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Ferrovie dismesse, incompiute o attive con possibilità...

Ferrovia Fano - Urbino: rassegna stampa anni 2003 - 200...

Ferrovia Fano - Urbino: rassegna stampa anni 1863 - 2002


In questa scheda sono riportati documenti e articoli di stampa, frutto di ricerca non sistematica, pubblicati negli anni  1863, 1898, 1915, 1942, 1948, 1966, 1975, 1987,1989, 1997, 1998, 1999, 2000, 2001, 2002.

1863

MUNICIPIO DI FANO

AVVISO

Il Sig. Cav. Alberti è stato incaricato ispezionare varie parti di questo territorio per quelli studi che gli sono necessari a redigere un progetto di Ferrovia che da Fano, lunghesso il Metauro, deve far capo ad Arezzo, e che quando fosse attivato tornerebbe del più grande vantaggio per questa Città.' 

Col rendere quanto sopra di pubblica ragione si intende far invito a tutti i possessori di fondi rustici a permettere che il prefato Sig. Cav. Alberti possa accedere liberamente sui loro fondi siti in questo Comune per la interessante missione che gli è affidata.

Dato in Fano dalla Civica Residenza il 31 Agosto 1863

IL  SINDACO 

DI MONTEVECCHIO

Da: Archivio diocesano di Fano

1898

Carnevale di Fano -  "Il primo premio (L. 280) toccò al carro II trionfo della bicicletta notevole per la originalità dell'idea e per la ricchezza dei costumi.  Il secondo (L. 180) toccò alla Ferrovia Metaurense, una graziosissima satira nella quale in un treno composto di locomotiva, tender e due vagoni facevano bella mostra ministri dei lavori pubblici, senatori e deputati della provincia, sindaci dei comuni del consorzio, membri del consorzio, appaltatori, direttori di società ferroviarie, ecc., tutti seri seri nel grave costume delle inaugurazioni. Poco dopo però, come per incanto, pezzi grossi e pezzi piccoli si trasformarono in tanti allegri e vispi pagliaccetti ...."

Da: Piccolo Corriere n. 9 del 25/2/1898

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I carri mascherati erano sette, compresi i due della Banda, e altrettante carrozze semplici. Uno rappresentava la fontana di piazza, con un giovane vestito da donna alla greca sopra un globo in alto del carro. Un altro figurava la ferrovia metaurense (di là da venire), composta di due vagoni e della macchina, sotto della quale c'erano i cavalli, di cui si vedeva appena la testa.

Da: Su n. 6 del 28/2/1898

1900

Della Metaurense da qualche tempo non si hanno più notizie. E’ sperabile che le rappresentanze amministrative e politiche della città non dimentichino di vigilare per questo vitalissimo interesse.

Da: L’Annunziatore del 27/3/1900

1915

Ferrovie e Tramvie Padane
Società Anonima • Sede in Milano • Capitale L. 5.759.000 interamente versato

FERROVIA METAURENSE

Si annunzia al Pubblico che a datare dal 25 Aprile c. sarà aperto all’esercizio, in servizio interno, il tronco Fano - Fossombrone, di questa ferrovia.
Con altro avviso si darà comunicazione della data con la quale onderà in vigore il servizio cumulativo con le Ferrovie dello Stato.
Fano, 20 Aprile 1915.

LA DIREZIONE DELL'ESERCIZIO

Da sito Internet

1942

CITTA’ DI FOSSOMBRONE

RIATTIVAZIONE DELLA FERROVIA METAURENSE

Cittadini,

Dopo circa dieci anni di inattività la Metaurense, sospiro incessante degli avi nostri, per volontà dell'amato Duce sarà riattivata dalle Ferrovie dello Stato il primo febbraio prossimo.

In quest'ora solenne della Patria in armi il nostro pensiero va riconoscente e fiero ai valorosi figli di questa nobile terra, i quali su tutti i fronti si coprono di gloria per realizzare i sublimi destini d'Italia e della civiltà latina, sotto la guida del vittorioso Re Imperatore e del Duce invitto.

Cittadini,

Il ripristino della nostra ferrovia segnerà, senza dubbio, una rinascita di prosperità e di benessere nella vita economica della nostra ubertosa vallata, mercè l'opera concorde di tutti, uniti in una sola volontà di vittoria, sotto i radiosi segni del Littorio, per un'Italia più forte e più grande.

Vincere e Vinceremo.

Fossombrone 29 Gennaio 1942 – XX

Il segretario del Fascio                                                                         Il Podestà

Omero Fiorani                                                                         Cav. Dott. Ing. Getulio Emanuelli


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La riattivazione della ferrovia Fano – Fossombrone

Pesaro 2 febbraio.

Con l’intervento del prefetto, del segretario federale, e di altre autorità è stata inaugurata per volere del Duce la riattivazione del primo tronco Fano – Fossombrone della ferrovia metaurense Fano – Fermignano. Quanto prima sarà riaperto al traffico anche il restante tronco e così la litoranea adriatica sarà riallacciata alla linea Urbino – Fabriano – Roma. Il treno inaugurale contenente le autorità ha raggiunto Fossombrone accolto lungo il percorso da entusiastiche manifestazioni di riconoscenza al Duce. Il ripristino della ferrovia metaurense in piena guerra, dopo oltre dieci anni di stasi, premia le vivissime e legittima aspirazioni delle forti masse rurali della vallata del Metauro.

Da: Corriere della sera del 2/2/1942

 

1948

… La nuova ferrovia visse alcuni anni una vita grama, gestita dalla Società Ferrovie e Tramvie Padane che alla fine abbandonarono l’impresa tutt’altro che remunerativa. Subentrò lo Stato che ne continuò il funzionamento fino al giorno in cui le vicende belliche ne determinarono lo scempio…

Il Giornale dell’Emilia 8/2/1948

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… la ferrovia allora costruita  non risolse alcuno dei problemi che ci proponiamo di affrontare e pertanto risultò antieconomica, fine a se stessa ed assunse un carattere di ferrovia d’interesse locale …

 Il Giornale dell’Emilia 17/2/1948

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Riunione di Sindaci per riattivare la Urbino – S. Arcangelo

Abbiamo da Urbino:

I sindaci e i rappresentanti dei comuni di Urbino, Montecalvo, Auditore, Tavoleto, Sassocorvaro, Montecerignone, Montegrimano, Macerata Feltria, S. Leo,  Novafeltria, Torriana, Poggio Berni, Verucchio, Santarcangelo di Romagna si sono riuniti in questo ultimo Comune per esaminare il problema della linea ferroviaria   Urbino Santarcangelo e particolarmente della sistemazione del tratto già esistente.  Riconosciuta la necessità e l’urgenza di interessare ancora una volta i competenti organi governativi perché affrontino e risolvano un problema di così vasta importanza soprattutto per i suoi riflessi sull'economia nazionale, i convenuti chiedono che sia subito provveduto alla sistemazione delle opere esistenti su tratti Urbino stazione Auditore, Tavoleto, S. Arcangelo di Romagna, S. Leo, danneggiati dalla guerra confermando che tale richiesta assolutamente attuabile e suffragata: a) dalla necessità di evitare il disfacimento completo delle importanti opere su detto tratto esistenti che costituiscono un patrimonio imponente da tutelare e valorizzare; b) dallo sviluppo che con la riattivazione di detti tratti avrebbero le industrie esistenti nella zona soprattutto per quanto  riguarda lo sfruttamento delle possibilità minerarie delle stesse ponte;  c) dalla necessità impellente di dare lavoro alle imponenti masse di operai attualmente disoccupati non solo per l'occupazione che gli stessi troverebbero durante l’esecuzione delle opere ma ancora più per le possibilità future che ad essi deriverebbero con lo sviluppo e la creazione di nuove industrie; d) dal fatto che la sistemazione del tratto Urbino stazione Auditore Tavoleto non sarebbe altro che un prolungamento della linea già esistente Fabriano Urbino, mentre il tratto Santarcangelo - San Leo potrebbe considerarsi come diramazione delle linee esistenti che dal Nord vanno verso il Sud.

Da: Giornale dell’Emilia del 21/2/1948

 

1966

PERGOLA - SEDUTA STRAORDINARIA SUI «RAMI SECCHI»

La strada non basta a sostituire la ferrovia

La soppressione dei tronchi  verso Fermignano e verso Fabriano porrebbe in difficoltà centinaia di studenti e viaggiatori

Questa sera alle ore  17, si riunirà in seduta straordinaria il Consiglio comunale di Pergola per deliberare in merito alle notizia dello «smantellamento del tratto ferroviario Pergola – Fermignano e della minacciata chiusura del tratto  Pergola – Fabriano. Tali notizie hanno destato viva preoccupazione tra le popolazioni interessate. Il provvedimento colpirebbe, infatti, oltre ai normali viaggiatori, centinaia di studenti che giornalmente compiono tale percorso non avendo i mezzi finanziari per rimanere alloggiati in pensioni o  collegi.  Il  problema non potrà essere risolto sostituendo il servizio ferroviario con corse automobilistiche. Già  nell'Inverno del 1964 la amministrazione  ferroviaria provvide, per ben 40 giorni, ad un esperimento con corriera su strada  che però non ha dato gli attesi risultati positivi per motivi connessi alla stessa conformazione  della “Fabrianese”  con le sue curve, i suoi incroci.  In Pergola e negli altri centri si seguono con particolare interesse gli sviluppi della situazione: se il tratto Pergola - Fabriano dovesse venire soppresso, Pergola dovrebbe accontentarsi dell'unica strada concepita e realizzata quasi un secolo addietro.

Da: Il Resto del Carlino del 8/7/1966

1974

Continua a far parlare  la notizia di un progetto che la Regione Marche presenterà quanto prima, subito  dopo  i necessari contatti con le Ferrovie dello Stato, per trasformare la ferrovia Pesaro – Fano – Urbino, con ripristino del tratto sino a Pergola e con estensione sino alla zona meridionale delle Marche, in una specie di “metropolitana” regionale. Se ciò potesse realizzarsi, sarebbe in gran parte risolto il problema dei pendolari e degli studenti e conoscerebbe una nuova vita quello che è uno dei peggiori “rami secchi” in Italia, con locomotori costretti a viaggiare a 20 km l’ora poiché in alcuni punti vi sono tratti di binari “corti” del 1909 o del 1930.

Da: Il Resto del Carlino del 13/2/1974

 

1975
Promosso dalla direzione compartimentale FF.SS.
Sondaggio tra i passeggeri della linea Pesaro - Urbino

URBINO, 26 — Inchiesta della direzione compartimentale delle Ferrovie dello Stato di Ancona  durante la settimana 27 febbraio – 5 marzo sulla linea Pesaro- Urbino e sulle linee Civitanova Marittima-Fabriano e Fabriano-Pergola. La direzione compartimentale di Ancona ha fatto sapere con un laconico comunicato stampa che si tratta di una ricerca di dati analitici del traffico dei viaggiatori. Saranno invitati a collaborare a tale ricerca — precisa la direzione di Ancona — i signori viaggiatori esprimendo commenti e manifestando esigenze in merito allo stato attuale del servizio, orario di treni, coincidenze ecc.  Ma a che cosa dovrebbero servire questi risultati? La domanda potrebbe avere risposte ovvie in quei tratti di ferrovia ove, come quello di Civitanova M.  Fabriano, la discussione non ha mai portato all'ipotesi di eliminazione per improduttività, ma semmai all'ipotesi di potenziamento. Al contrario, si riscontra nell’ambito del tratto Pesaro Fano-Urbino una tematica del tutto diversa. Le Ferrovie dello Stato fanno sapere che si tratta di ottenere la collaborazione dei passeggeri, i quali sicuramente si sentiranno civilmente coinvolti, ma si domanderanno anche legittimamente perché? E intanto resta il mistero del finale. Si gioca a rimpiattino? Si prendono i cittadini per degli incapaci? Non si capisce bene. Allora ci vorrà subito una spiegazione esauriente sui programmi di intervento che l'Azienda di Stato sempre con grande difficoltà divulga.

Ma tornando alle FF.SS. ed al tronco detto “morto” di Pesaro Urbino via Fano per la caratteristica dell’arresto del traffico nella stazione (si fa per dire) urbinate, cosa vuole stabilire il sondaggio? Qualcuno potrebbe obiettare che il  sondaggio si fa per sapere quello che non si sa. Giusto, ma non del tutto. Talvolta invece si fanno delle analisi per confermare quello che si vuole. Malignità di chi scrive? Non tanto. Si tratta di voler indurre alla chiarezza coloro che per tutti maneggianola cosa pubblica. L'omissione potrebbe anche essere questione di deformazione professionale o semplice dimenticanza. In tal caso, presto sapremo a che cosa tende l’inchiesta della direzione compartimentale delle Ferrovie di Ancona. Del resto il sospetto non viene dalla nostra fantasia (cioè che si voglia riproporre l’eliminazione dei tratti che sono improduttivi ma che sono anche lasciati improduttivi da una serie di circostanze che sarebbe lungo ricordare e che investirebbero il tema del trasporto pubblico nel suo intero). In sintesi, sì all’inchiesta della direzione compartimentale F.S. di Ancona, ma con maggiore consapevolezza dei programmi di intervento nell’ambito dei trasporti di Stato. Recepire questa esigenza non è solo questione di sensibilità, ma un preciso dovere orientativo delle strutture pubbliche che operano al servizio del cittadino anche per incoraggiare alla partecipazione, l’intervento, la collaborazione che ovviamente può anche essere dissenso, polemica, opposizione, purché motivata.

Francesco Colocci

Da: Corriere Adriatico del 27/2/1975

 

1987
Intervento del ministro Signorile del 29 gennaio 1987

"A seguito del piano di riclassificazione delle linee della rete ferroviaria nazionale, elaborato sulla scorta delle indicazioni fornite dalla commissione ministeriale appositamente costituita, la linea Fano-Urbino è stata inserita nel gruppo delle linee a scarso traffico d'interesse locale per le quali era prevista, in un primo momento, la sostituzione del servizio ferroviario viaggiatori con servizi automobilistici, a partire dal 1° giugno 1986.

Tale data è stata successivamente spostata al 28 settembre per consentire l'effettuazione di una prima fase di studi e approfondimenti, d'intesa con le regioni interessate, tendenti a verificare l'esistenza di condizioni tali da riportare — attraverso l'adozione di misure finalizzate a ridurre il disavanzo di gestione, tra le quali è compreso lo stanziamento di finanziamenti
regionali per l'eliminazione dei passaggi a livello — le linee del suddetto gruppo tra quelle oggetto di eventuali provvedimenti in una fase successiva.

Gli studi in parola, giunti a conclusione nel mese di luglio 1986, hanno consentito lo spostamento del gruppo di linee di cui sopra ad una successiva fase del riassetto funzionale, ad eccezione delle linee Fano-Urbino e Albate-Camerlata-Molteno.

Per quanto riguarda, in particolare, la linea Fano-Urbino, poiché la regione Marche non ha manifestato — nel corso delle numerose riunioni effettuate al riguardo — alcuna disponibilità ad impegnarsi con interventi sul territorio finalizzati all'eliminazione di passaggi a livello su tale linea, con decreto ministeriale del 27 luglio 1986, è stata disposta la soppressione del servizio viaggiatori su rotaia sulla linea stessa a partire dal 28 settembre 1986.

In seguito, per consentire alla regione Marche un ulteriore esame dei problemi relativi alla linea in questione, è stata sospesa l'operatività del predetto decreto fino al 31 gennaio 1987."

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Hanno chiuso la ferrovia

Da domani soppressa dal ministro la Fano Urbino

URBINO — Da domani 1 febbraio si chiude la linea ferroviaria Urbino-Fano. Lo ha deciso il Ministro dei trasporti Signorile alla scadenza di un'ennesima proroga alla chiusura della tratta e proprio mentre Regione. Provincia e Comuni erano impegnati in un’azione mirante a scongiurare il pericolo della soppressione attraverso l'assunzione di un mutuo di nove miliardi (contratto dall’amministrazione provinciale e con gli interessi a carico della Regione e dei Comuni) destinato alla eliminazione dei passaggi a livello e a conseguire contemporaneamente il potenziamento della linea e il suo proseguimento fino a Pergola e quindi a Fabriano.

Noi giorni scorsi i Comuni interessati erano stati impegnati a modificare la precedente delibera (quella con la quale si assumevano l'onere di una percentuale degli interessi sui mutui) nella parte in cui si parlava del potenziamento ferroviario: il Ministro lo aveva considerato infatti un condizionamento inaccettabile. Tuttavia sembra che il Comune di Fano non abbia proceduto alla modifica della delibera in questione, avallando i sospetti di una qualche complicità con i propositi del Ministro il quale, oltretutto, avrebbe deciso sulla base di una indagine di redditività compiuta sulla linea in questione da parte di una società privata per incarico dello stesso Ministro e in barba al principio del coinvolgimento degli enti locali interessati. Appena la notizia della chiusura è giunta ieri mattina ad Urbino si è creata un'atmosfera da grande emergenza. Interpellato in proposito il sindaco Londei ha affermato di non conoscere le motivazioni delle decisioni di chiusura, anzi ha detto che «la stragrande maggioranza dei Comuni interessati, coordinati dall’amministrazione provinciale, aveva ottemperato a tutte lo richieste del Ministero, con una riserva che riguarda il comune di Fano. la cui giunta pare non abbia adottato la delibera richiesta».

Londei ha detto inoltre che   «se fosse vera la notizia che il Ministro avrebbe incaricato all’insaputa di tutti una società nazionale per lo studio della redditività della linea allora saremmo su un terreno che definire scorretto è dir poco. Egli ha concluso dicendo di sperare che il provvedimento venga immediatamente revocato e che si possa rivedere una decisione  «ingiusta e punitiva verso un territorio che certamente non la merita» e si è chiesto infine «a quale ditta di trasporti la Regione  affiderà il servizio sostitutivo, poiché risulta che qualcuno, da tempo si sta adoperando per trarre vantaggi dalla chiusura del tratto ferroviario».

Per la DC Giuseppe Magnanelli ha definito la soppressione «un tradimento politico, perché compiuto sui numeri, a tavolino, e sulla pelle della gente senza tenere conto dei bisogni di un territorio che attende dal dopoguerra il suo rilancio sociale ed economico e che viene ad essere invece colpito nelle sue esigenze di sviluppo proprio nei servizi fondamentali a cui fanno riferimento le industrie della zona.

Secondo Roberto Tontini (Pci), «la decisione ministeriale risulta grave e prevaricante nei confronti delle popolazioni e delle autonomie locali». Tontini la ritiene «tendente a favorire potentati privati nel campo dei trasporti»

Secondo Mario Fortini (Psi) c’è da essere «perplessi e preoccupati. in quanto si vanificano mesi di iniziative sul plano locale e regionale tendenti al mantenimento e anzi al miglioramento della tratta».

Infine Augusto Calzini (Pri) «si rammarica per la decisione ministeriale di affidamento diretto dei servizi sostitutivi su gomma».

Stamane si riuniranno in Provincia la giunta e i capigruppo unitamente ai sindaci dei Comuni interessati per decidere la linea d'azione da attuare  (g.d.l.)

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Fano risponde...

FANO — Da Fano si respingono con sdegno le accuse fatte più o meno espressamente secondo le quali il  Comune fanese sarebbe il principale responsabile per la soppressione della linea ferroviaria Fano-Urbino.

«E' pur vero — afferma iI sindaco di Fano Paolo Carboni — che i partiti della maggioranza e gran parte della pubblica opinione sono stati sempre perplessi sull'opportunità di mantenere in piedi, senza i necessari ammodernamenti, questa linea ferroviaria per la quale era stato comunque iI Ministro dei trasporti e non il  comune di Fano a prendere certe decisioni. Come giunta, ma non solo noi, anche tutti gli altri Comuni, ad eccezione di Urbino, eravamo anche perplessi ad adottare delibere che impegnavano notevolmente l'ente locale e quindi i cittadini, per l'eliminazione dei passaggi a livello e senza garanzie. Ciononostante abbiamo deliberato di entrare nel Consorzio, stanziando 160 milioni all'anno a patto che l'amministrazione ferroviaria si impegnasse a modernizzare la linea. Tale atto ci è stato  criticato ed allora, per non essere ulteriormente accusati, abbiamo modificato la delibera. La stessa prevede che il comune di Fano entra nel Consorzio salvo uscirne nel caso che le Ferrovie, non rispettando iI piano regionale dei trasporti, non avessero provveduto a modernizzare la linea, rendendo cosi vano ogni nostro sforzo. Tale delibera credo faccia chiarezza sulla nostra posizione».

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Va anche aggiunto che l'amministrazione di Fano, per la Fano-Urbino, non ha sposato a scatola chiusa battaglie spesso demagogiche ma ha sostenuto che andavano studiate per la linea soluzioni più moderne, tipo una metropolitana all'aperto.

Da: Il Resto del Carlino del 31/1/1987

 

1989

I caselli servono da bivacco per i tossicodipendenti

Fano – Urbino ormai in … demolizione

La ferrovia completamente abbandonata

Fossombrone- Lo stato d’abbandono in cui versa la linea ferroviaria Fano – Fossombrone – Fermignano – Urbino è sempre più impressionante. Una prima segnalazione approdò, per buona fortuna, prima del Consiglio Provinciale, quindi nelle varie assemblee comunali. In particolare a Fossombrone e a Saltara. In effetti si era potuto constatare, cosa poi nient’affatto impossibile, di come gli ex caselli siano diventati ricettacoli d’ogni sorta di cose. Perfino di bivacchi di giovinastri in odore più che conclamato di tossicodipendenza. E per questo basterà dare un’occhiata più attenta delle altre, proprio lungo il tratto riprodotto dalla foto a Fossombrone, per rendersi conto di quante siringhe si possono trovare.

Un problema che è stato discusso, d’accordo. Ma nei confronti del quale nulla è stato fatto. Né possono servire – ci si scrive in una lettera – le affermazioni più o meno ufficiali che la linea ferroviaria potrà tornare a funzionare. Perché acquistata da questo o quell’Ente. Niente di più impossibile, si fa rilevare, se ci si attiene a quelle che cose le segnalazioni (sic! n.d.r.) e le continue lamentele. La tratta non solo è diventata una sorta di rifugio per le attività più sconnesse. Ma è in pratica demolizione progressiva con il passare del tempo. Ora ha cominciato a circolare la voce che anche gli edifici stanno per essere ceduti in affitto.  Meglio che niente. Se no, di questo passo, anche quelle “casette” sono destinate a fare una brutta fine. Intanto la linea ferroviaria (o meglio ex, dal momento che lungo Valmetauro l’ex va ormai sin troppo di moda) nella sua squallida solitudine rimane in attesa di tempi migliori (!). Ricettacolo di siringhe. Anche di erbacce e di serpi, però. E questo bisogna pur dirlo.  Senza la minima intenzione di destare chissà quale allarmismi. In fondo si tratta della stessa denuncia fatta da un assessore comunale di Saltara. Attualmente in carica presso la Comunità Montana.  Segno che lo stato di degrado esiste. E come. Se per il cronista può essere soddisfazione l’aver vista ripresa la propria segnalazione considerato come van le cose, lo stesso può aver capito solo che per ora a dominare in lungo e in largo sono soltanto le belle parole. Farcite di promesse.

Da: Corriere Adriatico del  23/7/1989

 
1997

Nel decennale della chiusura l’intervento di un esperto

“Ecco perché è utile riaprire quella ferrovia”
Fano-Urbino, i vantaggi del ripristino del treno
“Da soddisfare le esigenze turistiche e quelle di rapidi collegamenti con la costa”
di EUGENIO GULINI
Il coordinamento ambientalista del Montefeltro “Alexander Langer” si sta impegnando per il ripristino della tratta ferroviaria Fano-Urbino, nel decennale della chiusura della linea. Come contributo di idee propone la relazione scritta di Silvio Cinquini, presidente della Fbs (Ferrovia del Basso Sabino) specializzatosi nel ripristino di due linee ferroviarie chiuse, una da tempo ed una recentemente, e riaperte a fini turistici tramite il nostro intervento e la collaborazione fondamentale delle Fs e degli enti locali. Queste due linee, sebbene molto diverse tra di loro (una breve di 10 km, tra Palazzolo S/O e Paratico-Sarnico, sul lago d’Iseo, in Lombardia, e l’altra più lunga, di 51 km, in Provincia di Siena, nella zona delle crete senesi, della Val D’Orcia e del Brunello), hanno potuto ritrovare una loro funzione, ritornando a nuova vita, grazie alla loro riscoperta e rivalutazione sotto una veste turistica. Nel decimo anniversario della chiusura della tratta ferroviaria Fano-Urbino (31 gennaio 1987), durante un sopralluogo effettuato nei giorni 31 gennaio e 1 febbraio, ecco qual é stato il concetto espresso dall’esperto: “... Nel ripristinare la Fano-Urbino, l’aspetto turistico sarebbe comunque limitativo ed in ogni caso solo parzialmente sfruttabile. Una superficiale analisi della situazione territoriale, ambientale, viabilistica, economica delle zone attraversate, suggerisce che il ripristino vada considerato per l’intera tratta, integrando al meglio le varie opportunità offerte e le diverse esigenze richieste dai vari contesti. Ecco quindi che le opportunità turistiche offerte da questo territorio e da una città d’arte come Urbino, famosa in tutto il mondo (senza disdegnare quanto hanno ancora da fare conoscere al grande pubblico anche centri meno famosi come Fermignano o Fossombrone, con forti possibilità di valorizzazione e sviluppo turistico), vanno ad integrarsi perfettamente con l’esigenza di rapidi e confortevoli collegamenti tra la Valle del Metauro e la costa adriatica, la possibilità di offrire corse dirette tra la Riviera Romagnola e l’Urbinate in alcuni precisi periodi dell’anno, in particolare dell’estate, grazie all’offerta di servizi "tutto compreso" (viaggio in treno, trasferimento nei luoghi di visita, guida, pranzo e così via) …”

C’é una cosa nella relazione molto originale che va a scontrarsi con quella politica che bacia il “sogno-bretella”: “... Per sopperire alle attuali carenze nei collegamenti tra Fermignano - Urbino, che interessano ormai migliaia di persone che giornalmente si spostano, per motivi di studio o di lavoro, tra i due centri, si potrebbe pure ipotizzare, in alcune fasce orarie, una sorta di servizio interurbano e suburbano, con orari cadenzati, al fine anche di incentivare l’uso del mezzo pubblico, scoraggiando gli spostamentr con autoveicoli privati che tanti problemi creano in centri storici come quello di Urbino. Come per ogni servizio pubblico, tra l’alto, addirittura su ferro, va tenuto conto del contributo che lo stesso può offrire in termini di tutela ambientale e valorizzazione del territorio. Non si dimentichi poi l’importante opportunità offerta anche dal trasporto merci, a supporto delle numerose aziende che operano nella Valle del Metauro. La recente messa in servizio di alcune nuove automotrici-cellulari, gestite dalle Fs per conto delle amministrazioni carcerarie, suggerirebbe anche la possibilità di un uso della linea per il trasferimento di detenuti al carcere di Fossombrone, situato proprio in prossimità del binario”. Un’altra curiosità “... Urbino é oggi la sola città italiana capoluogo di provincia a non avere un collegamento diretto con la rete ferroviaria nazionale, statale od in concessione. Per concludere: . .. Dal prossimo anno le competenze in materia di trasporto pubblico locale, su ferro e su gomma, passeranno interamente, sia per la programmazione che per i finanziamenti, agli enti locali, in primo luogo alle Regioni. Sarà quindi in queste sedi che andrà ricercato e trovato il necessario ed indispensabile consenso su questo sempre più atteso intervento”.

Da: Corriere Adriatico del 10/2/1997
 
 
 
1998
FANO-URBINO / GRANDE ACCOGLIENZA PER LA NOSTRA IDEA: SINDACI D'ACCORDO
Il sogno del treno è già in marcia.
Il responsabile dei viaggi "storico - turistici": "Si può fare". Intanto si stanno ripulendo i binari
FANO-URBINO. Due ruspe con potenti frese stanno pulendo le linea ferroviaria Fano- Urbino. La prima é al lavoro tra Fermignano e il capoluogo, la seconda (più grossa, un vero e proprio locomotore) é impegnata attualmente tra Cuccurano e Lucrezia. A febbraio, il lavoro sui 40 km del tracciato sarà finito. Lorenzo Guerri, da 27 anni tecnico manutentore delle Ferrovie, dice:
“Abbiamo incontrato acacie, pioppi, rovi ovunque, soprattutto nella zona tra Borgaccio e Fossombrone dove ci sono le trincee, cioé il terreno é più basso per poi tornare a salire. Sembrava una “missione impossibile” ma pian piano dovrebbe venire un buon lavoro”. Guerri é stato in prima linea dieci anni fa per la difesa della Fano-Urbino: “Ho perso il sonno e i capelli per lottare. Ripercorrere col treno la Fano-Urbino, benché richieda alcuni lavori di adeguamento, tipo gettare il diserbante sulle erbacce, sistemare alcuni binari, e adeguare gli attraversamenti a raso, penso che si possa fare. Inoltre le opere d'arte, tipo i ponti e le gallerie, si sono conservate molto bene. Perchè erano veramente opere d’arte. Dall’abbandono insomma dobbiamo far tomare a vivere quella linea ferroviaria. Il "Carlino" ha avuto l'idea di proporre un treno a vapore per bambini, ragazzi e adulti. Servono macchinisti in gamba, ma quelli del Dopolavoro di Falconara lo sono”.

Cerchiamo di capire meglio quale locomotiva potrà salire verso Urbino, una volta adeguata la linea, nel prossimo mese di maggio.
ll dottor Giorgio Moreschi, grande appassionato di treni, l’organizzatore di viaggi turistici con locomotive a vapore, dice: “Se avremo il via libera, da Fano per raggiungere a Urbino potremmo disporre di una “740” fabbricata dalle officine Romeo (successivamente diventate l’Alfa Romeo auto), un mezzo in produzione dal 1911 al ‘23. Abbiamo 7 carrozze a terrazzini, che possono portare oltre 80 passeggeri. E’ un treno molto caratteristico e decisamente bello. Va a carbone e sviluppa una potenza di tutto rispetto tanto che fino al 1980 era adibito al trasporto merci anche sulla linea Fano-Urbino. Noi ogni anno, organizziamo due viaggi turistici tra Ancona, S.Benedetto e Ascoli, col treno dell'arte. In Italia, sono più di 100 le corse storiche che vengono organizzate ogni anno. Con un pubblico sempre crescente.
Il sindaco di Urbino Massimo Galuzzi: “E’ un’iniziativa veramente azzeccata. Un treno storico che riapra di fatto la linea Fano-Urbino non può che farci felici. Vuol dire che, da uno o più viaggi simbolici a vapore un giorno riusciremo a passare ad un permanente servizio di trasporto moderno ed efficace. E questo sarà un nostro obiettivo. Siamo totalmente contrari a piste ciclabili sul tracciato della ferrovia”.
Marinella Topi, sindaco di Fermignano: “Sono entusiasta dell’idea del giornale. Organizzeremo una vera festa per quando arriverà il treno a vapore a Fermignano. E’ un simbolico segno di rinascita che può significare un passo in avanti verso una linea ferroviaria veloce tra mare e monti”.
Anna Rosa Ercolani, sindaco di Fossombrone: “Lo considero un progetto romantico, di eccezionale interesse perché riesce in un programma che il Comune intende portare avanti. Mi riferisco al progetto “tappe turistiche” che realizzeremo a Fossombrone”.
Il vicepresidente della Provincia Luciano Pagini: “Plaudo all’iniziativa turistica che ha un sapore d'altri tempi ma che guarda ad un progetto di ripristino di grande importanza per tutta la valle”.

Da: Il Resto del Carlino del 11/1/1998
 
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Oggi tutti vogliono salire sul treno
FANO—URBlNO - C`é curiosità e attesa per il progetto di riportare un treno a vapore lungo la ferrovia Fano-Urbino. Due o tre corse a maggio e giugno, sempre di domenica con le locomotive del 1920 del Dopolavoro di Falconara. Ci saranno otto carrozze per circa ottanta passeggeri, soprattutto scolaresche. Molti hanno telefonato per chiedere se si tratterà di un servizio continuativo, altri parlano di un’iniziativa che attirerà anche turisti, c'è chi pensa di aprire al pubblico in tempi rapidi solo un pezzo di linea: da Urbino a Fossombrone e viceversa, in orari strategici, per il trasporto di migliaia di studenti e lavoratori ora costretti a prendere l’auto. Tutti hanno un’idea, un piano, un’aspirazione. Fra questi c’è il senatore Palmiro Ucchielli: “Sono convinto che anche un viaggio col treno a vapore a undici anni dalla chiusura sia un formidabile faro acceso sul treno e sul suo futuro nella provincia di Pesaro e Urbino. Vorrei dire che stiamo lavorando per rendere vero un progetto per il trasporto veloce di passeggeri e merci tra Urbino e Pesaro. Col passaggio alle Regioni del trasporto locale si deve far rinascere questo collegamento ferroviario. Ma non a occhi chiusi come poteva succedere in passato, valutando attentamente invece le scelte e le innovazioni da adottare per un servizio veloce e conveniente. Sto pensando al trasporto merci dalla zona industriale di Fermignano verso le direttrici adriatiche. Occorre fare i conti e decidere. Ma é un risultato che non può sfuggirci. Per il treno storico organizzato dal “Resto del Carlino” non posso che essere d’accordo. E' un'iniziativa che farà piacere a tantissime persone che amano il treno. Me compreso. Mi impegnerò con il ministero dei Trasporti e della Difesa, perché ci sono anche vincoli militari, a dare il via libera a questa importante manifestazione”.

Ha telefonato anche l'ex senatore Giorgio Londei: “Vedere di nuovo a undici anni di distanza da quell’ingiusta e ancora per certi versi misteriosa unica chiusura, mi rende particolarmente felice. Appoggio in pieno l‘iniziativa e farò quanto è nelle mie possibilità per vederla realizzare”. Scrive anche il capogruppo del PDS di Urbino Roberto Borgiani: “Il più vivo apprezzamento per l’iniziativa del treno storico sulla linea Fano -Urbino. Potrebbe essere un importante primo passo concreto per far rivivere una struttura significativa”. Intanto, l`opera di pulizia della linea sta continuando con due mezzi delle Ferrovie. Successivamente, dovrà arrivare un locomotore per la sistemazione dei binari nei punti ove sarà necessario.

Da: Il Resto del Carlino del 13/1/1998
 
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LA PROPOSTA / PER GESTIRE UNA FANO URBINO RIAPERTA. C’E’ MOBILITAZIONE
Pronta cordata di imprenditori?
Presto le competenze passeranno alla Regioni. Baldarelli: “Parlerò col ministro”. Ma i lavori …
Servizio di Roberto Damiani
FANO - URBlNO. E' lenta, ma non c’é fretta. L’importante è che l`opera di pulizia della linea ferroviaria abbandonata undici anni fa tra Fano e Urbino vada avanti. Ora il locomotore che taglia le erbacce è a Lucrezia. L’altro, più piccolo, é arrivato a Urbino. Le Ferrovie, alla proposta nata dal “Resto del Carlino” di far salire un treno storico per due o tre domeniche nel mese di maggio e giugno prossimi, non hanno ancora risposto. Dovranno decidere però in queste ore, prima che il pesante locomotore della manutenzione torni via la settimana prossima come da programma invece di rimanere a svolgere una pulizia più radicale che lo impiegherebbe anche per il mese di febbraio. Si può rinunciare ad un treno storico per grandi e piccoli, nonni e nipoti, esattamente dopo 100 anni dall’inaugurazione della ferrovia fino a Urbino? E solo perché non vengono concessi venti giorni in più per togliere l’erba dai binari o dalla massicciata? Noi diciamo di no e cercheremo di convincere coloro che devono dire di sì. A cominciare dal ministro dei Trasporti Burlando che ha ricevuto lettera, articoli, spiegazioni e dettagli, per passare ai responsabili del compartimento delle Ferrovie di Ancona che conoscono l’iniziativa a memoria per averli noi inondati di documentazione sul treno storico; fino al responsabile della manutenzione ferroviaria locale che ha dimostrato grande attenzione per l'iniziativa. Vediamo cosa succede. Intanto, l'europarlamentare Francesco Baldarelli si dice entusiasta dell’idea: “La realizzeremo senz‘altro. Parlerò direttamente col ministro. Il mio impegno costante sarà di ridare vita ad una ferrovia che può rappresentare una risorsa importante anche grazie alle deleghe che il governo ha concesso alle Regioni in materia di trasporti locali”.

Già, é vero. La Gazzetta Ufficiale del 12 dicembre ’97, pubblica il decreto del governo che dice “… con decorrenza primo giugno ‘99 sono delegati alle regioni le funzioni e i compiti di programmazione e di amministrazione inerenti ai servizi ferroviari in concessione alle Ferrovie dello Stato di interesse regionale e locale”. E ancora: “... le aree e i beni (dunque la Fano - Urbino ndr) non più funzionali all’esercizio del trasporto pubblico possono essere ceduti (...) ai comuni e alle province (...) col fine di assicurare una rete di trasporto che privilegi le integrazioni tra le varie modalità favorendo in particolare quelle a minore impatto sotto il profilo ambientale tenendo conto di vari criteri fra i quali la riduzione della congestione e dell'inquinamento ambientale”. Tra pochi mesi insomma c’é una rivoluzione. Cambia tutto, soprattutto per le ferrovie locali la cui gestione verrà affidata a regioni, province e comuni. Enti che avranno la possibilità inventarsi servizi di trasporto passeggeri e di merci, creando consorzi pubblici e privati che potrebbero cambiare anche modo di viaggiare in treno offrendo un servizio ristoro, giornali o desk professionali con fax e “Pc”. Idee folli? C'é un gruppo di imprenditori di Pesaro e Fano, riunitisi in comitato, che ha molti progetti sulla Fano-Urbino. Dall’offerta turistica a quella vera di trasporto pubblico con mezzi e struttura rinnovata. Imprenditori che affermano di avere soldi e progetti. La scommessa é lanciata.

Da: Il Resto del Carlino del 16/1/1998
 
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AMBIENTALISTI
C’è il comitato per la riapertura.
URBINO - Per il treno storico da Fano a Urbino, ci scrive il comitato ambientalista del Montefeltro “Alexander Langer”: “Ringraziamo il Resto del Carlino per l'iniziativa in favore della riapertura della Fano-Urbino. Vogliamo ricordare, senza pretese di primogenitura, che si é creato un comitato con l'adesione del sindaco di Urbino, Fermignano, dell’onorevole Baldarelli, consigliere regionale Cristina Cecchini e di altri cittadini di Urbino oltre a varie associazioni. ll Comitato é in attesa di promuovere iniziative considerato che l'assessore regionale Mentrasti si é assunto l'impegno in una riunione nel municipio di Urbino di presentare entro gennaio '98 un progetto di ripristino e riapertura della tratta. Nel manifestare vivo apprezzamento per l'iniziativa, offriamo la nostra più ampia e generosa disponibilità e collaborazione, augurandoci il coinvolgimento di quanti più cittadini, ritenendo che la riapertura della Ferrovia sia soprattutto una risposta civile e culturale”.

Da: Il Resto del Carlino del 16/1/1998
 
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Il sindaco intervenga
Le Ferrovie snobbano le esigenze della città
ll capogruppo del Pds Emidio Omiccioli stimola il sindaco a prendere una iniziativa affinché le Ferrovie dello Stato riconsiderino il programma delle fermate dei treni che attualmente penalizza la nostra città. Fano, pur essendo la terza città delle Marche, infatti, risulta ritenuta dall'ente in fatto di fermate di intercity, meno importante di città come Senigallia, Falconara, Civitanova Marche, Porto S. Giorgio, dato che nessun intercity per Milano o per Bari ferma nella stazione fanese. In generale risulta che anche nelle fasce orarie più importanti per l'utenza (dalle 8 alle 12 e dalle 18.10 alle 6 del giorno successivo) non vi siano treni per il nord nè per il sud e che per raggiungere Roma e ancor più le città del meridione è stato predisposto un servizio insufficiente, con tempi di percorrenza inaccettabili. Ma non finiscono qui le carenze di servizi che i fanesi imputano all‘ente ferrovie riguardo al sistema di trasporti che interessa la nostra città: Omiccioli evidenzia come nonostante le ordinanze del sindaco siano ancora presenti in stazione i vagoni all’amianto, considerati pericolosi per la salute e come la soppressa tratta ferroviaria Fano-Urbino (unico ramo secco eliminato in tutta Italia) meriti di essere trasformata in metropolitana leggera di superficie, soprattutto al servizio della popolazione studentesca che frequenta l’università feltresca. In base alla interpellanza presentata dal capogruppo del Pds, il sindaco dovrà relazionare al consiglio comunale sulle iniziative che intende intraprendere nei confronti delle Ferrovie dello Stato e del governo nazionale per risolvere i problemi sopra citati.

Da: Corriere Adriatico del 17/1/1998
 
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FANO- FERROVIA TURISTICA
“Il mio sogno? Il treno delle quattro effe …”
Dal dottor Giuliano Sebastianelli Catalucci, cittadino fanese, riceviamo:
Desidero ringraziare quanti hanno a cuore il maggiore sviluppo delle Ferrovie nell’interesse della nostra città. Confido sia nella imminente realizzazione del treno turistico che, sia pure nel periodo primaverile ed estivo, rivitalizzerebbe la tratta fano – Urbino, sia nel potenziamento della direttrice adriatica, con la fermata di due treni veloci. Al riguardo la questione ha destato l’attenzione anche di un parlamentare abruzzese, l’on. Francesco Giuseppe Aloisio membro della Commissione Trasporti della camera. E chissà che un giorno non si possa collegare Fermignano con Pergola realizzando così un sogno, quella ferrovia delle 4 F (Fano – Fossombrone - Fermignano – Fabriano) che, agevolando le comunicazioni con Roma, rivitalizzerebbe tutto l’entroterra. Per quanto riguarda i pericoli derivanti alla salute dei cittadini da alcuni carri ricoperti di amianto in sosta nella stazione di Fano mi è stato assicurato che da tempo sono state prese tutte le precauzioni più idonee. Fano, terza città delle Marche, merita un sistema di comunicazione integrato porto – aeroporto, stradale e ferroviario. Queste opere sono sicuro volano di un più sereno domani.

Da: Il Resto del Carlino del 18/1/1998
 
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VIABILITA’
Restituiteci quel treno “scippato”
Commento di Paolo Nonni
Viabilità, eterno problema di questa provincia. Cantieri fermi ovunque, quasi cento miliardi gettati al vento. Bloccata la Fano - Grosseto, bloccato il traforo della Guinza, bloccata la “bretella” di Urbino che ci costa, lira più lira meno, quasi 30 milioni al giorno. Uno scandalo senza fine. Viabilità (mancata) e isolamento. Alla faccia delle buone intenzioni, dei convegni, delle promesse del senatore Di Pietro e del fiume di carta riversato sui fax i dai nostri parlamentari. Cantieri abbandonati e percorsi anteguerra. Come il collegamento Pesaro-Urbino garantito per un tratto (si fa per dire) dalla strada provinciale Montelabbatese. Due capoluoghi uniti da trentacinque chilometri di martirio, senza considerare il tormento di quel più breve tratto di statale che lega Pesaro a Fano. C’è chi sogna un’unica piccola metropoli di 200.000 abitanti. ma prima bisognerebbe pensare alla metropolitana. Dalla disperazione è scaturita l’idea del “Resto del Carlino” di far rivivere la vecchia ferrovia. Un sogno, una provocazione, un progetto realistico? Forge tutte e tre le cose insieme. Comunque una scommessa che si può vincere, per riparare almeno allo scippo compiuto undici anni fa dall'allora ministro dei Trasporti Claudio Signorile. Andiamo a rileggere i giornali del 31 gennaio l987: “...la notizia é arrivata ieri mattina da Roma mettendo in subbuglio tutti i centri dell'entroterra: chiude la ferrovia Fano-Urbino, l'ultimo treno passerà oggi. Il provvedimento é arrivato mentre gli enti locali e regionali stavano impegnandosi per potenziare la linea”. Così fummo beffati. Altre tratte ferroviarie, definite in gergo “rami secchi”, furono salvate. Ciao, treno.

Oggi, a distanza di tempo, le condizioni per chiedere il ripristino della linea Fano-Urbino sono rimaste intatte. Allora, perché non tentare? Da qui l`idea del treno storico-turistico, già operativo in altre città delle Marche, quale primo passo per rivitalizzare i collegamenti fra la costa e l`entroterra. Abbiamo scritto ai dirigenti delle Fs, ci siamo già rivolti al ministro Claudio Burlando, ma ci serve l'aiuto concreto dei sindaci, di politici, amministratori e della gente di buona volontà. Chi è d`accordo si rimbocchi le maniche, prima che a qualcuno venga in mente di riproporre la bislacca idea di sostituire la strada ferrata con le piste ciclabili. Intendiamoci, niente da dire sui percorsi stradali riservati esclusivamente ai ciclisti. Il rischio, purtroppo, è di vedere comparire fotocopie di orrori come quello che si può “ammirare” a Pesaro (Baia Flaminia) dove la cosiddetta pista ciclabile - poche decine di metri in cemento - somiglia ad un’autostrada. Risultato: impatto visivo da pugno nell`occhio, asfalto ridotto della metà, circolazione automobilistica pericolosa. E poi, siamo davvero sicuri che le amministrazioni pubbliche intendono privilegiare i pedali? A molti, evidentemente, è sfuggita la recente uscita della Regione in tema di trasporti: “...il progetto dell'Aspes, l'azienda pesarese che si occupa anche dei servizi urbani ed extraurbani, ha come obiettivo di adottare soluzioni più vicine agli utenti facilitando il passaggio da treno ad autobus, dalla bicicletta ai mezzi pubblici”. Come volevasi dimostrare.

Da: Il Resto del Carlino del 18/1/1998
 
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La ferrovia viene pulita da erbacce e arbusti, tra qualche mese una riapertura dimostrativa
Fano-Urbino, torna il trenino turistico
FERMIGNANO. Tornerà. Il trenino tornerà. Dicono a maggio-giugno. Intanto si è fatta viva una specie di locomotiva-aspiratore. Ha ripulito le rotaie da Fano a Urbino. Non solo. A giorni si prevede l’arrivo nel centro laniera e poi, su su, fino ai torricini feltreschi, di un ulteriore mostro di ferro con lame laterali per la ripulitura delle erbacce e degli arbusti. Avevano letteralmente invaso la tratta. Si parla di un trenino turistico. Di una grossa, incredibile occasione di marketing affinché le forze politiche, amministrative, economiche e ambientaliste della vallata metaurense trovino l‘ennesimo contraccolpo per far di nuovo rumore attorno al ripristino della linea Fano- Urbino. Quante volte se n’é parlato. Esattamente dal lontano 1982, quando si ipotizzava la sostituzione del collegamento ferroviario che traghettava fino alla costa studenti, pendolari, braccianti, operai e vacanzieri con autocorriere. Fu quella la dura realtà. Qualche anno piu tardi (25 luglio 1986), la littorina che con il suo ciondolare aveva ritmato le giornate della valle, fu racchiusa nelle rimesse e la tratta ferroviaria, unica in tutta Italia, sospesa. La Fano - Urbino, sostenevano al ministero dei Trasporti, alle ferrovie dello stato e tra le quattro pareti di chi ne avrebbe speculato politicamente, era un ramo secco da tagliare. Fra tanti individuati ulteriori rami secchi, la Fano - Urbino, ripetiamo, fu la sola in tutto il territorio nazionale, a essere sospesa. Ultimamente a Fermignano la mostra di immagini fotografiche sul degrado della Fano-Urbino del fotografo locale Bruno Gulini ha destato qualche cuore assopito. Il sindaco Marinella Topi in quell’occasione scriveva giustamente: “ … dobbiamo riflettere attentamente prima di distruggere la ferrovia che comunque é costata impegno, fatica e lavoro per centinaia e centinaia di uomini. Non rinunciamo a sostenere in tutte le sedi nazionali e regionali, la necessità di ripensare a un collegamento rapido su rotaie con la costa, perché siamo convinti che la ferrovia sia più compatibile con l’ambiente e più sicura per i cittadini”. Tornerà. Il trenino tornerà. “Si farà una grande festa”, ha dichiarato di nuovo il primo cittadino di Fermignano. Speriamo che tutto non duri il tempo di una bolla di sapone. Non sia solo folclore. (e.g.)

Da: Il Resto del carlino del 19/1/1998
 
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IL PROGETTO / SULLA FANO – URBINO INTERVIENE L’ASSESSORE REGIONALE MENTRASTI
“Quella linea si potrà riaprire”
“D’accordissimo sul locomotore, ma presto avremo lo studio tecnico per farla funzionare davvero”
Servizio di Roberto Damiani
FANO-URBINO - Adesso è assessore ai trasporti delle Marche. Si chiama Edoardo Mentrasti ed é del Pds. Tra meno di un anno, avrà poteri uguali a quelli di un ministro grazie alle deleghe ottenute dal governo. Dalle sue idee insomma dipende il futuro di auto, bus e treni marchigiani. Parlargli della linea Fano-Urbino è facile, perché sa già tutto:
“Andiamo per ordine. Conosco l’iniziativa del ’Resto del Carlino` di riaprire simbolicamente la linea con un treno storico per maggio e giugno. E' un`ottima cosa e credo che ci siano tutte le condizioni per realizzarla. La pulizia della linea è in corso e se occorre un aiuto organizzativo e tecnico da parte della Regione non ci sono problemi: lo si avrà. Nello stesso tempo, il ritorno del treno storico del Dopolavoro ferroviario di Falconara si va ad inserire perfettamente anche nel progetto di recupero a tutti gli effetti di quella linea. Lo stesso ministro Burlando, recentemente arrivato ad Ancona per un convegno, conosce la nostra intenzione di riaprire quel tratto ferroviario abbandonato undici anni fa. Lo sa talmente bene che si è dichiarato disponibilissimo a lavorare per questo progetto”.
E allora parliamone, c'è o non c’è uno studio di ripristino della linea?
“Eccome se esiste. Un gruppo di tecnici lo sta portando a termine. Siamo all`8O per cento del lavoro. Abbiamo puntualizzato i costi di gestione, quelli di manutenzione e i relativi oneri per l’ammodernamento della linea. C’è da ultimare la previsione riguardante il grado di utilizzo del treno da parte dell`utenza coordinandola con altri servizi. Tra un mese, il progetto sarà pronto e credo che sarà di notevole impatto ed interesse”.
Chi sono i tecnici e quali i finanziamenti?
“Se mi permette, eviterei di fare anticipazioni. Sicuramente coloro che ci lavorano sono grandi conoscitori della materia ed offrono la massima garanzia di professionalità. Per i finanziamenti, li cercheremo dove ci sono per questo tipo di interventi. Penso allo Stato e alla comunità europea, dove sappiamo che c'è una grande spinta per attivare finanziamenti in favore di questa linea. L`Europa vuole più treni e meno trasporto su gomma. Noi dobbiamo fare in modo di rendere vantaggioso e conveniente il servizio da Pesaro a Urbino col treno. Quello a cui stiamo pensando, nel quadro della linea ferroviaria regionale, è il collegamento con Pergola-Fabriano”.
I privati possono partecipare ad un`eventuale gestione della linea?
“Io mi auguro che ci siano. E se hanno già delle proposte per un utilizzo turistico, si facciano avanti con i progetti. Noi siamo disponibili a valutarli insieme alle amministrazioni comunali dove ricade la linea ferroviaria. Tutto il futuro della linea Fano-Urbino sarà trattata nel piario regionale dei trasporti”.

Intanto, anche il gruppo di An del consiglio provinciale in una mozione, invita la giunta a “promuovere e sostenere in tutte le sedi il progetto di ripristino della Fano-Urbino in maniera da ottenere, già per la stagione turistica '98, l'attivazione della linea, inserendo nel prossimo bilancio di previsione una somma adeguata per sostenere economicamente la promozione di questa iniziativa. Infine - scrive il gruppo di An - si invita la giunta a coordinare la linea ferroviaria con le iniziative di promozione turistica”.

Da: Il Resto del Carlino del 20/1/1998
 
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Urbino, storia di una tratta ferroviaria del passato che sogna un nuovo futuro
”Preziosa locomotiva"
Torrico: “Dopo gli applausi cose concrete”
“Non solo turismo e cultura ma anche terziario avanzato e alta tecnologia
URBINO - Ermanno Torrico, dell'università di Urbino, interviene sulla questione ferroviaria. “Riportare un locomotore storico lungo la tratta ferroviaria Metaurense - scrive - sembra una simpatica e suggestiva proposta che, se ben gestita e sorretta dai comuni interessati, potrebbe in tempi non eccessivamente lunghi, determinare la riapertura effettiva della linea Urbino-Fano. Ormai chiusa da dieci anni fu l'unica se non a subire questo provvedimento da parte dell‘allora ministro socialista Signorile. Si disse che era in perdita economica ed era vero, ma non era certo la sola. Per certi versi rimane ancora oggi incomprensibile l'accanimento che da parte degli organismi tecnici e ministeriali fu riservato alla “Metaurense”. Non si tentò nemmeno di ammodernare la linea e di differenziare l‘offerta riducendo per esempio i tempi di percorrenza ed effettuando le corse accelerate solo nel periodo estivo. Un rilancio della tratta in chiave alternativa al trasporto autostradale privato e pubblico non fu, insomma, nemmeno progettato. Li chiamavano “rami secchi”, cioè brevi tratte, soprattutto interne, alcune costruite da parecchi decenni, perché giunte al capolinea non portavano più da nessuna parte, scollegate come erano, dalle linee ferroviarie principali. In realtà, a parte la funzione storica che i rami secchi hanno svolto nei confronti dell'isolamento delle zone interne, sono rimasti, tutto sommato, una grande incompiuta nel senso che, già nei progetti immediatamente successivi all’Unità d'Italia, la classe dirigente liberale ne aveva previsti i raccordi con le linee ferroviarie principali nell'ottica di una rete di trasporti che avrebbe dovuto assolvere a diverse funzioni. Non solo a quella di realizzare l'unificazione del mercato, ma anche di favorire l’incontro e stimolare la crescita di un cemento e di una identità nazionale fra le popolazioni che in gran parte neanche si capivano.

Inoltre le linee interne avevano anche una funzione militare risultando “coperte”, lontane cioé, in casa di guerra, dall’artiglieria navale del nemico e sostituendo, quindi, nella mobilitazione e nel trasporto militare di truppe ed armi, le linee ferroviarie costiere, le prime ad essere colpite e distrutte. “Rami secchi” lo sono diventate dopo, quando per motivi di ordine finanziario non fu possibile realizzare il complessivo grande disegno iniziale. E rami secchi sono rimaste perché nel periodo della ricostruzione post-bellica, e soprattutto con il boom economico a partire dalla fine degli anni cinquanta, si é privilegiato il trasporto privato su gomma investendo molto nelle autostrade e poco e male nelle ferrovie. Un errore di strategia per la soddisfazione di ben individuabili interessi. Da questo punto di vista la storia della Metaurense, progettata fin dal 1864, è emblematica. Inaugurata nel maggio del 1915 nel tratto Fano-Fossombrone e allacciata alla Fabriano-Urbino, già in funzione dal l898, nel dicembre del 1916 venne chiusa nel 1933 per il fallimento della “Società ferrovie e tramvie padane" che l’avevano in concessione. La crisi era sopraggiunta per la concorrenza di automobili ed autocarri e per l'impossibilità economica da parte della società concessionaria di procedere all’ammodernamento delle vetture ancora non riscaldate e illuminate a petrolio. Sempre in quell’anno furono definitivamente sospesi i lavori della Urbino-S. Arcangelo che erano stati già ultimati fino a Casinina e da S. Arcangelo a S. Leo. Ma tornando alla Metaurense, nelle intenzioni di chi la progettò e ne sostenne la fondamentale utilità, essa avrebbe dovuto raggiungere l'alta valle del Tevere allacciandosi ad Arezzo da cui proseguire per Firenze e Livorno collegando così 1'Adriatico al Tirreno. Numerose furono nel tempo le varianti proposte, ma quello che qui interessa è capire che la Metaurense non nasce affatto come ramo secco ma come parte di un lungimirante ed intelligente progetto ferroviario complessivo. Tutto ciò per la storia.

Noi rimaniamo comunque del parere che riaprirla é la risoluzione del problema di un rapido collegamento stradale con Pesaro per i motivi che non vogliamo ripetere perché lo andiamo predicando e scrivendo, inascoltati, da anni. Certo la riapertura della Metaurense sarebbe importante soprattutto nella prospettiva di un collegamento rapido con Roma attraverso la costruzione di una tratta Fossombrone-Pergola già allacciata a Fabriano e quindi a Roma via Fossato - Foligno. La realizzazione di quest’opera sarebbe senz’altro meno costosa dell’improponibile ripristino della vecchia Fabriano – Urbino, smantellata nel dopoguerra e dal percorso chilometrico più lungo. Esiste anche un progetto per una tratta Venezia - Roma che interessa la nostra zona, ma è un progetto che, se mai andrà in porto, richiederà spese enormi e tempi lunghissimi. In questi giorni l‘idea ha visto scendere in campo in una sorta di orgia presenzialista un po’ tutti: :sindaci, amministratori, segretari di partito, parlamentari. Bene. Dopo gli applausi della classe politica i cittadini si attendono idee e iniziative concrete. Urbino ha bisogno di recuperare una vera centralità culturale e avviare un processo di crescita economica integrato con l‘economia costiera di Pesaro e Fano. Non solo turismo e cultura, ma anche terziario avanzato e alta tecnologia in collaborazione con gli istituti universitari di ricerca. Il che darà nuovo vigore e significato al ruolo e alla funzione territoriale di Urbino rispetto alla provincia. Al di fuori di questa prospettiva l‘università continuerà a mangiarsi la città e Urbino - come ha scritto di recente con amore e lucidità Peter Kammerer - sarà destinata a rimanere in “un vuoto, in una specie di buco nero dell’Italia centrale (...) un vuoto geografico per la mancanza di mezzi di comunicazione” che rischia di diventare anche un vuoto sociale e umano. Occorrerà perciò un grande sforzo di riflessione e di elaborazione culturale. C’è bisogno di una potente sinergia di tutte le intelligenze e le capacità, di un colpo d'ala, insomma, per disegnare l’Urbino del terzo millennio”.

Da: Corriere Adriatico del 26/1/1998
 
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LA SCOMMESSA / INTERVENTI DI ESPERTI E STORICI SULLA FERROVIA PESARO-FANO-URBINO. COSA SI PUO’ FARE
Treno. Quei cent’anni di peripezie
Sull'ipotesi di riapertura di Fano - Urbino prende la parola un indiscusso esperto di ferrovie quale é Antonio Contigini.
Intervento di Antonio Contigini
La Fabriano - Pergola - Fermignano - Urbino giunse per la prima volta, in quest’ultima stazione, nell’anno 1889. Giusto cento anni addietro. Per quel tempo costituiva un progresso specie riguardo alle comunicazioni con Roma ed il sud. Il collegamento tra la Stazione di Urbino e il centro città venne assicurato, per alcuni decenni, dalla diligenza di una ditta che noi urbinati chiamavamo “Bibicchia”. La Fabriano - Urbino avrebbe dovuto proseguire verso Santarcangelo di Romagna, i cui lavori furono intensificati quando si ebbe sentore, nella stanza dei bottoni, che sarebbe scoppiata la guerra contro l’Impero Austro - Ungarico. E questo per motivi prettamente strategici. Al fine, cioé, di sottrarre la tratta Ancona- Rimini, troppo vicino alla costa, ai prevedibili bombardamenti navali da parte del nemico. Vennero costruiti anche i caselli e le stazioni. Da Santarcangelo si arrivò a Pietracuta (S. Leo). Rimaneva il massiccio del monte Carpegna, da superare con una galleria di otto chilometri. La fine della guerra, nel 1918, interruppe i lavori per vari motivi. Frattanto, e cioé sempre attorno al periodo bellico 1915-18, ma non disponiamo di dati precisi, una società privata del nord (nel 1905 erano state costituite le FfSs, includendovi anche la Fabriano – Urbino) costruì la Fermignano - Fano, a scartamento normale ma con materiale leggero. Il servizio dura all'incirca fin verso il 1930, poi il trenino venne soppresso per evidenti motivi di bilancio. E veniamo al 1940, inizio della seconda guerra mondiale. Le due gallerie della Santarcangelo, cioé quella sotto Urbino e l’altra di Pallino sino a Schieti vennero utilizzate dall’Arma Aeronautica come depositi bellici. In quei quattro chilometri sotterranei, ben al riparo dalle bombe anglo-americane, furono stivati migliaia e migliaia di ordigni, ed a Trasanni, fra i due tunnel, venne costruito il comando con palazzine, caserme, posti di guardia eccetera. Siamo nel 1944.

Il comando tedesco, malgrado stia costruendo la linea Gotica lungo le colline che sovrastano la riva sinistra del Foglia, prevede già di dover abbandonare il territorio almeno sino al fiume sopracitato, per cui ordina la distruzione di tutte le opere aventi importanza bellica: strade, ferrovie, ponti, viadotti, centrali elettriche, preparando scavi e buche ove vengono sotterrate le mine. Nel dopoguerra la ricostruzione è lenta e difficoltosa. Ad un certo punto, dopo le ferrovie principali, si pensa di riattarne anche alcune meno importanti. Nel 1948, se non andiamo errati, vengono ripristinati i 26 chilometri della Fano - Fossombrone e pressappoco sotto la stessa data i 32 intercorrenti fra Fabriano e Pergola. Poi passano alcuni anni inattivi mentre l’opinione pubblica reclama le intere tratte sino ad Urbino da Pergola, ed a Fermignano da Fossombrone. Riprendono i lavori a monte di Fossombrone, ed il 2 ottobre 1955 il treno inaugurale giunge a Fermignano. Si prosegue verso Urbino ricostruendo (malamente) i due viadotti fra Bivio Borzaga e le Conce, malamente perché specie il secondo, con il sua arco infelice, ha danneggiato la sottostante “73 bis”. Il 2 febbraio 1956 il treno arriva ad Urbino ma non dalla sua primitiva direzione di Fabriano – Pergola, bensì provenendo da Fano – Fossombrone.

Anche se abbiamo scritto, a quei tempi, in favore di Urbino e della sua stazione ferroviaria, perché sollecitati da enti ed autorità della città feltresca, abbiamo personalmente subito compreso come la riattivazione dei circa sei chilometri da Fermignano sia stato un errore madornale. Per diverse ragioni: a) lo scalo ferroviario dista circa quattro chilometri dalla piazza centrale; b) è molto scomodo da raggiungere; c) fra Urbino e Pesaro, per ferrovia ci sono 63 chilometri più tre di strada, contro i 35 lungo la statale “423”, per cui, dopo poco tempo, quasi nessun urbinate é salito sul treno per raggiungere Bologna ed il Nord via Fano - Pesaro; d) anziché spendere somme enormi fra Fermignano ed Urbino, la ricostruzione avrebbe dovuto proseguire verso Pergola, per collegare la sede universitaria urbinate con la Ancona - Roma ed il sud che é il vero magazzino dei potenziali studenti.

Il 31 gennaio l987 segna il destino della Fano - Urbino: la chiusura completa. Inutili le proteste e le promesse degli amministratori locali. La storia cammina, le autocorriere anche, troppe e talvolta semivuote ma c`é la Regione che fornisce l'ausilio finanziario. Ed in gran parte la chiusura può essere dovuta all’errore fondamentale, compiuto facendo arrivare il treno, ma non i viaggiatori, in vista dei Torricini. Una Fano – Fermignano - Pergola – Fabriano - Macerata - Civitanova avrebbe potuto diventare la metropolitana delle Marche all'aperto, anche nel quadro di un ridimensionamento e della soppressione dei cosiddetti “rami secchi”. Ma di questo aspetto avremo occasione di riparlare a proposito del ventilato onirico desiderio di riattivazione della Fano – Fermignano

(1 – segue)
Da: Il Resto del Carlino del 27/1/1998
 
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Ambrosini: “L’idea è buona”
Un sindaco: “Meglio la bici”
FANO — Sulla riapertura della ferrovia, esprime un parere il presidente della Camera penale di Urbino, avvocato Michele Ambrosini: “Desidero esternare sentimenti di compiacimento e di piena adesione alla proposta formulata dal Resto del Carlino per attivare un percorso turistico con un treno d‘epoca lungo il dismesso tratto ferroviario Urbino - Fano. L’iniziativa merita ampio plauso ed accoglimento non solo perché tende a far riutilizzare i fondi spesi dall’amministrazione delle Ferrovie poco prima della dismissione del tratto ferroviario ma altresì perché tale iniziativa é in armonia con la vocazione turistico-culturale della città di Urbino consentendo ai turisti, ma anche ai cittadini ed agli studenti, di trovare un essenziale collegamento tra mare e collina”.

C’è anche chi ha idee diverse sul tracciato ferroviario. E' il sindaco di Montefelcino Rodolfo Romagnoli: “Un anno fa il sottoscritto insieme ad altri colleghi sindaci ha lanciato l’idea di utilizzare la linea ferroviaria Fano-Urbino come percorso ciclabile e pedonale. Era ed è un’idea per utilizzare un patrimonio che lentamente ed inesorabilmente sta distruggendosi. L’altra proposta di questi giorni è sicuramente valida e degna di considerazione. Soprattutto perché non si limita a chiedere una riattivazione della vecchia ferrovia (secondo me irrealizzabile) ma chiede, giustamente, che la linea ferroviaria vada necessariamente a collegarsi da un lato con Fabriano, il che renderebbe più vicina la capitale, e dall’altra con S. Arcangelo di Romagna - Rimini - Pesaro. Sono però convinto che la proposta migliore sia la pista ciclabile e pedonale perché la ritengo più fattibile in un ragionevole arco di tempo. I motivi che mi spingono ad essere più favorevole ad utilizzare la vecchia tratta ferroviaria come pista ciclabile sono molti: il basso costo dell’operazione, rispetto ad altri progetti, la sua fattibilità in tempi tecnici, la possibilità di accedere a finanziamenti europei e regionali, il coinvolgimento delle amministrazioni locali, delle istituzioni e associazioni. Con la realizzazione di una pista ciclabile si possono inoltre: recuperare ad un uso sociale strutture in abbandono, realizzare una grande attrattiva turistica; valorizzare gli ambienti naturali e paesaggistici, realizzare un collegamento sicuro ed alternativo alla pericolosità della strada statale, caratterizzare con questa struttura tutto l’entroterra per la sua riscoperta. Altra cosa è la possibilità di realizzare collegamenti su rotaie che colleghino la Fano-Urbino con Fabriano e Pesaro, ma è necessario pensare a nuovi tracciati e ad una infrastruttura moderna che sia concorrenziale alla gomma sia in termini di merci che di passeggeri”.

Da: Il Resto del Carlino del 27/1/1998
 
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LA DECISIONE / VOTATO DAL CONSIGLIO L’ORDINE DEL GIORNO PRESENTATO DA AN
Provincia: “Via libera al treno”
L’assessore Ricci: “Inutile spendere 30 miliardi per la pista ciclabile”. E spunta un progetto umbro
FANO-URBINO - La Provincia dice sì al treno. L’amministrazione ha votato l`altra sera un ordine del giorno presentato da An che appoggia l’iniziativa di riportare un treno storico sulla linea Fano-Urbino a cento anni esatti dalla costruzione della ferrovia. Dice l’assessore ai lavori pubblici Mirko Ricci: “L`idea di un convoglio a vapore che ripercorra quei 50 chilometri attraverso la valle del Metauro la considero ottima. Abbiamo scelto di appoggiare l’iniziativa in vista di progetti ulteriori per far rinascere l’intera linea. Sei o sette anni fa, c’era stata la proposta di trasformare la ferrovia in pista ciclabile mettendo sopra i binari una piattaforma di cemento. ll costo preventivato allora era pari a 30 miliardi. Mi sembra che non sia ipotizzabile una spesa del genere che, anche da un punto di vista ambientale, non risponderebbe alle attuali esigenze. Anzi, il cemento dove adesso ci sono i binari deturperebbe un’intera valle. Meglio valorizzare, con le idee, le forze, i finanziamenti necessari, la linea ferroviaria come stanno facendo tante altre realtà italiane. E anche il ripristino, dopo la pulizia e sistemazione della linea, a fini turistici lo considero un ottimo punto di partenza”.

Dante Marchi, consigliere repubblicano, ha reso noto una delibera della Regione Umbria che prevede un futuro ferroviario con Rimini e Fano. La delibera impegna la giunta umbra a ricercare finanziamenti e ad approntare progetti di massima: “L`Umbria chiede che non ci sia solo un collegamento su gomma (tuttora scarso e tortuoso) con la parte alta delle Marche e Romagna, ma che si arrivi ad un progetto ferroviario ormai irrinunciabile”. Aggiunge Marchi: “Sarebbe già un gran successo se le amministrazioni locali nei loro Prg conservassero integro il vecchio percorso ferroviario senza prevederci strade, case o piazze”. Se questo può essere il futuro prossimo, l’assessore Mirko Ricci dice: “Nel mese di febbraio si terrà un convegno a Pesaro sul trasporto locale; sarà l’occasione giusta per affrontare il problema del treno sulla Fano-Urbino, verificare con i rappresentanti regionali progetti e linee guida ed arrivare a decisioni che tengano conto di costi e fattibilità”. Ecco cosa pensa a questo proposito un appassionato di treni come lo storico e giornalista Pietro Pistelli: “Per ripristinare in modo funzionale la linea servono carrozze di tipo metropolitano che l’ltalia (con stabilimenti a Pistoia) costruisce e fornisce al mercato americano. Convogli leggeri, con estrema rapidità di fermata e ripartenza. Ciclo continuo di offerte e quindi per il passeggero l’alternativa valida al mezzo privato. Solo in questa ottica si potrà superare l’ostracismo di coloro che pensano che la ferrovia sia legata solo al passato”.

Da: Il Resto del Carlino del 28/1/1998
 
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QUAL E’ IL POSSIBILE FUTURO OPERATIVO DELLA LINEA PESARO – FANO – URBINO. LE TROPPE DELUSIONI AVUTE NEGLI ANNI PASSATI
L’unico avvenire del treno? Collegarsi con Pergola
Intervento di Antonio Contigini
Anzitutto é da scartare, nel modo più deciso, l’idea di collegare Urbino a S. Arcangelo di Romagna. Abbiamo illustrato i motivi bellici che stavano alla base di quella costruzione. Oggi rendiamo noti quelli tecnici e di ordine pratico. La ferrovia sino a S.Arcangelo servirebbe soltanto a far prendere i treni locali verso Bologna. Perché i convogli veloci, dato che Rimini dista dieci chilometri, non fermeranno mai e poi mai in una stazioncina tipo S. Arcangelo. Tanto vale, allora, raggiungere Pesaro, e qualche volta Rimini, passando da Fano. Nemmeno in periodo di vacche grasse esisterebbe un governo che si prenda a cuore la costruzione, in gran parte ex-novo, di 60 chilometri per trasportare più ferrovieri che non viaggiatori. Disco rosso, quindi, per tale ipotesi. Ma allora, ci é stato chiesto, la Fano-Urbino ha qualche prospettiva, un avvenire sul quale si possa fare un certo affidamento? A prima vista, no. La sua riattivazione al traffico normale richiederebbe, anzitutto, la soppressione della quasi totalità dei servizi automobilistici paralleli e concorrenti. Il che non sarebbe facile. Poi, occorre considerare le spese per il funzionamento, limitandoci a Fermignano ed escludendo la tratta sino ad Urbino. Non bastano le due ruspe attualmente al lavoro. Il tracciato planimetrico è molto carente. Non dimentichiamo che esso venne aperto da una ditta privata che utilizzava dei “trenini”. Né la ricostruzione eseguita dagli anglo-americani fino a Fossombrone ha apportato migliorie tecniche.

Si è pensato di riadattare i ponti e la massicciata, ponendo in opera dei binari lunghi metri l0 e di peso leggero, per cui i poveri viaggiatori sono costretti ad un continuo “tamtam” ed i convoglia velocità molto ridotta. Da Fossombrone a Fermignano si è lavorato meglio, almeno per quanto riguarda la lunghezza delle rotaie (metri 47) ed il loro peso. Ma qui l’handicap è formato dalla tortuosità del tracciato; esistono, infatti, alcune curve aventi il raggio inferiore a metri trecento, e ciò impedisce una velocità accettabile; quattro di queste curve tornanti sono fra Calmazzo e Canavaccio, una nei pressi di Casa Marrè verso Fermignano. Ed i passaggi a livello dove li mettiamo? Ed il fabbricato viaggiatori di Fermignano dato in affitto, con clausole limitative, s’intende, a negozi privati? Eppoi il treno dovrebbe andare da Fermignano fino a Pesaro, che é il capoluogo di provincia e dove si fermano quasi tutti i convogli veloci, a evitare un trasbordo a Fano il quale farebbe il paio con quello alla stazione di Urbino. L’avvenire di questa ferrovia risiede, secondo noi, nel prolungamento sino a Pergola per creare una metropolitana all'aperto sino a Fabriano-Civitanova. Anche questa prospettiva ha delle incognite: ad esempio la tratta Acqualagna - Cagli è stata adibita a nuova ed insufficiente strada statale n. 3 “Flaminia”. Molti fabbricati lungo la linea risultano venduti. Personalmente, siamo molto scettici. La Fermignano-Fano-Pesaro invece, può rientrare nelle ipotesi di fattibilità, ma non ci sentiamo di sostenerle. Forse a causa delle troppe delusioni avute in passato. (2-Fine)

Da: Il Resto del Carlino del 29/1/1998
 
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Con il treno storico torna il progetto della ferrata Fano – Fossato di Vico
CAGLI - In attesa che un treno a vapore risalga dopo 100 anni dalla costruzione la Fano-Urbino (se non ci saranno ostacoli il viaggio organizzato dal ’Carlino’ è previsto per il prossimo maggio), c’é una ferrovia del futuro che potrebbe essere già stata progettata ai tempi di Garibaldi. Era il 1874: e il treno doveva portare i passeggeri da Fano a Fossato di Vico, in Umbria. La relazione finale degli ing.ri Bernardino Serafini e Fortunato Francolini di Fano, ipotizzava il progetto di costruzione della... “via ferrata Fossato di Vico a Fano”: costo 15.867.341. Si discusse come attraversare l’Appennino e fu anche istituito un premio per il miglior progetto. Il Governo Pontificio stabilì inoltre che la linea Civitavecchia-Roma dovesse arrivare sull’Adriatico per raggiungere Ancona, per poi proseguire versa l’Italia superiore: Bologna e Romagna”. E allora la consolare Flaminia era quella che consentiva i traffici più importanti da Roma all’Adriatico. E così, paralleli alla Flaminia, due progetti furono presi in considerazione: ambedue con una linea unica da Roma a Fossato di Vico per poi diramarsi con due tratte, una verso Falconara, l'altra fino a Fano. A questo punto si costituì, qualche anno più tardi un comitato provinciale con sede a Cagli. Il primo dicembre 1873, diede l’incarico ai due ingegneri di redarre il progetto. La lunghezza complessiva di circa 80 km era suddivisa in due tratti: uno ascendente da Fossato a Scheggia di km 14 e l’altro discendente da Scheggia a Fano di 66 km. Il punto più alto 516 metri a Scheggia e con la massima pendenza, il 17% Pontericcioli-Scheggia. Erano previsti 14 tunnel per 5000 mt. complessivi e di cui uno di 3069 per attraversare l’Appennino. Il tratto avrebbe consentito di collegare Roma con Bologna in soli 445 km, contro i 550 attuali. Gli studi sul territorio iniziarono nell’ottobre 1872 e terminarono in dicembre. Ma il progetto si arenò. In un altro articolo dei prossimi giorni vedremo come e perché.

(1. Segue).

Da: Il Resto del Carlino del 31/1/1998
 
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DISCUSSIONI E TEMI IN CLASSE ALLE ELEMENTARI DI FOSSOMBRONE: “VORREMMO TANTO CHE TORNASSE A FERMARSI DA NOI”
Invidia di piccoli alunni: “Mia mamma prendeva il treno”
Servizio di Mario Cardilli
FANO-URBINO – Il treno si è … fermato a Fossombrone. Dalle finestre della scuola elementare di viale Gramsci, poco distante dalla stazione ferroviaria gli scolari con il naso incollato dietro i vetri, lo hanno visto. E' stata una gran festa. Poi un po’ di delusione perché era solo il locomotore che liberava dalle sterpaglie la strada ferrata. E’ stata festa lo stesso perché: “Io non ho mai visto passare un treno da Fossombrone - si legge nelle “piccole considerazioni” di Luigi Tramontana della V A - Mio padre, da piccolo, abitava vicino alla ferrovia. Mi racconta che ogni passaggio del treno era come scandire le ore: quando era ora di pranzare o di cenare. Faceva anche compagnia. Mio padre dice sempre: era comodo andare a Urbino con il treno…”. Andrea Luzi scrive: “ Il treno è pronto, le rotaie son pulite, i nostri cuori sono come vagoni colmi di felicità. Che gioia vederli passare tutti in fila pieni di viaggiatori. Già odo il “ciuf-ciuf” del treno che il suo cammin ripiglia”. La fantasia che alberga nella mente e nel cuore dei piccoli forsempronesi è incontenibile. Andrea Rinci della VB: “Sono solo un bambino, desidero però dire anch’io cosa penso del treno. Tanti anni fa i treni buttavano fuori dalle locomotive grandi “sbruffi” di fumo nero. Giù nelle valli passava il treno fischiando e sbuffando ed il vento pareva giocare con il fumo della ciminiera. I primi treni andavano a vapore alimentati a carbone ammucchiato nella parte posteriore della locomotiva. Non sono mai salito su un treno, ma sono sicuro che si provi una sensazione fantastica, indescrivibile immergersi tra il verde delle colline, scendere pendii per poi risalire. Un po' invidio la mia mamma: lei quando era piccola prendeva il treno spesso, magari solo per andare a passeggiare per le vie di Pesaro e gustarsi un buon gelato.

L`idea del treno turistico - continua Andrea - mi piace tanto: una bella proposta, ma non con treni moderni e tecnologicamente avanzati come quelli che oggi sfrecciano a grande velocità. Vorrei salire su un trenino a vapore, come quelli di allora, che vada piano piano come nei film, per godersi lo spettacolo della natura e per lasciarsi cullare nei propri pensieri, almeno in quei momenti, senza … fretta”. Elisa Vegliò: “lo non sono mai salita su un treno. Nella mia città, Fossombrone, il treno non passa più. La mia mamma, quand’era piccola, andava tutti i giorni alla stazione a salutare il treno; anche a me piacerebbe salutarlo. Chissà se un giorno il mio sogno diventerà realtà”. Iacopo Tamburini, V B, pensa ancor più in grande: “A me piacerebbe molto ritornare su un treno; specialmente su uno turistico. Mi farebbe provare sensazioni bellissime e soprattutto mi farebbe fare un salto nella storia perché viaggerei tra monumenti. Le cose mi passeranno a fianco velocissime e mi sentirò come il Re di tutto”. Le insegnanti delle due classi (Anna Maria Basili, Anna Maria Camilloni e Adriana Rinci) commentano: “Questi bambini leggono molto. Hanno appreso dal ’Carlino’ il ripristino del trenino. Non stanno più nella pelle in attesa di vederlo arrivare a Fossombrone. Solo qualcuno ha visto il treno. Gli altri solo in televisione. Il trenino che vedranno passare poco distante dalle aule della scuola sarà anche una loro ... conquista”.

Da: Il Resto del Carlino del 3/2/1998
 
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FANO – URBINO / L’ANZIANO PUNTA SULLA NOSTALGIA, I BAMBINI SULLA NOVITA’. I BINARI COMUNQUE NON SARANNO SMANTELLATI
Ferrovia: l’inizio, la fine e la grande voglia di rinascita
Servizio di Mario Cardilli
FANO-URBINO - Due date passate alla storia: 20 febbraio 1914 e 31 gennaio 1987. Il primo, di cui mostriamo la documentazione fotografica, fu un giorno di festa: l’arrivo del primo treno nella stazione di Fossombrone gremita di gente (foto sopra). Il secondo, di cui mostriamo la documentazione, fu un giorno di ... “lutto”: la partenza dell’ultimo treno dalla stazione di Urbino senza un’anima viva (foto a destra). La testimonianza di un 84enne, forsempronese residente a Pesaro, Aldebrando Costantini: “Mio padre che purtroppo non ho mai conosciuto, sono nato il 2 febbraio 1914, partì da Fossombrone per il fronte proprio con il primo treno, così mi raccontava mia madre. Sentire che forse ritornerà quel trenino già mi riempie di commozione. Lo rivedrò prima di chiudere il conto con la mia vita?”. Al desiderio del signor Costantini si aggiungono quelli degli alunni delle elementari di Fossombrone che pubblichiamo più avanti. Qualcuno aveva ipotizzato che l’intera linea venisse alienata. Non é assolutamente vero perché i binari della Fano - Urbino non verranno mai smontati perché fanno parte del sistema logistico delle forze della Nato. Sono stati smontati i passaggi a livello, date in affitto le palazzine delle stazioni lungo il tracciato, ma con un vincolo: in caso di necessità i conduttori dovranno immediatamente lasciare liberi i locali. C’é da augurarsi che ciò non accada mai perché il “sistema logistico” della Nato prevede l‘utilizzo della ferrovia in caso di necessità militari” e in caso di catastrofe naturale della linea Adriatica la Protezione Civile deve disporre nella linea alternativa. Non è confermato ufficialmente, però sembra che in questi ultimi tempi il comando Nato abbia chiesto alle autorità competenti la “verifica” per un eventuale utilizzo del tratto ferroviario che da Fano porta a Fermignano, Pergola e Fabriano. I “motivi” di un eventuale utilizzo di linee ritenute dai governanti “rami secchi”, guarda caso, in caso di emergenza sono le più ... valide.

Ed ora gli “appelli” degli alunni della scuola elementare di Fossombrone. Giulia Bassani: “Vorrei salire su un treno per la prima volta: rimettetelo in marcia”. Martina Donnini: “Se la mia mamma mi manderà, bellissimo sarà. Per visitare Fano e Urbino col treno, un gioco diventerà”. Emanuele Paolini: “Quando la "littorina" passava faceva un fischio. Allora la mamma si alzava per andare a scuola”. William D’Agostino: “L’idea di ripristino del treno é positivo perché a me piace più del pullman”. Marco Ordonselli: “Treno torna da noi. Facci sentire il tuo ciuf – ciuf”. Matteo Olivi: “Il treno che torna a farci visita è una grande sorpresa: un ricordo dei tempi andati. Un tuffo nostalgico per i miei genitori come pure per i miei nonni che erano custodi del passaggio a livello”. Giovanni Agostini: “Spero con tutto il mio cuore che il trenino torni presto”. Saverio Conti: “Anche un piccolo treno ci aiuterebbe ad amare, conoscere e conservare il nostro territorio, lasciando qualche volta l’automobile ferma nel garage”. Martina Ruggieri: “I vagoni che tante volte abbiamo visto con tristezza e pena, come cuccioli abbandonati nella strada, fermi lungo i binari, sporchi, brutti, con i vetri rotti, torneranno a marciare sferragliando vicino alla nostra scuola”.

Da: Il Resto del Carlino, febbraio 1998
 
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LA FANO-FOSSATO DI VICO (2)/ IL PROGETTO SI ARENO’ PER TRE MOTIVI
Perchè non decollò la ferrovia
CAGLI - Dopo aver approfondito le storiche vicende iniziali sulla ipotizzata tratta ferroviaria Fossato di Vico- Fano, spieghiamo perché questo primo progetto non si realizzò. Non certo per ragioni finanziarie, perché a quel tempo per costruire ferrovie vi erano fondi come negli anni ’60 per le autostrade! Furono solo problemi tecnici, ardui per quel tempo, da superare. Tre i passaggi scabrosi che fecero arenare il progetto: l’ascesa in galleria tra Scheggia e Pontericcioli, troppo lunga “oltre 3000 mt.” per quel tempo ed il tratto Foci di Cagli-Pontedazzo: la Gola del Burano già occupata dalla Flaminia era troppo … stretta! Mentre per il Furlo poco dopo venne prevista l'alternativa per Acqualagna - Fermignano - Calmazzo. Per queste difficoltà, circa 20 anni più tardi, vennero aggirati così gli ostacoli via Fabriano-Pergola-Cagli. Ma ormai tutti sanno come l’ultima guerra pose fine al tratto Pergola-Cagli- Fermignano. Ora si parla anche di ripristinarlo.

Non è forse meglio, oggi con difficoltà molto ridimensionate per attraversare il tratto Scheggia-Cagli, riprendere questo primo progetto? Diventerebbe una vera alternativa alla intasata Firenze-Bologna ed un collegamento in poco più di 400 km tra Roma-Venezia , e di conseguenza verso tutto l’emergente est europeo. Poi per trovare un giusto equilibrio “politico-territoriale” da Fermignano, passando verso Acqualagna- Smirra-Fosso della Screbbia si può sempre puntare su Frontone e passare in galleria verso Isola Fossara: oltre Scheggia. Si accorcerebbe il percorso di altri 10 km e si eviterebbero le difficoltà di allora: tratto Cagli - Pontedazzo e forte dislivello Pontericcioli-Scheggia. La Fano - Fossato, con questa alternativa in soli 30/35 km di nuove rotaie (Fano-Fermignano é già fatto) si collegherebbe con Roma ed altre città d'arte. Questo avrebbe un senso, anche perché Gubbio da Fossato e Scheggia è vicinissima. Anche in Umbria se ne parla, poiché città d’arte come Gubbio, Urbino ed altemative alla Roma-Bologna, sbloccherebbero anche un miglior collegamento via Ravenna per Venezia. Il tutto, però, costi e volontà politiche permettendo!

[Mario Carnali]

Da: Il Resto del Carlino del 8/2/1998
 
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Fermignano, polemica sulla riapertura della tratta ferroviaria
“Il trenino turistico costerà 50 miliardi”
ll sindaco: “Ma il Comune non spenderà nulla”
Il consigliere Milli parla di demagogia
Topi: “ E’ peggio la bretella di Urbino”
FERMIGNANO - Nell’ultimo consiglio comunale di Fermignano, venerdì scorso, si é discusso anche di ferrovia, vista la imminente dimostrazione turistica che la vecchia tratta Fano - Urbino dovrebbe sostenere nella stagione estiva. Il consigliere di minoranza Mauro Milli ha preso la palla al balzo per sottolineare che “siamo di fronte nuovamente a una spettacolare manovra che in realtà di spettacolare ha solo la spesa per la riapertura prima e per l’utilizzo poi. Si parla di stanziamenti necessari nell’ordine di 50 miliardi. Si vuole riaprire la tratta ferroviaria solo per portare a spasso quattro pellegrini o, meglio, turisti, a visitare il nostro entroterra, o si vogliono mettere le basi per una riapertura definitiva della linea? E’ mai possibile che nella situazione di crisi profonda che le Ferrovie dello Stato stanno attraversando, a un ente che ha la stessa copertura di spese pari al 37,5 % quindi per intenderci con una perdita di gestione del 62,5% annua, dobbiamo andare a imporre altre perdite? E poi come si conciliano tutti i progetti di ristrutturazione dell’area della ex stazione che questa giunta ha presentato, con la riapertura della linea ferroviaria stessa? Non ritengo compatibile la ristrutturazione dell'area dell’ex stazione con il ripristino della linea ferroviaria. Invece della riapertura dovreste far richiesta di smantellamento e vendita delle aree di proprietà delle ferrovie dello Stato sulle quali sono stati ipotizzati alcuni progetti. Non é che forse farà più comodo continuare a fare bei progetti per colpire l'opinione pubblica pur sapendoli irrealizzabili?”

ll sindaco Marinella Topi ha duramente replicato: “Non vi capisco. Innanzitutto rassicuro che per il nostro Comune la dimostrazione turistica, se così vogliamo chiamarla, non costerà proprio nulla. Tra l'altro sarebbe molto più utile il ripristino della tratta perchè riteniamo che il traffico su rotaia sia migliore, sia per l'impatto ambientale che per lo snellimento dei servizi pubblici. E poi vogliamo mettere i 54 miliardi per la bretella contro i 50 che servirebbero per il rilancio della Fano - Urbino. Spero vivamente che il progetto bretella venga modificato e ridotto. Come è possibile pensare a una strada così a casaccio? Per quanto riguarda il Prg sulle aree delle ferrovie dello Stato di Fermignano posso assicurare che non esistono problemi sugli scambi se dovessimo spostare la stazione». (e.g.)

Da: Il Resto del Carlino del 26/2/1998
 
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Bonifazi sulla riapertura della tratta Fano-Urbino
”Sì al treno turistico
Dal vicepresidente del consiglio provinciale, Bonifazio Bonifazi, riceviamo e pubblichiamo.
“Si parla da ogni parte in questi giorni del progetto di ripristinare il tronco ferroviario Pesaro-Fano-Urbino, con peculiarità turistiche. E’ un progetto che non può non far piacere a quanti hanno assistito impotenti alla soppressione di questa importante linea che ci collegava ad uno dei più begli esempi del Rinascimento italiano oltre che ad un Centro universitario ricco di tradizione. Soppressione non giustificabile dal passivo economico di tale linea (quante ben più passive linee ferroviarie hanno continuato e continuano ancora a funzionare) e forse imputabile ad un’indifferenza politica. Quali ne siano le ragioni é certo che qualcosa che era una parte della nostra storia era stata abolita ed é quindi con piacere che prendo atto del progetto di un suo ripristino. Ma non sono solo ragioni emotive alla base del mio giudizio positivo. Tale progetto rientra infatti in una linea di politica turistica di cui io ho sempre cercato di farmi promotore e che vede valorizzati i centri della nostra costa adriatica, come possibili punti di lancio verso il nostro entroterra. Spesso purtroppo inutili mi sembrano gli sforzi delle varie Pro Loco e dei nostri enti turistici di reclamizzare all’estero i nostri centri interni ed i nostri agriturismi. Certo, spesso deliziosi e ricchi di cultura, di storia, di tradizioni, di gusti e di sapori, ma lontani dal1'effettivo motore che muove il turismo dall'estero: le vacanze sulle nostre spiagge sabbiose. Queste devono essere il primo richiamo e, solamente dopo, dovranno partire, organizzate dagli assessorati preposti al turismo, le visite guidate alla scoperta del nostro entroterra, i soggiorni nei nostri agriturismi, le escursioni verso i nostri tesori artistici. Ed in questa prospettiva ben venga il “trenino” Pesaro- Fano- Urbino.

Da: Il Resto del Carlino del 1/3/1998
 
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Fano-Urbino da riaprire
Altri accorati appelli
Prosegue la serie di prese di posizione per la riapertura della tratta ferroviaria Fano-Urbino, magari partendo da un “trenino” turistico. Ecco la lettera aperta inviata dall’eurodeputato Francesco Baldarelli al ministro dei Trasporti Claudio Burlando e all’amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato Giancarlo Cimoli.

Egregio ministro, egregio presidente, sono venuto a conoscenza della proposta lanciata dal quotidiano “ll Resto del Carlino” di riattivare - almeno nei mesi dell’estate 1998 - la linea ferroviaria Fano-Urbino, utilizzando un locomotore a vapore messo a disposizione dal Dopolavoro Ferroviario di Falconara. L’idea ha trovato immediatamente un vasto e convinto sostegno da parte di amministratori pubblici, associazioni, scuole, categorie impreaditoriali, operatori commerciali e turistici. Quella tratta ferroviaria rappresentava, e rappresenta, un patrimonio fortemente sentito dalle comunità locali e ora i cittadini attendono, su questo progetto turistico estivo, una risposta che - mi auguro - possa essere positiva, poiché mette in moto (è il caso di dirlo) un meccanismo di recupero ambientale, culturale e turistico di una zona di grande pregio. La proposta della redazione di Pesaro de “ll Resto del Carlino” ha avuto, inoltre, il merito di far riflettere sulle potenzialità di una linea ferroviaria dismessa - senza serio motivo - nel 1987. La possibilità di creare una metropolitana di superficie che, da una parte, colleghi la costa al Montefeltro e, dall'altra, attraverso Pergola, scenda fino a Fabriano - riattivando così una linea fra due valli distrutta all`epoca della II guerra mondiale - appare di estremo interesse, sia per il trasporto passeggeri che per quello merci. Il fattivo interessamento del Ministero dei Trasporti e delle Ferrovie dello Stato Spa - impegnati in un difficile quanto apprezzabile rilancio del sistema ferroviario nazionale - nei confronti della linea Fano-Urbino, potrebbe essere un piccolo ma significativo segno che questo rilancio è possibile, e che può passare attraverso il coinvolgimento delle realtà locali e di quanti sono convinti che la qualità della vita si misuri non tanto con le velocità delle automobili, ma con il passo lento e tranquillo di un locomotore d'altri tempi.
Francesco Baldarelli – Commissione trasporti e turismo Parlamento europeo

Da: Il Resto del Carlino del 1/3/1998
 
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FERROVIA – GLI “AMICI DI URBINO” RILANCIANO IL PROGETTO DELL’ING. CIOPPI
Quella strada (ferrata) per Roma
Un collegamento con la capitale ma anche con la Romagna, con la linea per Fano e i vecchi tracciati
URBINO — Seppure apparentemente a tutt’oggi senza risultati concreti, si continua a parlare sempre più spesso di ferrovia, soprattutto da parte di associazioni e semplici cittadini, che ritengono tuttora il treno un utilissimo mezzo di trasporto, anche se non sostitutivo ma integrativo di quello su gomma. Il ripristino della tratta ferroviaria Pesaro-Fano-Urbino è sicuramente il più praticabile in tempi relativamente brevi e con costi non proibitivi, ma non sarebbe con molta probabilità efficacemente concorrenziale rispetto al trasporto su gomma che conserverebbe caratteristiche di maggiore comodità e rapidità; soprattutto non risolverebbe i problemi di collegamento di Urbino e dell’entroterra, in quanto più che da linee trasversali sono interessati al Nord e a Roma. Tuttavia non si può non accogliere positivamente il discorso dell’eventuale ripristino della Pesaro-Fano-Urbino purché venga accompagnato da analoghi propositi e impegni di collegamento con le grandi realtà del Nord e del Sud del Paese. In questo senso va la recente presa di posizione dell’associazione ’Amici di Urbino’.

“Prima di affrontare l’aspetto operativo del ripristino e della creazione di collegamenti ferroviari interessanti Urbino e le aree interne della nostra e delle province e regioni limitrofe, è bene - affermano gli ‘Amici di Urbino’ - andare brevemente a monte del problema e ricordare che il primo treno a raggiungere la città di Raffaello è stato quello proveniente da Fabriano e che collegava Urbino a Roma in poche ore. Il proseguimento della linea in direzione di Sant’Arcangelo di Romagna - in parte iniziato con la realizzazione anche di due gallerie (inspiegabilmente messe nel dimenticatoio) verso la valle del Foglia - dimostrava una grande lungimiranza in quanto si poneva nell’ottica (oggi più che mai attuale) di creare un asse ferroviario alternativo a quello adriatico e a quello tirrenico che attraversava l’ltalia centrale, la quale si trovava (e si trova) tuttora emarginata dalle grandi via di comunicazione Nord-Sud. L'obiettivo prioritario che Urbino e le altre realtà del territorio interno devono porsi è quello di puntare al collegamento verso Roma da un lato e verso la Romagna dall’altro, o ripristinando, con gli eventuali aggiustamenti di percorso, la vecchia linea, oppure progettando una linea Urbino-Gubbio (che potrebbe essere ugualmente collegata con Fabriano) che diventerebbe parte integrante del progetto di una direttissima Roma-Urbino-Venezia approntato agli inizi degli anni ’9O dall’urbinate ingegner Raffaello Cioppi, progetto che in altre regioni del Paese ha incontrato consensi e si sta concretizzando con la realizzazione di tratte più o meno lunghe che coincidono in linea di massima con il progetto generale di Cioppi.

Non si tratta, infatti, di creare necessariamente linee ex novo, ma anche di utilizzare, adeguandole, quelle esistenti, come nel caso della tratta Fabriano-Roma. Appare invece fuorviante, ogni volta che si parla di ferrovie, venire fuori col discorso della linea Fano-Arezzo. Per quanto riguarda più in generale le ipotesi e i progetti di realizzazione di nuove infrastutture stradali e tratte ferroviarie, occorre in ogni caso coinvolgere, in partenza, le due realtà di Pesaro e Urbino, storicamente e geograficamente in stretta connessione. La stessa Fano-Grosseto avrebbe dovuto essere piuttosto la Pesaro-Urbino- Grosseto, vive dalla Flaminia (peraltro da tempo ammodernata) che semmai si sarebbe dovuta collegare con una ’bretella’ alla Urbino-Grosseto”.

Da: Il Resto del Carlino del 23/4/1998
 
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Ma l’amministratore delegato Civoli chiede il sostegno degli Enti locali: operazione da 50 miliardi di lire
Le Ferrovie disposte a riattivare la Fano Urbino
URBINO - Da oggi la riapertura della tratta ferroviaria Fano- Urbino, chiusa nel 1987, è un poco più vicina. L’amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato, Giancarlo Cimoli, interpellato dal deputato europeo Francesco Baldarelli, si è detto disposto a valutare l’ipotesi di riattivazione della linea per una serie di iniziative turistiche durante il periodo estivo. L’unica condizione posta dalle Ferrovie è che ci sia un vasto e convinto sostegno da parte delle istituzioni locali. E` già accaduto in altre parti d'Italia, potrebbe accadere anche per la Fano-Urbino. “Esperienze simili sono già state attuate nelle Crete senesi e sul Lago d’Iseo - si legge nella risposta delle FFSS - in quest`ultimo caso, la tratta fu disattivata nel 1966 e poi riaperta nel 1994; attualmente rappresenta un’offerta turistica consolidata e registra una media di presenze che sfiora i 700 utenti a giornata. La tipologia della clientela, costituita prevalentemente da famiglie, ha caratterizzato l`offerta che va dal solo biglietto ferroviario, ai pacchetti treno più battello, oppure treno più battello e pranzo. Tra l`altro, i costi del servizio sono quasi completamente coperti dai contributi di alcuni Comuni, e dal lavoro dei volontari del Wwf”. La lettera si conclude poi con il doveroso invito agli enti locali a fornire un concreto segno di interesse verso l’iniziativa, dando corpo con cifre e progetti a quello che sino ad oggi è stato solo un bel sogno. L’onorevole Francesco Baldarelli ha accolto favorevolmente la risposta delle Ferrovie: “E` un segnale importantissimo, mai sino ad ora l`Azienda si era espressa in questi termini circa la possibile riattivazione della Fano - Urbino. Ciò significa che le Ferrovie non nutrono pregiudizi verso questo progetto - ha tenuto a sottolineare il parlamentare europeo -. Va detto, comunque, che la mia duplice opera di sensibilizzazione verso le FFSS ed il Ministro Burlando ha preso le mosse dalla proposta suo tempo lanciata dal Carlino e che ho ritenuto valesse la pena sostenere. Adesso la palla passa ad Enti locali, Apt, Comunità Montane e ad ogni altro soggetto interessato a promuovere questa parte del territorio. Serve un tavolo di lavoro capace di elaborare un progetto dettagliato con percorsi, risorse e costi, in grado di dialogare con gli enti di riferimento.

ll sindaco di Urbino, Massimo Galluzzi, non esclude che sia proprio la città ducale a farsi carico del coordinamento tra i vari enti locali, dal momento che l`amministrazione comunale ha sempre partecipato attivamente a tutte le iniziative legate all`unica strada ferrata del Montefeltro. Anche se poi è il primo a mettere le mani avanti: “L’iniziativa del trenino a vapore ha molte implicazioni e ci interessa se diventa emblematica di un progetto più ampio. Da tempo, e non é una novità, ci siamo espressi a favore del riutilizzo della tratta per il traffico passeggeri - ha precisato Galluzzi – questo non significa che l`aspetto turistico non sia interessante e meritevole di un approfondimento per quanto riguarda costi, opere di manutenzione, gestione ed ammodernamento”. Al contrario, il presidente della Provincia Umberto Bernardini considera una buona idea utilizzare la vecchia ferrovia, ma solo a fini turistici ed in concomitanza di manifestazioni limitate nell’arco dell`anno. “La Provincia è disposta a fornire il supporto organizzativo - ha detto Bernardini – ma le risorse finanziarie vanno cercate altrove. All`Ente ferrovie, che ha le spalle larghe” o alla Regione, per esempio, cui spetta la titolarità dei trasporti”. (Simona Spagnoli)

Da: Il Resto del Carlino del 29/4/1998
 
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Cioppi: “ E’ ora di promuovere la Roma-Venezia”
Fano-Urbino, possibile
Ferrovie propense alla riattivazione della tratta
“Bisogna rientrare nei percorsi da ridisegnare”
“Si deve ottenere che i 10mila miliardi stanziati vadano là dove c’è necessità”
“Spero vivamente che i nostri amministratori abbiano ascoltato le dichiarazioni del presidente nazionale delle Ferrovie che l’altro giorno al TG 1 ha parlato di line ferroviarie sature nella direttrice Roma-Firenze-Bologna-Milano dove ogni cinque minuti transita un convoglio rendendo impossibile perfino ogni tipo di manutenzione. Questo è il momento di farsi avanti di far valere le proprie ragioni dimostrare con dati alla mano, quanto utile può diventare l'alternativa disegnata tra Roma e Venezia passando per Urbino.” E’ la dichiarazione accorata dell’ingegner Raffaello Cioppi, autore del progetto ferroviario che potrebbe dare giuste risposte ad esigenze evidenti. Cioppi non ha dubbi nell’indicare questo, come momento particolarmente favorevole per attivarsi. I problemi delle ferrovie li conosciamo tutti. Per risolverli ci vogliono soluzioni mirate, studiate nei particolari e destinate alla massima funzionalità. Il progetto da me presentato - dice Cioppi - diventa un utilissimo By-pass per alleggerire il traffico ferroviario che dalla capitale va verso Bologna passando da Firenze. Bisogna andare ora alla carica e pretendere che i diecimila miliardi stanziati per il ripristino e la realizzazione di nuove vie ferrate vengano spesi saggiamente e nei posti giusti.

Questo territorio ha il sacrosanto diritto di avere un collegamento che possa definirsi decente. Urbino, per la cronaca, cinquant’anni fa aveva la sua ferrovia, (una sola rotaia ma già c’era!) oggi non l‘ha più e non ha un’alternativa valida che possa giustificare questa deprecabile punizione subita. Mi preme ricordare - prosegue l’ingegnere - che lo studio da me fatto sulla Roma-Urbino-Venezia interpreta, in chiave moderna, un antico progetto che avrebbe dovuto collegare Urbino alla capitale passando attraverso l’appennino Umbro-Marchigiano. Un progetto noto che attende solo di essere adottato. Vediamo di ribadire la complessità dei vantaggi che potrebbero emergere? Intanto Roma-Venezia con questo percorso si accorcierebbe di oltre cento chilometri. Tralasciando l'evidente vantaggio che la soluzione offre in alternativa a certi percorsi saturi credo che la ferrovia Roma-Urbino-Venezia possa rivestire grande importanza per il movimento mercantile dai porti dell‘alto Adriatico al medio-basso Tirreno. Non trascuriamo poi il movimento passeggeri con tutto l'indotto che questo offre anche a livello turistico. Roma-Urbino-Venezia é un percorso che si può compiere in poco più di due ore! Con una autovettura oggi Roma-Urbino significano nelle normalità oltre tre ore alle quali si deve aggiungere altro tempo per la ricerca di un parcheggio a pagamento. Col treno Urbino-Roma o Urbino-Venezia si potrebbe percorrere in un'ora! Ecco il risparmio di tempo, ecco i vantaggi ecco la possibilità di ridare vitalità, movimento a questo territorio che solo se verrà inserito in un collegamento importante come questo può evitare di restare fuori, emarginato pur nella coscienza di avere tanto da offrire. (Mario Pellegrini)

Da: Corriere Adriatico del 30/4/1998
 
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Meglio la Fano – Grosseto
La Provincia ora preferisce la superstrada
URBIN0 – “La ferrovia Pergola-Urbino? Per adesso sarebbe solo una roba da amarcord e da compagni di merende. “Non ha alcun requisito di utilizzabilità, viadotti, traversine e impianti sono fuori uso da tempo, senza contare che l’attuale tracciato attraversa i centri abitati perché ci sono case costruite nella zona di rispetto. “E’ un po’ la storia della Fano-Urbino sulla quale si é già ragionato e che può avere solo una funzione turistica e localistica”. Questa è l’opinione di Umberto Bernardini, presidente della Provincia di Pesaro e Urbino, a proposito delle cose dette e scritte recentemente sui problemi della viabilità e dei trasporti sul nostro territorio. La convinzione che si ricava dalle parole del presidente dell’amministrazione provinciale, ma anche cittadino urbinate, é che non è vietato affrontare l’argomento, ma che da qui a realizzarlo ce ne passa, soprattutto in mancanza di binari...

Umberto Bernardini, però, preferisce puntare su un altro settore, che ritiene più attuale e concretizzabile. “Le ferrovie dello Stato - dice Bernardini - hanno invece ritenuto valido e interessante un moderno collegamento Fano-Arezzo su un percorso tutto nuovo che sarebbe un buon presupposto per la connessione con la Pergola-Fabriano. Un progetto di grande rilevanza per l’intera rete, con investimenti di migliaia di miliardi. E se qualcuno deciderà di realizzare quel progetto ferroviario non sarà certamente il nostro Piano di coordinamento territoriale a impedirlo”. Ma per la Provincia é attualmente più importante pensare alla strada Fano-Grosseto, un progetto da 2.600 miliardi che il governo considera di dignità pari a quelli della Messina-Palermo e della variante di valico Bologna-Firenze. “La nostra - commenta Bernardini - é la prima provincia a essere interessata da un progetto dell’Anas così rilevante”. Gran progetto, ma a che punto é? Durante l’estate partiranno i lavori fuori della galleria della Guinza, entro l’anno sarà espletato l’appalto per dare il via ai lavori della galleria nel 1999. “Quella della nostra amministrazione sarà una progettazione esecutiva del tracciato per lotti funzionali - dice Bernardini - e il primo sarà il tratto Canavaccio-Bivio Borzaga per il quale siamo pronti per la Valutazione d’impatto ambientale. I soldi? Si può pensare ad un finanziamento ravvicinato perché, pur non essendoci a disposizione molti fondi, si può contare sulla scarsità di progetti e di altri soggetti”.

Da: Corriere Adriatico del 5/5/1998
 
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Impegno dei Verdi in Regione
”Bisogna ripristinare la linea ferroviaria da Fano a Urbino”
Il gruppo consiliare dei Verdi nella Regione Marche ha diffuso ieri il seguente comunicato stampa che riguarda anche la ferrovia Fano-Urbino: “Durante la seduta di consiglio regionale del 5 maggio è stato approvato l’atto amministrativo n. 188 a iniziativa della giunta regionale concernente “Programma regionale di sviluppo 1998 – 2000”. “Un documento molto importante che definisce e programma la politica del governo regionale fino al 2000. La stesura del Programma Regionale di Sviluppo è il frutto di un coscienzioso lavoro che responsabilizza la giunta regionale nei confronti dei cittadini marchigiani fino alle soglie del nuovo millennio. Il gruppo Verdi ha ritenuto, in un’ottica di miglioramento di tale atto già di per sé molto circostanziato, di dover presentare alcuni emendamenti peraltro approvati dal consiglio regionale stesso, relativamente alla gestione della politica dei trasporti regionale precisando che “tra le priorità dovranno essere sviluppate iniziative di carattere strutturale per il riequilibrio delle modalità anche attraverso la valorizzazione delle reti secondarie delle ferrovie spa nella Regione. E’ stato evitato, per la provincia di Pesaro, il rischio di una forte penalizzazione delle linee ferroviarie secondarie grazie a un altro emendamento del gruppo Verdi, anche esso approvato, che recita: “... per il potenziamento e la valorizzazione delle linee secondarie, è indispensabile avviare iniziative per il ripristino della linea Fano-Urbino e per il suo collegamento con la linea Fabriano-Pergola e l’utilizzo di tutte le tratte secondarie in funzione di un efficiente trasporto pubblico locale integrato con la rete del sistema di trasporto su gomma”. Un’opinione assai diversa da quella espressa giorni addietro dal presidente della Provincia di Pesaro e Urbino, Umberto Bernardini.

Da: Corriere Adriatico del 7/5/1998
 
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FERROVIA – L’ESPERIENZA DEL LAGO D’ISEO, DOVE OPERANO I VOLONTARI DEL WWF
Così si riaprono le tratte chiuse
Un progetto pilota (già ripreso a Siena) da studiare per la Fano – Urbino. L’esperto: “Si può fare”
Dopo il “Sì, andate avanti” dell`Amministratore Cimoli circa la riapertura della ferrovia Fano-Urbino con locomotive a vapore nelle domeniche estive, vi raccontiamo come è stato possibile farlo in altre zone d'Italia. E' il caso della Palazzolo -Paratico Sarnico, dieci chilometri di strada ferrata disattivati da trenta anni, che si staccano dalla Bergamo-Brescia per costeggiare il fiume Oglio. Il deus ex-machina dell'operazione si chiama Silvio Cinquini, ha 40 anni e dal 1990 milita nelle file del Wwf di Palazzolo. “L’idea di andare in treno al lago d'Iseo - racconta - è nata dalle crescenti difiicoltà a raggiungere il lago in automobile durante le giornate festive, e sulla spinta del dibattito, aperto dagli ambientalisti in quegli anni, di ripristinare le vecchie tramvie nelle aree metropolitane”. Si giunge così, nel 1991 quando, in occasione di una corsa speciale con un treno a vapore da Bergamo, nasce ufficialmente il l Comitato di ripristino della ferrovia del Basso Sebino”, di cui Cinquini diventa presidente. “Ci abbiamo messo tre anni per vedere una locomotiva sulle rotaie - racconta Cinquini - Il primo ostacolo da superare è stata la diffidenza degli amministratori e di una parte dell’opinione pubblica. All’inizio qualcuno ci prendeva per pazzi, o per sognatori: la nostra idea era permettere alla gente di muoversi in modo diverso, attraversando zone altrimenti non raggiungibili. Abbiamo cominciato a convincere i nostri interlocutori con convegni, incontri a tema, manifestazioni, martellando la stampa ma soprattutto diventando lo snodo dei rapporti con gli enti istituzionali”, A confronto, tutta la parte tecnica é stata quasi una passeggiata. La linea era in buone condizioni, perché saltuariamente veniva utilizzata per il trasporto merci.

L’unico problema restavano i passaggi a livello. “E' stato l'ingegner Gianfranco Laguzzi, responsabile dell`Asa trasporti, a sbloccare la situazione, permettendoci di frequentare un corso di abilitazione alle Ferrovie per gestire i passaggi a livello”. Finalmente, nel 1994, con il Comitato evolutosi in Associazione di Volontariato senza fini di lucro con il nome di “Ferrovia del basso Sebino”, si riuscì a sperimentare un servizio di 9 domeniche estive, interamente finanziate (a due milioni per domenica, dodici per il treno a vapore) da uno sponsor. Fu un successone. Da allora il servizio é andato ampliandosi (adesso funziona da marzo a settembre, e viene finanziato anche con i soldi degli enti locali) e si calcola sia stato utilizzato da almeno 400 persone giomata, in maggioranza famiglie, cral aziendali, turisti e scolaresche. Cinquini ci tiene a sottolineare che “i costi sono stati ridotti grazie al lavoro dei volontari, una decina per domenica, che si occupano di tuttto: oltre a sorvegliare i passaggi a livello, vendono i biglietti, curano la pubblicità e l’integrazione con la navigazione”. L’esperienza ha richiamato l’attenzione da tutta Italia: così, con il contributo delle FFSS e della Provincia di Siena, la FBS ha dato slancio all'apertura in chiave turistica della ferrovia Asciano - Monte Antico e di quella della tratta Colle val D’Elsa - Poggibonsi. Sulla Fano - Urbino, Cinquini ha idee molto precise: “Ho avuto modo di ispezionare la tratta lo scorso autunno - spiega Cinquini, che è in contatto con il “Comitato ambientalista del Montefeltro” - in buone condizioni e particolarmente bella. Ripristinare l'ultimo tratto, quello che va da Fossombrone ad Urbino, non sarebbe particolarmente difficile. Tra l’altro, ad Urbino esiste già un collegamento di autobus tra la vecchia stazione ed il centro storico”.

Da: Il Resto del Carlino del 13/5/1998
 
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A Osimo Stazione treno deviato
Locomotiva a vapore provoca incendio di sterpaglie
Le scintille sulle rotaie provocate dal passaggio di una locomotiva a vapore hanno innescato nel pomeriggio di ieri un incendio lungo i binari della ferrovia, nei pressi di Osimo Stazione. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco che hanno dovuto lavorare un paio d’ore per spegnere le fiamme. La circolazione dei treni non è stata interrotta, ma un convoglio, che stava passando proprio in quel momento, è stato dirottato su un altro binario. L’incendio si sarebbe sviluppato dopo il passaggio di un treno d’epoca utilizzato nella zona per dei giri turistici. Le scintille avrebbero raggiunto della sterpaglia ai bordi dei binari che hanno subito preso fuoco. Sul posto é intervenuta anche la Polizia ferroviaria.

Da: Corriere Adriatico del 14/5/1998
 
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FANO – URBINO / ALTRA CARRELLATA DI MESSAGGI DEGLI STUDENTI DELLE ELEMENTARI DI FOSSOMBRONE
Quei piccoli fans della locomotiva perduta
L’iniziativa del nostro giornale per una riapertura seppure a fini turistici della Fano-Urbino ha avuto i suoi risultati nelle “impressioni” degli alunni delle scuole elementari-centro di Fossombrone che hanno visto anche transitare la locomotiva di lavoro che ha liberato i binari dalle sterpaglie. Iacopo Tamburini: “Sa1ire sul trenino proverei sensazioni bellissime. Sarebbe come un salto indietro nella storia. Mi sentirei come un re di tutto”. Eleonora Marinelli: “Noi bambini desideriamo vedere quel trenino che correva sulle rotaie di un tempo lontano. Sentire il suo ...ciuf-ciuf”. Davide Percetti: “Trenino: i bimbi felici gridavan quando spuntavi all’orizzonte, correvi nella valle e salivi verso il monte. Ora é pieno di rovi la ferrovia, l’allegria dei bambini se ne è andata via, con l’ultimo sbuffo di vapor, un grande rimpianto ha lasciato nel cuor”. Letizia Gianessi: “O tren, torna ad annunciar il tuo passaggio, fai udire il tuo fischio da lontano, percorri ancora le valli, fai ricordare ai grandi la loro infanzia”. Alessandro Aloisi: “Oh caro trenino, come sono felice che ritorni a passare sui binari abbandonati e da tutti dimenticato. La nostra valle continuerai ad allietare con il tuo fischio che viene dal mare”. Francesco Aprile: “Quando arriverai a Fossombrone i nonni accompagnavano i nipoti alla stazione per salutarti. Eri grande-grande ai loro occhi. Perché non torni? Ti aspettiamo”.

Matteo Barzotti: “Caro trenino torna, porti la tua allegria con il rumore. Sarà allegria per tutti. Per i bimbi a scuola, per la gente al lavoro, per gli ammalati in ospedale, per gli anziani nell’ospizio. Torna, Porta l’allegria”. Paolo Maddalena: “Per le famiglie e soprattutto per noi bambini il ritorno del trenino sarebbe far rivivere qualcosa del nostro passato”. Barco Bartolucci: “Noi bambini della 5° B vorremmo che il trenino tomasse a passare davanti alla nostra scuola. Una grande emozione per tutti i cittadini di Fossombrone”. Chiara Battistelli: “Caro trenino, tutti ti attendono con ansia per partire con te in una grande avventura della vita”. Martina Pezzullo: “Salirò sul trenino per attraversare campagne, paesini e città anche se il suo fischio potrà disturbare qualcuno. Cosa importa: evviva il trenino. Lucia Carbonari; “Caro trenino, arriva là da quel bambino, fallo salire. Portalo da Fano ad Urbino, passa tra colli, boschetti e sentieri e al Palazzo Ducale porta i passeggeri”. Matteo Giommi: “Per me la sensazione di salire su un trenino mi emoziona perché sarebbe la prima volta. Tuffarsi nel tempo passato significa riempire i nostri cuori di tanta allegria. Vi dico: fate tomare il treno”. Luca Ragni: “La ferrovia é stata chiusa per egoismo e badare a propri interessi. Non di coloro che non hanno nemmeno i soldi per comperare il pane, ma quelli che hanno preferito l’auto al treno. Secondo il mio parere occorrerebbe abbassare le tariffe ferroviarie.

Valeria Andreani: “Noi bambini desideriamo il ripristino di un trenino che trasporti solo turisti con la voglia visitare i centri storici da Fano ad Urbino. Chiediamo troppo? Solo per noi bambini chiediamo una piccola riduzione”. Luca Montoni: “Non desideriamo un treno passeggeri e merci. Chiediamo un treno che porti la felicità, un sorriso da Pesaro a Urbino. Sono convinto che alle fermate gli uccellini saluteranno il suo arrivo. Faranno festa come noi bambini”. Fabio Cascarano: “Caro trenino, un bel giorno tornerai, sui binari correrai, fischiando volerai e tutti allegri ci farai”. Paolo Ermini: “Giorni addietro in attesa dell’intervallo abbiamo visto dalle nostre finestre una macchina che puliva i binari dalle erbacce. Era la prima volta che vedevamo un treno. Abbiamo chiesto alla maestra cosa facesse. Rispose: presto verrà rimessa in funzione la linea ferroviaria da Fano ad Urbino. Partì un boato di gioia da tutta la classe”. Giulia Menconi: “Oh trenino, già ti vedo passare. Farai rivivere il passato e farai sognare tutti i bambini. La gente quando ti sentirà ti verrà a salutare ad occhi spalancati e dirà: eccolo è lui, è ritornato. Sarà una festa per grandi e piccini. Torna presto”. Hanno collaborato inoltre gli alunni: Giacomo Landini, Matteo Romani e Roberto Alessandro. Le insegnanti Anna Maria Basili, Arma Maria Camilloni e Adriani Rinci hanno seguito gli alunni della 5° A e B della scuola elementare “centro” di Fossombrone.

Da: Il Resto del Carlino del 26/5/1998
 
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FERROVIA FANO-URBINO / SI FANNO AVANTI IMPRENDITORI DALLE GRANDI IDEE
Treno, i privati vogliono provarci
FANO-URBINO - Il treno del Metauro potrebbe ripartire presto, e la gestione affidata a privati. Lo rivela il Comes, un consorzio di imprenditori della costa e dell’entroterra. Scrive Bruno Rapa, rappresentante del gruppo: “Siamo dell‘avviso che sia ormai giunto il momento affinché ognuno si assuma definitivamente le proprie responsabilità svolgendo un ruolo costruttivo e serio per fare in modo che questa tratta ferroviaria possa diventare un‘utile infrastruttura per l’intera collettività con progetti fattibili ed economicamente sostenibili per il presente e per il futuro. Pensiamo che la soluzione ideale sarebbe la riattivazione della tratta in questione a fini turistici. Questa soluzione permetterebbe: di dotarsi di un’infrastruttura che esiste solo in altre cinque località d’Europa; quindi con fortissima capacità promozionale e d'attrazione, di consentire alle scolaresche (perché solo Fantasyland, Italia in miniatura, Gardaland), agli appassionati di storia, di cultura, di natura, dell’ambiente (vedi le esperienze del Cai umbro-marchigiano, agli amanti dell'enogastronomia (iniziative già svolte nell’Ascolano e Anconetano), ma anche ai turisti che affollano la riviera da Rimini ad Ancona durante l’estate ed a quelli che vorrebbero provare emozioni diverse durante tutto l’anno, di scoprire un territorio caratterizzato dalle peculiarità descritte utilizzando, una o due volte la settimana o in occasione di eventi particolari, un trenino originale e unico, di incentivare la promozione e la conoscenza dei comuni sulle colline della nostra vallata del Metauro favorendo l’attivazione di col1egamenti, ciclabili o con altri mezzi, di promuovere in ambienti facilmente reperibili ed attrezzati adeguatamente (vecchie stazioni, box leggeri eccetera) il meglio della nostra produzione commerciale, artigianale, agricola e industriale.

Il problema sarà complessivamente risolvibile soltanto dopo aver definito un progetto economicamente sostenibile, quantificato i costi per il ripristino della tratta, i canali a cui attingere le risorse ed i costi di gestione. Relativamente a quest’ultimo aspetto, se il progetto vedrà la realizzazione di un treno turistico, il nostro Consorzio che associa operatori del ricettivo, dei produttori e commercianti di prodotti enogastronomici, dell‘artigianato artistico e dei servizi, si rende disponibile ad incaricarsi di tale gestione. Già da tempo siamo impegnati a valutare la realizzazione di questa idea, ma desideriamo anche un coinvolgimento di altri operatori dai quali attendiamo una proposta. Sarebbe in ogni caso auspicabile un incontro fra tutti i soggetti che hanno già dichiarato la propria disponibilità per favorirne la discussione e la soluzione dei problemi a cui si è accennato. Primi fra tutti, la Regione e i comuni di Fano e Urbino”. In questi giorni, i tecnici dell‘assessore ai trasporti della Regione dovrebbero consegnare uno studio di fattibilità sulla Fano - Urbino, un progetto che lo stesso assessore ha già dichiarato pubblicamente di voler rendere reale al più presto. E non con una semplice proposta. Lo testimonia il fatto che nell’accordo di programma (pubblicato sul numero 3/4 del 1998 del Notiziario Giunta regionale) si annuncia che entro giugno verrà discusso tra Regione e Stato di elettrificazione della Fano-Urbino e di ripristino della Urbino – Pergola”. Che siano vaneggiamenti? Siccome lo hanno messo nero su bianco di pari passo al raddoppio della Falconara-Orte, è probabile che alla Regione facciano sul serio.

Da: Il Resto del Carlino del 27/5/1998
 
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Legge 19 ottobre 1998, n. 366 Norme per il finanziamento della mobilita' ciclistica

pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 248 del 23 ottobre 1998

Art. 1.

1. La presente legge detta norme finalizzate alla valorizzazione ed allo sviluppo della mobilità ciclistica.

2. Il Ministero dei lavori pubblici ed il Dipartimento per le aree urbane concorrono con proprie risorse al finanziamento del fondo di cui all'articolo 3.

Art. 2.

1. Alle regioni é affidato il compito di redigere i piani regionali di riparto dei finanziamenti per la mobilità ciclistica e per la realizzazione di reti di percorsi ciclabili integrati. Entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, le regioni provvedono a redigere il piano sulla base dei progetti presentati dai comuni, limitatamente alla viabilità comunale, e dalle province, con riguardo alla viabilità provinciale e al collegamento fra centri appartenenti a diversi comuni. I progetti sono predisposti nel quadro di programmi pluriennali elaborati dai predetti enti, che pongono come priorità i collegamenti con gli edifici scolastici, con le aree verdi, con le aree destinate ai servizi, con le strutture socio-sanitarie, con la rete di trasporto pubblico, con gli uffici pubblici e con le aree di diporto e turistiche.
2. Le regioni approvano i piani di cui al comma 1, contestualmente disponendo in merito alla ripartizione tra gli enti locali delle risorse del fondo di cui all'articolo 3.

Art. 3.

1. Presso il Ministero dei trasporti e della navigazione é costituito un fondo per il finanziamento degli interventi a favore della mobilità ciclistica.

Art. 4.

1. Ogni anno, entro il 31 marzo, il Ministro dei trasporti e della navigazione, di concerto con il Ministro dei lavori pubblici, acquisito preventivamente il parere della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le provincie autonome di Trento e di Bolzano, sentito il Dipartimento per le aree urbane, approva la ripartizione della quota annuale del fondo di cui all'articolo 3 tra le regioni. La ripartizione é effettuata:

a) sulla base dei piani regionali di riparto per la mobilità ciclistica di cui all'articolo 2 approvati;
b) in proporzione ai fondi stanziati autonomamente da ogni singola regione per le finalità di cui alla presente legge;
c) sulla base di quanto impegnato nell'esercizio finanziario precedente.

Art. 5.

1. Gli enti locali e le loro associazioni realizzano gli interventi previsti dalla presente legge direttamente o in concorso con altri soggetti pubblici o privati.

Art. 6.

1. Gli interventi, finalizzati al conseguimento dell'obiettivo di cui all'articolo 1, possono essere i seguenti:

a) realizzazione di reti di piste ciclabili e ciclopedonali; di ponti e sottopassi ciclabili; di dotazioni infrastrutturali utili alla sicurezza del traffico ciclistico negli incroci con il traffico motorizzato;
b) costruzione e dotazione di parcheggi attrezzati, liberi e custoditi, e di centri di noleggio riservati alle biciclette;
c) messa in opera di segnaletica luminosa, verticale e orizzontale, specializzata per il traffico ciclistico;
d) predisposizione di strutture mobili e di infrastrutture atte a realizzare l'intermodalità tra biciclette e mezzi di trasporto pubblico;
e) redazione di cartografia specializzata; posa in opera di cartelli segnaletici degli itinerari ciclabili; attivazione presso gli enti preposti al turismo di servizi di informazione per cicloturisti;
f) realizzazione di conferenze, attività culturali ed iniziative educative atte a promuovere la conversione dal trasporto motorizzato a quello ciclistico;
g) progettazione e realizzazione di itinerari ciclabili turistici e delle infrastrutture ad essi connesse; a tal fine i progetti possono essere inseriti nei programmi elaborati ai sensi dei regolamenti (CEE) n. 2080/93, n. 2081/93, n. 2082/93, n. 2083/93, n. 2084/93 e n. 2085/93, del Consiglio, del 20 luglio 1993, al fine di accedere al cofinanziamento dei fondi strutturali stanziati dall'Unione europea;
h) realizzazione di intese con le Ferrovie dello Stato SpA al fine di promuovere l'intermodalità tra la bicicletta e il treno, in particolare con la dislocazione di parcheggi per biciclette nelle aree di pertinenza delle stazioni ferroviarie e la promozione del trasporto della bicicletta al seguito;
i) realizzazione di intese con le aziende di trasporto pubblico o in concessione per l'integrazione fra detto trasporto e l'uso della bicicletta, nonché predisposizione di strutture per il trasporto delle biciclette sui mezzi pubblici;
l) ogni ulteriore intervento finalizzato allo sviluppo ed alla sicurezza del traffico ciclistico.
 

Art. 7.

1. Entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, con decreto del Ministro dei lavori pubblici, di concerto con il Ministro dei trasporti e della navigazione, é emanato un regolamento con il quale sono definite le caratteristiche tecniche delle piste ciclabili.

Art. 8.

1. L'area di sedime delle ferrovie dismesse o in disuso é utilizzata prioritariamente per la realizzazione di piste ciclabili. Alle regioni é demandato il compito di individuare i tracciati ferroviari utilizzabili a tal fine e di programmare la realizzazione di itinerari ciclabili ad uso turistico seguendo i tracciati medesimi.
2. Gli argini dei fiumi e dei torrenti possono essere utilizzati, fatto salvo il rispetto della normativa vigente, per la realizzazione di piste ciclabili.

Art. 9.

1. L'approvazione da parte dei consigli comunali dei progetti di cui all'articolo 2 costituisce, ai sensi dell'articolo 1 della legge 3 gennaio 1978, n. 1, e successive modificazioni, variante agli strumenti urbanistici vigenti e la procedura si completa in sede comunale.
2. Al fine di acquisire gli atti di intesa, i pareri, i nulla osta, le autorizzazioni e le approvazioni prescritti per i progetti degli interventi di cui all'articolo 6, puó essere convocata un'apposita conferenza di servizi, ai sensi dell'articolo 14 della legge 7 agosto 1990, n. 241, e successive modificazioni, cui partecipano tutti gli enti tenuti ad esprimersi sui progetti stessi.
3. Ove l'attuazione degli interventi richieda l'azione integrata e coordinata dell'Ente nazionale per le strade, delle province, dei comuni e delle Ferrovie dello Stato SpA, puó essere promossa la conclusione di appositi accordi di programma, ai sensi dell'articolo 27 della legge 8 giugno 1990, n. 142.

Art. 10.

1. Dopo il comma 4 dell'articolo 13 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, come modificato dall'articolo 9 del decreto legislativo 10 settembre 1993, n. 360, é inserito il seguente:

"4- bis. Le strade di nuova costruzione classificate ai sensi delle lettere C, D, E ed F del comma 2 dell'articolo 2 devono avere, per l'intero sviluppo, una pista ciclabile adiacente purché realizzata in conformità ai programmi pluriennali degli enti locali, salvo comprovati problemi di sicurezza".

2. Dopo il comma 2 dell'articolo 14 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, come modificato dall'articolo 10 del decreto legislativo 10 settembre 1993, n. 360, é inserito il seguente:

"2- bis. Gli enti proprietari delle strade provvedono altresí, in caso di manutenzione straordinaria della sede stradale, a realizzare percorsi ciclabili adiacenti purché realizzati in conformità ai programmi pluriennali degli enti locali, salvo comprovati problemi di sicurezza".

3. Il primo periodo del comma 4 dell'articolo 208 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, é sostituito dal seguente: "I proventi spettanti agli altri enti indicati nel comma 1 sono devoluti alle finalità di cui al comma 2, nonché al miglioramento della circolazione sulle strade, al potenziamento e al miglioramento della segnaletica stradale e alla redazione dei piani di cui all'articolo 36, alla fornitura di mezzi tecnici necessari per i servizi di polizia stradale di loro competenza e, in misura non inferiore al 20 per cento dei proventi stessi, alla realizzazione di interventi a favore della mobilità ciclistica".
4. Il comma 1 dell'articolo 230 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, é sostituito dal seguente:

" 1. Allo scopo di promuovere la formazione dei giovani in materia di comporta mento stradale e di sicurezza del traffico e della circolazione, nonché per promuovere ed incentivare l'uso della bicicletta come mezzo di trasporto, i Ministri dei lavori pubblici e della pubblica istruzione, d'intesa con i Ministri dell'interno, dei trasporti e della navigazione e dell'ambiente, avvalendosi dell'Automobile Club d'Italia, delle associazioni ambientaliste riconosciute dal Ministero dell'ambiente ai sensi dell'articolo 13 della legge 8 luglio 1986, n. 349, di società sportive ciclistiche nonché di enti e associazioni di comprovata esperienza nel settore della prevenzione e della sicurezza stradale e della promozione ciclistica individuati con decreto del Ministro dei lavori pubblici, predispongono appositi programmi, corredati dal relativo piano finanziario, da svolgere come attività obbligatoria nelle scuole di ogni ordine e grado, ivi compresi gli istituti di istruzione artistica e le scuole materne, che concernano la conoscenza dei princípi della sicurezza stradale, nonché delle strade, della relativa segnaletica, delle norme generali per la condotta dei veicoli, con particolare riferimento all'uso della bicicletta, e delle regole di comportamento degli utenti".

5. I programmi di cui all'articolo 230, comma 1, del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, come sostituito dal comma 4 del presente articolo, sono adottati entro un anno dalla data di entrata in vigore della presente legge.

Art. 11.

1. Per il finanziamento degli interventi previsti dai piani di cui all'articolo 2 sono autorizzati limiti di impegno quindicennali di lire 5 miliardi per l'anno 1998 e di lire 6 miliardi per l'anno 1999, quale concorso dello Stato agli oneri derivanti dalla contrazione di mutui o di altre operazioni finanziarie che le regioni sono autorizzate ad effettuare nei limiti della quota a ciascuna assegnata.
2. I limiti di impegno di cui al comma 1 costituiscono la dotazione del fondo di cui all'articolo 3.
3. All'onere derivante dall'attuazione del presente articolo, pari a lire 5 miliardi per il 1998 e a lire 11 miliardi a decorrere dal 1999, si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 1998-2000, nell'ambito dell'unità previsionale di base di conto capitale "Fondo speciale" dello stato di previsione del Ministero del tesoro, del bilancio e della programmazione economica per l'anno finanziario 1998, a tal fine parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al Ministero dei trasporti e della navigazione.
4. Il Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica é autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.

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Dalla legge fondi e opportunità per realizzare la pista ciclabile sull’ex tratta Fano – Urbino
Tutti in bici sul binario abbandonato
Se tutti gli enti locali interessati, dai Comuni della provincia passando per la Regione, si muoveranno velocemente, l'abbandonata linea ferroviaria Fano - Urbino potrebbe diventare una pista ciclabile, forse la prima in Italia a utilizzare un tracciato del genere. Nei giorni scorsi, a poche ore dalla crisi del governo Prodi, il Parlamento ha approvato la legge che fissa le “norme sul finanziamento della mobilità ciclistica” e che, tra le tante indicazioni, introduce l’opportunità della riqualificazione ambientale, puntando anche al recupero dei vecchi tracciati ferroviari, proprio per farli diventare percorsi cicloturistici. E' il caso della Fano - Urbino, che in passato spesso é stata al centro di ipotesi di questo genere da parte degli enti locali. La legge approvata dal Parlamento è innanzitutto la sintesi di diversi progetti di legge presentata sull’argomento e che hanno avuto la firma di presentazione anche dei parlamentari marchigiani Gasperoni, Giacco e Galdelli. Per raggiungere i suoi scopi, la legge prevede uno stanziamento dello Stato pari a 11 miliardi l’anno, da utilizzare per la concessione di mutui agli enti locali interessati alla realizzazione delle infrastrutture ciclabili.

Inoltre, entro sei mesi dall’entrata in vigore della legge, che porta la data del 19 ottobre scorso,  le regioni dovranno predisporre appositi piani sulla base dei progetti presentati dai Comuni e dalle Province. Da sottolineare che per la costruzione dei percorsi ciclabili, dovrà essere destinato almeno il 20 per cento di quanto i diversi enti incassano dalle contravvenzioni al Codice della strada. Tornando allo “sfruttamento” della vecchia Fano - Urbino, questa possibilità é data specificamente dalla legge, secondo cui le linee ferroviarie in disuso vanno utilizzate “prioritariamente per la realizzazione di piste ciclabili”. A questo punto c'é da attendere solo che i Comuni interessati e la provincia di Pesaro e Urbino mettano mano velocemente al progetto, così da poter essere pronti a utilizzare i finanziamenti necessari e far vedere la luce così alla prima pista ciclabile costruita lungo una vecchia ferrovia ormai non più utilizzata. (v.ol.)

Da: Corriere Adriatico del 1/11/1998
 
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L’INTERVENTO / UCCHIELLI RILANCIA: “NON E’ UNA CHIMERA PENSARE AL TRATTO FOSSOMBRONE-PERGOLA
”Vanno potenziate le ferrovie locali”
PESARO - “Sbloccata la ‘Bretella' e rilanciata la progettazione sulla Fano - Grosseto, è ora di integrare il discorso del trasporto con la ferrovia”.
Ma come, senatore Ucchielli, anche lei é per la riapertura della Fano-Urbino?
“Non solo. Io credo che un possibile percorso, da puntualizzare in ambito politico, ma che realizzi le scelte di piano approvate dalla Regione (e in quanto tali realizzabili), potrebbe essere costruito identificando una serie di priorita”.
Va bene, senatore, ce le indichi queste priorità ferroviarie.
"Nuovo tratto Fossombrone- Pergola. Così anche la Fabriano-Pergola tornerebbe ad avere una profonda ragione d’esistere. Da realizzare ci sono i 16,380 chilometri da Pergola a Fossombrone. L'effetto sarà. quello di rendere raggiungibile più facilmente la Orte-Falconara”.
Tutto qui? “Nient‘affatto. Questo tratto costituirebbe un anello di saldatura della Fano-Urbino e renderebbe plausibile anche una sua riapertura. Oltre ad essere un segnale per un eventuale prolungamento verso S. Arcangelo. Certo, bisognerebbe anche verificare se l'attuale percorso della Fano-Urbino é ancora il migliore possibile. Forse era il caso di farlo all’interno del Piano Territoriale di Coordinamento”.
A livello di treni c’è dell’altro?
“Si, è necessario adeguare la galleria ferroviaria di Cattolica agli standard internazionali. Intervento da effettuare nel breve periodo”.
Eppure la ferrovia, da sola e in queste condizioni, non basta. In ballo c’é la riforma del trasporto pubblico locale su gomma.
“L'obiettivo del decreto legge è quello di avviare un processo di liberalizzazione e di profonda riforma, che consenta anche di raggiungere una copertura del 35% tra costi e ricavi. I piani di bacino dovranno essere redatti dalle province, sulla base delle indicazioni della legge regionale.
C’é molto da fare.
"Certo, la situazione é difficile. Il trasporto pubblico è caratterizzato da: diminuzione di utenti, costi crescenti, parco veicoli vecchio, standard del servizio insoddisfacenti”.
Come cambiare?
“Una struttura di rete che incentivi il mezzo pubblico. Mettendo insieme autobus e treni. Biglietti unici ed integrati; diversità tra rete primaria e secondaria. E ancora: superamento del sistema delle concessioni per andare a contratti di bacino, secondo le direttive comunitarie e nazionali”.
I comuni di Pesaro e Urbino hanno anticipato i tempi fondendo le loro aziende di trasporto nell’Ami.
"E' uno dei primi esempi di attuazione della riforma. Una collaborazione - conclude il senatore Palmiro Ucchielli - che va allargata ad altri servizi pubblici locali, per elevare la qualità dei servizi. Coinvolgendo anche altri enti. E' questa la strada da scegliere per qualificare i servizi pubblici locali”.

Da: Il Resto del Carlino del 2/12/1998
 
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1999
Fossombrone. Il conte Lattanzio Lattanzi, che volle la ferrovia Fano – Urbino
Quel pioniere tradito
FOSSOMBRONE - Onore al merito. Onore al conte Domenico Lattanzio Lattanzio che ebbe il merito di “volere” il tronco ferroviario Fano-Fossombrone. Vinse la sua battaglia il l° maggio l9l5. L'opera fu compiuta dalla Società delle Ferrovie Padane. “Nella serena e luminosa chiarità di quel giorno primaverile - scrisse il professor Omero Pierini - corre la vaporiera tra la verde ubertà dei campi e le acclamazioni festose degli abitanti. La valle del Metauro sembra esultare della gioia di tante generazioni che avevano sognato e sperato invano. Non trattenuto né dall’età, oltre ottantadue anni, nè dal male, il conte Lattanzio vuol essere portato dove si celebra la vittoria della sua volontà. E’ bello e commovente vedere il vegliardo giungere in automobile, alla stazione, tra una folla di popolo che, al suo passare, si scopre reverente, lo saluta, lo acclama, lo benedice. Ha vinto”. Quaranta giorni dopo, l’11 di giugno l9l5 il conte Lattanzio Lattanzi moriva.

Nato a Fossombrone il 18 aprile 1833 da Curzio e Luigia Moci, studiò in collegio a Loreto e a Fano dai Padri della Compagnia di Gesù completando gli studi a Roma. Propugnò l’unità e l’indipendenza dell’Italia. Fu alla testa dei suoi concittadini per abbattere gli stemmi papali e proclamare l’annessione al regno di Vittorio Emanuele II. Organizzò da Rimini la spedizione di volontari garibaldini: l’8 settembre del 1860 attaccò Urbino. Preoccupata la madre Luigia scrisse al figlio “di non tornare finché le cose non sono accomodate o non é impiantato un governo regolare”. Dopo pochi giorni la giunta provvisoria del governo, di cui era anima Stanislao Mercantini, mise a capo della nuova rappresentanza comunale di Fossombrone il conte Lattanzio Lattanzi. Ricoprì la carica di sindaco dal 1861 al 1869. Entrato nel consiglio della provincia fin dalla formazione del nuovo Regno d'ltalia affrontò i problemi di Fossombrone: costruzione della Casa di pena, acquedotto da lui inaugurato nel novembre 1886, il fallimento della Cassa di risparmio nel 1895. Negli anni 1862-64 Lattanzio Lattanzi fece votare dal consiglio della Provincia di Pesaro, per la ferrovia metaurense lo studio di un grande progetto (affidato all' ing. Peyron) che mettesse in comunicazione i due mari (Adriatico e Tirreno). Formò un consorzio di 30 comuni interessati. Si dovette attendere il 1879 quando fu promulgata la legge Baccarini per le “ferrovie complementari”. Seguirono ancora quattro anni di attesa e finalmente il 4 marzo 1883 un Decreto reale autorizzava la costruzione del tronco Fano-Fossombrone. Intervennero ministri, senatori e deputati che “sposarono la causa della ferrovia che doveva congiungere i due mari”. Dopo 32 anni Lattanzio Lattanzi, vide realizzato il suo grande sogno: morì convinto “d’aver compiuto la sua missione nella vita”.

Da: Il Resto del Carlino del 30/4/1999
 
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Urbino – Interrogazione parlamentare sul ripristino della Pesaro-Urbino. E un convegno a livello provinciale
Riparte il sogno del treno per Roma
URBINO — Un treno da Babbo Natale. Se tra i più piccoli, forse, non sono in molti a sognare di svegliarsi il giorno di Natale con accanto un bel trenino, di quelli che fanno ciuf ciuf, tra gli adulti il desiderio di un vero treno è forte. A far tornare in mente il treno però non è stato il Natale: ci hanno pensato alcune decine di parlamentari di varia estrazione politica e geografica. Penna alla mano hanno compilato e presentato un ordine del giomo con cui “la Camera impegna il Governo ad inserire, nell’ambito del potenziamento delle ferrovie, nei programmi delle FS spa, gli studi di fattibilità ed i finanziamenti, in accordo con la Regione Marche, per il ripristino del tratto ferroviario Pesaro-Urbino”. Ai deputati viene spiegato, in premessa, che “gli Enti locali interessati stanno seriamente pensando ad un possibile ripristino della tratta ferroviaria Pesaro-Urbino, attiva fino al 1986 ed oggi particolarmente significativa sia per decongestionare il traffico su ruota sia per meglio raggiungere la città feltresca in cui sono l’Università con 23.000 iscritti, istituti parauniversitari e scolastici superiori, unici nella Regione. e nella Provincia, i cui utenti appunto vengono da città e centri anche balneari”. E si aggiunge che gli Enti locali sono “sostenuti da forte richieste della popolazione tutta, delle forze politiche e delle associazioni culturali e sociali diffuse nel territorio”.

Quest’ultima affermazione è importante perché nel 1986 non mancarono coloro che plaudirono al blitz dell’allora ministro socialista dei Trasporti Signorile che decise improvvisamente ed ingiustificatamente la chiusura della Pesaro-Urbino. L’ordine del giorno in questione (la prima firma é quella dell’on. Maria Lenti, ma ci sono, tra i firmatari, anche i nomi di Mantovani, Gasperoni, Polenta, Giacco, Sodano ed altri) giunge in un momento particolare. Per favorire il trasporto su rotaia, l’Unione europea ha, infatti, stanziato fondi consistenti destinati a ripristinare vecchi tracciati ferroviari. Questo ha messo in moto i nostri organismi provinciali e locali che si stanno attivando per inserirsi in questa operazione. La Provincia sta organizzando un convegno da tenersi nel gennaio prossimo a Pesaro, proprio per affrontare il tema del ripristino della Pesaro-Fano-Urbino. Non solo. Si parlerà anche del prolungamento della ferrovia fino a Pergola: e questo pure sarebbe un ripristino. Infatti la Urbino-Pergola, distrutta nel secondo conflitto mondiale, non é stata più ricostruita e solo i meno giovani se la ricordano e si rammentano in particolare che da Urbino si poteva andare e tornare da Roma in giornata. Il suo ripristino darebbe un forte impulso a tutta la linea.

gdl

Da: Il Resto del Carlino del 17/12/1999
 
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Pergola – La tratta per Fabriano non funziona d’estate e di domenica: “Convogli speciali”
Il turismo salverà la linea dimezzata?
PERGOIA — Rilanciare la tratta Pergola - Fabriano piuttosto che sopprimerla, è questo il progetto che si sta diffondendo fra un numero sempre più elevato di pergolesi e le idee non sembrano mancare. Si sta pensando ad un rilancio turistico, facendo percorrere i binari da locomotive a vapore o da treni speciali, sull’esempio di quanto già avviene in Romagna e in Toscana. In occasione della Fiera del Tartufo si potrebbe istituire un convoglio dedicata al prezioso tubero e altri treni per le manifestazioni che periodicamente si tengono nella città cesanense ( Festa del Vino, rassegna filatelica, ecc...). E ancora, perché non organizzare un convoglio a vapore che accompagni i turisti al “Museo dei Bronzi Dorati e della città di Pergola”? Si tratta di idee valide e di facile applicazione. La linea in questione, infatti, non é attiva la domenica e nei mesi estivi: per cui non ci sarebbero particolari problemi nell’organizzazione di questi treni turistici, che potrebbero usufruire del tracciato proprio nei giorni festivi. Oltre ad un rilancio turistico, si sta pensando ad un rilancio globale della ferrovia. Nel lontano 1984 si parlò del prolungamento della linea verso Fossombrone, realizzando una bretella di soli 16 km che avrebbe di nuovo messo in comunicazione la Fabriano-Pergola con la Fano-Urbino. L’iniziativa partì dalla Pro Loco che organizzò il “I° convegno sulle linee interne marchigiane”. Giunsero, in quell’occasione, esperti e responsabili delle ferrovie da Roma, dal Compartimento Ferroviario di Ancona, numerosi politici e sindaci della zona. La proposta di collegamento tra Pergola e Fossombrone riscosse allora molto interesse e si parlò di un By-Pass ferroviario che, correndo parallelo alla tratta adriatica, collegasse Fano con Fabriano e Civitanova Marche. Un tracciato sul quale far transitare i convogli merci decongestionando così la tratta adriatica. Quello però, nonostante il successo, fu il primo ed ultimo convegno. Adesso che Pergola sembra vivere di un certo risveglio, perché non riprendere quell’iniziativa?
Federico Temperini

Da: Il Resto del Carlino del 17/12/1999
 
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2000
Urbino – Documento unanime del consiglio comunale su proposta del Polo. Fattori: “Noi puntavamo tutto sul progetto Cioppi, ma va bene così”
Tutti di nuovo sul treno dei sogni: “Riaprite la ferrovia”
URBINO – Tutti in treno. Il desiderio degli urbinati di riavere la ferrovia é stato fatto proprio da! consiglio comunale che ha approvato una mozione: “Il consiglio comunale nel riaffermare con forza la necessità che le nostre aree territoriali ed Urbino siano a pieno titolo incluse nei programmi di rilancio e realizzazione di una nuova, più adeguata e moderna rete ferroviaria, esprime apprezzamento per i progetti che consentano l’uscita definitiva dei nostri territori dall’isolamento ferroviario e ribadiscono l‘urgenza di una rapida soluzione; impegna la giunta comunale a compiere una attenta verifica e approfondita ricognizione dello stato e della evoluzione degli importanti progetti al fine di giungere ad individuare le proposte di più utile e realistica fattibilità giungendo a promuovere una conferenza dei servizi che ne verifichi le possibilità”. In proposito il consigliere Gabriele Fattori afferma che “il Polo per Urbino lo considera uno dei migliori risultati che l'organo di indirizzo e controllo politico abbia saputo produrre negli ultimi mesi”.

E aggiunge: “L’originaria proposta del Polo, nella quale si chiedeva, più di quello che si chiede nella proposta approvata, di riconoscere la validità del progetto dell`ing. Raffaello Cioppi (la direttissima Venezia-Urbino-Roma) e, coerentemente ma non anche come se fosse l’unico degno di considerazione, di sostenerlo presso gli enti interessati. C’è stato detto che ciò avrebbe pregiudicato la fattibilità dei progetti alternati”. Per quali motivi misteriosi, non si sa. Ma per una volta il risultato che conta è un altro: maggioranza e minoranza sono riuscite ad impegnare la giunta su qualcosa di concreto”. Anche il consigliere regionale Lucio Venarucci (Ds) ha presentato un ordine del giorno in cui si chiede l’impegno della giunta regionale affinchè venga ripristinata la linea Urbino-Fano e si proceda alla progettazione del tratto Pergola - Fossombrone.

Da: Il Resto del Carlino del 6/2/2000
 
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Il caso – Nuovo attivismo per la riattivazione della Fano – Urbino e per il collegamento Roma - Venezia
Ferrovia: conferenze e progetti
Gubbio rilancia l’idea – Cioppi: solo tempi lunghi
URBINO - Non ci resta che sognare. Quando si parla di ferrovia i progetti e le ipotesi si accavallano e i cittadini non riescono a raccapezzarsi molto, soprattutto per quanto riguarda le effettive prospettive di realizzazione, per lo meno in tempi plausibili. Pur senza perdere di vista il futuro più o meno lontano, bisogna tenere conto che c’è anche l’oggi con problemi ed esigenze che vanno affrontati con tempestività, e occorre considerare che i finanziamenti non saranno mai tali da poter mettere mano a tutto quanto si vorrebbe fare. Cerchiamo di fare un quadro della situazione. Recentemente, l’onorevole Maria Lenti ha presentato un ordine del giorno, firmato da numerosi parlamentari, con il quale “la Camera impegna il Governo ad inserire, nell’ambito del potenziamento delle ferrovie, nei programmi delle FS spa, gli studi di fattibilità ed i finanziamenti, in accordo con la Regione Marche, per il ripristino del ramo ferroviario Pesaro – Urbino”. E’ facile rilevare che questa linea potrà avere un futuro se rappresenterà un collegamento rapido e veloce tra Urbino e la ferrovia adriatica, utilizzata da una buona fetta della popolazione universitaria proveniente dalle regioni costiere del paese. E soprattutto se non resterà un ramo secco. Sul ripristino della linea non sembra si siano ancora pronunciati con chiarezza gli enti locali interessati. Anche il consigliere regionale Lucio Venarucci ha presentato un ordine del giorno al consiglio regionale “affinchè venga ripristinata la linea Fossombrone – Urbino - Fano e si proceda alla progettazione del nuovo tratto Pergola - Fossombrone, collegando così Fabriano con Urbino e di conseguenza Urbino con Roma”.

Il collegamento ferroviario con la capitale (che passava da Cagli) é stato distrutto nel secondo conflitto mondiale e non é stato più ripristinato. Eppure questa linea ha svolto una funzione storica: permetteva di andare da Urbino a Roma (e ritorno) in giornata, con tempi di percorrenza che sarebbero invidiabili anche oggi. Ci sono poi le proposte di più ampio respiro. Nel 1989 l’ingegnere Raffaello Cioppi, urbinate, ha elaborato il progetto preliminare della direttissima Roma – Urbino - Venezia che presenta diversi aspetti positivi. Il comune di Gubbio ha riaffermato recentemente la validità del progetto, ma la Regione Umbria sembra preferire il collegamento Roma - Venezia - Trieste che si attiverebbe in due canali, nelle linee Roma – Arezzo - Sansepolcro e Roma – Foligno – Perugia - Sansepolcro per poi dirigersi da Sansepolcro sia verso Urbino e Fano che verso il Nord servendo, in quest’ultima direzione San Marino – Rimini – Ravenna – Venezia - Trieste. Negli intendimenti il progetto diventerebbe, attraverso la Fano-Urbino-Sansepolcro, un asse subappenninico trasversale “Tirreno-Adriatico” e collegherebbe altresì la Fabriano-Urbino-Rimini. Ma quando? Intanto si farà una conferenza di servizi.

Da: Il Resto del Carlino del 10/2/2000
 
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Il sindaco chiede a Provincia e Regione di impegnarsi sui progetti ferroviari
” Il treno a Urbino non è un sogno”
URBINO - Un treno chiamato desiderio. L’amministrazione comunale rilancia la richiesta di collegamenti ferroviari - riapertura della tratta Fano Urbino e progetto della linea Roma Venezia - per rompere l`isolamento di Urbino. Il sindaco sottolinea che il clima politico ora é più favorevole a queste opere. Massimo Galuzzi ricorda l'approvazione all’unanimità da parte del consiglio comunale di “un importante ordine del giorno con cui si riafferma la necessità di rilanciare con forza i collegamenti ferroviari sul nostro territorio. Il Consiglio ha superato qualche limitata visione iniziale, ed ha indicato la validità dei progetti di cui, con un nuovo interesse, si sta discutendo. Il documento approvato sottolinea oltretutto il valore culturale di una scelta che rilanci, nel nostro Paese, il collegamento su rotaia.

“L'amministrazione comunale di Urbino - si legge nella nota del sindaco - pur consapevole delle difficoltà esistenti, si impegnerà con decisione per ottenere il ripristino e lo sviluppo del servizio ferroviario. Oggi più che in passato sembra essere il momento giusto per ottenere risultati positivi. Ricordo infatti - sottolinea il sindaco — che nel dicembre 1999 il Parlamento ha impegnato il Governo ad inserire nei programmi delle ferrovie dello Stato Spa gli studi di fattibilità ed il reperimento dei finanziamenti per la riattivazione del tratto ferroviario Pesaro - Fano - Urbino. Poco più tardi, l’8 febbraio scorso, il consiglio Regionale delle Marche ha approvato un ordine dal giorno che impegna la Regione a adoperarsi per il ripristino della linea ferroviaria per il collegamento Fabriano-Urbino. Come si può notare, il trasporto su rotaia sembra decisamente conoscere una nuova attenzione.

“Alla luce di queste nuove prospettive - conclude Massimo Galuzzi - ritengo perfettamente giusta la protesta dell'amministrazione comunale e dei cittadini di Pergola contro la soppressione di alcune corse del collegamento ferroviario fra Pergola e Fabriano. Questi tagli ai collegamenti li considero un fatto negativo per tutta la provincia, che mette in evidenza, ancora una volta, la grave cecità degli organi competenti che non comprendono l'importanza dello sviluppo di questo servizio. Ora mi attendo che la Provincia e la Regione raccolgano le richieste che arrivano dalla cittadinanza e dalle amministrazioni comunali e si facciano promotrici del rilancio della ferrovia, in quanto strumento di sviluppo economico e culturale”.

Da: Corriere Adriatico del 13/2/2000
 
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I progetti della Provincia, a luglio un convegno sul trasporto ferroviario
PERGOLA – “La valorizzazione dei collegamenti ferroviari è una delle priorità di questa Amministrazione, il nostro è progetto a d ampio respiro che non interessa naturalmente solo il "treno dei tesori" attraverso le città d’arte, ma anche i tesori interni come la Pergola – Fabriano e la Fano – Urbino- Pergola”. La puntualizzazione arriva dal presidente della Provincia Palmiro Ucchielli dopo l’interesse suscitato dal percorso tra Roma e Venezia passando per Perugia, Urbino e Rimini, progettato dall’ingegner Raffaello Cioppi, al centro di un ordine del giorno approvato dal consiglio provinciale. Il programma della Provincia prevede infatti uno studio generale di fattibilità che privilegia i collegamenti delle zone interne con la rete ferroviaria nazionale, al quale seguiranno i progetti e la ricerca dei finanziamenti necessari.
“Questa prima fase - spiega il presidente Ucchielli – comporta una verifica e un confronto tra i vari livelli istituzionali (ferrovie dello Stato, ministeri dei Trasporti e dei Lavori pubblici, Regione, Province, Comuni, Comunità montane) per definire le priorità e la concreta realizzazione delle ipotesi progettuali, vale a dire i finanziamenti necessari e quale soggetto dovrà poi gestire i vari tratti”.

E proprio per fare il punto della situazione la Provincia organizza per luglio una giornata di studi dedicata al "nodo da sciogliere" del trasporto ferroviario. ln primo piano ci sarà il collegamento trasversale, da una parte il potenziamento della Pergola - Fabriano, dall’altra la realizzazione della Fano - Urbino - Pergola, inserita nei programmi del Piano regionale dei trasporti già nel ’94, per formare una sorta di anello ferroviario. “Sono in corso contatti con il ministero dei Trasporti – sottolinea Ucchielli - per individuare le risorse necessarie per la progettazione e la realizzazione del tracciato Fano – Fossombrone – Urbino, chiuso nel 1985 dalle ferrovie, e del nuovo tratto tra Fossombrone e Pergola che si andrebbe a congiungere, attraverso l‘esistente ramo Pergola – Fabriano da potenziare, alla linea ferroviaria Ancona – Orte e a nord con Sant’Arcangelo di Romagna”.

Da: Corriere Adriatico del 27/4/2000
 
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ANNUNCIATA GIORNATA DI STUDI SUI PROGETTI FERROVIARI
La Provincia sale sul treno
PERGOLA. Le ferrovie locali rinasceranno. Parola del presidente della Provincia di Pesaro e Urbino Palmiro Ucchielli il quale dice: “Io non sono un sognatore né mi illudo facilmente. Ma sul ritorno del treno quale servizio attivo nella nostra provincia vale la pena di crederci. Perché sono convinto che i collegamenti ferroviari vecchi come la Fano-Urbino e Pergola-Fabriano ma anche i nuovi come il tratto Fossombrone - Pergola e il ’treno dei tesori’ sono obiettivi su cui lavorare. Non sono abituato a disegnare scenari che non hanno poi possibilità di realizzazione. E allora dobbiamo procedere a piccoli passi, cominciando a capire che cosa significa ripristinare il treno dove ora non c’è più, quanto costa, quali potrebbero essere i ritorni economici, insomma, fare un piano industriale. Per tutto questo, l’amministrazione provinciale sta organizzando per luglio una giornata di studi con esperti, tecnici, professionisti del settore, per valutare il da farsi. Sarà un giorno importante per il futuro ferroviario di questa terra”.

Si legge in una nota dell’amministrazione provinciale: “Il nostro programma prevede uno studio generale di fattibilità che privilegia i collegamenti delle zone interne con la rete ferroviaria nazionale, al quale seguiranno i progetti e la ricerca dei finanziamenti necessari. Questa prima fase - spiega Ucchielli - comporta una verifica e un confronto tra i vari livelli istituzionali (ferrovia di Stato, ministeri dei trasporti e dei lavori pubblici, regione, province, comuni, comunità montana) per definire le priorità e la concretizzazione delle ipotesi progettuali vale a dire i finanziamenti necessari e quale soggetto dovrà poi gestire i vari tratti”. Da questo, nasce l’idea della giornata di studi per luglio. In primo piano ci sarà il collegamento trasversale, da una parte il potenziamento della Pergola – Fabriano, dall’altro la realizzazione della Fano-Urbino-Pergola, inserita nei programmi del piano regionale dei trasporti già nel ’94 per formare una sorta di anello ferroviario. Aggiunge Ucchielli: “ Sono in corso contatti con il ministero dei trasporti per individuare le risorse finanziarie per la progettazione e la realizzazione del tracciato Fano-Fossombrone-Urbino e del nuovo tratto tra Fossombrone e Pergola che si andrebbe a congiungere attraverso l’esistente ramo Pergola-Fabriano, alla linea ferroviaria Ancona Orte.

Da: Il Resto del Carlino del 27/4/2000
 
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La vecchia ferrovia? Una giungla
FERMIGNANO — Una battuta di caccia grossa? Non c’é bisogno di progettare un viaggio nell‘insidiosa Africa. Il continente nero é nella nostra terra quotidiana. Basta recarsi sui binari morti della ferrovia Fermignano - Urbino - Fano e ognuno si renderà conto con quali amministrazioni centrali o periferiche abbiamo a che fare. Altro che ramo secco. I ratti sono più vivi e vegeti che mai. Infatti, in alcuni punti le sterpaglie raggiungono quasi 2 metri di altezza. Crediamo bene che molti residenti, limitrofi al tracciato della vecchia ma indimenticata littorina, abbiamo alzato le maniche e si sian gettati, anima e corpo, alla pulizia delle erbacce. Ormai siamo ai livelli di giungla. Le ferrovie dello Stato sono ben indaffarate in problemi più consistenti, ma almeno due azioni di pulizia all’anno della vecchia ferrovia non dovrebbero incidere tanto nei loro mega-bilanci a nove zeri. Una vergogna per Fermignano. Il Comune non ha chiamato gli uffici preposti alla pulizia della ferrovia? Che aspettano? Forse che i cittadini si armino di falci? (e.g.)

Da: Corriere Adriatico del 4/6/2000
 
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Rilancio turistico grazie al Club Alpino
Fano - Urbino
Se la ferrovia diventa verde
Che sia proprio vero che il recupero della ferrovia Fano – Urbino, da ramo secco a ramo verde, debba attribuirsi al Club alpini italiano? Quando si dice che le vie del Signore sono infinite! In questo caso "del Signore delle cime". Eppure sembrerebbe proprio così. A tredici anni di distanza dalla chiusura, per la ferrovia si prospetta un rilancio in chiave turistica che ne scongiuri il definitivo abbandono. E' con questo obiettivo che si é costituita a Fano l'associazione "Fvm - Ferrovia Val Metauro" per iniziativa di un gruppo di appassionati del mezzo ferroviario, che in questi anni si sta impegnando per una riscoperta in chiave turistico-escursionistica di quelle linee cosiddette minori, un po` troppo frettolosamente chiuse al traffico. Tra i primi impegni della neonata associazione è il recupero del materiale rotabile storico, in stretta collaborazione con le Ferrovie dello Stato e i dopolavori ferroviari della zona; nonché la riscoperta delle bellezze del territorio metaurense, mediante l'utilizzo lungo l’asse ferroviario dismesso di veicoli leggeri (biciclette ferroviarie sulla scia del successo che analoghe iniziative hanno già riscosso in Francia, Germania e Svizzera, lungo tratte ferroviarie che hanno condiviso l'amaro destino della Fano Urbino. L’associazione ha sede in via del Domenichino 7/C ed è aperta e disponibile a soddisfare l’interessamento per l'iniziativa nei confronti di tutti coloro che condividono l`esigenza di non abbandonare una risorsa che può rivelarsi ancora preziosa per promuovere la valle del Metauro. (m.f.)

Da: Corriere Adriatico del 21/ 8/2000
 
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BIZZARRA PROPOSTA DELLA NEONATA ASSOCIAZIONE PER LA LINEA FAN0 – URBINO
”Riaprire la ferrovia per viaggiare a pedali”
Fano - Come fare per risvegliare una ferrovia “addormentata”? Facile, aderendo alla neonata associazione fanese “Amici ferrovia del Metauro”, la quale punta a risvegliare l’interesse verso quella storica e famosa linea ferroviaria Fano – Urbino, soppressa silenziosamente nel febbraio del 1987. “L’idea è venuta a me - spiega Carlo Bellagamba e ad alcuni miei amici, tra cui Plinio Pirani, Alessandro Fracasa, Antonio Guaiuna. Ci siamo detti che era giunto il momento di dare una piccola scossa a questo monumento industriale assopito. La nostra idea è quella di rivitalizzare la linea ferroviaria in maniera discreta e graduale, magari cercando di coinvolgere appassionati, addetti ai lavori, enti pubblici e quanti possono essere interessati all`iniziativa. Non si tratta di utilizzare treni con materiale ordinario, bensì mezzi ultra leggeri come le draisine a pedali e piccoli carrelli a motore. Giusto per mantenere al momento la linea in funzione”.

Niente di trascendentale, ma una idea già sperimentata con grande successo in Francia, dove su una linea ferroviaria abbandonata nel 1988 (che coincidenza), la Le Puy – Langogne, si ripristinò tre anni fa un servizio di velo-rail, ossia una sorta di biciclette a quattro ruote, simili a quelle impiegate nel secolo scorso per ispezionare le linee. Un successo turistico travolgente. “Il beneficio è quello di mantenere così i binari in funzione e di ripulire la sede ferroviaria ora ridotta ad un groviglio di sterpaglie” dice Carlo Bellagamba. Riusciranno i nostri eroi?
s. c.

Da: Il Resto del Carlino del 10/11/2000
 
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L’assessore Zacchilli affronta il problema della Fano – Urbino e lancia l’idea
Binari da metropolitana leggera
FANO — La destinazione della la Fano-Urbino é tuttora sospesa nel limbo. Nessuno ancora ha preso qualche decisione in proposito. Così si sta avvicinando la bella stagione e salgono le proteste da parte di quei cittadini che abitano nelle adiacenze della dismessa linea ferroviaria Fano-Urbino. Cespugli, rovi e terreni incolti non fanno altro che essere terreno fertile per la proliferazione di topi, ratti e altre specie animali che nessuno vorrebbe vedere girare in casa. Un problema già conosciuto dall’assessore ai lavori pubblici Dino Zacchilli.

Certo che per questa linea dismessa Fano-Urbino non si riesce a trovare una soluzione definitiva?
“Le ferrovie la considerano ancora una tratta, anche se non più utilizzata, con tutto quello che ne consegue in termini di pulizia e gestione appunto, ma é certo che bisognerebbe arrivare a trovare una soluzione”.

Pensa a qualcosa in particolare?
”Di ipotesi ne sono state fatte tante per decenni, anche fantasiose. Con le ferrovie però occorrerebbe trovare un accordo: o lo smantellamento definitivo oppure valutare se esiste la convenienza di utilizzare il percorso per crearvi una metropolitana leggera. Un’idea che potrebbe benissimo essere valutata dal sistema dei trasporti provinciali attualmente in fase di unificazione. Se ASET e Ami e poi anche i privati, in un’unica società trovassero la convenienza economica ad aprire una trattativa con le ferrovie, forse i vantaggi in termini turistici, sociali, ambientali sarebbero ben visibili, per Fano e tutto l'entroterra”

E la pulizia?
“Sono perfettamente a conoscenza dei disagi che devono sopportare i residenti lungo la ferrovia Fano - Urbino, ma le proteste non devono essere indirizzate al Comune bensì alle Ferrovie dello stato che sono ancora proprietarie della linea. Capisco l‘agitazione di quei fanesi, ma purtroppo come amministrazione non possiamo assolutamente intervenire per pulire il tratto di linea ferroviaria che attraversa il nostro territorio”.

Ma qualcosa, comunque, il comune avrà fatto?
“Certamente, mi sono fatto portavoce delle lamentale dei cittadini nel corso di un incontro che ho avuto con il direttore delle ferrovie del compartimento di Ancona. Ho fatto presente la situazione che è stata riconosciuta anche dai dirigenti del servizio i quali mi hanno assicurato che provvederanno alla pulizia. Comunque, dopo l’incontro, ho voluto ricordare l’impegno concordato con una lettera di richiesta di un intervento da effettuare con urgenza, visto che andiamo verso la bella stagione”.

Da: Il Resto del Carlino del 25/2/2001
 
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I lavori non ripartono? “Forse per via di un passaggio a livello”, dice D’Anna
I treni in mezzo all’Interquartieri
FANO - Recentemente l’assessore ai Lavori Pubblici Dino Zacchilli aveva assicurato che, fra i problemi che hanno determinato un lungo blocco dei lavori per il primo tratto della strada Interquartieri, non figuravano assenze di autorizzazioni. Non sembra pensarla così il capogruppo di An Giancarlo D'Anna, che dice: “Di ragioni per cui i lavori non ripartono ce ne sono diverse, ma sicuramente la nota trasmessa dalle Ferrovie via telefax al Comune lo scorso 11 gennaio ne spiega una parte ed apre nuovi scenari. In quella nota le Ferrovie affermano che "la linea ferroviaria Fano-Urbino non è dismessa ma solamente sospesa a tempo indeterminato e quindi suscettibile di riapertura in qualsiasi momento". E più avanti: “L’autorizzazione a realizzare il nuovo attraversamento potrà essere concessa solo dietro formale impegno di codesta Amministrazione ad assumersi, in caso di riapertura della linea, tutti gli oneri per la realizzazione e la manutenzione del passaggio a livello, in alternativa all‘eliminazione di un altro PL pubblico esistente, che potrà essere concordato con codesto Comune, eventualmente anche tramite la realizzazione di un'area di sottopassaggio”.

Dal che, sottolinea D'Anna, si evince che i lavori dell’Interquartieri erano iniziati senza l’autorizzazione delle Ferrovie e che la linea, non essendo dismessa, potrebbe anche essere riaperta ed in questo caso tutto l’importante traffico "interquartieri" sarebbe bloccato da un passaggio a livello. “Cosa intende fare l'Amministrazione - chiede D'Anna - far finta di niente o prevedere un sottopasso dai costi enormi e non previsti? E le ipotesi di un utilizzo della Fano-Urbino come metropolitana di superficie (che mi trovano d'accordo) hanno tenuto in considerazione problemi e costi o sono da considerarsi un’uscita estemporanea come altre di un assessore? Comunque sia il nuovo episodio dimostra ancora una volta che le centinaia di milioni spese dalla giunta Carnaroli in uomini, consulenze e studi, servono solo ai diretti interessati. Ai cittadini rimane lo sconforto di essere amministrati con superficialità ed arroganza alle quali si vanno ad aggiungere lo sperpero del pubblico denaro, e la pazienza, che ha costi ben superiori”.

Marzo 2001
 
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Tosi (Verdi) la vorrebbe al posto della ferrovia dismessa
”Meglio una pista ciclabile
“Quella linea ferroviaria dismessa costituisce solo un intralcio: trasformiamola in pista ciclabile”. A parlare così é Enrico Tosi, esponente dei Verdi, che da tempo caldeggia l`idea di un riutilizzo ecologico di questa struttura che si dilunga dalla costa all`entroterra. Si tratta della linea ferroviaria Fano-Urbino, il cui attraversamento, sembra abbia dilungato la ripresa dei lavori dell`interquartieri; anche il Comune di Saltara pare che sia stato messo in difficoltà dalla presenza delle rotaie. “Per quanto ci riguarda - afferma Tosi - siamo convinti che la migliore soluzione sarebbe la trasformazione della Fano-Urbino in pista ciclabile, lunga oltre 40 chilometri, dalle enormi potenzialità turistico-sportive; tra l’altro potrebbero arrivare finanziamenti europei a coprire i costi che secondo un computo metrico dovrebbero aggirarsi sui 6-7 miliardi. Una verifica lungo il tracciato dovrebbe convincere anche i più affezionati estimatori della ferrovia che la stessa é morta da anni e che é ora di seppellirla”. Il che non significa che nella stessa vallata del Metauro non debba esistere una ferrovia: in altra sede meno asfittica di quella attuale (preferibilmente lungo la superstrada) con un raggio d`azione tale da comprendere le vicine vallate del Tevere e dell'Arno, avrebbe senso creare un collegamento ferroviario tra Tirreno e Adriatico che avrebbe un bacino di utenza molto più consistente di quello, in verità modesto, dell’ambito provinciale. La pista ciclabile appare come una soluzione più razionale di una metropolitana leggera. Spetta alla provincia sciogliere finalmente il nodo. (m.f.)

Da: Corriere Adriatico del 2/4/2001
 
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Gli assessori di Fano e Fossombrone hanno inviato una nota di protesta
La Fano - Urbino corre tra le erbacce
FOSSOMBRONE – “L`unione fa la forza”. Gli assessori ai lavori pubblici, Gianfranco Ioni (Fossombrone) e Dino Zacchilli (Fano) hanno preso alla lettera il vecchio adagio. Evidenziando che la linea ferroviaria Fano-Urbino, soppressa negli anni ottanta, ma senza essere mai stata dismessa dalle Ferrovie, hanno inviato alla direzione delle Ferrovie di Ancona una “risentita” lettera in cui si fa rilevare che “rimane ancora un problema aperto a fronte di notevoli disagi per tutti i centri interessati. Non è tollerabile che la linea venga tenuta in uno stato di abbandono. Chiediamo con forza - si legge nella nota - che le ferrovie provvedano alla manutenzione della tratta eliminando la vegetazione spontanea che oramai ha preso il sopravvento con il rischio di incendi e ricettacolo di animali che raggiungono anche le abitazioni circostanti". La nota rivolge alla direzione delle ferrovie un "patetico" appello: “ Noi auspichiamo che si arrivi, tra Ferrovie, Regione, Provincia e comuni, ad individuare un possibile uso della linea, verificando prima la possibilità di ripristinare la sua originaria funzione di trasporto, magari gestito da aziende di trasporto come linea metropolitana leggera in grado di trasferire su rotaia gran parte del traffico viaggiatori che attualmente si servono del trasporto su gomma. In attesa di possibili soluzioni sollecitiamo "con forza" le ferrovie a fare intanto il proprio dovere”.

Una sola considerazione: Quando l'allora ministro Signorile decise di tagliare i rami secchi per sanare il bilanci, guarda caso, si tagliò la Fano-Urbino con il plauso degli stessi socialisti della zona che "plaudirono l’iniziativa". Il disboscamento della sede ferroviaria é necessario. Non andiamo a rivangare il passato. La ferita è ancora aperta e la si riapre tutte le volte che in clima elettorale si parla della Fano - Urbino. Anche se non mancano ancora i tentativi, sempre più improbabili col passare degli anni, che questa tratta possa venire riattivata anche per il solo scopo di gite turistiche per l‘estate.
Mario Cardilli

Da: Il Resto del Carlino del 15/7/2001
 
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Fossombrone, intervento del Comune
La vecchia ferrovia ora si rifà il look
FOSSOMBRONE — Il Comune ha fatto ripulire - incaricando una cooperativa - il tratto della vecchia ferrovia che attraversa Fossombrone. Ha dato così una risposta concreta a tutti quei cittadini che avevano sottolineato il grande disagio in cui erano costretti a vivere perchè si erano create situazioni insopportabili in particolare per quanti abitano nei pressi della tratta in questione. Non é tollerabile che la vecchia linea ferroviaria venga tenuta in uno stato di sostanziale abbandono - avevano specificato gli assessori ai lavori pubblici di Fano Dino Zacchilli e Fossombrone Gianfranco Ioni in una lettera indirizzata alle Ferrovie dello Stato - chiediamo che le Ferrovie facciano le manutenzioni e tutti quegli interventi necessari a conservare un minimo di decoro lungo il tracciato e nei manufatti.

Noi auspichiamo - sottolineavano ancora gli assessori Zacchilli e Ioni - che si arrivi tra Ferrovie, Regione, Provincia e Comuni a definire tutta la questione e ad individuare un possibile uso di questa linea ferroviaria, verificando prioritariamente la possibilità di ripristinare la sua originaria funzione di trasporto, magari gestito dalle nostre aziende di trasporto, attraverso una linea di metropolitana leggera che fosse in grado di trasferire su rotaia gran parte del movimento di persone oggi attuato su gomma. Per buona fortuna stavolta il Comune è stato sollecito sia nella denuncia ma ancor più nel porre un rimedio fondamentale perché senza esagerazione alcuna si era determinata una realtà che definire impressionante era semplice eufemismo. La novità è stata accolta con piacere. La linea ferrata è tornata alla … luce come mostra la foto.
(r.g.)

Da: Corriere Adriatico del 29/8/2001
 
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Pergola – Gli Enti investono, ma stazione e treni sono in completo abbandono
Soldi per i progetti, intanto la linea ferrata muore
Pergola – La giunta comunale ha stanziato 12 milioni per la compartecipazione finanziaria volta alla realizzazione di uno “Studio di fattibilità per opere pubbliche, collegamento ferroviario trasversale Fano – Fossombrone – Pergola – Fabriano”. Incaricata della redazione del progetto è la SVIM Marche per un costo totale di 324 milioni.. La copertura finanziaria sarà assicurata, oltre che dal Comune di Pergola, dalla stessa SVIM e dagli altri enti direttamente coinvolti nel progetto: Provincia, Camera di Commercio di Pesaro, comuni di Fano, Pesaro, Urbino e Fossombrone. Lo studio di fattibilità riguarderebbe, infatti, la possibilità di ricongiungimento della tratta Fabriano – Sassoferrato – Pergola con la vecchia linea Fano – Urbino. Progetto più volte discusso, che vede il parere favorevole della Provincia di Ancona e dei comuni di Fabriano e Sassoferrato. La nuova tratta permetterebbe di trasformare l’attuale sistema ferroviario marchigiano “a corridoio”, in un sistema integrato a rete. In particolare verrebbe aperto un itinerario sostitutivo al congestionato tratto adriatico.

Un progetto importante che però non sembra cambiare l’attuale posizione di disinteresse di Treni Italia per la Fabriano – Sassoferrato – Pergola. La stazione ferroviaria pergolese è all’abbandono: manca una biglietteria, una cabina telefonica, le indicazioni con gli orari degli arrivi e delle partenze sono ferme al 9 giugno, i servizi igienici sono chiusi da anni.. Per non parlare della totale mancanza di coincidenze “da” e “per “ Roma, Ancona, Macerata. In particolare risulta clamoroso il disservizio con la corsa della 14,22 da Pergola. Il treno, prima di ripartire per Fabriano, rimane fermo in stazione circa 10 minuti e arriva alla città della carta alle 14,54: esattamente dopo 2 e 3 minuti la partenza di un regionale per Ancona e di un interregionale per Roma.
Federico Tempestini

Da: Il Resto del Carlino del 16/11/2001
 
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2002
E’ NATA UNA ASSOCIAZIONE CHE SPINGE PER APRIRE UNA TRATTATIVA CON LE FERROVIE
”Acquistiamo la Fano – Urbino”
FANO – “La ferrovia Fano-Urbino va preservata come capitale per le future generazioni ed il modo migliore per farlo é acquistarla”. Questo il messaggio che lancia Carlo Bellagamba, presidente dell’Associazione Ferrovia Valle Metauro, gruppo che raccoglie una cinquantina di soci.

Dottor Bellagamba, ma perché le Ferrovie dovrebbero vendere questa tratta?
Mi vengono in mente subito due motivi. Il primo è che le Ferrovie non riapriranno mai questa linea, come pure quella da Urbino a Fabriano se guardano solo al risultato economico; il secondo è che tenendola chiusa devono comunque sopportare un costo non indifferente. Nel loro bilancio la ferrovia chiusa Fano - Urbino pesa per circa 400 milioni di lire all’anno. Potersi liberare di questo bene e del conseguente costo di manutenzione, potrebbe essere la molla per una trattativa con questo Ente”.

E chi tratta con le Ferrovie?
“La Provincia quale ente territoriale dove é localizzata la linea, potrebbe essere l’interlocutore. Noi come Associazione Ferrovia Valle Metauro ci siamo fatti vivi ed io, ad un recente convegno a Frontone, dove era presente il presidente Ucchielli ho di nuovo sollecitato l’opportunità di acquisto. Sarebbe bello se la Provincia desse qualche segnale di disponibilità. Altrimenti una seconda soluzione potrebbe essere un consorzio di comuni dove passano i binari. Non é una soluzione peregrina, in quanto è già stata sperimentata con successo in Francia e qualcosa del genere si sta facendo anche nel Lazio con la Capranica-Civitavecchia”.

Dimentica un particolare: i soldi?
“Anche qui ci viene in aiuto l’esperienza di altri Paesi che hanno ottenuto fondi dall’Unione europea per progetti che qualificano il territorio soprattutto dal punto di vista turistico”.

Perché quale potrebbe essere il futuro della Fano-Urbino?
“Una gestione diretta della linea costerebbe meno dei 400 milioni che oggi spendono le Ferrovie, anche perché chi l’ha ricostruita nel ’55 ha fatto le cose per bene. Poi si può pensare ad un utilizzo con “biciclette” ferroviarie e mezzi leggeri, dai costi contenuti, ma di grande effetto ambientale e turistico. Solo in lontananza si può pensare ad una utenza passeggeri o merci a seconda dello sviluppo che avrà Urbino e la valle del Metauro. Nella nostra associazione ci sono fior di esperti in grado di fare progetti di utilizzo della Fano - Urbino, utili anche per la ricerca di fondi europei. Lasciare le cose così, in abbandono, è la peggior scelta che si possa compiere”.
s.c.

Da: Il Resto del Carlino del 13/3/2002

Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 26.02.2011
    Ultima modifica: 20.03.2011

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