Opere specialistiche
Ex ferrovie trasformate in piste ciclabili
DALLE ROTAIE ALLE BICI
Indagine web su ex ferrovie recuperate (anche parzialmente) ad uso ciclopedonale
Cfr. anche
- “Dalle rotaie alle bici /+treni+bici+treni+bici" – (Fiab 2011, a cura di Giulia Cortesi e Umberto Rovaldi)
- http://fiab-areatecnica.it/pubblicazioni/manuali-e-studi/fiab/355-dalle-rotaie-alle-bici.html
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- Piemonte, Bricherasio-Barge
- Piemonte, Airasca-Saluzzo
- Piemonte, Asti-Mortara
- Liguria, Ponente ligure
- Liguria, Genova Vesima-Finale Ligure
- Liguria, ex-autoguidovia Madonna della Guardia
- Liguria, variante Genova Vesima-Finale Ligure
- Liguria, Framura - Levanto
- Lombardia, Bergamo-Piazza Brembana
- Lombardia, Bergamo-Clusone
- Lombardia, Porlezza-Menaggio
- Lombardia, Castellanza-Valmorea-Mendrisio
- Lombardia, Varese-Ghirla-Luino
- Lombardia, Rezzato-Vobarno
- Lombardia, Peschiera-S.Antonio Mantovano
- Lombardia, Voghera-Varzi
- Lombardia, Ghirla-Ponte Tresa
- Lombardia, Ferrovia della Valsabbia (BS)
- Lombardia e Veneto, Ostiglia-Treviso
- Veneto, Noventa-Vicenza
- Veneto, Piovene Rocchette- Asiago
- Veneto, Thiene-Piovene Rocchette-Arsiero
- Veneto e Friuli V. G., Motta di L.-S. Vito al Tagliamento
- Veneto e Trentino A.A., Calalzo-Cortina-Dobbiaco
- Trentino Alto Adige, Bolzano-Caldaro
- Trentino Alto Adige, Ponte Gardena-Cardano
- Trentino Alto Adige, Terme Brennero-Colle Isarco
- Trentino Alto Adige, Ora-Predazzo
- Trentino Alto Adige, Dermulo-Meldola
- Trentino Alto Adige, Rovereto-Arco-Riva del Garda
- Trentino Alto Adige, Chiusa - Plan Val Gardena
- Friuli V.G. e Slovenia, Trieste-Hrpelje (Val Rosandra)
- Friuli V.G. e Slovenia, Cividale del F.- Caporetto
- Friuli V.G., Slovenia e Croazia, Trieste-Parenzo
- Friuli Venezia Giulia, Cervignano-Grado
- Friuli Venezia Giulia, Tarvisio-Fusine
- Friuli Venezia Giulia, Tarvisio-Carnia
- Friuli Venezia Giulia, Carnia-Villa Santina
- Emilia-Romagna, Modena-Vignola
- Emilia-Romagna, Modena-Mirandola
- Emilia-Romagna, Villafranca-Finale Emilia
- Emilia-Romagna, Bagnolo-Carpi
- Emilia-Romagna, Budrio-Massalombarda
- Toscana, Cancellino-Lama
- Toscana, Colle Val d’Elsa-Poggibonsi
- Umbria, Ellera-Tavernelle
- Umbria, Spoleto-Norcia
- Lazio, Roma-Fiuggi-Frosinone
- Lazio, Velletri-Colleferro
- Campania, Benevento-Foglianise-Vitulano
- Basilicata, Potenza-Laurenzana
- Puglia, Spinazzola-Spinazzola Città
- Sicilia, Castelvetrano-Menfi-Porto Empedocle
- Sicilia, Rovittello-Castiglione-Linguaglossa
- Sicilia, Palermo-Corleone-S.Carlo-Burgio
- Sicilia, Targia-Siracusa
- Sicilia, Sampieri-Marina di Modica
- Sicilia, Caltagirone-Dittaino
- Sicilia, Siracusa-Vizzini
- Sicilia, Agrigento-Trapani
- Sardegna, Sarcidano-Isili-Nuragus-Barùmini-Villacidro
- Sardegna, Calangianus-Monti
- Sardegna, Siliqua – Calasetta
- Sardegna, Carbonia – San Giovanni Suergiu
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Bricherasio - Barge (Piemonte)
… Il confronto è poi proseguito su altri temi. La Provincia solleciterà la distribuzione dei contributi regionali per Rucas su fondi sportivi a Bagnolo, Paesana e Sampeyre, così come cercherà una soluzione per il problema sovracomunale del mancato completamento della pista ciclabile (ex sedime ferroviario Bricherasio-Barge) che dal Pinerolese si ferma al confine con la Provincia di Cuneo, mancando pochi chilometri per arrivare a Bagnolo e Barge.Da: www.provincia.cuneo.it - 1 luglio 2010
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Airasca - Saluzzo (Piemonte)
L'Airasca-Saluzzo-Cuneo fu una delle prime linee ferroviarie pensate per il Piemonte.… Nel mese di giugno del 2003, la Regione Piemonte, in un primo momento interessata all'acquisizione del sedime e dei fabbricati annessi dell'Airasca-Moretta, fa sapere di rinunciare a tale proposito. Motivo per cui la R.F.I si è rivolta alle province di Torino e Cuneo, oltre ai comuni interessati dalla tratta, per chiedere loro se siano ancora disposti a tale acquisizione. Tutti gli amministratori pubblici coinvolti hanno ribadito l'assoluta necessità di salvaguardare la tratta nella sua integrità puntando, con l'aiuto delle due province, ad acquisire la proprietà della massicciata, delle stazioni e dei caselli di pertinenza per farne una pista ciclabile di collegamento e di servizio per il basso Pinerolese. Si è precisato che sarà impossibile per i privati acquistare immobili della R.F.I. in quanto vincolati dai rispettivi piani regolatori e, pertanto, privi di destinazione urbanistica utilizzabile in prospettiva edificatoria e speculativa.
http://digilander.libero.it/airascasaluzzo/lastoria.htm
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Airasca: l'accesso alla pista ciclabile dove c'è una discarica abusiva
AIRASCA - La pista ciclabile realizzata sul vecchio sedime ferroviario dell’Airasca-Saluzzo è molto frequentata. Anzi è stata quasi una sorpresa vedere quante persone, soprattutto nei fine settimana, la utilizzano. Appassionati sportivi che la percorrono in bicicletta o di corsa o semplicemente famiglie che la scelgono come luogo ideale per farsi una bella e salutare passeggiata, magari con i bambini, lontani da traffico e smog. (approfondimenti nell'edizione in edicola)
Luca Nota
Da: www.ecodelchisone.it - Edizione 18 del 04/05/2011
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Pista ciclabile di Sanremo (Liguria)
Sanremo - Una parata di autorità ha partecipato all'inaugurazione del tratto di pista ciclabile da Taggia a Sanremo. presente anche l'ad di ferrovie dello Stato Mauro Moretti e il presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando. Quando sara' ultimata, la nostra diventera' una pista ciclabile di sessanta chilometri, quindi la piu' importante del Mediterraneo ed una delle piu' lunghe d'Europa, ma se possiamo dirlo con un po' di partigianeria, in un territorio molto piu' bello di quello che hanno la piste ciclabili nel Nord Europa'. Lo ha dichiarato il ministro dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola, stamani, presso l'ex stazione ferroviaria di Sanremo a margine dell'inaugurazione dei primi 16 chilometri di pista ciclabile, alla presenza dell'ad delle Ferrovie, Mauro Moretti e di gran parte della Giunta regionale ligure, con in testa il presidente Claudio Burlando e provinciale. Presenti anche numerosi ciclisti professionisti, tra cui Moser.Claudio Scajola. 'Noi abbiamo un'economia ligure - ha aggiunto Scajola - che in molta parte e' basata sul turismo. Abbiamo dedicato poca attenzione nel passato a creare le condizioni di attrazione dei turisti sul nostro territorio. Non basta piu' il mare, non basta piu' il sole, ci vuole qualcos'altro. Credo allora che questa pista ciclabile-pedonabile, con la possibilita' di andare dai piu' giovani ai piu' anziani, sia una grandissima attrattiva non solo per gli italiani vicini del nord Italia, ma anche per turisti che possiamo attirare dal centro e nord Europa. Diventa, quindi, un investimento a poco prezzo, perche' si tratta di mantenere le bellezze che ci sono, renderle compatibili a questa pista, esaltando il territorio accanto, di fronte a questo spettacolo meraviglioso della costa ligure. Questo portera' un grande beneficio economico, perche' aumentera' notevolmente l'attrattiva del nostro territorio nei confronti del turisti del mondo'.
Claudio Burlando: Siamo a sedici chilometri, pian piano arriveremo a 24-25 chilometri e, poi, se si sposta la ferrovia a monte, da Imperia a Finale Ligure, si puo' fare una cosa veramente unica al mondo: 72 chilometri di pista ciclabile. Penso che la grande idea di questa pista sia la sua semplicita'. Aver ragionato su una bellezza naturale che non andava guastata con cemento e costruzioni, consentendo a tutti di poter utilizzare, camminando, correndo e andando in bicicletta, un sedime costruito nell'800 per i treni, ma che adesso ha tutto il suo fascino e la sua bellezza. Riguardo alla tempistica, dico che siamo nei termini. Nel 2009, si finisce tutta questa parte libera dai treni. Nel 2010, poi, finiscono i lavori realizzati con i fondi della Presidenza del Consiglio, in particolar per gli ostelli che serviranno a ospitare anche molti turisti che speriamo vengano dal nord Europa e per dare una piena valorizzazione a questa pista cicolopedonale. Alla Vesca si fara' un bellissimo parco. E poi, credo che nasceranno molte attivita', penso ai chioschi per affittare le bici. Si fara' anche un orto didattico per i bimbi. In un momento di crisi economica, nuove attivita' dovrebbero dare un impulso di crescita in un territorio che vive un momento difficile'.
Ingegnere Tullio Russo, presidente di "Area 24", la societa' che gestisce le aree dismesse della Ferrovia: 'Dove siamo ancora fermi e' nella zona della galleria di Ospedaletti. Abbiamo realizzato una vera e propria infrastruttura che e' qualcosa di piu' della pista ciclabile, con i lavori che adesso partono, ossia le cosiddette opere complementari: parcheggi, ostelli. Ad esempio il parcheggio di Sanremo e' da 800 posti e sara' veramente una grande opera. Questo perche', se la pista ciclabile non sara' accompagnata dagli impianti sportivi, corre il rischio di rimanere fine a se stessa. Il lavoro che ci attende per i prossimi due anni e' di fare queste opere indicate, che nel loro complesso hanno un valore di oltre 100 milioni di euro che, grazie al cielo, si possono realizzare con finanziamento privato. Noi accenderemo dei mutui'.
Ancora Russo: 'Gli operatori che fanno il parcheggio si ripagheranno con la quota che possono vendere, per cui non stiamo ad aspettare i finanziamenti pubblici, pur essendo sempre i benvenuti, ma cerchiamo di autofinanziarci, visto il successo e il valore dell'opera. Il parco deve rimanere a livello di eccellenza e l'onere della manutenzione del parco sara', sempre riuscendo a fare le opere complementari, coperto dai canoni dei parcheggi, degli ostelli e dei punti di ristoro. Su questo non ho grande preoccupazione. Una preoccupazione, invece, e' quella del vandalismo e li' non posso farci nulla: o le amministrazioni si danno da fare oppure daremo mandato a un'associazione di volontariato di difendere la pista. Sui tempi: spero che dove i lavori sono gia' appaltati, si possa aprire prima del prossimo Festival'.
15/11/2008
Da: www.riviera24.it
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Autoguidovia della Madonna della Guardia (Liguria)
… In un’ottica di riqualificazione e riuso del tracciato della guidovia il Comune di Ceranesi, ha intrapreso una serie di interventi volti principalmente alla sua pulitura mediante taglio di piante infestanti e messa in sicurezza delle parti prive di protezione a valle. Tali lavori hanno ridato al vecchio percorso una nuova fruibilità, come pista ciclabile ed escursionistica e la possibilità di fare conoscere quello che per molti anni è stato un sistema di trasporto unico in Italia, abbandonato purtroppo a favore del trasporto mediante autocorriere e vetture private, che nei giorni festivi e durante le ricorrenze religiose, intasano completamente la strada carrabile che dalla località Geo, sale al Santuario.Da: www.quotazero.com
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Variante Genova Vesima-Finale Ligure (Liguria)
Stato attuale
La sede ferroviaria della vecchia linea, che corre quasi sempre in vicinanza del mare, stretta tra la Via Aurelia e la scogliera a picco, è quasi sempre rintracciabile con facilità grazie alle numerose opere d’arte e alla presenza, in alcuni tratti, di resti della palificazione.
Nei tratti Arenzano-Cogoleto, Cogoleto-Varazze e Albissola-Savona il sedime è stato convertito in un percorso ciclo-pedonale pavimentato e illuminato. Nei restanti tratti, la vecchia linea è generalmente abbandonata, salvo il tratto da Savona a Vado Ligure dove è ancora armata e usata come raccordo industriale. In ambito urbano l’ex-sedime è stato utilizzato in vari modi, per la creazione di giardini pubblici, parcheggi o per l’allargamento di strade preesistenti. Nei pressi della stazione di Cogoleto, alcune centinaia di metri della vecchia massicciata hanno dato posto al binario pari della nuova linea raddoppiata. Generalmente in discrete condizioni i fabbricati delle ex-stazioni, tranne quelli di Varazze e Savona che sono stati demoliti; quasi tutti i caselli sono stati venduti a privati e trasformati in abitazioni.
Da: www.ferrovieabbandonate.it
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Framura - Levanto
La Liguria è una terra racchiusa tra montagne e mare dove i luoghi incontaminati spesso si trovano appena dietro l'angolo. Grazie al recupero del vecchio tracciato ferroviario in una zona piuttosto turistica della regione, è stata allestita la ciclabile Framura - Levanto che può essere facilmente percorsa anche da famiglie con bambini o da persone che non amano particolarmente la salita. La ciclopedonale è un itinerario senza dubbio molto interessante per scoprire uno scorcio di Liguria in modo alternativo!
DETTAGLI ITINERARIO
Partenza/Arrivo Framura/Levanto
Lunghezza 5 km
Difficoltà Facile
Quota massima 20/30 m
Dislivello /
Stato del percorso Asfaltato
Il vecchio tracciato ferroviario che da Framura raggiungeva Levanto, l'ultimo paese prima di immergersi nella Natura delle Cinque Terre liguri, è stato da qualche tempo recuperato e convertito in ciclopedonale per essere sfruttato da viaggiatori, vacanzieri ma anche locali. Noi lo abbiamo percorso proprio quest'estate e ne siamo rimasti davvero colpiti nonostante la breve distanza fra la partenza dell'itinerario ciclabile e l'arrivo.
Il tratto di ferrovia fu abbandonato a partire dal 1970 in seguito allo sviluppo della ferrovia Sestri Levante - La Spezia e, dopo anni di lavori e conversione del tracciato, venne riaperto a bici e pedoni nel 2010.
Partendo dal pittoresco porticciolo di Framura con l'ausilio di un ascensore si può trasportare la bicicletta direttamente sulla ciclabile Framura - Levanto che corre qualche metro sopra il livello del mare. La ciclopedonale è divisa in tre parti: due dedicate alle biciclette che la percorrono nei due sensi di marcia ed una, quella più panoramica sul mare, fatta (e finita) per i pedoni.
Mare e gallerie
Mentre percorrevamo questo breve itinerario ciclabile ho provato ad immaginare di tornare indietro nel passato, presentarmi alla stazione di Framura all'orario giusto, saltare in carrozza e godermi il paesaggio dal vetro di un finestrino: sicuramente sarebbe stata una bella esperienza, ma il privilegio di viaggiare in bicicletta o a piedi è proprio quello di fermarsi dove si desidera e non solo nelle stazioni. La ciclabile inizia subito con una galleria, avanziamo verso Bonassola lasciandoci alle spalle le decine di bici parcheggiate vista mare. Un'apertura nella fredda roccia permette di affacciarsi sull'acqua: una terrazza panoramica in legno ci mostra uno scorcio del paesaggio della Riviera ligure di Levante... e che spettacolo! La caletta (la chiamano spiaggia ma è davvero minuscola!) di Portopidocchio, in estate, è molto frequentata da chi si lascia alle spalle il grigiore cittadino per una o due settimane di ferie al mare. L'accesso lo si ha direttamente dalla ciclabile Framura - Levanto attraverso una breve scalinata in legno. Si sussegguono gallerie, panoramiche mozzafiato e poi ancora biciclette!
Parcheggiate, abbandonate, sfreccianti verso est od ovest, questo è davvero un piccolo regno a due ruote! Abbiamo tempo e voglia di scoprire tutto quello che contorna la ciclopedonale così, anche davanti all'indicazione Fkk Nudist Naturist, andiamo avanti! Superiamo un passaggio basso e stretto che spunta proprio a due passi dal mare, sentiero di destra o di sinistra? Siamo indecise ed imbocchiamo quello sbagliato: la Natura qui è sovrana e fatichiamo ad oltrepassare i rovi. Decidiamo di tornare indietro e rimetterci in carreggiata anche perchè, dopotutto, non avevamo voglia di fare il bagno nudi, la nostra era solo curiosità! Entriamo in un'altra galleria: a differenza di quelle già incontrate, questa è molto più aperta e permette di sognare un tuffo ogni volta che appare l'acqua turchese del mare (dopotutto, in questo 2013, Framura è stata premiata con la Bandiera blu e l'acqua è davvero invitante!). Con il binocolo cerchiamo qualche amante dello snorkeling o qualche nuotatore, ma ci imbattiamo in una coppia di nudisti intenti a prendere il sole... la privacy è privacy quindi decidiamo di proseguire ridacchiando per la situazione! …
http://www.lifeintravel.it/ciclabile-framura-levanto-liguria-in-bici.html
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Bergamo - Piazza Brembana (Lombardia)
Inaugurata la Pista Ciclabile della Valle BrembanaSe oggi possiamo pedalare in tutta libertà al riparo dal caotico traffico della statale, è giusto perché all’inizio degli anni 900, qualcuno aveva pensato di favorire il trasporto di merci e persone attraverso una ferrovia. Il primo tratto di 30 km. da Bergamo a San Pellegrino fu inaugurato nel 1906, il successivo di 11 km. fino a Piazza Brembana, fu aperto nel 1926. Il 17 marzo 1966 la ferrovia cessò le sue corse, sicuramente per favorire la neonata società di autoservizi SAB, con grandi prospettive per la stessa ma poca lungimiranza degli amministratori che non valutarono il danno che si sarebbe in futuro arrecato alla valle. La pista ciclabile della Valle Brembana ha uno sviluppo di circa 21 Km. con un dislivello di poco superiore ai 200 m.
Da: www.valbrembanaweb.com
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Val Brembana, torna la ciclabile Riapriranno i tunnel ora chiusi
Entro Pasqua la pista ciclabile della Valle Brembana dovrebbe tornare completamente transitabile: i tunnel chiusi, perché con illuminazione rotta, tra San Giovanni Bianco e Camerata Cornello, riapriranno grazie all'intervento della Comunità montana, mentre le singole amministrazioni comunali provvederanno alla pulizia e all'ordinaria manutenzione dei propri tratti di competenza. Questo almeno per la primavera e l'estate ormai prossime. Poi la gestione dei 21 chilometri di percorso da Zogno a Piazza Brembana (il tracciato passa anche da San Pellegrino, San Giovanni Bianco, Camerata e Lenna) dovrebbe passare ad alcune cooperative. Inoltre la Provincia ha accettato di prendersi in carico il pagamento dell'affitto demaniale (buona parte del tracciato passa sull'ex ferrovia) e delle spese Enel di tutto il percorso. La ciclabile brembana, dunque, esce finalmente dal tunnel, dopo un anno di chiusura nel tratto di Camerata Cornello, e dopo che per cinque anni la Provincia l'aveva gestita passandola, dal gennaio scorso, ai Comuni. Ma proprio Camerata Cornello e San Giovanni Bianco non avevano i fondi per sistemare il tratto più disastrato. Così le gallerie sono rimaste chiuse fino ad ora.
Da: http://www.ecodibergamo.it del 9/3/2013
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Bergamo - Clusone (Lombardia)
Ciclovia della Valle SerianaLa prima proposta inerente la possibilità di realizzare un percorso ciclopedonale lungo la valle Seriana risale al 1999, quando l’amministrazione provinciale bergamasca presentò al Consiglio Regionale della Lombardia un’iniziativa volta ad utilizzare parte dei sedimi della vecchia Ferrovia della Valle Seriana (dismessa dagli anni sessanta) non compresi nel progetto della nuova Tranvia Bergamo-Albino. In breve l’ente regionale approvò l’iniziativa, finanziando uno studio di fattibilità e successivamente il progetto preliminare, predisposto dall’ufficio tecnico della Comunità Montana della Valle Seriana.
I lavori cominciarono poco tempo dopo, portando alla realizzazione di tratti di piste ciclabili, inizialmente non collegati tra loro, nei comuni di Alzano Lombardo, Nembro ed Albino: il notevole consenso riscosso diede un ulteriore impulso al proseguimento dei lavori, che coinvolsero via via tutti i paesi della bassa e media valle Seriana. Allo stato attuale rimangono pochi interventi da ultimare, tra cui il tratto iniziale che si snoda da Ranica (località La Patta) ad Alzano (località Le Piante), ed alcuni raccordi nei comuni di Villa di Serio (presso le bocche di presa del canale Borgogna) e Cene (presso la valle Asinina).
La copertura finanziaria dell’opera è stata garantita dalla regione Lombardia per il 48% dell’importo previsto, mentre la somma restante è stata suddivisa tra Comunità montana della Valle Seriana, Provincia di Bergamo ed alcuni comuni interessati dall’intervento. Il costo è stato stimato in 5.374.341,12 euro, dei quali 636.016,71 per la realizzazione di tratti su sedi stradali già esistenti, mentre i restanti per la costruzione ex-novo di sedi ciclabili. Il tutto inserito in un contesto finalizzato al miglioramento della mobilità nella valle, unitamente alla nuova Strada statale 671 della Val Seriana ed alla Tranvia Bergamo-Albino, con la quale la pista stessa permette numerose interconnessioni, rendendola più facilmente raggiungibile dagli utenti cittadini.
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera - Novembre 2009
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Menaggio - Porlezza (Lombardia)
… A Bene Lario per ora la pista ciclabile termina, ma è in progetto il proseguimento fino a Menaggio. Il tracciato della pista segue in larga parte quello della linea ferroviaria Menaggio-Porlezza soppressa nel 1939.Lunghezza percorso: 9 km
Da: www.como-lugano-lakes.com
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La storia
Attorno agli anni 1870 nacque a Lugano un Comitato che caldeggiava la costruzione di una ferrovia economica tra Menaggio e Lugano ed un regio decreto del 1881 autorizzava la Banca della Svizzera Italiana ad operare in Italia, dando corso alla costituzione di una Società Anonima denominata «Navigazione e Ferrovie per il lago di Lugano» con lo scopo di realizzare la Menaggio-Porlezza e la Ponte Tresa-Luino. L’idea era quella di collegare tra loro con un tracciato ferroviario e di battelli i laghi del Lario, del Ceresio e del Verbano e Menaggio e Luino con Lugano per sostenere il turismo che tramite la linea del Gottardo proveniva dal Nord Europa…
L’8 ottobre 1884 la ferrovia Menaggio-Porlezza viene inaugurata e il 17 novembre aperta al pubblico..
L’andamento economico della Società che gestiva l’impianto fiorì fino alla vigilia della Grande Guerra, poi purtroppo venne a mancare il flusso turistico dai paesi d’oltralpe e il traffico merci si azzerò. I costi di gestione aumentarono enormemente e il consiglio di amministrazione ne deliberò la vendita. Fu acquistata dalla «Società Varesina per le Imprese Elettriche» poi divenuta «Anonima prealpina di Trasporto» con sede a Varese. Lo sviluppo della motorizzazione nei trasporti pubblici e privati intorno agli anni Venti ridusse l’uso della strada ferrata, mentre il costo di gestione aumentava, nel 1923 il passivo raggiunse le 127.00 lire e solo l’intervento del governo con 120.000 lire salvò la società dal fallimento. Sul tragitto Porlezza-Menaggio iniziava anche la concorrenza su gomma, il tragitto su corriera costava quasi la metà rispetto al treno (5 lire contro le 8,40 in seconda classe e 16.70 in prima classe) e il tempo di percorrenza era inferiore di 10 minuti rispetto a quello impiegato dal treno. La ferrovia entrò in grave crisi e dal 1° novembre 1939 ebbe termine il servizio ferroviario sostituito con quello delle autolinee della Società Anonima Gay di Menaggio. Negli anni Quaranta qualche sussulto: si parlò di riattivazione con locomotive a trazione elettrica, fu ampliata anche la galleria di Croce, ma nel 1960 il Ministero dei Trasporti informava di non ritenere opportuna la riattivazione della linea. Nel 1966 la Società Prealpina di Trasporto fu cancellata anche dal registro delle ditte.
Il presente
Dopo la dismissione della ferrovia Menaggio-Porlezza, protagonista indiscussa del sistema di trasporti del territorio, ha fatto seguito un lungo oblio. Ora il vecchio sedime è stato trasformato in pista pedo-ciclabile, ed è possibile ripercorrere questo straordinario itinerario annoverabile fra i più belli d’Europa. Oggi è possibile, a piedi o in bicicletta andare alla riscoperta di quei borghi antichi dov’erano ubicate le fermate della ferrovia e visitare i paesi limitrofi, gli stessi che nella ferrovia vedevano l’unica possibilità di collegamento con il mondo circostante che andava evolvendosi…
Da: www.ocst.com del 20/7/2012
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Castellanza-Valmorea-Mendrisio (Lombardia)
... la linea nel suo complesso sarà dismessa nel 1977, quando dopo le crisi energetiche, gli impianti industriali tra Cairate, Lonate e Vedano sono smobilitati. La Castellanza-Mendrisio però rimane per certi tratti ancora visibile. «Nel 1993 abbiamo riattivato in chiave turistica la linea Malnate-Mendrisio, che faceva parte dell’ultimo pezzo. Va solo d’estate, ma sarebbe bello che tutta linea riprendesse il suo funzionamento. Certo, alcune piste ciclabili sono già state fatte sulle sedime. Ma sarebbe importante salvare i vecchi percorsi rifacendo rotaie e rimettendoci treni, così le strade di questa provincia molto industrializzata sarebbero meno trafficate e inquinate».Da: www.ilgiorno.ilsole24ore.com
7/3/2010
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Varese - Ghirla - Luino (Lombardia)
La nuova ciclabile è ormai ultimata, parte dell’itinerario lo trovate qui. Giunti a Ghirla dalla Badia di Ganna si prosegue tenendo la sinistra della strada provinciale, e non resta che mantenere la ciclabile fino all’interruzione, da lì svoltando a sx si entra nel bosco, proseguendo fino all’altezza della Baita del Fondista. Lì, unico neo, bisogna procedere sulla provinciale verso Cunardo (DX) per un 300 mt circa fino a prima della rotonda, li prendendo a sx verso il campo sportivo di Cunardo, si rientra in ciclabile, fino all’incrocio con la poco trafficata strada per Ferrera, ma attenzione all’incrocio.Svoltare a sx e verso Ferrera, dopo 100 m rientrare nella ciclabile sullla destra. Di li fino alle Fornaci. La ciclabile da lì prosegue seguendo in parte la vecchia ferrovia con scorci interessanti, fino a scomparire in uno sterrato.Da: www.valganna.org
9 aprile 2009
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Rezzato-Vobarno (Lombardia)
La ferrovia Rezzato – Vobarno era una linea ferroviaria italiana in concessione che univa Rezzato alla ferriera Falck di Vobarno. La linea ferroviaria era a binario singolo, a scartamento di 1435 mm ed era lunga 25,992 chilometri. L'esercizio fu espletato da diverse società private e pubbliche, tra cui l'amministrazione provinciale di Brescia e le Ferrovie dello Stato, in quest'ultimo caso senza che si fosse proceduto al riscatto da parte dello Stato italiano. È stata disarmata nel 1976 allo scadere della concessione. Rimangono tracce del rilevato e di alcune infrastrutture come ponti e fabbricati delle stazioni. …I binari furono smantellati nel 1976 alla scadenza della concessione. Il materiale ferroso fu ceduto all'asta dal demanio, mentre i terreni del tracciato e gli edifici passarono ai comuni. Attualmente, buona parte del suo percorso è utilizzato dalla pista ciclabile Rezzato – Salò.
Da: Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Ostiglia - Treviso (Lombardia e Veneto)
Stato attualeDa Treviso a Grisignano di Zocco, in considerazione del più breve periodo di esercizio e della data di soppressione più vecchia, le tracce sono minori; tuttavia la linea è ancora visibile in quanto corre in modesto rilevato sul piano di campagna, assumendo spesso l’aspetto di un sentiero sterrato.
Nel territorio del Parco Regionale del Sile e del comune di Camposampiero, il tracciato è stato convertito in percorso ciclopedonale. Le ex-stazioni sono in discrete condizioni ed i relativi fabbricati viaggiatori spesso abitati. Da Grisignano di Zocco a Cologna Veneta, anche se le rotaie sono state asportate, il tracciato rimane ben evidente. Solo nel tratto tra Barbarano Villana e Sossano la sede è scomparsa in favore di un canale di bonifica. Da Cologna Veneta a Legnago il binario è sempre presente e in buono stato. I fabbricati di servizio di questo tratto sono tutti in ottime condizioni. Da Legnago ad Ostiglia la massicciata è spesso evidente, anche se invasa dalla vegetazione spontanea, con i fabbricati di servizio in buone condizioni.
Da: www.ferrovieabbandonate.it
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L’idea: l’ex stazione ai cicloturisti
Il 3 marzo torna l’iniziativa per utilizzare le linee dismesse
OSTIGLIA. Dalla ex stazione di Ostiglia a quella di Casaleone, nel Veronese per chiedere che il vecchio tracciato ferroviario venga trasformato in pista ciclabile. L’iniziativa in occasione della giornata nazionale delle Ferrovie dimenticate torna il 3 marzo per iniziativa del centro operativo progettazione educativa Il Pifferaio. La richiesta, espressa più volte nel corso degli anni, è quella di rendere Ostiglia polo di attrazione del turismo su due ruote, segmento trainante dell’offerta “verde” degli ultimi anni attraverso l’utilizzo della vecchia stazione come punto di snodo della futura pista Bologna-Verona e della diramazione per Treviso. L’Ostiglia-Treviso, come si ricorda, con i suoi 116 km è la più lunga ferrovia dismessa d’Italia costruita fra le due guerre, venne definitivamente dismessa solo nel 1987 (nel 1965 nel Mantovano). Nel Padovano, il sedime ferroviario è stato trasformato nel 2012 a pista ciclabile ed un Comitato «Salviamo l’Ostiglia ciclabile», organizza ogni anni manifestazioni di sostegno al progetto di trasformazione complessiva. Il percorso potrebbe collegarsi proprio ad Ostiglia con un altra via ciclabile in progetto, quella che collegherà Verona a Bologna sfruttando parte della ferrovia dismessa per il raddoppio dei binari. In questo contesto, l’ex stazione ferroviaria di Ostiglia potrebbe essere trasformata in “Ufficio per le biciclette del Destra Secchia”: un complesso dove trovare servizio di deposito, noleggio e riparazioni bici a servizio non solo dei cicloturisti. Rfi, però, non ha ancora siglato il contratto di comodato d’uso con il Comune di Ostiglia, che si è reso disponibile a prendere in gestione l’edificio per farne la sede di associazioni, o anche di turismo sostenibile.(fr.r.)
Da: http://gazzettadimantova.gelocal.it del 14/2/2013
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Una battaglia vinta, questa volta.
Almeno dagli ambientalisti e dagli appassionati della bicicletta. Perché, a scanso di dietrofront dell’ultima ora, è arrivato l’accordo definitivo alla ciclabile Treviso-Ostiglia (… ) sul percorso della ex ferrovia. Insomma si potrà andare da Treviso a Ostiglia in bicicletta grazie a una pista interamente ciclabile lunga 118 chilometri. Il percorso si snoderà tra i paesaggi più suggestivi del Veneto per approdare nel Mantovano in Lombardia lungo la storica linea ferroviaria. Interessa quattro provincie e 29 comuni veneti il progetto strategico denominato "Via Ostiglia" per la realizzazione di una pista ciclabile interregionale lungo la dismessa linea ferroviaria Treviso-Ostiglia (Mantova).
Da: www.amicidellabicicletta.it - 17 luglio 2009
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Ambiente- Affidati i lavori per la trasformazione dell’ex ferrovia in pista ciclabile
Ostiglia, lavori al via
Da Piombino Dese a S.Giorgio delle Pertiche: 20 chilometri, 1,9 milioni di euro
Da" il CAMPOSAMPIERESE" di Settembre 2011
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Una stazione per Cologna Veneta - Il progetto
Il progetto si evolve
Scritto da Alberto Gusella Mercoledì 26 Ottobre 2011 22:37
L’Associazione Ferroviaria "I Quari" Ostiglia-Treviso (A.F.O.) nasce a Cologna Veneta (VR) nel 2009 dal preesistente Comitato Civico "Una Stazione per Cologna Veneta" ed ha come scopo la promozione e la diffusione della cultura ferroviaria in ogni sua forma. L’A.F.O. lega la propria attività ad un possibile recupero e valorizzazione della linea ferroviaria Ostiglia-Treviso.
Obiettivi dell’Associazione sono:
- Riattivazione totale o parziale della Ferrovia Ostiglia-Treviso
- Creazione di un Museo Storico presso la stazione di Cologna Veneta
- Creazione di un percorso modellistico permanente presso la stazione di Cologna Veneta
Perché riattivare l’Ostiglia-Treviso
- Sostenibilità economica: le direttive europee in materia di incentivazione e liberalizzazione del trasporto ferroviario rendono fattibile ed economicamente sostenibile un possibile recupero della linea finanziabile con capitali privati.
- Trasporto merci: da parte delle aziende esiste la richiesta di un trasporto alternativo a quello su gomma. Da una nostra indagine risulta che già al primo anno di attività nel tratto Legnago-Grisignano di Zocco, la ferrovia potrebbe convogliare su ferro l’equivalente di 20.000 camion togliendo traffico pesante dalle nostre strade.
- Trasporto passeggeri: con la riapertura della ferrovia si creerebbe un corridoio privilegiato per collegare la provincia con le città di Padova e Vicenza. Un servizio con tempi di percorrenza brevi risparmiando a lavoratori e studenti l’assillo di traffico, nebbia e parcheggio.
- Pista ciclabile: la ferrovia era stata pensata e dimensionata anche per un secondo binario mai realizzato. Una pista ciclabile può quindi essere realizzata senza problemi a fianco del binario di corsa del treno.
Perché un museo
Durante la guerra l’Ostiglia-Treviso fu utilizzata per il trasporto degli ebrei italiani verso i campi di concentramento. Perché la memoria e la storia di questa ferrovia non vadano perse, un museo con rotabili storici e testimonianze della Shoah è già in fase di realizzazione presso la stazione di Cologna Veneta.
Perché il modellismo
Esistono vari tipi di modellini di treni, dai più piccoli elettrici ai più grandi a vapore che possono trasportare persone. Un percorso permanente, da realizzare presso la stazione di Cologna Veneta sarebbe un’attrazione unica in tutto il Veneto per scoprire un mondo ai più sconosciuto.
http://www.ostigliaciclabile.it/
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Peschiera - S. Antonio Mantovano (Lombardia)
Stato attualeLa sede ferroviaria è facilmente rintracciabile come pista ciclabile per quasi l’intero percorso salvo alcune sporadiche interruzioni tra cui, in particolare, quella causata dalla centrale elettrica di Salionze. Il tratto da Marmirolo a Sant’Antonio Mantovano è ancora armato ed in buono stato in quanto utilizzato come raccordo industriale per una fabbrica di Marmirolo. Il fabbricato viaggiatori di Peschiera è perfettamente integro ed utilizzato come uffici. I fabbricati di stazione e le case cantoniere sono quasi tutti in buone condizioni anche se spesso abbandonati.
Da: www.ferrovieabbandonate.it
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Ghirla-Ponte Tresa (Lombardia)
Stato attualeLa sede ferroviaria, totalmente disarmata, è ancora visibile in molti tratti, in parte recuperata come percorso ciclo-pedonale. In buono stato i fabbricati delle ex-stazioni di Ghirla e Ponte Tresa.
Da: www.ferrovieabbandonate.it
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Voghera-Varzi (Lombardia)
Stato attualeLa sede ferroviaria, priva di armamento ma con qualche cenno di palificazione, è generalmente evidente e riconoscibile per l'intero tracciato, seppur frequentemente invasa dalla vegetazione spontanea e privatizzata in qualche breve tratto. Tra Codevilla e Retorbido, attorno all'abitato di Godiasco e nei pressi di Ponte Nizza, l'ex-sedime è stato convertito in un percorso ciclo-pedonale. I fabbricati di servizio sono andati incontro a diversi destini: le ex-stazioni di Retorbido, Rivanazzano e Salice Terme sono state ristrutturate ed adibite ad altri usi, quella di Ponte Nizza (seppur riutilizzata) è in pessimo stato, l'ex-stazione di Codevilla è abbandonata, mentre quelle di Godiasco, Bagnaria e Varzi sono state demolite. Le ex-stazioni di Voghera e Voghera Merci sono utilizzate come deposito delle autocorriere. Gli ex-caselli sono generalmente abbandonati o scomparsi.
Da: www.ferrovieabbandonate.it
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La vecchia ferrovia della Valsabbia (Lombardia)
di Cesare FumanaSaranno inaugurati questo sabato mattina, lungo la pista ciclopedonale che attraversa Tormini e Roè Volciano, una serie di cartelloni che mostreranno com'era il tracciato della vecchia ferrovia dove ora c'è la pista ciclabile. La pista ciclabile che attraversa gli abitati di Tormini e Roè è stata realizzata sul tracciato della vecchia ferrovia che congiungeva Brescia a Idro, attraversando tutta la Valsabbia. Questo primo tratto di pista ciclopedonale della rete provinciale, che al momento per il tratto valsabbino va da Tormini a Pompegnino, presenterà tra pochi giorni alcuni cartelloni che illustreranno com’era la vecchia ferrovia che solcava la valle. L’inaugurazione di questo museo all’aperto, intitolato proprio “La vecchia ferrovia”, avverrà questo sabato mattina alle 10, con ritrovo lungo la pista ciclabile al confine tra Roè e Villanuova, dove un tempo c’era lo scalo ferroviario.
La particolarità di questi cartelloni è che si basano su un lavoro di ricerca portato a termine quattro anni fa da tre classi della scuola primaria “Don Milani” di Roè Volciano, la 5a E, la 1a E e la 1a F, sotto la guida e la supervisione delle insegnanti Maria Ida Scarpellini, Ornella Tura e Carla Peduzzi. «I nove cartelloni, che saranno posizionati lungo la pista, mostrano solo la parte storica della ricerca sulla vecchia ferrovia – ci riferisce la maestra Scarpellini, ora in pensione –, mentre il lavoro realizzato con gli alunni era ben più ampio. Nasce da un progetto di educazione ambientale con ricerche sull’inquinamento dell’acqua e dell’aria, uno studio sulle polveri fini e ciò che le provoca». Da qui l’invito lanciato dai bambini ad utilizzare meno l’automobile e più la bicicletta, con la sperimentazione del “Pedibus” (l’andare a scuola a piedi) o in bicicletta, utilizzando il percorso ciclabile, all’epoca solo sulla carta. Poi gli scolari hanno compiuto una dettagliata ricerca storica sulla vecchia ferrovia della Valle Sabbia, entrata in funzione nel 1897 per le esigenze delle fabbriche sorte lungo il Chiese, elettrificata nel 1920 e, ahinoi, abbandonata nel 1966, corredata da numerose immagini d’epoca, raffiguranti i ponti in ferro tuttora esistenti, le vecchie stazioni e gli scali ferroviari. All’inizio e alla fine di questo percorso storico saranno posizionate due riproduzioni in ferro di antiche locomotive. La ferrovia rivivrà quindi su questi pannelli, anche se non di rado si sente parlare di un possibile ritorno alla strada ferrata, come prosecuzione di quel metrobus che si sta realizzando adesso a Brescia.
http://www.vallesabbianews.it - 25/09/2008
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Bolzano - Caldaro (Trentino Alto Adige)
Nell'agosto 1963 la ferrovia cessò il servizio passeggeri che fu sostituito da trasporto su gomma. Per alcuni anni proseguì il trasporto di merci utilizzando due motrici Jenbacher in prestito. Il 28 giugno 1971 fu effettuato l'ultimo viaggio. Negli anni successivi la ferrovia fu progressivamente smantellata, e dopo il 2000 sul percorso tra Ponte Adige e Caldaro fu realizzata una pista ciclabile.Da: Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Terme Brennero - Colle Isarco (Trentino Alto Adige)
Cammino di San Giacomo6a tappa: Vipiteno – Brennero
… A Ponticolo scopriamo la vecchia strada verso il passo. La seguiamo risalendo il fiume sulla riva sinistra, fino alla sua fine per poi passare su un ponticello sulla riva opposta. Saliamo ancora sul tracciato ferroviario dimesso. Abbiamo quasi raggiunto l’altitudine del passo del Brennero e possiamo proseguire sul vecchio tracciato ferroviario fino al paese di confine oppure (da Terme di Brennero) seguiamo la ciclabile…
Da: www.valleisarco.info/it
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Da Brennero a Colle Isarco
Il tratto di ciclopista che collega Brennero con Colle Isarco è stato completato nel 2010 e riutilizza gran parte del tracciato ferroviario dismesso il 15 novembre 1999 con l'apertura della variante "Fleres" (lunghezza galleria 7.267 m). Inizia al confine meridionale dell'abitato di Brennero e da Terme di Brennero si innesta sul percorso abbandonato della ferrovia da dove si distacca a pochi metri dall'imbocco della galleria "Ast", in Val di Fleres, per poi proseguire su esistenti sentieri e strade secondarie appositamente modificati per renderli compatibili con la circolazione delle bici...
Da: www.ferrovie.it
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Ora - Predazzo (Trentino Alto Adige)
Il percorso proposto ha inizio dalla ex-stazione di Montagna, ancora conservata nel suo aspetto originario, raggiungibile da Ora o Egna percorrendo strade ordinarie…
Dopo aver attraversato due gallerie dotate di illuminazione automatica al passaggio dei ciclisti, si può scorgere, poco più in basso rispetto al percorso, il Castel d’Enna, abitazione dei signori locali che nel XIII secolo ebbero una certa influenza nella corte tridentina.
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La pista ciclabile ricavata sull'ex-tracciato ferroviario prosegue fino all’incrocio con la strada statale: a questo punto la ferrovia proseguiva verso il Rio Nero e dopo un’ampia curva raggiungeva la stazione di Doladizza. Questo tratto purtroppo oggi non è più percorribile e per tali ragioni è necessario proseguire lungo la statale, verso destra, per circa 600 metri, quindi girare nuovamente a destra, imboccando una stradina asfaltata che conduce ad un capitello sacro. A quel punto si sale a sinistra, tornando sullo sterrato e, dopo una breve rampa, si riprende il tracciato della ferrovia. Continuando lungo la strada forestale si superano alcune brevi gallerie e si raggiunge la chiesetta di Pausa. Si prosegue costeggiando il perimetro del Parco naturale del monte Corno e, dopo due viadotti, si incontra il villaggio di Fontanefredde, la cui stazione locale è diventata sede del Corpo Forestale. La pista continua in mezzo al bosco in direzione San Lugano: oltrepassata la vecchia stazione locale, il percorso della ex-ferrovia fino a Cavalese è stato quasi interamente inglobato nell'adiacente strada statale.
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Oltrepassato il fiume si imbocca sulla sinistra una pista ciclabile asfaltata (realizzata in gran parte sul sedime della ex-ferrovia) che conduce lungo un percorso protetto, in un paesaggio suggestivo di boschi e prati, fino a Predazzo, toccando le località di Masi di Cavalese, Lago di Tesero, Ziano di Fiemme e Roda, che ospitavano piccole stazioni e fermate di cui oggi non resta quasi nulla.
Da: www.greenwaysitalia.it
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La vecchia ferrovia diventa ciclabile Via libera al progetto
Montagna: il Comprensorio approva il tratto fino a Gleno
Il tracciato complessivo è di 17 km e arriva a passo S.Lugano
di Antonella Mattioli
ORA. C'è chi sogna di ripristinare un giorno il tracciato della vecchia ferrovia, per andare in treno da Ora a passo San Lugano. Si tratta però di un sogno che tale è destinato a rimanere. Mentre si sta concretizzando il progetto di realizzare una pista ciclabile. In parte il tracciato esiste già, visto che corre su quello che una volta era il percorso del trenino, e in agosto – quest'anno l'evento si terrà domenica 4 – vi si disputa la gara di mountain bike la “Vecia ferovia dela Val de Fiemme”. «Il nostro obiettivo – spiega il presidente della Comunità comprensoriale Oltradige Bassa Atesina Oswald Schiefer – è quello di realizzare, da Ora al passo, un percorso ciclabile, quindi con caratteristiche specifiche e come tale accessibile anche alle famiglie. Con pendenze massime del 4-5%, mentre attualmente ci sono pezzetti che arrivano anche all'8-10%». In quest'ottica, pochi giorni fa, la giunta della Comunità ha approvato il progetto esecutivo del tratto di pista che si trova nel territorio di Montagna e va dalla strada provinciale 17 a Gleno. Costo dell'intervento: 700 mila euro. Il progetto è stato realizzato dagli ingegneri Walter Pardatscher, presidente dell'A22, e Günther Rauch dello studio tecnico Planpunkt di Egna. Un incarico questo che seguono con particolare interesse visto che sono entrambi appassionati delle due ruote.
Il tratto che va dalla stazione di Ora fino all’altezza della rotatoria Egna-Termeno c’è già e si va avanti per lotti. Il problema di questi tempi è il reperimento dei finanziamenti. Ma il presidente della Comunità comprensoriale è ottimista: «L’intera opera costa intorno ai 3-4 milioni di euro per un totale di 17 chilometri: li troveremo sicuramente». La cifra è notevole ma il ritorno sarà sicuramente superiore. «L’idea - spiega Pardatscher - è quella di farla diventare interessante anche dal punto di vista turistico. Partendo dai 200 metri di quota di Ora si arriva ai 1.097 di passo San Lugano. Lungo un itinerario molto suggestivo si possono ammirare i diversi tipi di vegetazione: dai frutteti ai vigneti del fondovalle fino ai boschi e ai prati del passo». Il fondo sarà in terra pressata, visto che per motivi di impatto ambientale si evita l’uso di asfalto. Ciò significa che la futura pista ciclabile Ora-passo San Lugano sarà accessibile a tutte le bici, ad eccezione di quelle da corsa. I lavori prevedono, tra le altre cose, di risanare il viadotto, illuminare meglio le tre gallerie che si trovano sul tracciato, mettere delle piccole fontane, qualche panchina e magari un paio di chioschi dove fermarsi ad aggiustare la bici in caso di necessità. Le caratteristiche della nuova ciclabile sono dunque chiare; non si può dire altrettanto dei tempi di realizzazione legati inevitabilmente al reperimento dei fondi.
Da: http://altoadige.gelocal.it/ del 10/3/2013
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Rovereto-Arco-Riva del Garda (Trentino Alto Adige)
Questo percorso collega la Valle dell'Adige con il Lago di Garda e porta a termine compiutamente ciò che il progetto delle piste ciclabili del Trentino vorrebbe realizzare per tutto il territorio. La pista ciclabile denominata Garda è una valida strada di carattere alternativo a quella per i mezzi a motore, che collega due zone geografiche distinte. Si stacca dalla pista ciclabile della Valle dell'Adige all'altezza dell'abitato di Mori, (Km 0.00) in corrispondenza di un ponte sul canale Montedison. Con una breve salita raggiunge località Seghe Prime, toponimo che deriva dalla presenza di antiche segherie poste lungo un corso d'acqua e raggiunge l'abitato di Mori, che si attraversa. La pista si dirige verso la località di Loppio, (km 6,1) attraversando un vasto pianoro coltivato, e costeggiando l'ormai prosciugato Lago di Loppio, che in periodi di forti precipitazioni piovose lascia ancora intravedere la sua vecchia fisionomia lacustre. In questo tratto la pista segue il vecchio percorso della ferrovia Mori-Arco-Riva che fino ad alcune decine di anni or sono collegava queste due località.
Da: www.ripristino.provincia.tn.it
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La vecchia ferrovia M.A.R. (R.A.R.)
Forse non tutti sanno che dove oggi si si pedala sulla ciclabile Garda, un tempo correvano i binari della ferrovia M.A.R. (Mori, Arco, Riva) che collegava quella del Brennero alla riva nord del Garda. Si trattava di una ferrovia a scartamento ridotto e rimase in funzione dal 1891 al 1936 unendo Riva del Garda a Mori e, a partire dal 1925 sotto la gestione delle ferrovie italiane, anche a Rovereto. Lo sviluppo e diffusione del trasporto automobilistico e su strada causò la crisi della linea che nell'anno 1936 fu sospesa. Abbandonata a lungo venne poi convertita in anni più recenti, in pista ciclabile dalla Provincia autonoma di Trento. Per saperne di più sulla vecchia ferrovia puoi consultare l'articolo il Vecio Trenin di Cornelio Galas...
Forse non tutti sanno che dove oggi si si pedala sulla ciclabile Garda, un tempo correvano i binari della ferrovia M.A.R. (Mori, Arco, Riva) che collegava quella del Brennero alla riva nord del Garda. Si trattava di una ferrovia a scartamento ridotto e rimase in funzione dal 1891 al 1936 unendo Riva del Garda a Mori e, a partire dal 1925 sotto la gestione delle ferrovie italiane, anche a Rovereto. Lo sviluppo e diffusione del trasporto automobilistico e su strada causò la crisi della linea che nell'anno 1936 fu sospesa. Abbandonata a lungo venne poi convertita in anni più recenti, in pista ciclabile dalla Provincia autonoma di Trento. Per saperne di più sulla vecchia ferrovia puoi consultare l'articolo il Vecio Trenin di Cornelio Galas.
Da: www.lifeintravel.it/ del 17/4/2015
http://www.lifeintravel.it/ciclabile-garda-mori-torbole-in-bici.html
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Dermulo – Mendola (Trentino Alto Adige)
Montato a Romeno il ponte della ciclabileScavalca la statale 43. Un altro viadotto supera il rio Moscabio
ROMENO. Grazie all'intervento di una maxi gru, ieri è stato montato il ponte della pista ciclabile dell'Alta val di Non che attraversa la statale 43 Dermulo Mendola. Sempre ieri, è stato messo in opera anche il ponte della ciclabile sul rio Moscabio, a valle di Cavareno, una struttura che ha una luce di 35 metri. Il sovrappasso sulla statale invece è lungo in totale 60 metri, con una luce di 20 metri nel tratto centrale. E' stato installato a cura dell'impresa Preti & Scalfi di Preore. Prende così forma, anche se lentamente, il tracciato della pista ciclabile dell'Alta val di Non, un anello di complessivi 32 chilometri ideato, progettato e realizzato pensando a pedoni e appassionati della bicicletta. Per passeggiate, immersioni nella natura e trasferimenti, ci si potrà spostare da Malgolo a Fondo e viceversa. Il sovrappasso messo in opera ieri (costruito in legno e acciaio) è l'opera tecnicamente più significativa dell'intero intervento che prevede l'asfaltatura con bitume speciale della tratta che percorre i Pradiei, le vaste praterie dell'Alta Anaunia per la cui tutela si sta battendo da alcuni anni un'associazione trasversale, che punta a un futuro sviluppo sostenibile per un territorio di grande fascino e di delicati equilibri ambientali. Il percorso ciclopedonale, progettato dall'ingegner Sergio Deromedis dell'Ufficio piste ciclabili della Provincia, è pensato per un uso turistico - ricreativo, ma anche per una mobilità alternativa in grado di assicurare il collegamento tra i centri abitati nel rispetto degli standard previsti dal codice della strada. L'opera viene realizzata pensando a un bacino di utenza di circa 5.700 persone residenti, cui va aggiunto un elevato numero di turisti e di appassionati che, soprattutto in primavera e in estate, possono scegliere la valle per un'escursione nel verde.
La val di Non, considerata un autentico paradiso per le due ruote, è di fatto l'unico comprensorio del Trentino al momento sprovvisto di una rete di ciclabili. Alla partenza da Malgolo (nei pressi dell'omonimo castello), è previsto un parcheggio e da lì la pista ciclabile costeggerà la statale 43 dir utilizzando il tracciato dismesso della ferrovia Dermulo - Mendola fino quasi alle porte di Romeno, dove è appunto stato realizzato il sovrappasso che consente di chiudere l'anello attraversando in sicurezza la strada statale. (g.e.)
Da: http://trentinocorrierealpi.gelocal.it del 30/6/2011
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Ex-ferrovia Chiusa - Plan Val Gardena (Trentino Alto Adige)
Stato attualeDa Chiusa ad Ortisei, dove la linea correva accanto alla strada statale, la sede ferroviaria è stata cancellata dai successivi allargamenti della carreggiata stradale, mentre da Ortisei a Plan Val Gardena è stata trasformata in una pista ciclo-pedonale.
Da: www.ferrovieabbandonate.it
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Calalzo-Cortina-Dobbiaco (Trentino e Veneto)
Buona parte del percorso ciclabile si svolge sul sedime dell'ex ferrovia, utilizzando ponti, terrapieni e gallerie originali dello spettacolare manufatto. La pendenza è quindi quasi costante e moderata. Gran parte su tracciato ciclo-pedonale protetto e chiuso al traffico motorizzato. Fa eccezione il tratto tra San Vito di Cadore e Cortina d'Ampezzo, dove la ferrovia correva dove ora è stata allargata la trafficatissima strada, pertanto si è trovata una soluzione alternativa con un percorso che scende sul fondo del Boite lungo le tracce di una antica strada regia. Questo tratto è più 'mosso' e zigzagante, con numerosi saliscendi e qualche strappo più ripido. Attualmente (2008) è in completamento il tratto verso Vodo di Cadore, con un nuovo percorso che evita il tratto di statale. Il percorso è per la maggior parte asfaltato, con numerosi tratti di sterrato molto buono che non crea alcun problema. Il tratto da Cortina a Dobbiaco, utilizzato anche in inverno come famosa pista per lo sci nordico, è quasi completamente sterrato, il sedime e i manufatti, in particolare i ponti in ferro e le gallerie, sono ancora quelli originali dei primi decenni del '900.Da: www.magicoveneto.it
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CICLABILE CALALZO-CORTINA, AL CENTRO L’UTENTE. NECESSARIO UN CONFRONTO TRA REGIONE E TERRITORIO
“Non capisco perché si debba vedere come fumo negli occhi la proposta sulla Ciclabile formulata dall’assessore regionale Chisso. Dobbiamo cominciare a ragionare mettendo al centro l’utente, sia esso residente o turista, che vuole trovare servizi, manutenzione, cartellonistica, promozione, punti di ristoro, servizi di noleggio biciclette, esattamente come accade sulla San Candido-Lienz. Per questo ritengo indispensabile che l’assessore Chisso, prima di procedere con un bando, riunisca attorno a un tavolo gli Enti su cui insiste la Ciclabile, per discutere tutti i punti di vista e le esigenze del territorio”. Il sindaco di Calalzo Luca De Carlo torna sulla proposta di un bando ai privati per la gestione della Ciclabile Calalzo-Cortina, inaugurata nemmeno due anni fa e già fulcro del turismo dell’area. “Penso – prosegue il primo cittadino calaltino - che agli utenti poco importi di chi garantisce e gestisce i servizi, a fronte della volontà che il loro livello sia a standard elevato. E’ oggi impensabile che siano i comuni a gestire noleggi o punti ristoro: cito l’esempio di Calalzo, dove l’ostello ‘Lunga via delle Dolomiti’ è già stato dato, con bando, in gestione ad un privato”.
“Dopo che i Comuni fino ad oggi si sono occupati del costo delle manutenzioni e alle piccole opere di miglioria – prosegue De Carlo -, non vedrei assolutamente come uno scippo il fatto che alcuni privati, che magari hanno in gestione i servizi, se ne occupino. La Regione del Veneto ha investito molto per realizzare la Ciclabile. Ora ci sono altri passi importanti da compiere, e penso ad esempio alla promozione, alla cartellonistica e alla segnaletica, ma anche ad una manutenzione costante che renda la pista sicura per chi la percorre. Tutte operazioni che il privato-gestore potrebbe svolgere in convenzione proprio con i Comuni”. “Magari i municipi avessero competenze e risorse per assumersi in prima persona la gestione di tutte le strutture e infrastrutture, ma non è più così – conclude De Carlo -. Il mondo è cambiato: non è concepibile oggi che le amministrazioni si accollino spese e gestioni dirette. Dobbiamo pertanto trovare le sinergie con i privati nel reciproco interesse: quello del privato di una possibile redditività, e quello degli enti pubblici di garantire il bene comune, ampliando e migliorando la gamma dei servizi offerti e proposti dal territorio”.
Da: http://sindacodicalalzo.blogspot.com - 1/2/2011
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Grande festa di inaugurazione della Pista ciclabile di Valle di Cadore (ex Ferrovia delle Dolomiti)(Veneto)
Passeggiando in bici nelle Dolomiti da Cimabanche a Calalzo di CadoreOrganizzata dal Comune di Valle di Cadore in collaborazione con FIAB Veneto (associazioni di Belluno, Mestre, Conegliano, Padova, Vicenza, Verona), l’Amministrazione Provinciale di Belluno, Comuni e Comunità Montane Centro Cadore e Valboite, Dolomitibus. Una giornata all’insegna del divertimento, da trascorrere in compagnia con gli amici e con al famiglia. Pedalare ai piedi delle Dolomiti, immersi nel verde, lontani dalla calura estiva. Un’occasione per riscoprire i colori della natura e i sapori dei prodotti tipici del Cadore. Il percorso.
50 km. ca., facile, per la maggior parte in leggera discesa, asfaltato, su ciclabili; alcuni tratti su sterrato buono, altri in strada statale; paesaggi incantevoli nel cuore delle Dolomiti. Domenica 13 luglio 2003
Da: www.fiab-onlus.it
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Noventa - Vicenza (Veneto)
Dieci sindaci puntano a riaprire il cantiere della Noventa-Vicenza.Longare. Pista ciclabile Noventa - Vicenza, i sindaci dei dieci comuni interessati fanno il punto della situazione. L'obiettivo è solo uno: poter finalmente ripartire con i lavori per dare al Basso Vicentino un'opera considerata fondamentale... «Dopo la risoluzione del contratto con la ditta appaltatrice - ha spiegato il sindaco di Castegnero Giancarlo Campagnolo - due sono le possibili iniziative. La prima, più auspicabile perché permetterebbe di accelerare notevolmente i tempi, consiste nell'affidamento dei lavori ad un'altra azienda, seguendo la graduatoria della gara passata... L'auspicio, e siamo ottimisti in merito, è che questo non sia necessario. Se tutto procederà come previsto, quindi, si potranno riaprire i cantieri in aprile e concludere la pista entro la fine dell'anno»... La ciclabile, un'opera da quasi tre milioni di euro, finanziata per un importo di 1,5 milioni dalla Regione, non dovrà superare il costo previsto inizialmente...
Da: ilgiornaledivicenza.it del 24/2/2010
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In bici da Noventa a Monte Berico in tutta sicurezza
AREA BERICA. Domenica l'inaugurazione ufficiale della pista ciclabile. L'ex tracciato ferroviario della Littorina è un percorso di 25 km nel verde. L'intervento ha unito l'impegno di dieci ComuniDiciannove chilometri da Noventa a Longare, immersi nel verde, costeggiando i Colli Berici fino a collegarsi con la pista di Vicenza, così da poter arrivare in bicicletta fino a Monte Berico. La pista ciclabile di oltre 25 km è diventata realtà già da alcuni mesi, dopo tre anni di lavori, per la gioia di ciclisti e pedoni che l'hanno subito utilizzata. È stata realizzata sull'ex sedime ferroviario e sarà ufficialmente inaugurata domenica 20 maggio alle 10 all'altezza dell'ex casello ferroviario di Longare. «La manifestazione, un vero evento per l'Area Berica, festeggerà un traguardo raggiunto grazie alla collaborazione senza campanilismi tra dieci Comuni, che in questo modo hanno promosso una mobilità diversa per il benessere dei cittadini e le bellezze paesaggistiche del territorio» spiega Carlo Alberto Formaggio, presidente del Patto Territoriale dell'Area Berica, al cui interno nacque dieci anni fa l'idea di realizzare la pista ciclabile sull'ex sedime ferroviario della Littorina, malinconicamente abbandonato da vent'anni. Il progetto preliminare venne predisposto nel marzo del 2005 dai Comuni di Castegnero (che nel ruolo di capofila ha diretto i lavori) e Nanto, accedendo ad un contributo regionale di un milione e mezzo di euro su una spesa totale di 2,8 milioni; gli altri 1,3 milioni di euro sono stati divisi tra i dieci Comuni proporzionalmente al tratto del proprio territorio attraversato dalla pista.
Nel settembre del 2008 il via ai lavori, bloccati un anno dopo con la messa in liquidazione della ditta Pierantoni di Albettone; quindi nuovo appalto alla Dromos srl di Pescantina (Verona) con ripresa del cantiere nel giugno del 2010. «L'importante intervento unisce dieci Comuni dell'area» sottolinea Giancarlo Campagnolo, sindaco di Castegnero, che assieme al collega Gaetano Fontana di Longare taglierà il primo nastro. La cerimonia si ripeterà poi a Nanto, Mossano, Barbarano, Villaga, Sossano, Campiglia e Agugliaro via via che saranno attraversati dal corteo di ciclisti e pedoni, fino all'arrivo in centro a Noventa previsto per l'ora di pranzo, che sarà allestito dalla Pro loco sotto i portici di piazza IV novembre. L'illuminazione con punti luce ogni 50 metri, di cui si sta definendo il bando per assegnare i lavori utilizzando i 600 mila euro risparmiati col ribasso della base d'asta, sarà il prossimo intervento sulla pista ciclabile dotata anche di cavidotti per la collocazione di fibre ottiche, già avviata sul tratto Longare -Nanto. Quanto alla manutenzione, per ora ogni Comune provvederà al proprio tratto. In quello noventano sono già stati piantati aceri rossi per creare una barriera anti-inquinamento.
Felice Busato
Da: www.ilgiornaledivicenza.it del 11/5/2012
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Riviera Berica (VI): nuova ciclabile al posto dei binari
Domenica prossima, 20 maggio, si inaugura la pista ciclabile della Riviera Berica che collega Vicenza a Noventa Vicentina per un totale di oltre 30 km attraverso il territorio di ben 11 Comuni veneti. Insieme alle autorità locali convergeranno in massa, alla manifestazione, tutte le associazioni FIAB del Veneto che hanno voluto e sostenuto l'intervento. Antonio Dalla Venezia, presidente FIAB, dichiara: Siamo estremamente soddisfatti. La FIAB aspettava da tempo questa nuova infrastruttura ciclabile realizzata sul sedime di quella che fu la Ferrotramvia Vicenza -Noventa-Montagnana. Abbiamo seguito e sostenuto questo progetto che abbiamo individuato e segnalato nel volume 'dalle Rotaie alle bici' edito dal Centro studi Riccardo Gallimbeni della FIAB nel 2011. L'intervento interessa i comuni di: Vicenza, Longare, Castegnero (comune capofila per la realizzazione dell'opera), Nanto, Mossano, Barbarano, Villaga, Sossano, Agugliaro, Campiglia dei Berici e Noventa Vicentina'.Particolarmente interessante risulta essere l'aspetto storico-ambientale e paesaggistico del tracciato, perché consente un ampia visuale dei Monti Berici, degli Euganei e, nelle giornate limpide, anche delle Prealpi. Appena fuori dal centro abitato di Vicenza si ha una vista ideale della storica villa del Palladio 'Capra Valmarana', della 'la Rotonda' ed è inoltre possibile, con brevi escursioni, recarsi a visitare centri abitati, ville e borghi di grande interesse. Per ampi tratti il tracciato fiancheggia rive di canali e fossati, dove è possibile ammirare fauna selvatica e una flora tipica della pianura padana. Lungo la pista ciclabile si trovano inoltre opere di ingegneria idraulica, testimonianza del continuo lavoro presente e passato dell'uomo, per la regimazione delle acque.
'La ciclabile - continua Dalla Venzia - interseca in località Ponte di Mossano l'altra importante ferrovia dismessa della zona, la Treviso - Ostiglia, considerata progetto strategico da parte della regione Veneto, oltre che dalla FIAB. Già in parte è in fase di recupero a ciclabile nelle province di Padova e Treviso. A rete ultimata sarà possibile perciò percorrere interamente, su ciclabili lungo ex ferrovie, il percorso da Vicenza al Po o da Treviso all'area Berica ed Euganea'. Ritrovo per l'inaugurazione alle ore 10.00 a Longare. Dopo gli interventi delle autorità la processione di ciclisti partirà per attraversare tutti i Comuni interessati con taglio dei nastri ad ogni fermata fino ad arrivare a Noventa Vicentina dove è prevista la conclusione verso le 12,30. Durante tutto il tragitto verranno regalati gadget ai partecipanti. Le associazioni FIAB del Veneto partiranno da Vicenza alle ore 9:00. Per maggiori informazioni inviare una mail a pattoareaberica@libero.it o consultare il sito internet dedicato www.rivieraberica.net
Da: www.solobike.it del 16/5/2012
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Piovene Rocchette - Asiago (Veneto)
1910 – 2010. Si festeggiano quest’anno nell’Altopiano di Asiago e più precisamente a Canove i 100 anni dell’antica locomotiva popolarmente chiamata “Vaca Mora”. I vecchi percorsi del trenino sono oggi divenuti bellissime piste ciclabili sterrate in paesaggi suggestivi come ad Asiago, Riviera Berica o Piovene Rocchette-Arsiero. Quest’ultimo è già stato protagonista nel 2009 della prima edizione della Ciclostorica veneta Vacamora. Sono più di una decina le cicloturistiche per bici d’epoca in Italia che vedono ogni anno impegnati appassionati e collezionisti con biciclette da corsa d’epoca, indossando vecchie maglie e pantaloncini in lana, come i famosi corridori di un tempo. Sull’onda di questo successo la Vacamora vuole essere la prima in Italia che con le bici d'epoca farà percorrere oltre ad un percorso sterrato i vecchi percorsi della storica Ferrovia. Un omaggio quindi a due mezzi di trasporto, la bicicletta e il treno a vapore, che hanno segnato la nostra storia con grandi passioni e avventure memorabili, un evento che vuole promuovere il territorio, le nostre bellezze e i nostri prodotti tipici.Da: www.bicidepoca.it
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Thiene-Piovene Rocchette-Arsiero (Veneto)
La ferrovia Rocchette - Arsiero era una delle tratte che collegavano i paesi dell'alto vicentino … Solo in alcuni casi, di recente, sul sedime ferroviario è stata creata una pista ciclabile tra cui quella tra Rocchette e Arsiero.Da: www.vicenza.com
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Nove km sugli ex binari
Da Piovene ad Arsiero via Meda e Seghe con tappe fogazzariane, nelle antiche pievi e nei boschi
Un percorso storico, artistico, naturalistico, letterario e sportivo. La pista ciclo-pedonale di 9 km che ripercorre il tracciato dell'ex ferrovia Piovene-Arsiero soddisfa molte esigenze. E' un gioiello della Provincia di Vicenza che offre un tempo immerso nel verde della Val d'Astico. Si può percorrere a piedi o in bici, adatta a tutte le età. VECCHIE FOTO. Lungo il percorso, bacheche con foto storiche, orari ferroviari, disegni e progetti, illustrano la storia di questa tramvia della quale il primo troncone Schio-Santorso fu attivato il 15 giugno 1884, mentre l'intera linea fino ad Arsiero fu aperta il 16 marzo 1885 a scartamento ridotto. L'ammodernamento della ferrovia avvenne nel 1931/33 con inaugurazione il 29 ottobre 1933, il funzionamento cessò il 31 marzo 1964…
Cinzia Albertoni
Da: www.ilgiornaledivicenza.it del 1/12/2013
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Tarvisio-Carnia (Friuli Venezia Giulia)
Stato dei lavori tra Cervignano e GradoBy saccobent News Add comments
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Proseguono molto lentamente i lavori per il completamento della Ciclovia Alpe Adria nel tratto tra Cervignano e Grado. Ben poco è stato fatto in questi mesi nel tratto tra Cervignano e Belvedere mentre le rifiniture effettuate sul terrapieno che porta a Grado hanno subito notevoli danni a causa delle mareggiate dello scorso autunno. Abbiamo approfittato dei tecnici della Provincia di Udine, presenti sul posto per un probabile sopralluogo, per porre loro alcune domande. Purtroppo hanno confermato che anche questa parte del tracciato sarà “pavimentata” con del semplice ghiaino. Questo di fatto renderà impossibile il transito delle bici da corsa su questo tratto di pista ciclabile (sono numerosissimi i ciclisti che si allenano su queste strade in tutte le stagioni) e renderà necessario un numero maggiore di interventi di manutenzione.
Da: www.caar-bike.it
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Oggi i treni sulla Pontebbana non corrono più.
La storica linea ferroviaria è diventata una pista ciclabile denominata "Itinerario Alpe Adria". Si può transitare in bicicletta lungo i ponti e le gallerie di questa spettacolare opera di ingegneria. Una volta terminata, la pista ciclabile "Alpe-Adria" collegherà Salisburgo con Grado.
Da: www.albergomartina.it
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Cervignano - Grado (Friuli Venezia Giulia)
Remanzacco: ridateci la ferrovia - Lettera al MV di oggi
Leggendo i diversi articoli apparsi sul “Messaggero Veneto” nelle scorse settimane, riguardanti i lavori di realizzazione della pista ciclabile Cervignano-Grado, nasce spontanea una riflessione sull’ennesimo scempio ferroviario o, per meglio dire, sull’ennesima occasione mancata di migliorare il sistema dei trasporti regionale. Il fatto che questa ex ferrovia sia dismessa dal 1946 non significa che non possa avere una sua funzione anche nel XXI secolo; se infatti è venuto meno il motivo della sua costruzione, ossia portare a svernare a Grado la ricca aristocrazia mitteleuropea d’inizio ’900, avrebbe invece un potenziale enorme come linea locale a servizio tanto dei pendolari quanto dei turisti, soprattutto in estate. È vero che essa si fermava a Belvedere, ma dato che verrà realizzato un nuovo rilevato per giungere fino a Grado con la bici, non sarebbe stato impossibile costruirlo per il treno. Bisogna inoltre considerare che i ciclisti sportivi utilizzano poco questi percorsi preconfezionati, con la mountain bike si va in fuoristrada, mentre il cosiddetto cicloturismo non muove certo enormi masse di persone specialmente d’inverno; riguardo ai friulani poi, se può essere appetibile per un cervignanese andare al mare in bici, non credo che chi proviene da Udine o da più lontano sia disposto a pedalare per decine di chilometri per un bagno al mare. Ma questa non è certo una campagna contro la bicicletta, tutt’altro.
Prendiamo a esempio la provincia di Bolzano: in Val Venosta hanno riattivato la linea Merano-Malles chiusa dalle Fs nel ’90, dimostrando la validità di questa scelta con oltre un milione di passeggeri l’anno; a fianco della stessa corre la pista ciclabile, con noleggio bici nelle stazioni, dando un esempio di cosa sia la vera intermodalità turistica. Se questa scelta fosse stata presa anche per la Cervignano-Grado oltre che per la Carnia-Tolmezzo, oggi si potrebbe andare dalla montagna al mare e viceversa con un unico mezzo veloce, sicuro ed ecologico. Invece siamo costretti a incolonnarci con le auto in micidiali e puzzolenti ingorghi, o impiegare molto più tempo con le corriere costrette nei medesimi incolonnamenti; senza dimenticare che la linea Udine-Cervignano è chiusa nei giorni festivi, dimostrando la totale arrendevolezza delle nostre ferrovie. Il fatto poi che in mezza Italia, così come nel resto d’Europa, si stanno rimettendo i tram laddove furono tolti cinquant’anni or sono, è la palese dimostrazione che quelle degli anni 50-60 furono decisioni scellerate, anche alla luce del fatto che proprio in questi giorni si torna a parlare dell’ennesimo blocco del traffico a causa dell’inquinamento. Invece i nostri amministratori locali ci riempiono le orecchie di facile demagogia su strade intasate e pericolose, oltre che sulle polveri sottili, inneggiando al riequilibrio strada-rotaia, ma poi di fatto finanziando solo ed esclusivamente opere stradali pensate sostanzialmente per il traffico pesante. Non c’è da stupirsi in una regione che non ha mai amato il treno, con le tariffe ferroviarie tra le più alte d’Italia, dove si continua a scontare la benzina e dove, a dettar legge, sono le potentissime lobby del trasporto su gomma. Se mai ci si renderà conto degli errori commessi, sarà ormai troppo tardi!
Da: aldorossi.splinder.com/post/20055295
Il Messaggero veneto del 12/3/2009
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Tarvisio - Fusine (Friuli Venezia Giulia)
La Ciclovia Alpe Adria rappresenta il primo caso di riconversione di un bene pubblico abbandonato e restituito al territorio con una valenza turistica. La linea ferroviaria su cui sorge è un capolavoro ingegneristico, costruito a cavallo tra l'Ottocento e il Novecento, e presenta un innegabile valore legato soprattutto alle difficoltà dell'epoca. Si iniziò a parlare di riconversione negli anni Novanta, ma il progetto subì un rallentamento legato principalmente all'acquisizione del bene dalle Ferrovie dello Stato. Solo la forte volontà politica, conscia delle enormi potenzialità del progetto, ha reso possibile la realizzazione della ciclovia. Con il 1999, infatti, grazie alla Giunta Provinciale del Cav. Melzi e alla caparbietà dell' allora Assessore ai Trasporti, Renato Carlantoni, si riuscì ad acquistare la tratta Coccau- Gemona del Friuli, con fondi provinciali, al prezzo di 2 miliardi di lire, cogliendo di sorpresa chi riteneva che l'idea della riconversione fosse utopistica. La suddivisione funzionale del percorso in diversi lotti ha poi reso più agevoli i lavori che si sono susseguiti, e che hanno beneficiato anche di fondi regionali, rendendo la Ciclovia Alpe Adria un vero e proprio fiore all'occhiello per l'offerta turistica del nostro comprensorio. Essa rappresenta, tra l'altro, un esempio di collaborazione istituzionale, se si considera che il secondo lotto (tratta Dogna- Moggio) è stato delegato, per la realizzazione e la gestione, dalla Provincia di Udine alla Comunità Montana del Gemonese, Canal del Ferro e Val Canale. Questo esempio è stato poi seguito anche dall'Amministrazione Comunale di Tarvisio, che ha acquistato e realizzato la tratta Tarvisio Centrale- Fusine Valico, per permettere il ricongiungimento con il percorso ciclabile sloveno. Il valore della pista è stato altresì sottolineato da vari esperti e specialisti, tra i quali non possiamo non menzionare il Presidente delle Ciclovie del Regno Unito, il quale ha dedicato, pochi anni or sono, la copertina di un noto giornale del settore alla Ciclovia Alpe Adria, definita come il percorso più suggestivo in Europa nel suo genere, nonché dai gruppi di sportivi, professionisti e non, che l'hanno ormai inserita a pieno titolo nei propri itinerari.Da: www.tarvisiano.org
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Continua la progettazione e realizzazione della pista ciclabile Alpe-Adria sul nostro territorio, che nelle intenzioni della Provincia di Udine collegherà Salisburgo a Grado. Se dal confine con l’Austria fino all’abitato di Resiutta, la stessa è di fatto realizzata, i due lotti mancanti (da Resiutta a Venzone e da Venzone a Buja) sono in fase di progettazione esecutiva e non mancano difficoltà sulle scelte di percorso e sulla concertazione tra i vari Enti Locali dei Comuni interessati. Entrando nel dettaglio, da quanto si è potuto sapere, il tracciato del primo lotto (per una spesa di circa 1.000.000 di Euro) comincia a Resiutta, prosegue lungo la dismessa sede ferroviaria ...
Il tracciato del secondo lotto (circa 850.000 Euro di spesa), procederà lungo le mura, poi …
Quanto sopra sarà ufficialmente il tracciato della ciclovia Alpe Adria, ma per quanto riguarda il secondo lotto, la Comunità Montana del Gemonese Canal del Ferro-Val Canale sta progettando un tracciato alternativo che, dopo aver lasciato Venzone, imbocca la Strete Lungje fino a raggiungere il vecchio sedime ferroviario e, con un tunnel, il bivio per Ospedaletto, costeggia il lago Minisini, rientra al Mulino Cocconi per raggiungere infine la zona dell’Ospedale di Gemona. Questa soluzione sarà progettata e seguita direttamente dalla Comunità Montana che ha previsto una spesa per la sua realizzazione di circa 1.000.000 di Euro. A quanto pare avremo due tracciati ciclabili per raggiungere Gemona e, a parer nostro, quello indicato dalla Comunità Montana pare più razionale…
Da: http://impegnocivicopervenzone.blogspot.com - 23/2/2011
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Trieste-S.Elia confine-Cosina-Erpelle (Friuli Venezia Giulia - Slovenia)
... Il 31/12/1958 la linea viene provvisoriamente sospesa ed il servizio passeggeri sostituito con autobus. A partire dal 01/01/1960 la sospensione del servizio passò da provvisoria a definitiva e, se si eccettuano alcuni treni cantiere per lo smantellamento degli apparati di segnalamento e di comunicazione, più nulla circolò sulla linea, che nel 1966 vide lo smantellamento dei binari. Privata del traffico passeggeri anche la stazione di Campo Marzio inizia un lento declino ed abbandono. Cala il definitivo silenzio sulla linea e nel 1977 viene soppresso anche il servizio sostitutivo (ridotto ormai a pochissime corse). Nel 1980, dopo anni di abbandono, la stazione di Trieste Campo Marzio viene recuperata e diventa sede del omonimo museo ferroviario mentre recentemente la Provincia di Trieste ha approvato e realizzato un progetto di trasformazione dell'ex sedime ferroviario in pista ciclabile, fino al confine con la Slovenia. Possibilità di riapertura della linea attualmente non sussistono: fondamentalmente inutile per il trasporto locale, la linea è sicuramente interessante dal punto di vista turistico, anche se gli alti costi da sostenere ne rendono altamente difficile una ricostruzione.Da: www.ilmondodeitreni.it
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Cividale del Friuli - Caporetto (Friuli Venezia Giulia - Slovenia)
Stato attualeDell'antico tratto restano solo alcune tracce, in parte già trasformate in piste ciclabili.
Da: www.ferrovieabbandonate.it
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Trieste - Parenzo (Friuli Venezia Giulia - Slovenia - Croazia)
LA PARENZANALa ciclabile segue il percorso della ferrovia a scartamento ridotto chiamata Parenzana, che collegava Trieste a Parenzo e che con gli anni diventò il simbolo dell’amicizia tra i comuni sloveni, italiani e croati. Parenzana attraversa le vecchie città, i villaggi, si avvicina al mare per poi salire tra i vigneti e gli oliveti, passa attraverso brevi e illuminati tunnel, attraversa le valli e s’innalza sui colli; come tutti i percorsi ex-ferroviari è adatto a tutti. Il progetto, chiamato "PARENZANA - percorso della salute e dell'amicizia" è stato realizzato grazie a finanziamenti Europei e con l'interessamento dell'Assessorato al Turismo della Regione Istriana, e riporterà in uso a ciclisti e pedoni il vecchio tracciato ferroviario.
Da: www.aruotaliberapn.it
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Motta di Livenza - San Vito al Tagliamento (Friuli Venezia Giulia)
Il tratto ferroviario dismesso tra Motta di Livenza e San Vito al Tagliamento sarà trasformato in pista ciclo-pedonale.Il progetto è stato presentato domenica 2 marzo in occasione della "giornata nazionale delle Ferrovie Dimenticate" e vede la partecipazione dei Comuni di Motta di Livenza, Pravisdomini, Chions, Sesto al Reghena e San Vito al Tagliamento. Già inserito nel PAT di Motta, l'intervento interesserà tutta la massicciata e rappresenterà un'occasione preziosa sia per il turismo sia per la valorizzazione della flora spontanea che cresce lungo il sedime ferroviario. Ad abbellire la nuova pista un'installazione realizzata da un artista locale utilizzando pezzi di rotaia posti accanto al vecchio palo del semaforo ferroviario dipinto di rosso. La linea ferroviaria Motta – San Vito fu inaugurata nel 1913. Danneggiata dall’alluvione del 1966 non fu più rimessa in funzione. Il progetto della sua riconversione in percorso cicloturistico è partito dal Comune di Annone Veneto: nei primi anni del 2000 l'amministrazione comunale ha ricevuto in comodato dalle Ferrovie i 2 km di strada ferrata che attraversano il suo territorio e vi ha realizzato una pista ciclopedonale.
Da: www.oggitreviso.it - 3 marzo 2008
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Modena – Vignola (Emilia Romagna)
La ferrovia Modena – Vignola collegava il capoluogo modenese con la cittadina di Vignola. Fu costruita nel 1888 dalla Società Anonima Ferrovia Modena Vignola (FMV) che aveva ottenuto la concessione per l'esercizio dall'amministrazione provinciale di Modena. Era lunga 26 km ed utilizzava uno scartamento da 950 mm. Nel 1914 fu completato il collegamento ferroviario che dalla stazione di Spilamberto collegava Bazzano. Nel 1917 l'esercizio della linea passò alla SEFTA che tra il 1929 e il 1932 procedette alla sua elettrificazione e all'adozione dello scartamento normale. La seconda guerra mondiale provocò numerosi danni alla linea ferroviaria, tanto che si decise di non ricostruire la diramazione Spilamberto - Bazzano. Nel 1969, la SEFTA, ora di proprietà della provincia, decise di sopprimere il traffico passeggeri. La linea rimase attiva per il traffico merci fino al 1972. Oggi l'infrastruttura ferroviaria è completamente dismessa. Il sedime è stato utilizzato per una pista ciclabile lungo la quale si possono ancora vedere le piccole stazioni abbandonate. Le scritte di località sono ancora visibili.Da: http://it.wikipedia.org/wiki/Ferrovia_Modena-Vignola
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Modena – Mirandola (Emilia Romagna)
Inviato da: Comitato Castel Crescentelunedì 25 maggio 2009 22.14
Da Stuffione a Modena e ritorno in Bicicletta, 50 km !
Il primo Maggio 2009 sono andato a Modena in Bicicletta. Partendo dal Ponte Baley di Solara, ho percorso il nuovo tratto di pista ciclabile realizzata sull'argine del fiume Panaro dalla parte del Comune di Bomporto. Questo primo tratto è stato costruito in ghiaia rullata, è percorribile agevolmente senza troppa fatica ed in tutta sicurezza, fiancheggiando il nostro caro corso d’acqua si possono ammirare alcune ville, la più imponente è la “Corte Quadra” ed in breve tempo si arriva a Bomporto. Giunto a Bomporto, muovendomi in un difficoltoso collegamento tra l’argine del Canale Naviglio alla viabilità ordinaria e poi prestando attenzione ad attraversare la strada (la Ravarino-Carpi), in prossimità del ponte sul Naviglio, mi sono immesso sull’argine dello stesso Canale, fiancheggiando il quale sono giunto alle porte di Bastiglia. Qui si trova l’incrocio con la Vecchia Ferrovia (La Modena Mirandola) recuperata a pista ciclabile (non ancora completata), percorrendo quest’ultimo tratto sono giunto alle porte di Modena, attraversando: via cavo argine, via nonantolana, il sottopasso della tangenziale per ciclisti e pedoni gingendo infine nel quartiere Torrenova di Modena. La strada intrapresa nella costruzione di ciclabili per collegare i vari Comuni della Provincia di Modena è corretta, auspico che questo tipo di investimento presto coinvolga il nostro Comune (Ravarino), con la costruzione di collegamenti verso Crevalcore, Nonantola e Bomporto, come abbiamo più volte chiesto ai vari enti competenti (Comuni, Province e Regione).
Da: http://nuke.castelcrescente.org
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Villafranca-Finale Emilia (Emilia-Romagna)
La pista ciclabile da S. Felice sul Panaro e Finale EmiliaSabato 23 giugno 2007
Con un investimento complessivo di 1 milione di euro, la Provincia di Modena ha concluso la realizzazione della pista ciclabile che collega S.Felice sul Panaro e Finale Emilia. L'inaugurazione dell'opera è prevista sabato 23 giugno a partire dalle 9.30 a San Felice sul Panaro presso l'incrocio tra via Repubblica e via Ronchetti. Partecipano Emilio Sabattini (Presidente della Provincia di Modena), Egidio Pagani (Assessore provinciale alla Viabilità, Mobilità, Edilizia e Patrimonio), Mario Meschieri (Sindaco del Comune di San Felice sul Panaro) e Raimondo Soragni (Sindaco del Comune di Finale Emilia). Dopo il taglio del nastro parte una biciclettata sul percorso della pista e dopo una sosta a Massa Finalese si arriva intorno alle 11 a Finale Emilia presso il campo "Masi". Dopo la seconda parte della cerimonia con gli interventi delle autorità, alle 11.30 viene offerto a tutti i partecipanti un buffet presso l’Agriturismo "La Bollitora" di Finale Emilia.
La pista da San Felice a Finale è lunga oltre 11 chilometri tutti asfaltati ed è larga tre metri a cui si aggiunge un metro di banchina laterale. La ciclabile è stata costruita seguendo il vecchio percorso della ferrovia dismessa nel 1964 che collegava Bastiglia, Mirandola e Finale Emilia. Tutte le intersezioni con le strade comunali sono illuminate tramite impianti a energia solare, questa è una importante caratteristica dell'opera che favorisce il risparmio energetico. La ciclabile è accessibile esclusivamente a pedoni e ciclisti che possono così usufruirne per spostamenti dovuti ad esempio per motivi di sport e turismo. Particolarmente suggestivi sono a riguardo alcuni passaggi di attraversamento dei canali di bonifica e il tratto in prossimità della chiesetta della Madonna della Neve nel comune di S.Felice. La pista rappresenta però anche una valida alternativa all’uso dell'auto nei brevi trasferimenti casa-scuola-lavoro. "La ciclabile – sottolinea Egidio Pagani – può essere utilizzata sia per trascorrere una giornata immersi nel verde della campagna in tutta sicurezza, ma anche per brevi spostamenti dalla casa al lavoro. Il progetto fa parte di un piano provinciale di potenziamento dei collegamenti ciclabili intercomunali per favorire la mobilità sostenibile e la sicurezza dei ciclisti".
L’obiettivo strategico della Provincia è proprio quello di riuscire nel tempo a collegare tutti i comuni modenesi con una rete di piste ciclabili. In questi due anni la Provincia ha investito diversi milioni di euro per realizzare la ciclabile Modena-Vignola e i due Percorsi Natura del Secchia e del Panaro. Lungo il percorso dell’ex ferrovia Modena-Mirandola, la Provincia ha già realizzato i tratti da Modena a Bastiglia, da Medolla a Mirandola in direzione nord e da Medolla a San Felice in direzione est a cui si è aggiunto lo stesso tratto da San Felice a Finale Emilia appena ultimato. Oltre alla pista ciclabile Modena-Castelfranco Emilia e al Percorso Natura del Tiepido, tra i progetti in cantiere vi è anche il completamento della ciclabile Modena-Mirandola col tratto Bastiglia-Medolla: lunga circa 25 chilometri, la pista ciclabile da Bastiglia a Medolla è un’opera con un costo previsto di oltre due milioni di euro e per la quale la Provincia ha già iniziato la fase di studio preliminare.
Da: www.provincia.modena.it/
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Pista ciclabile Bastiglia-Finale.
Ok all’accordo: manutenzione ai Comuni…
LUNGA QUASI 20 KM - FINITI I LAVORI SU BUCHE E CREPE CAUSATE DAL MALTEMPO
La pista ciclabile Modena-Finale Emilia è lunga quasi 20 chilometri di cui 2,6 nel comune di Bastiglia, tra il confine con il comune di Modena e il ponte sul Naviglio all’intersezione con via IV novembre; quasi sei chilometri nel tratto di Medolla in direzione di Finale Emilia tra via Villafranca e via Vettora, compresa la diramazione con via Montale, dove il tratto si congiunge con quello nel comune di San Felice sul Panaro lungo 2,7 chilometri, da via Ronchetti al confine con Finale Emilia per proseguire per 8,6 chilometri dal confine con San Felice a via Fratelli Bonacatti.
Nelle scorse settimane la Provincia ha effettuato lavori di manutenzione in particolare nel tratto Modena-Bastiglia tra la cabina Enel di Albareto e via San Clemente a Bastiglia e nel tratto San Felice-Finale tra la rotatoria sulla provinciale 486 fino a Finale Emilia. Eseguiti lavori anche sulla Modena-Vignola soprattutto nel tratto tra Vaciglio e Paganine.
Oltre alle piste ciclabili, la Provincia nel 2013 ha investito sulla manutenzione dei Percorsi natura del Panaro e del Secchia: quasi 100 mila euro con la collaborazione anche dei Comuni attraversati. In questi anni la Provincia ha investito quasi 4,5 milioni di euro per realizzare la ciclabile Modena-Vignola, i tratti Modena-Bastiglia, Medolla-San Felice e la ciclabile San Felice-Finale Emilia. Realizzati anche i Percorsi Natura del Secchia, del Panaro e del Tiepido.
Tra i progetti previsti dal Piano provinciale delle piste ciclabili figurano il tratto Bastiglia-Medolla per completare la ciclabile Modena-Mirandola-Finale Emilia- Mirandola seguendo il tracciato dell’ex ferrovia e la pista ciclabile Modena-Castelfranco Emilia.
Da: http://www.sassuolo2000.it/ del 2/1/2014
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Bagnolo - Carpi (Emilia Romagna)
Ciclovia della vecchia ferrovia Bagnolo - Correggio.Lunghezza: 8.8 Km
Località: Bagnolo - San Prospero - Correggio
Su via Guido da Bagnolo, presso il Consorzio Agrario, troviamo via Ronchi, una strada non asfaltata che dirige a Est. È questa in realtà la sede della vecchia ferrovia Bagnolo-Correggio-Carpi utilizzata ora per larghi tratti come strada campestre ciclopedonale. Si tratta pertanto di un lungo rettilineo di strada non asfaltata, a volte leggermente sconnessa, alberata da una vegetazione spontanea sviluppatasi a seguito della cessata manutenzione delle scarpate. Dopo 5 km da Bagnolo siamo alla stazione di Fosdondo presso la torre dell'acquedotto. Proseguendo diritto si attraversano due strade asfaltate (via San Prospero e via Fornacelle) e si abbandona la traccia della ex ferrovia presso l'oratorio seicentesco di Santa Maria Maddalena. Qui si prosegue su una strada secondaria, ricavata fra i laghetti dell'ex cava Casanova, risultato dell'attività di scavo dell'argilla da parte della storica fornace di Fosdondo; siamo qui nelle pertinenze della frazione di San Prospero. Al Km 16 si incrocia il percorso che da Massenzatico arriva a San Prospero. Si ritorna sull'ex ferrovia, sulla strada bianca via Macero, poi a destra sul ponte in cotto sul canale Naviglio di Correggio; dopo un breve tratto alberato entriamo a Correggio su una rotatoria dotata di percorso ciclabile che consente agevolmente di proseguire in sede propria, a lato della circonvallazione, fino al parco cittadino dove un sottopasso ciclopedonale ci porta in centro, su corso Cavour. Si nota da qui la sagoma caratteristica della vecchia stazione ferroviaria, ora sede della polizia urbana.
Da: www.bicilandia.it
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Budrio-Massalombarda (Emilia Romagna)
Stato attualeLa sede ferroviaria è per lunghi tratti evidente e rintracciabile con facilità tra Medicina e Massalombarda, mentre nel tratto tra Budrio e Medicina l'ex-sedime è riconoscibile solo in alcuni punti. Un piccolo tratto di circa 500 metri tra Medicina e Ganzanigo è stato trasformato in pista ciclabile. Si può trovare ancora anche qualche vestigia del segnalamento e circa 500 m prima di Massalombarda riappare addirittura il binario interrotto da un paraurti poco prima della stazione. Si possono ancora vedere tutti i manufatti in muratura o metallici di attraversamento dei vari canali o fossi, eccetto il ponte sul torrente Sillaro (che era l'opera civile di maggior rilievo ditutta la linea), del quale non vi è più traccia. In condizioni varie si trovano i fabbricati di stazione e le case cantoniere, tutte esistenti come le opere d’arte. In particolare, sono ancora esistenti la stazione diroccata di Sesto Imolese e la stazione di Medicina, in buono stato ed utilizzata come bar. A Medicina è presente anche un carro merci semi interrato ed utilizzato come deposito. Sono ancora esistenti molti caselli, alcuni dei quali diroccati.
Da: www.ferrovieabbandonate.it
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Colle Val d’Elsa - Poggibonsi (Toscana)
PISTA CICLABILE NEL VERDE DELLA VALDELSA: AL VIA I LAVORINews 18-11-2010
Il vecchio tracciato ferroviario fra Colle di Val d’Elsa e Poggibonsi, in disuso dal 1987, tornerà a vivere con la realizzazione della pista ciclo-turistico che si snoderà per 8 chilometri con un percorso immerso nel verde, fra le due città valdelsane. …
Il costo complessivo dell’intervento sarà di oltre un milione di euro, …
“In una prima fase di analisi del progetto – continuano Brogioni e Coccheri – le due amministrazioni comunali hanno tenuto conto delle diverse possibilità di riutilizzo del tracciato ferroviario, dal mantenimento dei binari per ospitare una nuova linea di trasporti, soluzione che FS non ha accettato per gli eccessivi costi di gestione, all’ipotesi di utilizzare carrelli ferroviari che, sebbene di grande attrazione turistica, non sarebbero stati compatibili con la presenza della pista, oltre a essere utilizzati solo da pochi. Abbiamo così deciso, condividendo dall’inizio il progetto, di realizzare un percorso accessibile a tutti i cittadini e turisti interessati, capace di riscoprire e valorizzare il patrimonio naturalistico dell’area attraversata dal vecchio tracciato ferroviario, lungo il fiume Elsa”. …
Il progetto. Il progetto prevede il riutilizzo del vecchio tracciato ferroviario dismesso definitivamente nel 1987 per la realizzazione di una pista ciclo-turistica in terra stabilizzata larga 2,50 metri. Gli interventi previsti sono minimi e saranno utilizzati materiali eco-compatibili, con l’obiettivo primario di non alterare il contesto naturale del percorso, immerso nel verde. Il vecchio tracciato ferroviario tra Colle e Poggibonsi è già predisposto naturalmente per un utilizzo ciclabile, con pendenze minimali e protetto ai lati per la maggior parte del tratto, con attraversamenti limitati al minimo indispensabile e ben visibili. Il progetto, pertanto, prevede di allargare la fondazione della ferrovia con materiale stabilizzato, fino a coprire il livello dei binari e di stendere, sopra, una pavimentazione in conglomerato cementizio terroso con l’aggiunta di un materiale che darà l’effetto di una strada bianca. Lateralmente, verrà realizzata una cunetta, sempre in terra battuta, per favorire lo scolo delle acque piovane e le cunette saranno convogliate nei pozzetti già esistenti, realizzati, a suo tempo, dalle Ferrovie e che confluiscono a dispersione nel fiume. Inoltre, il percorso è già delimitato in alcuni punti, specialmente in ambito urbano, da recinzioni che saranno ripristinate o ricostruite come quelle attuali. Altre protezioni, poi, saranno inserite dove c’è un pericolo di interferenza tra la pista ciclabile e la sede stradale oppure dove ci sono dislivelli o caratteristiche che creano pericolosità e rendono insicura la pista. Nei punti di attraversamento, inoltre, sono previsti una pavimentazione diversa e l’inserimento di una specifica segnaletica orizzontale e verticale, per avvertire i ciclisti e i conducenti di veicoli a motore della necessità di porre attenzione e di moderare la velocità. Al limite degli attraversamenti nella pista ciclabile saranno posti anche due elementi parapedonali, per vietare l’accesso alla pista ciclabile a mezzi a motore o altri non autorizzati. Lungo tutto il percorso, inoltre, saranno realizzati punti sosta in punti panoramici con tavoli e panchine.
Da: www.oksiena.it
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Spoleto – Norcia (Umbria)
V° Bike Tour della Vecchia Ferrovia Spoleto NorciaIl 10 ottobre 2010 in Valnerina si svolge la quinta edizione dell'evento cicloturistico con i bikers impegnati su tracciati di ferrovie dismesse.
Il 10 ottobre si svolge l'ultima prova che chiude l'iniziativa del primo circuito nazionale su tracciati di ferrovie dismesse, che ha visto la partecipazione di altre due regioni: il Trentino sul tracciato della Vecia Ferovia dela Val de Fiemme a Molina di Fiemme e la Sicilia sull'Alcantara il Free Ride della Vecchia Ferrovia, a Catania. Si parte alle ore 09.30 dalla piazza di Scheggino (ss 209 della Valnerina Km 30.00) per percorrere 35 km che ricalcano in gran parte il tracciato della vecchia ferrovia Spoleto - Norcia, toccando il territorio di 4 comuni della Valnerina: Scheggino, Sant'Anatolia di Narco, Vallo di Nera, Cerreto di Spoleto. Si attraverseranno viadotti e gallerie completamente buie, salite con pendenza media del 10% e discesa sul tracciato dell'ex ferrovia con gallerie elicoidali. (m.m.)
Da: www.ternimania.it
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Fiuggi - Paliano (Lazio)
Realizzato con il finanziamento della Regione Lazio, il percorso nasce riutilizzando l’antico tracciato della ferrovia attualmente dismessa ...Il tragitto ricalca il percorso della vecchia ferrovia Roma-Fiuggi raggiungendo una pendenza massima del 6% e toccando, nella sua lunghezza di circa 20-22 chilometri, le località di Paliano, Serrone, Piglio, Acuto e Fiuggi. Per tutto l’itinerario si transita a quote che toccano al massimo i 700 metri di altitudine. Si parte dalla cittadina Termale di Fiuggi, seguendo le indicazioni per Acuto sulla Strada Statale 155 Prenestina; dopo circa 700 metri dal centro di Fiuggi Fonte, si raggiunge l’inizio della pista ciclabile delimitata da una protezione, barriere di sicurezza in legno ed acciaio. La pista costeggia la Statale 155 sul lato destro del monte dirigendosi verso il paese di Acuto ...
Da: www.lecatacombe.it
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Velletri - Colleferro (Lazio)
... Si inizia la discesa sul versante opposto della montagna e si volta a destra verso Piglio, attraversando fitti boschi di faggio e querce. Il panorama è ora quello della Valle del Sacco e della Selva di Paliano. Si attraversa Piglio, famoso centro vinicolo della zona, passando per una bella porta in un edificio con finestre e archetti romanici, e si prosegue ormai in discesa, fino a raggiungere la strada statale 155. Di qui la pista ciclabile realizzata sulla vecchia sede ferroviaria permette di arrivare comodamente alla stazione di Colleferro, per il ritorno.www.romaincampagna.it
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Benevento - Caserta (Campania)
Una nuova ciclabile sulla ferrovia dismessa Benevento-VitulanoBenevento, si inaugura pista ciclabile al posto di ferrovia dismessa sul tracciato Benevento-Vitulano E’ un’iniziativa dell’Amministrazione provinciale di Benevento.
Sabato 12 maggio 2007 alle 16,30 a Benevento (contrada Pantano) è stata inaugurata la pista ciclo-pedonale Benevento – Vitulano “Paesaggi sanniti” ottenuta recuperando e restituendo alla fruibilità di ciclisti e pedoni un tracciato dismesso delle Ferrovie dello Stato lungo la linea Foggia – Caserta. Il progetto della pista ciclabile Benevento-Vitulano (lunga sette chilometri, larga sei metri, estesa cinquanta ettari) fu approvato dalla Giunta provinciale di Benevento nel 2000 su proposta dell’allora assessore provinciale alle infrastrutture Mario Serino. Il progetto si proponeva di recupare il vecchio e tortuoso percorso ad un solo binario realizzato quasi un secolo e mezzo prima ed ormai abbandonato a seguito dell’entrata in servizio, nel 1997, del tracciato a doppio binario. Evidente il carattere di salvaguardia e valorizzazione naturalistica dell’intervento. ” In località Pantano, capolinea della pista, lo spettacolo che si presenta al visitatore è affascinante e suggestivo”, spiegano dalla Provincia di Benevento: “l’area è dominata dalla Gran Dormiente ed è lambita dal fiume Calore, due elementi naturali, con i quali si è profondamente intessuta la storia cittadina. Dolci declivi, gole che si perdono tra le anse del fiume, il troneggiante abitato di Castelpoto, gli enormi massi di Monte Sant’Angelo, gli alberi imponenti, la delicata flora, la notevole fauna. Tutto immerso nel silenzio.
La pista ciclopedonale Benevento – Vitulano “Paesaggi sanniti”, che ha l’altro capolinea nell’ex Stazione ferroviaria del piccolo centro, entra proprio nel cuore del Sannio e ne racchiude le principali bellezze naturalistiche e paesaggistiche. Insieme alla gemella Benevento – Pietrelcina, che porta diritto ai Luoghi di Padre Pio, indica un cammino per un ritrovato equilibrio tra l’uomo e l’ambiente, per il rispetto della natura e dei diritti trans-generazionli, per la migliore qualità della vita”. Il capolinea della ciclo-pedonale “Paesaggi sanniti”, costata circa 1,5 milioni di Euro, è raggiungibile dopo la Rotonda dei Pentri, e l’inizio della strada provinciale per Foglianise-Vitulano, al primo bivio sulla sinistra, precisamente sul sito ove correva fino al 1997 la Ferrovia dello Stato Benevento – Caserta.
Da: www.provincia.benevento.it
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Potenza-Laurenzana (Basilicata)
Stato attualeLa sede ferroviaria è facilmente rintracciabile per quasi l’intera estesa come sentiero sterrato. Solo in alcuni punti, più frequenti avvicinandosi a Laurenzana, non vi sono più tracce della linea, inglobata nella carreggiata della strada provinciale che correva accanto alla ferrovia. Tra Sellata e Abriola e tra Anzi e Laurenzana l'ex-sedime è stato convertito in un percorso ciclo-pedonale.
Da: www.ferrovieabbandonate.it
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Spinazzola-Spinazzola città (Puglia)
Stato attualeLa linea, interamente disarmata, per circa 1 km è stata trasformata in pista ciclabile. Il fabbricato viaggiatori dell’ex-fermata di Spinazzola Città è in buone condizioni e parzialmente utilizzato come biglietteria per le autolinee.
Da: www.ferrovieabbandonate.it
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Rovittello-Castiglione-Linguaglossa (Sicilia)
La bicicletta e il treno sono dei mezzi di trasporto ideali per visitare il territorio in modo sostenibile. Non importa che siate un biker appassionato o un tranquillo ciclista in giro con tutta la famiglia, su prenotazione puoi noleggiare la tua mountain bike, ritirarla a Linguaglossa a pochi metri della stazione della FCE e consegnarla alla stazione di Rovittello. Il tutto in totale libertà. Il percorso si sviluppa per una lunghezza di circa 15 Km lungo l'ex strada ferrata, trasformata in pista ciclabile, che da Linguaglossa raggiunge Castiglione di Sicilia, borgo arroccato su una roccia, e la frazione di Rovittello. Il percorso è caratterizzato da un panorama mozzafiato della Valle dell'Alcantara e del vulcano Etna.Da: www.etnallterrain.com
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Castelvetrano-Menfi-Porto Empedocle (Sicilia)
Finanziata la pista ciclabile più lunga d’Italia per un importo di oltre nove milioni di euro. “Quello di oggi non è un risultato occasionale – dice il Sindaco di Menfi, Michele Botta – ma il frutto di una visione strategica ben precisa che è quella di coniugare tutte le piccole attività economiche ed imprenditoriali (agricoltura, vino, turismo) alle grandi opportunità naturalistiche che ci da il nostro territorio.Entriamo in una fetta di mercato che è quella del turismo ambientale che negli ultimi anni è aumentato notevolmente in termini di percentuale: è un ulteriore risultato per una più ampia strategia che vuole estendere l’offerta turistica e destagionalizzare i flussi verso la nostra area, puntando a una politica ambientale che valorizzi il meraviglioso proscenio naturale e culturale della nostra zona.” I progetti di piste ciclabili sono state ritenute ammissibili al finanziamento nell’ambito dell’intervento 3.3.2.4 del P.O F.E.S.R 2007 – 2013. “Questo intervento non è altro che l’inizio di un progetto più ampio – continua il Sindaco Botta – che è già presente nel PIST che abbiamo presentato e che ha la funzione di creare un anello che collega la fascia costiera con la montagna creando così un percorso turistico unico in Sicilia al pari di quelle esistenti in altre realtà europee.” Infatti, oltre alla pista “ferdinandea”, è stato approvato il progetto “Dalla campagna al mare”, da parte dei Comuni di Cattolica Eraclea, Montallegro, Siculiana e Realmonte. “Questo progetto – conclude il Sindaco – nasce da un’analisi di utilità economica in cui a un investimento pubblico farà seguito un ritorno economico elevato per chi vorrà investire nel settore turistico. Questa infrastruttura rappresenterà lo start up di un nuovo progetto che sottoporremo al Ministero del Turismo per dare la possibilità ai nostri imprenditori di ottenere ulteriori finanziamenti pubblici, essendo essa stessa l’asse portante di un vero e proprio pacchetto turistico costituito da servizi (tra cui il Wireless vicino la tratta ferroviaria), bed & breakfast, sport e cultura.” Menfi ha svolto un ruolo fondamentale di promotore e coordinatore dell’intera iniziativa.
Da: www.iloveagrigento.it
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Menfi, completata la pista ciclabile per Porto Palo sulla ex linea ferroviaria
Il sindaco: Un altro tassello per la Green way, la pista più lunga d'Italia
Menfi Porto Palo in bicicletta? Ora si può. Sono stati ultimati i lavori di prolungamento della Pista ciclabile Menfi Porto Palo che consentiranno di usufruire ancora più agevolmente di questa importante opera pubblica, collocato nell'ambizioso ma sempre più vicino progetto di una Green Way. Lo rende noto Michele Botta, Sindaco di Menfi, che assieme ai comuni di Sciacca, Ribera e Cattolica Eraclea, si è fatto promotore di una proposta progettuale per la pista ciclabile più lunga d'Italia: Abbiamo presentato un progetto per la realizzazione di una Green way lungo la ex linea ferroviaria dichiara il Sindaco.
Quello che si conclude oggi è un impegno concreto di questa amministrazione per una più ampia strategia che vuole estendere lofferta turistica e destagionalizzare i flussi verso la nostra area, puntando a una politica ambientale che valorizzi il meraviglioso proscenio naturale e culturale della nostra zona. Le opere di prolungamento del tratto di circa 250 metri di percorso, tra la ex stazione di Porto Palo e la foce vallone Mirabile erano stati sospesi prima dell'estate in attesa dell'autorizzazione all'immissione sulla strada provinciale da parte della Provincia Regionale di Agrigento. Una volta avuto il via libera tecnico, gli uffici comunali hanno riattivato le procedure e i lavori sono stati ultimati in brevissimo tempo, consegnando una pista completamente asfaltata e fornita di pensiline in legno.
Da: www.youtube.com - 23 dicembre 2009
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La Regione “perde” 17 milioni, sfuma la pista ciclabile di Sciacca.
SALVO IL FINANZIAMENTO PER IL COMPLETAMENTO DEL TRATTO MENFITANOSciacca non potra’ realizzare alcuna pista ciclabile cosi’ come tutti gli altri comuni siciliani che avevano partecipato al bando denominato Greenway per la realizzazione, attraverso un finanziamento comunitario di 17 milioni di euro, di percorsi ciclabili nei vecchi tratti ferroviari. Ebbene, anche questo finanziamento comunitario e’ destinato a tornare a Bruxelles.
A fare l’amara scoperta, l’ingegnere saccense Mario Di Giovanna che, con l’associazione l’altrasciacca, aveva collaborato con il Comune per la progettazione di un percorso ciclabile lungo 25 kilometri.
“Greenway Ferdinandea”. Questo il nome che era stato dato al progetto che prevedeva un’unica pista ciclabile da Castelvetrano fino a Ribera, passando naturalmente per Sciacca. Una prima graduatoria dei progetti ammessi a finanziamento fu stilata ma si capi’ subito che c’era qualcosa che non andava.
Uno dei comuni esclusi presento’ e vinse il ricorso al TAR.
Tutto da rifare, dunque. Si riaccese la speranza. Ma, a distanza di un anno dalla nomina del nuovo Nucleo di Valutazione alla Regione avvenuta nel mese di agosto del 2012, non vi e’ traccia della nuova graduatoria.
Discorso diverso per il comune di Menfi che, con l’allora Sindaco Michele Botta e assessore Ignazio Napoli, preferi’ seguire un’altra strada, un’altra misura comunitaria, per ottenere il finanziamento dell’opera. Finanziamento di cui dispone gia’ il comune di Menfi che potra’ pertanto completare la pista ciclabile.
Non ci fermeremo ed andremo avanti, conclude l’Ingegnere Di Giovanna, per cercare di recuperare questi fondi con la nuova programmazione comunitaria.
Da: www.belicenews del 4/8/2013
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Targia-Siracusa (Sicilia)
Stato attualeL'ex-sedime, che per un lungo tratto costeggia una scogliera sul mare di rilevante interesse paesaggistico, è stato convertito per la quasi totalità in un percorso ciclo-pedonale con fondo sterrato. Nell'area urbana di Siracusa la ferrovia ha lasciato posto a una strada con accanto un percorso ciclo-pedonale pavimentato.
Da: ferrovieabbandonate.it
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Palermo-Corleone-S.Carlo-Burgio (Sicilia)
Stato attuale della lineaIl percorso fino al viadotto Mortilli è praticamente scomparso, poi segue la Strada a scorrimento veloce Palermo - Agrigento. Da Baucina in poi è rintracciabile. Il tratto Godrano-Bosco Ficuzza-Corleone è stato recuperato e viene attualmente utilizzato come percorso ciclopedonale.
Da: Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Sampieri-Marina di Modica (Sicilia)
Terminati i lavori della pista ciclabile Sampieri-Marina di Modica18 novembre 2010 - “Un vero e proprio fiore all’occhiello per la comunità rivierasca che ne potrà trarre grandi vantaggi. La pista ciclabile Sampieri-Marina di Modica non solo riqualifica un porzione di territorio per la fruizione del comprensorio costiero di Punta Pisciotto, ex Fornace Penna, ma offre, un sistema di mobilità, che potrà avere positive ricadute turistiche ricreative che ampliano l’offerta per i villeggianti della zona”. … L’esempio della realizzazione della pista ciclabile, con un rapido snellimento delle procedure – ha sottolineato - è la dimostrazione di come la politica possa creare occasioni di sviluppo nel territorio. Il percorso della pista oltre ad avere elevati standard di sicurezza, può rappresentare un’opportunità unica per il turista, che potrà completare le sue vacanze con un’offerta in più”.
http://ragusa.blogsicilia.it
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Caltagirone - Mirabella Imbaccari (Sicilia)
… Nei pressi della ex stazione Salvatorello inizia la Nostra ciclabile che scorre gradevolmente sul vecchio tracciato ferroviario, protetto da una continua alberatura, con lunghe curve e con una moderata pendenza. Ci spostiamo sul fianco della valle del Tempio in un paesaggio “tormentato” da dossi e baluardi rocciosi dove i campi di grano fanno da coperta a questo incantevole paesaggio. Proseguiamo passando attraverso alcune vecchie gallerie fino ad arrivare all’ex stazione di San Michele di Ganzaria. Il percorso diventa sterrato ed in lenta ascesa; lasciamo la ferrovia e guadiamo il fosso del Tempio ritornando sulla vecchia massicciata per risalire la valle della Gatta dai grandi latifondi agricoli tra ficheti, uliveti ed eucalipti fino a raggiungere le prime case di Mirabella Imbaccari, paese a maglia reticolare, fondato nel 1610 da don Giuseppe Paternò barone di Raddusa…Da: www.ciclo-news.com 21/12/2010
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Siracusa-Vizzini
... La Valle dell'Anapo è accessibile da due varchi collegati tra di loro, dal lato di Sortino e dal lato di Ferla. Questo sentiero corre per più di 10 km sul tracciato dell'ex linea ferroviaria Siracusa-Vizzini. La visita all'altipiano può invece partire dalla cosiddetta Sella di Filiporto, raggiungibile dal paese di Ferla o dall'altro lato, dal versante di Sortino, passando sopra la cosiddetta Grotta dei pipistrelli. L'aerea è ben tenuta ed è accessibile in bici, a cavallo o a piedi, poche le indicazioni ed informazioni sul posto per cui si consiglia di munirsi di cartina e guida.Da: www.discover-sicily.eu
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CicloTurismo Sicilia: Ciclabile ex-ferrovia Porto Palo-Melfi (Agrigento-Trapani). Biciclettando week-end
partenza: Porto Palo.arrivo: Melfi.
distanza: 7 chilometri.
profilo altimetrico: 125 metri di dislivello.
condizioni del percorso: Ciclabile protetta ed asfaltata.
il momento migliore: Inizio Febbraio a tutto fine Ottobre.
Itinerario
Ci troviamo questa volta a Porto Palo, paese affacciato sul mare che in Sicilia viene chiamato mare d’Africa. Un tempo, qui passava una delle tante ferrovie a scartamento ridotto che ai primi del ‘900 si costruivano per trasportare i prodotti minerari. La migliore efficienza del trasporto su gomma ha condotto all’abbandono delle stesse, consentendone così recuperi che sono diventati degli autentici paradisi per chi come Noi ama pedalare con la propria inseparabile bike. Pedalare su questa ciclabile è un autentico piacere: la “pendenza da ferrovia”, permette di superare con molta disinvoltura il dislivello tra il mare ed i 125 metri di quota di Menfi, punto d’arrivo o – meglio – giro di boa del Nostro percorso che se fatto a ritroso ci permette di goderci l’ebbrezza del “vento in faccia”…
Da: http://www.ciclo-news.com del 22/9/2011
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Sarcidano-Isili-Nuragus-Barùmini-Villacidro (Sardegna)
Isili sorge ai margini di un altopiano che si affaccia sulla vallata del Sarcidano, in un paesaggio caratterizzato da estese valli e colline. Le ripide pareti delle gole che si aprono nel suo territorio, attirano gli appassionati dell'arrampicata e del free climbing. La superficie pianeggiante, resa fertile da numerosi fiumi e ruscelli, è coltivata soprattutto a cereali e foraggio, utilizzato per l'allevamento di bovini, ovini e suini. Le abbondanti acque del territorio sono raccolte nella diga di Is Barrocus, che ostruendo il corso del fiume Mannu ha creato il lago artificiale di San Sebastiano. Il bacino artificiale, che prende il nome dall'omonima chiesetta situata su un isolotto al centro del lago Inoltre la località del rio Corrigas ospita alcune falesie tra le più frequentate della regione dagli amanti dell'arrampicata sportiva su pareti naturali, diversi grandi arrampicatori a livello internazionale hanno potuto apprezzare questa palestra naturale. Il lago di Is Barrocus viene utilizzato per la pratica di diverse discipline sportive quali la pesca sportiva, la canoa, il canottaggio, il dragon boat e le escursioni. Il vecchio percorso della ferrovia che collegava Isili Sarcidano a Villacidro ha lasciato invece posto ad una pista ciclabile panoramica che parte da Isili e raggiunge Barumini. Sono presenti inoltre due palestre con 600 posti a sedere ciascuna, una palestra per gli amanti della cultura fisica, cinque campi polivalenti e un campo per calcio a 5 in sintetico con tribuna.Da: www.sardegnanelweb.com
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Calangianus-Monti (Sardegna)
Ragazzi in movimento - Ozieri 04, 20/04/2010
Album fotografico della quarta escursione (20 aprile 2010) nel gruppo montuoso del Limbara. L'escursione ha avuto inzio dalla località Vallicciola e utilizzando strade forestali sino alla statale 127 sul tracciato della vecchia ferrovia Calangianus-Monti, ora trasformata in pista ciclabile.
Da: www.uisp.it/sardegna/index.php?contentId=56
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Siliqua – Calasetta
La vecchia ferrovia diventa una pista ciclabile
Il Comune di Giba ha iniziato i lavori nel vecchio tracciato che dal paese arriva fino a Tratalias
GIBA. Sarà trasformato in pista ciclabile e percorso pedonale un altro tratto del vecchio tracciato ferroviario delle Ferrovie meridionali sarde. Il comune di Giba, dopo aver acquisito dalla Regione l’area del vecchio tracciato che parte dall’ex stazione, posta nel centro del paese, fino al confine con il comune di Tratalias , ha iniziato i lavori di ripristino e manutenzione per la riutilizzazione pubblica riapertura in maniera da trasformarlo in un percorso ciclabile e pedonale. Il tracciato, lungo alcuni chilometri attraversa un’area di rilievo sotto il profilo paesaggistico, naturalistico e archeologico. Attraversa, infatti, una pianura ricca di vegetazione mediterranea, e giunge fino al lago di Monte Pranu e al villaggio nuragico di Meurra (al confine tra Giba e Tratalias). Non è il primo dei progetti tesi alla trasformazione e riutilizzazione del vecchio tracciato ferroviario. Un lungo tratto è stato già realizzato dal comune di San Giovanni Suergiu nel proprio territorio comunale ed esiste un progetto, sul quale aveva manifestato grande interesse l’unione europea, per trasformare l’intero vecchio tracciato in pista ciclabile e pedonale.(gianfranco nurra)
http://lanuovasardegna.gelocal.it/carbonia/cronaca/2014/07/11/news/la-vecchia-ferrovia-diventa-una-pista-ciclabile-1.9579032 del 11/7/2014
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Il Sulcis va in bici: nuova pista da Carbonia a San Giovanni Suergiu
Partono i lavori per il percorso che collegherà il capoluogo provinciale al paese. Previsto anche il collegamento con Sant’Antioco
Sono stati consegnati i lavori per la realizzazione della pista ciclabile che collegherà Carbonia a San Giovanni Suergiu.
Lo annuncia la Provincia di Carbonia-Iglesias, ricordando che il proprio progetto “prevede un impegno finanziario di 700mila euro, che permetteranno la realizzazione dell’importante opera, destinata a garantire la circolazione sicura degli appassionati della due ruote, proprio sulle tracce dello storico percorso ferroviario”.
La pista sarà lunga tre chilometri e mezzo e seguirà un suggestivo sentiero dal capoluogo sino al vicino paese, in passato raggiunto tramite vagoni su rotaia. In futuro è previsto anche il collegamento con Sant’Antioco.
“Espletate le formalità di legge, la ditta darà il via al cantiere, compreso nel più ampio progetto strategico della mobilità sostenibile e della salvaguardia dell’identità del territorio”, assicura la Provincia.
http://www.cagliaripad.it/news.php?page_id=2730 del 10/5/2013
Dettaglio scheda
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Data di redazione: 20.09.2010
Ultima modifica: 04.01.2015
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