Opere specialistiche
Ex ferrovie ripristinate o con proposta di miglioramento
Ferrovie ripristinate
Trentino Alto Adige
Merano – Malles
Veneto
Ferrovia Turistica della ValbrentaLombardia
Palazzolo - Paratico SarnicoBornato - Rovato
Bergamo - Clusone
Toscana
Ferrovia della Val d'Orcia, Treno Natura
Cecina - Volterra
Abruzzo e Molise
Campobasso - Isernia - SulmonaPuglia
Foggia - LuceraMerano – Malles (Trentino-Alto Adige)
La tratta Merano-Malles delle FS, prosecuzione della linea da Bolzano, è lunga 60 km e comprendeva 12 stazioni. E' rimasta in servizio fino alla primavera 1991, quando è stata chiusa come "ramo secco". Durante l'ultimo periodo di esercizio, vi si effettuavano solo tre coppie di corse al giorno, esclusi i festivi. Abbandonata per oltre un decennio, la linea è stata riaperta nel 2005, sotto la gestione della SAD, la società di trasporto pubblico della Provincia di Bolzano, che si occupa sia dell'infrastruttura, sia del servizio. Oggi le stazioni sono diventate 18, c'è un treno locale ogni ora per tutto l'arco della giornata, domeniche incluse, integrato da un treno diretto feriale ogni due ore, per un totale di 23 coppie di corse al giorno. Il servizio è svolto da otto nuovi treni diesel GTW 2/6 costruiti dalla società svizzera Stadler che offrono circa 110 posti a sedere, ma vari treni sono già effettuati in doppia composizione a causa dell'elevato numero di viaggiatori. A breve arriveranno altri 4 treni e verranno istituiti servizi diretti fino a Bolzano. Nessun'altra linea secondaria gestita dalle FS (oggi Trenitalia) ha mai visto un così significativo aumento del servizio, né tantomeno dei viaggiatori. Le stazioni che costellano la linea della Val Venosta sono un monumento culturale sui generis. Nel corso degli interventi di riattivazione della linea ferroviaria queste strutture sono state pertanto magistralmente restaurate con il coordinamento della Sovrintendenza provinciale alle belle arti.
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Nuovi orari del servizio di trasporto biciclette su gomma in Val Venosta (Merano-Malles)
Da sabato 26 maggio sarà introdotta una modifica di orario per il servizio trasporto biciclette su gomma, attivo da diverse settimane nella stazione di Merano in direzione di Malles. I carrelli per biciclette partiranno diverse volte al giorno alla volta di Malles, mentre il proprietario potrà viaggiare comodamente in treno. La bici potrà poi essere ritirata in un punto noleggio a scelta di quelli posti lungo la strada (Naturno, Laces, Silandro, Spondigna o Malles). Molto apprezzato il trasporto delle bici su gomma tra Merano e Malles. Da sabato 26 maggio lo “shuttle” per biciclette effettuerà - come in precedenza - sei viaggi al giorno da Merano a Malles; dopo un’analisi della richiesta sono stati fissati i seguenti orari:
mattino: ore 09.16, 10.16, 11.16;
pomeriggio: ore 15.16, 16.16, 17.16.
Mentre a bordo del treno della Val Venosta i posti per trasportare biciclette sono limitati e in caso di sovraffollamento l’accesso alle bici può essere interdetto, il servizio trasporto su gomma dispone di capacità sufficienti per accogliere l’elevata richiesta in direzione della Val Venosta. Nelle stazioni di Merano, Marlengo e Lagundo è vietato salire sui treni diretti a Malles con biciclette al seguito. Il divieto vige ogni giorno dalle ore 08,00 alle ore 13,00 e dalle ore 15,00 alle ore 17,30.
I biglietti e il costo servizio corrispondono a quelli del trasporto bici in treno. Il pagamento può essere effettuato con AltoAdige Pass oppure acquistando un biglietto di corsa singola (in entrambi i casi il costo è di 15 centesimi/km); c’è poi anche il biglietto giornaliero per il trasporto bici (6 €), opzione più vantaggiosa per le tratte a partire da 40 km. Tutti i biglietti per il trasporto biciclette sono disponibili presso le biglietterie.
Da: www.provinz.bz.it del 25/5/2012
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Val Venosta verso l’elettrificazione
16 dicembre 2014, Bolzano – La linea ferroviaria della Val Venosta verrà elettrificata, e la pianificazione concreta del progetto vedrà la luce nel 2015. La Giunta provinciale ha approvato oggi una serie di caratteristiche tecniche del progetto, compreso l’importo dei lavori, stimato in 56 milioni di euro.
Ogni anno la ferrovia della Val Venosta viene utilizzata da 2 milioni di passeggeri, ed è diventata un modello talmente di successo da essere quasi vittima dei propri risultati: i treni, infatti, sono spesso super-affollati, e la linea è al limite delle proprie capacità. Allo stesso tempo, le ipotesi di miglioramento sono frenate da insormontabili ostacoli tecnici, e per questo motivo la Giunta provinciale ha deciso di dare il proprio assenso di massima all’elettrificazione della linea fissando una serie di caratteristiche tecniche del progetto. “Abbiamo incaricato la STA e Alto Adige Finance – ha spiegato il presidente Arno Kompatscher – di porre le basi operative, gestionali e finanziarie per tutta l’operazione. Si tratta di un investimento che dovrebbe aggirarsi attorno ai 56 milioni di euro”.
“Sono indubbiamente di tanti soldi – gli fa eco l’assessore alla mobilità Florian Mussner – ma non dimentichiamo che si tratta di un buon investimento non solo per la popolazione e per l’ambiente, ma anche dal punto di vista finanziario”. Solo i lavori di manutenzione per i locomotori diesel, infatti, costano ogni anno oltre 2 milioni di euro, e la stima fatta dalla Provincia è che entro 6 anni dall’avvio della pianificazione (prevista nel 2015) l’elettrificazione della Val Venosta possa diventare vantaggiosa anche da un punto di vista economico e finanziario.
“I vantaggi del progetto – prosegue Mussner – sono molteplici. Sarà possibile predisporre un orario più “fitto” con treni ogni 30 minuti in tutte le stazioni, i coinvogli saranno più capienti e potranno trasportare sino a 276 passeggeri, e ogni ora vi saranno collegamenti diretti fra Malles e Bolzano senza necessità di prevedere cambi e coincidenze a Merano. Chi risiede nei pressi della linea ferroviaria, inoltre, avrà una migliore qualità di vita dato che l’elettrificazione consente di mettere sui binari treni più silenziosi senza dimenticare il contributo all’ambiente grazie ad un abbattimento annuo di 7.800 tonnellate di CO2″. Fonte Provincia di Bolzano
http://blog.tuttotreno.it/12034-vasl-venosta-verso-lelettrificazione/
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Ferrovia Palazzolo - Paratico Sarnico (Lombardia)
(Ferrovia del Basso Sebino) - Chiusura: 1966 Lunghezza: 9,648 kmStato attuale
La linea, armata ed efficiente, è saltuariamente percorsa da tradotte merci in regime di manovra mentre il sabato e la domenica dei mesi estivi vengono effettuati treni turistici gestiti dalla Ferrovia Basso Sebino. In ottime condizioni i fabbricati e gli impianti della stazione di Paratico Sarnico, mentre il fabbricato viaggiatori di Capriolo è stato demolito ed i binari di raddoppio asportati.
Da: www.ferrovieabbandonate.it
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L'associazione Ferrovia del Basso Sebino è il nucleo storico delle Ferrovie Turistiche Italiane. La sua sede è a Palazzolo sull'Oglio e il suo scopo iniziale è stato quello di ripristinare il traffico passeggeri lungo la ferrovia Palazzolo-Paratico. Dal 1994, l'associazione si occupa di organizzare il Trenoblu, iniziativa turistica festiva composta da almeno tre coppie di automotrici ALn 668, affittate da Trenitalia, che consentono una coincidenza fra le fermate dei treni sulla linea ferroviaria Bergamo-Brescia e i battelli della Compagnia di navigazione del Lago d'Iseo. Grazie ad un accordo con società ferroviaria statale e la stessa compagnia di navigazione, è possibile utilizzare un biglietto integrato valido da Bergamo. I membri dell'associazione con la loro attività di volontariato promuovono e organizzano il servizio, svolgendo quelle attività di sorveglianza dei passaggi a livello, della vendita dei biglietti e dell'integrazione con la navigazione lacuale che permettono la sopravvivenza dell'iniziativa.
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Paratico: addio binari in stazione
16 agosto 2010
Si chiude un'epoca. Va in archivio lo storico polo ferroviario di Paratico/Sarnico, nel senso che oggi di quel patrimonio «ferrato» rimane ben poco. E, sulla scorta di un nuovo taglio di binari, s'accorcia la linea Palazzolo-Paratico, pur mantenendo in essere il servizio turistico con littorine diesel e - occasionalmente - treni a vapore lanciato, nell'ormai lontano 1994, dall'associazione Ferrovia del basso Sebino e dalle Ferrovie dello Stato. A fronte della cessione delle aree dismesse al Comune di Paratico, prima è stato smantellato l'imbarcadero di Rivatica e oggi gran parte della stazione. Il tutto in un'ottica di valorizzazione e rilancio turistico, culturale e sociale della zona a lago... una grande riqualificazione, ridisegno e riutilizzo di un sito «che ha fatto il suo tempo». E quindi, inevitabilmente, si chiude un'epoca iniziata nell'agosto del 1876 con l'apertura dei dieci chilometri di binari che servivano a trasportare le merci dal lago d'Iseo a Palazzolo. Con la vendita, nel 2008, da parte di Rfi al Comune di Paratico di gran parte delle aree di stazione (fabbricato viaggiatori compreso), nelle scorse settimane sono iniziati i lavori di taglio e smantellamento del fascio binari che consentivano le manovre e la prosecuzione, una volta attraversata la provinciale, nella darsena dove, sin dalla fine dell'Ottocento, avveniva il trasbordo dei carri ferroviari dalle chiatte in navigazione sul Sebino alla linea che scendeva a Palazzolo e da lì a Brescia e Bergamo.
Contemporaneamente è stato realizzato un nuovo marciapiede a servizio dei passeggeri in prossimità dell'ex deposito locomotive-dormitorio del personale che dovrebbe essere ristrutturato e adibito a nuova stazione. A lavori conclusi, la ferrovia dovrebbe quindi interrompersi all'altezza del deposito merci, di cui oggi rimangono solo le fondamenta. Il resto dell'area, ceduta appunto al Comune, sarà interessata da un intervento di riqualificazione e valorizzazione ambientale e turistica, a maggior ragione in considerazione dell'estrema vicinanza al lago, al parco dei tassodi ed alla fascia costiera. Cancellate quindi tutte le diramazioni di binari, con quel gioco di scambi, un tempo (sino al 1999, quando è definitivamente calato il sipario anche sul servizio merci, in regime di tradotta) necessari per le manovre dei carri. Rimarrà quindi «isolata» anche la piattaforma girevole (costruita nel 1876 dalle officine «Terrenoire et Besseges») usata per girare le locomotive a vapore.
Da: www.giornaledibrescia.it
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A REGIME LA FERROVIA BORNATO - ROVATO (LOMBARDIA)
mercoledì, 11 agosto 2010Viaggia finalmente a pieno regime la linea ferroviaria Rovato-Bornato, riaperta al traffico passeggeri il 13 giugno scorso dopo una chiusura durata ben 37 anni. Lo scorso lunedì, 9 agosto, sono entrate in funzione anche le stazioni intermedie di Rovato Città e Cazzago San Martino. A confermare la riapertura è l’Ufficio Stampa delle Ferrovie LeNord, che gestiscono la tratta: «Dal 9 di agosto - fanno sapere dall’azienda - i treni fermano non solo nelle stazioni di Rovato Borgo ed Iseo, ma anche in quelle di Rovato Città e Cazzago San Martino». Al momento nelle due stazioni sono ancora in corso alcuni lavori di finitura, ma il grosso degli interventi è ormai alle spalle. Nelle scorse settimane sono state infatti completamente rifatte le banchine destinate ad ospitare i passeggeri in attesa dei convogli. Negli ultimi giorni, inoltre, sono state posizionate le pensiline e le bacheche, che andranno ad ospitare gli orari dei treni di entrambe le diramazioni della linea: la Rovato - Bornato - Iseo e la Brescia - Iseo - Edolo. Per quanto riguarda i biglietti, invece, è stata studiata una soluzione apposita: chi salirà sui treni diretti in Franciacorta o sul Sebino potrà contattare direttamente il personale ferroviario in carrozza e acquistare i tagliandi senza dover pagare alcun supplemento. ...
Da: www.giornaledibrescia.it
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BERGAMO - CLUSONE (LOMBARDIA)
Lunghezza 12,5 Km
La Linea T1 Bergamo - Albino viaggerà sul sedime dell'ex Ferrovia di Valle Seriana con un percorso preferenziale e in sede protetta. Gli attraversamenti a raso presenti lungo la linea, come nelle realizzazioni più avanzate a livello europeo, saranno regolati da semafori asserviti al tram. L'assenza di traffico veicolare promiscuo consentirà, in alcuni tratti, di raggiungere la velocità massima di 70 km/ora, grazie anche alle caratteristiche geometriche del tracciato (curve con raggio sempre maggiore di 100 metri, con sopraelevazione e raccordi planimetrici). Il tracciato della linea T1 Bergamo-Albino è, da Bergamo ad Albino, con un numero complessivo di 16 fermate (comprese le due stazioni di testa). La metrotranvia attraversa i Comuni di Bergamo, Torre Boldone, Ranica, Alzano Lombardo, Nembro ed Albino, interessando una popolazione di oltre 220.000 abitanti. La spesa per realizzare l'opera, comprensiva della realizzazione dei parcheggi di interscambio, delle piste ciclopedonali e dei costi societari ammonta a circa 155 milioni di euro: poco meno di 13 milioni di euro/Km comprensivo del materiale rotabile (con un costo al km inferiore alla media europea).
Dei 155 milioni di euro, oltre 100 sono rappresentati da opere civili, impianti tecnologici e deposito; circa 30 per materiale rotabile, mentre le quote residue sono riferite ad espropri, progettazione e direzione lavori, collaudi ed costi operativi. L'investimento è finanziato per circa il 50% dal Ministero dei Trasporti mentre la Regione Lombardia ha contribuito per circa 30 milioni; la parte rimanente è a carico dei soci sulla base delle quote societarie (Provincia di Bergamo 45%; ATB Mobilità per conto del Comune di Bergamo 45%; Camera di Commercio di Bergamo 10%) e di un ulteriore aumento di capitale da parte di TEB. La nuova linea metrotramviaria Bergamo - Albino si inserisce in un contesto caratterizzato da una diffusa rete di linee di Trasporto Pubblico Locale (servizi urbani, suburbani ed extraurbani). Ciò ha reso possibile e necessario lo sviluppo di uno specifico progetto di ristrutturazione dei servizi esistenti puntando alla integrazione, sia di servizio che di tipo tariffario, della linea metrotramviaria.
Particolare attenzione è stata dedicata al tema della integrazione con i bus extraurbani da/per l'alta Valle Seriana al terminale di Albino, mentre in città l'interscambio con i servizi urbani è assicurato sia in periferia (prevalentemente alla fermata di Bergamo Martinella) sia al capolinea centrale, contiguo alla stazione ferroviaria di Bergamo. Questa area è interessata da un progetto urbanistico di grandi dimensioni (Progetto "Porta Sud") che, tra l'altro, affronterà il tema della integrazione fra i vari modi e sistemi di mobilità, offrendo la possibilità di interscambiare facilmente fra servizi ferroviari, linea metrotramviaria, rete urbana e autolinee extraurbane di breve, medio e lungo raggio.
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Ferrovia Turistica della Valbrenta (Veneto)
(AVN) Carpanè di San Nazario (Vi), 2 agosto 2013“Una iniziativa considerata tra le più importanti e attese di quelle finanziate dall’ODI, il Fondo per lo sviluppo dei Comuni di confine”. Così ha definito l’assessore al bilancio e agli Enti locali della Regione del Veneto, Roberto Ciambetti, il progetto di Ferrovia Turistica della Valbrenta, presentato oggi a Carpanè di San Nazario (Vi), nella sede della Comunità Montana ‘Valle del Brenta’. Insieme all’assessore, che è anche il rappresentante della Regione del Veneto nell'organismo di indirizzo dell’ODI, erano presenti il sindaco di Cismon e presidente della Comunità Montana, Luca Ferazzoli, e il sindaco di Valstagna, Angelo Moro. Ferazzoli ha sottolineato che si tratta di un progetto non di pochi ma del territorio, “che ha richiesto un impegno particolare a Comuni piccoli come i nostri – ha aggiunto –, premiati oggi da un sogno che si avvera. Vogliamo sia l’inizio di un percorso di rilancio anche della nostra economia”.
“Finalmente – ha sottolineato Ciambetti – siamo riusciti a sbloccare i finanziamenti e ora sono a disposizione 1 milione e 880 mila euro per realizzare un intervento tutt'altro che ordinario, di grande respiro culturale e che offre prospettive di crescita turistica e di sviluppo economico per l'intera vallata nei decenni a venire. Questo grazie alla capacità dei Comuni di Cismon e Valstagna di lavorare in sintonia, mettendo insieme idee e energie, e all'impegno e passione dei componenti dell'associazione culturale 'Società Veneta Ferrovie', che hanno curato buona parte della progettazione”.
La Ferrovia Turistica della Valbrenta, una trentina di chilometri in territorio vicentino da Bassano del Grappa a Primolano, sfrutterà l'infrastruttura ferroviaria già esistente, ma sui binari correrà un piccolo convoglio storico, formato da una locomotiva a vapore del 1918 che ritorna nei luoghi dove un tempo operava, da un paio di carrozze passeggeri in grado di ospitare in tutto 160 persone e da alcuni carri merci adibiti al trasporto di biciclette. Si tratta di materiale rotabile che ora potrà essere definitivamente restaurato e che consentirà, come ha spiegato l’arch. Pierluigi Scoizzato dell'associazione SVF, “di viaggiare a velocità ridotta, facendo una sorta di salto indietro nel passato, di osservare il territorio con modalità e tempi diversi, anche da parte di un turismo escursionista ma non certo mordi e fuggi”.
Il progetto, che la Federazione Europea delle Ferrovie Turistiche e Museali ha definito come uno dei migliori presentati in questi anni, si compone di quattro stralci che potranno essere realizzati anche contemporaneamente già dai prossimi mesi: il restauro della rimessa locomotive di Primolano del 1910, un tempo stazione di confine con l'Impero Austroungarico, che diventerà sede del primo museo ferroviario del Veneto; il ripristino e la riqualificazione del piano del ferro; il recupero del treno d’epoca; la realizzazione di un tratto di pista ciclabile che collega Valstagna alla località di Campolongo sul Brenta, potenziando così un percorso che sta sempre più affermandosi tra gli appassionati della bicicletta e che, come ha ricordato il sindaco Moro, “ha registrato nel 2012 il passaggio di ben 200 mila ciclisti”. L'obiettivo è quello di costruire un polo culturale che completi e valorizzi i vari elementi di interesse e di attrattiva presenti nell'area, per proporre un'offerta d'insieme, fatta di risorse ambientali e paesaggistiche, di percorsi storici, di produzioni tipiche, di mezzi diversi di fruizione e scoperta del territorio come il treno e la bicicletta tra loro integrati. “Puntiamo a concretizzare e a rendere operativo il progetto entro il 2015 – ha concluso Ciambetti –, in coincidenza con il centenario della Grande Guerra di cui questo territorio conserva alcune delle testimonianze più importanti e che sarà sicuramente tra i protagonisti delle celebrazioni che si stanno programmando”.
Da: http://www.regione.veneto.it Comunicato stampa N° 1425 del 02/08/2013
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Ferrovia della Val d'Orcia (Toscana)
Chiusura: 1994. Lunghezza: 51,204 kmNata nel 1996, la sezione collaborato con il gruppo delle Ferrovie dello Stato per gestire il servizio ferroviario turistico sulla ferrovia Asciano-Monte Antico. L'attività è denominata Trenonatura e si svolge con automotrici ALn 773 degli anni cinquanta, grazie all'appoggio finanziario dell'Amministrazione provinciale di Siena e del Parco Artistico Naturale e culturale della Val d'Orcia.
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Arriva la primavera e riparte il Treno Natura, un viaggio lento per scoprire la bellezza delle Terre di Siena
Sedici itinerari slow a bordo di un treno d’epoca, per scoprire le Terre di Siena e assaporarne con lentezza l’unicità di paesaggi, tradizioni, arte, cultura e sapori. Parte a marzo, per concludersi a dicembre, il viaggio 2013 del Treno Natura, una proposta nuova e insieme antica di fare turismo per apprezzare a una velocità d’altri tempi itinerari inconsueti e affascinanti per la bellezza dei territori attraversati o per la singolarità degli eventi che accoglieranno gli ospiti a destinazione. Ogni tappa del Treno Natura, infatti, è abbinata a sagre, feste, mostre, mercatini e iniziative create ad hoc per unire la visita del territorio alla scoperta delle eccellenze enogastronomiche e dello straordinario patrimonio artistico e culturale della provincia di Siena. Una formula ben consolidata, che risponde alle aspettative degli ospiti italiani e stranieri e, in particolare, delle famiglie con bambini. Il viaggio, che si svolge su una littorina d’epoca a vapore - una sbuffante “caffettiere” modello 640, corredata da carrozze centoporte - porterà i visitatori nei territori delle Crete senesi, della Val d’Orcia e dell’Amiata, con tappe gustose verso le tradizionali Feste e le tante Sagre dedicate al tartufo, ai funghi, all’olio e al vino, alla castagna e ai formaggi. La prima tappa è in programma domenica 10 marzo, in direzione di San Giovanni d'Asso, alla scoperta della prelibatezza locale, il tartufo marzuolo.
Ad aprile, il Treno Natura raggiungerà Buonconvento, dove gli ospiti potranno curiosare tra vicoli e piazzette alla ricerca di pezzi unici e oggetti del passato in mostra per la Fiera dell’Antiquariato (domenica 1 aprile); Castiglione d’Orcia, dove la primavera si fa strada all’ombra della Rocca di Tentennano, che domina la valle da un grande scoglio di roccia calcarea (giovedì 25 aprile) e San Quirico d’Orcia, per degustare sulla Francigena i vini d’eccellenza dell’Orcia Wine (domenica 28 aprile).
A maggio si riparte con quattro nuove tappe: la tradizionale Maggiolata di Sant’Angelo Scalo, nel comune di Montalcino, circondati da musica, bancarelle e buon cibo (mercoledì 1 maggio); l’edizione speciale del Mercatino delle Crete, ad Asciano, per gustare il re dei sapori del territorio, il pecorino (domenica 12 maggio); la Festa del treno, a Torrenieri, per scoprire il piccolo borgo che si sviluppa lungo la Via Francigena e curiosare tra le bancarelle di prodotti agroalimentari, biologici e dell’artigianato locale (domenica 19 maggio) e i sapori di primavera, a Sant’Angelo Scalo, con trasferimento in autobus sul Monte Amiata per gustare ciliegie e buon vino (domenica 26 maggio). I viaggi sul Treno Natura riprenderanno domenica 13 ottobre verso Vivo d’Orcia e i sapori della cucina autunnale, per concludersi domenica 15 dicembre a Siena, alla scoperta di musei, torri e piazze della città del Palio.
Informazioni. Il programma completo delle sedici tappe è disponibile sul sito www.trenonatura.terresiena.it. Ogni uscita del Treno Natura dura per l’intera giornata e alla stazione di arrivo sarà disponibile un servizio di autobus riservati per raggiungere le varie località in modo comodo e veloce. Il biglietto del treno a vapore è di 29 euro per gli adulti, gratuito per i bambini fino a 10 anni (senza diritto di posto a sedere, accompagnato da almeno un adulto pagante). Per i gruppi, viene offerto un biglietto gratuito ogni 25 paganti. La prenotazione è obbligatoria e la quota d’iscrizione per ogni partecipante è di 3 euro.
Per prenotazioni e per ulteriori informazioni sull’organizzazione, è necessario contattare l’agenzia di viaggi Visione Del Mondo, ai numeri 0577 48003 0577 48003 GRATIS , fax 0577 236724, email info@visionedelmondo.com. Per informazioni e servizi turistici, sono disponibili anche i punti info Terre di Siena di Siena, Piazza del Campo, 56, ai numeri 0577 280551/0577 283004; fax 0577 270676, email incoming@terresiena.it; Chianciano Terme, Piazza Italia, 67, telefono 0578 671122 0578 671122 GRATIS e 0578 671123 0578 671123 GRATIS, fax 0578 63277, e-mail prenota@terresiena.it, e Abbadia San Salvatore, Via Adua, 21, al numero 0577 77581 0577 77581 GRATIS , fax 0577 775877, email infoamiata@terresiena.it.
Da: www.provincia.siena.it del 1/3/2013
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Cecina – Saline DI VOLTERRA
Riapre la ferrovia, assessore premiato. Ma i pendolari: "Troppi ritardi, ridateci i bus"
Vincenzo Ceccarelli, titolare ai trasporti della Regione Toscana premiato da Legambiente a Roma per aver valorizzato la tratta, mentre chi viaggia raccoglie le firme contro
A Roma premiano l'assessore perchè riapre la linea ferroviaria, a Volterra raccolgono le firme perchè rivogliono il bus. Succede proprio questo. La linea ferroviaria Cecina-Saline divide così Regione e pendolari. Mentre nella capitale l’assessore regionale ai trasporti Vincenzo Ceccarelli viene premiato da Legambiente per la riapertura delle tratte minori, tra cui la Cecina-Saline, i viaggiatori della stessa lanciano una raccolta firme per chiederne la chiusura, a un anno dal primo viaggio inaugurale. Ritardi e coincidenze perse, guasti ai passaggi a livello, topi che mangiano i cavi fermando la circolazione. «Da quando sono abbonata non è trascorsa una settimana in cui non ci siano stati disagi racconta Paola Spinelli, insegnante al liceo Carducci di Volterra sono solo 35 chilometri ma non riescono a farci viaggiare dignitosamente».
Ottocentomila euro all’anno per mantenere attiva la linea, otto treni al giorno per un viaggio di circa 40 minuti, con a bordo 150200 pendolari tra studenti che da Volterra vanno a Cecina, e viceversa. E lavoratori: «Non posso permettermi di arrivare ogni giorno in ritardo dice Paola non posso lasciare la mia classe scoperta. A Volterra mi trovo bene ma se si continua così sto pensando di chiedere un trasferimento. Troppo stress, ansia e mal di testa». E la scuola, da quando ha riaperto la ferrovia, non è nell’elenco delle “disagiate” perché considerata ben collegata e non difficile da raggiungere.
I pendolari della Valdicecina che chiedono la chiusura di una linea ferroviaria. Sembra un paradosso ma qui, in tanti, invocano a gran voce il ritorno agli autobus. Eppure, quando la tratta è stata chiusa per due anni, gli stessi cittadini ne avevano chiesto la riapertura. Qualcosa, però, sembra non aver funzionato e i pendolari si preparano a raccogliere le firme da consegnare ai sindaci e alla Regione.
Il giorno del primo viaggio in littorina, era il 14 dicembre 2013, ad accogliere il governatore Enrico Rossi e l’assessore Vincenzo Ceccarelli c’erano fanfare e bambini, fotografi e sindaci della zona, buffet e mostre organizzate nei locali delle piccole stazioni rimesse a nuovo per l’occasione. Oggi dell’entusiasmo da taglio del nastro ne è rimasto ben poco. «Ogni settimana c’è un problema dice Elena Vizzotto, che lavora a Volterra in uno studio di consulenza fiscale nel periodo estivo, quando il treno non viaggia e c’è l’autobus, non ho mai avuto un giorno di ritardo».
Martedì mattina, a Riparbella, per l’ennesima volta si è guastata la sbarra del passaggio al livello a causa di un’auto che, passando, l’ha colpita danneggiandola. Il treno, fermo poco prima, ha dovuto aspettare l’arrivo dei carabinieri di Ponteginori per passare in sicurezza. E’ arrivato così a Cecina con mezz’ora di ritardo. Gli studenti hanno perso la navetta che dalla stazione porta alle scuole e sono entrati in classe un’ora dopo. «Accade sempre più frequentemente si lamenta Paola possibile che ci siano automobilisti o vandali che si accaniscono contro quella sbarra di Riparbella?». Il 25 novembre, invece, a fermare i treni sulla linea erano stati i topi che avevano rosicchiato i fili elettrici bloccando il passaggio a livello. «Perché non ci organizziamo per chiedere i danni, dovremmo fare un’azione collettiva scrivono i pendolari infuriati siamo lo zimbello delle linee ferroviarie». I problemi della Cecina Saline, siano essi provenienti da cause esterne, da vandali o dalla manutenzione, influiscono sui lavoratori, studenti e anche sulla reputazione del territorio.
«All’orientamento nelle scuole medie di Cecina e San Pietro in palazzi ha raccontato Chiara, studentessa del liceo artistico di Volterra molti ragazzi sembravano interessati a studiare nella nostra città. Ma i genitori erano restii perché avevano sentito dei problemi con i mezzi di trasporto e non vogliono sobbarcarsi un tale impegno sia economico che di organizzazione all’interno della famiglia». La Cecina Saline è una ferrovia storica, vecchia di 151 anni. Una tratta minore, che collega su ferro un vasto territorio e su cui la Regione ha scommesso. «Ci siamo impegnati anche economicamente per la riattivazione spiega l’assessore Ceccarelli Il ferro è una priorità». Più volte l’assessorato ai trasporti ha scritto a Trenitalia e Rfi perché garantissero il miglior servizio sulla linea. «Come abbiamo sempre fatto siamo pronti a ricevere le richieste dei cittadini spiega Ceccarelli commentando la raccolta di firme per la chiusura ma considerata la battaglia vinta per riaprirla sarebbe opportuno invece lavorare per superare le problematiche». D’accordo con l’assessore è anche il sindaco di centrodestra di Volterra, Marco Buselli: «Lamentele e disservizi ci sono dice e la linea deve funzionare bene ma sarebbe assurdo toglierla. Il territorio volterrano resterebbe senza alcun collegamento ferroviario».
A Roma l’assessore Vincenzo Ceccarelli sarà premiato «per gli ottimi risultati ottenuti negli ultimi 2 anni», spiega Fausto Ferruzza, presidente di Legambiente Toscana che oggi presenta il rapporto Pendolaria 2014. Riapertura della Porrettana, della Siena Grosseto, il cantiere per il raddoppio della Lucca Viareggio e la decisione di non chiudere alcun binario porta la Toscana tra le regioni virtuose. «Chiediamo un ultimo sforzo dice Ferruzza il potenziamento della linea Faentina e il rilancio della mobilità sostenibile». Sulla Direttissima Roma Firenze, invece, Rfi ha proposto di fare un test con la deviazione di una coppia di treno non in orari di punta sulla lenta. Dalla Regione assicurano: «Nessuno sfratto». I pendolari del Valdarno, invece, non sono d’accordo.
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Campobasso-Isernia-Sulmona
La Transiberiana d’Italia: in treno tra Abruzzo e Molise
Non si trovano parole sufficientemente adatte per raccontare la meravigliosa esperienza che hanno vissuto domenica scorsa, 17 febbraio, 240 passeggeri partecipando alla Transiberiana d’Italia, un treno che, una volta al mese, ripercorre la storica tratta ferroviaria Campobasso-Isernia-Sulmona. Questa tratta è stata dismessa dopo 114 anni di attività e, da poco, riaperta con finalità turistiche e di valorizzazione del territorio, unendo due regioni d’Italia, l’Abruzzo e il Molise, che tanto hanno da dare al turismo di qualità. Un ottimo risultato, dunque, per TransIta Onlus e per l’associazione Le Rotaie che con tanta energia e vigore hanno fatto in modo di rivalorizzare questo treno e questo nuovo modo di fare turismo.La Transiberiana d’Italia è un trenino che attraversa l’Appennino e ferma in tutte le stazioni storiche dell’antica tratta come quella di Carovilli - Roccasicura, San Pietro Avellana - Capracotta, Castel di Sangro, Alfedena - Scontrone, Roccaraso, Rivisondoli - Pescocostanzo (seconda stazione più alta d’Italia), Palena, Campo di Giove - Monte Maiella e Sulmona. Il viaggio è allietato a bordo con esibizioni dal vivo di musica popolare e con tante degustazioni di prodotti tipici, offerti e raccontati direttamente dai produttori e, in alcune stazioni, i paesi interi accolgono i viaggiatori con canti, balli e bande musicali.
Anche Vasto è stata presente con un gruppo di 42 partecipanti coordinati da The Spirit Of Travelers, agenzia di supporto e assistenza turistica attiva proprio a Vasto che, insieme a Barak Lev del tour operator Molise Discovery, ha creduto in questa iniziativa che vede le due regioni alleate per un obiettivo unico di promozione turistica del territorio. Spesso si parla di eliminare il confine tra Abruzzo e Molise per una finalità di riduzione di costi, spending review, ma con questa esperienza abbiamo avuto la certezza che il confine non esiste già più, che Abruzzo e Molise sono due territori già profondamente legati da paesaggi, gente, usi, costumi e tradizioni. Questo treno dà la certezza di un territorio unico, fuso, inscindibile, due territori uniti in modo sinergico. Un treno che, durante il tragitto, ha dato la possibilità ai viaggiatori di scoprire paesaggi incantevoli di Molise e Abruzzo, incontrare gente di paese, conoscere prodotti tipici e tradizioni. Perché puntare, per una buona volta, sul turismo nella nostra economia? Perché, quando noi operatori ci spendiamo per far conoscere al mondo il nostro territorio, troviamo ancora il coraggio di emozionarci. L’aspetto positivo della crisi economica che stiamo vivendo potrebbe essere proprio quello che ci porta ad aguzzare l’ingegno, a non fermarci davanti alle prime difficoltà, ma spingersi oltre, a vedere cose, occasioni, opportunità che prima non riuscivamo ad avere, a partorire idee e proposte per cui, in altri tempi, ci avrebbero presi per pazzi visionari”.
Quindi, lunga vita a questo treno, alla Transiberiana d’Italia che speriamo continuerà a dare soddisfazione agli operatori turistici delle due regioni e felicità ai partecipanti. Ecco, le prossime date di partenza:
17 Marzo Il Risveglio della Natura (Flora e Fauna appenninica)
21 Aprile I Luoghi del Culto (Chiese e Basiliche)
19 Maggio Le Vie Verdi (Transumanza e Tratturi)
16 Giugno Dalla Montagna al Mare (La nostra costa e le attività)
Per informazioni: The Spirit Of Travelers - Tel. 339.5368352 www.thespiritoftravelers.com
Roberto De Ficis The Spirit Of Travelers
Da: www.zonalocale.it del 21/2/2013
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Dopo 43 anni riapre la Foggia-Lucera, in servizio i nuovi Flirt delle Ferrovie del Gargano
di Giovanni GiglioGiornata importante il 14 luglio per le località del Subappennino Dauno, nuovamente servite, dopo 43 anni di attesa, dalla linea ferroviaria Foggia-Lucera. Il nuovo servizio, esercitato da Ferrovie del Gargano con modernissimi treni Flirt, consentirà di sostituire con un velocissimo e confortevole servizio su ferro le 56 corse degli autobus extraurbani che fino ad ora hanno costituito l'unica opportunità di trasporto pubblico tra il capoluogo e Lucera, stazione che diventa a tutti gli effetti nodo di scambio per i pullman da e per gli altri centri della Provincia. Lunga 20 km, la nuova Foggia-Lucera vede in orario (link) i nuovi Flirt, atti a viaggiare a 160 km/h con una capienza di circa 300 passeggeri in 4 carrozze, cadenzati con una frequenza di 30 minuti ed una percorrenza di 18/20 minuti in base agli incroci di tratta nella stazione intermedia di Vaccarella. Le partenze avvengono contemporaneamente da entrambe i capolinea ai minuti 00 e 30 di ogni ora, con treni in servizio dalle 4.30 alle 22.30 da Foggia e dalle 5.00 alle 23.00 da Lucera. Ridotto invece il servizio nei giorni festivi con sole 10 coppie di corse ferroviarie. Lungo il tragitto è prevista anche una fermata intermedia al rione Candelaro, al momento non attiva perché, come spiega il direttore di esercizio delle Ferrovie del Gargano, Daniele Giannetta "non ci sono ancora le condizioni tecniche di sicurezza all’esterno dell’area della stazione per consentire agli utenti di usufruire di questa fermata. Non appena queste condizioni saranno garantite saremo felicissimi di rendere fruibile all'utenza anche questa fermata".
La linea ferroviaria Foggia-Lucera fu inaugurata una prima volta il 31 luglio 1887 e nelle idee dei progettisti doveva rappresentare il primo tronco di una linea per Campobasso che avrebbe proseguito per Napoli e per Roma. Abbandonato il progetto originario, la linea rimase a svolgere unicamente servizio locale tra il capoluogo e la cittadina lucerina. L'esercizio venne sospeso per qualche anno durante la seconda guerra mondiale e riprese regolarmente nel 1947. Nonostante un traffico viaggiatori sempre elevato le FS non ritennero conveniente investire per l'ammodernamento degli impianti e il 5 ottobre 1967 la tratta fu chiusa al traffico viaggiatori e sostituita con servizio di autobus. A partire dagli anni '90 si cominciò a maturare la decisione di riattivare la linea, e grazie a finanziamenti europei ottenuti dalla Regione Puglia, è stata possibile la ricostruzione e l'attrezzamento tecnologico della tratta con la sostituzione integrale dell'armamento e l'elettrificazione a 3000 Volt.
Il 14 luglio 2009 la linea è stata così inaugurata per la seconda volta nuovamente con l'idea di raggiungere Campobasso.Per l'assessore ai Trasporti della Regione Puglia, Mario Loizzo "quella che veniva definita una ferrovia inesistente o fantasma, è diventata l’ulteriore conferma della politica che il governo regionale sta portando avanti per rilanciare la mobilità sostenibile, puntando sul ruolo del sistema ferroviario nel quadro di una strategia di intermodalità che sta concretamente contribuendo al rilancio dei nostri territori. Con il treno - prosegue l'assessore - si toglie dalla strada tanta gomma che inquina ed il trasporto su ferro torna ad essere un mezzo privilegiato per coniugare le esigenze di spostamenti sempre più rapidi e sicuri con quelle di carattere ambientale".
Il nuovo collegamento ferroviario cambierà le abitudini di quanti, studenti e pendolari, si muovono tra Foggia e Lucera ma anche da Foggia per i centri del Subappenino Dauno. Già nei giorni precedenti all'apertura della linea si sono formati comitati spontanei di pendolari contro la ferrovia. Le proteste sono legate principalmente alla cancellazione di numerose fermate presenti in alcune zone di Foggia e Lucera conseguenti con l'avvio del servizio ferroviario e la soppressione delle corse automobilistiche in sovrapposizione. Un problema che colpisce in particolar modo docenti e studenti pendolari che poco gradiscono l'interscambio bus/treno e scarsamente disposti ad affrontare un viaggio più comodo, veloce e sicuro. Ma da Ferrovie del Gargano l'assicurazione, "Nei prossimi giorni firmeremo un accordo di programma con l'Ataf per evitare che sorgano disagi e per garantire i collegamenti." Il biglietto ferroviario costerà 1 euro e 10 centesimi, rispetto all'1.30 dell’attuale biglietto che si paga per viaggiare su gomma. E grazie al nuovo sistema tariffario TrenoBus, chi partirà dalle località preappenniniche e dovrà raggiungere Foggia lo potrà fare con un unico titolo di viaggio che gli consentirà di usufruire del pullman, arrivare alla stazione di Lucera e cambiare con il comodo e veloce sul Flirt ad un costo minore rispetto a quello attuale. A conclusione, anche la musica festeggia la nuova ferrovia con un concerto di Renzo Arbore, protagonista della festa allestita proprio alla stazione di Lucera.
Da: http://www.ilpendolaremagazine.it
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SCARTAMENTO RIDOTTO SICILIANO: FINALMENTE BUONE NOTIZIE
23 apr 2010 Scritto da Pietro Fattori
Dopo una "sequela" di cattive notizie sul futuro dello scartamento ridotto siciliano arriva da Castelvetrano una importantissima novità: l'amministrazione comunale e gli amici dell'associazione TrenoDOC, hanno firmato un protocollo d'intesa per il recupero e la riattivazione della tratta ferroviaria compresa tra Castelvetrano e la Foce del fiume Belice.
Ecco la lettera che ci ha inviato l'amico e presidente di TrenoDOC, Settimo Marineo:
vi comunico che l’Associazione TRENO D.O.C. il giorno 23 aprile 2010 ha ufficialmente sottoscritto un protocollo d’intesa con il Comune di Castelvetrano. Il protocollo è finalizzato alla realizzazione del progetto di ritorno dell’esercizio ferroviario a scopo esclusivamente turistico, con rotabili storici, sulla linea a scartamento ridotto da Castelvetrano a Selinunte sino alla Foce del Belìce. In tale documento l’Amministrazione del Comune di Castelvetrano designa l’Associazione quale referente per quanto riguarda la definizione dei caratteri storico-filologici dell’intervento e degli aspetti tecnici. Nel corso dello stesso incontro, l’Ing. Taddeo, responsabile dell’Ufficio Tecnico Comunale, ha ufficialmente comunicato che il Comune di Castelvetrano ha inserito nel Piano Integrato di Sviluppo Territoriale della Coalizione Asse del Belìce il progetto di riattivazione di un primo tratto della linea. É stato inoltre precisato che il Comune intende questo intervento come primo lotto funzionale del progetto sopra richiamato, condividendo l’idea guida di proporre il mezzo ferroviario, per di più di valore storico, come la più adeguata modalità, dal punto di vista della compatibilità ambientale, per raggiungere la Riserva Naturale Orientata della Foce del Belìce. In forza del protocollo appena ufficializzato, l’Associazione fornirà tutta la propria assistenza per la redazione del progetto di ritorno dell’esercizio ferroviario a scopo esclusivamente turistico sulla linea a scartamento ridotto dalla stazione di Selinunte sino alla Foce del Belìce.
Si tratta di un primo evidente risultato che dà concretezza all’attività di sensibilizzazione ai vari livelli che TRENO D.O.C. ha messo in campo negli ultimi tre anni per il raggiungimento di un impegnativo obiettivo, verificando preliminarmente con i rappresentanti del Gruppo FS la possibilità di perseguire concretamente il recupero dei superstiti rotabili a scartamento ridotto e di un tratto di linea, ed incontrando quindi i rappresentanti delle istituzioni locali che a vario titolo possono essere produttivamente coinvolti. A tal fine, sono stati avviati contatti con l’Assessorato Regionale al Turismo e Trasporti, con l’Assessorato Regionale ai Beni Culturali, con la Provincia di Trapani, con le Amministrazioni Comunali di Palermo, Sciacca e Castelvetrano. L’Amministrazione del Comune di Castelvetrano ed in particolare il Sindaco Dott. Gianni Pompeo ha subito dimostrato grande sensibilità ed interesse verso il progetto esposto dall’Associazione TRENO D.O.C.. Ciò non deve sorprendere, in considerazione dello stretto legame storico e sociale tra la ferrovia, sia a scartamento ordinario che ridotto, e la Città di Castelvetrano. L’Associazione TRENO D.O.C. ritiene che la realizzazione del recupero della linea da Selinunte alla Foce del Belìce, unitamente al recupero delle RALn 60, costituirà un evento culturale di rilevanza europea e darà evidenza della validità del progetto di recupero dell’intera tratta da Castelvetrano alla Foce del Belìce, mettendo inoltre le basi per ulteriori auspicabili sviluppi.
Come potete immaginare, questo risultato ci incoraggia a proseguire sulla via della serietà e della concretezza intrapresa in maniera sostanziale da quattro anni, con grande impegno da parte di un agguerrito nucleo di soci che hanno “raddoppiato” la altrettanto agguerrita pattuglia di soci che dal 2003 lavorano duramente in deposito per il restauro dei rotabili a noi affidati. Naturalmente, nello spirito di reciproca collaborazione tra associazioni di volontari come le nostre, è per noi un vero piacere condividere con tutti voi un risultato come questo. Riteniamo che esso possa essere di incoraggiamento e di indirizzo per tutti noi. Vi chiedo infine di mobilitare una positiva reazione alla notizia inviando al comune di Castelvetrano messaggi di apprezzamento per l’iniziativa. Ciò infatti potrà dare un primo evidente segnale di avere fatto una scelta giusta, per quanto ardita, ad Amministratori che comunque hanno già dato ampia dimostrazione di grande sensibilità culturale.
Grazie e a presto
Fabio Settimo Marineo
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Finalmente arrivano buone notizie; fino ad oggi l'unico amministratore interessato al recupero delle ferrovie, con il quale ci siamo confrontati (ed oggi collaboriamo fattivamente) è stato il sindaco di Porto Empedocle Calogero Firetto. Altrove, in particolare a Sciacca e Menfi, abbiamo purtroppo trovato porte sbarrate. Non possiamo che esprimere tutta la nostra gratitudine agli amici di TrenoDOC per la loro perseveranza: il risultato ottenuto riempie di orgoglio tutti gli appassionati e studiosi dello scartamento ridotto in Sicilia. Un grazie, ovviamente, al sindaco di Castelvetrano Gianni Pompeo che ha dimostrato di conoscere il territorio puntando sull'infrastruttura ferroviaria, intesa come concreta opportunità di sviluppo turistico e, quindi, economico. Ad oggi la situazione tra Porto Empedocle e Castelvetrano (i due capolinea) è dunque questa:
- Ferrovie Kaos procede, spedita, in collaborazione con l'amministrazione comunale e Rete Ferroviaria Italiana, al recupero della stazione di Porto Empedocle Centrale
- TrenoDOC, con il protocollo d'intesa siglato, getta le basi per il ripristino dell'esercizio ferroviario turistico da Castelvetrano fino alla foce del Belice
Tutti i comuni che "stanno nel mezzo" tengano conto di questa opportunità, unica, di poter collaborare con due associazioni che hanno la forza ed i mezzi per poter studiare il recupero di una infrastruttura che, seppur dismessa, tutto il mondo ci invidia e che, se riattivata, garantirebbe al nostro territorio prosperità e benessere.
Da: www.ferroviekaos.it
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Si riparte.
Contrordine, si riparte.
Dopo le chiusure, le sospensioni e le dismissioni a catena durante il trentennio 1960-1990, per le ferrovie, in Italia, sembra essere arrivato il momento della riscossa. La nuova parola d' ordine, da qualche anno, è «riapertura». Le ultime linee «rinate» sono la Bologna-Vignola (24 km) e la Foggia-Lucera (20 km), entrambe chiuse nel 1967 e riavviate nel 2009. Prima, c' erano stati i 10 km della Torino-Ceres, chiusi nel 1993 e riaperti nel 2008, i 61 km della Treviso-Portogruaro (1981-2000), i 45 km della linea Collesalvetti (' 92-' 04) che aggira il nodo di Livorno e tocca diverse località dell' entroterra toscano, i 18 km della Salerno-Mercato San Severino (' 67-' 90), i 30 km della Firenze-San Piero a Sieve (' 57-' 03) e, infine, i 60 km della Merano-Malles (' 90-' 05) che in cinque anni ha fatto registrare un traffico di ben 6 milioni di passeggeri in un bacino di 35 mila abitanti.Vulpio Carlo
Da: archiviostorico.corriere.it 29/12/2010
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A spasso tra i binari abbandonati
La più famosa, ma soprattutto la più rimpianta nel suo percorso interamente veneto, è la Piovene Rocchette-Asiago: quasi 22 chilometri di binario, in parte a cremagliera che dalla pianura vicentina portava nella capitale dei Sette Comuni. Era detta La più ardita e alta d’Italia. Quella tratta nata nel 1910 e che dal 1958, lungo la quale saliva e scendeva la "Vaca-mora" non c’è più, resta il simbolo di tutte le ferrovie, quasi sempre immerse nel verde, che hanno dovuto cessare l’esercizio per lasciare spazio alla motorizzazione su gomma. Il Veneto ha migliaia di chilometri di sedimenti abbandonati da ricordare. In alcuni casi angoli di quelle che furono indimenticabili ferrovie sono oggi fortunatamente recuperati, quasi sempre resuscitati a piste ciclabili per il nuovo turismo fuori porta. È il caso della Calalzo-Cortina-Dobbiaco, 64 chilometri in gran parte ora sfruttati d’inverno come splendida pista da fondo e in estate come ’autostrada’ per mountain bike. Nata nel 1921 sino al 1964 questa ferrovia detta «delle Dolomiti» venne progettata e realizzata dal genio militare.E ancora, l’Adria-Ariano Polesine (15 chilometri), la Affi-Garda (11), la Verona-Caprino (34), la Ostiglia - Treviso (113 chilometri attraverso cinque province che oggi gli amici della bicicletta chiedono fortemente di recuperare completamente a percorso ciclo-pedonale), la Peschiera-Sant’Antonio Mantovano (di 34,5 chilometri, con i suoi dolci declivi sino a Valeggio lungo la riva sinistra del Mincio appena nato dal lago di Garda). È il vicentino tuttavia che ha il maggior numero di chilometri di ferrovie dimenticate: ecco allora la Vicenza - Noventa, la Vicenza-Valdagno, la Arzignano - Chiampo, la Vicenza-Bassano e la Vicenza-Montagnana: si tratta di linee in parte elettriche in parte a vapore, quasi tutte volute e gestite dalle Ferrotramvie Vicentine.
Intanto visitare alcuni degli scorci più suggestivi e gustosì del Veneto a bordo di carrozze d’epoca trainate da una vaporiera del 1916, capace di arrivare alla velocità massima di 75 chilometri all’ora, tra qualche mese sarà un sogno di facile realizzazione. L’assessore alle politiche della mobilità del Veneto Renato Chisso e i rappresentanti di Sistemi Territoriali e Associazione Società Veneta Ferrovie (Svf) hanno sottoscritto un accordo che ha come obiettivi proprio la creazione di un Treno Storico a Vapore del Veneto e il ripristino funzionale della Rimessa Locomotive di Primolano (Vicenza), che diventerà sede operativa del treno stesso. I membri dell’associazione sono diventati proprietari della locomotiva a vapore Breda 880.001, che tra circa un lustro festeggerà i 100 anni di vita, grazie alla donazione della Famiglia Marchiorello che aveva salvato la vaporiera dalla demolizione negli anni ’80. SVF ha anche acquisito due vetture storiche dal Museo Ferroviario Piemontese di Savigliano, uno dei musei ferroviari più prestigiosi in Italia, e sta recuperando altre carrozze passeggeri tra cui una mitica "centoporte". Treni speciali viaggeranno a partire dal 2012 in aree di interesse turistico e in occasione di grandi manifestazioni rievocative.
Da: http://www.ansa.it/web/notizie/notiziari/turismoveneto/2010/03/24/visualizza_new.html_1736593647.html del 24/3/2010
Dettaglio scheda
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Data di redazione: 19.12.2010
Ultima modifica: 07.08.2013
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