Piano strategico delle infrastrutture, come priorità assoluta, il ripristino della storica tratta Fano-Urbino. Un cartello che andrebbe ben al di là degli schieramenti politici e metterebbe in primo piano le esigenze e le legittime aspettative di una comunità intera”.Da: www.oltrefano.it del 1/6/2011
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Cassar: dovendo scegliere meglio il treno
Fermignano Anche Christian Cassar, responsabile di zona di Greenpeace, ha una considerazione: - Mi pare che l’obiettivo di riaprire la ferrovia (cercando di renderla competitiva rispetto all’uso dell’auto e pensando ad ulteriori collegamenti verso Pergola - Fabriano e oltre, nonché, in futuro, verso Sant'Arcangelo), debba prevalere su quella di una pista ciclabile per pochi cicloturisti. Comunque, la pista, quando e se i finanziamenti ci fossero, si potrebbe realizzare lungo la Flaminia (ma pare che in fatto di piste ciclabili siano prioritarie quelle urbane). Ho in mente il caso della Val Venosta dove la Merano - Malles è stata rimessa in funzione e integrata con un sistema di piste ciclabili. Mi sembra, insomma, che Fvm ed i consiglieri regionali Binci e D’Anna abbiano ragione. Ma aggiungo subito che dico queste cose come sommesso parere di un incompetente disponibile ad ascoltare le argomentazioni altrui.Da: corriereadriatico.it del 2/6/2011
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RadicalSocialisti e Circolo Polverari sulla Fano-Urbino: “Fare una scelta subito”
Fano (Pesaro Urbino)- Pista ciclabile o linea ferroviaria? Per il movimento RadicalSocialista e il Circolo Polverari l’importante è prendere una decisione. “Il Muro di Berlino è durato 28 anni, e quello del... Metauro si avvia a battere il record. E’ un vero e proprio ‘muro’, infatti, il percorso della vecchia ferrovia Fano-Urbino soppressa (anzi ‘sospesa’) nel 1987. Un ‘muro’ fatto di binari arrugginiti, muretti e recinzioni protettive, rovi ed erbacce spesso alte un metro ricettacolo di ogni genere di immondizia (nonostante il meritorio ma improbo lavoro dei volontari che ogni tanto la ripuliscono). Un ‘muro’ lungo 50 chilometri che attraversa e divide in due i paesi dell’entroterra fanese fino al capoluogo feltresco: Rosciano, Cuccurano, Lucrezia, Calcinelli, Tavernelle, Ponte degli Alberi, Fossombrone, San Lazzaro, Calmazzo, Canavaccio, Fermignano”.“Si discute se al posto di questo inutile e malinconico serpente di sterpi e ferraglia ci stia meglio una pista ciclabile oppure una rinnovata ferrovia ‘leggera’, e c’è pure chi ha il coraggio di dire che ‘non c’è fretta’, perché ‘la questione non è prioritaria’: questo dopo ben 24 anni di incredibile e scandaloso immobilismo! Che dire? Si faccia pure una bella ciclabile o si ripristini la ferrovia (anche se i passaggi a livello in mezzo ai paesi erano un altro bel muro) – o magari tutte due le cose insieme! – ma per favore si metta fine al più presto questo scempio, a questo rudere abbandonato, a questo reperto archeologico di un quarto di secolo fa, a questa barriera divisoria che taglia vie e quartieri e rende difficile passare da una parte all’altra dei paesi ormai cresciuti (in superficie e residenti) intorno alla vecchia linea in disuso”.
“Dopo la caduta del Muro, i berlinesi si sono chiesti con stupore come quella insensata bruttura avesse potuto durare così a lungo. Se lo chiedono anche gli abitanti della valle del Metauro a proposito della ferrovia dismessa, sperando di non essere costretti a ‘celebrare’ in queste condizioni, nel 2015, il glorioso centenario della Fano-Urbino (inaugurata nel 1915). Se il percorso deve restare, almeno che si possa... percorrere! A piedi, in bici o di nuovo in treno. Decidendo subito però, perché il tempo che si è perso finora (24 anni) grida proprio vendetta”.
Da: fanoinforma.it del 2/6/2011
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Fano-Urbino, per Aguzzi la pista ciclabile sarebbe un toccasana
Fano (Pesaro Urbino)- Fano-Urbino, favorevole alla ciclabile. “Pensando solo a Fano, il tratto di ciclabile tra la stazione e Carrara ci permetterebbe di mettere in sicurezza gran parte del nostro territorio. Sarebbe un vero toccasana”. Prima, però, di esprimersi in maniera definitiva il sindaco vuole conoscere le intenzioni dello Stato sul futuro della linea ferroviaria Fano Urbino: “Se ci diranno che deve rimanere la ferrovia, sarò comunque soddisfatto perché si attiverebbe un collegamento a energia pulita tra Fano e l’entroterra. Se invece non ci fosse un piano di ripristino dovremmo chiedere il declassamento della linea per permettere agli enti locali di stabilire un’altra destinazione”.Da: www.fanoinforma.it del 3/6/2011
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Il sindaco chiede allo Stato di decidere se ripristinare il treno
Nuova ferrovia, interesse sul Web
La Lega contro la pista ciclabile
Fano C’è chi si batte per il ritorno del treno, magari nella forma di una metropolitana di superficie, e chi si schiera per realizzare una pista ciclabile, sognando la pista più lunga d’Europa grazie al collegamento con la Fano-Pesaro. C’è chi sollecita semplicemente una decisione, treno o bici non importa purché si ponga fine all’abbandono che dura da 24 anni. Tra questi il sindaco Aguzzi, che attende una risposta dallo Stato. “Se lo Stato intende riaprire la ferrovia sono soddisfatto - ha dichiarato ieri il sindaco - perché si attiverebbe un collegamento sostenibile tra Fano e l’entroterra. Altrimenti la linea venga declassata e si realizzi una pista ciclabile”. Per la riapertura della tratta ferroviaria si batte da tempo Giancarlo D’Anna, dal quale si è dissociato tutto il centrodestra fanese con la recente mozione per la pista ciclabile presentata il consiglio comunale. “Grazie all'associazione Ferrovia Valle Metauro - afferma il consigliere regionale del Pdl - c'è un'attenzione senza precedenti su questa seria e concreta alternativa al traffico su gomma e al caos e all’inquinamento che ne conseguono.Ancora una volta dal Web, a iniziare da Youtube e Facebook, arrivano dei riscontri importanti. Due filmati da telefonino che testimoniano il lavoro dei soci della Fvm e la funzionalità della linea sono stati visionati da quasi 6.000 persone e il gruppo Facebook per il ripristino della ferrovia Fano-Urbino è a quota 1.000. Secondo l'accordo di programma Stato Regione, col parere favorevole del presidente Spacca, il ripristino della Fano-Urbino è una priorità infrastrutturale”. Contro la pista ciclabile interviene il consigliere regionale della Lega Nord Roberto Zaffini. “Il comune di Urbino è situato a 485 metri sul livello del mare. Siamo allucinati dal pressappochismo di chi ha lanciato tale idea. Quando ci sono interessi edilizi - afferma ricordando la proposta del presidente della Provincia Ricci e riferendosi alle costruzioni realizzate a ridosso della tratta - spesso la politica diventa bipartisan, ma la Lega si oppone, con il sindaco Cancellieri e tutti i suoi rappresentanti perché siamo consapevoli che il futuro è ferroviario, che le nuove tecnologie di trasporto potranno dare finalmente al nostro territorio un’opera civile utile e in linea con gli standard europei”.
Da: Corriere Adriatico del 4/6/2011
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L’esempio
La ferrovia diventata una pista ciclabile
Fano Un esempio significativo di pista ciclabile, realizzata su una tratta ferroviaria dismessa, come potrebbe diventare la Fano-Urbino, lo segnala Mauro Guidi dell’associazione Fano Roller: si tratta della Modena –Vignola, 25 chilometri, percorsa dai pattinatori fanesi nei giorni scorsi, sia per partecipare ad un raduno di chi pratica questo sport, sia per verificare come l’opera è stata realizzata. Nell’occasione si è appreso che la ciclabile è utilizzata con una frequenza oraria di circa 150 passaggi nei giorni feriali e 500 nei giorni festivi. La struttura non viene utilizzata solo per attività fisica o per semplici passeggiate ma molti la utilizzano proprio per gli spostamenti casa - lavoro e casa - scuola in quanto il viaggio è in totale sicurezza. “In Italia – evidenzia Mauro Guidi - ci sono circa 500 chilometri di vecchie ferrovie trasformate in ciclovie, di conseguenza basta copiare”.Da: Corriere Adriatico del 5/6/2011
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Tornano rabbia e proteste dei residenti vicini alla ferrovia
Binari tra erbacce e topi
Fossombrone Il malcontento aumenta. Dal tratto della vecchia ferrovia completamente abbandonata a se stessa e ricoperta solo di rovi ed erbacce sempre più alte viene fuori di tutto: rettili, topi e animalacci d’ogni genere. Una situazione non più sopportabile. Che peggiora di anno in anno. In diverse occasioni sono stati i privati a pagare operai per far pulire a salvaguardia delle loro abitazioni o delle proprie attività lavorative. Il vero problema è fin quando un’emergenza del genere può andare avanti senza che succeda qualcosa di grave. “Si parla tanto di ferrovia si, ferrovia no – dicono alcuni residenti a ridosso della linea ferroviaria sepolta dalle erbacce – che ci siamo detti che forse è la volta buona perché venga avviata un’opera di bonifica. Le illusioni stanno però ancora una volta scemando. Così come non sono servite assolutamente a nulla le lettere, le proteste e le lamentele che in tanti anni abbiamo spedito ai vari enti. Insomma ci hanno tolto tutto: senso del rispetto, tutela del decoro e della salute pubblica. E’ come parlare al vento e ogni anno, specie d’estate, succede di tutto e di più. Vorremmo chiedere – dicono ancora i nostri interlocutori – se possiamo ancora sperare in qualcosa. Se davvero tutti quanti dobbiamo essere considerati meno di niente come se non fossimo cittadini dagli stessi diritti di tutti gli altri. Dire che è una vergogna spaventosa non è abbastanza. Adesso – aggiungono i cittadini che protestano – si è insediata a Fossombrone anche la nuova giunta comunale. Speriamo che ci possa dare una mano anche se sappiamo bene che non spetta certo al Comune intervenire direttamente. Il sindaco però potrebbe anche dichiarare lo stato di pericolo per la salute pubblica ed ordinare un intervento per ripulire. E’ chiaro che ciò sarebbe bene avvenisse da parte di tutti i sindaci interessati dal tratto della ferrovia. Esiste una situazione di precarietà generale anche se a Fossombrone forse è più grave per la conformità del territorio..”. Inutile aggiungere qualsivoglia altro commento. Anche la situazione nei pressi dell’ex mattatoio di Fossombrone con tanto di altrettanto vecchio passaggio a livello parlano da sole.Roberto Giungi
Da: Corriere Adriatico del 6/6/2011
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Teodosio Auspici (Sinistra Unita) sulla Fano – Urbino: “La ferrovia non esclude la pista ciclabile”
“In questi giorni si è riaperto il dibattito sulla destinazione del tratto ferroviario Fano – Urbino – spiega Teodosio Auspici di Sinistra Unita -. Comuni come Urbino e Fermignano si sono espressi a favore della sua riapertura così come hanno già fatto altri comuni della valle del Metauro e la stessa Regione Marche. Seguendo il solito schema della contrapposizione, altri enti, prima fra tutti la Provincia, ed associazioni si esprimono a favore della pista ciclabile al posto della ferrovia. E’ giusto ricordare che come Sinistra Unita di Fano ci siamo subito e da tempo espressi a favore della riapertura della Fano-Urbino approfondendo motivi ed analisi in occasione del convegno da noi organizzato a Fano nel 2009. Ricordato questo, si vuole porre l’accento proprio sulla tipologia di dibattito che si è espresso in questi giorni. Come qui sopra accennato, quello che si critica è la netta contrapposizione che i sostenitori della ciclabile hanno nei confronti della ferrovia come se l’una escludesse l’altra. Al contrario un progetto complessivo potrebbe prevedere anche una pista ciclabile senza eliminare una fondamentale infrastruttura di collegamento fra costa ed entroterra di tutt’altro tipo. Infatti, una cosa è la ricaduta socio-economica di una pista ciclabile altra cosa è una ferrovia, seppure entrambe positive. Sostenere scorciatoie come la ciclabile, anche se effettivamente di tempo ne è passato anche troppo, non è sintomo di buona politica. La programmazione di lungo periodo deve “osare”. E’ infatti di questi giorni la notizia che il Presidente Ricci sta perseguendo lo spostamento della ferrovia adriatica in un corridoio più a monte (come da decenni previsto nella programmazione del territorio della nostra provincia). Rispetto alla riapertura della ferrovia Fano-Urbino sembrerebbe ancora più velleitario quest’ultimo progetto ma giustamente va discusso al fine proprio di evitare di commettere errori difficilmente riparabili o di precludersi a priori importanti alternative. Pensiamo che lo stesso valga per il tratto di ferrovia in questione. E se nella nostra Provincia si vuole parlare di futuro felice, bene la felicità può anche essere seduti in un vagone del treno Fano-Urbino e vedere dal finestrino persone che pedalano in una bella pista ciclabile all’ombra dei Torricini del Palazzo Ducale di Urbino”.Da: www.oltrefano.it del 6/6/2011
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Lettera di un cittadino: “Favorevole alla pista ciclabile al posto dell’ex ferrovia”
Fano (Pesaro Urbino)- Pubblichiamo la lettera di un cittadino, Walter Canfora, che si dice favorevole alla pista ciclabile al posto dell’ex linea ferroviaria Fano-Urbino.“Sono un sostenitore delle piste ciclopedonali per la grande importanza e utilità che rivestono nel contesto di un ambiente costruito e progettato, purtroppo fino ad oggi, per le solo auto. Io vivo fuori della città di Fano, precisamente a Fenile dove da anni è nato un Comitato per la realizzazione della Pista ciclopedonale Fenile-Fano, che, per questa frazione a tre km dalla città, ha un’ importanza vitale. Molti dei fenilesi vorrebbero recarsi in bici a Fano per lavoro, per svago, per andare a scuola ecc. ma sono frenati dalla pericolosità della provinciale percorsa da tanti camion ed auto; ci sono stati numerosi incidenti con feriti e purtroppo anche la perdita della vita di una giovane ragazza. La realizzazione di altre piste ciclabili è necessaria se vogliamo far decollare un progetto di sviluppo di mobilità dolce. Questo è il motivo per cui la possibile realizzazione della pista ciclabile sulla ex ferrovia Fano-Urbino suscita tanto entusiasmo e consenso non solo fra le varie associazioni ambientaliste e sportive, ma anche in tutti gli abitanti delle frazioni dislocate lungo la ex ferrovia, abitanti che finalmente avrebbero la possibilità di raggiungere le frazioni vicine a piedi o in bicicletta.
Altissimi sarebbero i benefici per la collettività anche a livello turistico, si passerebbe da Fano città romana e balneare ad Urbino città ducale, avendo la possibilità con brevi deviazioni di raggiungere paesi e borghi antichi: Cartoceto, Saltara, Montemaggiore, Montefelcino, ecc. Il tracciato dell’ex ferrovia si presta benissimo per questo tipo di opera, moltissime linee ferroviarie dismesse sono state riconvertite in piste ciclabili. Secondo il mio parere, ripristinare una linea ferroviaria sospesa dal 1987 che si sta progressivamente degradando per mancanza di manutenzione, è contro ogni logica, sia per il costo di realizzazione elevatissimo e sia per l’ipotesi di una utenza molto limitata. Un’altra cosa molto importante da considerare è che in tutti questi anni sono state costruite numerosissime abitazioni a pochi metri dai binari della ferrovia da Fano a Fossombrone, non possiamo certo demolirle; è però anche impossibile non considerare il pericolo costituito dal treno, come è evidenziato nella foto allegata. Perché quindi opporsi una ciclabile che oltretutto protegge la stessa ferrovia e ne impedisce il degrado e forse la perdita definitiva? Il presidente della Provincia è solito dire che ‘Le piste ciclabili sono le nostre metropolitane’: sono certo che la loro diffusione migliorerà la nostra qualità della vita”.
Da: www.fanoinforma.it del 13/6/2011
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Dalla vecchia ferrovia al futuro
Esperti a convegno per valutare il ripristino o la pista ciclabile
Fano “Dal ventennio alla provincia felice. Quale futuro per la ferrovia Fano-Urbino?”. Un momento di confronto tra i sostenitori della riconversione dell’ex ferrovia in pista ciclabile e coloro che invece auspicano il ripristino della tratta ferroviaria, non più attiva dal 1987, è stato organizzato per questo pomeriggio dal Circolo Nuova Fano. L’appuntamento è alle 18, nella sala di Santa Maria Nuova, in via da Serravalle. Il convegno si aprirà con una parte introduttiva legata alla recente storia della ferrovia, per l’occasione saranno presentati documenti inediti che mostrano come già dagli anni ‘20 la ferrovia Val Metauro vivesse una situazione controversa, ma di grande interesse. Il percorso storico sarà illustrato del ricercatore Oscar Mei.Seguirà il confronto tra le varie forze politiche e associazioni per discutere sul ripristino o sulla riconversione del tratto ferroviario in pista ciclabile, con il contributo di un esperto in materia. E’, infatti, attesa la presenza del professor Gabriele Bariletti, urbanista esperto del sistema integrato dei trasporti e gestione delle linee ferroviarie, dell’università Roma 3 e La Sapienza. Bariletti, che segue il piano di ristrutturazione dei trasporti nella regione Lazio, si sta interessando alle vicende dell’ex ferrovia Fano-Urbino ormai da tempo e ha partecipato ad altri convegni sul tema. “Lo scopo del convegno non è quello di sostenere un determinato punto di vista – sottolineano Andrea Montalbini e Stefano Pollegioni del circolo Nuova Fano - ma di accendere un dibattito serio ed articolato sulle diverse posizioni”.
Federica Giovannini
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Retroscena storici sulla Fano-Urbino, no alla pista ciclabile
Anche il Duce contro la ferrovia
Fano “La ferrovia che aspetta il treno”. Così il quotidiano nazionale La Tribuna definì la ferrovia Val Metauro nel ‘39, occupandosi delle vicende della Fano-Urbino chiusa nel ’33. Una curiosa similitudine tra la situazione odierna e quella in epoca fascista, presentata l’altra sera dal professor Oscar Mei, nell’ambito del convegno “Dal ventennio alla provincia felice. Quale futuro per la ferrovia Fano-Urbino?” organizzato dal circolo Nuova Fano. Il ricercatore ha portato documenti originali inediti che dimostrano la volontà del Governo fascista di smantellare la tratta con le stesse motivazioni addotte oggi dai detrattori: il costo troppo alto del ripristino, il servizio sempre in deficit, la presenza del trasporto su gomma. A battersi per la riapertura fu il potestà di Fossombrone, ingegnere Getulio Emanuelli, decisivo fu l’intervento del gerarca fascista Roberto Farinacci, che intercedette con Mussolini. La comunicazione ufficiale della non demolizione arrivò nel dicembre del ’39. Lo scopo del convegno era però soprattutto quello di mettere a confronto le diverse posizioni sull’ex ferrovia, accendendo un dibattito serio e articolato, come dichiarato dal circolo Nuova Fano. Marco Cicerchia, capogruppo Pdl e primo firmatario (insieme ai partiti di maggioranza La Tua Fano, Socialisti, Udc, Fli) della mozione per la riconversione dell’ex ferrovia in pista ciclabile, ha ribadito la sua posizione, sostenuta anche dal Pd, per cui era presente Enrico Fumante, il parere tecnico dell’esperto di trasporti Gabriele Bariletti ha però contraddetto questa ipotesi, osteggiata dall’associazione Fvm: “Sarebbe come distruggere una ricchezza non più recuperabile, visto che le traversine di cemento poste sopra i binari finirebbero per far marcire il legno. Per il ripristino servono 80 milioni di euro, che sono appena sufficienti per 8 km di strada statale”. Il consigliere regionale Pdl Giancarlo D’Anna ha ricordato l’accordo di programma Stato-Regioni che individua la riapertura della ferrovia come priorità.f.g.,
Da: Corriere Adriatico del 18/6/2011
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Il duce riaprì la ferrovia Fano Urbino
18/06/11 Fano (Pesaro Urbino)- Vivo interesse per il convegno–dibattito organizzato dal Circolo Nuova Fano sul futuro della tratta ferroviaria Fano–Urbino. Il prof Oscar Mei ha presentato dei documenti inediti che confermano definitivamente come le grandi pressioni fatte dall’allora podestà di Fossombrone a Farinacci (segretario particolare del Duce) per la riapertura della ferrovia chiusa dal 1933 si conclusero con l’interessamento diretto di Mussolini che alla fine degli anni ‘30 ordinò la riapertura della tratta Fano - Urbino. Alla presentazione storica è seguito un vivo dibattito dove associazioni e forze politiche hanno esposto le loro posizioni. Marco Cicerchia (PDL) si è detto favorevole ad una pista ciclabile che non pregiudichi però il futuro riutilizzo della tratta ferroviaria. Fumante del PD ha insistito sulla anti economicità del ripristino della ferrovia e su una sua riconversione definitiva in pista ciclabile come del resto già annunciato dal Presidente della Provincia Matteo Ricci. Più cauti Hadar Omiccioli (Fano 5 Stelle) e Christian Marinelli (Socialisti per Fano) che hanno auspicato un tavolo tecnico per capire meglio come orientarsi. Favorevoli al ripristino il FAI della nostra provincia e l’associazione Ferrovie Val Metauro. Intervenuti al dibattito anche il vice sindaco di Urbino Lorenzo Tempesta pro ferrovia il quale ha sottolineato come recentemente il Consiglio Comunale di Urbino si sia espresso positivamente al ripristino della tratta ferroviaria, ed i Consiglieri Regionali Zaffini (Lega Nord) e D’Anna (PDL) ugualmente sostenitori di una riapertura della ferrovia Fano – Urbino come già sostenuto dalla Regione Marche.Relazione finale del prof Bariletti, esperto di trasporti già collaboratore della Regione Lazio ed Umbria, che ha evidenziato con forza come sia stato un grave errore fermare negli anni ‘80 la tratta Fano – Urbino e come lo sia ancora di più non ripristinarla come metropolitana leggera garantendo un asse viario privilegiato e dando impulso economico alla vallata del Metauro. Secondo il prof Bariletti il ripristino della ferrovia rappresenterebbe una grande fonte di guadagno e la sua definitiva dismissione sarebbe come gettare in mare un vagone pieno di lingotti d’oro. Il Presidente del Circolo Nuova Fano, Andrea Montalbini e il Coordinatore Stefano Pollegioni hanno ringraziato i partecipanti augurandosi che la politica decida definitivamente e celermente su quale futuro debba avere la tratta Fano – Urbino. Lasciarla all’abbandono (non scegliendo cosa farne) significa annullare il grande potenziale di sviluppo che è presente su un asse viario assolutamente strategico. Se a breve non si deciderà, ha affermato Montalbini, la nostra Provincia avrà un valido motivo per essere meno felice, specialmente per quello che riguarda la sviluppo e la rinascita della Vallata del Metauro.
Da: www.fanoinforma.it del 18/6/2011
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Ferrovia Fano-Urbino: quale futuro?
dossierdi Alessandro Marconi - 25 giugno 2011
LA STORIA IN BREVE
La ferrovia della valle del Metauro fu costruita dalle Ferrovie Padane che avevano ottenuto, per Regio Decreto, la concessione alla costruzione e utilizzo della linea. La tratta fino a Fossombrone fu completata nel 1915 e, nel 1916, si arrivò a Fermignano. Qui la linea si allacciava alla ferrovia Fabriano-Urbino, esistente dal 1898.
Nel 1933 le Ferrovie Padane, per motivi economici, cessarono l’attività della linea garantendo il servizio con una corriera.
Nel 1941 le Ferrovie dello Stato, scaduta la concessione, ripristinarono il treno ma con la seconda guerra mondiale la linea venne completamente distrutta. La ricostruzione del dopoguerra fu però limitata ai tratti Fabriano-Pergola (1948) e Fano-Urbino (1955). Ma le difficoltà economiche di gestione, fasce orarie di dubbio utilizzo, la mancata adozione di moderni sistemi di dirigenza e i numerosi passaggi a livello non automatizzati, determinarono la soppressione del servizio.
La famosa “littorina” non passa più nella valle del Metauro dal 31 gennaio 1987.
FANO-URBINO, TANTI PROGETTI LUNGO I BINARI
Bellagamba (Fvm) esorta gli amministratori al dibattito:
«Investire risorse nella linea e rilanciare il territorio»
Da quasi venticinque anni non sbuffa più il trenino che, da Fano, s’inerpicava verso l’entroterra fino a raggiungere Urbino. Ma immersi nella natura incontaminata che quasi sommerge buona parte della tratta, sembra di sentire ancora il riecheggiare del lungo fischio che annunciava l’arrivo del convoglio.
Ma si sa, la speranza è l’ultima a morire e il trenino potrebbe tornare. Da queste parti, nonostante siano trascorsi tanti anni, la linea ferroviaria non è mai stata dimenticata: tanto che oggi un suo possibile ripristino potrebbe essere collegato a nuove forme di mobilità sostenibile e alle attività addestrative del Genio ferrovieri che, su tutto il territorio nazionale, non ha più linee da utilizzare per questi scopi.
A sostenerlo è Carlo Bellagamba, presidente dell’associazione Ferrovie Val Metauro (Fvm), gruppo di appassionati che da oltre dieci anni si batte per il ripristino della linea. «Soprattutto in questo periodo storico in cui si parla tanto di trasporto sostenibile e intermodalità nei collegamenti –osserva-. Il percorso incrocia insediamenti urbani di rilievo come Fano, Fossombrone e Fermignano, ma anche centri come Lucrezia, Saltara, Calcinelli e zone industriali che danno lavoro a migliaia di lavoratori.
C’è poi da considerare il costante flusso di studenti e turisti che dalla costa si muovono verso la capitale dell’arte e della cultura: Urbino».
Uno studio elaborato dall’associazione evidenzia che un traffico di almeno 3mila passeggeri al giorno, dieci coppie di treni giornalieri e due convogli merci settimanali da 500 tonnellate ciascuno potrebbero assicurare alla linea una gestione in attivo. «Esiste già l’esempio della linea Merano-Malles –prosegue Bellagamba–, fino a qualche anno fa considerata un “ramo secco” e poi ripristinata fino a renderla una delle linee secondarie più utili ed efficienti d’Europa.
Con un progetto da 110 milioni di euro sono stati riportati a nuova vita sessanta chilometri di ferrovia che, attualmente, servono un bacino d’utenza di 35mila persone e trasportano circa 3.500 passeggeri al giorno (con punte di 6.000).
Agli amministratori pubblici dico: andate a vederla e rendetevi conto di cosa vuol dire investire in maniera proficua i soldi della collettività».
L’affascinante idea del ripristino sembra conquistare il parere favorevole di una vasta parte dell’opinione pubblica.
Ma gli ostacoli da superare non mancano.
E il primo scoglio è proprio economico.
Lo ha rilevato qualche tempo fa, con uno studio, la Svim, società sviluppo Marche, che ha stimato i costi di ripristino in almeno 150 milioni di euro.
Il motivo è presto detto: buona parte del materiale ferroviario dovrebbe essere revisionato o rimpiazzato.
Ed è anche per questo che ha preso spazio l’ipotesi di realizzare lungo il tracciato una pista per cicloturismo.
«Peccato che non siano stati calcolati i costi di ammortamento da spalmare in vent’anni di attività –precisa Bellagamba–, costi che sarebbero ampiamente coperti da una sana gestione dell’infrastruttura, con treni numerosi e frequentati».
Bellagamba non vuol nemmeno sentire parlare di smantellamento: «Non si perda l’occasione di modernizzare in maniera intelligente e sostenibile il nostro territorio – afferma –. Nel corso dell’ultima “Festa della ferrovia” l’urbanista dei trasporti Alberto Rother Rutter di Trieste e il prof. Gabriele Bariletti dell’università Roma Tre hanno spiegato come le ferrovie secondarie rivestano un’importanza fondamentale nel moderno sistema di trasporti.
Del resto le grandi città come Roma o Milano non riescono più ad assorbire tutto il traffico veicolare e si cominciano a vedere notevoli difficoltà anche nei centri medio-piccoli, sempre più alle prese con caos e inquinamento da polveri sottili».
FERROVIA FANO-URBINO: OPINIONI
Cosa pensano alcuni sindaci sull’ipotesi del ripristino della ferrovia
Olga Valeri – Cartoceto
SI – Potrebbe essere la soluzione per ridurre l’utilizzo delle auto. Tuttavia la linea attraversa Lucrezia e interseca alcune zone molto urbanizzate. Sarebbe necessario studiare un percorso alternativo e poi il convoglio dovrebbe essere all’avanguardia, automatizzato ed ecologico.
Fabio Cicoli – Saltara
SI – Sono favorevole ad una metropolitana di superficie a bassissimo impatto ambientale, utilissima per collegare agevolmente i centri della Valle del Metauro con Fano – dove è già da qualche tempo operativo il nodo di scambio alla stazione ferroviaria – e con la linea Adriatica.
Tarcisio Verdini – Montemaggiore al Metauro
SI – Sono d’accordo a prendere in considerazione progetti di ripristino. Una navetta veloce, in grado di servire tutta la vallata, potrebbe essere utile a valorizzare il turismo e l’economia dell’entroterra, ma anche a rispondere in maniera intelligente al sistema del trasporto locale.
Marta Falcioni - Serrungarina
NO – Credo che ripristinarla sia troppo costoso e il numero di utenti sarebbe insufficiente a mantenere la gestione in attivo. Sono invece favorevole a trasformare la linea in pista cicloturistica per collegare i centri della vallata.
FERROVIA FANO-URBINO: OPINIONI
Cosa ne pensano alcuni cittadini
Ivaldo Verdini
Infrastrutture: attirare anche i capitali privati
L’opinione di Ivaldo Verdini, rappresentante PD: «Gli investimenti sono il sale dell’economia. È giunto il momento che tutti gli enti pubblici guardino al futuro e realizzino progetti in grado di attirare investimenti pubblici e privati per riattivare vecchie tratte ferroviarie, costruirne di nuove, realizzare piste ciclo-pedonali per la vallata del Metauro e per le aree interne, grande volano per l’economia. Positiva è la nascita di NTV (Nuovo trasporto viaggiatori) società privata guidata dal Luca Cordero di Montezemolo poiché aumenta la concorrenza». Sul locale la proposta che lancia Verdini è quella di «trasformare la tratta ferroviaria Fano-Fossombrone in pista ciclo-pedonale; realizzare la nuova tratta ferroviaria di collegamento tra Fossombrone e Pergola, per garantire l’aggancio con Fabriano e quindi con l’Umbria e Roma. Dall’altro lato, riattivare il tracciato ferroviario tra Fossombrone ed Urbino, già esistente, e realizzare la nuova linea ferroviaria fino a S. Arcangelo di Romagna, garantendo così una connessione sulla linea adriatica».
Carlo Bellagamba
Dall’associazione Ferrovia Valle Metauro un’altra ipotesi
L’Associazione ha l’obiettivo di rivitalizzare la ferrovia Fano-Urbino. Compie interventi di ripulitura e raccoglie reperti ferroviari conservati nella stazione di Fermignano. Ha anche un gruppo operativo per le operazioni di Protezione Civile. Interessante il documento distribuito dall’Associazione dove si propone la riapertura della ferrovia, con tanto di dati alla mano e la realizzazione di un percorso alternativo per una pista ciclabile.
Umberto Bernasconi
Occorre fare presto
Un invito a procedere alla realizzazione di piste ciclabili è venuto da Umberto Bernasconi, rappresentante dell’associazione For.bici di Fano, che ha come obiettivo la promozione delle attività in bicicletta. Nel suo intervento ha sottolineato la necessità di fare presto perché la bicicletta ha tutto il diritto di essere considerata alla pari degli altri mezzi di locomozione, con il vantaggio della sostenibilità.
Carlo Ruggeri
…e la metropolitana di superficie?
Dura presa di posizione da parte di Carlo Ruggeri, ex-consigliere di minoranza a Fossombrone, sul progetto avanzato dal presidente Ricci di trasformare la ferrovia in pista ciclabile. «Finisce così ogni speranza di una metropolitana di superficie che sarebbe stata un toccasana per tutta la vallata, per il turismo di qualità diretto verso Urbino, per un risveglio della frequenza universitaria, per una rivalutazione dei paesini lungo il tracciato, per un ridestarsi di fantasia di accoglienza lungo la tratta, ma anche per una possibilità di collegamenti leggeri e veloci di tipo economico». Ruggeri continua: «Ricci si comporta come d’altronde fece Ucchielli, che distrusse ogni speranza nella strada intervalliva Fabriano-Pergola-Fossombrone, la quale sarebbe stata un toccasana a favore della costa e dell’interno per il decisivo sviluppo economico della Valle del Metauro e per il rilancio dell’occupazione, specie giovanile. Pur prevedendo il nuovo tracciato della ferrovia accanto alla superstrada nel Piano Territoriale di Coordinamento, credo – conclude Ruggeri – che di tutto ciò non sarà mai realizzato nulla».
FERROVIA FANO-URBINO: OPINIONI
Ramo secco o opportunità?
Sono sotto gli occhi di tutti i disagi che ci troviamo ad affrontare quotidianamente quando ci spostiamo, in auto, verso i centri maggiori della valle. Meno visibili, nell’immediato, ma altrettanto importanti sono gli effetti dell’inquinamento dell’aria provocato dalle polveri sottili. È tempo, anche per il nostro territorio, di compiere scelte strategiche che abbiano effetti positivi sulla vita quoditiana e sullo sviluppo del sistema economico e turistico. Per questo è necessario individuare una soluzione per il famoso “ramo secco” trasformandolo in opportunità. Siamo già in ritardo rispetto al resto d’Europa. Presentiamo l’esempio della ferrovia della Val Venosta, in provincia di Bolzano, come esempio di best practice (buona pratica). In tutto questo contesto, importante è l’attività svolta dall’Associazione Ferrovia Valle del Metauro che si batte per la sua riapertura.
COSA FANNO GLI ALTRI
Fra le tante iniziative sparse per l’Europa di ripristino e riconversione di ferrovie inattive ne abbiamo scelti due: una inglese e una italiana.
Alcune volte basta semplicemente guardarci attorno e vedere quello che fanno gli altri per avere un feedback sulla validità di una proposta su cui si sta discutendo.
Abbiamo contattato Mike Wood, membro del Parlamento inglese, che nel 2000 ha dato avvio ad un progetto conosciuto come Spen Valley Greenway (la via verde nella valle del fiume Spen). Si tratta di una pista lunga 11 km che percorre una vecchia linea ferroviaria dismessa compresa tra le città di Bredford e Dewsbury nello Yorkshire occidentale, nord Inghilterra.
«Ho contribuito, nel 1998, a fare acquistare la linea a “Sustrans”, l’Associazione nazionale inglese che si occupa di trasporto sostenibile. La “via verde” è stata inaugurata nel 2000 e da allora è utilizzata da pedoni, ciclisti e persone a cavallo. Oggi questa esperienza è molto conosciuta. Una ricerca condotta solo nove mesi dopo la sua apertura indicava che circa 770 persone al giorno utilizzavano il percorso».
Gli abitanti stessi hanno dichiarato che l’uso della pista ha migliorato la loro salute e la qualità della vita. L’intero progetto è costato 730 mila sterline (circa 830 mila euro) per la costruzione ed altre 250 mila sterline (280 mila euro) per l’acquisto di opere d’arte contemporanea, installate lungo il percorso rendendo la pista un museo all’aperto. La manutenzione è oggi affidata a Sustrans.
«Mi sento affettivamente molto legato alla Greenway – continua Mike Wood – quando il terreno diventò disponibile stimolai la creazione di un gruppo che lavorasse ad un progetto. L’alternativa sarebbe stata costruire case o fabbriche su quei terreni». Il progetto prevede anche lo spazio utile per far passare la linea di un tram leggero a rotaia accanto alla pista.
«L’anno scorso la pista è stata chiusa a causa dei lavori di escavazione di un acquedotto. Ho combattuto molto contro questa scelta perché ero convinto che ci fossero alternative. Oggi i lavori sono finalmente terminati e la pista è stata riaperta ma ci vorranno alcuni anni perché il paesaggio ritorni ad essere quello di prima. Questi lavori hanno anche compromesso la possibilità di realizzare il tram leggero a rotaia, anche se ci sarebbero gia stati fondi disponibili per realizzare l’opera. Al di là di questi ultimi sviluppi, sono convinto che l’esempio della Greenway possa essere replicato ovunque, anzi vi invito a farlo perché si tratta di un progetto molto stimolante!».
In Inghilterra le piste ciclabili hanno una loro classificazione, come le normali strade, e la Greeway è la pista nr. 66 del circuito nazionale delle ciclabili. Lungo il suo percorso sono state installate opere d’arte, aperti punti di ristoro per la sosta e stazioni di servizio per le biciclette. La pista è utilizzata da pedoni, ciclisti ed è accessibile sia da diversamente abili con carrozzine che dagli amanti del cavallo. Il network delle piste ciclabili inglesi è gestito dall’Associazione Sustrans.
Ferrovia Merano-Malles
UN ESEMPIO DI TRASPORTO LOCALE INTELLIGENTE
La ferrovia della Val Venosta, conosciuta anche come “Ferrovia Merano – Malles” è una linea ferroviaria che corre interamente nella Provincia Autonoma di Bolzano. La linea, inaugurata nel 1906, venne chiusa dopo varie vicissitudini dalle Ferrovie dello Stato nel 1990 in quanto considerata “ramo secco”. La Provincia Autonoma di Bolzano la acquistò alla fine degli anni ’90 e, grazie ad un lavoro di ammodernamento, è entrata di nuovo in funzione del 2005. La ferrovia ha una lunghezza di 56 km ed è servita da moderni treni diesel dotati dei migliori confort. I treni sono accessibili anche ai diversamente abili in carrozzina. Il sistema prevede inoltre una forte intermodalità con gli autobus che hanno il capolinea presso le stazioni più importanti.
Treno e bicicletta: la proposta del presidente della Provincia Matteo Ricci
LA SFIDA DEL TRASPORTO PER LA VALLE
Treno e bicicletta nel piano strategico della mobilità per la valle del Metauro, se ne è parlato all’incontro organizzato a Serrungarina nell’ottobre 2010.
Per quanto riguarda la ferrovia, Matteo Ricci ha lanciato la teoria della “Y” che prevede la costruzione di un collegamento tra Fossombrone e Pergola il quale andrebbe cosi a congiungersi con l’attuale tratta esistente Pergola-Fabriano. In questo modo, Fabriano diventerebbe lo snodo di accesso per il nostro entroterra a Roma e quindi all’alta velocità. «Non è impensabile realizzare 15 km di nuova ferrovia – dice il presidente Ricci – Fossombrone diventerebbe così la stazione di riferimento delle aree interne della provincia». L’altra “gamba” della Y sarebbe costituita da un prolungamento della ferrovia verso Arezzo lungo il tracciato della Fano-Grosseto, creando così un secondo collegamento con la linea tirrenica dell’alta velocità. «Per quanto riguarda la Fano Urbino – continua Ricci – è impensabile riaprire la ferrovia sul tracciato attuale. Occorre lasciare da parte la nostalgia e pensare invece ad una nuova tratta che percorra la superstrada». La proposta è quella di trasformare la vecchia linea ferroviaria in pista ciclabile. L’ipotesi è quella di mantenere i binari (i costi di smaltimento sarebbero troppo alti) e applicare delle piastre prefabbricate che si incastrerebbero sul binario stesso. La bicicletta, in quest’ottica viene ad essere concepita come vero e proprio mezzo di trasporto e le piste ciclabili diventano vere “infrastrutture del benessere”.
La pista ciclabile Fano-Pesaro è una realtà e nella vallata del Foglia si sta già lavorando ad altri progetti simili. «In questo modo si arriverebbe a creare un sistema di piste ciclabili di circa 70 km che collegherebbero Pesaro, Fano e Urbino – continua Ricci - uno dei percorsi ciclabili più belli d’Europa». In termini ancora più concreti, sottolinea Ricci, la pista ciclabile nelle frazioni di Tavernelle, Calcinelli e Lucrezia potrebbe costituire un’alternativa valida alla mobilità di tutti i giorni visto che le distanze tra questi paesi sono veramente ridotte.
UN CONVEGNO SUL FUTURO DELLA FERROVIA
“Urbino e la Ferrovia: tesori da non perdere, tesori da riscoprire, tesori da valorizzare” è il titolo del convegno organizzato dal Legambiente di Urbino, dall’Associazione FVM (Ferrovia Valle del Metauro) di Fano e dal FAI di Pesaro. Si è partiti con il descrivere lo scontro tutto italiano tra trasporto pubblico su rotaia e gomma che ha contrapposto gli interessi delle lobbies dell’autotrasporto. Al contrario in Europa, si è mantenuto un concetto più consapevole e maturo del trasporto su ferro. È necessario quindi arrivare ad un sistema che integri i due mezzi. Un simile parallelismo, si è detto, vale anche per la questione “pista ciclabile o ferrovia”: entrambe possono convivere e prosperare a tutto vantaggio della comunità, grazie ad un coordinamento dei sistemi. Tra le riflessioni è emerso che la ferrovia rappresenta un modo semplice e sicuro per far uscire il Montefeltro e la valle del Metauro dall’isolamento nei confronti della rete ferroviaria nazionale.
È stata presentata l’esperienza della Ferrovia altoatesina che, dopo anni di chiusura, è stata aperta nuovamente al traffico sulla tratta Bolzano-Merano-Malles con un successo straordinario: quasi tre milioni di passeggeri nel 2010 in un territorio con soli quarantamila abitanti. La replicazione dell’esperienza sul territorio della Provincia di Pesaro-Urbino avrebbe una forte attrattiva per il turismo d’oltralpe con un deciso aumento delle attuali presenze.
Il treno, si è detto, darebbe anche un grande impulso all’Università e al turismo creando posti di lavoro. Per fare questo è necessario però che si creino tavoli di lavoro a cui partecipino soggetti pubblici e privati e dove politici e tecnici si confrontino senza pregiudizi.
Da: www.ilmetauro.it del 25/6/2011
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Priorità alla pista ciclabile
Fronte unico tra Comune e Provincia per difendere l’ospedale, servizi rafforzati
Fossombrone Tutti soddisfatti e sorridenti. L’intesa tra Provincia e Comune di Fossombrone è stata confermata al termine dell’incontro in Quadreria Cesarini tra i due esecutivi. Il Comune è pronto a compartecipare sia alla manutenzione della Flaminia che attraversa la città ( i lavori del primo tratto iniziano la prossima settima) sia alla realizzazione della pista ciclabile che rappresenta un piano deliberato dall’intero consiglio provinciale. La Regione dovrà adeguare il proprio piano infrastrutturale e richiedere la dismissione della vecchia tratta ferroviaria, per arrivare ad una trattativa con le Ferrovie allo scopo di ottenere la linea in concessione gratuita. Il finanziamento della ciclabile potrà avvenire per un primo tratto simbolico con risorse della Provincia, dei Comuni di Fossombrone e Serrungarina che si sono detti disponibili e di altri Comuni che vorranno partecipare, mentre per la parte più consistente si punterà sui fondi europei. La pista potrà essere realizzata sul vecchio sedime della ferrovia, coprendolo con massicciata o con lastre in cemento. Tra gli altri obiettivi sottoscritti la rotatoria all’uscita di Fossombrone Ovest, sostegno al progetto della nuova biblioteca Passionei e gestione delle foreste demaniali regionali delle Cesane.Roberto Giungi
Da: Corriere Adriatico del 3/8/2011
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Ripristinare la ferrovia Fano-Urbino
Capucci e Gambioli contrari alla pista ciclabile, all’entroterra servono infrastrutture
“Una pista ciclabile Fano-Urbino è assurda e improponibile”. A sostenerlo è l’ex assessore alla Protezione civile e Sport del comune di Fermignano Alessandro Capucci che spiega: “Basta un esempio per capire quanto un’operazione del genere potrebbe essere costosa. Le gallerie sono al buio, andrebbero tutte illuminate per accogliere qualche ciclista ogni tanto. Chi vuole sostenere queste spese? Ottimo sarebbe, invece, far riaprire la ferrovia, prevedendo anche una tratta che unisca Fossombrone a Pergola, senza considerare proprio un tratto parallelo alla Fano-Grosseto”. Altro che pista ciclabile, insomma, all’entroterra servono infrastrutture e chi chiede la riapertura della tratta ferroviaria, non lo fa certo per nostalgia, ma per aiutare la viabilità dell’entroterra, spesso fatta di tratti di non facile percorrenza. “Riaprire la vecchia ferrovia – prosegue Capucci – sarebbe d’aiuto anche per limitare la mole di traffico sulle strade che è già difficile sostenere e che, se le cose restano così, è destinata soltanto ad aumentare”.A sostenere il ripristino c’è anche il segretario regionale del Pri Marche, il cagliese Giuseppe Gambioli. “Il ripristino è necessario – spiega – anche perché è impossibile sostituire la ferrovia Fano-Urbino con una pista ciclabile e promettere, in futuro, di costruire una nuova ferrovia a fianco della Fano-Grosseto. Non è tempo di promesse da marinaio, ma di serietà e pragmaticità se vogliamo un futuro migliore per le nuove generazioni. L’invito è a non dar credito a chi dice che il vecchio tracciato ferroviario non è più idoneo al ripristino e lo studio della Svim spa, sostenuto da chi vorrebbe la soppressione della ferrovia, è completamente sbagliato poiché mette a bilancio il rifacimento dei viadotti e delle gallerie che in realtà sono in buono stato e conteggia per ben due volte le opere di automazione”. Solo scuse, insomma, a sentire chi il ripristino della ferrovia lo sostiene, quelle a sostegno della pista ciclabile, che potrebbe esserci anche a prescindere dal treno o, magari, in un sistema di complementarietà che permetta ai turisti in bici di passare in treno da costa a entroterra. “Non può esserci – prosegue Capucci – una provincia felice a metà. La sua provincia felice, quella che rende fiero Ricci, dovrebbe essere felice anche nell’entroterra. Non si può continuare a fare felice solo la costa, perché capace di garantire un maggior bacino di voti ma serve aiutare a vivere bene anche chi sceglie di restare nell’entroterra”.
Da: www.corrierenazionale.it del 6/8/2011
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Tosi sulla Fano-Urbino: “Qualcosa sembra muoversi”
18/08/11 Fano (Pesaro Urbino)- Sulla linea ferroviaria Fano-Urbino interviene Enrico Tosi. “Finalmente qualcosa si muove a proposito della vecchia ferrovia Fano Urbino: la Provincia di Pesaro Urbino e i Comuni di Fossombrone e Serrungarina vogliono realizzare una pista ciclabile sui binari di loro competenza. Qualche mese fa, evidentemente convinti dal clamoroso successo della Fano Pesaro, erano stati i capigruppo della maggioranza in Consiglio comunale a Fano a presentare una mozione favorevole alla pista ciclabile, sulla quale si spera convergano i capigruppo della minoranza”. “Si aprono quindi scenari molto interessanti per una struttura che, così com’è, da un lato non produce alcun beneficio per il territorio e dall’altro rappresenta per le ferrovie un costo di cui sarebbero liete di liberarsi. Si attende quindi che la Regione Marche accolga la richiesta della Provincia di Pesaro di dismettere questo bene collettivo che, se ben sfruttato, può rappresentare una risorsa importante innanzitutto in campo turistico, come dimostra per esempio la ciclabile della Valsugana che muove 250.000 cicloturisti all’anno, con grande soddisfazione dei 130 alberghi dislocati lungo gli 80 km del suo percorso (cfr. La Repubblica del 17/8/2011)”.“La pista ciclabile è solo una parte di un progetto ben più ambizioso lanciato 15 anni addietro, in grado di stimolare tutta l’economia della valle del Metauro; e in un periodo di crisi come quello che attraversiamo ogni occasione dovrebbe essere colta per favorire lo sviluppo; nel nostro casi si tratta di costruire una ‘autostrada informatica’ che dà la possibilità di trasmettere presto e bene enormi quantità di dati attraverso le fibre ottiche”. Quanto siano importanti le autostrade virtuali con fibre ottiche è dimostrato dal fatto che arrivano sempre più frequenti notizie di aziende che delocalizzano ”inseguendo non più il minor costo del lavoro ma la maggiore disponibilità di connessione …; le imprese manifestano una sempre maggiore insofferenza per il gap infrastrutturale dei territori …; la mancanza di banda larga può essere una ragione sufficiente per chiudere sedi e spostarsi altrove … (cfr: La Repubblica – Affari & Finanza 11/7/2011: “Banda larga, miracolo a Milano: Telecom ha detto sì)’.
“Attenzione: la ‘banda larga’ di cui si parla non è quella di cui normalmente si dispone ma una connessione ad altissima capacità che efficienza, la cui assenza oggi determina il vero ‘divario digitale’.
E’ quindi aperta la concorrenza in questo campo; i territori che realizzeranno per primi queste nuove strutture di collegamento saranno avvantaggiati rispetto agli altri.
Potrebbe essere proprio il nostro caso perché da noi non esistono i problemi che normalmente si incontrano nei sottosuoli fortemente urbanizzati (fognature, acquedotti, cavi elettrici, ecc.) in quanto una sede ‘naturale’ per le fibre ottiche è già pronta: è il sedime della vecchia ferrovia che unisce senza interruzione la costa all’entroterra; e, a fronte di enormi benefici per aziende, operatori turistici, Comuni, ecc. i lavori per la ciclabile rappresenterebbero un ‘effetto collaterale’ relativamente poco costoso di cui le stesse compagnie di telecomunicazione potrebbero farsi carico”.
Da: www.fanoinforma.it del 18/8/2011
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Autobus di ultima generazione per la tratta Pesaro-Fano-Urbino-Roma
Fano (Pesaro Urbino)- Tv satellitare, sedili ortopedici, un radar di sicurezza. Sono alcune delle caratteristiche dei due nuovi autobus di ultima generazione che AMI utilizzerà per collegare la provincia a Roma.“Se al momento di rilanciare il collegamento con la capitale – ha spiegato il presidente di AMI, Giorgio Londei – avevamo parlato di una sorta di scommessa, oggi si tratta di una convinta scelta imprenditoriale: Roma è un punto di riferimento straordinario, che arricchisce la nostra già ampia offerta di trasporto”.
“In tutto il 2009, i passeggeri sulla tratta Pesaro-Roma sono stati circa 16.900 – ha detto Londei -. Allora ci facemmo guidare dall’istinto e dalla forza della tradizione: abbiamo potenziato il collegamento, aggiungendolo anche nei giorni festivi, e abbiamo utilizzato un autobus di prestigio, sul quale sono stati implementati una serie di servizi utili per i viaggiatori: collegamento wi-fi e prese elettriche, accanto alle poltrone reclinabili, ma anche la possibilità di un rientro nel tardo pomeriggio da Roma, in modo da favorire soprattutto gli studenti universitari, e la possibilità di acquistare il biglietto sul web (www.adriabus.eu)”.
Una scelta che ha premiato l’azienda, visto che nel 2010 i passeggeri sono stati complessivamente oltre 18.000 e nei primi 8 mesi di quest'anno sono già a quota 13.000.
“I nuovi autobus presentati a Fano – ha precisato il direttore generale Massimo Benedetti -, aggiungono due plus al comfort e alla sicurezza: sono entrambi dotati della tv satellitare, perfettamente funzionante durante il viaggio, e di un sofisticato dispositivo di frenatura automatica in caso di presenza di un ostacolo improvviso lungo la carreggiata”. “Ogni mezzo percorre oltre 750 chilometri al giorno – ha aggiunto - e quindi abbiamo la necessità di rinnovarlo mediamente ogni 5 anni. Ma la nostra più grande soddisfazione sta nel presentare sempre nuovi investimenti per un servizio che non gode di alcun contributo pubblico e che pure riesce ad essere economicamente in equilibrio”.
Il collegamento Pesaro-Fano-Urbino-Roma, che conferma anche le fermate a Acqualagna, Cagli e Cantiano, sarà garantito – dal lunedì al sabato - da due coppie di autobus, con arrivo a Roma Tiburtina alle ore 10.30 e 19.30; la domenica, invece, è previsto un solo collegamento, con partenza da Pesaro sempre alle ore 5.55 e ripartenza dalla capitale alle ore 18.00, con arrivo a Pesaro alle ore 22.50. Il costo del biglietto di corsa semplice è mediamente di 32 euro.
Dallo scorso mese di agosto, dopo un’analisi di customer satisfacion, la validità del biglietto di andata-ritorno è stata portata da 3 a 4 giorni e ad un prezzo scontato: “Un allungamento – ha precisato Oddo Bucci, amministratore della società F.lli Bucci, che gestisce insieme all’AMI il collegamento per Roma – che abbiamo concesso perché costituisce un’attenzione in più verso i viaggiatori e ci differenzia nettamente dal trasporto su rotaia”.
“Gli investimenti di AMI sul collegamento per Roma – ha concluso Rodolfo Peroni, che rappresenta nel consiglio dell’azienda il comune di Fano – spingono tutta la nostra provincia ad integrarsi ulteriormente con Roma: certamente significano garantire un servizio a basso costo per studenti, operatori, famiglie che si muovono per necessità su questa tratta, ma aprono ulteriormente le porte ad un turismo nazionale e, soprattutto, internazionale, che va a beneficio delle nostre città, le quali devono farsi trovare pronte dal punto di vista della ricettività e della qualità dell’offerta”.
Redazione Fanoinforma.it del 30/09/11
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Gambioli del Pri a Ricci e Pelagaggia
“Meglio la ferrovia
Lo studio Svim è inattendibile”
Fossombrone La pista ciclabile è la scusa buona per sopprimere del tutto la ferrovia. Giuseppe Gambioli, segretario regionale del Pri, non parla il politichese: “Lo studio Svim è una patacca che viene riproposta da chi testardamente vuole sopprimere definitivamente la ferrovia Fano-Urbino e sostituirla con una pista ciclabile. Tra questi il presidente della Provincia Ricci e il sindaco di Fossombrone Pelagaggia. Quest’ultimo cita lo studio Svim per convincere i suoi concittadini che rimangono scettici e auspicano la riapertura della ferrovia”. Cosa esamina lo studio Svim? “Lo studio è stato ordinato con l'idea di realizzare la pista ciclabile comunque e non prende in considerazione alcuna soluzione a favore della ferrovia. Quindi fa un elenco di vincoli fisici e ambientali, chiamate “strozzature”, contro il suo ripristino”. Vale a dire? “Si inventano di sana pianta ostacoli inesistenti e se ne enfatizzano altri con l'intento di dimostrare la non convenienza se non l'impossibilità di riaprire la tratta. Tra gli “ostacoli fisici” maggiori si considerano l'arretramento dell'autostrada A14 nei pressi di Carrara e la futura interquartieri a Fano. Secondo lo studio Svim, l'ostacolo dell’interquartieri è rappresentato dal costo di un sottopasso”.Non lascia a desiderare l’ipotesi dell’arretramento dell’autostrada? “Infatti è un problema inesistente perché non sarà fatto”. La seconda questione? “E’ pretestuosa poiché si vorrebbe rinunciare a una ferrovia a servizio di un’intera vallata per evitare la spesa di un sottopasso di una strada di quartiere ancora da costruire”. Volendo fare una sintesi, come stanno le cose? “In poche parole la vallata del Metauro dovrebbe diventare una zona super protetta in cui non può passarci nemmeno il treno. Incredibile, ma nello studio si dice questo. Mentre in tutto il mondo il treno viene visto come il mezzo di trasporto più ecologico nello studio Svim viene demonizzato chissà perché. Non ci siamo proprio. Le prove ci sono”.
Da: Corriere Adriatico del 4/10/2011
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In prima fila Zaffini, Cancellieri e Mochi. Il saluto di Galuzzi
La ferrovia per un nuovo sviluppo
Il progetto alla Festa della stazione
Fermignano La tratta ferroviaria Fano - Fossombrone – Fermignano - Urbino va ripristinata perché “spina dorsale” che collega la città ducale con la costa e unica possibilità per rivitalizzare la promozione turistica. Alle stazioni vanno collegata piste ciclabili per l’escursione del territorio. Questo il messaggio ribadito a Fermignano in occasione della dodicesima “Festa della stazione” organizzata da Fvm Ferrovia Valle Metauro con la collaborazione di Comune, Regione Marche, gruppo metaurense della Protezione Civile, Pro loco, Fai e Legambiente Urbino. C’è stato un fugace saluto agli organizzatori, al momento dell’alzabandiera, dell’assessore provinciale Massimo Galuzzi e la partecipazione all’incontro successivo del consigliere regionale Roberto Zaffini e dei sindaci di Fermignano Giorgio Cancellieri e Piobbico Giorgio Mochi. Zaffini dichiara: “Non ha senso la pista ciclabile al posto della ferrovia, ve li immaginate i turisti che arrivano a Urbino tutti sudati e con la lingua fuori? Vi arriverebbero, eventualmente, solo gli atleti i quali scelgono altri percorsi. Qui si tratta di impostare un discorso preciso per la promozione turistica vera. Solo il treno può garantire un collegamento efficace. Se poi ci sono percorsi da effettuare nella cittadine della vallata ben vengano, nessuno sarà mai contrario alle piste ciclabili collegate alla ferrovia”.Il primo cittadino di Fermignano Cancellieri: “Bisogna essere chiari. Prima di tutto bisogna lavorare con tutte le energie al completamento della Fano-Grosseto. In seconda battuta c’è la ferrovia. Ma che sia tale e non pista ciclabile. Piuttosto se ci sono i soldi per fare quest’ultima, meglio impiegarli per la strada ferrata. Tutto questo va detto al di fuori di ogni demagogia”. Giorgio Mochi, sindaco di Piobbico: “Fuori da ogni logica una pista ciclabile dei privati che stanno a cuore al presidente Ricci. Stiamo perdendo il lume della ragione. Bisogna rimettere in discussione tutta la politica territoriale. L’ospedale unico, tanto per fare un altro esempio, va costruito a Bellocchi perché vicino all’autostrada e alla superstrada che serve l’entroterra. Di questo passo come si può affrontare un’emergenza a Piobbico?”. Il Circolo Legambiente Le Cesane di Urbino scrive che senza ferrovia Urbino si isola sempre più.
r.g.
Da: Corriere Adriatico del 10/10/ 2011
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Ferrovia Fano-Urbino, la Regione vota a favore della dismissione: “Nessun interesse per il ripristino”
La Regione Marche ha espresso parere favorevole alla dismissione della linea ferroviaria Fano-Urbino. Su proposta dell’assessore alle Infrastrutture, Luigi Viventi, la Giunta regionale ha risposto alle richiesta del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che sollecitava una decisione in merito, a seguito della rinuncia della concessione di servizio da parte di Rete Ferroviaria Italiana (Rfi). “Abbiamo assecondato le ripetute richieste della Provincia di Pesaro e Urbino di procedere alla dismissione definitiva, in quanto interessata a riconvertire l’aerea dell’ex sede ferroviaria - sottolinea Viventi -. La decisione comunicata al Ministero tiene conto anche del fatto che Rfi non è più intenzionata a ripristinare il collegamento ferroviario, per cui, come Regione, autorizziamo Rfi e la Provincia a instaurare rapporti diretti per un miglior riutilizzo pubblico della vecchia linea. Il servizio passeggeri e merci sulla linea ferroviaria Fano-Urbino è stato soppresso nel 1987, previa autorizzazione del ministero dei Trasporti. Attualmente viene effettuato un sevizio sostitutivo, con autolinea, finanziato dalla Regione Marche. La concessione per la gestione dell’infrastruttura ferroviaria prevede la possibilità di dismissione, una volta acquisiti i pareri ministeriali e della Regione.Rfi, già nel 2002, rinunciava alla concessione di esercizio per le difficoltà economiche e gestionali connesse all’effettuazione del servizio. Nel 2003 il Ministero chiedeva alla Regione il proprio parere, nell’ambito della programmazione dei servizi locali. La Regione, nel 2005, invitava il Ministero a soprassedere alla chiusura. Nel 2010 la Provincia di Pesaro e Urbino, invece, ha richiesto ripetutamente la ripresa dell’iter di dismissione e l’assegnazione all’Amministrazione provinciale dell’area della linea, per realizzare l’asse portante della rete di piste ciclabili della provincia, lungo la Valle del Metauro. Sempre nel 2010 la Provincia ha inviato alla Regione e a Rfi la delibera con cui si chiedeva di procedere alla dismissione definitiva e sollecitato la Regione, anche nel 2011, per esprimere il necessario parere al Ministero. La Regione ha nuovamente avviato contatti con Rfi per valutare l’ipotesi di una riattivazione della linea, non trovando la dovuta adesione per la scarsa frequentazione della tratta ferroviaria. Conseguenza logica e definitiva – conclude Viventi - è stata, pertanto, l’invio del parere favorevole al Ministero, in quanto la contrazione delle risorse statali, per il settore, non concede possibilità di ulteriori ripensamenti”.
Da: fanoinforma del 17/10/2011
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Ferrovia Fano-Urbino, D’Anna: “Quella della Regione scelta contradditoria e arrogante”
“La scelta della Giunta Regionale delle Marche relativamente alla dismissione definitiva della linea ferroviaria Fano-Urbino è contraddittoria e arrogante – dichiara Giancarlo D’Anna-. Contraddittoria perché dopo aver inserito gli scorsi anni l’infrastruttura nell’accordo di programma tra le priorità infrastrutturali con la decisione di oggi la Giunta si rimangia non solo un impegno ma certifica una scelta che ancora una volta favorisce il trasporto su gomma e le lobby ad essa collegate come l’inquinamento da PM10. Arrogante perché a pochi giorni dalla XXII Festa della Stazione di Fermignano, nodo importante della Fano-Urbino, che tra l’altro ha visto il patrocinio della stessa Regione Marche e dopo una richiesta di incontro inoltrata al presidente della Commisione Giancarli per parlare della vicenda, la Regione chiude definitivamente il dialogo con chi, come l’Associazione Ferrovia del Metauro da anni si adopera concretamente per una valida alternativa al traffico su gomma.Poco interessa l’attenzione di diverse associazioni inglesi per un recupero turistico della tratta, poco interessa ridurre inquinamento e isolamento dell’entroterra, poco interessasa che solo pochi mesi orsono il Corriere delle Sera ha dedicato un’intera pagina alla Fano Urbino auspicando la sua riapertura. Una scelta miope che si nasconde dietro la crisi per rimangiarsi l’inserimento tra le priorità dell’accordo di programma Stato – Regione. In questi mesi si è alimentato un falso dibattito tra ciclabile e ferrovia come se una escludesse un’altra, ma così non è. La Fano-Urbino fu chiusa per la miopia e per favorire il privato. Oggi si vuol chiudere definitivamente un capitolo per aprirne un’altro poco chiaro. Senza i vincoli di rispetto imposti dalla presenza della ferrovia, cosa accadrà sul nostro devastato territorio dopo lo stupro del fotovoltaico?”.
Da: fanoinforma del 17/10/2011
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Udc su ferrovia: “Le dichiarazioni di D’Anna sono incoerenti”
18/10/11 Fano (Pesaro Urbino)- “In merito alla decisione di dismissione della tratta Fano – Urbino da parte della Regione Marche, si ripristini la verità, perché le dichiarazioni di Giancarlo D’Anna sono irreali e incoerenti”. Ad intervenire sono Davide Delvecchio e Pierino Cecchi dell’Udc.“Nei fatti l’assessore alle Infrastrutture, Luigi Viventi, ha risposto alle richiesta del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che sollecitava una decisione in merito, a seguito della rinuncia della concessione di servizio da parte di Rete Ferroviaria Italiana (Rfi).
“Rfi, già nel 2002, rinunciava alla concessione di esercizio per le difficoltà economiche e gestionali connesse all’effettuazione del servizio come si evince dalla delibera di Giunta Regionale n. 34 del 08/11/10 - Piano Regionale infrastrutture trasporto merci logistica al comma 3.4.6 così recita = ‘Ripristino della linea Fano-Urbino …., dismessa da Trenitalia da parecchi anni, posta in vendita dall’immobiliare Ferroviaria e richiesta dalla Regione in comodato per evitarne il frazionamento e quindi la definitiva perdita.
Su tale linea uno studio di fattibilità condotto da SVIM su commessa della Regione e degli Enti Locali, ha negato la fattibilità economica sulla base di una logica cumulativa del costo del ripristino + il costo della gestione, ma tale fattibilità può essere raggiunta sul solo costo di gestione, a condizione che venga assunto l’onere di sostenere la spesa di ripristino a fondo perduto. Considerato che tale ipotesi non è sostenibile per la Regione, perché richiederebbe non solo il rifacimento della banchina e del binario, ma anche la realizzazione di opere sostitutive per gli oltre 50 Passaggi a livello esistenti, si può coerentemente stabilire di salvaguardane il sedime, trasformato in pista ciclabile, per avere una futura possibilità di intervento.
Come è noto, la linea ferroviaria Fano/Urbino (km 48,6 di linea con 14 ponti, 8 gallerie, 5 viadotti) è stata chiusa all’esercizio alla fine degli anni ottanta in quanto, in base al piano formulato dal Ministero dei Trasporti e da FS s.p.a., non raggiungeva livelli accettabili di redditività……... La Regione Marche sta operando da diversi anni per il riutilizzo.
Sia attraverso l‟affidamento di uno studio per l’utilizzo ferroviario o in alternativa per altri usi legati al trasporto ( tramvia, pista ciclabile,..) sia attraverso la richiesta inoltrata nel corso del 2005 a RFI di avere in comodato d’uso l’intero compendio delle aree ferroviarie della tratta Fano – Urbino, allorché la società espresse la volontà di alienare al pubblico incanto il bene dismesso. RFI non ha mai dato risposte ufficiali all’ipotesi del ripristino, anche in considerazione del fatto che l’eventuale riapertura richiederebbe notevoli spese per demolizioni, consolidamenti, rettifiche di tracciato, opere sostitutive dei P.L. e non ultimo, il reperimento di un gestore della linea.
In tal senso si inquadra la richiesta inoltrata al Genio Ferrovieri per il ripristino e l‟esercizio, che non ha però dato i risultati attesi, dal momento che il Genio ha ribadito l‟indisponibilità alla gestione e la parziale disponibilità ad occuparsi dell‟esecuzione dei lavori a spese del committente Regione o Stato’.
Quindi come sosteniamo da diversi anni, le carte parlavano già in maniera inequivocabile, RFI e il Genio Ferrovieri non erano disponibili ad una riattivazione, peraltro impensabile sull’attuale tracciato e le decisioni della Regione Marche e dell’Ass.re Viventi erano inevitabili.
Il consigliere Regionale D’Anna dovrebbe conoscere i documenti prodotti in Regione, non è certo con il populismo inconcludente che si ottengono risposte per il territorio. Ora si lavori per l’utilizzo della tratta ferroviaria come Pista Ciclabile a servizio del Territorio e del Turismo.
Molti sono gli esempi ben riusciti in Italia di tratti di ferrovie dismesse diventate piste ciclabili, con grande riscontro turistico oltre che utili per lo spostamento dei cittadini in bicicletta, come ad esempio la Fiuggi – Paliano di 20 Km solo per citarne una ben riuscita.
Se ci saranno risorse in futuro nulla vieta l’ipotesi di valutare la realizzare una tratta ferroviaria a lato della superstrada Fano- Grosseto, come del resto UDCFANO ha sempre sostenuto servono risposte concrete e fattibili utili al territorio, non chiacchiere al vento”.
Da: fanoinforma.it del 18/10/2011
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Linea Fano-Urbino, forse un referendum
Lo vuole il Pri dopo la decisione di dismissione della Giunta
Gambioli: "La Regione con la complicita' della Provincia non ha saputo valorizzare le peculiarieta' socio culturali delle zone interne"
Fano, 18 ottobre 2011 - Il Pri ha intenzione di organizzare un referendum popolare contro la decisione della giunta regionale di dismettere la linea ferroviaria Fano-Urbino e ad annunciarlo è stato il segretario regionale repubblicano Giuseppe Gambioli. ''Ancora una volta – ha affermato - la Regione con la complicita' della Provincia non ha saputo valorizzare le peculiarieta' socio culturali delle zone interne e al contrario le ha ancora una volta umiliate”.Tutte le opposizioni, comunque, di centrodestra e di sinistra, non hanno esitato a scagliarsi contro tale scelta.
Tra i più critici Giancarlo D'Anna, del Gruppo Misto, che ha parlato di una “clamorosa marcia indietro: il recupero della Fano-Urbino era una delle priorita' dell'Accordo di programma Stato-Regione del 2009. Per i lavori c'era un interesse del Genio militare. Così si condonano anche i tanti abusi effettuati lungo la linea”.
Contrario anche Raffaele Bucciarelli (Pdci-Prc): la scelta della giunta e' ''la rinuncia ad un modello di sviluppo per valorizzare l'entroterra. Le difficolta' economiche - ha insistito - non sono giustificazioni sufficienti. In materia di trasporti, la giunta regionale non ha saputo fare altro che il piagnisteo sui tagli statali, senza proporre e senza la capacità di modificare i rapporti fra trasporto su ferro e trasporto su gomma, ne' di disegnare una strategia nuova per una migliore intermodalita', un maggior rispetto dell'ambiente, una piu' alta qualità del trasporto pubblico locale', ha concluso”.
Anche Elisabetta Foschi del Pdl si è mostrata molto contrariata: ''la giunta ha disatteso l'ultimo pronunciamento dell'Assemblea legislativa, che era di segno opposto. E' una grave scorrettezza. Si ascolta la Provincia di Pesaro Urbino, ma non i Comuni interessati, compreso Urbino. “Infine - ha rimarcato -, il piano strategico della Provincia che prevede la realizzazione di una nuova linea ferroviaria lungo la superstrada, è decisamente fantasioso''.
E' di parere opposto, invece, Luigi Viventi, assessore alle Infrastrutture: ''Una linea ferma dal 1987 e sostituita da autobus - ha ricordato l'assessore alle Infrastrutture Luigi Viventi - e che ormai esiste solo nella testa di qualcuno. Ora c'e' un progetto serio della Provincia di Pesaro Urbino per realizzare una pista ciclabile sull'area di sedime''. Viventi ha anche ricordato la difficile situazione del trasporto pubblico locale alla luce dei tagli, ''il 78% delle risorse'', da parte del Governo: ''se la situazione rimane cosi' (ma io spero di no) non dovremo parlare della Fano-Urbino, ma del taglio del 78% delle linee interne''.
In chiusura del dibattito, l'assessore al Bilancio Pietro Marcolini ha spiegato che la Provincia di Pesaro Urbino ha chiesto la dimissione ''sulla scorta di una ricerca. Il tratto ferroviario e' stato divelto, ci sono 400 passaggi stradali extraurbani. Come si superano con dei binari? Noi vorremmo fare una metropolitana di superficie, come ad Ancona, ma non e' possibile. Oggi si e' parlato solo di desiderata''.
Comunque, su richiesta di D'Anna e Bucciarelli, la questione sara' nuovamente discussa in consiglio regionale.
Da: Il Resto del Carlino del 18/10/2011
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Viventi: “Abbiamo accolto le ripetute richieste della Provincia. Comunque Rfi non ha accolto l’ipotesi del ripristino della linea”
La Regione decide: Urbino-Fano, pista ciclabile al posto dei binari
Urbino La Regione ha espresso parere favorevole alla dismissione della linea ferroviaria Fano-Urbino. Su proposta dell'assessore Luigi Viventi, la giunta regionale ha risposto alle richiesta del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che sollecitava una decisione in merito, a seguito della rinuncia della concessione di servizio da parte di Rete Ferroviaria Italiana.Abbiamo assecondato le ripetute richieste della Provincia di procedere alla dismissione definitiva, in quanto interessata a riconvertire l'aerea dell'ex sede ferroviaria - sottolinea Viventi - La decisione comunicata al Ministero tiene conto anche del fatto che Rfi non è più intenzionata a ripristinare il collegamento ferroviario, per cui autorizziamo Rfi e la Provincia a instaurare rapporti diretti per un miglior riutilizzo pubblico della vecchia linea. Il servizio passeggeri e merci sulla linea ferroviaria Fano-Urbino è stato soppresso nel 1987.
Attualmente viene effettuato un sevizio sostitutivo, con autolinea, finanziato dalla Regione. La concessione per la gestione dell'infrastruttura ferroviaria prevede la possibilità di dismissione, una volta acquisiti i pareri ministeriali e della Regione.
Rfi, già nel 2002, rinunciava alla concessione di esercizio per le difficoltà economiche e gestionali connesse all'effettuazione del servizio.
Nel 2003 il Ministero chiedeva alla Regione il proprio parere, nell'ambito della programmazione dei servizi locali.
La Regione, nel 2005, invitava il Ministero a soprassedere alla chiusura.
Nel 2010 la Provincia invece, ha richiesto ripetutamente la ripresa dell'iter di dismissione e l'assegnazione all'Amministrazione provinciale dell'area della linea, per realizzare l'asse portante della rete di piste ciclabili della provincia, lungo la Valle del Metauro.
Sempre nel 2010 la Provincia ha inviato alla Regione e a Rfi la delibera con cui si chiedeva di procedere alla dismissione definitiva e sollecitato la Regione, anche nel 2011, per esprimere il necessario parere al Ministero.
La Regione ha nuovamente avviato contatti con Rfi per valutare l'ipotesi di una riattivazione della linea, non trovando adesione per la scarsa frequentazione della tratta ferroviaria.
Da: www.corriereadriatico.it del 18/10/2011
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Pri: “Un referendum contro la pista ciclabile sulla ferrovia Fano Urbino”
19/10/11 Fano (Pesaro Urbino)- Il PRI è decisamente contrario alla scelta della Regione Marche di disattivare definitivamente il tratto della ferrovia Fano Urbino per sostituirlo con una pista ciclabile.“Il comportamento della Regione Marche scrive Giuseppe Gambioli segretario regionale Pri- rimarca ancora una volta la grande insensibilità che c’è verso la qualità della vita dei cittadini che vivono nelle zone appenniniche.
In questi decenni c’è stata una spoliazione continua dei servizi per queste popolazioni e ora nel pesarese si è voluto togliere anche quel tratto ferroviario che, se opportunamente riaperto, oltre all’importanza di collegare l’intera vallata del Metauro alla costa, avrebbe creato le premesse concrete per ripristinare il vecchio collegamento con Roma, già esistente prima dell’ultima guerra mondiale”.
“Ancora una volta la Regione con la complicità della Provincia non ha saputo valorizzare le peculiarietà socio culturali delle zone interne e al contrario le ha ancora una volta umiliate. I cittadini delle zone interne hanno servizi carenti (nei giorni festivi non c’è alcun mezzo di trasporto pubblico) e il risultato di questo menefreghismo è la crescente disaffezione nei confronti della nostra Regione. Ben otto Comuni della nostra Provincia sono andati con l’Emilia Romagna, altri due Comuni chiedono di fare altrettanto e di questo passo altri ancora se ne aggiungeranno”.
“Il PRI si adopererà affinché questo ennesimo sfregio nei confronti dei cittadini dell’entroterra non venga perpetrato e fin d’ora cercherà di organizzare nei comuni interessati al ripristino della ferrovia (Urbino, Fermignano, Fossombrone) un referendum popolare contro il volere della Regione e della Provincia”.
Da: fanoinforma.it del 19/10/2011
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E’ in programma domenica 23 ottobre, il 2° Giro della Bruschetta, l’iniziativa organizzata da For.Bici in collaborazione con “Le capre sciolte” e il “Frantoio Busca”.
L’appuntamento si propone come una combinazione di due iniziative:- pedalata facile su strade secondarie Fano – Cuccurano;
- pedalata ecologica esclusicamente in Mtb, Parco di Cuccurano - Frantoio Busca Cuccurano.
Il programma della pedalata facile per tutti ( rif. Umberto 339.3698327)prevede: ritrovo: Arco d'Augusto di Fano ore 10; iscrizioni ore 10.30; partenza.
Il percorso è il seguente: Fano-Cuccurano, per complessivi 15 km di lunghezza A/R su strade secondarie prevalentemente asfaltate. In particolare si cercherà di seguire il tracciato della ex ferrovia Fano-Urbino per dimostrare ai partecipanti che in presenza di una ciclabile in sede propria, iniziative come questa (ma anche l'utilizzo quotidiano) ne guadagnerebbero in sicurezza, evitando di percorrere la pericolosa Flaminia. Programma della pedalata ecologica esclusicamente in Mtb (rif. Marco 338.9174371): Ritrovo: piazzale all'ingresso del parco di Cuccurano; ore 8.30, iscrizioni; ore 9 partenza. Il percorso sarà: da Cuccurano, Ponte Murello, Sant'Elia, Carignano, Magliano, Cuccurano. di media difficoltà, per complessivi 25 km di lunghezza e 600 mt di dislivello.
Per tutti: ore 12: appuntamento al Frantoio Busca, che offrirà ai partecipanti uno spuntino a base di bruschetta e vino e, in omaggio, una bottiglietta di olio di oliva.
Dopo il giro e la degustazione, chi vorrà potrà fermarsi a pranzo presso la vicina trattoria Vecchia Fornace. Per prenotazioni contattare Simone (333.5919587) entro giovedì 20 Ottobre. E' fortemente consigliato il casco, sono richiesti bici in ordine e kit anti-foratura.
La partecipazione di minori è consentita solo se accompagnati da un responsabile.
La quota di partecipazione è di 3€ per i soci For.Bici FIAB e di 5€ per gli altri e comprende copertura assicurativa dell'iniziativa e partecipazione all'estrazione premi di fine giro.
L'iniziativa si terrà anche in caso di condizioni meteo non favorevoli. Per info: forbici.fano@gmail.com, Luca 347.4426245.
Da: fanoinforma.it del 18/10/2011
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“De profundis” per la ferrovia Fano – Urbino
Grazie ad un gioco di sponda tra Provincia di Pesaro Urbino e la Regione Marche si chiude ogni possibilità di prevedere un futuro diverso per la storica ferrovia Fano Urbino come moderna metropolitana di superficie. Il servizio era stato soppresso nel 1987 ma non era stata fino ad oggi formalizzata la dismissione della linea, cosa che invece ha fatto in questi giorni la Regione Marche accettando la rinuncia alla concessione da parte delle ex Ferrovie dello Stato (Rfi).La Regione Marche addossa le responsabilità della decisione sulla provincia di Pesaro Urbino, oltre che sul non interesse della Rfi a riattivare il servizio.
La provincia di Pesaro Urbino ha motivato la propria scelta con la volontà di recuperare l’area della linea ferroviaria per realizzare l’asse portante della rete di piste ciclabili della provincia, un buon obiettivo questo che però non vale quanto la possibilità, se non oggi domani, di attivare un moderno collegamento metropolitano tra la costa ed Urbino, come già avvenuto ad esempio in Val Venosta o in Val di Sole. Ciò senza nulla togliere alla realizzazione di piste ciclabili che, come rimarcato da altre associazioni di cittadini, potevano trovare spazio accanto alla ferrovia.
E in ogni caso se ciclabile deve essere che sia allora funzionale alle esigenze di spostamento dei residenti sul fondovalle (asse principale e sue interconnessioni con aree industriali, commerciali, scuole) e non solo per le escursioni ed i ciclisti del fine settimana. Ancora una volta, come già avvenuto in altri casi (sulle cave e sul piano casa) gli Enti pubblici – a nostro parere – non tutelano sufficientemente l’interesse pubblico e, nel caso specifico, non tutelano il trasporto pubblico su rotaia rispetto all’inquinante traffico su gomma. Perché l’alternativa al treno per raggiungere Urbino dalla costa non è la bicicletta ma l’autovettura.
Ancona, 19 ottobre 2011
Il Consiglio Regionale Marche
Da: www.italianostra.org
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Bellagamba sulla ferrovia Fano-Urbino: “Sperpero di risorse del territorio e di denaro”
Carlo Bellagamba, presidente FVM (associazione Ferrovia Valle Metauro), interviene sulla dismissione della Ferrovia Fano-Urbino.“Con la Delibera di proporre la dismissione della ferrovia metaurense la Regione Marche e la provincia di Pesaro-Urbino si assumono la pesante responsabilità di:
- togliere al comprensorio della Valle del Metauro e di parte del Montefeltro delle potenzialità economiche che solo una ferrovia ben gestita può offrire (turismo ed attività correlate - vedi Valvenosta che ha consentito introiti dal solo turismo svizzero per 22 milioni di euro nel 2010. I dati sono ufficiali della Provincia di BZ).
- togliere ai cittadini (soprattutto giovani, meno abbienti, portatori di handicap, anziani) il diritto ad una mobilità, sancita dalla Costituzione, sicura ed economica (vedi sempre la Valvenosta con 8.500.000 utenti di cui 2.700.000 nel 2010 - dati ufficiali SAD)
-dissipazione di un investimento di denaro e risorse umane compiuto nel 1913 con la costruzione della Fano-Fermignano; tale capitale ("passivo virtuoso", come l'acquisto di un gioiello od un deposito aureo) viene svilito con il proposito di conversione in pista ciclabile, di costo sì inferiore ma incapace di generare ricchezza e lavoro in confronto alla struttura già esistente (e non utilizzata da capaci gestori).
Inoltre si deve denunciare l'atteggiamento assunto dalla Provincia nei confronti dell'Associazione e dei suoi esperti i quali pur proponendo studi, ricerche e modelli di gestione sono stati volutamente ignorati e mai convocati dalla Presidenza al fine di un confronto: questo da parte di chi si proclama "democratico" e che non considera quanto richiesto da più di seimila cittadini già dal 2004.
Non si è presentato alcun progetto (tranne la consueta citazione dello studio SVIM, confutato in modo scientifico già nel 2005 dal Prof. Bariletti studioso di trasporti, progettista e consulente della Regione Lazio e della Prov. di Rieti) tranne alcune asserzioni di futuri collegamenti con Roma ed Arezzo dai costi sbrigativamente accennati (che ,invece, ammontano a diverse centinaia di milioni) per collegarsi ..... alle Linee ad Alta Velocita' (!)
Inoltre non è ben chiara tutta questa animosità e dinamicità di fare qualcosa nei confronti di una struttura che non dà fastidio a nessuno (forse tranne agli speculatori edilizi ed a qualcun altro) e non è assolutamente chiara la giustificazione alla base del provvedimento in cui si lamenta la mancanza di fondi per ricostruire la ferrovia (malgrado l'Accordo Stato-Regione del 2009) e poi si prevede un'altra spesa non indifferente per la pista ciclabile (da dove si prelevano e si giustificano i finanziamenti?).
In tal modo si penalizzano e si condannano ad un maggiore isolamento territori e realtà già in sofferenza economica e viaria con peggioramento delle condizioni locali (valgano per tutte gli esempi dell'Università ed del turismo urbinati).
Rivolgo la proposta ed un appello al Presidente Spacca per un sereno confronto, magari condotto al Ministero delle Infrastrutture con il Ministro Matteoli al fine di scongiurare la dismissione ed evitare altre sciagure (naturalmente con l'auspicabile e doveroso concorso di chi è stato designato dai cittadini ad amministrare il proprio territorio)”.
Da: fanoinforma.it del 20/10/2011
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Dismissione della linea Fano-Urbino, Tosi: 'Realismo e buon senso'
Realismo e buon senso hanno finalmente suggerito alla Regione Marche di avviare la dismissione di una linea ferroviaria, la Fano Urbino, che di fatto era chiusa da 25 anni. Si può quindi ben dire che si tratta di una decisione oltre che opportuna anche molto meditata. Decisione che ha anche il merito di favorire una soluzione razionale; infatti, realizzando una pista ciclabile non solo si preserva per il futuro un bene prezioso, cioè il sedime della vecchia ferrovia, ma si migliorano qualità della vita e offerta turistica, non si consuma altro territorio e soprattutto si presta la dovuta attenzione ad un mezzo di trasporto ecologico che nei percorsi brevi può benissimo sostituire automobili e motorini, come ci insegnano i paesi evoluti, Olanda e Germania in testa.Si pone fine quindi ad una situazione di immobilismo che per decenni ha favorito il degrado e l’accaparramento di spazi pubblici che ora potranno essere recuperati come via verde di collegamento tra la costa ed un entroterra con grandi potenzialità di sviluppo economico, come si è già verificato in tantissimi casi e avverrà tra poco anche nella Poggibonsi - Colle Val d’Elsa, una tratta con molti punti in comune con la Fano Urbino: chiusa nel 1987, inserita tra le Ferrovie Turistiche Italiane, nonostante i lodevoli tentativi di tenerla in vita da parte di una associazione locale anche come tramvia leggera al posto degli autobus di linea, è stata alla fine riconvertita in pista ciclabile. Proprio dall’esperienza toscana potrebbero derivare indicazioni utili per rendere la via verde del Metauro ecologica in tutto, anche evitando di usare asfalto o cemento sulla massicciata ferroviaria. Non c’è dubbio che, visto il grande successo della Fano Pesaro, la ciclabile che la Provincia vuole realizzare sui binari dismessi sia una scelta indovinata che sta convincendo sempre più associazioni, enti pubblici e privati cittadini. E anche in questo caso sarebbero soldi spesi bene.
Enrico Tosi
Da: www.sottocchio.it del 20/10/2011
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For.Bici: “Con la dismissione della ferrovia Fano-Urbino è più probabile una utilissima pista ciclabile”
“Finalmente una buona notizia per chi va in bicicletta: con la decisione della Regione Marche di dismettere la vecchia ferrovia Fano-Urbino è ora più probabile una nuova pista ciclabile, una utilissima via verde lungo la vallata del Metauro”. L’associazione For.Bici è soddisfatta per la decisione della Regione. “Sta passando quindi l’idea che la bicicletta non sia solo un mezzo di svago ma anche un vero e proprio veicolo con la stessa dignità di automobili, corriere e treni, rispetto ai quali non brucia petrolio, non produce polveri sottili, non sparge diserbanti e, in questo caso, se verranno adottata le tecniche già in uso nelle piste ciclabili di nuova generazione, non consuma e forse neanche impermeabilizza il suolo”. For.bici FIAB Fano, per sollecitare la pista ciclabile, ha già programmato alcune iniziative incentrate proprio sulla vecchia ferrovia; la prima, fino a Cuccurano, è il “Giro della bruschetta” per domenica 23 ottobre; a seguire altre il prossimo anno. “In queste occasioni i partecipanti avranno modo di apprezzare tutte le potenzialità di una pista ciclabile in grado di valorizzare il territorio dal punto di vista sociale ed economico, e in particolare sotto l’aspetto turistico”._____________________
Circolo Nuova Fano sulla ferrovia Fano-Urbino: “Va ripristinata”
21/10/11 Fano (Pesaro Urbino)- Intervento del presidente Andrea Montalbini e del Coordinatore Stefano Pollegioni del Circolo Nuova Fano (Associazione Nuova Italia) sulla dismissione della ferrovia Fano-Urbino.“Il Presidente della Provincia di Pesaro Urbino Matteo Ricci sta finalmente realizzando il suo progetto: smantellare la linea ferroviaria Fano – Urbino. Il Circolo Nuova Fano è più volte intervenuto sottolineando il fatto che la riattivazione della tratta ferroviaria sarebbe economicamente vantaggiosa, non precluderebbe affatto la possibilità di una pista ciclabile parallela e rappresenterebbe un’immediata e concreta risposta al problema delle polveri sottili e del traffico su gomma. Il Presidente Ricci ha sovente identificato la nostra Provincia come la Provincia del sole e del vento e della green economy. Questo si è tradotto in un moltiplicarsi di pannelli solari che hanno deturpato il nostro entroterra con colline che oggi non sono felici come Ricci vorrebbe farci credere. Allo stesso modo la dismissione della tratta ferroviaria in oggetto non accrescerà la felicità, anche usando indici di valutazione molto cari al Presidente Ricci. Vorremmo però porre l’attenzione dei cittadini sul ruolo della politica (questa volta con la p minuscola). Negli scorsi mesi, ma soprattutto negli scorsi giorni in seguito alla decisione della Regione Marche di dismettere la linea ferroviaria, è stato un susseguirsi di comunicati stampa di politici locali favorevoli al ripristino della ferrovia. Ma allora perché non creare un fronte comune tra tutti i politici favorevoli? Certo questo richiederebbe un’azione condivisa e lo spogliarsi del proprio abito politico e della propria visibilità. Sappiamo che tale percorso è estremamente indigesto ma di sicuro effetto.
Abbiamo visto vari rappresentati regionali, provinciali, comunali schierarsi apertamente, ma singolarmente a favore della Fano – Urbino, ma troppo spesso in maniera personale, isolata, soggettiva, quindi con un peso politico e contrattuale quasi nullo. Certo urlare con un megafono crea visibilità ma non aiuta ad ottenere un risultato. Ci auguriamo quindi che tutti gli amministratori della provincia di Pesaro Urbino favorevoli al ripristino della tratta ferroviaria possano fare un passo indietro (difficile) sacrificando il proprio consenso personale immediato, per aderite, tutti insieme, alla battaglia per il ripristino. Si tratta di fare fronte comune per un risultato collettivo, ma questo concetto è oggigiorno assai raro. Ci auguriamo quindi che l’Associazione FVM (Ferrovia Val Metauro capitanata da Bellagamba & soci) che si è sempre contraddistinta per l’encomiabile battaglia a favore della ferrovia possa essere il capofila di questo fronte comune in cui i politici concorrono al risultato ma non se ne appropriano per fini personali. Noi nel nostro piccolo ci saremo e ci auspichiamo la nascita di una grande cordata bipartisan a favore della Fano – Urbino”.
Da: www.fanoinforma.it
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"Un errore terribile sulla Fano-Urbino"
Ancora molte le protesteIl circolo "Le Cesane": "Se la pista tra Pesaro e Fano è costata 4 milioni, quanto ci vuole per 48 chilometri?"
Fano, 21 ottobre 2011 - Il circolo di Legambiente «Le Cesane» di Urbino, che ha sempre sostenuto battaglie per la riapertura della ferrovia Fano-Urbino, esprime totale contrarietà alla decisione della Giunta Regionale che, recependo le indicazioni della Provincia, ha sancito la dismissione della tratta. «Si tratta di una decisione sbagliata sia nel merito sia nella procedura — dice Legambiente —. Il Comune di Urbino, attraverso il proprio consiglio comunale, ha approvato una mozione che richiede la riapertura della tratta. Come è possibile che la giunta provinciale arrivi ad una decisione contraria a quella di Urbino? La delibera della provincia è inaccettabile, incomprensibile e ingiusta e non restituendo al territorio le proprie legittime deliberazioni è senza dubbio priva di validità politica. La tratta, una volta sistemata, porterà notevoli vantaggi alla mobilità pendolare, al turismo, allo sviluppo economico dell’entroterra, diminuendo il nefasto impatto del trasporto su gomma sulla qualità della vita. Si dica ora quale opera pubblica, senza apportare ulteriori ferite al paesaggio, avrà tali caratteristiche di catalizzatore dell’economia locale?
Non ci resta che sperare che la decisione sia al più presto modificata — si augura Legambiente Urbino —, che il Comune, i partiti, le associazioni, si adoperino affinché si vada celermente a riaprire una possibilità, una speranza per questo entroterra, ancora una volta bistrattato e offeso». Parla di «errore irreparabile» della Regione, il segretario di Uil Trasporti Marche Giorgio Andreani: «in un momento in cui si denuncia da più parti lo “sforamento” del livello delle PM10 è inopportuno. Uiltrasporti Marche si è spesa da sempre per il pieno utilizzo delle infrastrutture ferroviarie. Il recupero di questa linea potrebbe essere anche funzionale nell’ambito della riorganizzazione dei servizi di trasporto pubblico che la Regione dovrà fare a causa dei tagli del Governo. Inoltre con quest’atto insensato si abbandona definitivamente la possibilità di un potenziale sviluppo di tutta la vallata del Metauro. La Provincia di Pesaro e Urbino, e soprattutto il suo presidente Ricci, da sempre non considera strategico il recupero della ferrovia per l’elevato costo dell’opera, pur non dimostrando questa idea con progetti. Noi crediamo invece che il recupero della linea può essere inquadrato anche in un ambito più grande, in un progetto comunitario europeo. La pista ciclabile non ci sembra accompagnata da un progetto sostenibile: se consideriamo i costi della ciclabile tra Fano e Pesaro, dove per 9 chilometri sono stati spesi 4 milioni di euro, quanto verrebbe a costare una ciclabile lunga 48 km?».
Lara Ottavini
Da: http://www.ilrestodelcarlino.it/fano/cronaca/2011/10/21
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Dismissione della ferrovia Fano-Urbino: il dibattito finisce in consiglio regionale
Riceviamo e pubblichiamo un estratto del verbale della seduta del consiglio regionale del 18 ottobre 2011, inerente il parere favorevole della Regione sulla dismissione della ferrovia Fano-Urbino:“PRESIDENTE. Il Consigliere D’Anna ad inizio di seduta ha chiesto alcune delucidazioni all’Assessore Viventi in merito alla dismissione della linea ferroviaria Fano-Urbino. L’Assessore è disposto a dare alcune indicazioni per cui gli do la parola. Prego, Assessore Viventi.
Luigi VIVENTI. Ringrazio il Consigliere D’Anna che opportunamente dà modo all’Aula di conoscere tale questione. E’ una questione che si trascina dal 1987, ne abbiamo parlato anche in altre occasioni. Quindi ritengo sia giusto dare una risposta definitiva. Tra l’altro a questa risposta siamo stati chiamati più di una volta dallo stesso Ministero, da cui è arrivato un sollecito anche di recente.
La questione è quella della dismissione – lo dico per i colleghi che magari la conoscono un po’ meno – della tratta ferroviaria Fano-Urbino Una tratta che è ferma dal 15 aprile 1987. Da allora la Regione Marche ha organizzato un servizio sostitutivo mediante autolinea, interamente finanziato dalla Regione stessa.
La società RFI in data 20 dicembre 2002 chiedeva al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti la rinuncia della concessione di esercizio e la conseguente dismissione della linea in oggetto, ovviamente per difficoltà economico-gestionali.
Il Ministero in questione il 25 marzo 2003 richiedeva pertanto alla Regione Marche il parere di competenza per la dismissione della linea ferroviaria.
La Regione Marche in un primo momento (19 gennaio 2005) per poter addivenire a tale richiesta chiese del tempo. In effetti poi assegnava alla Svim uno studio di fattibilità per verificare se fosse stato possibile e quali costi avrebbe comportato fare il ripristino della linea e la gestione della stessa. La risposta della Svim ha dimostrato che non c’erano assolutamente le condizioni economiche per poter realizzare tale ripristino.
La Provincia di Pesaro Urbino nel maggio 2010 chiedeva alla Regione Marche di riprendere l’iter della dismissione e l’assegnazione all’Amministrazione provinciale stessa dell’area di sedime della linea.
Il 25 maggio 2010 il Ministero dei trasporti sollecitava nuovamente la Regione a riprendere l’iter della dismissione di detta linea (sospesa con quel parere di cui dicevo poc’anzi) e si faceva anche riferimento alla proposta di riconversione dell’area di sedime avanzata dall’Amministrazione provinciale di Pesaro Urbino.
Il 28 giugno 2010 la Provincia di Pesaro Urbino trasmetteva alla Regione Marche e a RFI la deliberazione n. 217 con cui si chiedeva di procedere alla dismissione definitiva con la concessione alla Provincia stessa dell’area di sedime.
In data 27 luglio 2010 il Ministero sollecitava nuovamente la Regione Marche e la Provincia di Pesaro a comunicare il proprio parere in merito alle precedenti richieste.
Nel settembre 2011 la Provincia di Pesaro invitava ulteriormente la Regione ad esprimere al Ministero il suddetto parere per la dismissione, comunicando anche l’approvazione del proprio piano strategico nel quale è previsto l’investimento nella ex linea ferroviaria Fano-Urbino per una pista ciclabile che dovrebbe avere valore anche dal punto di vista turistico.
Quindi di fronte a queste continue sollecitazioni da parte del Ministero, a fronte delle ripetute richieste da parte della Provincia di Pesaro Urbino di avere in concessione da parte di RFI questa linea, la Regione Marche, suo malgrado, ha dovuto dare una risposta definitiva, non si poteva ulteriormente procrastinarla. Se ci fosse stata una possibilità magari era giusto dire di no, premesso, per dirla tutta, che se anche avessimo detto di no il Ministero poteva procedere ugualmente alla dismissione.
Comunque da parte nostra in una situazione come quella attuale – voglio cogliere l’occasione per informare l’Aula dello stato effettivo della trattativa con il Governo nazionale per quanto riguarda il trasporto pubblico locale ferroviario, ossia siamo fermi alla riunione di tre settimane orsono di tutte le Regioni italiane -, a fronte di una necessità di spesa per far funzionare il trasporto pubblico ferroviario locale di circa 1 miliardo e 900 milioni di euro, le disponibilità ad oggi sono pari a 400 milioni di euro. Il che significa una riduzione di circa il 78%. Quindi se le condizioni dovessero rimanere queste – è per questo che tutte le Regioni italiane hanno simbolicamente riconsegnato le chiavi del trasporto pubblico ferroviario –, e non è che dovremo parlare della Fano-Urbino dismessa nel 1987 bensì del 78% delle linee ferroviarie interne, sarebbe veramente un disastro. Ed io penso che questo non potrà essere, per responsabilità collettiva da parte di tutti, Governo centrale e Governi regionali.
Personalmente la questione della linea Fano-Urbino a me dispiace, quando si dismettono delle cose non lo si fa mai con piacere. Nel maggio 2010 appena preso l’incarico di Assessore sono stato subito sollecitato e investito su questo problema e ho detto: “bèh, fatemi un attimo capire, vediamo se è possibile fare qualche cosa”. Poi ho visto sia lo studio Svim e ho fatto degli incontri, sono stato anche a Roma a chiedere e quando ho parlato della possibilità di ripristino della Fano-Urbino si sono messi a ridere: “ma lei è venuto qui per parlare di cose serie o per prenderci in giro?”; a Roma abbiamo parlato di vecchi problemi fra cui anche questo, ma la questione della Fano-Urbino ormai, come posso dire, da decenni non esiste più nella mente di alcuno.
Per cui questa è sostanzialmente una presa d’atto di una situazione che è tale, e di una richiesta pressante da parte dell’Amministrazione provinciale di Pesaro Urbino che invece vuole su quest’area di sedime fare un investimento serio per una pista ciclabile, così come fatto con ottimi risultati in alcune regioni sia del nord che del centro.
Presidenza del Presidente Vittoriano Solazzi
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere D’Anna.
Giancarlo D’ANNA. Innanzitutto ringrazio l’Assessore Viventi per la tempestività con la quale ci ha dato queste informazioni, che per chi si è occupato di quella linea ferroviaria non sono certo delle novità.
Invece la novità, se mi consente Assessore, è quella di una clamorosa marcia indietro della Regione Marche. Infatti la Regione Marche nell’accordo di programma Stato-Regioni del 2009 tra le priorità aveva inserito proprio la Fano-Urbino.
Quindi questo diniego nei confronti di una opportunità, che non necessariamente doveva essere immediata, è sicuramente una marcia indietro, un autogol che ritengo gravissimo. E’ vero che siamo in una fase in cui mancano le risorse, ma ove si cercano anche dei sistemi alternativi alla gomma per ridurre il fenomeno pericolosissimo delle polveri sottili.
Inoltre, Assessore, ci sono anche altri aspetti che non sono stati tenuti in considerazione. Deve sapere che nel corso di questi anni lungo quella linea ferroviaria sono stati commessi dei veri e propri abusi, non sono state cioè rispettate le distanze previste dalla linea ferroviaria stessa. Quindi è ovvio che oggi con questa operazione automaticamente si vanno a sanare quegli abusi pubblici e privati che appunto nel corso degli anni si sono compiuti. E questo allora è un condono, è un condono tombale. E’ gravissimo! Sui condoni si critica il Governo nazionale, ma voi con questa operazione avete condonato tutti quegli abusi che ci sono sui 50 chilometri della linea ferroviaria. Otre a privare, Assessore, l’entroterra di un collegamento che sicuramente sarebbe… (…) Ho capito, ma non c’era bisogno di chiudere definitivamente un capitolo. Perché, ripeto, il fatto grave a questo punto è proprio il condono tombale che si fa su una serie di abusi che ci sono lungo questa linea ferroviaria. Questo lo denuncio con forza.
Inoltre, Assessore, si continua a citare la Svim quando sappiamo benissimo che è un organismo interno alla Regione Marche e quindi, fermo restando la professionalità, ovviamente ha un occhio di riguardo sui percorsi che vuol fare o non vuol fare la Regione. (…) Assessore, però mi faccia parlare.
PRESIDENTE. Però, Consigliere D’Anna, non è un punto all’ordine del giorno. Lei ha fatto una richiesta e l’Assessore gentilmente le ha risposto. Ora magari concedo tre minuti a chi vuole intervenire, ma voglio anche dire che eventualmente c’è una possibilità per uscire da questa discussione in modo corretto, ossia quella che tre Consiglieri per la prossima seduta assembleare richiedono di iscrivere questo punto all’ordine del giorno.
Giancarlo D’ANNA. Bene, Presidente, allora faccio la richiesta per la prossima volta a nome di Zaffini, Marangoni e D’Anna.
PRESIDENTE. Va bene. Quindi ora la prego di concludere.
Giancarlo D’ANNA. Concludo dicendo che tra le altre cose è stato anche sottovalutato l’interesse del Genio Ferrovieri. Viene smentito dalla Regione ma così non è. Anzi, qualche domenica fa in occasione della dodicesima edizione della “Festa della Stazione” a Fermignano, che è un nodo centrale di questa ferrovia, il Genio Ferrovieri era come sempre presente. E nella presenza del Genio Ferrovieri c’è qualcosa di logico. Dovete infatti sapere che il Genio Ferrovieri come compito istituzionale ha quello di ricostruire le ferrovie. E lo sta facendo all’estero! Cioè i nostri militari sono costretti a ricostruire ferrovie in Albania, in Romania in situazioni di difficoltà, e quello per loro è una palestra. Insomma, noi avevamo una palestra a portata di mano che quantomeno, Assessore, poteva essere utile per ricostruire – o meglio, per rimettere in attività, che forse è più corretto, perché già in diverse occasioni con gli amici della Ferrovia Valle Metauro abbiamo utilizzato quella linea -, per collegare Fossombrone, poteva essere un segnale di quella metropolitana leggera – o chiamatela come volete – che già c’è.
Altre nazioni, altre realtà vanno a costruire delle linee filo tranviarie perché capiscono che il futuro è il trasporto pubblico, mentre noi andiamo a castrare un’opportunità che già c’è. Tra le altre cose, Assessore Viventi, c’è anche un’altra contraddizione. La stessa Provincia di Pesaro Urbino che vuol fare la pista ciclabile dice sì, però andiamo a ricostruire un’altra ferrovia a fianco della superstrada senza tenere conto di tutti gli espropri che devono essere fatti. E’ una cosa demenziale!
Credo che qui ci sia una grossa presa in giro. La Provincia di Pesaro Urbino dice che fa la pista ciclabile. Ci crediamo. Se invece dice che fa la nuova ferrovia a questo non possiamo crederci, non è credibile.
Ma rimane comunque un fatto gravissimo, ossia il condono tombale di tutti gli abusi che sono stati fatti lungo quella linea ferroviaria sia dagli enti pubblici che dai privati.
Quindi ringrazio il Presidente Solazzi di aver suggerito di riaprire questo dibattito perché sicuramente nei prossimi giorni…
Da: www.fanoinforma.it del 21/10/2011
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Consiglio, bocciato l’ordine del giorno del Pdl sul treno
24/10/11 Pesaro (PU) … Poi il dibattito sulla ferrovia, con l’ordine del giorno presentato dai pidiellini Giulio Tomassoli e Elisabetta Foschi. La richiesta del documento è «l’inserimento della riapertura della linea Fano-Urbino nel programma di sviluppo regionale». Tomassoli: «Il consiglio si era già espresso in questo senso nel 2009. Il ripristino coglie le esigenze di mobilità tra costa ed entroterra». Foschi: «Non si è creduto mai nel recupero. In questi anni c’è stata solo una campagna strumentale, per fare bella figura con i comitati». Ma dalla maggioranza, con Domenico Papi e Daniele Tagliolini (Pd), si ribadisce: «La pianificazione attuata è necessaria. La ciclabile non è alternativa alla ferrovia: il presidente della Provincia, con il Piano strategico, tutela lo sviluppo di entrambi i fronti, in chiave futura». Per il capogruppo Pdl Antonio Baldelli, tuttavia, con la dismissione «si cancella una potenzialità per l’entroterra. Le ciclabili? Bassa progettualità».Ma Matteo Ricci chiarisce: «Il treno non c’è più da 24 anni. E da allora facciamo sempre gli stessi discorsi, perdendo opportunità. A inizio legislatura ho parlato con i vertici di Ferrovie dello Stato. Gli ho chiesto se, da parte loro, c’era la volontà di riaprire il tratto. Si sono messi a ridere. Vogliamo continuare a perdere altro tempo?». E ancora: «La ferrovia è stata chiusa perché la tratta non era gestibile in termini di costi. Ogni anno le perdite si ampliavano. Abbiamo provato a fare la nostra battaglia, ma ora è chiaro che occorre cambiare impostazione. Nel frattempo i temi sul treno sono cambiati. Bisogna pianificare in termini strategici e non nostalgici. Il nodo è congiungere il territorio all’alta velocità». Tradotto: «A nord dobbiamo collegarci con Bologna, a ovest con Roma e Firenze. Come priorità abbiamo rilanciato il prolungamento della Pergola-Fabriano, che rischia di essere chiusa, per collegare, in prospettiva, Urbino a Roma. Il primo passo è arrivare a Fossombrone: sono solo 12 chilometri in più, fattibili, perché non incidono in modo rilevante sui costi di gestione. Se c’è questa azione, aumentano notevolmente gli utenti del treno». Per Ricci, dunque, la grande battaglia è quella contro la chiusura della Pergola-Fossombrone. «Anche perché con i tagli al trasporto pubblico, nel 2012 rischiano di saltare perfino i treni regionali». Il presidente ricorda anche che il collegamento Fano-Urbino è stato previsto nel Piano strategico, accanto al tracciato della Fano-Grosseto. Poi una parentesi sull’attuale tratta: «Impossibile ripristinarla, passa nei centri abitati e ci sono 60 attraversamenti». E ancora: «Non smantelliamo né distruggiamo nulla, perché con l’idea della ciclabile salvaguardiamo i binari, che verranno coperti». Bocciato, dunque, l’ordine del giorno dell’opposizione, per il quale non bastano i voti di Pdl e Lega…
Da: www.fanoinforma.it del 24/10/2011
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Dismissione linea Fano-Urbino, Utp: 'Atto gravissimo'
Nei giorni scorsi su richiesta del Ministero delle Infrastrutture la Regione Marche nella persona dell'Assessore ai Trasporti Luigi Viventi ha dato parere favorevole alla dismissione della linea Fano-Urbino sospesa dal 1987. L'atto compiuto dalla Regione Marche è gravissimo ed anche un atto che si rimangia ciò che aveva inserito nell'Accordo di programma del 2009 per migliorare il Trasporto pubblico nella Regione. La scrivente ritiene che questo parere favorevole sia stato anche "spinto" dal Presidente della Provincia di Pesaro Ricci che da quando si è insediato non ha fatto altro che andare contro il Trasporto Pubblico per favorire le piste ciclabili. La cosa ancora più grave del Sig.Ricci è anche quella che vuol fare solo di testa sua senza neanche ascoltare le Associazioni competenti e speciliazzate nel settore. L'opinione pubblica, ancora una volta, deve sapere, che la scrivente ha chiesto un incontro all'inizio del suo mandato ed ancora sta aspettando. Alla fine dello scorso mese di dicembre la Segreteria, dopo numerosi solleciti, rispondeva che il Presidente ci avrebbe ricevuti nel corso del mese di gennaio 2011, ma a momenti sta arrivando gennaio 2012 e non si è fatto più sentire. Un comportamento veramente scandaloso verso le Associazioni che sa solo di presa in giro. Sarà sicuramente una segnalazione negativa allorquando il Sig. Ricci, magari si ripresenterà per una riconferma alla guida della Provincia di Pesaro. Per l'autorizzazione alla dismissione della linea si è già provveduto ad inviare una sonora protesta all'Assessore Viventi perchè la linea potrebbe far parte di un progetto più ampio di collegamenti sia verso Fabriano e Roma collegandola alla Pergola-Fabriano, sia verso l'asse Adriatico.Inoltre costituirebbe un collegamento rapido per gli studenti che frequentano l'Università di Urbino, ma potrebbe anche costituire un'attrattiva turistica simile alla ferrovia della Val Venosta. UTP si attiverà subito per impedire la dismissione, visto che ancora la linea è di proprietà dello Stato attraverso Rete Ferroviaria Italiana. Il problema dei passaggi a livello è risolvibile con sottopassi o sovrappassi e la velocizzazione del percorso con l'elettrificazione della linea. Una risposta ancora una al Signor Tosi che farnetica sulla ciclabile: per prima cosa vi è da osservare che se anche andasse in porto la dismissione della linea credo che nè il Signor Tosi e nè il Signor Ricci potrebbero in automatico disporre del sedime della ferrovia in quanto la proprieria rimarrebbe comunque e sempre Rete Ferroviaria Italiana che sicuramente ne vorrebbe trarre profitti magari vendendo a lotti sia per iniziative edilizie che di altro genere. La scrivente crede anche che dietro alle sollecitazioni di dismissione vi siano le lobby dell'edilizia. L'articolo di Confesercenti Fano invece può essere accettato, come anche si trova pienamente d'accordo con l'altro articolo del dr. Carlo Bellagamba Presidente di FVM. Il ripristino della ferrovia sicuramente costituirebbe un vantaggio per il Trasporto Pubblico Locale, ma nel contempo coloro che oggi remano contro la ferrovia a favore della pista ciclabile potrebbero essere accontentati anche loro con la realizzazione della ciclabile ai lati della strada ferrata nei due sensi di marcia.
Infine i costi della rimessa in esercizio, secondo i progetti degli esperti della nostra Associazione, ammonterebbero ad un importo variabile fra i 41 ed i 60 milioni di euro che non è un importo stratosferico. Secondo il sottoscritto chi sta spingendo per la pista ciclabile rimarrà a bocca asciutta. Da precisare che la scrivente non è contro le piste ciclabili, ma è contro la pista ciclabile sul sedime ferroviario della Fano-Urbino, perchè la ferrovia è comunque un mezzo ecologico, ma anche di collegamento rapido con i moderni treni che oggi l'industria ferroviaria mette a disposizione.
da Antonio Bruno presidente prov. Utp
Da: www.vivereurbino.it del 24/10/2011
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LA VIA VERDE
Montefelcino. L’Associazione Metauro Nostro Cultura e Territorio plaude alla decisione della Regione di abbandonare ogni ipotesi di recupero della vecchia tratta ferroviaria Fano-Urbino. “L’idea di utilizzare la ferrovia dismessa Fano Urbino come percorso ciclo-pedonale era stata lanciata con forza - ricorda Metauro Nostro - attraverso incontri, richieste e non ultimo la stampa locale fin dal 1997, dalle Amministrazioni locali di Montefelcino, Saltara, Fossombrone e Serrungarina. Tale proposta era stata accolta favorevolmente anche da altri Sindaci della valle del Metauro. Ora invece crediamo che esistano tutti i presupposti politici, culturali, ambientali perché si proceda senza ulteriori indugi nella direzione di una scelta che per il suo significato è prioritaria. “Il ramo secco” può tornare a vivere come via verde da Fano a Urbino anzi possiamo dire che è possibile, con la realizzazione della pista ciclabile da parte della Provincia, tra Pesaro e Fano, collegare Pesaro e Urbino con una strada ciclopedonale di oltre 50 km sicura, senza le auto, tranquilla, da percorrere a ritmo lento passando dal mare alle dolci colline. La via verde ci consentirà di scoprire passo dopo passo i borghi e le loro bellezze, la storia, l’archeologia, il fiume con il suo ambiente e le sue parti più suggestive fino a giungere alla vista della Città Ducale. Inutile dire ancora quali e quante opportunità un’opera di questo genere può portare al nostro territorio...”Metauro Nostro
Da: Il Menestrello n. 36 - 28 Ottobre 2011
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Ferrovia Fano-Urbino, Pri Marche: “Serve un referendum popolare”
Giuseppe Gambioli, segretario regionale del Pri delle Marche, si scaglia contro la Svim Spa, la società che ha sentenziato la chiusura della ferrovia Fano-Urbino. Inoltre Gambioli definisce le Marche una regione assente al trasporto ferroviario, poichè farà chiudere anche la tratta Pergola-Fabriano. Si rende quindi necessario, secondo il segretario del Pri Marche, un referendum popolare. Queste le sue dichiarazioni: “I sostenitori della pista ciclabile che dovrebbe essere realizzata al posto della ferrovia Fano Urbino si rifanno allo studio della Svim Spa che, anteponendo al ripristino una serie di “strozzature” (impedimenti fisici, ambientali e paesaggistici), ne sentenzia la morte. Si tratta della stessa Svim, ente al 100 per cento della Regione Marche, che in questi giorni è a un passo dal baratro per l’enorme quantità di debiti che ha contratto. Si parla di 6 milioni d’euro da pagare entro il 2011, di regolarizzare i conti con 30 contrattisti che sono ricorsi al giudice del lavoro e di quantificare le perdite che si avranno dalle società satellite (vedi la Scarm srl) che sono tutte in liquidazione.Quello che sorprende e fa restare stupefatti è che questo ente pubblico, nato per intercettare i finanziamenti europei con progetti di vario tipo, ha chiesto e ottenuto dalla Regione contributi sempre più consistenti per coprire le spese di gestione ma a progetti realizzati quasi nulla, con un evidente spreco di denaro pubblico. Il fatto che sia proprio questo ente ad aver sostenuto l’impossibilità di ripristinare la ferrovia Fano Urbino, dopo la palese dimostrazione di aver accumulato una serie di inefficienze operative, mi fa aumentare ancora di più i dubbi che già avevo sulla bontà di questo progetto. Il PRI, a differenza della Svim Spa, è per il ripristino della ferrovia Fano e Urbino e chiede al governatore Spacca di rivedere la decisione presa a favore della pista ciclabile e soprattutto chiede una progettazione sul trasporto pubblico seria, come stanno facendo le regioni limitrofe. Le Marche non hanno una società ferroviaria regionale mentre l’Abruzzo sta espandendo la sua politica di trasporto addirittura nelle Marche con l’apporto economico anche di privati. Mi riferisco all’accordo ormai in dirittura di arrivo con l’Interporto marchigiano e l’Autorità Portuale di Ancona per il trasporto delle nostre merci.
Nelle Marche al posto di potenziare il trasporto ferroviario, magari collegando le città della costa con Roma attraverso la Vallata del Metauro si pensa alle piste ciclabili. Mentre in Abruzzo e anche in Umbria si svolgono convegni sulla valorizzazione delle ferrovie turistiche e treni storici, da noi, Urbino patrimonio dell’Umanità, riconosciuta dall’Unesco, viene isolata negandogli una ferrovia che fino a pochi anni fa era perfettamente funzionante. La Regione Marche non dovrebbe inventare nulla, basterebbe riprendere i lavori iniziati già prima dell’ultima guerra mondiale che pensava ad una Pedemontana ferrata che dall’Appennino marchigiano arrivava fino a Sant’Arcangelo di Romagna. Oggi invece si sentenzia la morte definitiva della Fano Urbino e si mette a rischio anche la chiusura del tratto Pergola Fabriano poiché la Regione continua a non investire sul trasporto ferroviario. I cittadini potranno difendersi solo ricorrendo ad un referendum popolare“.
Da: www.fanoinforma.it del 2/11/2011
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In difesa della ferrovia anche il coordinamento dei comitati, l’associazione Fvm, Legambiente e il Fai
Un referendum per salvare la Fano-Urbino
Pesaro I sostenitori della ferrovia della valle del Metauro, non si arrendono. Tanto più ora che le istituzioni locali in quel tracciato vogliono costruire una pista ciclabile. Lo ha ribadito il comitato referendario per la difesa della ferrovia Fano Urbino coordinato da Giuseppe Gambioli. “La proposta è quella di coinvolgere i sindaci dei comuni lungo la tratta ferrovia e come comitato tra una ventina di giorni avvieremo una raccolta di firme in questi territori che coinvolgono un totale di 100 mila abitanti. Urbino, Fermignano, Fossombrone, Pergola, Fano queste le città più importanti coinvolte più o meno direttamente dal tratto ferroviario”.All'interno del comitato anche il movimento fronte di azione popolare, i comitati a difesa delle Valli Metauro, Cesano e Candigliano, l'associazione per la mobilità sostenibile ed integrata di Pergola e Fabriano, Legambiente di Urbino, il Fai provinciale e ovviamente l'associazione ferrovia valle del Metauro. “Sono dieci anni che vogliamo la riapertura della tratta – dice il presidente di quest’ultima Carlo Bellagamba – il presidente Spacca aveva dato il suo ok ma ora ecco spuntare questa idea della ciclabile che cambia le carte in tavola. Attraverso il metodo del project financing il privato può avere interesse nell'investire in una ferrovia mentre una ciclabile non interessa ad alcun imprenditore”. Non solo, il comitato referendario spinge anche per ridisegnare completamente il trasporto pubblico nell'intera provincia in vista dei tagli del governo che in futuro creeranno sempre più problemi. “Una ferrovia in questo tratto non solo riqualifica il nostro territorio dal punto di vista ambientale bensì anche turistico – spiega Alessandro Bolognini presidente di Legambiente Urbino – sul tema si è anche creata una frattura tra il nostro comune, che in consiglio ha votato a favore della ferrovia, e la Provincia del presidente Ricci che invece vuole una ciclabile”. Anna Siccoli presidente provinciale del Fai sottolinea le inconsistenti motivazioni del no alla ferrovia: “Provincia e Comune di Fano sostengono che il tratto passerebbe troppo vicino alle case. A Fano però stanno riqualificando un albergo proprio a ridosso della ferrovia. Perché questa contraddizione?”.
Da: corriereadriatico.it del 6/11/ 2011
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"Nessuno tocchi la Ferrovia Fano-Urbino"
Prende forma il comitato
L'obiettivo? Un referendum contro la pista ciclabile sui binari
Urbino, 6 novembre 2011 - ADESSO sono in tanti a volerla, anzi a difenderla. Persino Fai e Legambiente: «Nessuno tocchi la ferrovia Fano-Urbino per farci piste ciclabili. E’ un’infrastruttura di eccezionale valore che deve tornare ad essere patrimonio vivo e redditizio di questo territorio. E per riuscirci, chiederemo di fare un referendum nei comuni dove passa la ferrovia». Ieri mattina, il segretario regionale del Pri Giuseppe Gambioli, ha presentato nella sala rossa del comune di Pesaro la sua proposta: «Abbiamo creato un comitato referendario per la difesa della ferrovia. Chiederemo di far votare i cittadini di tutti i comuni dove passa la ferrovia. Nessuno può dire che un’infrastruttura come la ferrovia che dalla costa arriva a Urbino non sia strategica per la mobilità sia della valle del Metauro e Candigliano sia per il turismo e gli studenti che vogliono arrivare ad Urbino».CARLO BELLAGAMBA, presidente dell’associazione ferrovia del Metauro, s’arrabbia soprattutto su un punto: «Non è accettabile la superbia dei politici che pensano di decidere su un patrimonio centenario senza confrontarsi con i cittadini. Abbiamo elaborato dieci progetti di ripristino, firmati da ingegneri ferroviari. Abbiamo la disponibilità di un ripristino al costo di 1 milione di euro per dei treni con cisterne acqua della protezione civile. Si potrebbe attivare subito per dei scopi di emergenze. Lo stesso Genio ferrovieri ha dichiarato la sua disponibilità ad utilizzare la tratta per dei suoi scopi di addestramento. Di fronte a fatti concreti, la Provincia non ha mai cercato un contatto con noi, non ha chiesto informazioni sui progetti, nulla. Come se parlassimo di Marte, Invece è talmente chiaro che una ferrovia efficace, veloce, elettrica da Fano e Urbino avrebbe un successo strepitoso, mettendo insieme il binomio treno e bici per turisti e cittadini. Non è fantascienza. In Val Venosta, in provincia di Bolzano, lo hanno fatto riaprendo la Merano-Malles che era stata abbandonata dal ’90. La tratta ferroviaria è stata acquisita dalla provincia di Bolzano e da quel momento tutti si sono dati da fare per reperire finanziamenti pubblici, arrivati dall’Europa, per riaprirla su basi moderne e razionali. Oggi la Merano-Malles, con un bacino di 40mila abitanti, è redditizia, trasporta ogni anno tre milioni di persone, tra cui turisti di tutto il mondo che uniscono la bellezza del viaggio in treno con l’utilizzo anche di biciclette per piste ciclabili. Quindi, caro presidente Matteo Ricci che intende mettere il cemento sopra i binari per farci una pista ciclabile, ci sono degli esempi in Italia per come far rinascere con successo un’infrastruttura ferroviaria. Basta verificarlo prima di dire che non è possibile».
ANNA SICCOLI, presidente del Fai provinciale annuncia: «Sono perplessa per questa politica che decide senza senza confrontarsi. Sollevare obiezioni come rumore, attraversamento dei paesi, velocità ridotta, mi appaiono risibili. Come Fai nazionale promuoveremo la tratta ferroviaria Urbino-Fano come “luogo del cuore” con una mobilitazione nazionale». Per Legambiente di Urbino, è intervenuto Alessandro Bolognini: «Se la politica non capisce la ricchezza culturale e ambientale che può offrire il treno significa che siamo su di un’altra dimensione. Nessuno di noi si oppone alla pista ciclabile, ma è certo che non può essere realizzata sulla ferrovia. Magari a fianco, ma non sul tracciato. E per fortuna il Comune di Urbino ha votato all’unanimità una mozione che difende la ferrovia e ne chiede la riapertura». Alessandro Capucci è un volontario di Fermignano: «Basta con la gomma, basta con le corriere vuote pagate da noi, basta con i consumi folli dei bus di un litro di gasolio ogni due chilometri. Siamo al collasso. Eppure a Fossombrone vogliono spazzar via i binari per farci costruire o chissà che. Impediremo qualunque forma speculativa sulla ferrovia, che è una ricchezza». Gabriele Bonaccorsi di Pergola: «Hanno chiuso nei giorni scorsi la stazione di Pergola, qui il treno non arriva più malgrado avessero sostituito i binari, i sistemi di controllo, la sicurezza. Hanno speso milioni e nello stesso tempo hanno permesso alle corriere pagate dalla Regione di fare concorrenza al treno, facendo partire le corse negli stessi orari. E’ la politica che non sa gestire la mobilità privilegiando i soliti noti». Hanno preso la parola anche associazioni civiche: «Non ci faremo intimidire dalle lobby. Lo dimostreremo».
Da: www.ilrestodelcarlino.it del 6/11/2011
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Fano-Urbino: "I binari diventino 'ciclabili'"
Non serve distruggere la trattaIl Comitato per il referendum rilancia un’idea
Urbino, 8 novembre 2011 - LA SOLUZIONE C’E’, ed è a portata di mano. Per far rivivere la Fano-Urbino in tempi rapidissimi c’è un sistema, a costi ridotti e ad impatto ambientale straordinario: è la «ferrovia ciclabile». In Europa è in funzione ovunque, soprattutto in Francia e prende il nome di «velorail». In America ci sono club, associazioni e riviste ad hoc. In poche parole funziona così: nelle linee ferroviarie minori sfrecciano le biciclette. I binari rimangono, la sede della ferrovia è sempre pulita, e la gente copre anche cinquanta chilometri pedalando come se andasse per sentieri di montagna. Serve solo un telaio apposito ad «L», molto semplice, che permette di accogliere la bicicletta del ciclista togliendole la ruota davanti. Questa la si recupera al momento di scendere dal telaio e riprendere la marcia in bici. Impossibile? No, ma non ci sono modelli in vendita. Occorre farlo. Se qualche azienda artigianale sarà in grado di farlo, la presenteremo ufficialmente per un lancio sperimentale. Rimane un dettaglio da superare: la ferrovia è piena di rovi e arbusti. L’associazione del Metauro ha liberato circa 17 chilometri ma per arrivare a 50 occorre crederci da parte dell’ente pubblico, in questo caso comuni e provincia.
MA RIASSUMIAMO per chi non conosce 25 anni di puntate: il treno Fano-Urbino è stato fermato nel 1987 perché non più redditizio. Il servizio è stato sospeso, si pensava prima o poi di farlo ripartire ma così non è stato. Ora le ferrovie hanno dato il parere favorevole per dismettere totalmente la linea, dunque per togliere binari e sedime. Un compito che sta per essere affidato alla Provincia, il cui presidente Matteo Ricci ha un progetto: togliere i binari o coprirli e farci una pista ciclabile da Fano ad Urbino. Quindi, piastre di cemento a copertura dei binari per una spesa comunque imponente tenuto conto che per fare una pista di 300 metri a Pesaro si spende sui 400mila euro. Ma questa intenzione della Provincia sta suscitando l’ostilità e l’opposizione di associazioni specifiche come il gruppo Fvm ma anche di Legambiente, il Fai, i volontari, la protezione civile, e poi i comuni di Urbino, Fermignano e di molti altri enti che sono toccati dal tratto ferroviario.
Ma non è tutto perché il presidente Matteo Ricci vorrebbe anche il treno, ma realizzando una galleria ex novo per collegare Fossombrone a Pergola, e dunque a Fabriano e Roma. Un’opera importante ma dai costi superlativi. E allora che si fa? Dice il rappresentante marchigiano della Fiab, un’associazione nazionale di appassionati della bicicletta: «Non ci sono esperienze in Italia di ferrovia ciclabile. Sarà interessante valutare la possibilità di lavorarci per mettere a frutto esperienze europee». In qualche caso, le ferrovie di breve gittata chiuse da molto tempo sono state trasformate in strade o piste ciclabili dopo aver stabilito che il treno non sarebbe più tornato su quei binari. Ed era il rischio che aveva corso la tratta ferroviaria Merano-Malles, di quaranta chilometri, che dopo decenni di chiusura è rinata. Non interessava più per scarsità di passeggeri. E’ rinata con fondi europei e ora trasporta milioni di passeggeri ogni anno, tra cui un gran numero di turisti che si portano dietro le biciclette caricandole in treno.
ALBERTO Routher, urbanista e tecnico della mobilità, che collabora con l’associazione Fvm, è convinto che «affidare esclusivamente all’autoveicolo privato, agli autoservizi di linea o agli automezzi a noleggio, la possibilità di raggiungere la maggior parte degli insediamenti di elevato interesse storico-monumentale, significa incrementare il turismo “mordi e fuggi” e l’incapacità di comprendere il reale valore del luogo visitato ed il rispetto del sito: un contributo fondamentale all’acquisizione di una maggiore consapevolezza culturale del luogo, viene fornito dall’avvicinamento alla meta, mediante un moderno e confortevole veicolo ferrotranviario leggero, procedendo a velocità moderata su linee secondarie storiche. Il secondo aspetto sconvolge la fruibilità paesaggistico-monumentale degli abitati sopraccitati, identificandosi con un vero e proprio “assedio” dei mezzi di trasporto su gomma nei centri storici dei medesimi insediamenti, alterandone l’armonia del paesaggio urbano».
SPIEGANO in Provincia: «Non diciamo no al treno per partito preso, ma per una questione di soldi. Per ripristinare una tratta ferroviaria di 50 chilometri, servono a parer nostro 80 milioni di euro. Se ci può essere una forma di finanziamento anche da parte di privati noi siamo pronti a valutare le varie iniziative. Ma dove si trovano tutti questi soldi? Abbiamo uno studio della Svim che ci dice del rapporto di non convenienza tra investimento e ritorno economico. Da lì dobbiamo ripartire». IL FAI INVECE insieme a tutte le altre associazioni sono convinti che un treno moderno e nello stesso tempo funzionale per andare incontro anche alle esigenze dei turisti possa essere a portata di mano. Non per niente, la ferrovia verrà insignita del riconoscimento da parte del Fai di «luoghi del cuore».
di ROBERTO DAMIANI
Da: ilrestodelcarlino.it del 8/11/2011
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Trasformare la Fano-Urbino in ciclabile: la proposta "ciclo-turistica" di Bizzochi
08/11/11 Fano (Pesaro Urbino)- L’ex ferrovia Fano-Urbino trasformata in ciclabile. A riprendere il discorso sul futuro dell’ex tratta ferroviaria è Orlando Bizzocchi, rappresentante del comitato “Ciclabile Fenile-Fano). “L'enorme e continuo sviluppo –dice Bizzocchi- che ha il cicloturismo in tutto il mondo dovrebbe farci riflettere. E' una proposta turistica che offre un contatto diretto con l'ambiente, la sua cultura e la sua tradizione”. “La sua principale caratteristica è di essere un turismo "lento", un turismo a misura d'uomo. In altri paesi europei oltre il 30% dei turisti è costituito da cicloturisti, questo avviene in Austria, Olanda, Francia, Germania, paesi che hanno creato le infrastrutture adatte allo sviluppo del cicloturismo”. “La vicina Romagna, una regione ad alta vocazione turistica, ha risolto buona parte dei problemi legati alla bassa stagione con l'incremento del cicloturismo. I cicloturisti amano muoversi principalmente nei mesi di marzo, aprile, maggio, metà giugno,poi ancora in settembre e metà ottobre e questi mesi sono i periodi più difficili per gli albergatori,soprattutto per quelli delle città balneari”. “La nostra regione, così ricca di beni culturali e storici, di percorsi enogastronomici,di immagini paesaggistiche mozzafiato ha potenzialità enormi per lo sviluppo di questo segmento del turismo”.“Il turismo ‘lento’ o ‘sostenibile’ è in continuo aumento, ma la nostra regione pur essendo una delle più titolate, non compare nella graduatoria delle regioni italiane che hanno la maggior presenza di cicloturisti”. “Per conquistare questo mercato in continua espansione è necessario attuare un programma di investimenti che abbia lo scopo di incrementare la rete di piste ciclabili in tutto il territorio”. “L’ex ferrovia Fano-Urbino rappresenta una grossa opportunità che non può non essere sfruttata, può essere collegata facilmente con la Fano-Pesaro e raggiungere anche le cittadine di Urbania e Borgo Pace. Se questo percorso già progettato venisse realizzato avremmo una delle più lunghe piste ciclabili d'Europa, sarebbe un richiamo notevole non solo per la sua lunghezza, ma anche per il suo percorso ricco di bellezze naturali e di luoghi di grande interesse storico”. “L'aspetto turistico di questa realizzazione, non ci può far dimenticare l'enorme vantaggio dato dal collegamento ciclo pedonale per tutti i residenti delle tante frazioni che si trovano lungo il percorso. Molti, avendone la possibilità, per i loro spostamenti rinuncerebbero al mezzo motorizzato in favore dell'uso della bicicletta,un mezzo che è veramente amico dell'uomo e dell'ambiente”.
Da: fanoinforma.it del 8/11/2011
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Pd: “Dismissione ferrovia Fano-Urbino, un passo in avanti verso la nuova pista ciclabile”
09/11/11 Fano (Pesaro Urbino)- Il Partito Democratico di Fano, come altre forze politiche della nostra città, ha presentato una mozione a sostegno della conversione in pista ciclabile della vecchia ferrovia Fano Urbino. “La recente richiesta di dismissione della struttura ferroviaria avanzata dalla Regione Marche –scrivono Oretta Ciancamerla, Capogruppo in Consiglio comunale e Enrico Fumante, Coordinatore circolo Fano Centro-Mare- apre veramente, per la prima volta, nuovi scenari concreti per il salvataggio e la salvaguardia dell’area e la conversione della struttura in pista ciclabile. Purtroppo oggi più che mai l’ipotesi di riattivare la ferrovia (e sottolineiamo purtroppo) appare quanto mai remota ed irrealizzabile, il Paese è sempre più oppresso da una crisi finanziaria e sociale che il governo affronta tagliando sanità, scuola, welfare, servizi e investimenti. Immaginare che nel medio termine si possano reperire ingenti risorse per il ripristino e la gestione, che sono nell’ordine delle decine di milioni di euro, appare ormai oltre il limite dell’ottimismo e questa strada ci porterebbe alla definitiva perdita ed abbandono della struttura”.“Invece i fondi del livello europeo potrebbero regalarci per il futuro la concreta possibilità di vedere realizzata nel medio termine una delle più importanti piste ciclabili d’Italia e d’Europa (Urbino – Fano – Pesaro). Oggi più che mai la nostra terra necessita di progetti fattibili per il futuro prossimo, capaci di rilanciare la nostra comunità e la nostra economia sempre più legata al turismo. Il progetto di realizzare una pista ciclabile da Urbino, città di Raffaello e del Duca di Montefeltro, a Fano Romana, stazione balneare, passando per borghi antichi, incontaminati scorci naturali, attraversamenti collinari, darà alla nostra comunità un’opera unica che con investimenti limitati potrà attrarre turisti da tutta Europa”.
“La ricaduta economica sarebbe notevole, una volta intercettati i flussi del turismo per ciclo escursionisti che conta milioni di avventori in tutta Europa, numerose attività economiche sorgerebbero di conseguenza come, alberghi, bed and breakfast, alloggi, bar, punti di ristoro, ristoranti, agriturismi, agenzie turistiche e guide specializzate, punti di assistenza meccanica, noleggio bici, ecc. Inoltre e non meno importante la nostra comunità avrebbe un’infrastruttura del benessere in grado di far diminuire il numero delle auto sulle strade, con conseguente riduzione di traffico ed inquinamento, a favore della circolazione pulita su 2 ruote, con enorme vantaggio non solo per la nostra città, che ha una rete del tutto insufficiente di piste ciclabili, ma anche di tutti gli agglomerati urbani attraversati dalla Flaminia, scenario continuo di gravissimi incidenti a pedoni e ciclisti”.
Da. Fanoinforma.it del 9/11/2011
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Sulla dismissione della Ferrovia Bene Comune attacca il Pd
Fano (Pesaro Urbino)- Non è piaciuto ai giovani di Bene Comune l’intervento del Pd a favore della dismissione della ferrovia Fano-Urbino.“La situazione che si sta delineando sulla Ferrovia Fano-Urbino, acuita dalla mozione di sostegno del consigliere Oretta Ciancamerla del Pd alla sua dismissione ci lascia perplessi e delusi. Purtroppo non è la prima volta che il Pd predica bene e razzola piuttosto male: se da una parte infatti ha invocato giustamente il coinvolgimento del Comitato ‘Insieme per la scuola’ nella gestione del dimensionamento scolastico a livello cittadino, nel momento in cui diventa maggioranza si dimentica della partecipazione e dei comitati e persegue in maniera tetragona e un po’ autoritaria le sue finalità. In questo caso, tra l’altro, imbonendo i cittadini con un progetto ferroviario (quello presentato da Ricci) che a nostro avviso ha costi improbabili e fa acqua da tutte le parti. Così come fa acqua l’intervento del consigliere Ciancamerla che prende a pretesto una crisi congiunturale per dismettere una struttura che ha una valenza secolare, che parla di fondi europei per le piste ciclabili e dimentica i fondi europei esistenti anche per ripristinare ferrovie dismesse, che propone un piano di sviluppo economico legato alla ciclabile di pura fantasia”.
“Ma fino a qui rimaniamo al livello di una normale dialettica sullo sviluppo del territorio. La vera gravità dell’azione portata avanti dalla provincia e rafforzata dalla delibera regionale sta invece nella totale indifferenza manifestata prima verso l’Associazione Ferrovia del Metauro (Fvm) che da anni lavora, e non solo a parole, per il ripristino e ora verso il Comitato di difesa della ferrovia che oltre alla Fvm ha al suo interno associazioni di rilievo nazionale come il FAI o Legambiente. Ora noi ci chiediamo: ipotizzando anche che la realizzazione della pista ciclabile sia la soluzione migliore, non andava raggiunta attraverso un percorso partecipato di coinvolgimento del Comitato? Pensa veramente il Pd che in tanti anni di attività questo gruppo che ha saputo dare un rilievo nazionale alla sua battaglia, non abbia mai interessato esperti per verificare la fattibilità del suo progetto e non abbia varato piani di coinvolgimento di enti privati? L’Fvm, afferma attraverso il suo presidente di aver presentato alla provincia dieci progetti di ripristino firmati da ingegneri o esperti senza ricevere risposta. Per quale motivo?”. “Purtroppo si crede sempre che i Comitati siano fatti di anime belle che vogliono salvare un’idea o una nostalgia. Invece accade spesso che i comitati a forza di tenerci ad un’idea comincino a studiare e raggiungano una competenza e un’esperienza di cui le amministrazioni dovrebbero far tesoro e non ignorare come un cagnolino fastidioso. Se dunque il consigliere Ciancamerla vuole portare la sua mozione di sostegno in Consiglio comunale noi siamo ben contenti. Ma ad una condizione. Chiediamo che a quello stesso consiglio si inviti un esponente del Comitato di Difesa della ferrovia ad esporre le proprie ragioni e un esperto (dalla provincia o dalla Regione, o, perché no, dalla società civile) che tratti i motivi della dismissione. La cosa aiuterà anche i consiglieri a chiarirsi le idee sulle rispettive progettualità”.
Da: fanoinforma.it del 11/11/2011
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'Sì Viaggiare', con For.Bici
L’associazione For.bici, aderente alla FIAB, ha stabilito un ottimo rapporto con la rubrica di Rai 2 “Sì, viaggiare”, che si è concretizzato domenica 20 novembre ed ha buone possibilità di continuare nel prossimo futuro. Il gruppo di cicloamatori in foto (in posa sul ponte che sovrasta le "Marmitte dei Giganti") si è prestato a fare da "attori" in un filmato che andrà in onda nelle prossime settimane in coda al TG 2. Sono state evidenziate le potenzialità del nostro territorio per un turismo “dolce”, appunto in bicicletta e in periodo di bassa stagione, facendo riprese a Fano, Fosso Sejore (pista ciclabile lungo il mare), Fossombrone (Marmitte dei Giganti), Cartoceto, Furlo (Riserva naturale statale e diga) e Urbino.Il filo conduttore del filmato è stato il tragitto tra Fano e Urbino, che tra qualche tempo potrebbe essere percorso da tantissimi cicloamatori italiani e stranieri, sul tracciato della vecchia ferrovia trasformata in pista ciclabile. All’iniziativa hanno fornito un supporto decisivo vari soggetti, in particolare la Provincia di Pesaro e Urbino (quale Ente gestore della Riserva Naturale del Furlo), ENEL (per l’apertura della diga), gli organi istituzionali della città di Urbino ed in particolare la Soprintendenza (per gli accessi agli edifici storici e la visita guidata), l'A.S.D. i Mufloni (per il supporto logistico e la ciclofficina mobile), l'A.I. Promuovere (Assocral Sport/AICS) ed infine, UDACE ed il gruppo ciclistico Omiccioli (per le preziose indicazioni fornite in fase di organizzazione)
Da: www.viverefano.com del 23/11/2011
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FERROVIA FANO-URBINO INCONTRO DEL NEONATO COMITATO
«L'economia ripartirà con il treno»
IL COMITATO per la difesa della Ferrovia Fano - Urbino non dorme e si cercano idee e soluzioni concrete «al fine di evitare la devastazione improvvisa di un'infrastruttura ormai storica per la nostra provincia», come si legge in un comunicato. Quel che emerge è l'entusiasmo che ha contagiato quanti si sono avvicinati al Comitato, fenomeno per certi versi insolito visto che siamo in un periodi di grande sconforto. Nell'ultimo incontro - fa sapere il Comitato in un intervento a firma di Giampaolo Baldelli, Carlo Bellagamba, Alessandro Bolognini, Emanuela Camiletti, Alessandro Capucci, Giuseppe Gambioli e Anna Siccoli - sono «state esaminate le strategie da adottare senza risparmiare alcun tipo di strada percorribile. In un periodo così disperato per la nostra economia nazionale la realizzazione di un nuovo trasporto su rotaia, più ecologico, moderno e veloce, non solo risolverebbe il costante problema di un carente servizio di trasporto pubblico costa-entroterra, ma fornirebbe una sferzata in più alla nostra economia locale». ED E' PER QUESTO motivo che il Comitato sostenuto al suo interno da esponenti di Associazioni riconosciute a livello nazionale e appoggiata anche da alcuni amministratori della vicina Regione Emilia - Romagna, «ha intenzione di fare appello ai sindaci di tutti i Comuni interessati dal percorso della tratta ferroviaria, e a qualunque impresa che, grazie a questo progetto, vedrebbe con grande lungimiranza un'efficace risoluzione alla propria ripresa economica». Chi volesse contattare il Comitato, può farlo all'indirizzo ferroviavalmetaurourbino@gmail.comDa: Il Resto del Carlino del 25/11/2011
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Fronte Azione Popolare, bagno di folla per l’assemblea costituente: “Uniti si può fare”
Non poteva sperare in un battesimo migliore il movimento politico “Fronte di Azione Popolare Pesaro Urbino” che sabato 3 dicembre ha tenuto al Furlo la sua assemblea costituente. “Erano in centinaia – si legge in una nota -, da ogni parte della provincia, a presenziare all’importante meeting durato una giornata intera e all’interno del quale si sono analizzati programmi e finalità della neonata forza politica. La principale intenzione del movimento è quella di creare un progetto per il territorio che esca dagli schemi obsoleti degli schieramenti politici: lo conferma la presenza di persone appartenenti a qualsiasi casta politica o alla prima esperienza assoluta. Questa è la grande novità di un fronte popolare che vuole unire intenzioni, cittadini e territorio anziché dividerli come troppo spesso accade al giorno d’oggi. Presidente del Fronte di Azione Popolare Pesaro Urbino è stato eletto all’unanimità Giacomo Rossi, ex candidato alla presidenza della Provincia, che non nasconde la sua soddisfazione e esorta tutti a partecipare per riprendersi il territorio. Ci vuole coraggio: uniti si può fare. Altro fondatore del movimento è Mauro Renzi, attuale Assessore nel Comune di Pergola, che afferma: la trasversalità è la nostra vera forza. Siamo slegati da ogni lobby politica e ripartendo dal basso faremo una politica veramente popolare combattendo la diffusa disaffezione che c’è in molti cittadini.Le tematiche trattate sono state molteplici, chiare e attuali e il Fronte ha già tracciato le sue prime linee di pensiero: no all’ospedale unico e all’attuale piano socio-sanitario, sì al ripristino della tratta ferroviaria Fano-Urbino e no alla tassa di soggiorno. Inoltre sono stati individuati dei punti cardine come il sostegno all’agricoltura e alle imprese nostrane nonché ai comitati ambientalisti e ad una diversa gestione del servizio idrico. Presenti all’assemblea di sabato anche il consigliere regionale autonomo Enzo Marangoni, l’ex Assessore a Fermignano Alessandro Capucci e il legale del movimento nonché coordinatore dei lavori Andrea Reginelli: tutti hanno speso parole di elogio per il neonato movimento e per la sua voglia di cambiare il modo di fare politica nel nostro territorio. A breve ci sarà un nuovo incontro che servirà ad allargare il consiglio direttivo”.
Da: www.oltrefano.it del 6/12/2011
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Il comitato
La tratta soppressa E’ sperpero
Urbino Il Comitato per la difesa della Ferrovia Fano – Urbino prosegue la sua battaglia senza sosta. “La proposta di dismissione della tratta ferroviaria non comporta un evidente depauperamento del patrimonio pubblico? Facciamo appello a tutti gli Enti per approfondire la questione e quantificare il danno economico che conseguirebbe all’eventuale dismissione della tratta ferroviaria Fano – Urbino. In un momento in cui investire nella costruzione di nuove infrastrutture pubbliche risulta un progetto estremamente difficoltoso, un Ente che decidesse di investire su infrastrutture già esistenti riuscendo a salvaguardarle e a valorizzarle sarebbe sinonimo di un atteggiamento amministrativo virtuoso e lungimirante. Il Comitato vuole concertare soluzioni concrete e immediate”.Da: www.corriereadriatico.it del 6/12/2011
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Consiglio Comunale di Saltara del 28/11/2011
11. O.d.G. per la trasformazione in pista ciclabile della ferrovia Fano-Urbino.
Uguccioni: la minoranza presenta questo ODG, non appena le Ferrovie Dello Stato hanno annunciato che non interessa riaprirla, e che la Regione Marche ha approvato un atto pubblico in cui dichiara di non ritenere strategica la riapertura della ferrovia. Anche 15 anni fa ci fu un tentativo di trasformare la ferrovia in pista ciclabile, ma saltò tutto per lopposizione dei sindaci di Fermignano e Urbino. Oggi abbiamo una nuova occasione e stavolta non possiamo perderla. La tratta Fano Fossombrone ha una grossa attrattiva anche turistica, e per Calcinelli lopportunita è fondamentale, come sostenuto anche dalla mia lista in campagna elettorale. Avere un asse ciclo pedonale, fruibile da Borgaccio a Postavecchia, sarebbe importantissimo. Si potrebbero sfruttare le ampie pertinenze e la vicinanza al centro, per mercati, manifestazioni. Avremmo un polmone centrale sfruttabile per un sacco di cose. Nel corso di una pubblica assemblea organizzata dal circolo locale del PD, il presidente della provincia Matteo Ricci ha sostenuto apertamente la pista ciclabile, ma ha anche detto che non sarà possibile realizzarla prima di 6 o 7 anni, a parte alcuni tratti. Tali tratti saranno determinati dalla disponibilità fattiva dei comuni a collaborare. Occorre quindi che Saltara ci creda, si faccia partecipe, e si interessi attivamente e continuamente, perché noi siamo lunico comune ove la pertinenza ferroviaria è proprio a ridosso del centro, ed è ampia perche sede di stazione con scambio ferroviario. Oggi dobbiamo essere i primi come lo fummo nel 1984 quando lallora sindaco Cappellini, alla notizia della chiusura della ferrovia, che per Calcinelli era un incubo, fece addirittura un telegramma al ministro Signorile che dispose la chiusura, complimentandosi per la scelta, che poneva fine ai grossi problemi di viabilità di Calcinelli, causata dai passaggi a livello. Allora fu lunico sindaco della vallata a compiere tale gesto, ed oggi dobbiamo agire con la stessa risolutezza.Fattori: certo negli anni precedenti la chiusura fu fatto di tutto per squalificare la ferrovia. Orari senza senso, tempi di percorrenza esagerati. Si fece di tutto per dimostrare che era inutile e dannosa. Personalmente oggi, mi piacerebbe che convivessero sia la ferrovia che la pista ciclabile. Ma non possiamo sottovalutare che per realizzare 3 Km di pista ciclabile sopra i binari, si tratta di spendere 300.000 euro al KM, e 900.000 euro non è un costo trascurabile per un comune come il nostro. Se quindi la finanzia la Provincia ben venga, ma una compartecipazione del nostro Comune è impensabile. Ci sono altre priorità, ad esempio labbattimento delle barriere architettoniche.
Manocchi: sono favorevole alla ciclabile in linea di principio, ma purtroppo non vedo spiragli per il reperimento dei fondi
Paccapeli: siamo stati recentemente a visitare i 7 KM di ciclabile realizzati fra Colle val dElsa e Poggibonsi , con il solo utilizzo di stabilizzato sui binari e messa in sicurezza delle zone più pericolose con dei parapetti. Ci è stato detto che il costo è stato di 1.000.000 di euro, di cui 450.000 finanziati dalla banca Monte Dei Paschi, Il costo al Km quindi è stato di 142.000 euro, non 300.000 come sostiene il consigliere che ha parlato poco fa, e se ci si crede qualche sponsor si può coinvolgere ed a quel punto il costo diventa abbordabile.
Ubaldi: sembra che la questione, a voi della maggioranza, non vi tocchi. Avreste potuto interessarvi, invece sembra non abbiate pensato minimamente alla cosa, alle varie soluzioni tecniche possibili. Quel che dice Paccapeli e risaputo, mentre sembra che sostenendo la tesi dei 300.000 euro al KM, non ne sapevate nulla.
Guidi: non accetto queste accuse, io è da 10 anni che auspico la realizzazione di una pista ciclabile.
Uguccioni: voi della maggioranza avete votato un piano pluriennale delle opere pubbliche ove sono previsti 25t0.000 euro per i marciapiedi in via flaminia, se alla pista ciclabile ci credevate potevate destinali lì.
Perlini: la questione la conosciamo bene, sappiamo delle varie soluzioni tecniche possibili, sappiamo che il tratto Lucrezia Tavernelle è prioritario nelle intenzioni della Provincia. Diamo tutti daccordo in linea di principio, ma non possiamo passare in second ordine gli aspetti economici.
Cicoli: e evidente il pregiudizio nei nostri confronti da parte della minoranza, e la cosa mi dispiace perche la nostra condivisione dell ODG è totale. Certo a me fra la ferrovia e la pista ciclabile, sarebbe piaciuta una terza ipotesi, ovvero quella di cedere le aree ai comuni, ma questa non è stata mai entrata in nessuna discussione, a qualsiasi livello. Vorrei però fare una valutazione politica della questione: mi spiace che il presidente Ricci abbia portato avanti la questione in sede di partito e non in sede istituzionale, coinvolgendo ad esempio il comune di Fossombrone in quanto dello stesso suo colore politico, e non il comune di Saltara.
Perlini: abbiamo anche chiesto via email un incontro al Presidente per discuterne, ma non ci ha nemmeno risposto.
Uguccioni: devo precisare che Ricci non era venuto solo per la pista ciclabile. Il vice sindaco Perlini poi è anche consigliere provinciale ed in tale veste su quel progetto ha votato contro. Vorrei far anche notare che l ODG noi labbiamo presentato solo dopo gli atti della Regione Marche e delle Ferrovie Dello Stato, quindi solo quando l opportunità è diventata concreta.
Votazione.
Unanimità.
Da. http://laterzavia.wordpress.com/2011/12/08/cc-28112011-11/
Posted on 8 dicembre 2011 by Maurizio Rondina
Dettaglio scheda
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Data di redazione: 21.01.2010
Ultima modifica: 13.01.2012
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