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Ferrovia Fano - Urbino: rassegna stampa anno 2021


2021

Ferrovia Val Metauro non arretra sulla ciclabile

L’associazione chiede a Baldelli di restare fedele al mandato «Tracciato distante dai binari»

FANO La ciclabile Fano - Urbino continua a dividere. Tutti d’accordo nel benedirla ma su dove debba passare è sempre scontro frontale. Sul versante contrario a dare corso al progetto di tracciato lungo la ferrovia non arretra di un centimetro l’associazione Ferrovia Val Metauro, convinta che anche l’assessore regionale alle Infrastrutture Baldelli resterà fedele al mandato che si è assegnato e che «la costruirà come nelle altre province delle lontano dai binari». Intendimento che non giustificherebbe il «nervosismo» palesato dai favorevoli al progetto originario. «Perché ci si dovrebbe agitare tanto per l’ubicazione? A chi può importare seriamente del punto esatto in cui passa il percorso se l’obiettivo è avere una ciclabile nella valle? E perché tanta inquietudine se lo spostamento sarà di 5,10 o 100 metri dal binario?» si chiede Fvm, che giudica «ridicolo e surreale» il movimento d’opinione che Fiab e For.Bici sono decise ad alimentare attraverso una petizione, sospettando che dietro tanta determinazione si possa nascondere il «forte interesse di fare una ciclabile causando un danno irreparabile alla ferrovia». L’associazione rivendica trasparenza e linearità delle proprie posizioni («abbiamo sempre evidenziato i pregi della linea e cercato soluzioni per i difetti senza insabbiarli. E non abbiamo mai negato l’esigenza di una mobilità ciclabile, chiedendo solo che non si sovrapponessero»), ritenendole molto più ragionevoli di quelle di chi «sancisce l’inutilità della linea ferroviaria, schernendone i sostenitori, inventando norme, sfornando dati gonfiati e cercando solo di creare nuovi problemi al fine di decretarne la non fattibilità».

«Il Governo non ceda»

Il riferimento è a «nuove abitazioni vicine al tracciato, nuove strade sopra, progetti e piani territoriali che non considerano la ferrovia», tutti elementi che sarebbero messi artatamente in campo «per affermare poi che il lavoro di recupero è complesso, come se ciò fosse accaduto per cause naturali e non per insipienza o astuta pianificazione di qualche amministratore». Tornando ad invitare il nuovo governo regionale «a non cedere al martellamento di chi è contro il treno», Fvm ribadisce che «realizzare una ciclabile che non interferisca con la linea è un bene per tutti e la miglior risposta a chi vuole sfasciarla». Il prossimo passo in questa direzione non può che essere «sfruttare il milione di euro a disposizione, più che sufficiente a redigere un documento completo e aggiornato per il confronto con enti territoriali, Rfì e Mit».   Andrea Amaduzzi

Da: www.corriereadriatico.it del 2/1/2021

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CICLOVIA SUL METAURO, BALDELLI: “PRONTA LA NUOVA IPOTESI PROGETTUALE. AL VIA LE CONSULTAZIONI CON I SINDACI”

La nuova ipotesi progettuale della ciclovia sul Metauro è pronta. L'assessore alle Infrastrutture Francesco Baldelli ha già programmato le consultazioni con i sindaci di Fano, Cartoceto e Colli al Metauro per condividere il nuovo percorso ed eventualmente apportare modifiche migliorative che dovessero emergere durante i confronti. “Come promesso, non abbiamo perso tempo e abbiamo elaborato in poche settimane un nuovo tracciato da sottoporre all'attenzione dei sindaci coinvolti - spiega l'assessore Baldelli -. Abbiamo recuperato il ritardo accumulato dalla precedente amministrazione regionale che, dopo aver ricevuto ben due negativi pareri alla sua progettazione, era di fatto rimasta con le mani in mano. Dunque, superata la fase di confronto con i Comuni coinvolti, procederemo celermente all'affidamento del progetto definitivo, per poi applicare la procedura dell'appalto integrato, ovvero chi si aggiudicherà l'appalto dovrà sia redigere l'esecutivo sia eseguire i lavori, per un valore di 4,5 milioni di euro già finanziati”. La nuova ipotesi progettuale prevede che la ciclovia non sia più posta immediatamente a fianco dei binari ma distanziata almeno di cinque metri e fino a un massimo dodici. “In questo modo - ribadisce l'assessore Baldelli -, manteniamo aperta la possibilità di ripristinare in futuro la tratta ferroviaria Fano-Urbino non solo come turistica, ma anche come mezzo di trasporto pubblico locale. Infatti, la previsione originaria di realizzare la ciclovia a solo un metro e mezzo di distanza dai binari avrebbe pregiudicato per sempre la possibilità di creare una futura metropolitana di superficie dedicata al trasporto pubblico urbano. Perché togliere ai residenti di costa ed entroterra la possibilità futura di spostarsi agevolmente e celermente da un territorio all’altro con un mezzo pubblico sostenibile e veloce, in alternativa all’utilizzo delle auto? Non possiamo pensare che la ciclovia, per quanto utile, possa rappresentare l’unica l’alternativa sostenibile alle auto. Privilegiare una soluzione a scapito dell’altra sarebbe stato da miopi”. “Allo stesso tempo - aggiunge l'assessore Baldelli - la nuova ipotesi progettuale ci consente di bypassare i pareri negativi del Ministero delle Infrastrutture legati all'utilizzo del sottopasso autostradale. Va infatti ricordato che il progetto di realizzazione della ciclovia della scorsa amministrazione, che prevedeva la ciclabile posta a un metro e mezzo dalla ferrovia dismessa, si era fermato allo studio di fattibilità tecnico economico. Infatti, dopo il suo invio per la Conferenza dei servizi, il Ministero delle Infrastrutture aveva dato un primo parere negativo il 20 marzo 2020, chiedendo alla Regione una integrazione di documenti. Nonostante l’integrazione, il Ministero aveva dato un secondo parere negativo il 15 aprile 2020. Da allora era stato tutto bloccato. La nostra nuova ipotesi progettuale consentirà invece di bypassare le criticità del vecchio studio di fattibilità e quindi anche di accelerare i tempi, preservando la possibilità di riattivazione e sviluppo della linea ferrata”.

https://www.regione.marche.it/In-Primo-Piano/ComunicatiStampa//id/29721/p/1/CICLOVIA-SUL-METAURO-BALDELLI-PRONTA-LA-NUOVA-IPOTESI-PROGETTUALE-AL-VIA-LE-CONSULTAZIONI-CON-I-SINDACI

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FANO-URBINO, ARTICOLO 1: "A CHI GIOVA UNA CICLABILE ACCANTO AI BINARI?"
05/01/2021 - Periodicamente sui quotidiani si torna a parlare della ferrovia Fano-Urbino e del suo ripristino. Una tratta chiusa al traffico 43 anni fa, nel 1987, e che è rimasta sostanzialmente integra tanto nel percorso che nelle gallerie, nei viadotti, nei ponti ecc.  

Nei giorni passati il consigliere regionale Andrea Biancani, vice presidente della Regione Marche, ha riproposto con insistenza il progetto di costruire una pista ciclabile affiancata al tracciato dei binari. Tale caparbietà, nonostante la bocciatura da parte del Ministero Infrastrutture e Trasporti, agli occhi di Art.1, che da sempre ha sostenuto il ripristino della ferrovia e l’azione dell’Associazione Ferrovia Valle del Metauro, quantomeno appare suscettibile di interrogativi che generano domande, nel tentativo e con la speranza che Biancani risponda per fare chiarezza. 
Ci domandiamo e gli domandiamo, allora: “Perché una pista ciclabile in un territorio che nella sua parte terminale, poco meno del 50%, è particolarmente irto per chi va in bicicletta?”, “Non ricorda, Biancani, che in occasione di qualche Giro d’Italia proprio in Urbino veniva stabilito il premio della montagna?”, Altra domanda a cui il Consigliere, Vice presidente, dovrebbe rispondere è: “A chi giova?” Sicuramente una pista ciclabile non è utile per incrementare il turismo, meno che meno quello culturale qual è ipotizzabile nell’alta valle del Metauro e in Urbino. Tanto meno può essere utile per la viabilità e la sicurezza dei cittadini, l’ipotesi della pista ciclopedonale cosa sostenuta con particolare fervore dalla FIAB Fano. Non sono queste le soluzioni ai problemi sociali ed economici dell’entroterra. Art.1 ritiene che le proposte per il futuro e il ruolo dei territori interni, non si esauriscono nell’importanza o nel rilievo storico-culturale anche se parlare di questi territori significa riferirsi in particolare a una intera area segnata dalla stessa cultura storica e, in quanto tale, unitaria, intensa e diffusa.  
Ripetutamente Art. 1 ha detto e ribadito, che i problemi prioritari riguardano la sanità pubblica, la riapertura dei presidi sanitari periferici, l’economia, il ripopolamento dei territori, la viabilità, la possibilità di comunicazione, di trasporto, ecc. Per tornare a svolgere un ruolo utile allo sviluppo di tutta l’area collinare e montana occorre pensare ad una politica di ampio respiro non a “giochetti” ma a progetti seri di collegamento con i territori limitrofi, e le altre realtà.  In questo quadro di riassetto del territorio occorre impegnarsi anche per una riapertura della tratta ferroviaria Fano-Urbino che può acquistare un peso nel raggiungimento di tali finalità. Leggiamo quindi in chiave positiva alcune dichiarazioni del Sindaco di Urbino, Maurizio Gambini, che ora sostiene l’importanza della viabilità e il ripristino della ferrovia, sia pur come metropolitana leggera di superficie e perora un’unità di intenti per risollevare le situazioni dei territori interni. Concetti che Art.1 ha da tempo evidenziato e ribadito nei propri documenti. Ricordiamo però a Gambini e a quelli che insieme a lui, oggi, perorano la inderogabilità dei collegamenti e la riapertura della ferrovia, che non è più pensabile né accettabile ripetere un’ulteriore alienazione del patrimonio pubblico (ci riferiamo alla vendita dei terreni della stazione ferroviaria di Urbino alla Benelli armi).  Art.1 in particolare è in sintonia con le varie anime della Sinistra e sollecita un impegno di azione unitaria finalizzato al ripristino della ferrovia pensando anche in futuro ad una struttura che colleghi non solo la costa e l’entroterra ma congiungendosi con Pergola e Fabriano, secondo il progetto originario, colleghi questi territori con la capitale del nostro Paese.   da Articolo Uno Urbino e Aree Interne

https://www.vivereurbino.it/2021/01/05/fano-urbino-articolo-1-a-chi-giova-una-ciclabile-accanto-ai-binari/881018/

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«UNA METROPOLITANA DI SUPERFICIE» URBINO CAPOLUOGO TROVA ALTRI ALLEATI

La proposta dell’associazione presieduta da Giorgio Londei incassa il consenso del Rettore

LA MOBILITÀ  - URBINO - Nel momento in cui Pesaro e Fano stanno ragionando insieme per un arretramento della ferrovia, noi • dichiarano  Giorgio Londei e Ferruccio Giovanetti (Presidente e Vice Presidente di “Urbino – Capoluogo” l’associazione ducale che conta più 2500 iscritti)  riproponiamo con forza, e lo facciamo da diverse stagioni, la 'metropolitana di superficie' di inserire nei finanziamenti prestati per il "Recovery Fund”.

Idea basilare  - Lo stesso Magnifico Rettore dell’Università di Urbino, il professore di Economia Politica Giorgio Calcagnini, durante la sua personale audizione in consiglio comunale ha posto “l’idea come basilare per gli studenti nel futuro oltre che per cittadini e turisti. In fondo – ha aggiunto Calcagnini – non ho fatto altro che rimarcare ancora una volta la mia visione che avevo già lanciato agli Stati Generali della Provincia l'estate appena alle spalle. Ne avevo, comunque, parlalo anche personalmente - conclude il Rettore - anche con il sindaco Maurizio Gambini ed il suo collega pesarese Matteo Ricci. Ora si deve mettere d'accordo la politica...”.

La Regione - L’assessore regionale Francesco Baldelli con deleghe ai Lavori pubblici, governo del territorio, viabilità, politiche per la montagna e le aree interne, infrastrutture parla ora di metropolitana di superficie, intanto fra Fano e Urbino, ma “noi crediamo - aggiungono Londei e Giovanetti - con idea di non escludere e di estenderla tra Urbino/Valle del Foglia/Pesaro”. Gambini, il primo cittadino ducale, più volte si è espresso per la ferrovia “per togliere finalmente la città dall'isolamento”.-Nel corso del citato Consiglio comunale con audizione del Magnifico Rettore Giorgio Calcagnini, si sono associati con me -aggiunge Giorgio Londei - anche i colleghi consiglieri Federico Canginl e Luca Londei, e anche il capogruppo Lorenzo Santi, segretario locale PD ha avuto accenti positivi. Se lo studioso e storico Paolo Uguccioni ha pubblicato, recentemente, la mappa del tracciato ferroviario Pesaro - Cà Gallo per ricongiungersi alla Urbino – Rimini e risalente a prima del 1929, noi dell’associazione “Urbino Capoluogo”  crediamo - ha concluso Giorgio Londei – che sia tempo e luogo di affrontare, oggi, una ipotesi suggestiva e affascinante ancorché difficile, ma niente oggi è semplice”. Le dichiarazioni del neo assessore regionale Baldelli, tra l'altro, di pronunciare il “de profundis” alla ciclabile a fianco della ferrovia Urbino Fano, ha trovato il plauso anche di Sinistra per Urbino. –“Infatti questo progetto fantasioso di ciclabile – scrive in una nota SpU - costituiva più una pericolosa minaccia per la ferrovia che una fattibile e utile arteria per i ciclisti”.

Il messaggio - “Il Pd e tutti coloro, forze politiche e associazioni della costa, dovrebbero rassegnarsi a non ostacolare ed impedire il ripristino della ferrovia e il rilancio «delle Infrastrutture per l'entroterra. La politica della trascorsa legislatura di penalizzare l'entroterra non ha portato bene. Se non si vuole che questa sconfitta duri a lungo - continua SpU - saranno necessarie politiche solidali di sinistra e personalità che offrano maggiori garanzie per un rilancio dell’entroterra.  Eugenio Gulini

Da: Corriere Adriatico del 6/1/2021

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FERROVIA FANO-URBINO, RUGGERI (M5S): “BENE I PRIMI SEGNALI CHE ARRIVANO DA BALDELLI”

La consigliera regionale del Movimento 5 Stelle conferma il suo pieno appoggio alla riattivazione della ferrovia Fano-Urbino.

Di Il Metauro 7 Gennaio 2021

 ANCONA – Se sulla sanità la nuova amministrazione regionale sembra non voler portare avanti una forte azione di discontinuità rispetto al Pd, fatta salva l’approvazione della nostra proposta di bloccare l’utilizzo del project financing per la costruzione dell’ospedale di Pesaro, prendo atto invece che sul fronte della ferrovia Fano-Urbino l’assessore Baldelli si sta impegnando nella direzione da tutti noi auspicata: buttare nel cestino quell’idea sciagurata del Pd, portata avanti dal Consigliere Biancani, di far costruire la pista ciclabile attaccata (1,5 metri) al sedime della ferrovia di fatto compromettendo fortemente la futura riapertura della linea”. Così la capogruppo del M5S in Regione Marta Ruggeri in una nota: “Il neo assessore afferma che questo progetto sarà definitivamente cestinato a favore di uno alternativo che definisco, se sarà così come enunciato, di buon senso: tenere la ciclabile in prossimità dei binari ma alla giusta distanza necessaria per non comprometterne l’uso. Questo è il giusto compromesso per portare avanti una idea lungimirante, cosa che evidentemente è mancata a chi l’ha preceduto: la ferrovia e la ciclabile sono due infrastrutture vitali sia dal punto di vista ambientale, essendo i due mezzi di trasporto più ecologici, sia dal punto di vista turistico, visto che i nostri territori sono vocati all’intermodabilita’ come nuovo modo di viaggiare “slow””.

Ruggeri prosegue offrendo sul tema una sponda: “Mi aspetto che nei prossimi mesi, dando da subito la mia disponibilità a mediare con il Governo attraverso i nostri parlamentari, si intervenga per avviare l’iter attraverso le procedure necessarie per la riattivazione ora a fini turistici, ma con l’obiettivo di riaprirla come metropolitana di superficie”. “Infine invito Baldelli”, conclude la consigliera regionale, “a non farsi distrarre dalle sirene che chiedono addirittura di costruire un nuovo tracciato ferroviario Pesaro-Urbino, progetto che gli stessi promotori definiscono “suggestivo e affascinante”, e io aggiungerei “fantasioso”. Concentriamo tutte le nostre forze sulla Fano-Urbino che è lì, pronta, solo da ammodernare. Poi fatto questo, potremmo pensare ad altre azioni equivalenti ma, ora, diritti verso la meta”.

https://www.ilmetauro.it/ferrovia-fano-urbino-ruggeri-m5s-bene-i-primi-segnali-che-arrivano-da-baldelli/?fbclid=IwAR2de3temegJxN1XU3sICF2gfOf7G57sEz8mCno-EP1OezPjYh-4egW9iKY

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UCCHIELLI: OK ALLA FERROVIA   E SCRIVE ANCHE A BALDELLI

L'ex senatore raddoppia sull'idea della metropolitana di superficie: non solo da Fano a Urbino ma anche dalla città ducale a Pesaro

Il sindaco di Vallefoglia favore­vole alla metropolitana leggera sulla Fano-Urbino, anzi II senato­re Palmiro Ucchielli rilancia sug­gerendo il completamento del percorso da «Urbino verso Montecchio e quindi a Pesaro». «Ho chiesto - aggiunge Ucchielli - che lo studio di fattibilità di Rfi (per il quale sono stati destinati un milione di euro in base all'ac­cordo di programma Rfi-Governo ndr) sla esteso a tutto il trac­ciato, fino a Pesaro». Ucchielli ri­tiene utile avere una metropoli­tana leggera che colleghi velo­cemente la costa con l'entroterra e in particolare la costa con Urbino. «Penso - afferma - ad un mezzo di trasporto ambientale e ecolo­gico In grado di muovere perso­ne e merci. Non a caso dopo l'approvazione in Senato del mi­lione di euro per lo studio di fat­tibilità sulla Fano-Urbino, ho chiesto che quello stesso studio fosse esteso su tutto il percorso fino a Pesaro, per completare l'anello». La senatrice Rossella Accoto che al Senato ha lavora­to per il risultato del milione di euro a favore della Fano-Urbino, non pensa sia cosi facile esten­dere lo studio di fattibilità «ad una infrastruttura che non esi­ste e che sarebbe totalmente nuova». Tra l'altro non è neppu­re escluso che Rfi abbia già mes­so mano allo studio: «Già prima della pandemia - fa notare la se­natrice Accoto - Rfi era già pron­ta a partire con il bando. Certo sarebbe importante se ci fosse un interessamento diretto da parte della Regione». Ucchielli, però, non demorde: «lo guardo al futuro e soprattutto guardo lontano: il nostro territorio ha bisogno di puntare sulla mobilità sostenibile. La Fano-Urbino non fu chiusa per i costi, ma per altri motivi. A me non interessa il pas­sato, voglio guardare al futuro con fiducia. Penso che quella di progettare una metropolita leg­gera sia una soluzione affasci­nante, una idea forte per colle­gare Fano-Urbino-Pesaro, ma deve trovare conferma nello stu­dio di fattibilità».

E ancora: «Non ho sentito nes­suno esprimere contrarietà a ta­le progetto che tra l'altro toccherebbe le aree di Fossombrone e di Montecchio: è un'occa­sione storica per il territorio di dotarsi di una mobilità sostenibi­le e di puntare su un progetto avveniristico. Per prendere spunto basta guardarsi un po' in­torno in Europa. Tra l'altro tanti soldi come ora non arriveranno più dall'Unione europea: l'importante è 'non perdere il tre­no'. Proprio per discutere di questo ho scritto all'assessore regionale alle Infrastrutture Francesco Baldelli». Baldelli, in­fatti, è l'assessore regionale che con l'obiettivo dichiarato di sal­vaguardare la ferrovia e il suo eventuale recupero, non solo tu­ristico ma anche come traspor­to pubblico locale, ha elaborato un nuovo percorso della ciclovia del Metauro che, non corre­rà più a fianco dei binari, ma ad almeno 5 metri dal sedime ferro­viario. Perché tanta attenzione da parte del comprensorio pesa­rese alla Fano-Urbino? «Temo­no - commenta Accoto - che in caso di sua riattivazione, Fano diventi il punto di riferimento tu­ristico per tutta la provincia». Anna Marchetti

Da: Il Resto del Carlino del 9/1/2021

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Come attrarre tanti potenziali visitatori. Certi segnali già raccolti dalla Romagna

COMPLETAMENTO FANO – GROSSETO, URBINO E LE CICLOVIE OPPORTUNITÀ PER IL TURISMO LOCALE

Giuseppe Panaroni, Guida ambientale escursionistica

Nel nord delle Marche il completamento della superstrada Fano Grosseto farebbe nascere nuove opportunità per il turismo; infatti, con il collegamento veloce Tirreno e Adriatico, può arrivare in particolare verso Urbino un turismo culturale che ora si muove in prevalenza sull'asse Roma Firenze. Urbino quindi come una sorta di ‘porta delle Marche* e non solo per chi usa l'auto: grazie ad un recente accordo, la città è più facilmente raggiungibile con i mezzi pubblici con un unico biglietto treno + bus: è facile quindi immaginare che, superati i problemi sanitari un territorio ricco di beni ambientali e culturali vedrà più di prima frequentatori provenienti dalla costa adriatica, specialmente dalla vicina Romagna. Può decollare anche il turismo in bicicletta in fortissima crescita in tutta Europa; a far da richiamo non solo la bellezza dei luoghi ma anche qualcosa che non può sfuggire ai tanti ciclisti amatoriali: le salite dedicate a campioni come Pantani sul Carpegna e Scarponi sui Petrano. Presto sarà apprezzata anche la Ciclovia Appenninica Alto Marchigiana (CAAM). un circuito ad anello tra 9 città , con punti di sosta, accoglienza e assistenza meccanica; senza dimenticare la ‘Straducale’ che già da qualche anno attira numerosi cicloturisti; a far da supporto l’immagine friendly" diffusa da Vincenzo Nibali, all’interno di una strategia impostata dalla Regione marche con una buona legge (38/2012) che sta producendo la rete ciclabile regionale. Come al solito, i primi a cogliere certi segnali sono stati alberghi ed agenzie della Romagna che già stanno “vendendo” un “prodotto” marchiano. il Montefeltro, da anni meta di cicloturisti americani, tedeschi, olandesi, ecc., spesso con relative compagne al seguito e sempre con guide specializzate; e la bici elettrica sta ampliando il mercato. Ma alle Marche le occasioni per rifarsi non mancano. La più vicina è la ciclo-via dei Metauro. Tra Fano e Fermignano la ciclabile è prevista in una sede sicura, separata dal traffico a motore, lungo i binari della ferrovia dismessa e non riutilizzbile come metropolitana per costi altissimi, norme di sicurezza, scarso bacino di utenza, ecc.; se però in futuro fosse riutilizzata a scopo turistico con trasporto bici, nascerebbe una “spina dorsale” collegata a strade a basso traffico, anche bianche, che renderebbe facilmente raggiungibili luoghi  bellissimi come le Marmitte dei Giganti, la Gola del Furlo, il bosco delle Cesane, borghi ben conservati, ambienti non inquinati, agriturismi, aziende enogastronomiche e tutto quello che rende piacevole un viaggio in bicicletta. Fortissimo sarebbe il richiamo di una città patrimonio Unesco come Urbino, da dove partire anche verso la costa pedalando in leggera discesa, o dove ritornare a bordo di bus attrezzati per escursioni giornaliere. Per attrarre tanti potenziali visitatori molto esigenti che si muovono anche in bassa stagione e mediamente spendono più degli altri; servono quindi infrastrutture di qualità confrontabili con quelle che stanno facendo la fortuna di tante regioni italiane e straniere. Nel nostro territorio le potenzialità esistono in abbondanza: tocca ai responsabili favorire un processo che fa bene alle persone e all’economia.

Da: Non solo Flaminia n. 9 Gennaio 2021

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Il dibattito sulla ex Fano Urbino

CICLOVIA DEL METAURO, LUCARELLI: «OPERA NECESSARIA, FARE PRESTO»

«Sulla ciclovia del Metauro l'as­sessore regionale non perda tempo: la pista ciclabile serve a cittadini e turisti». L'assessore al Turismo Etienn Lucarelli inter­viene nel dibattito sulla Fano-Urbino suggerendo alla Regione di «accelerare sullo studio di fat­tibilità» (per il quale il governo nell'accordo di programma con Rfi ha destinato un milione di eu­ro, ndr) previsto per la riattivazione della ferrovia ad uso non solo turistico ma anche come metropolitana leggera: «Dobbia­mo capire se è un'opera realizza­bile fin da subito o se dobbiamo aspettare 20-30 anni». Per Luca­relli, al momento, la priorità è la ciclabile: «Non vorrei che la mo­difica del progetto annunciata da Baldelli (il nuovo percorso a breve dovrebbe essere presen­tato ai sindaci di Fano, Cartoceto e Colli al Metauro) sia solo un escamotage dell'assessore per attribuirsene la paternità. Que­ste sono cose che succedono in politica, così come non interes­sa se la pista ciclopendonale si costruisca ad un metro e mezzo dalla ferrovia o a due metri, quel­lo che conta è avere una infra­struttura fondamentale per la città. La pista ciclabile Fano-Urbino (per il primo tratto sono sta­ti stanziati 4,5milioni di euro, ndr) ha un duplice scopo: crea­re un asse viario sicuro per i cit­tadini che si spostano dai quar­tieri verso il mare e il centro sto­rico e rafforzare nei turisti l'immagine di Fano come città out­door, sicura e nella quale si vive bene (well-being) e dove si pos­sa andare a passeggio e in bici».

Lucarelli ricorda che anche nell'entroterra si sta investendo sulle piste ciclabili per puntare sul turismo all'aria aperta, in bi­cicletta come a piedi. «Nei gior­ni scorsi - fa presente l'assesso­re - con la mia mountain bike ho percorso la Fano-Urbino incon­trando tanta gente che passeg­giava a piedi. Si proceda spediti per realizzare una infrastruttura attesa dai cittadini». E ancora: «Per quanto riguarda la metro­politana leggera non so se sia la soluzione giusta, penso che spetti alla Regione attivarsi per capire se l'opera è realizzabile oppure no». E comunque se pro­prio si dovesse pensare alla riat­tivazione della linea, per Luca­relli l'ideale sarebbe far partire la metropolitana leggera «dalla zona di Bellocchi verso l'interno anche in considerazione del progetto sull'arretramento della fer­rovia Adriatica», escludendo di fatto il primo tratto che attraver­sa la città. Se l'Amministrazione fanese sembra ancora avere perplessità sul recupero della li­nea ferroviaria, non la pensa co­sì il sindaco di Vallefoglia Paimi­ro Ucchielli che rilancia sugge­rendo alla Regione il completa­mento del percorso della metro­politana leggera da «Urbino ver­so Montecchio e poi Pesaro».   an.mar.

Da: Il Resto del Carlino del 10/1/2021

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«INUTILE INSISTERE CON LE BICI A URBINO SERVE IL TRENO»

Il gruppo "Art. 1" ai consiglieri regionali che premono con progetti alternativi «Importante anche pensare a ricongiungersi con Pergola-Fabriano»

Sulla questione ferrovia interviene Vitaliano Angelini per Art. 1 Urbino: «Periodicamente sui quotidiani si torna a parlare della ferrovia Fano-Urbino e del suo ripristino. Una tratta chiusa al traffico 43 anni fa, nel 1987, e che è rimasta sostanzialmente integra tanto nel percorso che nelle gallerie, nei viadotti, nei ponti ecc. Nei giorni passati il consigliere regionale Andrea Biancani, vice presidente della Regione Marche, ha riproposto con insistenza il progetto di costruire una pista ciclabile affiancata al tracciato dei binari. Tale caparbietà, nonostante la bocciatura da parte del Ministero Infrastrutture e Trasporti, agli occhi di Art.1, che da sempre ha sostenuto il ripristino della ferrovia e l'azione dell'Associazione Ferrovia Valle del Metauro, quantomeno appare suscettibile di interrogativi che generano domande, nel tentativo e con la speranza che Biancani risponda per fare chiarezza. Ci domandiamo e gli domandiamo, allora: "Perché una pista ciclabile in un territorio che nella sua parte terminale, poco meno del 50%, è particolarmente irto per chi va in bicicletta?", "Non ricorda, Biancani, che in occasione di qualche Giro d'Italia proprio in Urbino veniva stabilito il premio della montagna?". Altra domanda a cui il Consigliere, vice presidente, dovrebbe rispondere è: "A chi giova?". Sicuramente una pista ciclabile non è utile per incrementare il turismo, meno che meno quello culturale qual è ipotizzabile nell'alta valle del Metauro e Urbino. Tanto meno può essere utile per la viabilità e la sicurezza dei cittadini, l'ipotesi della pista ciclopedonale cosa sostenuta con particolare fervore dalla FIAB Fano. Non sono queste le soluzioni ai problemi sociali ed economici dell'entroterra. Art.1 ritiene che le proposte per il futuro e il ruolo dei territori interni, non si esauriscono nell'importanza o nel rilievo storico-culturale anche se parlare di questi territori significa riferirsi in particolare a una intera area segnata dalla stessa cultura storica e, in quanto tale, unitaria, intensa e diffusa. Ripetutamente Art. 1 ha detto e ribadito, che i problemi prioritari riguardano la sanità pubblica, la riapertura dei presidi sanitari periferici, l'economia, il ripopolamento dei territori, la viabilità, la possibilità di comunicazione, di trasporto, ecc. Per tornare a svolgere un ruolo utile allo sviluppo di tutta l'area collinare e montana occorre pensare ad una politica di ampio respiro non a "giochetti" ma a progetti seri di collegamento con i territori limitrofi, e le altre realtà. In questo quadro di riassetto del territorio occorre impegnarsi anche per una riapertura della tratta ferroviaria Fano - Urbino che può acquistare un peso nel raggiungimento di tali finalità. Leggiamo quindi in chiave positiva alcune dichiarazioni del Sindaco di Urbino, Maurizio Gambi-ni, che ora sostiene l'importanza della viabilità e il ripristino della ferrovia, sia pur come metropolitana leggera di superficie e perora un'unità di intenti per risollevare le situazioni dei territori interni. Concetti che Art.1 ha da tempo evidenziato e ribadito nei propri documenti. Ricordiamo però a Gambini e a quelli che insieme a lui, oggi, perorano la inderogabilità dei collegamenti e la riapertura della ferrovia, che non è più pensabile né accettabile ripetere un'ulteriore alienazione del patrimonio pubblico (ci riferiamo alla vendita dei terreni della stazione ferroviaria di Urbino alla Benelli armi). Art.1 in particolare è in sintonia con le varie anime della Sinistra e sollecita un impegno di azione unitaria finalizzato al ripristino della ferrovia pensando anche in futuro ad una struttura che colleghi non solo la costa e l'entroterra ma congiungendosi con Pergola e Fabriano, secondo il progetto originario, colleghi questi territori con la capitale del nostro Paese».

Da: Il Resto del Carlino del 12/1/2021

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FERROVIA FANO-URBINO

CICLABILE, RACCOLTE 1.100 FIRME

Il tracciato della ciclabile del Metauro, che ancora non esiste, sembra già tracciare un solco profondo tra due diverse fazioni. Da un lato quelli che sposano l’ipotesi progettuale di Andrea Biancani, il consigliere del Pd che aveva seguito la questione durante la scorsa legislatura in Regione, puntando su un tracciato a ridosso della ex ferrovia, che non escludeva ma sicuramente non incoraggiava la riattivazione del traffico ferroviario su quel segmento; dall’altro il progetto dell’assessore Francesco Baldelli, che spostando il tracciato a circa 5 metri dai binari ritiene di poter in un futuro non troppo lontanto valutare la riattivazione della linea. Tra i fautori del primo progetto ci sono quelli dell’associazione For.Bici Fano e della Fiab Marche, che hanno già raccolto 1.100 firme per evitare che sia interrotto l’iter per realizzare la pista ciclopedonale ad un metro e mezzo di distanza dai binari della ferrovia Fano-Urbino dismessa nel 1987. Il documento verrà inviato ora alla Regione. "Tantissime persone vogliono muoversi a piedi o in bicicletta- spiegano Enrico Tosi (Fiab Marche) e Gianni Collina (For.Bici Fano)- evitando anche un ulteriore consumo di suolo visto che la pista ciclopedonale può essere posizionata a ridosso del percorso ferrato e non al ‘posto di...’ come i detrattori della proposta sostengono. La pista ciclopedonale si snoda lungo un percorso pieno di attrazioni ambientali e culturali e può rappresentare anche una grande opportunità di crescita economica". A spaventare è anche il rischio – che però l’assessore regionale Baldelli esclude – che il dilatamento dei tempi provocato da un secondo progetto, possa far perdere i 4,5 milioni di euro già stanziati dal ministero per la proposta originaria. Che vanno utilizzati entro la fine dell’anno.  b.i.

https://www.ilrestodelcarlino.it/pesaro/cronaca/ciclabile-raccolte-1-100-firme-1.5907314/amp

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OLTRE 1.100 FIRME PER LA CICLABILE LUNGO L’EX FERROVIA

Di  Osvaldo Scatassi  14 Gennaio 2021 

Oltre 1.100 firme per la ciclabile lungo l’ex ferrovia. Si è conclusa con questo risultato la petizione organizzata dalle associazioni Fiab Marche e Fiab Fano ForBici per chiedere che la Regione non interrompa il progetto della pista a un metro e mezzo dal binario, già finanziato con 4 milioni e mezzo a fondo perduto. «La petizione ha riportato al centro della discussione il tema della mobilità sostenibile e ha inoltre evidenziato che la ciclopedonale, mettendo a disposizione un percorso pieno di attrattive ambientali e culturali, può rappresentare una grande opportunità di crescita economica per tutta la valle del Metauro», hanno detto Enrico Tosi e Gianni Collina, i portavoce delle due associazioni promotrici. Le oltre 1.100 firme per la ciclabile lungo l’ex ferrovia rappresentano dunque «l’ennesima conferma che tantissime persone vogliono muoversi in sicurezza, a piedi o in bicicletta, per fare sport, per recarsi a scuola oppure al lavoro, evitando anche un ulteriore consumo di suolo, visto che la pista ciclopedonale può essere posizionata a ridosso della linea ferrata e non sopra oppure al suo posto, come invece sostengono i detrattori della proposta». Su impulso dell’assessore Francesco Baldelli la Regione sta lavorando a un altro progetto, che prevede la pista ciclabile a una distanza da 5 a 12 metri rispetto alla ferrovia dismessa.

https://www.nonsoloflaminia.it/index.php/2021/01/14/oltre-1-100-firme-per-la-ciclabile-lungo-lex-ferrovia/

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RIPRISTINARE LA FERROVIA URBINATE

Torna alla ribalta il dibattito sull’unico tronco ferroviario chiuso nelle Marche e che congiungeva la città di Urbino a quella di Fano

Un vuoto da colmare per favorire i collegamenti costa/entroterra

Urbino. Di Giancarlo Di Ludovico

Tra i problemi di Urbino e delle aree interne della Provincia c’è quello della viabilità stradale e ferroviaria. Volendo limitare il discorso alla ferrovia Fano-Urbino - unico tratto ferroviario delle Marche chiuso improvvidamente al traffico nel 1987 - va detto che la novità è uno studio di fattibilità commissionato dalla Regione con i fondi della legge speciale finalizzata a realizzare linee ferroviarie a scopi turistici. La pista ciclabile che si vuole costruire nella bassa Valle del Metauro, prima prevista sui binari, poi ad un metro e mezzo dai medesimi, dovrà essere realizzata a cinque metri e mezzo di distanza onde non ostacolare il ripristino della ferrovia Questa volta l'iniziativa in favore della Fano-Urbino è stata presa dall'Associazione Urbino Capo luogo, fondata e presieduta dal sen. Giorgio Londei per promuovere il ruolo della città come capoluogo di provincia Alla riunione, indetta per trattare il problema della Fano- Urbino. Ita partecipato il Sindaco di Urbino Maurizio Gambini.

Strategia. Egli ha convenuto sulla necessità di muoversi ed impegnarsi in modo unitario sui grandi problemi cittadini di cui la ferro­via è un esempio importante. Da parte sua Londei ha ricordato che in passato (Egli è stato sindaco dal 1980 al 1992 ed ha attualmente un proprio gruppo di tre consiglieri comunali) per i grandi problemi. come le leggi speciali, c'è stata sempre una azione comune tra maggioranza ed opposizione che ha permesso di ottenere risultati straordinari, come si può verificare nel volume Urbino e le Leggi speciali.

Finanziamenti. Il Recovery Fond destinerà finanziamenti considerevoli all'Italia e di conseguenza alle singole realtà regionali. Si tratta di una occasione irripetibile. È nota l'intenzione delle amministrazioni comunali adriatiche, ovvero Pesaro e Fano, di arretrare la ferrovia che rappresenta un ostacolo allo sviluppo dell'area costiera. Urbino non può essere esclusa da questa operazione e deve propone un pacchetto congiunto comprendente anche la realizzazione della Metropolitana di superficie Pesaro-Fano-Urbino. Anche il Rettore Magnifico dell’Università di Urbino Giorgio Calcagnini si è pronunciato con convinzione a favore della ferrovia Fano-Urbino. in un precedente incontro di Urbino Capoluogo. Non sono discorsi astratti.

Impresa. Nel 1929 è stato fatto il progetto, con tanto di tracciato, della linea ferroviaria Pesaro-Cà Gallo per congiungersi con la Urbino-Sant'Arcangelo di Romagna che era già arrivata a Casinina. Già allora era stato concepito il collegamento Pesaro-Fano-Urbino. Da non dimenticare inoltre che fino al secondo conflitto mondiale era funzionante la linea ferroviaria Urbino-Pergola, con proseguimento per Fabriano e Roma, che non è stata più ripristinata dimostrando molta imprevidenza. Ripristinare la Urbino-Fano, sarebbe un passo importante per il futuro di Urbino e delle aree interne.

Da: Il Nuovo Amico del 17/1/2021

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ROTAIE CONTRO RUOTE, È GUERRA DI FIRME
INTANTO LA MAGGIORANZA PREME SULLA PISTA

 Alle 1100 firme raccolte dalla  FIAB For.bici a favore della pista ciclabile, l'associazione Ferrovia Valle Metauro contrappone i 2200 voti raccolti, il mese scorso dalla ferrovia Fano- Urbino come 'Luogo del Cuore FAI 2020'. "L'opposizione - commenta l'associazione Fvm - si ostina a non prendere atto che treno e pista ciclabile ad un metro e mezzo dai binari sono incompatibili: dove la legge prevede che passerà il treno le ferrovie non ne vogliono sapere di piste ciclabili". E ancora: "In tutta Italia e tutta Europa lo sviluppo della mobilità sostenibile si attua con treni e biciclette ed è una formula di successo. Perché dalle nostre parti con l'applauso di Fiab Marche Forbici si vuole perseverare in un modello basato invece su pullman e biciclette nonostante l'evidente fallimento di iniziative come i portabici esterni sui pullman del giugno del 2019 e del carrello portabici trainato dal pullman del maggio 2013?" "Questo territorio ha bisogno della ferrovia Fano-Urbino se si vogliono affrontare le sfide del futuro come la rivoluzione verde, la possibilità di incrementare il trasporto pubblico, la generazione di nuove aree di attrazione turistica, la valorizzazione dei nostri territori interni".

Intanto a difesa della pista ciclabile lungo l'ex ferrovia sono scesi in campo il sindaco Massimo Seri insieme ad alcuni assessori e consiglieri di maggioranza realizzando un video dal titolo "Che Spettacolo". Le forze di maggioranza annunciano anche che presenteranno in consiglio comunale "un ordine del giorno, condiviso per invitare la giunta regionale a dare subito il via ai lavori per la pista ciclabile, per non perdere i 4.5 milioni già stanziati nella precedente legislatura, che permetterebbero la realizzazione immediata di circa metà del percorso. La ciclovia lungo l'ex ferrovia Fano-Urbino è una infrastruttura strategica per tutto il territorio, con vantaggi enormi dal punto di vista ambientale, tecnologico, di mobilità, turistico". an. mar. 

Da: Il Resto del Carlino de 19/1/2021

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FANO-URBINO, SUL RIPRISTINO ARIA D'INTESA COL GOVERNO

Nell’incontro tra il governatore Acquaroli e il presidente della Commissione -Lavori Pubblici Coltorti, ci si è accordati sulla necessità di preservare il sedime

LE POLEMICHE - I consiglieri grillini: «Perché il Comune si incaponisce rischiando di perdere i finanziamenti?»

Nuove speranze per chi se lo augura, per quanto riguarda la riattivazione della linea ferroviaria Fano-Urbino. che rientra tra le infrastrutture stradali, ferroviarie e portuali di cui hanno discusso, l'altro ieri, il presidente della Regione Francesco Acquaroli e il senatore Mauro Coltorti, presidente della Commissione Lavori Pubblici. All'incontro erano presenti anche la consigliera regionale Marta Ruggeri e la collega Simona Lupini oltre al senatore Giorgio Fede (membro della commissione Lavori pubblici). Tra i tanti temi affrontati (porto, ferrovia, interporlo, aeroporto e autostrada) si è parlato del «completamento della superstrada Fano Grosseto, ferma da trent’anni, e di valutare il riprtistino di alcune linee ferroviarie dismesse, tra le quali la Fano Urbino». E’ stato ricordato che «lo scorso anno era stato stanziato 1 milione di euro in bilancio, a disposizione di Rfi, per lo studio di fattibilità, e che il sedime deve essere preservato e non intralciato da altre opere».

E a proposito della Fano-Urbino, i consiglieri comunali di M5S Tommaso Mazzanti, Francesco Panaroni e Matteo Giuliani riportano l'attenzione sulla pista ciclabile e sul fatto che ci sono due modi per realizzarla: «All'interno del sedime ferroviario, se non sopra i binari: soluzione colpita da una serie di onerose prescrizioni di Rfi, che ha anche suggerito di trovare un itinerario alternativo, ma soprattutto da due pareri negativi del Ministero che hanno bloccato l'iter per mesi, rischiando di far perdere i finanziamenti per la realizzazione dell'opera. Questo percorso inoltre intralcerebbe l'eventuale ripristino della linea come metropolitana leggera di superficie. Come se non bastasse, durante un recente convegno. la stessa funzionarla di Rfi che aveva prescritto la distanza minima di 1,5 metri dai binari ha precisato che, nel momento in cui entrasse in esercizio il treno turistico, occorrerebbe applicare la normativa che di metri ne prevede almeno sei». «Il secondo modo - proseguono i grillini - è quello di utilizzare un tracciato nei pressi della ferrovia. Un percorso che possa superare i pareri negativi del Ministero e consenta di sbloccare l'iter per non mandare in fumo 4.5 milioni di euro. Scegliendo questa opzione si potrebbe proseguire senza intralci il lavoro per la riattivazione della ferrovia Fano-Urbino». E dunque si chiedono i grillini: «Chi si incaponisce per la prima opzione a che gioco sta giocando?» 

Giorgio Pucci, residente dell’Arzilla, tra i cittadini che si battono contro la variante Gimarra, non risparmia critiche «Sembra che il Pd fanese e la giunta stiano cercando di perder tempo, affossando Fano a vantaggio di Pesaro. Sulla ciclovia ad oggi  sono 7 mesi che devono rispondere alla richieste del Ministero competente per proseguire l'iter attuativo, risposte che l’amministrazione comunale non ha fornito, con perdita di tempo prezioso».  an. mar.

Da: Il Resto del Carlino del 20/1/2021

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CICLABILE FANO-URBINO, SUL TRACCIATO SCONTRO FRONTALE

Dopo il video di Seri toma in auge la polemica sulla distanza della pista dalla sede dei binari

LA MOBILITÀ -  FANO.  Un plebiscito per la ciclabile Fano- Urbino ma quando si tratta di disegnar­ne il tracciato lo scontro resta frontale. La contiguità alla ferrovia e le conse­guenti interferenze con il suo possibile ri­pristino continuano ad agire da discrimi­nante, ispirando un dibattito che la presa di posizione dell'assessore regionale alle Infrastrutture Baldelli, che ha pensiona­to il progetto originario causa l'eccessiva prossimità ai binari, ha riattizzato.

Le posizioni - E si procede cosi tra botta e risposta or­mai quasi quotidiani mossi dalla rincor­sa all’ultima parola.  Quella che, solo per il momento, si guadagnano i sostenitori del ripensamento del percorso, storica­mente rappresentati dall'associazione Ferrovia Val Metauro che ai 1110 sottoscrittori della petizione lanciata da Fiab e For.Bici contrappone «i  2200 voti raccol­ti dalla Fano -Urbino come Luogo del cuore Fai» ma che soprattutto produce nuovi elementi a corredo della tesi che «treno e pista ciclabile ad un metro e mezzo dai binari sono incompatibili». Farebbe in particolare fede il parere espresso il mese scorso ad un convegno sulle ferrovie turistiche dalla responsabi­le del patrimonio immobiliare di Rfi, che sollecitata sul punto e facendo giustizia di precedenti aperture, ha affermato che «sulle ferrovie dismesse ora turistiche si applica il Dpr 753/80 perché bisogna pre­vedere che su quei binari passerà il tre­no. Quindi nulla può essere costruito a meno di 6 metri dal binario». Non bastas­se, la stessa dirigente di Rfi ha anche avu­to occasione di rivelare sulla stampa che «a disposizione delle pubbliche ammini­strazioni per la riconversione in green-ways ci sono i 1450 chilometri di linee di­smesse esclusi però i 185 convertiti in tu­ristiche». Per Fvm la prova provata che «dove le legge prevede che passerà il treno le fer­rovie non ne vogliono sapere di piste ci­clabili». E' invece da recapitare alla mag­gioranza, che diffonde un video per pro­muovere la ciclovia e annuncia un ordine del giorno per incalzare la Regione a riprendere il progetto di partenza, il messaggio firmato dai Cinque Stelle curiosi di sapere «a che gioco sta giocando» chi si ostina a perorare un tracciato prossi­mo a binari «colpito non solo da una se­rie di onerose prescrizioni di Rfi, ma soprattutto da due pareri negativi del Mini­stero che hanno bloccato l'iter per mesi, rischiando di far perdere i finanziamen­ti».

Videopropaganda - Ai consiglieri comunali Mazzanti,  Panaroni e Giuliani che suggeriscono agii amministratori locali di smetterla «di perde­re tempo in video propagandistici e depi­stanti. studiando di più e impegnandosi per un progetto davvero realizzabile», viene naturale votare per l’alternativa di «un tracciato nei pressi della ferrovia ma fuori dal suo sedime, che sia al servizio non solo dei turisti ma anche dei residen­ti e che superando i pareri negativi del Ministero, consenta di sbloccare l'iter per non mandare in fumo 4,5 milioni di euro». Opzione due che sarebbe anche l'unica capace di mandare avanti «il lavo­ro per la riattivazione della ferrovia Fa­no-Urbino. prima a fini turistici e poi a lungo termine come trasporto pubblico locale».       Andrea Amaduzzi

Da: Corriere Adriatico del 20/1/2021

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ABBANDONO DELLE FERROVIE, UIL TRASPORTI: «RIPRISTINARE LA FANO-URBINO, I FONDI GRAZIE ALL’EUROPA»

Il segretario Andreani: «Basta politiche miopi, la Regione presenti un progetto. Il tracciato è ancora esistente»

Di Luigi Benelli - 20 Gennaio 2021

FANO – La regione Marche è agli ultimi posti in Italia per chilometri di ferrovie rispetto alla superficie del territorio. Con 4,5 km di strade ferrate per 100 kmq facciamo meglio solo di Sardegna e Valle d’Aosta e questo penalizza di molto i servizi di trasporto dei cittadini. Non è un caso che gli utenti dei treni siano appena il 28% dei cittadini sopra i 14 anni, una delle percentuali peggiori di tutto il Centro Nord nazionale. La nostra regione sconta una conformazione per la maggior parte montuosa ma anche politiche miopi che nel tempo sono andate a tagliare servizi. Un progressivo abbandono che ha riguardato, ad esempio, la ferrovia Fano-Urbino. Da qui la richiesta della Uil Trasporti di ripristinare il tratto ferroviario.

«Il tratto tra Fano e Urbino esisteva già – spiega Giorgio Andreani, segretario regionale della Uil Trasporti -. La linea ferroviaria univa queste due importanti città storiche passava nella bella e suggestiva valle del Metauro ma è stata chiusa nel lontano 1987 a causa di una politica miope rispetto al trasporto pubblico locale. La stessa politica miope regionale che in tutti questi anni non ha voluto prendere posizione  a favore della sua riapertura accampando ogni volta una scusa diversa, in ultimo la realizzazione di una pista ciclabile in sua sostituzione. L’infrastruttura è ancora esistente per cui basterebbe, con degli investimenti oculati e non impossibili, rimetterla in funzione riprendendo lo stesso tracciato. Come Uil Trasporti Marche da anni ci battiamo affinché la linea Fano-Urbino torni a essere percorsa dal treno e torni ad essere uno degli assi portante della mobilità marchigiana e non solo: se da un lato fa piacere assistere alla ripresa di un dibattito pubblico sull’argomento, anche alimentato dalla presa di posizione di qualche assessore regionale, dall’altro vorremmo però che non ci si limiti più soltanto a qualche esternazione giornalistica ma che questa linea ferroviaria rientri concretamente nell’ambito dei progetti futuri di questo governo regionale mettendo finalmente nero su bianco per una sua prossima riapertura».

Un potenziamento delle infrastrutture che trova ampio spazio nel “Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza #NextGenerationItalia”. «Ormai il “mancano le risorse” non regge più come scusa, l’Unione europea non è astratta e mette fondi importanti. Le Regioni saranno chiamate a presentare i loro progetti. È un’occasione d’oro da non perdere assolutamente. Su questo potremo misurare la lungimiranza della politica locale regionale e soprattutto potremo misurare la capacità di visione del futuro della nostra regione in relazione alla costruzione di quell’Unione Europea di cui in ogni caso facciamo parte».

Da: https://www.centropagina.it/pesaro/abbandono-ferrovie-uil-trasporti-ripristinare-fano-urbino-fondi-europa/?fbclid=IwAR1xyp88AS26QmkRgQQGt7mVB0HgSqgUQ7heBYyaQxJ9v4pNJ-UPE2Ln3GU

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FANO-URBINO, SUL RIPRISTINO ARIA D'INTESA COL GOVERNO

Nell'incontro tra il governatore Acquaroli e il presidente della Commissione Lavori pubblici Coltorti, ci si è accordati sulla necessità di preservare il sedime

 LE POLEMICHE I consiglieri grillini: «Perché il Comune •si incaponisce rischiando di perdere i finanziamenti?»

Nuove speranze per chi se lo augura, per quanto riguarda la riattivazione della linea ferroviaria Fano-Urbino, che rientra tra le infrastrutture stradali, ferroviarie e portuali di cui hanno discusso, l'altro ieri, il presidente della Regione Francesco Acquaroli e il senatore Mauro Coltorti, presidente della Commissione Lavori Pubblici. All'incontro erano presenti anche la consigliera regionale Marta Ruggeri e la collega Simona Lupini oltre al senatore Giorgio Fede (membro della commissiono Lavori pubblici). Tra i tanti temi affrontati (porto, ferrovia, interporto, aeroporto e autostra) si è parlato del •completamento della superstrada Fano Grosseto, ferma da trent'anni, e di valutare il ripristino di alcune linee ferroviarie dismesse. tra le quali la Fano Urbino». E’ stato ricordato che «lo scorso anno era stato stanziato 1 milione di euro in bilancio, a disposizione di Rfi, per lo studio di fattibilità, e che il sedime deve essere preservato e non intralciato da altre opere».

E a proposito della Fano-Urbino.i consiglieri comunali di M5S Tommaso Mazzanti, Francesco Panaroni e Matteo Giuliani riportano l'attenzione sulla pista ciclabile e sul fatto che a sono due modi per realizzarla. «All'interno del sedime ferroviario, se non sopra i binari: soluzione colpita da una serie di onerose prescrizioni di RFI. che ha anche suggerito di trovare un itinerario alternativo, ma soprattutto da due pareri negativi del Ministero che hanno bloccato l'iter per mesi, rischiando di far perdere i finanziamenti per la realizzazione dell'opera Questo percorso inoltre intralcerebbe l'eventuale ripristino della linea come metropolitana leggera di superficie. Come se non bastasse, durante un recente convegno. la stessa funzionaria di Rfi che aveva prescritto la distanza minima di 1.5 metri dai binari ha precisato che, nel momento in cui entrasse in esercizio il treno turistico, occorrerebbe applicare la normativa che di metri ne prevede almeno sei». «Il secondo modo proseguono i grillini - è quello di utilizzare un tracciato nei pressi della ferrovia. Un percorso che possa superare i pareri negativi del Ministero e consenta di sbloccare l'iter per non mandare in fumo 4,5 milioni di euro. Scegliendo questa opzione si potrebbe proseguire senza intralci il lavoro per la riattivazione della ferrovia Funo-Urbino». E dunque si chiedono i grillini «Chi si incaponisce per la prima opzione, a che gioco sta giocando?». Giorgio Pucci, residente dell"Arzilla, tra i cittadini che si battono contro la variante Gimarra. non risparmia critiche: «Sembra che il Pd fanese e la giunta stiano cercando di perder tempo, affossando Fano a vantaggio di Pesaro. Sulla ciclovia ad oggi sono 7 mesi che devono rispondere alla richieste del Ministero competente per proseguire l'iter attuativo, risposte che l’amministrazione comunale non ha fornito, con perdita di tempo prezioso».  an. mar.

Da: Il Resto del Carlino del 20/1/2021

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PROGETTI, VERTICE ACQUAROLI COLTORTI «BLINDATO L’ITER DELLA FANO-URBINO»

L’assessore regionale Baldelli: presto il bando per la ciclabile. Anello ferroviario per Civitanova

Saranno assegnati progetto esecutivo e lavori per un tracciato spostato dai binari

LE INFRASTRUTTURE

PESARO - Una prospettiva capace ili rivoluzionare la mobilità in provincia di Pesaro Urbino con un approccio intermodale, oltre che sostenibile sul piano ambientale. e promettenti sviluppi in ambito regionale. Obiettivi condivisi È soddisfatto l'assessore regionale alle infrastrutture Francesco Baldelli per l'esito dell'incontro che lunedì scorso si è svolto in Regione tra il governatore delle Marche, Francesco Acquaroli, e il presidente della commissione Infrastrutture e trasporti del Senato, Mauro Coltorti, al quale ha partecipato per un raccordo politico tra l'area governativa e la giunta regionale anche una delegazione del Movimento 5 Stelle con il senatore Giorgio Fede e le consigliere regionali Marta Ruggeri e Simona Lupini. La riunione è stata l’occasione per una visione panoramica sulle principali emergenze infrastrutturali delle Marche, che ha messo in evidenza la sostanziale condivisione degli obiettivi, con un interessante focus sul recupero delle lince ferroviarie dismesse e una significativa attenzione alla tratta Fano-Urbino. «E’ stata blindata la volontà di recuperare la linea Fano-Urbino - sottolinea l'assessore regionale Baldelli - con la conseguente necessità di preservare il sedime ferroviario da progetti sovrapposti, che una volta realizzati impedirebbero di fatto il ripristino del trasporto su rotaie».

Disco verde dalla riunione -  In pratica, dalla riunione è arrivato il disco verde al progetto al quale da settimane l'assessore Baldelli lavora con i tecnici della Regione per spostare di diversi metri dalla linea ferroviaria (oltre la distanza originaria di 1,5 metri) il tracciato della pista ciclo pedonale programmata lungo la Valmetauro dalla precedente giunta regionale (già disponibili 4,5 milioni di fondi europei). La priorità del nuovo governo regionale, dettata da buon senso politico, è quella di non mettere in conflitto la mobilità ciclabile e pedonale con il trasporto su rotale (l'assessore Baldelli subito ha indicato l'esigenza di una metropolitana leggera per le potenzialità culturali ed economiche di Fano e di Urbino con tutta la Valmetauro e l'intera provincia), mirando a uno sviluppo intermodale che renda possibile lo scambio tra l’auto, metropolitana e bicicletta. Tra l’altro, nell'incontro in Regione è stato sottolineato che il milione di euro di fonte statale per lo studio di fattibilità sul recupero della Fano-Urbino è già nella disponibilità di Rete Ferroviaria Italiana (Rfi). che pertanto dovrà essere sollecitarti a impiegarlo.  «Per la pista ciclabile l'amministrazione sta sviluppando un progetto per il collegamento dei principali centri della valle del Metauro similare al precedente - sottolinea Baldelli per rassicurare il fronte sociale e politico allarmato dal cambio di priorità con l'unica accortezza di allontanali la pista ciclabile dai binari quanto basta per metterla In sicurezza nel caso della riapertura della ferrovia. Non abbiamo  alcuna intenzione di perdere né finanziamenti né tempo, tanto che abbiamo accelerato la procedura rispetto alla stasi della precedente giunta e contiamo di assegnare il progetto esecutivo e 1 lavori di costruzione delia pista ciclabile entro quest'anno».

L'opzione Pergola-Urbino -  Anche il progetto di riapertura della ferrovia Fabriano Pergola, chiusa nel 2013 per l'esondazione di un torrente e poi abbandonata dalla giunta Ceriscioli,  sembra condiviso dal senatore Cotorti. Il ripristino non risulta particolarmente problematico tanto che per Rfl il traffico è semplicemente sospeso. L’elettrificazione prossima ad essere realizzata sulla linea Civitanova Marche Albacina (che prosegue per Fabriano) ha fatto balenare all'assessorato regionale alle infrastrutture la possibilità di creare un anello ferroviario - longitudinale e trasversale alle valli marchigiane - tra le località costiere di Civitanova e Fano, attraverso il recupero della Pergola-Urbino. Quest’ultima  era una ferrovia in esercizio fino al 1944 (quando fu bombardata dagli alleati), allora in espansione verso Sant'Arcangelo di Romagna. Con la riattivazione della Fano-Urbino. dismessa nel 1987, si tratterebbe di ripristinare il tratto da Pergola a Fermignano. Una prospettiva chiaramente destinata a suscitare anche l'interesse del presidente della commissione competente del Senato. Lorenzo Furiani.

Da: Corriere Adriatico del 21/1/2021

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Pesaro e provincia

«FANO-URBINO SPINGERÀ L'ECONOMIA»

Il senatore Mauro Coltorti, presidente della Commissione lavori pubblici, parla di ferrovia e lavori stradali

Investimenti, infrastrutture, Recovery Fund. Il senatore M5S Mauro Coltorti, presidente della Commissione Lavori pubblici di Palazzo Madama, fa il punto su alcune opere che potranno rappresentare una svolta per il nostro territorio nel dopo covid. Senatore partiamo dalla Fano- Urbino: a che punto è lo studio di fattibilità a cui era stato riservato in bilancio un milione di euro?  «La giunta Ceriscioli non ha mai spinto in tal senso e ovviamente Rfi ha tantissime opere da seguire in tutta Italia. Mi sembra, però, chiaro che spostando la pista ciclabile ad almeno quattro metri dai binari (quanto sta facendo la giunta Acquaroli ndr) c'è la possibilità di ripristinare la linea ferroviaria. Altrettanto importante sarebbe la riattivazione della Pergola-Fabriano per ridare ossigeno all'entroterra con il turismo».

Ma il bando per lo studio di fattibilità della Fano-Urbino che fine ha fatto? «Tempo fa ho incontrato Rfi e credo che potrebbe procedere in house, affidando l'incarico dello studio ai suoi tecnici. Dobbiamo conoscere costi e benefici che posso derivare dal recupero della Fano-Urbino, valutando che la metropolitana di superficie potrebbe diventare una importante attrattiva. La gente spesso non si rende conto della spinta che la realizzazione di una infrastruttura importante può dare al territorio, dal punto di vista sociale e lavorativo. Aspetto ancor più significativo in questo momento visto che, superato il covid, dovremmo affrontare un problema enorme sotto profilo occupazionale».

Che ne pensa dell'arretramento della linea ferroviaria adriatica? «Avrebbe costi immani, i soldi in arrivo con il Recovery Fund rappresenterebbero solo la centesima parte di quanto servirebbe realmente per l'arretramento di tutta la linea. Oltre al fatto che i progetti finanziati con il Recovery Fund vanno chiusi entro il 2026».

E l’arretramento del tratto pesarese della ferrovia, sarebbe possibile? «Anche per il solo tratto pesarese servirebbe un milione di euro, senza contare l'impatto che tale intervento avrebbe sulla viabilità e le conseguenza che deriverebbero dallo spostamento della stazione che, oggi, ci porta i treni all'interno delle città».

 E sulla Fano-Grosseto (è di questi giorni la nomina del commissario Massimo Simonini) quali notizie ci porta? «Che sarà completata perché un'opera sulla quale nel corso degli anni sono stati spesi miliardi va terminata, nell'interesse dei cittadini che insistono in quel territorio e perché porterà giovamento dal punto di vista della viabilità, turistico ed economico».

Lei contesta le scogliere, ormai presenti ovunque lungo la costa, come soluzione per combattere l'erosione delle spiagge: perché? «Purtroppo nel corso di questi anni le scogliere hanno rovinato, anche a Fano, spiagge meravigliose con progetti fatti male. E ancora oggi si consente alle imprese private di scavare la ghiaia lungo i fiumi, con importanti guadagni, quando quella stessa ghiaia si potrebbe depositare alle foci per ridurre l'erosione. In queste operazioni si perde del materiale virtuoso per fare un regalo alle imprese. Basta con la corsa folle alle privatizzazioni, che ha caratterizzato questi anni, serve invece una maggiore presenza dello Stato nell'interesse dei cittadini». Anna Marchetti

Da: Il Resto del Carlino del 25/1/2021

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«FRECCIAROSSA, UN TAGLIO ASSURDO»

Confcommercio protesta per l’ulteriore penalizzazione del settore delle infrastrutture

PESARO Confcommercio Marche Nord supporterà in tutti i modi le iniziative che la Regione Marche intenderà mettere in campo contro la decisione di Trenitalia di sopprimere i Frecciarossa Ancona-Bologna – Milano a cui si unisce il posticipo delle partenze del Frecciabianca per Roma. «Nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza - spiega il direttore di Confcommercio Marche Nord, Amerigo Varotti - uno degli obiettivi strategici per l’ottenimento dei fondi europei del Recovery Pian è il potenziamento delle “Infrastrutture per la mobilità” con particolare riferimento alla rete ferroviaria ed all’alta velocità. Il miglioramento e potenziamento della rete infrastrutturale è certamente essenziale per accrescere le opportunità di sviluppo economico e turistico del Paese. Anche per questo è del tutto illogica, assurda e penalizzante per le Marche la decisione di Trenitalia di sopprimere i Frecciarossa Ancona- Bologna - Milano e il posticipo delle partenze del Frecciabianca per Roma. Le Marche e i marchigiani vengono trattati da Trenitalia e Ferrovie dello Stato - cioè dai detentori di un servizio pubblico - come un territorio e cittadini di serie B. Per questa decisione unilaterale ed inaccettabile sosteniamo la protesta e le iniziative che metterà la Regione. E a proposito di infrastrutture ferroviarie, Confcommercio ribadisce l’urgenza del ripristino - almeno inizialmente a scopo turistico - della linea Fano-Urbino».

 Da: Corriere Adriatico del 25/1/2021

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IL CASO - FANO-URBINO. LA REGIONE DI TRAVERSO

Nelle Marche il progetto di ciclovia Fano-Urbino taceva correre fianco a fianco la greenway e una linea ferroviaria potenzialmente riattivatele «Poi l'attuale giunta ha messo in discussione quattro anni di lavori» lamenta Andrea Biancani, vicepresidente del Consiglio regionale.

Come è stata pensata la ciclabile? «In totale sarebbero 50 km, dal mare all’entroterra Rfi si è espressa a favore. Come unici vincoli, un metro e mezzo di distanza tra pista e binai, e l’impossibilità di sfruttare gallerie e ponti.  La Regione Marche ha già messo a disposizione 4,5 milioni di euro per i primi 17 km. da Fano a Tavernelle di Serrungarina»

E ora con la nuova giunta la Fano-Urbino rischia? «Chiudiamo il 2020 in attesa di una risposta ufficiale a una mia interrogazione. Sarebbe un peccato se la Regione volesse mettere tutto in discussione. Il progetto di ferrovia e ciclabile porterà sviluppo sui territori».

Perché avete scelto di riqualificare la ferrovia affiancandole la ciclabile? «Da 32 anni quella linea è inutilizzata. Bici e treno rappresentano due tipi di mobilità che si integrano molto bene, una può valorizzare l'altra. Non dimentichiamoci che con questa pista si collegherebbe la cidovia Adriatica a Urbino, città Patrimonio dell'Unesco E migliorerebbe la qualità della vita dei residenti che si ritrovano da decenni un’infrastruttura abbandonata».

 Da: BC Gennaio 2021

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Biancani dopo la correzione da parte di Autostrade del rilievo del Ministero

«FANO-URBINO, LA SCELTA DEL NUOVO TRACCIATO È SOLO POLITICA»

FANO «Con un decreto correttivo, Autostrade ha appena ritrasferito ad Rete ferroviaria italiana la proprietà della particella di terreno, erroneamente assegnata al Comune di Fano, oggetto del rilievo sollevato dal Ministero sul progetto di fattibilità per la ciclabile a fianco del sedime». Lo comunica il consigliere regionale Andrea Biancani (Pd). riferendosi alle due questioni ollevate dal Mit, in base alle quali sarebbe indispensabile una revisione del tracciato. Secondo il consigliere «i due rilievi sono di natura amministrativa, entrambi risolvibili. Il  primo -spiega -con la rettifica dell’esproprio del terreno appena trasmessa è già superato, mentre per quanto riguarda il secondo, relativo all'utilizzo di un sottopasso autostradale, è sufficiente che la Regione provveda, con un semplice adempimento formale, alla richiesta di una concessione per il passaggio. Alla luce di queste soluzioni, la scelta di modificare il tracciato non è di natura tecnica, ma una scelta politica».

Sulla necessità di realizzare un progetto al temativo per consentire la convivenza con la ferrovia. Biancani insiste nel ricordare che «nel gennaio 2020 è arrivato il nulla-osta dalla Direzione Rfi al progetto di fattibilità della ciclabile a 1,5 metri dalle rotaie, ritenuto compatibile con la riattivazione della linea ferroviaria turistica, o tanto più con una metropolitana di superfìcie. Adesso che siamo a un passo dalla realizzazione di un intervento su quella infrastruttura, dopo 35 anni di promesse - conclude Biancani – la scelta di modificare, seppur legittima, è altamente rischiosa, perchè allunga i tempi e aumenta ì costi, in quanto il progetto va rifatto completamente e comporta molti più espropri. Il pericolo è quello di no,n realizzare alcuna opera, con raggravante di non rispettare la scadenza di utilizzo dei 45 milioni di euro. Ricominciare da capo significa sprecare le risorse regionali già spese per la progettazione e lo studio di fattibilità e annullare i pareri positivi già raccolti dai Comuni e da tutti gli enti coinvolti. Il progetto di ciclabile a fianco del sedime. su cui RFI ha già espresso parere positivo, resta la soluzione più realizzabile in tempi certi».

Da: Corriere Adriatico del 26/1/2021

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CICLABILE FANO-URBINO, RILIEVI CORRETTI. BIANCANI: «I NO SONO SOLO POLITICI»

Il consigliere regionale del Pd annuncia: «Le questioni tecniche sono risolte. Il nostro progetto resta il più realizzabile»

Pista ciclabile Fano-Urbino: «Autostrade ha corretto con un decreto - fa sapere il consigliere regionale Andrea Biancani (Pd) - il rilievo del Ministero. E’ evidente che la scelta della giunta regionale di modificare il tracciato non è tecnica, ma solo politica». Per il consigliere Biancani a questo punto non c'è più alcun ostacolo «al progetto di fattibilità della pista ciclabile a fianco del sedime ferroviario». In riferimento alle due questioni sollevate dal Mit in base alle quali sarebbe indispensabile una revisione del tracciato, Biancani fa presente che primo con la rettifica dell’esproprio del terreno appena trasmessa è già superato mentre il secondo relativo all’utilizzo di un sottopasso autostradale è sufficiente che la Regione provveda, con un semplice adempimento formale alla richiesta di una concessione per il passaggio. Biancani insiste nel ricordare che «nel gennaio 2020 è arrivato il nulla osta dalla direzione RFI al progetto di fattibilità della ciclabile a 1.5 metri dalle rotaie compatibile con la riattivazione della linea ferroviaria turistica o tanto più con una metropolitana di superficie. Ad un passo dalla realizzazione della infrastruttura dopo 35 anni di promesse, la scelta di modificare il tracciato, seppur legittima, è altamente rischiosa, perché allunga i tempi e aumenta i costi, in quanto il progetto va rifatto completamente e comporta molti più espropri. Il pericolo è quello di non realizzare alcuna opera, con l’aggravante di non rispettare la scadenza di utilizzo dei 4,5 milioni di euro. »

Da: Il Resto del Carlino del 26/1/2021

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FANO-URBINO, CHE FINE FA IL MILIONE PER LO STUDIO?

La senatrice grillina Accoto: "Se Rfi procederà in house, quei soldi non saranno persi"

Ferrovia Fano-Urbino: la senatrice di M5S Rossella Accoto andrà a colloquio, crisi di governo permettendo, con il nuovo amministratore delegato di Rfi: obiettivo verificare a che punto è lo studio di fattibilità per il ripristino della linea ferroviaria. La stessa Accoto, nel 2019, aveva annunciato la previsione di un milione di euro nel contratto di programma tra il Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture e Rfi per il bando sullo studio di fattibilità per il ripristino della tratta ferroviaria. Qualche giorno fa il senatore Mauro Coltorti, presidente della commissione Lavori pubblici di Palazzo Madama, anche lui M5S, ha però fatto presente che Rfi "potrebbe procedere in house affidando lo studio ai propri tecnici". "E’ proprio quello che voglio verificare – chiarisce Accoto – con l’incontro che ho richiesto all’ad di Rfi". La domanda è, ma se Rfi confermasse la volontà di affidare in house lo studio di fattibilità, che fine farà il milione di euro? C’è il rischio di perderlo? "Assolutamente no, è inserito nel piano triennale programmatico. Come utilizzarlo lo vedremo poi, in questo momento la priorità è lo studio di fattibilità per verificare le criticità, i costi da sostenere e gli interventi strutturali che saranno necessari per far ripartire la Fano-Urbino". Stesso concetto espresso, qualche giorno fa sul nostro giornale, dal senatore Coltorti.

Da: ilrestodelcarlino.it del 27/1/2021

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URBINO E PROVINCIA

SINISTRA PER URBINO E IL CASO FERROVIA

«IL PD DEVE PRENDERE LE DISTANZE DA CHI VUOLE LA CICLABILE SUI BINARI»

URBINO - «La visita del Presidente della Commissione Trasporti Coltorti e del senatore Fede membro della stessa Commissione, entrambi del Movimento 5 Stelle, e l'incontro con il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli, durante il quale si è parlato di viabilità, infrastrutture e anche della ferrovìa Fano-Urbino, hanno rafforzato le speranza che qualcosa possa muoversi per la fattibilità di questa arteria, fondamentale per la vita dell'entroterra» scrive in una nota "Sinistra per Urbino".

«Ancora una volta - afferma la formazione politica - stupisce l'ostinazione di chi continua ad insistere sulla ciclabile a 1 metro dai binari, il pretesto per opporsi in altro modo al ripristino della ferrovia. Egoismo e arroganza miopi e controproducenti, perché anche i residenti della costa sono interessati alla vivibilità dell'entroterra per avere scambi veloci e non avere conseguenze per migrazioni massive sui centri costieri. Attualmente, per tutto l’entroterra, la priorità è il ripristino della ferrovia -proseguono -, l'unico strumento che può consentire scambi veloci e sicuri con la costa di persone e merci, senza inquinare, riducendo gli intasamenti stradali e le continue spese per i rifacimenti del manto stradale. Poi nessuno è contrario che possa svilupparsi una rete di ciclabili; anzi ben vengano ma non a scapito della ferrovia. Questa ostinazione costituisce un espediente di coloro che in realtà si oppongono al ripristino per sostituire la tratta dei binari con la ciclabile,- non è un caso che sono sempre gli stessi, prima esprimendosi palesamento contro e ora agitando la ciclabile accanto ai binari per continuare nella loro lotta di opposizione. Oggi chi si batte testardamente per la ciclabile a fianco dei binari lo fa perché contrario al ripristino della ferrovia. Non si comprendono le ragioni di autorevoli esponenti del Pd della costa nell'alimentare questa ostinazione. Sinistra per Urbino chiede che il Pd di Urbino e dell'entroterra intervenga pubblicamente sull'argomento e ponga il tema della ferrovia come discriminante nei rapporti interpartito. Il Pd dell'entroterra ha pagato un alto prezzo in termini di consenso per seguire una politica di subordinazione alle miopi scelte del Pd della costa sui temi della ferrovia, della sanità, delle infrastrutture, dell'ambiente e per politiche che hanno causato un lento e progressivo declino economico e sociale», conclude Sinistra per Urbino.

Da: Il Resto del Carlino del 27/1/2021

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«FANO-URBINO, COSÌ STANNO LE COSE»

Rovinelli, ex responsabile regionale del progetto per la valorizzazione, fa chiarezza sulle varie ipotesi e propone

DI COSA PARLIAMO  «Gli studi di fattibilità già ci sono. E la pista ciclabile sulla Statale è a 2 metri e mezzo dai binari senza alcun problema»

«Facciamo del tracciato ferro­viario della Fano-Urbino un per­corso riservato al trasporto elettrico su gomma: avremmo un viale alberato, un servizio effi­ciente e che non inquina e un gestore, Adriabus, già presente sul territorio».

Sulla Fano-Urbi­no (linea ferroviaria e ciclabile) parla il funzionario pubblico Renzo Rovinelli al quale, duran­te giunta Ceriscioli, fu affidato il procedimento per la valorizza­zione di quel tratto ferroviario. Partiamo dall'inizio: la giunta Ceriscioli ha sempre sostenu­to di aver salvato la ferrovia. In sostanza cos'avreste fatto? «Siamo riusciti a mantenere in­tegro il percorso nonostante la decisione di Rfi, nel 2017, di vendere il primo tratto della linea, poco meno di un chilometro partendo dalla stazione di Fano: si parlava di 465mila euro. Ci fu un intervento pesante del presi­dente Ceriscioli e del consigliere Biancani al quale segui, il 27 gennaio 2017, una lettera dell'all'ora Ad di Rfi che ci annunciava di aver annullato il bando».

Quindi ora la linea non è alie­nabile? «Successivamente abbiamo fat­to un accordo con Rfi per man­tenere l'integrità del percorso. Tenga presente che quel trac­ciato per Rfi ha un costo enorme e sono ben 200 le richieste avanzate dai privati per acqui­stare pezzi di linea, in corrispon­denza delle loro abitazioni».

Non pensa sia giusto decidere sulla base di uno studio di fatti­bilità la riattivazione o meno della ferrovia? «Guardi che esiste già una rela­zione dettagliata, è del 2017, da parte dell'allora Ad di Rfi sullo stato di conservazione della Fa­no-Urbino. In quella relazione sono indicati i 97 passaggi a li­vello, i tratti privi di binario, le ro­taie costruite tra il 1920 e il 1940, le traversine in legno in stato di degrado, la mancanza di segnaletica. Se i ponti sono stati valutati in discreto stato di conservazione, nella relazione le gallerie sono giudicate in de­grado e dal 2000 non più ispe­zionate per la chiusura degli im­bocchi o l'invasione della vege­tazione. L'importo previsto per la ristrutturazione della linea, la sistemazione delle gallerie, il rin­novo totale dei binari e la previ­sione di tutti gli impianti di sicu­rezza è indicato in 80milioni di euro più Iva. Ai quali aggiunge­re altri 30milioni per l'elettrifica­zione. Questo nel 2017. A fronte di tutto ciò voglio ricordare che nel 1987 quando la linea fu so­spesa si vendevano 16 biglietti al giorno e le Ferrovie perdeva­no un miliardo di lire all'anno».

Ma la Fano-Urbino è per legge una ferrovia turistica? «Lei si riferisce alla legge 128 del 2017 che io considero una legge fantasma mai finanziata»

Per lei non c'è futuro né per il treno turistico né per la metro­politana di superficie?  «O il trasporto ferroviario diven­ta una delle priorità del governo e allora si fa un grande progetto per il rilancio nel nostro territo­rio delle linee Fermignano-Cagli, Cagli-Pergola, Pergola-Fabriano e Fabriano-Roma, altri­menti non ha senso riattivare singoli monconi».

La ciclabile: per non compro­mettere l'uso futuro della fer­roviaria non potevate preve­dere un percorso a 4-6 metri invece di 1.5?  «Non si compromette nulla. Consideri che la ciclabile sulla Statale tra Fano e Fosso Sejore è stata costruita a 2-2,5 metri dai binari, in un tratto in cui pas­sano oltre 50 treni al giorno a 200 km all'ora».  Anna Marchetti

Da: Il Resto del Carlino del 28/1/2021

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FANO URBINO, FERROVIA E CICLABILE, UN PROGETTO NON ESCLUDE L’ALTRO. UIL TRASPORTI: "È L’ORA DELLE SCELTE"

 1' di lettura 28/01/2021 - Sulla Fano Urbino occorre mettere definitivamente da parte le vecchie polemiche tra ferrovia e pista ciclabile: la ferrovia Fano Urbino deve essere prioritaria come infrastruttura strategica per la ripresa economica e lo sviluppo della val Metauro e dell’intera provincia di Pesaro Urbino, anche perché, lo sviluppo di quell’area è legato allo sviluppo dell’intera regione Marche. Occorre però che la politica regionale prenda di petto la situazione predisponendo da subito un progetto di recupero da inserire nella programmazione regionale delle infrastrutture che sarà parte integrante del prossimo Recovery Plan. Non vorremmo ritrovarci nella situazione in cui ci siamo ritrovati per troppi anni, e cioè con la vecchia politica regionale sempre ambigua di fronte al dilemma “rimettere in funzione la linea ferroviaria oppure costruirci sopra una pista ciclabile”. Un progetto non esclude l’altro. Questa è una scelta politica che va fatta in questo momento in cui, politicamente, si dovranno fare delle scelte nette, chiare e soprattutto senza nessuna ambiguità. Pertanto dalle dichiarazioni di intenti di alcuni esponenti regionali, come ad esempio l’Assessore Baldelli, che finalmente danno il giusto riconoscimento a questa infrastruttura strategica, occorre passare ai fatti e quindi concretizzare in un progetto organico la rimessa in funzione di questa linea ferroviaria. Nel Recovery Found le risorse ci sono, occorre però indirizzarle nelle opere infrastrutturali strategiche di cui la nostra regione ha bisogno, come la Fano Urbino. Per questo motivo non si può sprecare altro tempo: è l’ora delle scelte politiche su questa infrastruttura che questo nuovo governo regionale è chiamato a fare.  da UIL Marche

Da: https://www.vivereurbino.it/2021/01/29/fano-urbino-ferrovia-e-ciclabile-un-progetto-non-esclude-laltro-uil-trasporti-lora-delle-scelte/894133

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FIAB FOR.BICI FANO: "LA CICLABILE AI MARGINI DEI BINARI È LA SCELTA GIUSTA"

Fano 04/02/2021 - Si può non condividere la scelta della pista ciclabile lungo l’ex ferrovia metaurense ma, soprattutto se si hanno cariche pubbliche, bisognerebbe motivare la contrarietà, magari con credibili proposte alternative per il bene di tutto il territorio.
Le autorità nazionali, regionali e comunali che parlano di metropolitana sanno che per legge non è possibile il passaggio a raso nei centri abitati di convogli commerciali? pare di no, nonostante lo confermi un disastro come quello di Viareggio.

Chi parla di fascia di rispetto ferroviario sa che, causa dismissione, i vincoli sono decaduti per cui sono stati legittimamente costruiti o ampliati edifici addirittura a m 2,35 dai binari?

Qualcuno ha chiesto alla proprietà (RFI) se vuole riattivare una linea di cui per una cinquantina d’anni ha chiesto la dismissione? Se lo avesse fatto, avrebbe avuto la stessa risposta data, direttamente o indirettamente, almeno dal 2012: un no deciso e motivato, come quello espresso anche da tutte le Università e CCIAA delle Marche.

Nonostante tutto questo, il progetto di fattibilità tecnico-finanziario elaborato lo scorso anno dagli Uffici regionali garantisce la conservazione dei binari il cui paventato smantellamento non avverrà mai per due semplici motivi: la Regione Marche si opporrebbe, come ha già fatto, e poi non conviene, visto che il solo smaltimento delle traversine costerebbe una decina di milioni. Inoltre, secondo un sondaggio di alcuni anni fa, la ciclabile “incontra il favore di chi risiede soprattutto nei comuni posti sul tracciato della linea o ad una distanza di pochi chilometri da essa (la maggior parte dei comuni della valle del Metauro). Si tratta di cittadini che percepiscono la ciclabile come una reale opzione di spostamento per tratte brevi o brevissime”, ed inoltre favorisce il cicloturismo, anche in vista della realizzazione della Ciclovia adriatica e della Ciclovia Alto Appennino Marchigiano (CAAM) sulla quale hanno puntato ben nove Comuni dell’entroterra.

Nei giorni scorsi è stato anche risolto un problema burocratico e non si vedono motivi validi per elaborare un nuovo progetto che, stando alle informazioni circolate, necessiterebbe di espropri, passerebbe anche lungo strade trafficate e non avrebbe le caratteristiche di qualità e sicurezza di una infrastruttura utile per la mobilità quotidiana e lo sviluppo cicloturistico del territorio.

Il timore è quindi che vengano sprecati milioni di euro e tempo, privando il territorio di questa importante opera. Per questo è giusto insistere per una ciclabile ai margini dei binari approvata dalla stessa RFI e voluta soprattutto da tutti i Sindaci da Fano a Fermignano, che sono i più fedeli interpreti delle vere esigenze dei rispettivi territori.

Da: https://www.viverefano.com/2021/02/05/fiab-for-bici-fano-la-ciclabile-ai-margini-dei-binari-la-scelta-giusta/898196/

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“LA METROPOLITANA PER LEGGE NON PUÒ PASSARE A RASO NEI CENTRI ABITATI”

ForBici insiste sulla ciclabile ai margini dei binari.

La Polemica – Fano. Continua la querelle sul tracciato della pista ciclabile prossimo alla ferrovia Fano-Urbino. “Si può non condividere la scelta della pista ciclabile lungo l’ex ferrovia metaurense - scrive l’associazione ForBici - ma, soprattutto se si hanno cariche pubbliche, bisognerebbe motivare la contrarietà, magari con credibili proposte alternative per il bene di tutto il territorio. Le autorità nazionali, regionali e comunali che parlano di metropolitana sanno che per legge non è possibile il passaggio a raso nei centri abitati di convogli commerciali? pare di no, nonostante lo confermi un disastro come quello di Viareggio. Chi parla di fascia di rispetto  ferroviario sa che, causa dismissione, i vincoli sono decaduti per cui sono  stati legittimamente costruiti o ampliati edifici addirittura a m 2,35 dai binari? Qualcuno ha chiesto alla proprietà (RFI) se vuole riattivare una linea di cui per una cinquantina d’anni ha chiesto la dismissione? Se lo avesse fatto, avrebbe avuto la stessa risposta data, direttamente o indirettamente, almeno dal 2012: un no deciso e motivato. Temendo che si sprechino tempo e finanziamenti ForBici ribadisce la richiesta che non si sposti la pista ciclabile a una distanza di sicurezza dalla ferrovia, come la Regione sta facendo con una nuova progettazione per non pregiudicare la possibilità di un ripristino della tratta.

 Da: Corriere Adriatico del 6/2/2021

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FANO-URBINO, GUERRA ETERNA TRA PEDALI E TRENO

Sul destino della linea, duello tra Forbici e Ferrovia Valle Metauro. La prima: «Passaggio a raso vietato». La seconda: «Riattivare l'esistente»

 TRA CICLABILE E BINARI «Da Fosso Sejore a Fano la distanza è ovunque di oltre quattro metri»

Continua la battaglia sulla Fano-Urbino. Da un lato l'associa­zione Forbici che spinge «per la ciclabile ai margini dei binari», dall'altro l'associazione Ferro­via Valle Metauro che insiste per salvaguardare il tracciato ferroviario in vista di un suo futu­ro riutlizzo sia a scopo turistico sia come metropolitana di superficie.

«Le autorità nazionali, regionali e comunali - si chiede Forbici - che parlano di metropolitana sanno che per legge non è pos­sibile il passaggio a raso nei centri abitati di convogli commerciali? Chi parla di fascia di rispetto ferroviario sa che, causa di­smissione, i vincoli sono decaduti per cui sono stati legittimamente costruiti o ampliati edifici addirittura a 2,35 metri dai binari? Qualcuno ha chiesto alla proprietà (Rfi) se vuole riattiva­re una linea di cui per una cin­quantina d'anni ha chiesto la di­smissione? Se lo avesse fatto, avrebbe avuto la stessa risposta data, direttamente o indiretta­mente, almeno dal 2012: un no deciso e motivato. Nonostante tutto questo, il progetto di fatti­bilità tecnico-finanziario elaborato lo scorso anno dagli uffici regionali garantisce la conserva­zione del binari il cui paventato smantellamento non avverrà mai per due semplici motivi: la Regione Marche si opporrebbe, come ha già fatto, e poi non conviene, visto che il solo smalti­mento delle traversine costereb­be una decina di milioni».

Sul fronte opposto Ferrovia Val­le Metauro che se la prende con l'ex funzionario regionale Renzo Rovinelli secondo il quale la pista ciclabile ad 1,5 metri dai bi­nari non compremette l'uso del­la ferrovia visto che la ciclabile lungo l'Adriatica «sarebbe stata costruita ad una distanza di 2-2,5 metri dai binari». «Chiun­que disponga di uno strumento di misurazione laser - fanno sa­pere da Ferrovia Val Metauro - può verificare che la distanza della pista da Fosso Sejore a Fa­no è ovunque oltre 4 metri. La ragione è semplice: una linea ferroviaria non deve solo garan­tire la presenza dei binari con lo spazio appena sufficiente a far passare il treno, ma richiede, per norma, una serie di spazi ac­cessori che servono per la cana­lizzazione le condutture degli impianti di sicurezza, per il posi­zionamento dei segnali, per la posa dei pali della elettrificazio­ne, per la realizzazione dei sen­tieri per ispezionare la linea o per controllare un convoglio nell'eventualità di guasti».  E ancora: «Rovinelli sostiene che la Giunta Ceriscioli ha salva­to la linea dalla vendita della ra­dice di Fano, ma ci chiediamo: se non avessimo riempito le pa­gine dei giornali del rischio di alienazione sopravvenuto, si sa­rebbero comportati nello stes­so modo?». L'associazione con­viene che «occorrerebbe fare un grande progetto di rilancio del territorio ricongiungendo le due linee Fano-Fermignano-Urbino e Fabriano-Pergola, ma per raggiungere l'obiettivo bisogna assolutamente ripartire dalla riattivazione dell'esistente e non comprometterlo con le ciclabili. Infine vorremmo ricorda­re a Rovinelli che il 2021 è stato dichiarato dal Parlamento europeo anno europeo delle ferro­vie per incoraggiarne l'utilizzo da parte di cittadini e imprese»   an. mar.

Da: Il Resto del Carlino del 6/2/2021

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FANO-URBINO, FVM REPLICA A FOR.BICI: "SOLO COI TRENI SI AMPLIA L'OFFERTA DI TRASPORTO PUBBLICO, NON CON LE IMPROBABILI CICLABILI"

Fano 08/02/2021 - Ci lasciano sempre più basiti i comunicati dell’associazione For.bici, addirittura nell’ultimo citano la tragedia di Viareggio che non ha nessuna attinenza con le questioni della ferrovia Fano-Urbino. E’ ignoranza o sciacallaggio?  E’ un fatto di un’ inaudita gravità sostenere le proprie tesi riportando uno dei più grandi disastri ferroviari d’Italia avvenuto per la rottura di un assile di un carro cisterna di un treno merci che trasportava GPL causando 32 morti. E’ come se non si costruissero più dighe perché c’è stato il Vajont! Che il treno sia il mezzo di trasporto più sicuro è assodato; la rete ferroviaria italiana ha un’ incidentalità più bassa degli altri paesi dell’Unione Europea ed ogni anno si investono centinaia di milioni di euro per migliorare gli impianti di sicurezza. Di attraversamenti a raso o passaggi a livello in Italia su oltre 16000 km di linee ne esistono più di 4500. Sono una criticità, ma è altresì vero che da tempo si sta effettuando un piano di soppressione dei PL con interventi concordati con gli Enti Locali attraverso cavalcaferrovia, sottopassi o cambi di viabilità stradale. Va ricordata la fascia di rispetto delle ferrovie che vale anche per le ferrovie turistiche stabilita dal DPR 753/80 e la rilevanza degli spazi liberi nei tracciati ferroviari che garantiscono la canalizzazione delle condutture degli impianti di sicurezza, l’istallazione delle relative garitte, il posizionamento dei segnali, la posa dei pali dell’ elettrificazione, la realizzazione dei sentieri per ispezionare la linea o per controllare un convoglio nell’eventualità di guasti, il tutto previsto dalle normative di sicurezza.

Per questi motivi è incompatibile la ciclabile ad 1,5m dal binario; a riprova, basta disporre di uno strumento di misurazione laser per verificare direttamente la distanza dal binario della ciclabile tra Fano a Fosso Seyore : è quasi ovunque oltre 4m. For.Bici persevera a contrapporre le biciclette non solo ai treni, ma anche alla Costituzione Italiana che garantisce ad ogni cittadino il diritto alla mobilità. E’ evidente che nel nostro territorio quel diritto può essere sopperito solo con l’auto propria perché il trasporto pubblico è decisamente inadeguato ed insufficiente. Solo con i treni si riesce ad ampliare l’offerta di trasporto pubblico sia per la loro capacità di far viaggiare un numero di persone superiore a qualsiasi altro mezzo, sia per la frequenza e regolarità delle corse che si andrebbero ad integrare con le corse degli autobus che raggiungono le località più lontane dalle stazioni o non servite affatto. Bene sta facendo la nuova amministrazione regionale per il rilancio del territorio con un progetto strategico per la ricongiunzione della Fano – Fermignano-Urbino con la Pergola – Fabriano per raggiungere poi Macerata e Civitanova. Ma per arrivare all’obiettivo bisogna assolutamente ripartire dalla riattivazione dell’esistente e non comprometterlo con le improbabili ciclabili.

https://www.viverefano.com/2021/02/09/fano-urbino-fvm-replica-a-for-bici-solo-coi-treni-si-amplia-lofferta-di-trasporto-pubblico-non-con-le-improbabili-ciclabili/900052/

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VALMETAURO
«LA CICLABILE BUON PROGETTO MA SOLO LONTANO DAI BINARI»

Ferrovia Val Metauro ricorda che la distanza di rispetto vale anche per linee turistiche

 IL DIBATTITO

FANO Non ci sarà mai un vincito­re nella battaglia per l’ultima parola nell’infinito dibattito sulla riattivazione della Fano - Urbino che si trascina ormai da un po’ quello almeno altrettanto acceso sulla ciclabile da disegnare lungo la stessa direttrice. E non si scorge terreno di possibile compromesso tra chi la vorrebbe accanto ai binari e chi invece distante, come l’associazione Ferrovia Val Me tauro che la ritiene cosa buona e giusta solo a patto che non interferisca con il rilancio della tratta ferroviaria.

La definizione - «Incompatibile» l’aggettivo risfoderato per il progetto originario che vorrebbe la ciclovia metaurense ad un metro e mezzo dai binari, né sarebbe spendibile il paragone con la ciclabile Fano - Pesaro sventolato dalla controparte. «Basta disporre di uno strumento misurazione laser per verificare che la distanza dal binario è quasi ovunque di oltre 4 metri» sentenzia Fvm, impegnata anche a ricordare che «la fascia di rispetto delle ferrovie vale anche per le ferrovie turistiche».

Le necessità - Riaffermano poi «la rilevanza degli spazi liberi» a ridosso delle linee ferrate «che garantiscono la canalizzazione delle condutture degli impianti di sicurezza, l’istallazione delle relative garitte, il posizionamento dei segnali, la posa dei pali dell’elettrificazione, la realizzazione dei sentieri per ispezionare la linea o per controllare un convoglio».

Il documento - Dall’ultimo documento di For.Bici, che della difesa dell’opzione uno ha fatto un irrinunciabile punto programmatico, Fvm trae spunto anche per precisare che «di attraversamenti a raso o passaggi a livello in Italia su oltre 16.000 chilometri di linee ne esistono più di 4.500. Sono una criticità, ma è altresì vero che da tempo si sta effettuando un piano di soppressione dei passaggi a livello con interventi concordati con gli enti locali che prevedono cavalcaferrovia, sottopassi o cambi di viabilità stradale». Respinto invece con sdegno il riferimento alla tragedia di Viareggio «che non ha nessuna attinenza». Che si tratti di «ignoranza o sciacallaggio» la conclusione è comunque che sarebbe «come non costruire più dighe perché c’è stato il Vajont».

Fattore sicurezza - Al contrario per Fvm «il treno è il mezzo di trasporto più sicuro» e in particolare in Italia si registra «un’incidentalità più bassa degli altri paesi dell’Unione Europea e ogni anno si investono centinaia di milioni di euro per migliorare gli impianti di sicurezza». In questa contesa dialettica sbagliato anche continuare «a contrapporre le biciclette non solo ai treni, ma anche alla Costituzione che garantisce ad ogni cittadino il diritto alla mobilità», al momento esercitabile su questo territorio «solo con l’auto propria perché il trasporto pubblico è decisamente inadeguato».  Andrea Amaduzzi

Da: Corriere Adriatico del 9/2/2021

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EX FERROVIA FANO – URBINO, RIPRISTINO DEL TRENINO O CICLABILE? IL SONDAGGIO

Dei 306 utenti che hanno voluto esprimere la propria opinione, il 46,7% si è detto favorevole al progetto della ciclopedonale

Di Lorenzo Ceccarelli - 8 Febbraio 2021

FANO – Continua a fare discutere l’affaire ex ferrovia Fano – Urbino. Negli ultimi tempi la questione è tornata in auge grazie anche ad un video promozionale diffuso dall’amministrazione fanese che pubblicizza il progetto della pista ciclabile, definendola come una «grande opportunità». Si tratterà infatti, negli intenti, di un corridoio verde strategico per tutto il territorio che, a detta della maggioranza, «porterà enormi vantaggi dal punto di vista ambientale, tecnologico, di mobilità». Non si era fatta attendere la reazione delle minoranze, nello specifico il M5S di Fano, che aveva puntato il dito sulle incognite, più precisamente sull’esatta sede del nuovo tracciato invitando ad intraprendere un percorso che possa superare i pareri negativi del Ministero e consentire di sbloccare l’iter per non mandare in fumo 4,5 milioni di euro.

Non solo la pista ciclabile: il tratto è al centro dei discorsi futuri anche per quello che concerne il ripristino della via ferroviaria. Progetto di cui si parla da tempo ma che ancora stenta a vedere l’idea tramutata in azione. Al riguardo è  scesa in campo anche la Uil che ha invitato a mettere definitivamente da parte le vecchie polemiche e ad intraprendere un percorso che permetta sia il ripristino della vecchia ferrovia, sia la costruzione della pista ciclabile.

Noi di CentroPagina, tramite un sondaggio indetto suoi social, abbiamo chiesto cosa ne pensano i fanesi: dei 306 utenti che hanno voluto esprimere la propria opinione il 46,7% si è detto favorevole al progetto della ciclopedonale. «Abito a ridosso della ferrovia e vedere passare più volte al giorno quel treno completamente vuoto e per lo più creare lunghe file di auto ad ogni passaggio a livello (si stava fermi anche 15/20 minuti) non era un bel vedere. Forse si doveva prevedere un più adeguato servizio sostitutivo su ruote, questo sì, ma personalmente ritengo che, così com’era, hanno fatto bene a sopprimerlo. Dispiace perché era diventata una icona, un ritmo di vita, però provocava troppi disagi ed una eterna rimessa non più sostenibile. A proposito, mi chiedo se le ferrovie possano mantenere quel terreno in eterno pur non usufruendone più? Non dovrebbero restituirlo all’uso dei singoli Comuni in modo che questi permettano ai tantissimi privati di utilizzare le proprietà senza vincoli?» o ancora «Nel corso degli ultimi 3 decenni la valle del Metauro e tutti i comuni sono cresciuti, con essi anche la viabilità. Il ripristino del treno comporterebbe gravi disagi alla viabilità nei vari paesi. Inoltre chi ha comprato un immobile nei pressi della ferrovia dismessa lo ha fatto proprio perché non c’era il treno, il ripristino della ferrovia causerebbe ingenti danni economici ai proprietari degli immobili situati nei pressi della linea ferroviaria (svalutazione degli immobili). Penso che non sia il caso di peggiorare la situazione economica delle famiglie italiane».

Il 27,8% ritiene che i due progetti possono coesistere e che l’uno non escluda l’altro. «Il progetto prevede la compatibilità tra le due. Ma la Fano-Urbino non sarà più una ferrovia autorizzata al trasporto pubblico locale» precisa un utente.

Il 25,5% ritiene invece che sarebbe più funzionale il ripristino dello storico trenino che collega la Città della Fortuna con quella Ducale. «Si può fare un treno (tram) su gomma abilitato anche su strada. Esempi in Italia a Perugia, San Marino, Rimini» scrive un fanese.

https://www.centropagina.it/pesaro/ex-ferrovia-fano-urbino-ripristino-del-trenino-ciclabile-sondaggio-parere-fanesi/

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LUPUS IN FABULA, EX FERROVIA FANO-URBINO: “L’UOVO O LA GALLINA?”

12 Febbraio 2021

Fano (PU) – L’uovo o la gallina? Meglio entrambi, cosi avranno pensato gli amministratori regionali nella scorsa legislatura quando hanno progettato e finanziato con 4,5 milioni di euro, circa 20 km di pista ciclabile affiancata al sedime ferroviario, lungo l’ex ferrovia metaurense, da Fano a Tavernelle. Una soluzione che avrebbe dovuto accontentare tutti: coloro che vedono nella ciclabilità l’unica vera e rapida possibilità di utilizzare il tracciato della vecchia tratta ferroviaria Fano-Urbino, non più funzionante dal 1987 e ufficialmente dismessa dal 2012, e quelli che vorrebbero riattivare la linea come trasporto passeggeri e merci. Purtroppo, quando sembrava tutto pronto, anche se i sostenitori ad oltranza del treno non si erano mai arresi a questa soluzione, c’è stato il cambio del governo regionale che ha bloccato il progetto della ciclabile ad 1,5 mt. dai binari e ha promesso un percorso ciclabile, su strade esistenti e per brevi tratti da realizzare, ad una distanza tra i 5 e i 200 mt dal tracciato ferroviario metaurense.

Questa proposta, salutata con gaudio dagli irriducibili del treno, sembra più un espediente per continuare a perdere tempo senza fare nulla, che un’idea alternativa di una vera pista ciclabile, fruibile, sicura, funzionale ed economicamente vantaggiosa per il territorio. Il tracciato sembra quello proposto dall’associazione F.V.M., che ha notevoli svantaggi rispetto al precedente progetto: costi più alti (a causa di alcuni espropri), condivisione della sede stradale con auto anche in careggiate strette e ad elevato traffico, tortuosità del percorso, assenza di attrattiva paesaggistica e naturale in lunghi tratti.

Per quanto sia avvincente e condivisibile il sogno di una tratta ferroviaria che unisca la costa e l’entroterra nella valle del Metauro e che addirittura si colleghi alla rete nazionale attraversando piccoli centri abitati fino a Fabriano, allo stato delle cose non ci sono fondamenti, che possano farci pensare che ciò sia realizzabile entro i prossimi 10/20 anni, sia per lo stato del sedime ferroviario, sia per le norme vigenti, sia per la disponibilità di fondi, sia per la volontà politica di attuare una riforma radicale del trasporto pubblico, sia per la cultura imperante a favore del mezzo privato.

Al contrario la mobilità ciclabile su ferrovie dismesse è in grande crescita, anche grazie alla diffusione delle bici elettriche, ed attrae utenti da tutta Europa. Per cui il nostro sostegno va alla realizzazione di una ciclabile, a questo punto, sopra il sedime dell’ex Ferrovia Fano-Urbino. Ciò oltre a mettere in sicurezza il tracciato da nuovi tentativi di alienazione da parte di R.F.I. e salvaguardarlo dal degrado, offrirebbe i seguenti vantaggi: creare un percorso sicuro per brevi spostamenti tra nuclei abitati diminuendo l’uso dei mezzi a motore; attrarre per tutto l’anno turisti da altre regioni e dall’estero; conservare il verde all’interno di un parco lineare di circa 50 km; realizzare una “dorsale tecnologica” costituita da vari sottoservizi: cavi elettrici, nuove condutture idriche e fibre ottiche per la banda ultra larga, che rappresenta una formidabile opportunità di sviluppo economico per l’intera vallata.

Invece probabilmente si perderà altro tempo per un nuovo studio e un altro milione di euro sarà speso nella speranza di avere la “gallina”, mentre l’”uovo” è lì quasi pronto per essere gustato.

https://www.fanoinforma.it/lupus-in-fabula-ex-ferrovia-fano-urbino-luovo-o-la-gallina/

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«LA PISTA CICLABILE  È SOLO UN PRETESTO PER ESTRARRE ACQUA DAL BURANO»

Fvm crìtica Lupus in Fabula , per la tesi sui sottoservizi

LA POLEMICA  F ANO.  Non poteva passare inosservato agli occhi dei sostenitori del ripristino della Fano - Urbino. che leggono nella ciclabile a ridosso del binario un attentato mortale per la tratta ferroviaria, l'endorsement di Lupus in Fabula  per il progetto di percorso protetto indicato dalla precedente amministrazione regionale e rinnegato dall'attuale, che con l'asses­sore alle Infrastrutture Francesco Baldelli promuove un tracciato alternativo a distanza di sicurezza proprio per salva­guardare l'ipotesi di riattiva­zione.  Per l’Associazione FVM po­co conta che il sodalizio ambientalista giudichi comunque seducente l'idea di riattivare la tratta, che però viene bocciata per la sua improbabilità.  Conta invece parecchio di più che nell’illustrare le ragio­ni che spingono a perorare la causa della ciclabile sul sedime ferroviario, venga fatto esplicito riferimento ad una 'dorsale tecnologica costituita da vari sottoservizi con cavi elettrici, nuove condutture idriche e fibre ottiche per la banda ultralarga che rappre­senta una formidabile opportunità di sviluppo economico per l'intera vallata».

La metafora del lupo - Buttandola in metafora e pro­cedendo quasi per versi, FVM descrive «un lupo vestito da agnello che si leva il vello di dosso e si palesa, irrompendo con la sua vorace intenzione nella favoletta della ciclabile e, con la sua ululante esplicitezza, lasciando gli astanti senza favella. "In fabula" appunto». Non tutti gli astanti, però. Quelli di Fvm sostengono di avere sempre saputo «ove i porcospini e i cani bianchi an­davano a puntare», vale a dire «il sedime della Fano-Urbino» e con lo scopo «di raddoppiare l'acquedotto per la costa e l'emungimento delle acque del Burano». L'intervento di Lupus In fabula viene dunque degradato a «marchetta per la Multiservizi, pudicamente coperta dalla foglia di fico della pista ciclabile», con annessa precisazione che «la fibra ottica c’è già da ventanni».  an.am.

Da: Corriere Adriatico del 16/2/2021

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SINISTRA PER URBINO A FIANCO DEI COMITATI PER UN AUTENTICO AMBIENTALISMO

17/02/2021 - Il nostro territorio si è finora caratterizzato per la presenza di gruppi di cittadini che muovendo da obiettivi concreti e difesa del territorio sono gli unici che fanno politica tra la gente riscuotendo ampi consensi. Tra questi possiamo segnalare il Comitato di Cà Lucio e i cittadini che sono ricorsi per via giudiziaria contro la Provincia e Marche MultiServizi per esigere la chiusura della discarica di Cà Lucio, il Comitato di Canavaccio che si è opposto con successo al Biodigestore che il Sindaco voleva imporre alla frazione, il Comitato Diversamente di Talacchio e Vallefoglia che si batte con l'ampio consenso dei cittadini contro il Biodigestore di MMS, l'Associazione Ferrovia Valmetauro che da anni si impegna per il ripristino della ferrovia Fano-Urbino. Sono esempi di impegno, abnegazione, sacrificio personale, che semplici cittadini non esitano a mettere in campo per il benessere non solo proprio ma di tutta la collettività, per la salvaguardia e la salubrità dei territori.  
Spesso si sentono dire “ma chi te la fa fare”, vengono attaccati, derisi e blanditi dal potere, ma sono un grande esempio di come la collettività dovrebbe difendere i territori. Possono incontrare delle battute d'arresto, come la sentenza del Consiglio di Stato a favore di chi ha deciso di scaricare a Cà Lucio rifiuti provenienti da ogni dove, ma in realtà “le battaglie non si perdono, si vincono sempre”. Il Comitato ha osato sfidare un potere potente che riuniva Pd (Provincia) e destra (sindaco e Giunta di Urbino), alleato di un potentato economico (MMS è una delle imprese con i più alti profitti tra le imprese della Regione). Davide contro Golia. E sebbene questa sentenza abbia segnato un punto a favore di Golia, il coraggio espresso dai cittadini del Comitato costituisce un esempio per tutti. Hanno dimostrato che a questi poteri ci si può opporre, e nonostante la sentenza avversa, stanno vincendo sul piano politico: si sono ribellati ad atti ritenuti una prepotenza, hanno gridato i loro diritti calpestati, hanno messo in difficoltà il potere, lo hanno costretto prendere in considerazione le istanze dei residenti, a temerne i controlli in mancanza o carenza di quelli istituzionali. 
Questi sono esempi di vero ambientalismo che hanno sostituito il vecchio ambientalismo in crisi e piegato da compromessi con i poteri che ne hanno inficiato l'identità, che l'hanno allontanato dai principi fondativi, dalle esigenze dei cittadini che spesso l'accusano di subire pressioni dal potere politico ed economico. Cosa rimane di ambientalismo per chi si affianca all'attuale potere politico ed economico che vuol imporre ai cittadini di Vallefoglia il Biodigestore nonostante l'opposizione di oltre 5000 residenti? Come può definirsi ambientalista chi si schiera contro la ferrovia Fano-Urbino e chiede la ciclabile sul sedime ferroviario, condannando l'entroterra all'isolamento, al degrado sociale e sposando così l'uso dei carburanti fossili per i mezzi di trasporto di merci e persone tra costa ed entroterra? 
Costoro sono espressione di una sorta di effimero ambientalismo aristocratico, consumistico per i ceti benestanti della costa, che vede l'entroterra come luogo per le gite fuori porta di domenica, per godersi l'aria pulita e le bellezze naturalistiche e architettoniche, magari in bicicletta, senza curarsi della desertificazione sociale che queste politiche provocano e delle condizioni di vita dei residenti. Il fatto che lo stesso territorio venga colonizzato e sacrificato con la privazione di infrastrutture essenziali, e ridotto a siti per la raccolta e il trattamento dei rifiuti prodotti da altri (soprattutto dalla costa) e trasportati da un intenso traffico di automezzi, diventa l'espressione di questo atteggiamento elitario di disprezzo. 
Chi è sinceramente ambientalista si schiera a fianco del Comitato di Cà Lucio per la chiusura della discarica e impedirne l'accumulo straordinario di rifiuti anche da fuori provincia, a fianco del Comitato Diversamente di Vallefoglia che si oppone a un Biodigestore che per le sue dimensioni attirerà rifiuti anche da fuori Regione alla sola ricerca di profitti, a fianco dell'A.F.V.M. per il ripristino della ferrovia, per una moderna ed ecologica metropolitana di superficie, fondamentale per fermare la spoliazione dell'entroterra. 
Sinistra per Urbino si augura che l'ambientalismo storico abbia un sussulto di dignità riscoprendo i propri valori identitari, e faccia proprie queste istanze schierandosi a fianco dei cittadini che da anni gridano e protestano per difendere i loro diritti alla salute e alla vita nei loro territori. Per quanto riguarda le forze politiche sia il Pd che la Destra hanno finora dimostrato che sono più attenti a garantire i poteri economici e disattendere le vacue promesse elettorali che essere vicini ai cittadini dell'entroterra.  da Sinistra per Urbino  sinistra-per-urbino.blogspot.it

https://www.vivereurbino.it/2021/02/17/sinistra-per-urbino-a-fianco-dei-comitati-per-un-autentico-ambientalismo/906194/

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CICLABILE FANO-URBINO IL NUOVO TRACCIATO ILLUSTRATO AI SINDACI

Pubblicato il 17 febbraio 2021

Fano-Urbino: la Regione, tra ieri e l’altro ieri, ha presentato agli amministratori dei comuni interessati (Fano, Cartoceto e Colli al Metauro) il nuovo tracciato della pista ciclabile, lontano dai binari almeno 4 metri. Per Fano erano presenti l’assessore alla Qualità Urbana Fabiola Tonelli, accompagnata dall’architetto Paola Stolfa, mentre per Cartoceto e Colli al Metauro c’erano i rispettivi sindaci, Enrico Rossi e Andrea Giuliani. Quest’ultimo ha accolto positivamente le variazioni di percorso che riguardano soprattutto la zona di Borgaccio. "Qui – spiega Giuliani – la pista ciclabile si allontana dalla ferrovia per passare vicino al fiume, ma sempre con un percorso protetto di 2,5 metri di larghezza". Più cauto il primo cittadino di Cartoceto: "Buona l’idea, ma il percorso va valutato con i tecnici sul posto per non creare disagi al territorio". La nuova pista ciclabile ha l’obiettivo, secondo le intenzioni dell’assessore regionale alle Infrastrutture Francesco Baldelli, di non escludere in futuro il ripristino della ferrovia sia a scopo turistico sia come trasporto pubblico locale. La Regione con la presentazione del progetto ai sindaci cerca di stringere i tempi per arrivare all’appalto dei lavori tra settembre e ottobre di quest’anno e non perdere i 4,5 milioni di euro destinati alla realizzazione dell’opera.    an. mar.

https://www.ilrestodelcarlino.it/pesaro/cronaca/ciclabile-fano-urbino-il-nuovo-tracciato-illustrato-ai-sindaci-1.6033132

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LA LUPUS IN FABULA: “PORTARE L’ACQUA DEL BURANO SULLA COSTA? CONTRARI DA SEMPRE, NESSUNA ALLEANZA CON MARCHE MULTISERVIZI”

Di  Redazione Flaminia 18 Febbraio 2021 

L’illazione avanzata sulla stampa locale, dall’associazione FVM, secondo cui ci sarebbe una oscura alleanza tra la Lupus e Marche Multiservizi, o “una marchetta”, come scritto testualmente, a favore della Multiutility pesarese perché sia realizzata una seconda conduttura acquedottistica, con la quale portare l’acqua del Burano sulla costa, rasenta il ridicolo. Non ci sembra di aver mai visto i soci o sostenitori di FVM alle manifestazioni contro l’apertura del pozzo del Burano: la Lupus c’era sempre. Come non ci ricordiamo di aver letto note di codesta associazione contro l’utilizzo di acque profonde per far fronte a puntuali emergenze idriche: i nostri comunicati sono un dato di fatto. Quindi tornando alle cose serie, senza dubbio, un tracciato che non ha nessun tipo di ostacolo, in superficie e sottoterra, si presta alla posa in opera di numerosi sottoservizi tecnologici, di cui la banda ultra-larga e una conduttura sono solo degli esempi. La condotta di adduzione dell’acqua che serve Fano e Pesaro è principalmente fatta di tubi in cemento/amianto e perde circa il 30%. Ma le politiche di MMS sono orientate alla massimizzazione degli utili piuttosto che agli investimenti e quindi è da escludere che in assenza di ingenti capitali pubblici si possa costruire una nuova conduttura. Tuttavia, la pista ciclabile sul sedime della dismessa ferrovia Fano-Urbino offre tali opportunità dal punto di vista turistico e di mobilità locale, salvaguardando la sicurezza di chi si sposta sulle due ruote, che non ha bisogno di motivazioni aggiuntive per essere giustificata e pertanto realizzata. Ciò non toglie che, se in un futuro non prossimo, il treno soppianterà l’auto come mezzo preferenziale per gli spostamenti individuali (più veloce, pratico, conveniente), non si possa realizzare anche nella valle del Metauro un nuovo collegamento ferroviario utile alla mobilità locale e/o nazionale. In ogni caso è tempo delle scelte: quella della ciclabile è una scelta matura, quella del treno, per quanto condivisibile, necessita di tempi più lunghi.  La Lupus in fabula

https://www.nonsoloflaminia.it/index.php/2021/02/18/la-lupus-in-fabula-portare-lacqua-del-burano-sulla-costa-contrari-da-sempre-nessuna-alleanza-con-marche-multiservizi/

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 FERROVIA FANO-URBINO: PD, "LA CICLOVIA GIÀ IN FASE AVANZATA DI PROGETTAZIONE, NON PERDIAMO IL FINANZIAMENTO DELLA REGIONE"

Fano 19/02/2021 - E’ stato approvato in consiglio comunale un ordine del giorno sottoscritto da tutte le forze politiche di maggioranza che impegna il Sindaco e la Giunta comunale ad attivarsi in tutte le sedi istituzionali e a tutti i livelli, affinché il progetto della ciclovia lungo la ex ferrovia Fano-Urbino – che è già in fase avanzata di progettazione negli uffici regionali – prosegua il suo iter arrivando a compimento nel minor tempo possibile, per non perdere il finanziamento stanziato dalla Regione Marche di euro 4.500.000,00 del Fondo Sviluppo e Coesione con scadenza il 31/12/2021.
Inoltre, si chiede di attuare tutte le iniziative utili per utilizzare il tracciato della ciclovia anche come corridoio per la posa di fibra ottica per la banda larga che potrebbe facilmente raggiungere i Comuni dell’entroterra, oggi molto carenti dal punto di vista delle infrastrutture digitali. Come Partito Democratico abbiamo da sempre riconosciuto la grande importanza strategica di una infrastruttura di questo tipo: i benefici che potrebbero arrivare al nostro territorio sono numerosi e toccano settori come quello turistico, quello della mobilità dolce e quello della salvaguardia e valorizzazione del patrimonio naturale, ambientale, culturale e archeologico, con particolare riferimento alla Via Flaminia.
La ciclovia lungo l’ex ferrovia Fano-Urbino si inserisce all’interno della rete della ciclovia delle Marche e sposa l’identità e la vocazione di un territorio come il nostro. Inoltre, questa visione ha anche il favore di tanti cittadini che hanno firmato una petizione promossa dalle associazioni FIAB Marche e FIAB FOR.BICI Fano sul sito change.org, che richiede alla regione Marche esattamente quanto espresso anche nel documento discusso in Consiglio Comunale.
A seguito delle dichiarazioni alla stampa dell’assessore regionale alle infrastrutture, come gruppo consiliare del PD abbiamo ritenuto opportuno e doveroso sottoporre a tutta la maggioranza un tema così importante per costruire una visione condivisa sul progetto di ciclovia. Ricominciare da capo con la progettazione – come auspicato dall’assessore – non significherebbe soltanto lo spreco di risorse già investite per lo studio di fattibilità ma con ogni probabilità significherebbe anche perdere i fondi già stanziati, con il rischio di non vedere l’avvio dei lavori in tempi brevi di alcuna opera.
I consiglieri regionali del centrodestra, con il supporto del M5s, di fatto lavorano contro la loro stessa città e stanno sabotando un progetto già finanziato solo per rispondere a diktat di partito. Con questa consapevolezza durante la discussione in Consiglio Comunale la Maggioranza si è mostrata unita e compatta intorno al progetto elaborato nel corso della scorsa legislatura regionale e presente anche nelle linee di mandato dell’attuale amministrazione di centrosinistra, con l’idea di non compromettere un giorno l’eventuale realizzazione di un trasporto su rotaia ma di portare alla città e a tutta la vallata un risultato strategico, desiderato dai cittadini, ma soprattutto pronto per essere realizzato: una ciclovia lungo la ex ferrovia Fano-Urbino.
“Quello che mi ha portato a elaborare e poi condividere prima con il mio gruppo e poi con tutta la maggioranza un documento di questo tipo sono state le dichiarazioni ambigue che arrivavano dalla nuova amministrazione regionale. Non possiamo permetterci di perdere altro tempo col rischio di perdere risorse importanti. Il tratto dell’ex ferrovia Fano-Urbino, basterebbe andarlo a vedere, versa oggi in stato di incuria e degrado e rischia di esserlo ancora per tanto tempo, anche per questo sempre più persone chiedono la realizzazione di una infrastruttura leggera che potrebbe dare un impulso importante alla nostra vallata. Una volta realizzata sarà determinante per la mobilità urbana: un percorso sicuro, lontano dal traffico che attraversa tutta la nostra città, rendendo persone e quartieri più vicini e fornendo a tutti i cittadini un modo sostenibile per spostarsi all’interno della città.” Giovanni Clini – Consigliere Comunale del Partito Democratico e primo firmatario dell’ordine del giorno Realizzazione di una ciclovia lungo l’ex ferrovia Fano- Urbino.

https://www.viverefano.com/2021/02/20/ferrovia-fano-urbino-pd-la-ciclovia-gi-in-fase-avanzata-di-progettazione-non-perdiamo-il-finanziamento-della-regione/907116/

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Fano, I'eterno dilemma

GIUNTA RIUNITA SULLA CICLOVIA. MA TARSI ACCUSA: VISIONE MIOPE

La consigliera: «Chiudere oggi al progetto turistico significa precluderci anche la metropolitana leggera»

FANO - La giunta Seri si ritrova unita a difesa della pista ciclabile Fano- Urbino a fianco dei binari? Sem­bra che le iniziali divergenze all'interno dell'esecutivo siano state superate al termine dell'in­contro di sabato scorso durante il quale l'assessore alla Qualità Urbana, Fabiola Tonelli ha riferi­to dell'incontro avuto la scorsa settimana con l'assessore regio­nale Francesco Baldelli. Asses­sori e sindaco Seri si sarebbero ritrovati nella battaglia comune contro il «ripristino del treno tra i quartieri e le case della città». L'obiettivo della nuova giunta regionale, infatti, è quello di al­lontanare la pista ciclabile di al­meno 4 metri dai binari per consentire, in futuro, il ripristino del treno sia a scopo turistico sia co­me metropolitana di superficie. La Regione, nel recente incon­tro, non avrebbe avanzato un percorso alternativo a quello prodotto dalla giunta Ceriscioli (che correva a 1,5 metri dalla fer­rovia), ma avrebbe chiesto la collaborazione del Comune nell'individuare le strade nelle quali far passare le piste ciclope­donali. «Mancano di una visione strate­gica», accusa la consigliera di 'Fano Città Ideale' Lucia Tarsi al­la giunta Seri e alla maggioran­za di centrosinistra. «Chiudere oggi al treno turistico - insiste Tarsi - significa precludere la possibilità di dotarci di una me­tropolitana domani. Da parte della maggioranza c'è il tentati­vo di contrapporre le due infra­strutture anteponendo la ciclovia alla ferrovìa. Molto più utile e lungimirante sarà invece la realizzazione di un doppio pro­getto e di un doppio tracciato, integrati: bici e treno come pro­spettiva per uno sviluppo 'dol­ce' e ambientalmente sostenibi­le della mobilità della Valle del Metauro. Nulla di nuovo rispetto alla modestia della visione strategica della giunta Seri, che invece di caldeggiare la creazio­ne di un collegamento con Urbi­no, con una infrastruttura ferro­viaria di attraversamento di tut­ta la vallata, con Fano nodo ini­ziale, preferisce la ciclabile Fano-Bellocchi-Carrara.  Nulla di nuovo rispetto alla schizofrenia del Pd che, mentre a livello nazionale nel 2017 voleva tutelare la ferrovia turistica Fano-Urbino, a Pesaro, si è sempre oppo­sto al ripristino della Iinea*.  Anna Marchetti

Da: Il Resto del Carlino del 22/2/2021

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BARRIERE LUNGO LA FERROVIA, APPELLO DI RUGGERI (M5S): "BISOGNA LAVORARE DI PIÙ SULLE ALTERNATIVE"

Fano 23/02/2021 - «Bisogna lavorare di più sulle alternative alle barriere fonoassorbenti lungo la ferrovia Adriatica». Un appello che la capogruppo dei 5 Stelle, Marta Ruggeri, ha rilanciato stamane durante la seduta del consiglio regionale. Intervenire sui criteri adottati da Rete Ferroviaria Italiana per mitigare i rumori prodotti dai treni eliminerebbe il rischio di barriere alte 8 metri lungo tutta la costa marchigiana.
«Ritengo soddisfacente – ha proseguito Ruggeri – che la Regione abbia affermato la propria contrarietà verso un intervento di tale impatto negativo su economia turistica, paesaggio, ambiente e vivibilità dei luoghi. La risposta fornita in aula dall’assessore regionale Stefano Aguzzi dimostra che l’approccio è corretto. Purtroppo però, e non gliene faccio una colpa, ha evidenziato anche che le altre Regioni non sono sulla stessa lunghezza d’onda e che il diniego delle Marche potrebbe non bastare per fermare il piano di Rfi. Sappiamo dalle audizioni in Senato che è in essere un miglioramento del materiale rotabile, quindi meno rumoroso. L’impressione è però che si lavori ancora troppo poco sui cosiddetti ricettori, cioè sugli edifici vicini alla linea ferroviaria, quando invece si potrebbero prevedere misure per finanziare infissi con i doppi vetri o impianti di aerazione per tenere chiuse le finestre anche durante la stagione calda, abbattendo di conseguenza il disagio. Agendo da entrambi i lati, la sorgente del rumore e i cosiddetti ricettori, la soluzione delle barriere sarebbe nel tempo abbandonata».

La capogruppo Ruggeri e la consigliera Simona Lupini, anche lei dei 5 Stelle, avevano presentato un’interrogazione sul piano di mitigazione sonora, chiedendo ragguagli sulle intenzioni della giunta regionale. L’assessore Aguzzi ha risposto di avere dichiarato contrarietà alle barriere fonoassorbenti anche durante la commissione ambiente della Conferenza delle Regioni. Aveva inutilmente chiesto che per le Regioni fosse prevista la facoltà di intervenire sulla tipologia dei progetti. «Si tratta di una questione molto complessa – ha aggiunto la capogruppo Ruggeri dopo la seduta consiliare – su cui continueremo a vigilare, tenendo informati i comitati di cittadini che a ragione si sono attivati per scongiurare un possibile danno per tutta la comunità marchigiana».

Da: https://www.viverefano.com/2021/02/24/barriere-lungo-la-ferrovia-appello-di-ruggeri-m5s-bisogna-lavorare-di-pi-sulle-alternative/909799/

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FANO-URBINO, MAZZANTI E RUGGERI (M5S): “IL COMUNE RIFIUTA DI REALIZZARE IL PROPRIO PIANO DELLE CICLABILI A SPESE DELLA REGIONE”

Fano 22/02/2021 - Lo scorso mercoledì, il consiglio comunale di Fano ha approvato un ordine del giorno della maggioranza per recuperare il progetto di Biancani e Ceriscioli sulla ciclabile Fano-Urbino. L’opposizione ha compattamente votato contro, compresi i portavoce del Movimento 5 Stelle.  “Per fortuna – commenta il capogruppo Tommaso Mazzanti – quel progetto è stato già accantonato dalla Regione, essendo bloccato dallo scorso marzo per una serie di pareri negativi del Ministero, con il rischio di perdere i fondi. Ben venga invece il nuovo tracciato che preserva il sedime ferroviario in vista dello studio sulla possibilità di un futuro ripristino e mette in sicurezza le risorse. Questa alternativa è stata presentata agli amministratori fanesi nei giorni scorsi, ma in consiglio l’assessora competente non ha voluto proferire parola sull’incontro. Lo crediamo bene! Ci risulta infatti che la Giunta Seri abbia rifiutato l’occasione ghiotta di far realizzare, a spese della Regione, una parte del piano degli itinerari ciclabili predisposto dal Comune di Fano nel 2017. Si tratta di una decisione gravissima e francamente incomprensibile di cui dovrà rendere conto ai cittadini”.

Anche la capogruppo in consiglio regionale Marta Ruggeri stigmatizza la scelta dell’Amministrazione fanese. “È davvero stucchevole – afferma – che pur di portare avanti a tutti i costi una posizione ideologica, Seri e il PD impediscano ai fanesi di usufruire dei fondi messi a disposizione dalla Regione per garantire una mobilità sostenibile e ciclabile che colleghi finalmente i quartieri della città in sicurezza. Questo succede quando si prende come riferimento solo il criterio delle appartenenze partitiche e non la bontà delle soluzioni concrete a favore della collettività”.  da MoVimento 5 Stelle Fano

https://www.viverefano.com/2021/02/23/fano-urbino-mazzanti-e-ruggeri-m5s-il-comune-rifiuta-di-realizzare-il-proprio-piano-delle-ciclabili-a-spese-della-regione/908921/

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«FANO-URBINO, IL PROGETTO? SOLO DUE RIGHE SULLA MAPPA»

L'assessore Tonelli dopo l'incontro in Regione in cui sono state prospettate un paio di ipotesi. «Ci facciano una proposta seria poi valuteremo»

L'AUT AUT  Si teme che Fano venga tagliata fuori se non accetta una delle possibilità   M5S: «'No' ideologici»

«Il nuovo progetto della Regione sulla ciclabile 'Fano-Urbino' non esiste: l'assessore Baldelli ci ha presentato solo una riga arancione su una mappa». L'assessore alla Qualità Urbana Fabiola Tonelli boccia la proposta alternativa alla pista ciclabile Fano-Urbino avanzata dalla Regione (quella che prevede un percorso più lontano dal sedime ferroviario, così da lasciarsi una possibilità sulla possibile riattivazione della tratta). Tacciono il sindaco Seri, i colleghi di giunta e della sua lista Noi Giovani. In sostanza i percorsi da prendere in considerazione sarebbero due: via XII settembre, via IV Novembre, per arrivare a via Fossa di Sant'Orso e da qui in zona Codma. Nell'altra ipotesi le vie interessate sarebbero via Veneto, via Metauro e via della Colonna per poi uscire dal centro abitato di Fano.

«Non stiamo parlando di veri tracciati alternativi alla Fano-Urbino - commenta l'assessore Tonelli - perché in alcuni tratti la pista passa a 4 metri dalla ferrovia, ma in altri molto più lontano coinvolgendo il cuore della città». «E' la Regione che ha cambiato idea - insiste Tonelli -: ci presentino ufficialmente un progetto, noi faremo le scelte migliori nell'interesse della città». Sembra, però, che l'assessorato regionale guidato da Baldelli non abbia intenzione di offrire molte alternative al Comune, mettendolo di fronte alla scelta di prendere o lasciare. «Non credo proprio - risponde Tonelli - che qualcuno in Regione abbia il coraggio di escluderci dal progetto della Fano-Urbino». Rimane, però, il timore che la parte fanese dei 4,5milioni di euro possa essere dirottata su altri comuni, ad esempio sul tracciato che va da Lucrezia a Fossombrone. «Fano non ha alcuna intenzione di rinunciare alla sua parte di risorse - precisa l'assessore - ma la responsabilità delle scelte è della Regione e non possono farla ricadere su di noi. Come centrosinistra abbiamo già ribadito in consiglio comunale, con un ordine del giorno, che il percorso migliore è quello lungo i binari», cioè l'originaria proposta, caldeggiata dal consigliere Pd Andrea Biancani, presentata dalla precedente amministrazione.

Per M5S è, però, gravissimo che «la giunta Seri rifiuti l'occasione ghiotta di far realizzare, a spese della Regione, una parte del piano degli itinerari ciclabili (Biciplan) predisposto dal Comune nel 2017». Anche la capogruppo in consiglio regionale Marta Ruggeri stigmatizza la scelta dell'Amministrazione fanese. «È davvero stucchevole che pur di portare avanti una posizione ideologica, Seri e il Pd impediscano ai fanesi di usufruire dei fondi messi a disposizione dalla Regione per una mobilità sostenibile e ciclabile che colleghi i quartieri della città in sicurezza. Ciò accade quando si prende come riferimento solo il criterio delle appartenenze partitiche e non la bontà delle soluzioni a favore della collettività».               Anna Marchetti

Da: Il Resto del Carlino del 24/2/2021

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FANO-URBINO, AUT AUT DI BALDELLI «DECIDANO O DECIDEREMO NOI»

Ciclabile, ultimatum dell'assessore, ma il Pd insorge

«La scelta è del Comune, in base al loro piano delle piste ciclabili ci indichino il percorso più opportuno da realizzare». Sulla Fano-Urbino, l'assessore regionale alle Infrastrutture Francesco Baldelli ribadisce «la volontà di salvaguardare il sedime ferroviario, lo studio di fattibilità che dovrà eseguire Rfi (per il quale è stato destinato un milione di euro) sul ripristino della ferrovia e la realizzazione della ciclovia del Metauro (lontana dai binari da 4 metri in su)». «In casa d'altri - fa notare Baldelli - si entra educatamente, ma non abbiamo intenzione di perdere tempo: nel giro di qualche giorno ci attendiamo una risposta».  In caso di mancata collaborazione da parte di Fano, «prenderemo - fa sapere Baldelli - le nostre decisioni». All'assessore Tonelli che accusa la Regione di «non avere un progetto alternativo a quello di Biancani-Ceriscioli» dove la ciclabile correva lungo la ferrovia, Baldelli replica: «Il progetto precedente non è mai esistito e comunque ora il Comune ha l'occasione di sfruttare i finanziamenti della Fano-Urbino (previsti 4,5milioni di euro) per realizzare uno dei percorsi indicati dal loro piano delle piste ciclabili».

«Purtroppo a Fano sembra comandare Baldelli - interviene il consigliere comunale del Pd Enrico Fumante - imponendo, con l'avallo degli assessori fanesi (Aguzzi e Car-loni, ndr) e il supporto di M5S, una scelta contro la volontà dei fanesi: da città pesarocentrica siamo passati a città pergolacentrica». E ancora: «L'assessore Tonelli in modo gentile ha detto a Baldelli che la proposta della Regione è una presa in giro e io lo ribadisco. Come si può pensare di penalizzare Fano, rischiando di farle perdere i finanziamenti, per un treno che non tornerà mai più?». «La proposta dall'assessore Baldelli - incalza il consigliere regionale Andrea Biancani artefice del progetto lungo la ferrovia - non è più quella di realizzare la ciclovia del Metauro, ma una ciclabile urbana. Inoltre quel sedime non è adatto a un treno commerciale. La nostra soluzione di una ciclovia lungo i binari era, invece, perfettamente compatibile con una metropolitana di superficie o con il passaggio di un mezzo elettrico che avrebbe il vantaggio di arriva

Da: Il Resto del Carlino del 25/2/2021

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INFRASTRUTTURE SUL TRATTO PESARO-FANO-FOSSOMBRONE-URBINO-MONTECCHIO-PESARO: C'È L'INTERESSE DELLA REGIONE

A seguito della richiesta di uno studio di fattibilità delle infrastrutture sul tratto Pesaro – Fano – Fossombrone – Urbino – Montecchio – Pesaro, inoltrata dal Sindaco della Città di Vallefoglia Sen. Palmiro Ucchielli alla Regione Marche, l’Assessore alle infrastrutture e ai Lavori Pubblici Dott. Francesco Baldelli, in persona del Dirigente del Servizio Tutela, gestione e assetto del territorio Arch. Nardo Goffi, ha risposto comunicando di condividere quanto proposto dal Sindaco.  In particolare, dopo l’esito degli incontri tenuti nei giorni scorsi con RFI (Rete Ferroviaria Italiana) per verificare il potenziamento delle infrastrutture esistenti, la Regione comunica che si sta adoperando per creare un anello ferroviario longitudinale e trasversale alle valli marchigiane e in questa prospettiva è possibile valutare l’idea di estendere lo studio di fattibilità al tratto viario interessato allargando una gamma di soluzioni che vanno dal BRT (Bus Rapid Transit), al treno tradizionale, passando per la cosiddetta metropolitana di superficie.

Il Sindaco, pertanto, ringrazia vivamente la Regione Marche, in particolare l’Assessore Regionale Dott. Baldelli e l’Arch. Goffi, per aver preso in attenta considerazione l’ipotesi progettuale presentata e per l’impegno assunto per una sua possibile attuazione augurandosi che ciò possa essere finanziato e realizzato.

https://primocomunicazione.it/articoli/attualita/infrastrutture-sul-tratto-pesaro-fano-fossombrone-urbino-montecchio-pesaro-ce-linteresse-della-regione?fbclid=IwAR1mLWVjLVopLI09WBBiklTzMXG-_vXATF8naI31ZcmCAAdpjdWvzzrOF7I del 25/2/2021

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FANO MAI COSÌ RAPPRESENTATA NELLE ISTITUZIONI MOLTE ATTESE PER ACCOTO NEL GOVERNO DRAGHI

Sottosegretaria al lavoro ma Ruggeri la investe di un ruolo influente anche per Fano-Grosseto e Fano-Urbino

LE REAZIONI -  FANO «A marzo ci sarà da fare sia sul sociale sia sulle politiche del lavoro». Mancano pochi giorni a marzo, mese in cui decadrà lo stop ai licenziamenti e quel passaggio critico sarà, secondo Alberto Bacchiocchi, il segretario del Pd locale, un banco di prova senz’altro impegnativo per la senatrice fanese Rossella Accoto, 5 Stelle, appena nominata sottosegretaria al ministero del Lavoro e delle Politiche sociali.

Seri: «Grande opportunità»  -  «Mai come in questa fase - afferma il sindaco di Fano, Massimo Seri - la nostra città ha avuto così tanti rappresentanti ai massimi livelli istituzionali. Un sottosegretario, appunto, più altri tre parlamentari, due assessori e due consiglieri regionali. Spero che se ne possano trarre benefici e risultati per la nostra comunità. Ho già avuto modo di esprimere i miei sinceri complimenti alla senatrice Accoto, insieme con l’augurio di una profìcua collaborazione con il Comune della sua città. La nomina che la riguarda è senza dubbio una grande opportunità».

Cambia il presidente del Consiglio dei ministri, cambiano anche i ministri e i vice, ma le politiche sociali e del lavoro hanno in questa fase una costante tutta fanese: ad Accoto è stato assegnato lo stesso incarico che era di Francesca Puglisi (Pd) durante il Conte bis. La politica locale non si sbilancia su quali temi nevralgici possano essere seguiti dalla sottosegretaria Accoto al di fuori delle competenze specifiche che le saranno assegnate, fa comunque eccezione Marta Ruggeri, anche lei dei 5 Stelle e capo­gruppo regionale.  «Rossella non ha ancora ricevuto deleghe specifiche - argomenta Ruggeri - però è sicuro che sarà un importante presidio a favore della città. Alcuni temi su cui potrebbe influire sono, per esempio, la Fano-Urbino, la Fano-Grosseto e la crisi profonda del settore produttivo, che non accenna a diminuire a causa del Covid».

Il reddito di cittadinanza  - «Prevedo una sua ferma difesa del reddito di cittadinanza - continua la consigliera regionale -, che non è soggetto soltanto alle critiche della Lega come dimostra la recente polemica sollevata dall’assessore Dimitri Tinti, e anche un’attenta verifica sullo stato dei Puc, i progetti utili alla collettività. Potrebbe essere uno stimolo per gli amministratori locali. Altri temi importanti sono le riforme che dovranno riguardare centri per l’impiego e pensioni, prevedendo che quota 100 non sia confermata. Rossella si è meritata questo prestigioso incarico, lavora tanto e lo fa con grande umiltà».

Ad Accoto gli auguri di buon lavoro da parte del consigliere regionale Luca Serfilippi, Lega: «Il lavoro è uno dei problemi più importanti e di conseguenza mi auguro che ci sia come sempre la massima collaborazione fra enti locali e Governo, per affrontare insieme la situazione. Il Governo deve dare risposte immediate alle attività economiche, tanto colpite dall’attuale situazione. Si eviti che chiudano, ricorrendo a ristori certi e immediati. Mi auguro inoltre di ricevere segnali importanti sull’occupazione giovanile e sulle attività innovative». «È senz’altro un’opportunità - conclude Bacchiocchi - avere una fanese nel livello governativo. Auguro ad Accoto di fare bene come hanno fatto Alessia Morani e Puglisi, che ringrazio per il lavoro svolto, anche se devo ammettere di non averla troppo percepita finora nel suo ruolo di senatrice».  Osvaldo Scalassi

Da: Corriere Adriatico del 26/2/2021

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FOSSOMBRONE, LA MINORANZA CONSILIARE RECLAMA L’ALLARGAMENTO DELLA PISTA CICLABILE

"Facciamo in modo che nel primo stralcio dei lavori per la ciclabile ci sia anche Fossombrone...". Con una mozione la minoranza in consiglio comunale chiede che il sindaco e la giunta "si attivino immediatamente e con urgenza, tramite gli uffici competenti, al fine di: inserire nel primo stralcio dei lavori per la pista ciclo-pedonale anche il tratto fino a Fossombrone (Calmazzo)" e "di incrementare immediatamente le risorse necessarie con fondi comunitari o della Regione stessa". Come spiega la minoranza, "nel 2018 la maggioranza 5 Stelle aveva approvato un documento per l’attivazione di un treno turistico, ma questa pista ciclo-pedonale non la preclude. È fondamentale chiedere che la pista prosegua fino da noi, perché è assurdo che termini a Tavernelle, tagliando fuori un territorio come il nostro". La minoranza ricorda in particolare che "nel febbraio 2020 la giunta Ceriscioli aveva presentato un progetto di riqualificazione attraverso la previsione di una pista ciclo-pedonale di circa 74 km. da Fano a Cantiano, finanziato per 4,5 milioni di euro dalla Regione Marche con fondi europei e prevedendo una distanza di almeno un metro e mezzo dalla tratta ferroviaria dismessa (la Fano-Urbino)". Nel gennaio 2020 era arrivato il nulla osta di Rete Ferroviaria Italiana al progetto di fattibilità della ciclabile. Poi lo scenario è cambiato: ora si pensa a rifare davvero una ferrovia vera e collegata in modo serio alla rete nazionale.

Da: https://www.ilrestodelcarlino.it/pesaro/cronaca/fossombrone-la-minoranza-consiliare-reclama-l-allargamento-della-pista-ciclabile-1.6072188  del 27/2/2021

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«IL PD OVUNQUE CHIEDE STRADE FERRATE SALVO CHE A FANO»

Il commento di Mazzanti a interrogazione in Regione

LA QUERELLE - FANO La risposta in consiglio regionale all’interrogazione della consigliera del Pd. Micaela Vitti, sulla prosecuzione della ferrovia Fano-Urbino fino a Vallefoglia e Pesaro, al fine di formare un anello di strada ferrata nell’entroterra pesarese, ha subito ripercussioni sulla querelle politica fanese per il progetto della pista ciclabile sul medesimo itinerario. «Dopo aver ascoltato - osserva il capogruppo del M5s Tommaso Mazzanti - l’ottima risposta dell'assessore regionale alle infrastrutture Francesco Baldelli. che ha dichiarato di aver chiesto per la riattivazione della Fano-Urbino anche i fondi del Recovery plan, oltre a quelli già disponibili grazie alia nostra sottosegretaria Rossella Accoto, la consigliera Vitti ha auspicato che si prosegua su questa linea nei “tempi più celeri possibili". Sogno o son desto - si chiede Mazzanti -? Nel frattempo cosa fa il Pd fanese? Costituisce un comitato per rianimare una ciclabile infattibile, a ridosso dei binari, diffondendo a piene mani le solite fake news. Per il resto si può sempre fare l'ovovia (copyright assessori Tonelli». Uscendo dal cul de sac del confronto ideologico. Mazzanti tenta una chiave di lettura: -Come mai a tutti i livelli il Pd si batte per la "cura del ferro", firmando la legge sulle ferrovie turistiche che ha salvato la ferrovia del Metauro, mentre a Fano fa l'esatto opposto? A chi conviene la morte di quella tratta? Facciamoci questa domanda. Così forse capiamo la risposta».

Da: Corriere Adriatico del 3/3/2021

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RECOVERY FUND PER LA FERROVIA

La giunta regionale con Baldelli ha dato il via libera a investire risorse sull’opera considerata strategica Interrogazione di Micaela Vitti, chiesta chiarezza sui fondi previsti per lo studio di fattibilità delle tratte

IL PROGETTO - URBINO Ferrovia Fano-Urbino: la giunta regionale, con l’assessore Francesco Baldelli, ha dato l’ok a investire le risorse del Recovery Fund sull’opera. Ora come ha replicato in aula ieri la consigliera regionale di opposizione Micaela Vitri, si deve capire «quante risorse sono state previste per lo studio di fattibilità» del possibile anello ferroviario longitudinale e trasversale alle valli, per ottenere poi «i fondi del Recovery, Piano Nrr missione 3, perché bisogna programmare». L’interrogazione era partita dallo studio di fattibilità sulla riattivazione della tratta ferroviaria Fano-Urbino ed eventuale prolungamento.

Le premesse - Le premesse esposte sono note: il «24 luglio 2019, tramite parere favorevole del Cipe, indicato nell’aggiomamento al contratto di programma tra Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e Rfì, è stato stanziato un milione di euro allo scopo di realizzare uno studio di fattibilità per la riattivazione della linea ferroviaria Fano-Urbino a fini turistici» e che «la Ferrovia Fano-Urbino, chiusa dal 1987 e dismessa dal 2011, oggi rientra tra i tratti che il Governo ha dichiarato di interesse turistico perché in aree di particolare pregio naturalistico o archeologico». Chiari, i quesiti posti al presidente dell’Assemblea: si è «già provveduto a richiedere aggiornamenti sullo stanziamento di un milione di euro per lo stesso studio di fattibilità in oggetto?». Si intende «favorire la valutazione dell’estensione della tratta ferroviaria Fano Urbino fino a Pesaro?». I punti di partenza, contenuti nella stessa interrogazione presentata, ricordavano che «la attuale giunta regionale ha più volte manifestato l’interesse di riattivare la tratta ferroviaria Fano- Urbino» e che «nel Defir Marche 2021-2023» si legge che «si punterà alla riattivazione della ferrovia ad uso turistico Fano-Urbino, già prevista dalla legge 9 agosto 2017, n.128 che disciplina le modalità di individuazione e finanziamento delle linee ferroviarie in disuso».

Le risorse - Infine, il capitolo risorse «messe in campo dal Recovery Fund» da «impiegare anche per la riattivazione della stessa tratta ferroviaria, come esplicitamente previsto nel PNRR alla Missione 3 su “Infrastrutture per una mobilità sostenibile” prima componente», perché « lo studio di fattibilità di Rfì potrebbe valutare il prolungamento della stessa tratta ferroviaria Fano-Urbino fino a Pesaro passando per Vallefoglia e formando così un percorso ad anello, che colleghi velocemente la costa con l’entroterra».  Gianluca Murgia

Da: Corriere Adriatico del 3/3/2021

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FANO - CICLABILE FANO URBINO, LINEA DURA CONTRO LA REGIONE

La maggioranza si oppone al progetto di Baldelli, ma l'assessore annuncia una possibile riattivazione anche della Fabriano-Pergola-Fermignano

di Anna Marchetti

Il Pd ha in previsione anche una raccolta firme cartacea ed altre iniziative

Mentre la maggioranza fanese annunciava la linea dura contro la Regione a difesa della ciclabile lungo la Fano-Urbino, ieri in consiglio regionale, Micaela Vitri (Pd) invitava l'assessore alle Infrastrutture Francesco Baldelli «a completare il progetto ferroviario della Fano-Urbino prevedendo anche il tratto Urbino- Vallefoglia-Pesaro». Baldelli, dopo avere riferito di aver chiesto le risorse del Recovery Plan per la Fano-Urbino, ha aggiunto: «Alla luce di nuovi possibili finanziamenti la Regione potrà valutare di completare l'anello ferroviario con la tratta Urbino-Morciola-Montecchio-Pesaro e Civitanova-Fabriano-Pergola-Fermignano».

Baldelli ha anche annunciato di aver avuto il mese scorso (il 3 febbraio) un incontro, insieme con il presidente Acquaroli e con l'amministratore delegato di Rfi che in quella occasione si sarebbe «impegnato a predisporre il progetto di fattibilità per la riattivazione della Fano- Urbino e a collaborare con la Regione per un ulteriore studio di fattibilità per la Fabriano-Pergola-Fermignano che si innesta sulla Fano-Urbino». «Spero - è stato il commento della consigliera Vitri - che questo sia solo l'inizio, che si possa andare avanti il più velocemente possibile e di conoscere le risorse che saranno messe in campo». «Sogno o son desto?» è la reazione del consigliere comunale Tommaso Mazzanti (M5S) alle parole di Micaela Vitri. «Come mai - prosegue - a tutti i livelli il Pd si batte per la 'cura del ferro', firmando la legge sulle ferrovie turistiche che ha salvato la ferrovia del Metauro, mentre a Fano fa l'esatto opposto? A chi conviene - si chiede Mazzanti - la morte di quella tratta?».

Intanto la maggioranza, dopo la riunione di lunedì sera, ha deciso di dar vita ad un gruppo di lavoro (qualcuno lo definisce comitato) con esponenti di tutte le forze politiche «per promuovere - spiega il consigliere comunale e provinciale del Pd Enrico Nicolelli - una serie di iniziative pubbliche a difesa della pista ciclabile lungo la ferrovia». In previsione anche una raccolta firme cartacea. Insiste Nicolelli: «Quella della Fano-Urbino è un tracciato ferroviario ormai inadeguato che passa in mezzo alle case e alle fabbriche. Se proprio vogliono realizzare la metropolitana di superficie pensino ad un percorso alternativo. Tra Rosciano, Cuccurano e Carrara - conclude il consigliere - non ho trovato una sola persona favorevole al ripristino della ferrovia».

«La maggioranza - aggiunge la capogruppo del Pd Agnese Giacomoni - non è mai stata così compatta come in questo caso». Qualcuno dei partecipanti alla maggioranza fa notare che i meno determinati siano l'assessore Fabiola Tonelli e il sindaco Massimo Seri, forse preoccupati di perdere le risorse regionali. Della ciclabile lungo la Fano-Urbino e della variante Gimarra - altro tema caldo - si parlerà di nuovo nell'Assemblea del Pd che dovrebbe essere convocata entro la settimana.

Da: Il Resto del Carlino del 3/3/2021

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FERROVIA FANO-URBINO, LEGA ATTACCA LA MAGGIORANZA: «IL PD LOCALE NON STA LAVORANDO PER IL BENE DELLA CITTÀ»

Secondo la minoranza l'amministrazione Seri starebbe facendo perdere importanti fondi solo per motivi ideologici. Lega: «Il sindaco si assuma le sue responsabilità»

4 Marzo 2021 -  FANO – Non smette di far discutere l’ex ferrovia Fano–Urbino. L’inizio del 2021 è coinciso con il ritorno in auge di questa lanosa questione che vede idee agli antipodi sul progetto che dovrebbe nascere dalle ceneri dei binari che collegavano la Città della Fortuna con quella Ducale (a questo link un sondaggi sul pensiero dei fanesi). C’è chi vorrebbe il ripristino del treno a discapito della creazione della pista ciclabile, chi crede che i due progetti possano coesistere e chi, come l’amministrazione fanese, predilige la creazione di un corridoio verde da percorrere sui pedali, proprio in coincidenza dei binari.

Contro questa visione si è scagliata a tutta forza Lega Fano che si chiede senza mezzi termini «perché parte del PD fanese continui a non lavorare per Fano».

«Rimaniamo senza parole nell’apprendere la volontà dell’amministrazione di schierarsi contro la Regione sui finanziamenti relativi alla ferrovia Fano-Urbino – riferiscono gli esponenti locali della Lega -. L’intenzione del PD è di rispondere picche all’idea di progetto, presentata dalla Regione, di attingere ai fondi dal Recovery Plan per ripristinare la ferrovia Fano-Urbino, estendendola a Fabriano-Pergola e Fermignano, e allo stesso tempo di realizzare una ciclo-via che colleghi gli stessi territori. Questa soluzione prenderebbe due piccioni con una fava: si ripristinerebbe un tratto ferroviario strategico per il collegamento cittadino fra i comuni dell’entroterra e, nell’esigenza di una mobilità sostenibile, rilancerebbe tutta la vallata del Metauro in chiave turistico-ricettiva».

A detta della minoranza la visione dell’amministrazione fanese sarebbe in netta contraddizione con il progetto integrato del turismo: una posizione, a loro dire, puramente ideologica di alcuni esponenti del PD fanese, che rischierebbe di fare perdere i fondi che l’assessorato regionale ha intenzione di mettere a disposizione per Fano e per la vallata.

«Perdere quei fondi, per colpa della maggioranza, sarebbe un danno enorme per Fano. Smentiti dalla loro stessa consigliera regionale Micaela Vitri, che si è schierata in favore del ripristino della tratta ferroviaria Fano-Urbino, ci chiediamo nuovamente perché parte del PD fanese continui a non lavorare per Fano». E concludono: «Perseverare, come stanno facendo, nella realizzazione della pista ciclabile sopra la vecchia tratta ferroviaria equivale a dare forfait alla possibilità di ottenere entrambe le opere. I millantati gruppi di lavoro, dei quali nessuna forza politica di minoranza era a conoscenza, non sono altro che uno strumento per rallentare il progetto di rilancio turistico e sociale del nostro territorio. È arrivato il momento che il sindaco di Fano si assuma le sue responsabilità e dichiari espressamente quale è l’intenzione di questa amministrazione».

https://www.centropagina.it/attualita/ferrovia-fano-urbino-lega-attacca-maggioranza-pd-locale-non-sta-lavorando-bene-citta/

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LA METROPOLITANA DI SUPERFICIE? SI STRALCI LA TRATTA DALLA LEGGE 128»
FANO-URBINO, ROVINELLI INDICA LA MODIFICA PER SEGUIRE LA VISIONE UTOPICA DI UCCHIELLI

«Impossibile il recupero e il collegamento ad anello con l’entroterra come ferrovia turistica»

L'INFRASTRUTTURA  -  VALLEF0GLIA  - Se si vuole riaprire la ferrovia Fano-Urbino e seguire la visione utopica di Ucchieli per prolungare il tracciato fino a Vallefoglia e Pesano. realizzando un collegamento ad anello su rotaia tra la costa e l’entroterra. si deve stralciare l'attuale tratta dismessa dalla legge 128 del 2017, che la inserisce tra le ferrovie turistiche. e reintrodurla nel servizio del trasporto pubblico locale come era prima della chiusura nel 1987».

L'incongruenza del dibattito  -  Renzo Rovinelli, funzionario della Regione Marche incaricato ai tempi dell'ex governatore Ceriscioli della valorizzazione delle tratte ferroviarie dismesse (finché è stato "comandato" al Comune di Fano nel dicembre 2019), focalizza l'incongruenza sottesa al dibattito sul recupero della Fano-Urbino. Ovvero si ragiona e si argomenta di una metropolitana di superfìcie ma ci si riferisce al recupero di una ferrovia turistica, previsto dalla legge, con conseguenti limitazioni d'uso. «Abbiamo la fortuna - osserva Rovinelli - di avere 4 parlamentari fanesi (i deputati Cattoi, Rossini e la senatrice Accoro del M5S e il deputato Paolini della Lega, ndr), addirittura una sottosegretaria facente parte del nuovo governo nazionale (la stessa Accoto, ndr), una Regione protesa a proporre nuova vita al trasporto su ferro, allora si adoperino tutti quanti per cambiare la legge. Non c’è altra strada perché quella legge non prevede né il trasporto pubblico locale, né il trasporto di merci. Inoltre, stabilisce l'invarianza finanziaria, quindi senza nuovi oneri per la finanza pubblica oltre il contratto di programma con il gestore o le risorse delle Regioni. È chiaro che immaginare di trasformare l’ex ferrovia in metropolitana di superficie con questa normativa significa non conoscere atti essenziali e fondamentali di questo Stato».

Rovinelli ha approfondito la materia, «facendo i salti mortali - racconta - per mantenere l’integrità dell’infrastruttura e impedirne lo smantellamento, tanto che siamo intervenuti grazie a Ceriscioli e Biancani a stoppare tre giorni prima un rogito notarile a Bari per la vendita di pezzi della ferrovia: c’erano 220 istanze di privati e la richiesta di una società per il tratto iniziale. Poi abbiamo fatto un accordo con Rete Ferroviaria Italiana, che si è impegnata a mantenere integra la ferrovia rinunciando alle alienazioni». L’altra parte dell’incarico ha riguardato la valutazione del recupero come ferrovia turistica, gestita dalla Fondazione Ferrovie dello Stato. «Da una ricognizione di ciò che viene fatto sulle altre tratte turistiche - spiega Rovinelli - emerge che mediamente vengono organizzati 15-20 trasporti all’anno in occasione di particolari iniziative. Inoltre, il decreto dell’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie pone limiti molto pesanti per l’utilizzo di questi treni turistici come la velocità massima di 50 chilometri all’ora, in alcuni punti di 30, e l’obbligo di fermata ad ogni attraversamento. Da noi sono 97, ho calcolato che occorrerebbero 3 ore e mezzo per andare da Fano a Urbino e altrettante per tornare».

L’investimento oneroso -  Oltre all’onere dell’investimento, «stimabile tra 120 e 150 milioni di euro» dice Rovinelli, il tema centrale è la rapidità del trasporto. Viste le edificazioni nel frattempo sorte vicino alla ferrovia (dismessa nel 2011), il funzionario regionale ritiene che le limitazioni poste ai treni turistici non potranno essere molto più blande per la metropolitana di superficie così da renderla concorrenziale per i tempi rispetto all’autobus e all’auto privata. Avendo Rovinelli fatto propria - come tiene a sottolineare - la massima di Pindaro: “Anima mia non aspirare alla vita immortale ma esaurisci il campo del possibile”, il suo pensiero sul ritorno del treno quindi non è positivo.   Lorenzo Furlani

Da: Corriere Adriatico del 5/3/2021

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IL TRENO È FUTURO, LEGAMBIENTE "POSITIVO IL RINNOVATO INTERESSE VERSO IL RIPRISTINO DELLA FANO-URBINO

06/03/2021 - Il circolo Legambiente “Le Cesane” di Urbino, che da anni lotta per il ripristino della tratta ferroviaria Fano-Urbino, guarda positivamente l’attuale rinnovato interesse per il problema da parte dei politici e non.  La ferrovia rappresenta un alternativa al traffico su gomma consentendone la sua riduzione in modo da diminuire l’inquinamento dell’aria, l’inquinamento acustico, nonché il numero di incidenti. 
Viaggiare in treno permette di arrivare al centro di città decongestionando il traffico cittadino, consente una maggior rilassatezza evitando lo stress della guida e la ricerca del posto auto; durante il viaggio si può dedicare il tempo alla lettura o continuare l’attività di lavoro; è un mezzo di trasporto collettivo che permette la socializzazione facendo conoscenza con altri passeggeri a bordo. Il treno rappresenta un servizio di mobilità su ferro per i pendolari del territorio e, soprattutto, un collegamento tra costa ed entroterra che in questa provincia spesso rimane emarginata.  Nel rapporto annuale di analisi del trasporto ferroviario in Italia “Pendolaria” di Legambiente si sottolinea l’importanza del servizio ferroviario come “alternativa di trasporto sostenibile che permetta di lasciare l’auto a casa riducendo l’inquinamento di cui soffrono le nostre città, e progettare centri urbani più green e competitivi……aiutando così sia l’economia che il turismo” e in questa prospettiva pone l’accento sul ripristino della linea Fano-Urbino. 
Le linee ferroviare, inoltre rappresentano risparmi alle amministrazioni per gli alti costi della manutenzione delle strade, progettazione e costruzione di nuovi parcheggi. 
Anche Legambiente, nel Piano nazionale di Ripresa e Resilienza, nel suo Recovery Plan, il cui faro è la lotta alla crisi climatica- indica le priorità di intervento, i progetti territoriali e le “riforme trasversali necessarie per accelerare la transizione ecologica del Paese per renderlo più moderno e sostenibile”,- e riporta le opere da realizzare nelle varie regioni, che per le Marche sono individuati in 3 percorsi strategici da seguire con 12 progetti prioritari da realizzare, tra questi ultimi rientra il “ripristino linea ferroviaria Fano -Urbino”. 
Ovviamente il circolo Legambiente di Urbino non è contrario a una rete di ciclabili come prospettato in passato da alcuni amministratori e attualmente da alcune associazioni anzi, il contrario, ma la rete ciclabile non deve essere a scapito della ferrovia. Il treno è uno strumento utilizzabile da tutti, in tutte le stagioni e condizioni meteo, non così la ciclabile, l’una non deve escludere l’altra. 
I progetti di costruzione di piste ciclabili dovrebbero essere appannaggio dei sindaci dei comuni al fine di promuovere a livello turistico il proprio territorio, si avrà così un turismo di qualità, ecocompatibile, abbinato anche all’uso della bicicletta, che trasportata sul treno, permetterebbe ai cicloturisti di visitare le bellezze naturali e storico-archeologiche (es. zona Furlo) dell’entroterra. Il tutto nell’ottica di promozione e sviluppo del territorio della provincia di Pesaro-Urbino che potrebbero anche creare posti di lavoro .
Il circolo Legambiente si auspica che, visto questo rinnovato interesse degli amministratori locali, il progetto di ripristino della linea ferroviaria possa avvenire entro brevissimo tempo. da Legambiente  Circolo "Le Cesane" Urbino

https://www.vivereurbino.it/2021/03/07/il-treno-futuro-legambiente-positivo-il-rinnovato-interesse-verso-il-ripristino-della-fano-urbino/916743?fbclid=IwAR1YvSKGFEYkuEr7VOB5F4u7snn1HSF6NhzsEfSaK2bMyKZXMhpns6_j02w

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RIPRISTINO FERROVIA FANO-URBINO, ACCOTO (M5S): "DIAMOCI UNA SCADENZA, INCONTRI GIÀ AVVIATI CON RFI"

"E' necessario portare a termine al più presto lo studio di fattibilità sul ripristino a scopi turistici della linea ferroviaria Fano-Urbino. Questa, cessata nell'esercizio il 1 gennaio 1987, ha mantenuto inalterato e funzionale il proprio patrimonio infrastrutturale che non può e non deve esser dilapidato. Sono ormai passati due anni dallo stanziamento di 1 milione di euro proprio per questo scopo. Oggi, in un incontro con l'Amministratrice Delegata e Direttrice Generale di RFI, Vera Fiorani, ho insistito sulla necessità di individuare a stretto giro una deadline per la conclusione di questo iter. La tratta ferroviaria sarebbe un volàno per lo sviluppo turistico marchigiano con la creazione di nuovi itinerari culturali, enogastronomici e naturalistici che portino visitatori interessati all'ampliamento dell'offerta oggi esistente nella provincia di Pesaro e Urbino. Entro due mesi ci troveremo ancora intorno ad un tavolo con RFI per fare il punto della situazione e spingere la Fano - Urbino verso il suo atteso ripristino. E' quanto afferma in una nota rilasciata alla fine dell'incontro con i vertici RFI la Sottosegretaria al Lavoro, Sen. Rossella Accoto (M5S).  Da Movimento 5 Stelle
Da: https://www.viverefano.com/2021/03/06/ripristino-ferrovia-fano-urbino-accoto-m5s-diamoci-

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«FERROVIA, FINALMENTE CHIAREZZA SERVE UN’ALLEANZA CON ADRIABUS»

LA BATTAGLIA  URBINO «Finalmente - dichiarano Giorgio Londei e Ferruccio Giovanetti, presidente e vice presidente vicario dell'associazione “Urbino Capoluogo” - la nostra storica battaglia sulle ferrovie sta andando, probabilmente, nella direzione tanto auspicata dai cittadini-.
Londei e Giovanetti
Prima il lavoro della parlamentare Rossella Accoto, attuale Sottosegretario del Governo Draghi, per la legge sulle ferrovie turistiche e, poi. il fondo per la fattibilità insieme alla chiara presa di posizione del neo assessore regionale Francesco Baldelli che, rispondendo ad una interrogazione della consigliera regionale Micaela Vitri, ha affermato che il recupero della Fano – Urbino va inserito nella dorsale appenninica Civitanova - Fabriano - Pergola - Urbino con prolungamento Valle del Foglia - Pesaro. Mai - continuano Londei e Giovanetti - vi era stata nel passato tale chiarezza di intenti. Una vera novità, da noi proposta con forza, e l’utilizzazione richiesta del “Recovery Plan". In tutta questa operazione, quando si arriverà, si spera, alla gestione, noi crediamo che vada coinvolta Adriabus per una alleanza treno/autobus al fine di una mobilità integrata. Noi - concludono Londei e Giovanetti - continueremo a vigilare su un progetto che può togliere, insieme alla Fano - Grosseto, le popolazioni dell'entroterra da un isolamento che da troppo tempo attende risposte concludono'. Al comunicato si associano i consiglieri comunali Federico Cangini e Luca Londei.  e.guL

Da: Corriere Adriatico del 6/3/2021

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«LACICLOVIA DEL METAURO ARRIVERÀ ANCHE A FOSSOMBRONE»

L’assessore Baldelli rassicura il sindaco: corretto il progetto
L'INFRASTRUTTURA  - FOSSOMBRONE L’assessore re­gionale alle infrastrutture Francesco Baldelli ha comuni­cato al sindaco di Fossombro­ne Gabriele Bonci che la ciclovia del Metauro raggiungerà la cittadina metaurense perché «un centro come Fossombro­ne, così popoloso e ricco di sto­ria e cultura, non poteva rima­nere escluso dalla progettazio­ne dell'infrastruttura, nel ri­spetto del sedime della tratta ferroviaria dismessa Fano-Urbino. Nei prossimi giorni la Re­gione affiderà l’incarico per la progettazione della ciclovia si­no all’abitato dell’antica Fo­rum Sempronii, sanando l’in­giustificabile esclusione del co­mune metaurense prevista dal precedente progetto».
L'incontro chiarificatore - Il sindaco sottolinea che «l’in­contro con l’assessore Baldelli è stato particolarmente utile per affrontare anche il tema dei servizi essenziali per le no­stre valli, a partire dalla viabili­tà e dai necessari collegamenti intervallivi, fino alla sanità che ha visto Fossombrone forte­mente penalizzata dai prece­denti piani sanitari con la chiu­sura dell’ospedale».
Il 21 febbraio scorso la mi­noranza forsempronese aveva inoltrato al sindaco una mo­zione per chiedere quanto è stato confermato dall’assesso­re regionale, segno che i sugge­rimenti sono stati recepiti a conferma dell’attenzione che viene riservata dagli ammini­stratori regionali alle istanze locali. Viene riposto in un cas­setto l’ordine del giorno del M5S a sostegno del ripristino della sola ferrovia. In verità sia la pista ciclabile che la strada ferrata sono destinate a convi­vere, soddisfacendo le eseigenze di tutti. La notizia del pro­lungamento del primo stralcio dell’opera fino a Fossombrone è stata accolta con grande sod­disfazione. Un riconoscimen­to qualificante.
Roberto Giungi

Da: Corriere Adriatico del 6/3/2021

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FANO-URBINO, SERI NON CHIUDE LA PARTITA
IL SINDACO: "LA REGIONE CI PRESENTI DELLE PROPOSTE UFFICIALI, NON CI POSSIAMO BASARE SUL SENTITO DIRE. CON LE POLEMICHE SI FA POCA STRADA"

di Anna Marchetti - "Fano-Urbino: non sono per la politica che isola, divide e fa perdere i treni. Anzi mi piacerebbe prendere qualche treno in più, ma servono percorsi condivisi: le infrastrutture non sono né di destra né di sinistra, ma sono della città". Così il sindaco Massimo Seri sul ripristino della ferrovia e sulla ciclabile: "La Regione ci presenti delle proposte ufficiali, non ci possiamo basare sul sentito dire". Seri ricorda che ci sono diverse "capitali europee con metropolitane di superficie con le piste ciclabili a fianco: infrastrutture belle e funzionanti. Se la Regione, invece, vuole modificare il...

Da: www.ilrestodelcarlino.it del 5/3/2021

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URBINO  «FANO-URBINO PARTE DI UN SISTEMA REGIONALE»

L'assessore Francesco Baldelli spiega la sua visione sulla ferrovia: «Non è e non sarà una tratta locale, ma parte di una rete più ampia»

 La visione dell'assessore regionale alle Infrastrutture Francesco Baldelli è quella di un anello che colleghi un vasto territorio, sfruttando I tratti ferroviari esistenti, riattivando quelli chiusi come la Fano-Urbino e completando quelli possibili. Il tutto però deve partire dallo studio di fattibilità, che è fondamentale per dare l'avvio al recupero. 

Assessore, qual è la sua visione sulla ferrovia Fano-Urbino? «I particolarismi che hanno sempre diviso i vari territori marchigiani. anche a volte in aree omogenee, come possono essere quelli nella provincia di Pesaro e Urbino, hanno impedito di avere una visione complessiva della necessità di sviluppo infrastrutturale nel territorio marchigiano e nella stessa provincia, anche da un punto di vista ferroviario. Il problema infrastrutturale è generale e viene sollevato in questi giorni anche da tante categorie che dicono che, nel tempo, le Marche non hanno avuto una rilevanza sul piano nazionale. Questa mancanza di rilevanza è dovuta al fatto che ci si divide su particolarismi che impediscono lo studio della realizzazione di grandi opere».

Accade anche per la Fano-Urbino? «Purtroppo accade, ai giorni nostri, anche sulla Fano-Urbino, dove ci sarebbe qualcuno che vorrebbe impedire anche lo studio di fattibilità tecnico-economico: lo stesso Governo, in queste ore, invece ci conferma che esso è una priorità. Se noi avessimo avuto nel tempo una visione complessiva e organica delle necessità infrastrutturali di questa nostra regione, di interconnessione e intermodalità su quelle presenti, dal trasporto su gomma a quello su strada ferrata, con il porto e l'aeroporto, noi avremmo studiato dei progetti che oggi sarebbero finanziati anche con le risorse europee». Accade ovunque cosi?  «In altri territori, dove c'è stata una politica più avveduta e lungimirante, non hanno parlato di piste ciclabili sopra la linea ferroviaria, ma di riattivazione ed elettrificazione delle linee, come sta avvenendo sulla tratta Civitanova-Albacina-Fabriano, dove sono in opera I cantieri. Non si è neppure pensato di urbanizzare le aree che erano occupate dal sedime ferroviario, ma si è pensato di sfruttare al meglio quel sedime per un collegamento all’avanguardia e sostenibile economicamente e ambientale».

Quanti possono essere i tratti mancanti per fare l'anello? «Abbiamo già la dorsale adriatica che unisce Fano a Civitanova. E' in fase di elettrificazione la Civitanova-Albacina-Fabriano. Quindi, una parte dell'anello ferroviario già esiste. La Fabriano-Sassoferrato-Pergola può essere attivata in breve tempo. La Fano-Urbino ha uno stanziamento di un milione di euro per lo studio di fattibilità. Quindi l'unico tratto veramente mancante per realizzare l'anello è quello tra Pergola e Urbino, il punto di congiunzione tra la Civitanova- Albacina-Fabriano e la Fano-Urbino, per il quale va studiato il tracciato migliore».

Tra Urbino e Pesaro non c'è nulla però... la strada ferrata non è presente. «In assemblea legislativa abbiamo già rappresentato come ci siano diverse soluzioni per collegare Urbino o la Valle del Foglia con Pesaro: si parla di metropolitana leggera, ma anche di Brt (Bus Rapid Transit) o della combinazione treno-bus, che già collega Urbino a Pesaro».

Lei sostiene dunque che abbiamo già una grande infrastruttura a portata di mano, ma di fatto solo da attivare con interventi neanche troppo complessi. E' corretto? «Il tema posto a Rfi è di considerare i tratti esistenti e dismessi non come rami secchi, ma come elementi di una vera rete delle ferrovie interne marchigiane. Presa singolarmente, ogni tratta potrebbe essere considerata un ramo secco la cui riattivazione potrebbe non essere sostenibile economicamente. Ma il carattere strategico del progetto, la sua forza, sta proprio nell'insieme, nell'anello».

Le Ferrovie cosa ne pensano?  «Il completamento dello studio di fattibilità dipende da Ferrovie Italiane e le risorse sono nelle disponibilità di Rfi stesso: noi fissiamo le date per i tavoli di lavoro che definiranno le intese tra Regione Marche e Rfi e i programmi di massima».

Nella altre province marchigiane c'è l'ossessione per le piste ciclabili, tanto da far soccombere il treno, come da noi?  «Le piste ciclabili altrove si stanno costruendo senza smantellare altre infrastrutture e faremo questo anche nella nostra provincia, al di là della volontà di alcuni. Abbiamo risorse da investire. E a proposito della ciclabile del Metauro, questa sarà interconnessa e intermodale rispetto alle altre infrastrutture esistenti, tra queste le ferrovie. Stiamo lavorando a un'analisi, che pubblicheremo, sulle ricadute economiche di queste infrastrutture sul territorio, comprese le piste ciclabili: ci saranno dati importanti su quanti utilizzano le ciclabili. Questo è un metodo che utilizzeremo su qualunque investimento e infrastruttura che faremo».  re. ur.

Da: Il Resto del Carlino del 7/3/2021

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LA FANO-URBINO ORA HA UN COMITATO "SBAGLIATO IL PROGETTO DELLA REGIONE"

Intanto Minardi rincara la dose: "Lo studio di fattibilità di Rfi si riferisce solo al ripristino di una ferrovia turistica"

Pubblicato il 7 marzo 2021

Si chiama "Ciclovia del Metauro" il comitato nato qualche giorno fa a difesa della pista ciclabile lungo la ferrovia. "Un progetto – fanno presente i promotori – frutto del lavoro di oltre 2 anni, concordato con Rfi, Fondazione Ferrovie dello Stato, con le Amministrazioni locali, presentato agli organi d’informazione e finanziato con 4,5 milioni di euro a fondo perduto dall’Unione europea". Il tentativo del Comitato è di contrastare il nuovo progetto della Regione che allontana la pista ciclabile dal sedime ferroviario per passere all’interno della città.

L’obiettivo del Comitato è far conoscere "il progetto, le leggi che regolano la materia delle ferrovie turistiche, le opportunità, le soluzioni tecniche, i pareri e tutti gli atti nati intorno a questa vicenda". "Va ricordato – commenta l’ex consigliere regionale Renato Claudio Minardi – quanto ribadito dalla sottosegretaria Accoto: la Fano-Urbino è una ferrovia turistica e per un suo diverso utilizzo sarebbe necessario modificare la legge. Questo significa anche che lo studio di fattibilità di Rfi può essere riferito solo al ripristino del treno turistico".

Prosegue Minardi: "Immaginare di realizzare la pista a 5 metri dai binari significa stravolgere il percorso, che diventa a zig-zag in mezzo alla viabilità urbana. La ciclovia del Metauro è stata pensata non solo per la mobilità sostenibile, ma come infrastruttura del benessere che collega la romanità con il rinascimento, la città di Vitruvio con quella di Raffaello: cambiare il percorso significa modificarne il senso. Personalmente sono per realizzare tutto il tracciato della Fano-Urbino e fare in modo che si ricolleghi con la ‘Grande via dei parchi’, la rete di piste dell’area appenninica già prevista e finanziata". Minardi pone un’altra questione: "Progetti come la Fano-Urbino, in stato avanzato, andrebbero portati a termine anche correttezza istituzionale".  Anna Marchetti

Da: Il Resto del Carlino del 7/3/2021

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URBINO - «LA RIATTIVAZIONE DELLA FERROVIA ORA È POLITICAMENTE SOSTENIBILE»

L’avvocato Venditti segnala le nuove condizioni rispetto al 1987: ecco sentenze e impegni

L'INFRASTRUTTURA - URBINO -Urbino ha bisogno, sia come capoluogo di provincia che come città di residenti, universitari. lavoratori, imprese e attività produttive della ferrovia Fano-Urbino». L'avvocato Francesco Venditti di Urbino interviene sulla riapertura della tratta ferroviaria chiusa nel 1987 e dismessane! 2011. 

L'esempio di altre località - Se si esce dalle mura urbiche e ci si confronta con le esperienze virtuose di altre parti d'Italia - sottolinea l'avvocato Venditti - si percepisce appieno l'importanza della riattivazione della tratta ferroviaria. Oggi il traffico su gomma non attira più e l'Italia. nel contesto della procedura di infrazione 2014 / 21471 è stata condannata dalla Cotte di Giustizia dell’Unione Europea con sentenza della grande sezione della Corte del 10 novembre 2020 (Causa C-644/18) per violazione della direttiva 200S/50|Cc sulla qualità dell’aria ambiente per superamento sistematico e continuato dei valori limite delle Pm 10 (le cosiddette polveri sottili) in diverse parti del Paese. Le decisioni europee, sia normative che giurisprudenziali. sono altamente impattanti nei confronti della Finanza pubblica, perché il loro mancato rispetto potrà comportare, in caso di ulteriore inadempienza dell'Italia, la comminazione di multe onerose, con grave nocumento del già pesante debito pubblico nazionale».  Un motivo in più per investire sul trasporto veloce alternativo traffico su gomma, che rappresenta una delle principali cause di inquinamento atmosferico e il Recovery Fund potrà rappresentare un'ottima occasione irripetibile, se gli attori politici e istituzionali locali e nazionali riusciranno a coglierla. Sono molte diverse le condizioni che ora portano a queste valutazioni rispetto a quelle che 34 anni fa determinarono la chiusura detta tratta, per quando ora sul plano politico amministrativo sia stata presa in considerazione solamente l'opzione della riattivazione  della Fano-Urbino come ferrovia turistica.  Ci sono le condizioni - sottolinea l'avvocato urbinate - sia per la messa in esercizio che per una gestione proficua della tratta Fano-Urbino perché molti utenti potenziali (residenti, studenti. lavoratori, pendolari, anziani) hanno capito che i costi di gestione del mezzo privato sono elevati (carburante, manutenzione. parcheggio), come pure genera difficoltà la sua utilizzazione (limiti di velocità eccessivamente bassi, traffico, condizioni atmosferiche, scarsità di stalli auto, stress). Inoltre, c’è anche la possibilità di attivare una gestione Integrata della mobilità collettiva. In questo momento storico è cambiata l'aria presso i grandi enti pubblici, anche grazie all'approvazione delle più recenti normative, che hanno favorito l'implementazione di nuovi percorsi politici, amministrativi e commerciali».

Il contratto di programma - Nello specifico, tra i tanti documenti, allo stato attuale rilevano il contratto di programma Mit3 - Rfi4 2017-2021 e il piano industriale delle Ferrovie dello Stato 2017- 2026. dove emerge l'Impegno a portare avanti la politica di investimento nel trasporto pubblico locale integrato, di recupero di tratte ferroviarie e di materiale rotabile e di integrazione con la rete nazionale, di circa 3500 chilometri di ferrovie ex concesse».  Eugenio Gulini

Da: Corriere Adriatico del 8/3/2021

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 FANO-URBINO, SERVONO 80 MILIONI

Una lettera di 3 anni fa di Rfi alla Regione Marche Il costo per un ipotetica riapertura della linea

 di Roberto Damiani

Non va bene lo status - La tratta è stata inserita tra quelle turistiche e dismesse: va cambiata la legge

Al netto delle chiacchiere e delle foto ad effetto, servono 80 milioni di euro per ripristinare la ferrovia Fano-Urbino. Vanno risistemate 7 gallerie per 2.350 metri, 25 ponti senza dimenticare i 97 passaggi a livello da superare, di cui 56 pubblici e 41 su strade private. Che si fa con questi? Si costruiscono sottopassi e si installa un semaforo sulla superstrada Fano-Grosseto?  Una lettera del 2017 dell'allora amministratore delegato di Rfi Maurizio Gentile al presidente della regione Luca Ceriscioli aveva chiarito lo stato dell'arte e i costi necessari: «...numerosi tratti di linea risultano privi di binario, in particolare in corrispondenza del km 30 e per una lunghezza di 20 metri si è verificata la completa asportazione della massicciata a causa di un allagamento della sede ferroviaria, le rotaie poste in opera sono state costruite tra il 1920 e il 1940, le traverse in legno tra il '40 e il '78 e dunque sono vetuste e con un elevato stato di degrado, tutte le stazioni erano dotate di scambiatori a mano risalenti a 60 anni fa, l'intera linea si presenta priva di impianti di segnalamento, per quanto riguarda ponti, muri di sostegno, galleria, lo stato di conservazione di ponti e cavalcavia è discreto con monitoraggi particolarmente accurati effettuati per quelli che possono interferire con la viabilità ordinaria. Per le gallerie si registra un importante stato di degrado, normale a seguito della dismissione e degli interventi limitati causa l'inattività della linea. Ad esempio quattro di esse non sono state più ispezionate a partire dagli anni 2000, essendo state chiuse con inferriate, altre presentano problemi di accessibilità in quanto coperte dalla vegetazione».

Per venire al dunque, l'allora amministratore delegato di Rfi scriveva al presidente Ceriscioli a proposito di un riutilizzo della linea ferroviaria: «Occorrono importanti interventi di manutenzione straordinaria che prevedano in particolare interventi di ristrutturazione della sede della linea e delle opere d'arte compreso le gallerie, rinnovo totale del binario dell'intera linea, realizzazione di binari di precedenza nelle stazioni, realizzazioni di impianti di sicurezza nelle stazioni, adeguamento dei fabbricati viaggiatori anche per ricavare ed approntare i locali tecnici. Quanto ai tempi occorrenti per la realizzazione degli interventi necessari per la riapertura della linea ferroviaria inclusa la progettazione e le attività negoziali -  scriveva nel 2017 l'ingegner Gentile - possono prevedersi circa 30 mesi dalla disponibilità del relativo finanziamento, la cui occorrenza è stata stimata in circa 80 milioni di euro. Inoltre, la linea ferroviaria è stata classificata come linea turistica per cui, se si decidesse di procedere effettivamente al ripristino  del servizio, occorre il reperimento del finanziamento per un intervento cosi oneroso e la ridefinizione dell'attuale status di linea definitivamente dismessa».

Da: Il Resto del Carlino del 8/3/2021

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EX FERROVIA FANO-URBINO: DELVECCHIO (UDC) E POLLEGIONI (NUOVA FANO), "ALL’ASSESSORE BALDELLI CONDIVISIONE PRIMA DI OGNI DECISIONE"

Fano 08/03/2021 - Davide Delvecchio Commissario Provinciale UDC e Stefano Pollegioni segretario della Lista civica Nuova Fano intervengono riguardo alla riattivazione della linea ferroviaria Fano Urbino. 

Sono ormai più di 34 anni che la Ferrovia Fano -Urbino è stata dismessa ed inserita nel 2017 con la Legge 128 nell’elenco delle 18 ferrovie turistiche d’Italia da riattivare. Come da comunicazione ufficiale di Rfi del 2017 alla Regione Marche, l’interna linea è inutilizzabile, ci sono da rifare 7 gallerie, 25 ponti ma soprattutto 97 passaggi a livello da superare dei quali 56 pubblici e 41 su strade private. Si comprende senza tanti giri di parole che è IMPOSSIBILE un ripristino ed un utilizzo su buona parte dell’attuale tracciato.

Le stucchevoli prese di posizioni di questi giorni fatte dalle istituzioni elette, Regionali e Comunali, non fanno parte della Politica con la “P” maiuscola che deve unire e non dividere. Noi non ci iscriviamo tra i contrari o favorevoli alla riattivazione o no della linea ferroviaria, vogliamo conoscere prima i pro e i contro per la realizzazione di una pista ciclo pedonabile e di una ferrovia turistica, visto che il costo stimabile supererà abbondantemente i 100 milioni di euro, così come vorremmo capire dove dovrà essere il tracciato. Non siamo nel periodo storico giusto per sperperare le risorse pubbliche Italiane ed europee, in parte a debito del recovery plan. La Pandemia va affrontata con scelte strategiche e lungimiranti.

L’attuale tracciato tra Fano, Cartoceto e Colli al Metauro dopo 34 anni è stato urbanizzato, sopra il tracciato ci sono rotatorie, strade, parcheggi, interi quartieri a ridosso della ferrovia e questo significa un livello di traffico e viabilità di 1000 volte superiore al 1987 data di chiusura della tratta. Consigliamo come UDC Provinciale all’Assessore Baldelli e alla Giunta Regionale di coinvolgere tutto il territorio, illustrare e ascoltare eventuali obiezioni prima di prendere una decisione che danneggerebbe una popolazione stimabile in 80.000 persone. Così come consigliamo al Sindaco Seri di tutelare il territorio mediando tra le varie esigenze non cercando la divisione per vantaggi politici personali facendo prevalere il buon senso.

https://www.viverefano.com/2021/03/09/ex-ferrovia-fano-urbino-delvecchio-udc-e-pollegioni-nuova-fano-allassessore-baldelli-condivisione-prima-di-ogni-decisione/917874/

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FANO-GROSSETO, BALDELLI: "AVANTI CON 4 CORSIE". MELASECCHE ANNUNCIA UN PROTOCOLLO D'INTESA TRA MARCHE, UMBRIA E TOSCANA

Fano 12/03/2021 - "Sulla Fano-Grosseto c'é una visione sovrapponibile tra Marche e Umbria. Torniamo al vecchio progetto: quattro corsie a doppia canna per collegare i due mari (Adriatico e Tirreno, ndr)". Così alla Dire l'assessore regionale alle Infrastrutture delle Marche Francesco Baldelli che oggi, a Cagli, insieme al collega umbro Enrico Melasecche Germini ha fatto il punto sui collegamenti tra le due regioni.
Il primo sopralluogo, fortemente simbolico, e' stato effettuato a Mercatello sul Metauro, direttamente all'imbocco del galleria della Guinza che separa le Marche dall'Umbria. "Stiamo continuando a lavorare affinché si sblocchi l'iter procedurale per la Fano-Grosseto- continua Baldelli-. Ed, in tal senso, la nomina del commissario all'opera è un elemento positivo perché è una spinta per rimuovere gli ostacoli che fino ad oggi hanno bloccato i cantieri". Dopo la visita alla Guinza i due assessori si sono trasferiti a Cagli dove passa la strada 'Contessa', che si sviluppa quasi interamente in territorio umbro per poi giungere in quello marchigiano. Entrambi gli assessori hanno evidenziato la necessità di un suo adeguamento e miglioramento ed hanno anche parlato della possibilità del passaggio ad Anas delle due strade regionali, Arceviese e Apecchiese.

"Il Nord delle Marche soffre di un isolamento storico che solouna visione più ampia e intermodale del sistema delle infrastrutture può sanare- conclude Baldelli- mi riferisco al sistema delle Pedemontane e delle Intervallive, una rete stradale da collegare alla Quadrilatero nelle province di Ancona e Macerata e, più a sud, alla Salaria. Mi riferisco anche alla Ferrovia Orte-Falconara e al 'grande anello di ferro' che abbiamo pensato per collegare la costa pesarese con Urbino, Fabriano e Civitanova Marche, iniziando un percorso di salvaguardia e di rilancio di tratte ferroviarie ritenute a torto 'rami secchi'. Un anello che potrebbe incrementare il turismo nelle aree interne utile a sconfiggere lo spopolamento di queste zone".

Al termine dell'incontro odierno è emersa la volonta' di avviare, da parte dei due assessorati, un percorso condiviso tanto che nelle prossime settimane seguirà un altro incontro per affrontare la questione delle infrastrutture che interessano soprattutto il Centro Sud di entrambe le regioni. "Abbiamo entrambi voluto questo incontro per coordinare gli sforzi di Umbria e Marche nell'ottenimento di una modernizzazione delle infrastrutture comuni- aggiunge Melasecche- a cominciare dal completamento della E78, Fano Grosseto, per la quale ho avuto già un primo assenso di massima dal presidente della Toscana Giani per la firma di un protocollo di intesa che unisca le tre regioni che attendono da tempo anche su tale fronte maggiore attenzione".

https://www.viverefano.com/2021/03/13/fano-grosseto-baldelli-avanti-con-4-corsie-melasecche-annuncia-un-protocollo-dintesa-tra-marche-umbria-e-toscana/920500

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 NASCE IL COMITATO DEI CITTADINI PER LA CI DCLOVIA DEL METAURO

A favore della convivenza con la ferrovia dismessa

IL PROGETTO            *

FANO Nasce un comitato di cittadini della vallata del Metauro per la realizzazione del progetto denominato Ciclovia turistica della valle del Metauro". «Nasce perchè - scrivono gli aderenti - esiste un progetto di una ciclovia a 1,5 metri dai vecchi binari della ex ferrovia Fano-Urbino, finanziato per 4.5 milioni di euro a fondo perduto dall’Unione Europea che ha già avuto il parere favorevole da parte di Rete ferroviaria italiana proprietaria dell'area,: che soprattutto non compromette un eventuale utilizzo futuro della ferrovia.

L'iter - «Inoltre da un anno la Regione Marche ha avviato l'iter amministrativo per l'approvazione del progetto, con la convocazione di conferenze dei servizi con le istituzioni e gli Enti. Ora entro il 31 dicembre di quest’anno debbono essere completati i vari procedimenti. Per decisione unilaterale di un assessore regionale, sono state bloccate tutte le procedure in corso, adducendo motivazioni tecniche inesistenti o facilmente superabili: esiste un reale pericolo di perdere i fondi europei impedendo di riqualificare un’area in totale degrado. La Ciclovia del Metauro sarà uno spazio per la mobilità dolce al servizio dei cittadini e dei turisti, una alternativa sicura alla vecchia Flaminia per ciclisti e pedoni.

La mission - «Il Comitato si farà promotore di una corretta informazione per far conoscere il progetto, le leggi che regolano la materia delle ferrovia turistiche, le opportunità, le soluzioni tecniche, i pareri e tutti gli atti nati intorno a questa vicenda. Nel corso di oltre 30 anni sono state dette e scritte molte cose, in diversi casi celando la verità o mistificando le prospettive. Il Comitato segue con coerenza, l’assunto che la convivenza tra una ciclovia e una ferrovia possono coesistere, come si evince dall’esperienza della pista ciclopedonale che collega Fano con Pesaro.

Da: Corriere Adriatico del 12/3/2021

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RIATTIVAZIONE DELLA FANO-URBINO
A MAGGIO LO STUDIO DI RFI

Braccio di ferro tra Comune e Regione sulla ciclovia del Metauro

Di Anna Marchetti  -  Entro maggio si saprà se sarà possibile riattivare la linea ferro­viaria Fano-Urbino, ferma da gennaio 1987. L'amministratrice delegata e direttrice generale di Rfi, Vera Fiorani si sarebbe impegnata, dopo un incontro con la sottosegretaria al Lavoro Rossella Accoto (M5S), a realizzare lo studio di fattibilità per il quale è disponibile, ormai da un anno, un milione di euro. Lo studio riguarderà solo il ripristino del treno a scopo turistico, mentre Rfi avrebbe escluso la possibilità di attivare su quella tratta una metropolitana di superficie. E' stato, infatti, ricordato che la Fano-Urbino è per legge, una linea turistica, ed è pertan­to esclusa la sua trasforma­zione in linea commerciale che, tra l'altro, richiederebbe il rinnovo totale del tracciato.

Lo studio di fattibilità di Rfi si concentrerà solo sulla Fano- Urbino escludendo il tratto Urbino-Pesaro per il quale il sindaco Paimiro Ucchielli sollecita uno specifico stu­dio. L'idea del primo cittadi­no di Vallefoglia è di creare un vero e proprio anello fer­roviario tra Pesaro-Fano- Urbino, dove i binari esisto­no già, e Urbino-Morciola- Montecchio-Pesaro, dove il tracciato è tutto da progetta­re. Se Vallefoglia considera "condivisibile” la scelta regionale di valorizzare il trasporto ferroviario tanto “da essere pronta a col­laborare” con l'assessore regionale alle Infrastrutture Francesco Baldelli, Fano sembra aver deciso di adottare la linea dura: in gioco c'è il tracciato della ciclovia del Metauro finanziata dall'Unione europea con 4,5milioni di euro. L'assessorato regionale per non mettere a rischio il ripristino ferroviario della Fano-Urbino, ha deciso la modifica del percor­so che la giunta Ceriscioli aveva previsto a fianco della ferrovia ad una distanza di 1,5 metri. L'esecutivo guidato da Acquaroli sta elaborando un nuovo tracciato ciclopedonale che allonta­nandosi dai binari dovrebbe interessare, almeno per quanto riguarda Fano, le strade urbane della città. La Regione avreb­be chiesto al Comune di collaborare nell'individuare, sulla base del piano comunale delle ciclabili, le strade nelle quali far passare le piste ciclopedonali della ciclovia del Metauro. Per evitare spaccature all'interno della maggioranza le due ipotesi prese in esame (via XII settembre, via IV Novembre, per arri­vare a via Fossa di Sant'Orso e da qui in zona Codma oppure via Veneto, via Metauro e via della Colonna per poi uscire dal centro abitato di Fano) sono state accantonate in attesa che “la Regione - così ha dichiarato il sindaco Massimo Seri - presenti delle proposte uffi­ciali: se vuole modificare il percorso ce lo comunichi ufficialmente, lo metta nero su bianco e se ne assuma la responsabilità”. La Fano- Urbino, ferrovia e ciclovia, e la variante Gimarra (la stra­da che dovrà collegare la Trave con la Statale 16 da costruire con i 20 milioni di euro oggetto del protocollo d'intesa tra Regione e Comune firmato nel 2018) sono i temi che, negli ultimi mesi, hanno catalizzato il dibattito politico fanese insieme alla complanare Fano-Pesaro e al casellino di Fenile. Progetti importanti, destinati ad incidere sul futuro della città, che mettono in gioco gli equilibri all'interno della stessa maggioranza (negli ultimi mesi non sono mancati momenti di tensione), i rapporti istituzionali tra Comune e Regione dove c'è una significativa rappresentanza di espo­nenti politici del territorio, e naturalmente accendono il confron­to con le forze politiche d'opposizione.

Da: Lisippo – Marzo 2021

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17/3/2021 - INTERVISTA DI EX ASSESSORE FANO DAVIDE DEL VECCHIO

Prima bisognerebbe vedere bene quale sarebbe il progetto alternativo previsto dalla Regione.

E’ difficile rimettere mano a una ferrovia abbandonata da 34 anni

Nel frattempo è cresciuta la città e sono aumentate le interferenze nel territorio più ampio

Nessuno contrasta l’idea di un treno turistico ma con un progetto realistico che servisse per ampliare l’offerta complessiva del territorio

Come è possibile trovare in poco tempo 100 milioni per il treno mentre sono da realizzare con fondi europei altre strade importanti, rispondendo alle vere esigenze del territorio

Si confida sulle capacità di governo del nuovo assessore regionale

Il sindaco Seri eviti polemiche anche perché sa che che la pista ciclabile si può fare anche con fondi e terreni comunali senza chiedere nulla a nessuno

https://www.youtube.com/watch?v=CvmVRsLkXMw&t=121s

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«PISTA CICLABILE, HA RAGIONE BALDELLI   PER LA VARIANTE INVECE SCEGLIE FANO»

L'assessore regionale Aguzzi interviene sulle due questioni oggetto di divergenze istituzionali

 LE INFRASTRUTTURE - FANO Sono mesi ormai che si trascinano due punti di contra­sto tra il Comune di Fano e la Regione Marche, dovuti a di­verse visioni sia di carattere politico che amministrativo. Si tratta del percorso della pista ciclabile del Metauro che la maggioranza che governa il Comune di Fano vorrebbe a ri­dosso della ferrovia Fano-Urbino. secondo il vecchio piano impostato quando a guidare la Regione era la vecchia giunta Ceriscioli, mentre l’attuale coa­lizione di centrodestra la pro­getta più distanziata e dell'im­piego dei 20 milioni di euro della Regione che l’esecutivo fanese ha impegnato per l’ulti­mazione dell'interquartieri, nonostante diversi distinguo della Regione stessa.

«Ho cambiato idea» - Come andrà a finire? L’asses­sore regionale Stefano Aguzzi ammette senza difficoltà che quando era sindaco di Fano e poi sindaco di Colli al Metau­ro, anche lui era favorevole al vecchio progetto di realizzare la pista ciclabile Fano - Urbino nei pressi della tratta ferrovia­ria, in quanto non del tutto in contrasto con questa. «Tutta­via - ha evidenziato Aguzzi - non si possono disconoscere i risultati della verifica commis­sionata dall’assessore Baldelli ai suoi tecnici che ha dimostra­to come, discostando il percor­so dalla ferrovia, si ottengono due risultati: il primo si salva sicuramente la tratta ferrovia­ria in vista di un possibile recu­pero; il secondo, utilizzando percorsi esistenti, si risparmia­no non poche risorse sugli espropri previsti nei pressi di Tavernelle. La visione dell’as­sessore Baldelli che io condivi­do, supera i vecchi schemi comprendendo strade attual­mente in uso ai cittadini, non molto lontane dalla ferrovia, come ad esempio via Attilio Regolo nei pressi di Cuccurano, che così potrebbero dotar­si di un percorso protetto. In li­nea di massima il nuovo per­corso si distanzierebbe solo di 5 metri dai binari, ma in alcuni punti prenderebbe una dire­zione alternativa. Consultato­mi con l’attuale sindaco di Col­li al Metauro Andrea Giuliani, ho appreso che anche lui sa­rebbe d’accordo sulla nuova soluzione». 

Aguzzi non trascura le per­plessità, se non le contrarietà del sindaco, Massimo Seri nell’abbandonare un progetto già definito e pronto per af­frontare la fase esecutiva, il che si tradurrebbe in una nuo­va perdita di tempo. «Questo - ha detto - potrebbe essere anche vero, ma la cosa più importante di tutte è che non si perde il finanziamento». Alla fine, secondo le previsioni di Aguzzi, sul percorso della ciclabile prevarrà la Regione.

«Non sono d'accordo»  Il Comune di Fano invece ap­pare libero di scegliere, sem­pre in fatto di viabilità, il modo con il quale investire i 20 milio­ni di euro, frutto dell’accordo con la vecchia giunta regionale. «Dire che il completamento dell'interquartieri attraverso Gimarra non serva - afferma Aguzzi - è esagerato: in realtà snellirebbe di molto il traffico urbano, ma non risolverebbe il problema del traffico da Fa­no a Pesaro. Io comunque so­no contrario, lo ritengo un in­vestimento spropositato per una soluzione parziale. Penso inoltre che i 20 milioni non sia­no sufficienti a realizzare tutto il percorso. In questo caso il Comune di Fano può decidere come vuole, ma la Regione non contribuirà con un cente­simo in più!».  Massimo Foglietti

Da: Corriere Adriatico del 18/3/2021

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SERFILIPPI E CANCELLIERI (LEGA): "FERROVIA E CICLABILE DEL METAURO, AVANTI TUTTA"

di Ufficio Stampa

“La Lega da sempre è favorevole al ripristino della ferrovia Fano-Urbino, dismessa con il placet del Partito Democratico e condivide la proposta della giunta regionale di realizzare la ciclabile ad almeno 5 metri dai binari in modo da non precluderne la futura riattivazione. Indispensabile la collaborazione con tutte le amministrazioni locali perché lo studio di fattibilità possa tener conto delle istanze del territorio”.  I consiglieri regionali della Lega Luca Serfilippi e Giorgio Cancellieri intervengono con chiarezza e linearità nel dibattito annoso sulla ferrovia Fano-Urbino e sulla ciclabile del Metauro e citano, come esempio di positiva proattività, il sindaco di Cartoceto Enrico Rossi.

“Bene hanno fatto Rossi e la sua amministrazione a cogliere l’invito della Regione Marche lavorando in tempi brevi ad una proposta di miglioramento della mobilità sostenibile all’interno del territorio comunale collegandolo con Fano e Colli al Metauro – dichiarano i consiglieri leghisti – Ci rivolgiamo ai sindaci di Fano, Colli al Metauro e Fossombrone perché colgano l’opportunità offerta dall’Assessore alle Infrastrutture per realizzare un’opera che collegherà la costa all’entroterra con una visione di prospettiva che la proietta a livello dei paesi nord-europei, in cui le ciclabili sono interconnesse con le altre infrastrutture viarie e ferroviarie. La vallata del Metauro deve riacquistare il ruolo centrale che le spetta – concludono Serfilippi e Cancellieri – e per farlo serve attuare una strategia comune che preveda il completamento della Fano-Grosseto, la riattivazione della Ferrovia Fano-Urbino (e magari anche della Fabriano-Pergola-Fermignano) e la realizzazione della ciclabile del Metauro”.

https://primocomunicazione.it/articoli/politica/serfilippi-e-cancellieri-lega-ferrovia-e-ciclabile-del-metauro-avanti-tutta?fbclid=IwAR2g8RzTaFn2vlnR8Ahmr7CALd0hq3sYXoaMmdjr0gEmaCouYKEdEdKwWUs

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CARTOCETO DICE SÌ ALLA CICLOVIA DEL METAURO

19 Marzo 2021

Cartoceto (PU) – “Confermiamo di voler procedere speditamente con la realizzazione della Ciclovia del Metauro, rispettando quelle prerogative progettuali che garantiscano la possibilità per un prossimo vettore dedicato al trasporto pubblico, lungo il tracciato ferroviario Fano Urbino”. Ne è estremamente convinto il Sindaco di Cartoceto Enrico Rossi “Dobbiamo realizzare un’infrastruttura che abbia come obiettivo primario l’incremento della mobilità sostenibile, che coniughi gli attesi standard qualitativi di vita e lo sviluppo di asset di intercettazione turistica, con la salvaguardia del tracciato ferroviario Fano Urbino, su cui insiste la possibilità di un vettore integrato e intermodale, capace di rispondere alle diverse forme di domanda di trasporto pubblico”.

“Non possiamo assolutamente perdere l’opportunità di realizzare questo primo tratto di pista ciclabile che interessa i territori dei comuni di Fano, Cartoceto e Colli al Metauro, dettata dalla disponibilità dei 4,5 milioni di euro – spiega il Sindaco Rossi – e per fare ciò, occorre che le amministrazioni assicurino immediatamente il loro imprescindibile e fattivo contributo affinché la Regione Marche possa esperire la gara di appalto entro il prossimo autunno”.

“Il collegamento cicloviario – sottolinea il Sindaco di Cartoceto – sarà utile ai cittadini e alle famiglie, che vogliono spostarsi in bici in assoluta sicurezza all’interno dei centri urbani, e permetterà l’inserimento ancora più forte dei nostri territori, nei circuiti del cicloturismo tra costa ed entroterra”.

L’ipotesi progettuale al vaglio della Regione Marche, prevede uno scostamento del tracciato ciclabile dal sedime ferroviario, per garantire nuova vita al tratto ferroviario Fano Urbino. “Non dobbiamo chiudere a questa possibilità, tutt’altro – rilancia il Sindaco – La possibilità di inserimento di un mezzo di trasporto lungo quest’asse, all’interno di una trama infrastrutturale di mobilità a pettine e di collegamento agile, aprirebbe ad ulteriori condizioni favorevoli di sviluppo del tessuto economico e del sistema turistico provinciale. E ben fa l’Amministrazione regionale in questo senso a mettere in rete un territorio che va da Fano ad Urbino, fino a Pesaro, da Fabriano a Fermignano, passando per Pergola”.

https://www.fanoinforma.it/cartoceto-dice-si-alla-ciclovia-del-metauro/?fbclid=IwAR3pKPYHPc4F8kzQpUpFo3zMweV3trWLLMHkhiIu_KAh3vEwskeBr9lYr0Q

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CICLOVIA DEL METAURO, LA REGIONE SOLLECITA FANO

Ciclovia del Metauro: la Regione dà al Comune sette giorni di tempo per presentare un percorso alternativo alla ciclabile progettata dalla giunta Ceriscioli lungo i binari della Fano-Urbino.

Questo in sintesi il contenuto della lettera, firmata dal dirigente regionale, che sarebbe arrivata all’Amministrazione comunale all’inizio della settimana. La conferma ieri in consiglio comunale da parte del sindaco Massimo Seri che ha risposto all’interrogazione orale urgente presentata da Luca Serfilippi nella precedente seduta.

"Prendiamo atto – ha risposto Seri – che la Regione non vuole realizzare la ciclovia del Metauro, un peccato perché si tratta di una grande opportunità a servizio dei fanesi e del turismo, voluta da tutti i cittadini".

Sindaco rispetterete il termine dei sette giorni? "Ci sarà tempo per valutare le possibili soluzioni tecniche, comunque risponderemo nei sette giorni.  Non credo che la Regione voglia sottrarre le risorse della ciclabile (4,5 milioni di euro, 2 dei quali destinati a Fano ndr ) alla città di Fano proprio ora che ha così tanti rappresentanti (il riferimento è agli assessori e ai consiglieri regionali): sarebbe un paradosso se ciò avvenisse, lo sottolineo perché so già’ che la Regione sui grandi eventi sta dimostrando meno attenzione rispetto al passato". Tra le ipotesi in fase di studio da parte dei Lavori pubblici ci sarebbe quella di far passare la pista ciclabile su viale della Repubblica per poi andare verso via della Colonna e quindi fuori dal centro abitato. Questa soluzione si andrebbe ad aggiungere alle altre due di via XII Settembre, via IV Novembre, via Fossa di Sant’Orso e di via Vittorio Veneto e via della Colonna. Serfilippi ha invitato il Comune a collaborare con la Regione che sta offrendo la massima disponibilità. Anna Marchetti

https://www.ilrestodelcarlino.it/pesaro/cronaca/ciclovia-del-metauro-la-regione-sollecita-fano-1.6148770

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CICLOVIA, LA MAGGIORANZA: "NO A UNA PISTA CICLABILE SPEZZATINO"

Fano 20/03/2021 - Se la nuova amministrazione regionale delle Marche non intendesse bloccare il progetto già approvato e finanziato per la realizzazione della ciclovia turistica lungo la tratta ferroviaria dismessa Fano-Urbino, portando a cinque i metri di distanza dalla linea ferroviaria, entro fine 2021 potremmo avere finalmente una ciclovia turistica, sicura e funzionale, di collegamento tra i quartieri e le frazioni di Fano con gli altri Comuni della vallata. Le modifiche ipotizzate dalla Regione, con l’allontanamento del percorso ciclabile a più di quattro metri dal sedime ormai compromesso dell’ex-ferrovia, sarebbero valide solo per due Comuni dell'entroterra (guarda caso proprio quelli amministrati dal centro-destra, Cartoceto e Colli al Metauro), mentre la nostra città subirebbe un sostanziale peggioramento sia del percorso della ciclabile che della viabilità stradale. Infatti se nei pressi di Lucrezia e anche di Tavernelle si potrà ottenere lo stesso risultato con un minor dispendio di risorse, ogni altra alternativa andrebbe a discapito della nostra città, in quanto la Giunta Regionale ipotizza a tutti gli effetti uno "spezzatino" di ciclabili lungo i percorsi stradali già esistenti, anche già molto trafficati, con il rischio di rendere addirittura a senso unico alcuni di essi, danneggiando così gravemente la viabilità di Fano.

Questo cosiddetto “spezzatino” a lato o addirittura lungo le strade già esistenti andrebbe a ridurre oltremodo la sicurezza del percorso e sicuramente lo renderebbe non più una ciclovia turistica, lungo un tracciato protetto. A tal proposito andrebbe ribadito che l’ipotetico ripristino della tratta ferroviaria da anni dismessa, porterebbe alla creazione di numerosi passaggi a livello, con ulteriori effetti negativi sulla viabilità cittadina. Inoltre va considerato l’impatto negativo che avrebbe il passaggio di un treno in un percorso oggi a ridosso delle abitazioni senza le necessarie distanze di sicurezza previste dalla normativa vigente. Oltre tutto andrebbe rifatto e adeguato tutto il tracciato oggi malmesso con costi esorbitanti e senza alcuna garanzia sulla sostenibilità della gestione futura della tratta ferroviaria.

Se la Regione ha un altro tracciato in mente, come si evince dalle numerose dichiarazioni rese dai suoi esponenti politici in questi giorni, piuttosto che demandare strumentalmente e con una tempistica improponibile (7 giorni) al Comune di Fano eventuali modifiche al percorso, si assuma la piena responsabilità di indicare chiaramente le proprie linee progettuali. Si consentirebbe così alla collettività tutta di capire le esatte intenzioni di chi non vuole una ciclovia che passi lungo il percorso della vecchia tratta ferroviaria Fano Urbino, privando in primis la nostra città e di conseguenza tutto l’entroterra, di una ciclovia turistica degna di tale nome. Invitiamo la Giunta regionale a prendere in seria considerazione proposte alternative, all'avanguardia ed ecocompatibili, assolutamente conciliabili con la ciclovia turistica lungo tutto il tracciato. da Gruppi Consiliari di Maggioranza

https://www.viverefano.com/2021/03/22/ciclovia-la-maggioranza-no-a-una-pista-ciclabile-spezzatino/925869

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«QUESTA NON È UNA CICLOVIA, È UNO SPEZZATINO»

Pista lungo la ex Fano-Urbino, ancora muro contro muro tra Comune e Regione. Ma il rischio di perdere i finanziamenti è reale

«A quest'ora potevamo essere alla fase esecutiva del progetto, ma la giunta rimette in discussione scelte già condivise»

E' reale II rischio per Fano di perdere i finanziamenti della ciclovia del Metauro (quasi 2 milioni di euro su un totale di 4,5) se non indicherà velocemente un percorso alternativo alla ciclabile del Metauro (il progetto di Biancani e Ceriscioli) prevista lungo i binari della Fano-Urbino. In attesa della decisione del sindaco e della giunta I'assessore Fabiola Tonelli ha preparato gli itinerari da proporre alla Regione (via della Repubblica-via della Colonna; via XII Settembre via IV Novembre via Fossa Sant'Orso; via Veneto-Via della Colonna). «La soluzione miglio­re - commenta - è la ciclovia del Metauro ma se la Regione sbagliando, fa una scelte diversa, dovremo pensare all'interesse di Fano e dare indicazioni per la realizzazione di ciclabili urbane almeno utili al territorio».

Più rigida la maggioranza (No Città. Noi Giovani, Insieme e Me­glio, In Comune, + Europa, PD, Azione); «Se la Regione ha un al­tro tracciato in mente piuttosto che demandare strumentalmente e con una tempistica impro­ponibile (7 giorni) al Comune le modifiche al percorso, si assu­ma la piena responsabilità di indicare chiaramente le proprie li­nee progettuali». Per la maggio­ranza il rischio è quello di realiz­zare «uno spezzatino di ciclabi­li lungo i percorsi stradali già esi­stenti, anche già molto trafficati, e di rendere addirittura a sen­so unico alcuni di essi, danneggiando la viabilità di Fano».

«E' grave - commenta il consi­gliere tegionale Andrea Biancani - che qualora i Comuni non accettino le nuove modalità, la Regione non confermi loro i fi­nanziamenti. Il nuovo progetto rischia di posticipare di anni l'av­vio dei lavori, aumentare i costi per i Comuni o i disagi per i cittadini. Una pista che passa tra le case non è più una ciclovia, ma una ciclabile urbana, al pari di tante altre, perdendo la sua at­trattività cicloturistica. A que­st'ora potevamo essere alla fase esecutiva del vecchio progetto, invece la giunta rimette in di­scussione scelte già condivise». E ancora: «Il progetto origina­rio, con la ciclabile a pochi me­tri dalla ferrovia, era pronto per l'approvazione della fase preli­minare; mancava solo l'ultima Conferenza dei servizi dove for­malizzare i pareri positivi di tutti gli enti. Il progetto sviluppato negli anni precedenti, attraver­so un incarico a professionisti esterni oltre all'ok delle Ferro­vie, sulla compatibilità tra la pi­sta e un eventuale ripristino del­la tratta ferroviaria turistica, era stato condiviso con i sindacì e aveva l'approvazione del Mini­stero, che ha appositamente concesso alla Regione 4.5 milio­ni per il primo tratto. Oggi, la Re­gione decidendo di realizzare un nuovo progetto e non convo­cando la Conferenza dei Servi­zi, e quindi impedendo di passare alla fase di progettazione ese­cutiva del precedente, allunga i tempi rischiando di non usare i fondi entro le scadenze»   Anna Marchetti

Da: Il Resto del Carlino del 21/3/2021

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RUGGERI (M5S): “FANO RISCHIA DI PERDERE LA CICLABILE, SERI SI DECIDA”

Fano 21/03/2021 - “Se il Comune di Fano insiste ancora su un progetto di pista ciclabile che affosserebbe la ferrovia Fano- Urbino rischia di essere tagliato fuori dall’investimento nella ciclabile che sta portando avanti la Regione, la quale ha ormai chiarito che intende tutelare la ferrovia con un percorso che rispetti la distanza di almeno cinque metri dai binari.  Questa posizione che rimarrebbe incomprensibile ai più, ci potrebbe portare a non cogliere l’occasione che la Regione ci offre: vedere realizzata una parte della rete di piste ciclabili cittadine senza ricadute sul bilancio comunale perché le spese sarebbero interamente a carico della Regione”. Così la pensa la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle Marta Ruggeri, osservando che l’assessore Tonelli sembra l’unica in Giunta ad aver compreso la concretezza di questo rischio. “Il sindaco e i partiti che sostengono la Giunta comunale fanese, Pd in primis, dovranno assumersi la responsabilità di vedere Fano tagliata fuori dalla nuova ciclovia del Metauro. Un prezzo che pagheranno purtroppo i cittadini, ancora una volta penalizzati dagli interessi di partito”.
Non manca una frecciata per Biancani: “Il progetto che Biancani insiste a difendere non è compatibile con la riapertura della ferrovia, su cui c’è da parte di tutti un rinnovato interesse nell’ottica di un rilancio turistico dei borghi e delle attrazioni culturali che abbiamo lungo la vallata in questione, oltre che nella prospettiva di una modalità di trasporto pubblico in coerenza con gli obiettivi di transizione ecologica, che va praticata, non solo predicata. Come si fa a pensare che una distanza di un metro e mezzo tra ciclabile e binario potrebbe essere sufficiente per il ripristino della tratta? È evidente che chi si fa promotore e paladino di questa posizione non è minimamente interessato a non compromettere la riattivazione della linea ferroviaria Fano-Urbino”. Prosegue Ruggeri. “Faccio fatica davvero a comprendere l’insistenza con cui Biancani vuole affossare ogni ipotesi di riapertura della ferrovia. Mi fa pensare che forse hanno ragione coloro che malignano che da parte del Pd provinciale ci sia un retropensiero legato al possibile utilizzo del sedime ferroviario per un agevole passaggio di sottoservizi, acquedotto incluso. Se questo è il tema lo dicano chiaramente”.

https://www.viverefano.com/2021/03/22/ruggeri-m5s-fano-rischia-di-perdere-la-ciclabile-seri-si-decida/926305

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«TRENO PIÙ VELOCE DEL PULLMAN      FORTI POTENZIALITÀ DI SVILUPPO»

L’avvocato Venditti confronta i tempi di percorrenza: contrario chi teme l’asse Fano - Urbino

 LA FERROVIA - URBINO L’avvocato Francesco Venditti di Urbino insiste sul ri­pristino dell’ex ferrovia Fano - Urbino. Questa volta portando numeri ed interessanti conside­razioni. «A pagina 50 del piano industriale delle Ferrovie dello Stato 2014-2017 è specificato che nelle Marche, salvo che nel frattempo non intervengano ul­teriori sviluppi, la negoziazio­ne tra enti deve ancora avviarsi e, purtroppo, questa situazione rappresenta, ad oggi, il risulta­to di una mentalità locale che di fatto ha puntato, nella nostra provincia, solamente al traffico su gomma».  Basti osservare il trasporto pubblico locale dall’entroterra a Pesaro e Fano e viceversa: molte coincidenze con i treni regionali prevedono lunghi tempi d’attesa da parte degli utenti. Inoltre, lungo la tratta ferroviaria adriatica da Pesaro  a Fano transitano, con medesi­mo percorso, sia i treni che le autolinee. Non da ultimo, la fer­mata di Fano degli autobus è al Pincio e non più alla stazione ferroviaria, mettendo in ulterio­re difficoltà gli stessi utenti che intendano prendere il treno. Perciò? «Il cittadino che si ar­rocca sul fatto che da Urbino la vecchia “littorina” nei giorni fe- riali impiegava (al netto di eventuali ritardi) per arrivare a Pesaro (svoltando da Fano) me­diamente 1 ora e 10 minuti, per dimostrarne l’inutilità di una riapertura, non solo non è ag­giornato, ma non è nemmeno realistico. Infatti - continua l’avvocato Venditti - il tempo di percorrenza è relativo a un lon­tano ricordo di almeno 34 anni fa, quando i mezzi di locomo­zione ferroviaria locali erano più lenti e con molti caselli e passaggi a livello gestiti manualmente. Tra l’altro, la tratta Civitanova Marche - Fabriano, che è percorsa attualmente da vagoni con motrici a diesel che camminano a una velocità me­dia di 50 km/h, impiega media­mente 30 minuti per arrivare a Macerata e mediamente 58 mi­nuti per arrivare a Tolentino. L’autolinea feriale Civitanova Marche - Macerata impiega al­meno 20/25 minuti in più e que­sto vuol dire che l’autobus cam­mina alla velocità media al di sotto dei 35 km/h».

Un’altra prova di lentezza ... la linea di autobus feriale nu­mero 25 Urbino - Fano impiega 1 ora e 20 minuti. «Allora, chi è più veloce? La corriera di oggi o la “littorina” di ieri? Con un’azione politica seria in que­sto ambito, sarà possibile otte­nere, in tempi non eccessiva­mente lunghi, la riapertura del­la linea ferroviaria Urbino - Fa­no (possibilmente elettrificata) in chiave moderna ed efficien­te. Sulle rotaie potranno transi­tare i treni regionali con i mo­derni comfort e spazi attrezzati per il deposito delle biciclette. Se anche il tempo per arrivare a Pesaro via ferrovia dovesse es sere di 45 minuti (ma il treno sarà sempre più veloce dell’at­tuale corriera), non c’è parago­ne in termini di comodità... Ep­pure molti remano contro per motivi spesso pretestuosi e sba­gliati e, in ogni caso, dettati dal­la paura di percepire che Urbi­no e la valle del Metauro possano finalmente godere di una nuova fase di sviluppo post in­dustriale. La leva per lo svilup­o economico e turistico di Ur­bino e della vallata del Metauro sarà enorme - conclude Fran­cesco Venditti - perché non so­lo verrà riattivato un collega­mento veloce e moderno che metterà insieme almeno 100.000 abitanti tra Fano e Ur­bino, ma lo stesso sviluppo e gli stessi benefìci potranno esten­dersi anche alle zone restanti della valle del Metauro: da Fermignano a Borgo Pace».   Eugenio Gulini

Da: Corriere Adriatico del 22/3/2021

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COS’È UNA CICLOVIA?

Soprattutto a beneficio di improvvisati “esperti” che si ritengono in grado di progettare ciclovie, si riporta l’art. 2.1 della Legge nazionale 2/2018  “Disposizioni per lo sviluppo della mobilità in bicicletta e la realizzazione della Rete nazionale di percorribilità ciclistica”. “Ai fini della presente legge si intende per:  a) «ciclovia»: un itinerario che consenta il transito delle biciclette nelle due direzioni, dotato di diversi livelli di protezione determinati da provvedimenti o da infrastrutture che rendono la percorrenza ciclistica piu' agevole e sicura;”

E’ quindi del tutto evidente che l’idea progettuale di assemblare alla buona spezzoni già esistenti o da recuperare magari espropriando terreni privati (ed eventuali opposizioni sarebbero più che giustificate) non corrisponde a quanto previsto dalla legge. Pertanto, è forte la probabilità che non vengano più concessi i fondi dedicati ad una vera “Ciclovia turistica del Metauro”, cosa ben diversa da un percorso che fa di tutto per evitare quello più logico, sicuro e conveniente sia per residenti che turisti. Con danni enormi per la qualità della vita e le potenzialità turistiche di un’intera vallata che non ha nulla da invidiare ai territori in cui le ciclovie realizzate su ferrovie dismesse (finora una sessantina) stanno portando risorse e migliorando sicurezza e qualità della vita.

Ma c’è molto di più a documentare che non è giustificabile né l’abbandono di un progetto ragionevole giunto a un passo dal traguardo, né la retromarcia di qualche sindaco che già l’aveva condiviso e apprezzato; parliamo in particolare della situazione di ponti e gallerie che non sono a norma, come per esempio si può vedere in quella di Tavernelle dove esiste l’avviso di possibili crolli. Già nel 2011, visto che molte persone vi si avventuravano, le gallerie tra Fermignano e Urbino erano state sbarrate con dei cancelli, evidentemente perché non erano sicure.  Sarebbe importante sapere se tali sbarramenti esistano ancora o siano stati rimossi da parte di RFI che ne ha la responsabilità, perché in 10 anni non sembra siano migliorate le condizioni di sicurezza.

Per questo e per molti altri motivi è sorprendente la mancanza di conoscenze fondamentali di chi insiste per recuperare una infrastruttura che, per legge, non è più una ferrovia e non è (ancora) una tratta turistica che nessuno sa come finanziare (servono almeno 100 milioni) e da chi sarebbe eventualmente gestita.   Da Comitato Ciclovia del Metauro

Pagina Facebook  22/3/2021

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BIANCANI: “PERCORSO CICLOPEDONALE E TRENO TURISTICO COMPATIBILI SULLA STESSA EX FERROVIA NELLA VALLE DEL METAURO”

Di  Dino Sabatini   23 Marzo 2021 

“Perché non provate – sottolinea il consigliere regionale di minoranza (Pd) Andrea Biancani – a  chiedere ai cittadini che vivono da Fano a Fermignano cosa pensano della tratta ferroviaria dismessa da 35 anni e che attraversa in mezzo i loro paesi portando degrado e fastidio? E vedrete che la risposta sarà unanime per il percorso ciclopedonale!”.

Ma non è stato chiesto nessun parere neanche per il progetto in corso, in cui vi è già uno finanziamento di 4,5 milioni di euro? “È vero, non è stato effettuato nessun referendum, ma dopo aver ascoltato in varie occasioni la voce dei cittadini, i sindaci interessati si sono accordati con la Regione per realizzare il suddetto percorso ciclopedonale lungo la dismessa ferroviaria. Inoltre vi è anche il nulla osta di RFI arrivato nel 2020 in cui la Direzione si è espressa favorevolmente per la costruzione della ciclopedonale ad 1,5 mt dalle rotaie, ritenendola compatibile anche per un’eventuale riattivazione di una ferrovia turistica. Anche il Ministero delle Infrastrutture era in accordo ed aveva concesso un finanziamento a fondo perduto di 4,5 milioni di euro per la realizzazione dell’opera. Per l’approvazione definitiva del progetto realizzato in questi anni, manca solo una Conferenza dei Servizi dove vanno formalizzati tutti i pareri favorevoli già espressi da questi enti interessati sopra descritti. L’unico vincolo è l’inizio lavori entro l’anno corrente, altrimenti si perderebbe il finanziamento”.

Ma allora dove sono gli ostacoli? “Siamo sempre alle solite! Quando una nuova amministrazione si insedia ad una precedente, cambia solo per motivi politici senza pensare a ciò che di buono era stato fatto in precedenza. La Giunta Acquaroli ha accantonato il progetto in essere ed in un primo momento aveva espresso la volontà di portare la ciclopedonale a 5 mt. dal binario, che è risultata non fattibile per la presenza lungo il percorso delle tante case a quella distanza. Ultimamente ci dicono di cercare un nuovo percorso al di fuori della proprietà di Ferrovie! Anche quest’ultima idea troverà sicuramente la contrarietà dei sindaci del territorio, perché si andrà ad incrociare strade, vie, parcheggi e case già esistenti nella città di Fano, mentre nell’entroterra si entrerà nelle proprietà private, per cui serviranno ulteriori soldi per gli espropri e con tempi lunghi per eseguirli! Con tutti questi ripensamenti la Regione non sta attivando la Conferenza dei Servizi, che avrebbe definitivamente approvato il progetto, a cui sarebbe seguito l’inizio lavori. Il rischio di tutte queste nuove considerazioni è di far trascorrere inesorabilmente l’anno senza nulla di concreto e la conseguente perdita dei 4,5 milioni di euro di finanziamento”.

Così sarebbe un vero danno per il territorio? “Dopo 35 anni di promesse alla cittadinanza eravamo arrivati ad un passo dalla realizzazione, mentre ora solo per questioni politiche si rischia di gettare tutto all’aria. La scelta di modificare il piano di intervento è rischioso perché oltre allungare i tempi, aumenta i costi con nuovi importi per la progettazione mentre vanno sprecate le risorse già spese. Ancor più grave risulterà la perdita del finanziamento per cui non si riuscirà a risolvere questo annoso problema ambientale, lasciando il degrado che tutti lamentano”.

Ma ci sono anche richieste per attivare una ferrovia turistica? “Attualmente il finanziamento è esclusivamente per il percorso ciclopedonale ed il progetto da noi studiato permetterebbe in futuro anche la realizzazione di un treno turistico o di un mezzo ad esempio elettrico che possa arrivare fino al centro di Urbino: iniziamo da dove abbiamo il finanziamento ed in futuro potrebbe anche arrivare il treno turistico! Bisogna inoltre sapere che per attivare quella tratta ferroviaria, occorreranno decine di milioni di euro, che non saranno facilmente reperibili dal servizio pubblico che da quello privato. Inoltre andrebbe anche considerato che se un giorno RFI decidesse di riattivare un treno commerciale, non avverrà mai su quel tracciato, perché sono troppe le intersezioni con strade pubbliche che private e con le abitazioni neanche a 5 metri di distanza dal primo binario, non rispetterebbe neanche i canoni di sicurezza”.

Ma il percorso ciclopedonale serve veramente? “Con i paesi di quella vallata posti a pochi km di distanza uno dall’altro ed il percorso della ex ferrovia in mezzo ai centri abitati, la ciclopedonale oltre che togliere i ciclisti e pedoni dalla strada nazionale, diverrebbe anche un nuovo mezzo di trasporto ecologico, che migliorerebbe la qualità della vita dei residenti 

che da anni non possano utilizzare questa vecchia infrastruttura abbandonata da anni. Se poi pensiamo che per la realizzazione si avrebbe anche un contributo a fondo perduto, immaginate quale danno si recherebbe al territorio gettando tutto all’aria, e solamente per motivi politici!”.

https://www.nonsoloflaminia.it/index.php/2021/03/23/biancani-percorso-ciclopedonale-e-treno-turistico-compatibili-sulla-stessa-ex-ferrovia-nella-valle-del-metauro/

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CICLOVIA DEL METAURO, IL COMITATO: "PONTI NON A NORMA, CHI CI PENSA?"

SECONDO I DIFENSORI DEL PRIMO PROGETTO, LA RIATTIVAZIONE DELLA TRATTA ANDREBBE INCONTRO A TROPPI OSTACOLI TECNICI

Nella battaglia per la tutela della ciclovia del Metauro scende in campo il comitato nato proprio per difendere il progetto di una pista ciclabile lungo la ferrovia. Per il comitato "l’idea progettuale di assemblare alla buona spezzoni già esistenti o di recuperare, magari espropriando, terreni privati (ed eventuali opposizioni sarebbero più che giustificate) non corrisponde a quanto previsto dalla legge: un itinerario che consenta il transito delle biciclette nelle due direzioni, dotato di diversi livelli di protezione determinati da provvedimenti o da infrastrutture che rendono la percorrenza ciclistica più agevole e sicura".  "E’ forte la probabilità – prosegue il comitato – che non vengano più concessi i fondi dedicati ad una vera ciclovia turistica del Metauro con danni enormi per la qualità della vita e le potenzialità turistiche di un’intera vallata. Non è giustificabile né l’abbandono di un progetto ragionevole, quella della ciclovia del Metauro, giunto a un passo dal traguardo, né la retromarcia di qualche sindaco che già l’aveva condiviso e apprezzato. Parliamo in particolare della situazione di ponti e gallerie che non sono a norma, come a Tavernelle dove esiste l’avviso di possibili crolli. Già nel 2011 le gallerie tra Fermignano e Urbino erano state sbarrate con dei cancelli, evidentemente perché non sicure. Sarebbe importante sapere se tali sbarramenti esistano ancora o siano stati rimossi da parte di Rfi che ne ha la responsabilità, perché in 10 anni non sembra siano migliorate le condizioni di sicurezza". Aggiunge il comitato: " E’ sorprendente la mancanza di conoscenze fondamentali di chi insiste per recuperare una infrastruttura che, per legge, non è più una ferrovia e non è (ancora) una tratta turistica che nessuno sa come finanziare (servono almeno 100 milioni) e da chi sarebbe eventualmente gestita". an. mar.

https://www.ilrestodelcarlino.it/pesaro/cronaca/ciclovia-del-metauro-il-comitato-ponti-non-a-norma-chi-ci-pensa-1.6164208

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URBINO  «FERROVIA, RECUPERO NECESSARIO»

Gambini «d'accordo con la linea dell'assessore Baldelli. Servirà per realizzare un progetto più grande»

«Il recupero della ferrovia Fano-Urblno è necessario, anche perché non sarà un'operazione fine a se stessa, ma servirà per realizzare un più progetto gran­de, che interesserà l'intero entroterra». Prende posizione cosi Maurizio Gambini, a riguardo del futuro dell'Infrastruttura, il cui destino è tutt'altro che defi­nito.

«Come annunciato in Consiglio comunale - spiega il sindaco ur­binate - è stato fatto uno studio preliminare per la realizzazione di un collegamento ferroviario Fabriano-Urbino-Santarcangelo di Romagna. È un piano a cui sta­vamo ragionando già da un pez­zo e, a dicembre, l'amministrazione comunale di Fabriano ha presentato ai Ministero delle In­frastrutture e dei Trasporti l'idea progettuale. In collabora­zione con tutti i Comuni coinvol­ti, sotto forma di bozza. Chi ne parla ora non fa altro che ripete­re I contenuti di un percorso che portiamo avanti da tempo con ciascuno dei Comuni che sarebbero Interessati dal trac­ciato pedemontano, da Cagli a Pergola, da Fano a Sassoferra­to, fino alla Romagna. È un'idea che entusiasma tanti, tra cui il sindaco di Riccione, che sareb­be molto felice di avere un colle­gamento con la nostra città. C'è anche chi, come iI sindaco di Vallefoglia, Palmiro Ucchielli, già chiede di prevedere anche una direttrice Urblno-Pesaro, che può essere una possibilità. Di certo, su questo progetto abbiamo lavorato molto e ne sia­mo ideatori. Non siamo stati fer­mi. ma questa non è una novità. Abbiamo fatto tante riunioni con le varie amministrazioni coinvolte e ne avremmo volute organizzare ancora, ma la pan­demia ci ha un po' bloccato in questo periodo. Per il momento l'idea è in forma di bozza e biso­gnerà confermarla con un pro­getto di massima, per farla finan­ziare. oltre a sostenerla politica­mente. Tutto ciò nasce con lo scopo di togliere dall'isolamen­to l'intera zona dell'Appennino e, per farlo, siamo convinti che sia necessaria la mobilità soste­nibile». Per quanto riguarda la Fano-Urbino, nello specifico, Gambini si dice «d'accordo con la linea dell'assessore regionale Francesco Baldelli, per un pro­getto che preveda sia il recupe­ro della ferrovia, sia una pista ci­clabile, ma che sia distante dai binari. L'occasione offerta dalle risorse del Recovery Fund è uni­ca. lo, come tutta l'amministra­zione della città, ho sempre so­stenuto il mantenimento della ferrovia e giustamente ora se ne vorrebbe progettare la riattiva­zione coi fondi a disposizione, anche quelli europei. Credo che sia una cosa realizzabile, sia per il trasporto turistico, sla, come treno o metropolitana leggera, per i cittadini locali. Che nasca una pista ciclabile parallela va benissimo, anzi, mi auguro che arrivi fino a Urbino in tal caso, ma senza invadere né compro­mettere la sede dei binari».   Nicola Petricca

Da: Il Resto del Carlino del 24/3/2021

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CICLABILE FANO-URBINO, LA PETIZIONE ONLINE OLTRE LE MILLE FIRME IN DUE GIORNI

Fano 24/03/2021 - Ha ottenuto, in soli due giorni, più di mille firme la petizione lanciata su Change.org da Giovanni Dallago per chiedere alla Regione Marche la trasformazione in ciclovia della ferrovia dismessa Fano - Urbino.

“La nostra penisola è ricca di vecchie ferrovie che il tempo ha fatto diventare obsolete” apre così Giovanni, che continua spiegando le sue ragioni. “Questa infrastruttura è di fondamentale importanza per fornire una soluzione sostenibile anche alla crescente domanda cicloturistica. Considerando un eventuale utilizzo polifunzionale del percorso che tenga conto delle mutate condizioni socio-economiche della provincia e della sempre più consapevolezza da parte dei cittadini sull'uso della bicicletta e della e-bike.”

Una soluzione a basso costo secondo Giovanni, che, nel testo, elogia “l’economicità e la sostenibilità del riutilizzo di quanto già disponibile nel territorio” come “imprescindibile in un’ottica di sviluppo delle attività economiche e di preservazione dell’ambiente, considerando che esiste un nuovo tipo di indotto turistico-culturale che valorizza l’ambiente e il patrimonio, come ci confermano le esperienze della altre ferrovie dismesse ora mete turistiche di rilevanza nazionale e internazionale.”

Questi, dunque, i motivi che portano lui e oltre mille firmatari a chiedere “il ripristino ecosostenibile dell'ex tracciato della Ferrovia Fano - Urbino con la costruzione di una pista ciclabile che colleghi tutta la Valle del Metauro a una realtà urbana di eccezionale valore storico-artistico come Urbino, il cui centro antico è stato inserito dal 1998 tra i siti UNESCO, che rappresenta una meta turistica unica al mondo ed è anche sede di un’antica e prestigiosa Università.”

https://www.viverefano.com/2021/03/25/ciclabile-fano-urbino-la-petizione-online-oltre-le-mille-firme-in-due-giorni/928234

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CICLOVIA DEL METAURO, INCONTRO CON BIANCANI

Confronto nel centrosinistra dopo l’avallo del cambio del progetto della Regione

LA VIDEOCONFERENZA

FANO -  L’incontro è servito a condividere la posizione politica dopo l’avallo dell’amministrazione comunale, seppur obtorto collo, al cambio di indirizzo della Regione sul progetto della ciclovia del Metauro. Venerdì sera si è svolta una videoconferenza della maggioranza di centro sinistra con il consigliere regionale del Pd Andrea Biancani che aveva promosso con la passata giunta Ceriscioli il progetto della ciclovia finanziato dall’Europa con 4,5 milioni di euro. L’itinerario passava a ridosso dell’ex ferrovia Fano-Urbino ma il nuovo assessore regionale alle infrastrutture Francesco Baldelli l’ha modificato per non pregiudicare la possibilità di riaprire la ferrovia (è in corso uno studio di fattibilità di Rfi per il treno turistico) spostando la pista ciclabile ad almeno 5 metri dai binari.  A Fano il percorso attraversa la città lontano dall’ex ferrovia. Dopo un lungo braccio di ferro per evitare che Fano finisca tagliata fuori dal progetto e pur ribadendo la critica al cambio di itinerario anche per il timore che non venga rispettata la scadenza di fine anno per l’affidamento dei lavori (con la conseguenza di perdere i fondi) l’amministrazione comunale ha inviato nei giorni scorsi una lettera al dirigente della Regione Goffi rendendosi disponibile con i propri uffici a una progettazione di fattibilità comune. Si vuole avanzare una controproposta al tracciato urbano indicato, ritenuto del tutto incongruo.

Da: Il Resto del Carlino del 28/3/2021

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CICLOVIA DEL METAURO: "IL PD UNITO CHIEDE ALLA GIUNTA COMUNALE DI NON CEDERE AI RICATTI" 

Fano 28/03/2021 - Il PD di Fano è determinato nel difendere un progetto come la ciclovia Fano-Urbino, già finanziato con 4,5 milioni previsti dalla precedente Giunta regionale guidata da Ceriscioli per il tratto da Fano a Tavernelle. Un’infrastruttura del benessere in un percorso protetto e dal grande fascino ambientale e turistico che moltissimi cittadini fanesi desiderano vedere realizzato e che la nuova Giunta Regionale sta cercando di far saltare a favore di un improbabile e insostenibile ripristino del treno in un tracciato compromesso e non più adeguato. Il Partito Democratico di Fano chiede al Sindaco e alla Giunta comunale di domandare alla Regione, se davvero vuol far perdere al territorio un’opportunità storica e un finanziamento già definito, di assumersi le proprie responsabilità e di presentare un progetto alternativo, come già dichiarato dal nostro Sindaco alcune settimane fa in un’intervista a Radio Fano. Riteniamo infatti che il Comune di Fano non debba sottostare ai diktat e ai metodi ricattatori dell’assessore Baldelli - ricordiamo gli improponibili 7 giorni di tempo concessi al Sindaco di Fano per fornire una proposta di tracciato - e debba invece mobilitare i cittadini e le associazioni per “tenere la barra dritta” al cospetto di chi vuole privare la nostra città e la vallata del Metauro di una fondamentale infrastruttura, innovativa e strategica per il turismo e l’economia.
È evidente infatti che la Regione intende far naufragare un progetto di ciclovia costato 4 anni di lavoro alla precedente Amministrazione Regionale, già approvato da RFI e perfettamente conciliabile con la possibilità di abbinarvi anche un agile bus elettrico su gomma, questo si davvero innovativo e che potrebbe davvero collegare Fano con Urbino fino alla piazza di Mercatale. Richiamandoci all'odg votato dal Consiglio comunale e alla recente posizione compatta delle forze di maggioranza, ribadiamo con forza le istanze della nostra città, delle quali come Partito intendiamo farci interpreti, non accettando di sottostare ad un ricatto inaccettabile ed umiliante per Fano. Rinunciare, infatti, maldestramente ad una ciclabile lungo la ferrovia, oggi finanziata e pronta per partire, e accogliere un banale compromesso al ribasso per Fano, quello dello “spezzatino” ciclopedonale lungo il tracciato urbano, non è accettabile!
Questa linea, oltretutto, dovrebbe essere difesa dagli Assessori e dai Consiglieri fanesi di maggioranza presenti in Regione che invece rimangono silenti di fronte a tale scempio. Ricordiamo che la ciclovia del Metauro è stata presentata agli enti competenti come "ciclovia turistica" e che deve essere necessariamente collegata alla ciclovia adriatica (lunga 1300 km) e come tale deve avere un tracciato lineare e unitario, come previsto per il finanziamento dal CIPE per questo tipo di opera: il bluff di dirottare fondi altrove togliendoli a Fano non regge, in quanto il vero rischio è proprio quello di perdere invece i fondi destinati al progetto di ciclovia turistica.  Da Partito Democratico Fano

https://www.viverefano.com/2021/03/29/ciclovia-del-metauro-il-pd-unito-chiede-alla-giunta-comunale-di-non-cedere-ai-ricatti/930680?fbclid=IwAR2YNTAq5C9fOgrDVhA_hGYTl_2VTt8vn7KZaqQdkrBC-LVBrFrAfwTnRqk

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«IL PD REMA CONTRO FANO  E UNA MOBILITÀ INTEGRATA»

M5S e Fratelli d’Italia replicano all’atteggiamento oltranzista assunto sulla ciclovia  Metauro

I pentastellati: «Fingono di non aver perso le elezioni». E Montalbini difende Baldelli

LA POLEMICA

Fano -  Nella replica al Pd riguardo all’atteggiamento oltranzi­sta assunto sulla ciclovia del Metauro, che tra l’altro mette in difficoltà il sindaco di Fano, si ritrovano su posizioni affini il Movimento 5 Stelle e Fratelli d’Italia. E’ un Pd che “rema contro la propria città” prigioniero “di un furore ideologico che non guarda al bene della collettività ma solo a calcoli di partito” quello che sulla ciclovia Fano  Urbino sta spingendo Fano “ad essere l’unica città contraria ad un progetto davvero realizzabile e rispettoso delle norme”. Il ritratto è firmato dal gruppo consiliare dei Cinque Stelle che individua in quello “stesso steri­le spirito di appartenenza” l’imprinting della battaglia “contro il milione di euro potuto dalla sottosegretaria Accoto per stu­diare la sostenibilità economi­ca di un ripristino della ferrovia a fini turistici, nonostante si tratti di soldi destinati al tra­sporto su ferro che sarebbero volati altrove se non li avessimo pretesi”.

La debolezza verso Pesaro - Registrato l'ultimo affondo por­tato del Pd fanese a supporto del progetto di ciclabile lungo il sedime ferroviario, i consiglieri comunali Mazzanti, Panaroni e Giuliani faticano a decriptarne il fine ultimo (“quali interessi difende?”) ma non hanno dubbi su una strategia ispirata “a fingere di non avere perso le ele­zioni regionali e puntare a per­dere i sostanziosi fondi per realizzare il tratto fanese della ci­clabile”.  Non che i pentastellati si meraviglino più di tanto, do­po avere annotato “il preoccu­pante dietrofront del segretario del Pd sulla difesa dell'autonomia di ASET  che deve passare at­traverso il vaglio di non si sa quali studi, in barba al programma elettorale e agli atti votati dal consiglio comunale”. Prima ancora “i tentennamen­ti” che connoterebbero i democrat “hanno provocato la perdita del digestore che avrà dimen­sioni spropositate e sarà intera­mente gestito da Marche Multiservizi”. Stando alla lettura dei Cinque Stelle non è andato certamente  meglio sul fronte sani­tà, dove “complice la consueta impalpabilità politica del sinda­co non si è levata una sola voce per pretendere l’immediata attivazione dei 50 posti letto ospe­dalieri previsti per Fano ma congelati in vista della clinica privato” e  tantomeno sul ver­sante della viabilità, dove “a Fa­no spetta da 15 anni la realizzazione di una strada di collegamento con Pesaro. Invece di fa­re pressioni su chi è chiamato a onorare questo impegno, il vice- sindaco Fanesi ha tentato in ogni modo di smentirci”.

 L'opportunità della ferrovia - Il pregiudizio che si sostituirebbe al giudizio additato anche da Fratelli d’Italia, che giudica de­littuoso “realizzare una pista ciclabile sopra il sedime ferroviario” con il risultato di ”perdere per sempre l'opportunità di ave­re una ferrovia efficiente, che sia realmente una alternativa all'uso dell'auto e rappresenti un volano per lo sviluppo delle aree interne e della costa”. Tracciando un paragone audace (“sarebbe come chiedere a Banksi di realizzare uno splen­dido murales sopra la Capala Sistina”) e sottraendosi allo “scontro Ideologico”, Andrea Montalbini del direttivo fanese si spende invece “per una mobi­lità integrata e sostenibile per pendolari e turisti che tiene insieme treno, strade, aeroporto, logistica e appunto, mezzi green e percorsi ciclabili”. Nel marcare il diverso approccio (“alla politica basato sul ricatto preferiamo quella del riscat­to”), Fratelli d'Italia ribalta la questione, affermando che i dik­tat veri arrivano proprio dal PD ed hanno prodotto “solo fallimenti, dall'ospedale alla viabilità”, tenendo in ostaggio una cit­tà chiamata “ad affrancarsi dal duo pesarese Biancani-Ricci che vuole renderla per sempre succube di Pesaro”.

Ben altro l'atteggiamento vo­tato a pragmatismo dell’assessore regionale alle Infrastruttu­re Francesco Baldelli “che in so­li sei mesi ha riportato al centro il collegamento ferroviario Fano-Urbino” e che sul tema ciclovia “sta già lavorando per asse­gnare Ia progettazione definiti­va e per andare a gara entro la fine dell’anno. Per questo servo­no in tempi celeri le indicazioni dei Comuni”.  Andrea Amaduzzi

Da: Corriere Adriatico del 30/3/2021

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Emanuele Feduzi Sindaco di Fermignano su Facebook 30/3/2021

CICLABILE FANO - FERMIGNANO - URBINO - NON PERDIAMO ALTRO TEMPO.

Da sempre ho sostenuto che il vecchio tracciato ferroviario Fano – Fermignano - Urbino potesse e dovesse diventare per la nostra città una risorsa e non una linea di divisione che taglia a metà il paese. Dopo mesi di silenzio, in questi ultimi giorni nella stampa locale più volte sono comparsi articoli che si schierano pro/contro la Ciclovia del Metauro e il suo possibile passaggio nel tracciato della ex ferrovia Fano – Urbino. Il 16 febbraio 2020, insieme a tutti i colleghi sindaci interessati al passaggio del tracciato, Regione Marche, progettisti fummo invitati a Colli al Metauro per la presentazione del progetto di fattibilità della ciclovia. Il progetto illustrato permetteva di salvaguardare l’infrastruttura esistente (binari), prevedendo la pista ciclopedonale a fianco dei binari in quanto compatibile con l'attivazione di un treno turistico o con una "metropolitana di superficie".

A quel tavolo, oltre a condividere pienamente il progetto, chiesi al progettista di poter continuare la progettazione della ciclovia fino al ristorante “la Taverna” di Urbania in quanto RFI è ancora proprietario di quasi tutta la tratta fino a Muraglione e avrebbe così permesso di collegare Fermignano ad Urbania permettendo di sviluppare ulteriormente la ciclabile. Finalmente dopo anni persi con puntuali annunci che arrivavano ad ogni campagna elettorale di una imminente riapertura o fantomatiche società russe che volevano acquistarne la tratta, ora che avevamo un progetto concreto sul quale discutere e soldi veri da investire per poter unire i vari territori attraverso questa nuova infrastruttura leggera rischiamo di perdere tutto. Ora la Regione, senza nemmeno interpellare tutti i Sindaci coinvolti dal progetto della ciclovia, ha deciso di realizzare un nuovo progetto che cancella di fatto quello sul quale avevamo ragionato e trovato l’accordo dopo anni di concertazione nei territori e avrebbe finalmente ridato vita a questa lunga tratta che arriva fino a Fano. Personalmente penso ci sia stato un errore di metodo e concetto perché se si cambia un progetto che coinvolge tutti i comuni della valle si devono coinvolgere tutti i comuni interessati e non si può contattare un singolo comune alla volta perchè questo è un progetto che ha ripercussioni su tutti i comuni della tratta, inoltre per arrivare al progetto precedentemente approvato da tutti i sindaci ascoltando le proprie popolazioni ci sono voluti anni di lavoro.

Quello che avevamo approvato, insieme ai vari colleghi, ci avrebbe permesso di creare una linea ciclabile unica e non tante piccole ciclabili spezzatino che passano all’interno dei paesi e avrebbe permesso di rivalutare e riqualificare il tracciato della Fano – Urbino, ripulirlo finalmente dalle erbe infestanti che negli anni sono cresciute, e nel nostro caso ci avrebbe permesso di collegare in sicurezza la frazione di Bivio Borzaga, Calpino, Centro e arrivare a Cà L’Agostina e San Silvestro. Un sogno voluto da tutti e da tanto tempo. Ora con questa decisione rischiamo che "tutto cambi affinchè nulla cambi". Ad oggi l’eventuale ripristino della ferrovia come turistica e quindi utilizzabile solo poche giornate all’anno, che risulta essere compatibile con la ciclovia, ha un costo di 120 milioni di euro e la legge 128/17 (legge sulle ferrovie turistiche) non prevede ad oggi nessun finanziamento per la nostra tratta. Dobbiamo inoltre pensare che qualora RFI dovesse riattivare un treno commerciale non lo farà mai in quel tracciato, in quanto da Fano ci sono 97 intersezioni con le strade pubbliche e private (da ricordare che la fine della superstrada a Canavaccio passa sopra le rotaie ora coperte dall'asfalto) e troppo vicino a migliaia di case costruite negli ultimi 40 anni. Penso che questi 120 milioni di euro debbano essere utilizzati per finanziare il completamento della Fano – Grosseto, una vera priorità per tutto il nostro territorio che ci permetterebbe di collegare velocemente la costa all’entroterra e arrivare in Toscana. In questi giorni ho avuto occasione di sentire molti cittadini che hanno espresso molto rammarico per questa decisione, e molti altri hanno già firmato la petizione on line (http://chng.it/FmGLxbHftz ) per poter continuare a sviluppare il progetto della ciclabile accanto alla ferrovia come previsto dal progetto 2020.

Mi auguro ci sia un ripensamento, ci sia l'ascolto del territorio, senza perdere altro tempo e denaro.

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“IL PD FANESE NON OSTACOLI LO SVILUPPO DI FANO E DELLA VALLE DEL METAURO”

La nota del Partito Comunista Italiano, sezione di Fano, sulle dichiarazioni del segetario PD fanese.

Di Il Metauro 31 Marzo 2021

FANO – “Sembra che l’unica ideologia del partito postideologico per eccellenza – il PD – consista ormai nella ripetizione ostinata degli stessi errori, sia a livello nazionale che locale. Ultimo esempio, fra i tanti, la “battaglia” che il segretario fanese Bacchiocchi intende sostenere a favore dell’esoso e inutile progetto di ciclovia Fano – Urbino a un metro e mezzo dalla ferrovia. Ciclovia che, tanto per dare un assaggio della qualità del progetto, dovrebbe morire – causa estinzione dei finanziamenti – a Tavernelle, lasciando probabilmente il restante tratto di ferrovia, fino ad Urbino, nelle condizioni in cui si trova ora.  Pare fra l’altro che il PD non gradisca l’ipotesi di un tracciato alternativo alla ex tratta Fano – Urbino (ipotesi rispetto alla quale il sindaco di Fano, seppur timidamente, sembra avere mostrato una qualche apertura): evidentemente, come sostiene Bacchiocchi, la linea Fano-Urbino sarebbe perfetta per una ciclovia a vocazione turistica; peccato che così questo itinerario ciclabile (dall’alto valore ambientale, almeno nelle intenzioni) si troverebbe a zigzagare fra i capannoni di almeno 6 zone industriali da Fano a Saltara! Non solo: il mancato recupero della linea ferroviaria, stando a Bacchocchi, dovrebbe essere compensato da una sorta di autobus elettrico su gomma. Ricordiamo al segretario del PD fanese che una linea su gomma tra Fano e Urbino esiste già da decine e decine di anni. Quello che si attende, invece, è il ripristino di una autentica tratta ferroviaria, che possa rappresentare un elemento di sviluppo e di coesione per l’intera vallata del Metauro, per il trasporto di pendolari, turisti e merci, con la possibilità, tra l’altro, di riallacciarsi in futuro ad altre linee locali (quella per Pergola, ad esempio, oggi ugualmente in disuso, e che permetterebbe il tanto sospirato collegamento con Roma), e a quella del raccordo dell’entroterra con la futura linea ferroviaria ad Alta Velocità Milano-Bari. L’ostinazione con cui il PD e i suoi alleati continuano a sostenere posizioni indifendibili, tradiscono a questo punto solo arroganza e cecità di fronte ai dati di realtà e alle esigenze della città di Fano e di tutta la vallata del Metauro fino ad Urbino. Il Partito Comunista Italiano di Fano chiede pertanto al PD e a tutte le forze politiche della maggioranza fanese di non bloccare più lo sviluppo del territorio, e di procedere celermente nell’azione di potenziamento del trasporto pubblico locale”.

https://www.ilmetauro.it/il-pd-fanese-non-ostacoli-lo-sviluppo-di-fano-e-della-valle-del-metauro/?fbclid=IwAR12aS2qXlIDqs3Qk_eFnRsLzPRyW0lkZ4f2CJyIE6oVv_afNqv6L6kKIp8

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FERMIGNANO

FRATELLI D’ITALIA AL SINDACO FEDUZI: "CICLABILE E FERROVIA NON SONO IL GIOCO DEL MONOPOLI"

L’idea di Emanuele Feduzi, sindaco di Fermignano, di dirottare i fondi per il ripristino della ferrovia Fano-Urbino sulla strada Fano Grosseto non piace a Fratelli d’Italia. "Suggerire di dirottare i fondi per la ferrovia Fano-Urbino, gestita da RFI, sulla ciclabile Fano-Fermignano-Urbino e sulla Fano-Grosseto, quest’ultima gestita da Anas, significa non conoscere l’abc dell’amministrare e, nella migliore e più innocua delle ipotesi, giocare a Monopoli scambiando Parco della Vittoria con Vicolo Corto, sperando magari nella benevolenza di qualche manager di RFI che faccia un bonifico ad Anas invece che ad una tratta ferroviaria di un’altra regione".   Fratelli d’Italia del Montefeltro e Alta Valle del Metauro insiste: "E’ stravangante la proposta del sindaco di Fermignano, che denota, ancora una volta, come la maggior parte dei sindaci del Pd del territorio preferiscano immolare la propria immagine all’altare dell’obbedienza cieca al Partito. Il sindaco di Fermignano dimentica inoltre di informare i suoi concittadini che il suo comune avrebbe visto col cannocchiale la pista ciclabile, poiché la giunta Pd targata Ceriscioli-Biancani aveva disegnato un tracciato di qualche chilometro che si sarebbe fermato a Tavernelle".

"Gioco del Monopoli a parte – proseguono –, quello che più interessa sottolineare è che, grazie all’assessore Francesco Baldelli, la ciclabile si fa, ma senza abbandonare per sempre l’obiettivo di rilanciare un’altra importante infrastruttura per il territorio come la ferrovia. Anni di discussioni, mesi di silenzio ed una ciclovia ancora sulla carta nonostante se ne parli dal 2017: questo è tutto ciò che resta delle macerie di una politica che adesso, non più al Governo della Regione, alza inutili barricate proprio quando il progetto può passare nell’immediato alla fase esecutiva. Eppure si continua a perdere tempo dietro a chiacchiere improduttive che rischiano di compromettere la realizzazione di entrambe le infrastrutture. Grazie al cambio di passo impresso dalla Giunta Acquaroli, oggi si scaricano a terra tutte le opere rimaste fin qui sulla carta, compresa appunto la ciclabile Fano-Urbino, una infrastruttura giunta finalmente ad una svolta decisiva per un territorio che potrà avere un percorso ciclabile da utilizzare tutto l’anno senza sacrificare per sempre il progetto di una ferrovia capace di rappresentare una vera alternativa all’utilizzo dell’auto".

https://www.ilrestodelcarlino.it/pesaro/cronaca/fratelli-d-italia-al-sindaco-feduzi-ciclabile-e-ferrovia-non-sono-il-gioco-del-monopoli-1.6200515

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REFERENDUM FANO-URBINO? URBINO CAPOLUOGO: "RIGUARDA TUTTI I CITTADINI DELLA VAL METAURO, NON SOLO I FANESI"

01/04/2021 - L'Associazione Urbino Capoluogo intende prendere posizione in merito alle tante discussioni e prese di posizione per il tracciato del ripristino della Ferrovia Fano - Urbino.  Sarebbe riduttivo e fuorviante - dichiarano Giorgio Londei e Ferruccio Giovanetti, Presidente e Vice Presidente Vicario - non considerare che il ripristino del tratto ferroviario deve fare parte di una nuova trasversale appenninica, Civitanova-Fabriano-Pergola-Urbino. 
Tale tratto, occorre ricordarlo era stato l'impegno di Paolo Volponi e di Marcello Stefanini quando ricopriva l’incarico di Segretario regionale del PCI. Oggi tale ipotesi è stata oggetto di un recente incontro fra la Giunta Regionale e la Direzione Nazionale delle Ferrovie dello Stato.
Bisogna anche considerare che in tanti - a cominciare dal Magnifico Rettore dell'Università di Urbino, Prof. Giorgio Calcagnini - chiedono che da Urbino si debba andare a Pesaro con una metropolitana di superficie, idea fortemente sponsorizzata anche dal Sindaco di Vallefoglia, Palmiro Ucchielli.  
Per la metropolitana, l'Assessore regionale Baldelli e l'Architetto Goffi - Responsabile Infrastrutture della Regione - si sono dimostrati interessati ad approfondire.
Se tale è il contesto che riguarda il futuro di intere generazioni e con in territorio, nelle aree interne, che vede preoccupanti perdite di abitanti, noi chiediamo - concludono Londei e Giovanetti - che la proposta di referendum (proposto dalla lista civica fanese Inseme è Meglio, ndr) per il tracciato della ferrovia in relazione alla distanza per la ciclabile, non può - eventualmente - riguardare solo i cittadini di Fano ma tutte le popolazioni che abitano nell'area dell'attuale ferrovia e, ovviamente, i cittadini di Urbino. Senza questa procedura il risultato del referendum non avrebbe alcun valore.
Se i tempi non ci sono e si rischiano di perdere i finanziamenti, gli organi della Regione procedano celermente e decidano definitivamente. Al comunicato si sono associati i Consiglieri comunali Federico Cangini e Luca Londei.  da Associazione Urbino Capoluogo

https://www.vivereurbino.it/2021/04/01/referendum-fano-urbino-urbino-capoluogo-riguarda-tutti-i-cittadini-della-val-metauro-non-solo-i-fanesi/933562/

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FANO-URBINO, FIAB MARCHE: "DISCUSSIONE SURREALE DA ANNI. PISTA CICLABILE GARANTISCE SICUREZZA E RILANCIO DEL TURISMO"

Fano 02/04/2021 - Le norme emanate dall’Agenzia Nazionale Sicurezza Ferrovie non permettono di riutilizzare la Fano Urbino come metropolitana di superficie; basterebbe solo questo per troncare una discussione surreale che da anni coinvolge politici, amministratori e partiti vecchi e nuovi che pur dovrebbero saper maneggiare leggi e decreti.
Aver politicizzato una questione essenzialmente tecnica sta mettendo a rischio la pista ciclabile prevista lungo i binari che, senza pregiudicare altre soluzioni, garantisce più sicurezza stradale e il rilancio del turismo; anche per questo sorprende il mutismo di operatori del settore che pure trarrebbero vantaggio da una ciclabile inserita in una rete nazionale (Bicitalia) che sta connettendo tutta l’Italia.

Si segnalano per incoerenza quei sindaci che, dopo aver accolto addirittura con entusiasmo il progetto, ora per convenienza di parte ne sposano un altro letteralmente stravagante accettando un improbabile ripristino ferroviario a cui erano “fortemente” contrari. Fa invece piacere che altri politici locali oggi riconoscano come “IMPOSSIBILE” il ripristino di una ferrovia ieri considerata “risorsa che non si può sostituire con una pista ciclabile”.

Le ciclovie devono essere vere e proprie strade, larghe, sicure e continue; in base alla l.n. 2/2020 ricevono finanziamenti al pari di superstrade, autostrade e ferrovie; quella lungo l’ex metaurense serve per la mobilità quotidiana interquartieri e il cicloturismo praticato da milioni di persone; è però disarmante constatare che, a parte il disinteresse di RFI e 34 anni di abbandono, qualcuno vuole far correre i treni a contatto di centinaia di abitazioni, ignorando che in una ferrovia dismessa non può essere applicato il DPR che prevede almeno 30 m di distanza dai binari. La perdita di 4,5 milioni andrebbe quindi attribuita a chi ha bloccato per motivi ideologici un iter giunto a un passo dal traguardo e impedisce nella valle del Metauro ciò che si fa con soddisfazione di tutti nel resto delle Marche; è infatti possibile un intervento della UE che ha assegnato i finanziamenti per una “ciclovia” e non per tratti assemblati alla buona da improbabili sedicenti esperti.

La svolta potrebbe venire dall’economia; ora c’è più interesse di prima per un corridoio che, forse unico in Italia, per 50 km congiunge costa ed entroterra senza interruzioni; infatti la ciclabile potrebbe essere il risultato “derivato” dalla nascita da tempo auspicata di una 'long life routing', in sostanza una tubatura interrata contenente sottoservizi come la banda ultralarga proposta da investitori privati tre anni fa e un cavidotto per l’elettricità a corrente continua ipotizzato in questi giorni, senza escludere la bonifica di condotte idriche in cattive condizioni; per pavimentare la pista ciclopedonale è possibile impiegare materiale recuperato da pneumatici esausti; si tratterebbe di un’operazione complessiva rapida, a basso costo, di grande valenza ambientale e vantaggiosa soprattutto per l’entroterra che spesso e a ragione lamenta il suo isolamento.

In ogni caso, la soluzione alternativa per fare la ciclabile esiste: i Comuni interessati, con risorse anche proprie, possono realizzare il progetto già approvato da RFI; non si consuma altro suolo, tanti stanno scoprendo un percorso bello e sicuro ma soprattutto si impiegano somme che rappresentano un vero investimento che rientra moltiplicato in pochi anni. da FIAB Marche

https://www.viverefano.com/2021/04/03/fano-urbino-fiab-marche-discussione-surreale-da-anni-pista-ciclabile-garantisce-sicurezza-e-rilancio-del-turismo/934476

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Valle del Metauro

IL PARTITO COMUNISTA CHIEDE A TUTTE LE FORZE POLITICHE DELLA MAGGIORANZA FANESE DI PROCEDERE CELERMENTE NELL’AZIONE DI POTENZIAMENTO DEL TRASPORTO PUBBLICO LOCALE

Di Lorenzo Ceccarelli - 3 Aprile 2021

FANO – Nuovo affondo sulla visione dell’attuale amministrazione fanese per quello che riguarda la ciclovia che dovrebbe sorgere sul 

tratto dell’ex ferrovia Fano – Urbino. Al riguardo il Comune della Città della Fortuna sarebbe ad un bivio riguardo l’affaire dell’ex ferrovia Fano – Urbino: o accetta il progetto di ciclabile della Regione o rischia di perdere il finanziamento. Il nodo della discordia sarebbe rappresentato dalla visione diversa della ciclovia che dovrebbe attraversare la vallata: secondo la Regione il percorso dovrebbe sorgere almeno a cinque metri dagli attuali binari tutelando così il percorso ferroviario. L’amministrazione fanese vorrebbe invece che il progetto sorgesse e combaciasse con la sede del tracciato ferroviario.
A stigmatizzare la scelta dell’attuale maggioranza bollata come “ripetizione ostinata degli stessi errori, sia a livello nazionale che locale” è la sezione di Fano del Partito Comunista. «Ultimo esempio la “battaglia” che il segretario fanese Bacchiocchi intende sostenere a favore dell’esoso e inutile progetto di ciclovia Fano – Urbino a un metro e mezzo dalla ferrovia. Ciclovia che, tanto per dare un assaggio della qualità del progetto, dovrebbe morire – causa estinzione dei finanziamenti – a Tavernelle, lasciando probabilmente il restante tratto di ferrovia, fino ad Urbino, nelle condizioni in cui si trova ora. Pare fra l’altro che il Pd non gradisca l’ipotesi di un tracciato alternativo alla ex tratta Fano – Urbino (ipotesi rispetto alla quale il sindaco di Fano, seppur timidamente, sembra avere mostrato una qualche apertura): evidentemente, come sostiene Bacchiocchi, la linea Fano-Urbino sarebbe perfetta per una ciclovia a vocazione turistica; peccato che così questo itinerario ciclabile (dall’alto valore ambientale, almeno nelle intenzioni) si troverebbe a zigzagare fra i capannoni di almeno 6 zone industriali da Fano a Saltara!».

«Non solo – prosegue il Pci – il mancato recupero della linea ferroviaria, stando a Bacchiocchi, dovrebbe essere compensato da una sorta di autobus elettrico su gomma. Ricordiamo al segretario del PD fanese che una linea su gomma tra Fano e Urbino esiste già da decine e decine di anni. Quello che si attende, invece, è il ripristino di una autentica tratta ferroviaria, che possa rappresentare un elemento di sviluppo e di coesione per l’intera vallata del Metauro, per il trasporto di pendolari, turisti e merci, con la possibilità, tra l’altro, di riallacciarsi in futuro ad altre linee locali (quella per Pergola, ad esempio, oggi ugualmente in disuso, e che permetterebbe il tanto sospirato collegamento con Roma), e a quella del raccordo dell’entroterra con la futura linea ferroviaria ad Alta Velocità Milano-Bari».

E concludono: «L’ostinazione con cui il PD e i suoi alleati continuano a sostenere posizioni indifendibili, tradiscono a questo punto solo arroganza e cecità di fronte ai dati di realtà e alle esigenze della città di Fano e di tutta la vallata del Metauro fino ad Urbino. Il Partito Comunista Italiano di Fano chiede pertanto al PD e a tutte le forze politiche della maggioranza fanese di non bloccare più lo sviluppo del territorio, e di procedere celermente nell’azione di potenziamento del trasporto pubblico locale».

https://www.centropagina.it/attualita/ciclovia-fano-urbino-pci-pd-non-ostacoli-viluppo-fano-valle-metauro/

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DALLAGO: “IN BICICLETTA DA FANO A URBINO PER UN NUOVO TIPO DI INDOTTO TURISTICO-CULTURALE CHE VALORIZZA L’AMBIENTE E IL PATRIMONIO”

Di Redazione Flaminia  3 Aprile 2021 

La nostra penisola è ricca di ferrovie che ormai sono diventate obsolete e proprio su queste ferrovie dismesse potrebbero passare degli itinerari ciclabili per un ripristino ecosostenibile di quei tratti di ferrovia, che altrimenti resterebbero semplicemente inutilizzati. In particolare è opportuna una pista ciclabile lungo l’ex ferrovia che collegava Fano ad Urbino, nelle Marche, soprattutto considerando le mutate condizioni socio economiche e sempre più consapevolezza da parte dei cittadini dell’utilizzo di biciclette. Ci sono già molti altri esempi virtuosi di riconversioni di questi tipo in giro per l’Italia, facciamolo anche nelle Marche! La dove c’era un binario, ora c’è una pista ciclabile! La nostra penisola è ricca di  vecchie ferrovie che il tempo ha fatto diventare obsolete. Gli itinerari ciclabili delle ferrovie dismesse si sviluppano spesso fuoristrada, talvolta su asfalto oppure su vecchio sedime. Pedalare dove una volta passava solo il treno è un’emozione unica, poterlo fare in totale sicurezza poi, significa potersi godere appieno le meraviglie che ci circondano. Chiediamo il ripristino ecosostenibile dell’ex tracciato della Ferrovia Fano-Urbino con la costruzione di una pista ciclabile che colleghi tutta la Valle del Metauro a una realtà urbana di eccezionale valore storico-artistico come Urbino, il cui centro antico è stato inserito dal 1998 tra i siti Unesco, che rappresenta una meta turistica unica al mondo ed è anche sede di un’antica e prestigiosa Università. Questa infrastruttura è di fondamentale importanza per fornire una soluzione sostenibile anche alla crescente domanda cicloturistica. Considerando un eventuale utilizzo polifunzionale del percorso che tenga conto delle mutate condizioni socio-economiche della Provincia e della sempre più consapevolezza da parte dei cittadini sull’uso della bicicletta e della e-bike, l’economicità e la sostenibilità del riutilizzo di quanto già disponibile nel territorio è imprescindibile in un’ottica di sviluppo delle attività economiche e di preservazione dell’ambiente. Considerare che esiste un nuovo tipo di indotto turistico-culturale che valorizza l’ambiente e il patrimonio, come ci confermano le esperienze della altre ferrovie dismesse ora mete turistiche di rilevanza nazionale e internazionale. Giovanni Dallago - autore di una petizione per una pista ciclabile Fano-Urbino

https://www.nonsoloflaminia.it/index.php/2021/04/03/dallago-in-bicicletta-da-fano-a-urbino-per-un-nuovo-tipo-di-indotto-turistico-culturale-che-valorizza-lambiente-e-il-patrimonio/

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Fermignano, appello del sindaco alla Regione

FEDUZI VUOLE LA CICLABILE PENSATA DA BIANCANI

Il sindaco di Fermignano, Feduzi, vor­rebbe usare i soldi per la ferrovia Fano-Urbino non per la tratta su binari, ma per la pista ciclabile progettata da Andrea Biancani del Pd, e invita a vota­re una petizione in tal senso lanciata da un bagnino di Pesaro. «Non perdia­mo altro tempo per la pista ciclabile Fano-Fermignano-Urbino» dice Fedu­zi, il quale chiede di non cancellare il piano per la costruzione di una ciclovia del Metauro «su cui si era trovato l'accordo dopo anni di concertazione. Dopo mesi di silenzio, in questi ultimi giorni sono comparsi vari articoli che si schierano prò o contro la Ciclovia del Metauro e il suo possibile passag­gio nel tracciato dell'ex Fano-Urbino. Il 16 febbraio 2020, insieme ai sindaci interessati, alla Regione e ai progetti­sti, fummo invitati a Colli al Metauro per la presentazione del progetto di fattibilità della ciclovia, che prevede­va una ciclopedonale accanto ai bina­ri, salvaguardandoli. Oltre a condivide­re il piano, chiesi di proseguirla fino al ristorante "la Taverna", per collegare Fermignano a Urbania. Finalmente avevamo un progetto su cui discutere e soldi da investire per unire territori, ma ora rischiamo di perdere tutto. La Regione, senza interpellare tutti i sin­daci coinvolti, ha deciso di realizzare un nuovo progetto che cancella quel­lo su cui si era trovato l'accordo. Pen­so ci sia stato un errore di metodo e concetto perché, se si cambia un pia­no che ha ripercussioni sull'intera val­le, si devono coinvolgere i comuni tut­ti insieme, non uno alla volta. Ciò che avevamo concordato avrebbe portato a una ciclabile unica, riqualificando la Fano-Urbino, ripulendola e, nel nostro caso, collegando in sicurezza il territo­rio, da Bivio Borzaga a San Silvestro. A oggi, il ripristino della ferrovia come turistica, compatibile con la ciclovia, costerebbe 120 milioni e la legge sulle ferrovie turistiche non prevede alcun finanziamento per la tratta. Dobbiamo poi pensare che, qualora RFI riattivas­se un treno commerciale, non lo fareb­be mai su un tracciato che interseca 97 strade ed è troppo vicino alle case costruite negli ultimi 40 anni. Penso che questi 120 milioni debbano essere usati per finanziare il completamento della Fano-Grosseto. In questi giorni ho sentito molti cittadini esprimere rammarico per questa decisione e tan­ti hanno firmato la petizione lanciata su Change.org ( http://chng.it/FmGLx- bHftz ), indirizzata alla Regione, per continuare a sviluppare la ciclabile ac­canto alla ferrovia, come previsto dal progetto del 2020. Mi auguro che ci sia un ripensamento e si ascolti il terri­torio.

Da: Il Resto del Carlino del 3/4/2021

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LA LUNGA STORIA E IL FUTURO DEL COLLEGAMENTO FERROVIARIO AREZZO-SANSEPOLCRO

Con l'aiuto dell'ingegner Giovanni Cardinali proviamo a ricostruire il passato e a individuare le prospettive di un'infrastruttura che oggi esiste solo sulla carta

di Emanuele Calchetti   08/02/2021

Giovanni Cardinali, laureato in ingegneria civile e specializzato in ingegneria ferroviaria, è stato per 25 anni ingegnere capo della provincia di Arezzo. Dal 2015 collabora con Confindustria Toscana Sud per il monitoraggio degli interventi nelle infrastrutture viarie e ferroviarie delle province di Arezzo e Siena. È inoltre dirigente della FIAB (Federazione italiana ambiente e bicicletta), coordinatore del Comitato tecnico scientifico di Bicitalia e membro esperto nei tavoli tecnici del MIT per le ciclovie turistiche e il Piano generale di mobilità ciclistica. Con lui TeverePost ha cercato di ricostruire storia e prospettive future della tratta ferroviaria Arezzo-Sansepolcro.

Partiamo dall’inizio, cioè da quasi 150 anni fa.

Sì, la storia inizia il 16 ottobre 1880 con l’approvazione del progetto di massima della ferrovia dell’Appennino Centrale (FAC) Arezzo-Sansepolcro-Fossato di Vico di 134 km, che verrà poi realizzata e completata nell’agosto del 1886. L’armamento ferroviario è a scartamento ridotto, cioè con interasse di un’unica coppia di binari di 950 cm, come previsto in molte ferrovie ottocentesche per accelerare lo sviluppo della rete ferroviaria nelle aree interne dell’Italia unitaria. Il collegamento ferroviario perse di importanza fra le due guerre per lo sviluppo del traffico su gomma. Nel giugno 1944, a causa della devastazione di ponti e viadotti minati dalle truppe tedesche in ritirata e dai bombardamenti alleati delle stazioni, fu decretata la chiusura.

Negli anni cinquanta del secolo scorso fu ripristinato, a scartamento ordinario, solo il tratto da Sansepolcro a Umbertide ma non il tratto verso Arezzo. Nel 1968 lo Studio Macchi di Roma presentò all’Anas il progetto riguardante la strada dei Due mari da Grosseto a Fano e venne scelta, per l’itinerario a est di Arezzo, la Valle del Cerfone, cioè la stessa dove ancora erano presenti sedime ferroviario, stazioni e caselli della FAC. Questo progetto iniziale sulla Due mari – da me ripreso nel 1981 – fu determinante per la scelta, negli anni 2002-2004, del tracciato di un nuovo collegamento, non più a scartamento ridotto, fra Arezzo e Sansepolcro.

Di ferrovia Arezzo-Sansepolcro quando si era tornati a parlare?

Una ripresa del dibattito sul collegamento ferroviario Arezzo-Sansepolcro, dopo anni di oblio, avvenne nel novembre 1991: l’ingegner Luigi Marino, già ingegnere presso le Ferrovie dello Stato (prima come Capo Ufficio progettazione e costruzione del Compartimento di Firenze, successivamente come direttore del Compartimento di Torino e di Bologna) pubblica sul Bollettino del Collegio degli Ingegneri della Toscana una memoria sul “potenziamento della direttrice ferroviaria centro-nord est” tramite una “linea veloce Roma-Venezia-Valichi alpini Est (via Sansepolcro)”.

L’ingegner Marino riprende l’argomento nei Bollettini n. 5/1998 e n. 10/2002 del Collegio degli Ingegneri riportando mappe in scala 1:250.000 nelle quali, fra l’altro, si motiva l‘esclusione del cosiddetto “sfondamento a Nord”. Ho sempre considerato questa scelta molto saggia anche per motivi non trasportistici, considerando le valli del Tevere e del Savio già pesantemente infrastrutturate con la E45 Orte-Ravenna. Ben prima della proposta Marino va comunque registrato il rilievo che il professor Vittorio Gregotti dà, nel 1985, al “ripristino del collegamento ferroviario di Arezzo con Sansepolcro e la ferrovia centrale umbra” nella stesura della variante generale al PRG di Arezzo. Ho avuto la fortuna di conoscere e lavorare con l’ingegner Marino e l’architetto Gregotti, entrambi scomparsi, un valente ingegnere ferroviario e un architetto di fama internazionale. È stata una formidabile occasione per considerare inseparabile l’urbanistica dalle reti infrastrutturali.

In seguito quali sviluppi ci sono stati?

Gli anni successivi al 1985 furono caratterizzati da tutto un fiorire di atti di pianificazione e progetti riguardanti il collegamento ferroviario: nel 1989 il Piano regionale toscano dei trasporti e infrastrutture, nel 1991 un progetto della Regione Umbria abbandonato nel 1994 poiché “il valore della redditività dell’intervento fu dichiarato negativo”, nel 1993 la Provincia di Pesaro Urbino propose una linea Fano-Arezzo, nel 1994 intervenne un protocollo di intesa sottoscritto da tutte le provincie toscane, emiliano-romagnole, umbre e marchigiane. Nel 1997 il Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Arezzo, che seguivo con il professor Gianfranco Di Pietro, confermò un corridoio secondo l’itinerario della Regione Umbria del 1991 (progetto RPA). Infine, il Piano generale dei trasporti approvato il 29 agosto 2001 richiama l’opportunità di “uno specifico approfondimento relativo agli interventi di adeguamento e completamento per dare continuità al corridoio Roma-Orte-Sansepolcro-Rimini-Ravenna-Venezia”

La vera svolta avvenne il 4 dicembre 2002, quando la Provincia di Arezzo, la Comunità Montana della Valtiberina Toscana, la Camera di Commercio di Arezzo ed i Comuni di Arezzo, Anghiari e Sansepolcro sottoscrissero il protocollo di intesa per la redazione di uno studio di fattibilità e documento preliminare ai sensi dell’art. 15, comma 5 del Regolamento di attuazione della Legge Merloni (DPR 554/1999) relativo al tracciato ferroviario Arezzo-Sansepolcro. Fu impegnata una spesa di circa 103.000 euro, Provincia, Comune e Camera di Commercio di Arezzo partecipavano con oltre 75.000 euro (25.000 a testa), in misura minore la Comunità Montana Valtiberina e i Comuni di Anghiari, Sansepolcro e Subbiano. Come ingegnere capo della Provincia venni incaricato di potenziare il servizio grandi infrastrutture, tramite assunzioni a tempo determinato di tecnici in grado di supportare l’attività di progettazione, e di coordinare un gruppo di lavoro tecnico costituito dallo stesso ingegner Luigi Marino e da esperti nominati dai vari enti.

Nel maggio del 2004 presentai alla Giunta Provinciale una relazione senza analisi costi/benefici, precisando che uno studio di fattibilità completo non poteva riguardare una tratta limitata, cioè l’analisi della domanda di trasporto e lo studio delle componenti di inserimento paesaggistico-ambientale dovevano riguardare e mettere a confronto multicriteria i tracciati origine/destinazione nazionali: Arezzo-Sansepolcro-Rimini e Sansepolcro-Fano (ipotesi Marino), nonché il corridoio determinato dal tracciato Sansepolcro-Cesena (ipotesi delle Regioni Umbria ed Emilia Romagna). In ogni caso lo studio di fattibilità e documento preliminare alla progettazione del primo tratto da Arezzo a Sansepolcro (limitato a relazioni tecniche, corografia in scala 1:30.000, varie planimetrie e profili longitudinali con alternative oggetto di approfondimento in scala 1:15000, approfondimento geologico per i tratti in galleria, foto-simulazioni e impatti dell’opera sulle componenti ambientali) fu consegnato nel luglio 2004 agli enti sottoscrittori.

Quali sono a grandi linee le caratteristiche tecniche del tracciato così progettato?

L’ipotesi di tracciato ferroviario del 2004 riguarda un modesto tratto della cosiddetta “ferrovia orientale”, impostata dall’ingegner Marino con le seguenti caratteristiche:

linea a doppio binario;
velocità per i treni veloci 180-200 km/h e 80 km/h per i treni lenti (servizio merci);
scartamento ordinario m 1,425;
alimentazione a corrente continua 3.000 v;
piattaforma trasversale di ingombro m 13,60.

Sezione in trincea

Viene motivata la scelta di escludere la Val Cerfone per un itinerario combaciante con l’attuale linea Arezzo-Stia per un paio di chilometri fino a deviare in trincea verso la località Antria, quindi una galleria di 12 chilometri sotto Monte Castiglione, l’uscita nei pressi di Tavernelle ed, infine, un’ultima galleria di circa un chilometro sotto il Poggio di San Lorenzo, fra Val Sovara e Valle del Tevere, per arrivare ad una nuova stazione di Sansepolcro e alla FCU, dopo circa 25 chilometri da Arezzo.

Nel 2004 il costo presunto dell’investimento, aggiornato con i dati della costruzione di linee analoghe dell’epoca, risultò di 270 milioni di euro. Dopo questo studio l’interesse per la ferrovia scemò, tuttavia i comuni hanno aggiornato gli strumenti urbanistici e il PTCP è rimasto invariato. Mi piace, fra l’altro, ricordare la mia partecipazione a numerosi convegni e seminari di cui conservo gli atti: a Sansepolcro, Borgo Pace, Rimini, Arezzo e altri. Il più recente si è svolto a San Giustino Umbro nel giugno del 2018, con la presenza degli assessori regionali, dei parlamentari umbri e toscani e dei rappresentanti degli enti locali (tranne, purtroppo, la provincia di Arezzo). In questo ultimo convegno su richiesta dell’allora assessore regionale Ceccarelli provvidi ad aggiornare il costo economico dell’intervento portandolo a 550 milioni di euro, dopo avere verificato interventi analoghi in corso di realizzazione nel territorio nazionale e considerando i consistenti aggiornamenti normativi soprattutto in materia di sicurezza ferroviaria.

Per inciso negli ultimi convegni e seminari ho avuto occasione di presentare anche la “due mari ciclabile” che, nel tratto fra Arezzo e Sansepolcro, segue lo stupendo corridoio della vecchia FAC nella Val Cerfone e che è inserita nel Piano regionale integrato infrastrutture e mobilità della Regione Toscana, in corso di progettazione e finanziata da Monterchi a Sansepolcro. Carta geologica con più itinerari in superficie

In conclusione, quali sono le prospettive del collegamento Arezzo-Sansepolcro, che lei ha avuto modo di seguire a lungo?

Sì, l’ho seguito negli ultimi tre decenni e preciso a questo proposito che sono stato avvantaggiato dalla mia esperienza sul territorio: prima con la progettazione della Due mari fra Arezzo e Palazzo del Pero (anni ’80), quando ho fatto il possibile per non interferire con i piloni dei viadotti sul vecchio tracciato della FAC, poi con la redazione della carta dei sentieri CAI negli anni ’90 che mi ha permesso di conoscere il territorio compreso fra la provinciale della Catona, la Libbia e tutta la zona a oriente dell’Alpe di Poti.

Sono stato testimone di un decennio straordinario, quello del mandato amministrativo della Provincia presieduta da Vincenzo Ceccarelli (1999-2009), particolarmente operoso per la progettazione di infrastrutture di trasporto (non solo la ferrovia ma anche la Due mari e le varianti a numerose strade regionali). Nei due mandati di Ceccarelli ho registrato anche un clima di grande collaborazione fra enti e associazioni di categoria, grazie alla presenza di amministratori legati agli interessi del proprio territorio, indipendentemente dall’adesione partitica. Mi piace ricordare, per la Valtiberina, i consiglieri Ivano Del Furia e Vezio Ricci. Nello stesso periodo sono stati intessuti rapporti fruttuosi con Roberto Rossi, già Presidente della Comunità Montana della Valtiberina, con Luigi Lucherini allora Sindaco di Arezzo e i presidenti della Camera di Commercio Giovanni Bianconi e Giovanni Tricca. Altro risultato straordinario fu la possibilità di finanziare la progettazione delle infrastrutture strategiche tramite contributi della Camera di Commercio e della Confindustria di Arezzo.

Oggi lo “studio preliminare alla progettazione” del collegamento Arezzo-Sansepolcro, ai sensi delle norme vigenti, è già aggiornato dopo i miei interventi ai convegni di Citerna e di San Giustino Umbro del 2018, dei quali conservo atti ed elaborati tecnici. Un unico problema: quando si parla di fattibilità il nuovo codice degli appalti prevede la prima fase costituita dal Progetto di fattibilità tecnico economica che può essere appaltato attraverso uno “studio preliminare” – da allegare al bando per i servizi di progettazione – ma che comporta una spesa di oltre 3 milioni di euro calcolata su un investimento di 550 milioni di euro (calcolo effettuato secondo le norme tariffarie per ingegneri riguardante “un tracciato ferroviario di montagna o comunque con particolari difficoltà di studio, escluse le opere d’arte di importanza e le stazioni di tipi speciali, da compensarsi a parte”).

 https://www.teverepost.it/la-lunga-storia-e-il-futuro-del-collegamento-ferroviario-arezzo-sansepolcro/?fbclid=IwAR3oQzPdJ23JVUFZRZim0q9ARSSFarsrPtTXEyCQQpm03xdCcTU4nAM2ZNM

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CIVITAVECCHIA CAPRANICA ORTE: UN SUCCESSO IL CONVEGNO ON LINE

domenica, 4 Aprile 2021 | 0 commenti

“Il convegno in modalità webinar, ha registrato un successo senza precedenti.

Piena condivisione dell’obiettivo perseguito dal Comitato per la riattivazione della Ferrovia.

Dai rappresentanti della Regione Lazio, dall’assessore per i trasporti e per i lavori pubblici Mauro Alessandri e dagli onorevoli Laura Cartaginese, Emiliano Minnucci, Enrico Panunzi, Devid Porrello, Marietta Tidei e da tanti altri consiglieri regionali non presenti perché impegnati nella riunione del Consiglio regionale c’è stato il pieno appoggio e la conferma che il ripristino della Civitavecchia Capranica Orte è inserito nella programmazione degli investimenti infrastrutturali del Lazio. Un successo conseguito grazie alla tenacia del Comitato, ma anche e soprattutto perché è ormai accettata da tutti l’importanza strategica che la ferrovia Civitavecchia Capranica Orte presenta per molteplici aspetti positivi che meritano di essere valorizzati con un adeguato investimento economico. Dalla auspicata maggiore connessione tra l’Adriatico e il Tirreno, utile alle merci e ai passeggeri di tutto il centro Italia, all’effetto rete che le linea compone automaticamente, incrociando 4 ferrovie già in esercizio, all’alleggerimento che produce al traffico di Roma Capitale, allo shift modale da gomma a ferro, auspicato dalla Unione Europea per abbattere le emissioni di anidride carbonica, alle maggiori opportunità di accesso per il turismo slow (e green) e per la mobilità dolce nella Tuscia, quest’ultima sottolineata dalla coordinatrice di A.MO.DO., la senatrice Anna Donati, alla maggiore inclusione sociale dei territori del nord del Lazio, unitamente alla programmata fermata dei convogli Alta Velocità ad Orte.

Il presidente del CENSIS Giuseppe De Rita ha sottolineato che occorre ora il contributo di potenti lobby, che indirizzino l’utilizzo della nuova infrastruttura fornendo una propria concreta visione strategico economica: sappiamo che queste lobby esistono e sappiamo che sono già all’opera, per comporre degli scenari utili allo sviluppo del territorio. Ulteriori relazioni sono state svolte dal prof Stefano Maggi presidente della Fondazione Cesare Pozzo e dal Pres di Trenitalia Michele Pompeo Meta. Ha partecipato anche il presidente dell’Autorità portuale del Mar Tirreno centro settentrionale Pino Musolino che per altri impegni ha dovuto lasciare la riunione non potendo svolgere la sua relazione. Il Convegno è iniziato con l’introduzione del Presidente del comitato Raimondo Chiricozzi, la presentazione di Gianluca Di Lauro consigliere del comitato, il saluto del Sindaco di Gallese Danilo Piersanti coordinatore per il comitato dei comuni della Tuscia . In viva voce tanti gli interventi, fra questi il presidente dell’Osservatorio regionale sui Trasporti Andrea Ricci, il Prof Giulio Della Rocca in collegamento dalla California, i consiglieri del comitato Dario Mazzalupi, Maurizio Mazzoni, gli esperti ferroviari e ingegneri Gabriele Bariletti, Sandro Cossetto, Alessandro D’Armini, Alessandro Di Macco, Marcello Luca, Claudio Marcelli, Marco Martens, Massimo Montebello. Tante le comunicazioni scritte inviate. Citiamo solo alcuni per brevità Claudio Busonero, Marcello Mariani, Vincenzo Peparello, Mario Pietrangeli, Orreste Varone. Tra i presenti on line Lino Busà, Di Sano amministratore delegato della CRONOS, Elisa Durantini segretaria UST CISL, il sen Giulio Marini, il pro rettore della UNITUSCIA Prof Alvaro Marucci, Stefano Mecali pres ass Terra Tua, Marco Rossi Pres Pro loco Gallese, Sergio Serpente vice pres CFFT, il segr provle UIL Giancarlo Turchetti e tanti altri. Il dott Romolo Murolo ha comunicato l’invio di un documento specifico della direzione Commerciale di MERCITALIA. Hanno inviato gli auguri di buon lavoro molti sindaci attraversati dalla Ferrovia da Civitavecchia ad Ancona; Christian Colaneri direttore commerciale RFI. Tanti altri deputati e consiglieri regionali fra questi on. Marta Bonafoni, l’on Raffaella Paita presidente commissione trasporti della Camera dei deputati, il Ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani.

”Sebbene con tantissimo ritardo, anche in Italia s’incomincia a capire l’importanza di trasferire la mobilità su treno – è stato detto dai rappresenti del Comitato -. Per la ferrovia Civitavecchia-Orte si sono svolte riunioni a non finire, con ministri, vice ministri rappresentanti della Camera e del Senato. E ancora, si sono svolte manifestazioni, mostre e convegni. Aver mantenuto alto il dibattito è il merito che ci attribuiamo. Tanti politici e partiti diversi hanno assicurato il loro appoggio e i risultati si sono ottenuti. La testardaggine ci ha aiutato, il sogno piano piano si sta realizzando”. Due i punti di svolta nella storia recente della ferrovia: ‘L’inserimento della Civitavecchia Capranica Orte nell’elenco delle ferrovie turistiche da recuperare (2017) e il progetto Italferr per la sua riapertura (finanziato anche dalla UE), inserito nel piano per la mobilità della Regione Lazio (2021). Il potenziale di questa ferrovia riguarda sia il traffico passeggeri che quello turistico e merci”. ”Il trasporto su treno a causa della pandemia e agli obblighi di distanziamento è in grave crisi, a tutto vantaggio delle automobili – ha detto la senatrice Anna Donati -. Ma noi dobbiamo continuare a lavorare per il futuro, per il dopo pandemia. L’Europa ci obbliga a ridurre del 50 % delle emissioni di anidride carbonica entro il 2030”. Bene l’inserimento della Orte Capranica Civitavecchia nell’elenco delle ferrovie turistiche, ma abbiamo detto che non ci bastava e ci siamo battuti per un corridoio ferroviario intermodale, che collega i porti e che avrà anche una valenza turistica”. Oltre al collegamento tra i due mari, è stato detto che la trasversale ferroviaria Civitavecchia Orte Ancona porterà tanti altri benefici, per esempio al traffico diretto verso la capitale. Ma in generale per tutto il sistema di trasporto.

Al termine dell’incontro tutti si sono impegnati a mantenere alta l’attenzione dell’opinione pubblica e delle istituzioni per arrivare quanto prima alla riapertura della Civitavecchia Orte della ferrovia Civitavecchia Orte Ancona o Ferrovia dei DUE MARI”

Raimondo Chiricozzi FERROVIA DEI DUE MARI

https://www.terzobinario.it/civitavecchia-capranica-orte-un-successo-il-convegno-on-line/

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UNA PISTA CICLABILE SULLA EX FERROVIA DI GUBBIO E DA DICEMBRE TUTTI IN BICI!

7 Apr 2021 | Attività, Sviluppo locale, Eventi, 2021     

Sarà presto possibile percorrere in bici la nuova ciclabile lungo la direzione Montecorona-Fossato di Vico, un tratto molto importante che interessa due ferrovie dismesse, una di queste è la vecchia ferrovia dell’Appennino Centrale Arezzo-Fossato di Vico che interessa Gubbio, l’altra è la Urbino-Fano. Un progetto proposto circa quattro anni fa dalla sezione eugubina della Federazione italiana ambiente e bicicletta (Fiab) Valle dell’Assino che vedrà la sua inaugurazione il prossimo mese di dicembre del 2021.  Un investimento da tre milioni di euro, dei quali due milioni della Regione Umbria e un milione della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia. La pista assumerà rilevanza internazionale nel quadro generale dei circuiti turistici di mobilità alternativa e sostenibile legata alle due ruote e implementerà anche l’uso della bicicletta. Il cantiere, aperto nel settembre 2020, è stato visitato dal sindaco Filippo Stirati, dall’assessore ai lavori Pubblici del Comune di Gubbio Valerio Piergentili, dalla Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia Cristina Colaiacovo, dal Presidente del consiglio direttivo di Fiab Associazione Valle dell’Assino Vittorio Fiorucci, da alcuni membri dell’associazione e da alcuni giornalisti che hanno potuto catturare le prime immagini del suggestivo sentiero della nuova pista ciclabile (oltre 50 saranno i km totali del tracciato).

Maggiori informazioni verranno diffuse e approfondite nei prossimi giorni sui canali social di Comune e associazioni, con l’intento di poter coinvolgere il maggior numero di cittadini – ciclisti e non - sul tema delle due ruote e di una mobilità più sostenibile.

Abbiamo creduto  nella realizzazione di questo tracciato sostenendolo sin dalla prima fase progettuale, avvenuta nel 2014 e, successivamente, inserendolo nella programmazione 2017-2019. Questo in continuità con l’impegno che da molto tempo la Fondazione sta dedicando ad iniziative volte a promuovere lo sviluppo locale, anche attraverso azioni finalizzate alla riqualificazione di infrastrutture non più utilizzate. Sono dunque particolarmente lieta che, dopo molti anni, si stia completando un intervento così importante come il recupero del sedime della ex Ferrovia nell’ambito di una operazione complessiva di valorizzazione ambientale. È questa un’azione finalizzata a migliorare la mobilità cittadina e, nel contempo, a creare nuove opportunità di sviluppo turistico. Le piste ciclabili stanno infatti diventando sempre più strategiche, il numero delle persone che ne usufruiscono è in continua crescita e, grazie al patrimonio storico-naturalistico del territorio, possiamo sostenere la realizzazione di nuovi percorsi dedicati ai ciclisti che ci consentiranno di mettere a sistema i tracciati regionali e di inserirci in circuiti nazionali e internazionali, rendendo questo territorio maggiormente fruibile in bicicletta e aumentandone nel contempo l’attrattività.

Cristina Colaiacovo  Presidente , Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia

Questa ciclovia costruita sulla ex ferrovia rappresenterà per noi un grande attrattore turistico, all’insegna della sostenibilità e di una precisa visione in tema di ambiente e recupero paesaggistico. Questo nuovo tratto accredita di fatto Gubbio tra i più significativi itinerari del cicloturismo europeo, in una modalità di viaggio e di scoperta in perenne crescita in termini di interesse e di attrattiva turistica. Si tratta di un filone che in Europa ormai si sta affermando prepotentemente: sentieri, cammini e ciclovie rappresentano e rappresenteranno per Gubbio e per tutta l’Umbria una straordinaria opportunità di promozione del territorio, che siamo sempre più chiamati a vivere in maniera integrata, tenendo insieme montagna, pianura e centri storici. Una realizzazione fondamentale, per la quale non possiamo che ringraziare Regione dell’Umbria e Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, che hanno scelto di investire su un turismo di qualità e proiettato verso un godimento a 360 gradi del nostro patrimonio paesaggistico – ambientale.

Filippo Stirati  Sindaco, Comune di Gubbio

https://www.fondazionecrpg.com/una-pista-ciclabile-sulla-ex-ferrovia-di-gubbio-e-da-dicembre-tutti-in-bici/

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LA CICLOVIA SULLA FERROVIA  PETIZIONE CON 5000 FIRME

Promossa da tre appassionati della bicicletta sulla piattaforma Change.org

II tratto da Fano a Colli al Metauro attraversa luoghi ameni ed è quasi totalmente pianeggiante

L'INIZIATIVA  -  COLLI  AL METAURO È diventata virale la nuova raccolta di firme a sostegno del progetto sulla ciclovia  dalla costa fino a Tavemelle di Colli al Metauro lungo l'ex ferrovia da Fano  a Urbino. La petizione è stata avviata sabato 20 marzo da tre appassionati della bicicletta e nel giro di nemmeno tre setti­mane ha già totalizzato circa 5.000 adesioni sulla piattafor­ma Change.org. «Vogliamo evitare che siano persi gli oltre 4 milioni già disponibili per fi­nanziare il percorso a un me­tro e mezzo dai binari», spiega Giovanni Dallago, uno dei tre premotori.

L’esplorazione diretta  Con i suoi amici  ha percorso sulla mountain bike tutta la li­nea dismessa, Fano-Urbino an­data e ritorno, per avere un quadro fedele sul suo stato. «Si attraversano luoghi bellissimi - spiega Dallago - e in gran pane pianeggianti. La penden­za media è infatti del 2 per cen­to, che tutti possono affronta­re pedalando in scioltezza, e sarebbe splendido utilizzare quei ponti e quelle gallerie per la ciclovia turistica. Il cicloturismo è un settore economico che si sta evolvendo da nicchia a fenomeno importante». La petizione ha l'appoggio dell'associazione Fiab. che già durante lo scorso inverno aveva av­viato un’analoga iniziativa on line.

«La pista lungo la tratta di­smessa - afferma il presidente Gianaldo Collina - avrebbe il tracciato più agevole per tutte le categorie di ciclisti, permet­terebbe spostamenti di andata e ritorno, sarebbe alla giusta distanza dalle strade, anche vi­cinali, dove invece l'attuale giunta regionale vorrebbe far passare la cosiddetta ciclovia del Metauro. Per inciso, c'è an­che il rischio di tornare sulla Flaminia, a Ponte degli .Alberi e a Sterpeti, e di trovare impor­tanti livelli di asperità. Un valo­re aggiunto della ciclovia lun­go la tratta dismessa sarebbe il suo futuro arrivo a Urbino. Non demordiamo, confidiamo che la Regione torni sui suoi passi». Il link della petizione è change.org CicloFanoUrbino.  Osvaldo Scatassi

Da: Corriere Adriatico del 10/4/2021

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"LA REGIONE SBLOCCHI IL PROGETTO DELLA CICLABILE FANO-URBINO"

"Le ciclovie non sono nate per gite domenicali, né per il solo svago estemporaneo di qualche appassionato: sono percorsi ben definiti dalla legge e meritano la giusta dignità: la Regione sblocchi il progetto della ciclabile Fano Urbino". Lo dice Enrico Tosi, coordinatore regionale della Fiab, federazione italiana ambiente e bicicletta, sezione di Fano. Tosi ripercorre l’evoluzione delle vie sin dall’antica Roma, come faceva con i suoi alunni, da docente di Latino, spiegando come anche la bici, dopo le carrozze e le vetture, si sia meritata la sua collocazione nelle vie di comunicazione. Una posizione che, sostiene Tosi, altrove è stata recepita e valorizzata: "In Toscana – precisa -, la giunta regionale ha appena approntato un protocollo d’intesa con gli enti locali, per realizzare nella parte toscana della Fano Grosseto un percorso ciclopedonale, che utilizza anche una parte dell’ex ferrovia dell’Appennino centrale, per progettare, realizzare e promuovere un grande itinerario ecologico, capace di attrarre cicloturisti e camminatori di tutta Europa. Purtroppo, la Giunta regionale delle Marche ha bloccato la parte adriatica della Fano Grosseto che, da Tavernelle a Fano, prevede l’utilizzo di una fascia di terreno a 1,5 metri dai binari, lungo la dismessa ferrovia metaurense".

https://www.ilrestodelcarlino.it/pesaro/cronaca/la-regione-sblocchi-il-progetto-della-ciclabile-fano-urbino-1.6229295

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UNA DOPPIA FERROVIA PARALLELA ALLA E78: L’IDEA DI DUE FERMIGNANESI PIACE A TUTTI

II progetto di Lorenzo e Francesca Indio ha conquistato Regione e RFI: ora sarà vagliato da Ministero e Anas

URBINO Una linea ferroviaria che collega Fano a Grosseto af­fiancata alla E78: il progetto di due fermignanesi piace alla Re­gione e alla RFI.  Si chiamano Lorenzo e Francesca Indio. Fra­tello e sorella, architetti residen­ti a Fermignano. Giorni fa han­no bussato alla porta deli'assessore regionale Francesco Baldelli con l'intermediazione del consigliere Giorgio Cancellieri («sono orgoglioso di questi due giovani concittadini») presen­tandogli un "progetto ambizio­so, innovativo e sostenibile" per l'intera superstrada Fano - Grosseto.

Minor consumo e impatto - Nessuno finora aveva puntato su risvolti fattibili e positivi tanto importanti: la mobilità su più fronti territoriali del centro Ita­lia, l'esplosione economica di si­ti alquanto isolati dal punto di vista infrastrutturale e, final­mente, la valorizzazione tangi­bile delle eccellenze artigianali e turistiche di Urbino ed entro­terra. Il progetto ha ottenuto l’entusiasmo dell'assessore Baldelli, un colloquio sulla realizza­bilità, in video conferenza, cona lti funzionari di RFI che hanno dato un parere tecnico favore­vole e, infine, lo stesso progetto sta entrando nelle stanze roma­ne del Ministero delle Infra­strutture e del Commissario Massimo Simonini, ammini­stratoe delegato e direttore ge­nerale di Anas. Stiamo parlan­do del collegamento fra il Mar Tirreno e il Mar Adriatico pas­sando per Marche, Umbria e Toscana. «Un progetto - sottoli­nea Francesca - che collega le 3 regioni e la Romagna, territori che vantano una popolazione complessiva di più 7 milioni di abitanti e una presenza turisti­ca che copre il 20% del totale italiano. Il tracciato collegherebbe i maggiori porti tirrenici e adria­tici, che vantano importanti flussi sia per il trasporto merci che passeggeri, tanto da essere stato inserito all'interno dell'iti­nerario europeo Ten-T” poi­ché parte fondamentale del cor­ridoio Spagna - Balcani».

Add­entriamoci nel progetto. «Esi­ste allo stato attuale un collega­mento stradale E78 Fano - Gros­seto, in buona parte già realizza­to al quale prevediamo l'affiancamento di una linea Ferrovia­ria a doppio binario - ci rimarca Lorenzo - Le ragioni partono da una consapevolezza, tipica del­la nostra generazione, la soste­nibilità. La nuova linea ferrovia­ria, da noi pensata, andrebbe a posizionarsi infatti sulla fascia di rispetto presente e già vincolata di 40m per lato della E78. Questo ci darebbe l'opportunità di avere un minor consumo di suolo oltre che un minor im­patto sia acustico che ambienta­le -. A dimostrazione che lo sguardo sul collegamento ferro­viarie è il futuro, la regione Um­bria sta riattivando e potenzian­do la linea Temi - Sansepolcro per poi collegarsi ad Arezzo. «Il risvolto locale, che porterebbe il nuovo collegamento ferrovia­rio Fano - Arezzo sarebbe l'ab­bandono all'Isolamento che il nostro territorio è costretto ad avere e che ne troverebbe enor­me giovamento - insiste Lorenzo - La nostra vallata è caratte­rizzata da una mancanza evi­dente di collegamenti con le principali arterie nazionali».

Via libera al cicloturismo - «La nuova linea ferroviaria - conclude Francesca - andrebbe a liberare inoltre il vecchio trac­ciato ferroviario che si preste­rebbe così a molteplici utilizzi, uno fra i quali la sua conversio­ne in pista ciclabile che andreb­be, a nostro parere, ad imple­mentare il cicloturismo e a riat­tivare tutti i nostri piccoli centri urbani lungo essa dislocati». Eugenio Gulini

Da: Corriere Adriatico del 12/4/2021

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BIANCANI: «PRONTI A SOSTENERE LA FERROVIA LUNGO LA E78»

Anche ai dem piace l'idea dei due architetti fermignanesi «Il tracciato è quello giusto»

IL PROGETTO

FERMIGNANO «Condivido appieno la soluzione proposta dai due giovani architetti di Fermignano (Lorenzo e Francesca Indi) che fa riferimento all'ipotetica ma fattibile e realizzabile modernissima ferrovia commerciale lungo la E78. Se la Regione la sposerà e spingerà per le risorse, noi (il Pd ndr) non «ci tireremo indietro». Ad Andrea Biancani,  consigliere regionale del Pd, gli si sono illuminati gli occhi. «Perchè se e quando RFI - continua il consigliere - dovesse riattivare un treno commerciale non lo farà mai nel tracciato della Fano/Urbino. Troppe intersezioni con le strade pubbliche e private, in totale 97, e troppo vicino a migliaia di case costruite negli ultimi 40 anni». Quindi sì al progetto della doppia ferrovia parallela alla E78 ma, allo stesso tempo, ancor più sì al percorso ciclopedonale lungo l'ex ferrovia, a 1,5 metri dalle rotaie, compatibile con il treno turistico. «Certo sono due progetti che si sostengono a vicenda. Dopo esserci confrontati con i comuni, dopo aver condiviso un progetto, dopo aver trovato le risorse, dopo aver fatto un progetto e aver ottenuto le autorizzazioni necessarie è bene procedere». Ma facciamo un passo indietro: la linea ferroviaria che collega Fano a Grosseto affiancata alla superstrada. «A me la proposta di questo studio mi sembra molto interessante. Vola alto. E' ambiziosa. Potremmo puntarci tutti assieme in futuro perchè è un piano che potrebbe rivoluzionare la mobilità in un territorio che a livello infrastrutturale ha difficoltà tangibili. Non sarà semplice portarla avanti ma, ripeto, dobbiamo puntarci! Questo è il futuro! Se ci saranno le condizioni occorre pensarla come i due giovani progettisti! Avanti più velocemente possibile su questa opportunità, tutti assieme come una forza potente perchè questo progetto ha un senso! Se la Regione lo sposa noi (Pd ndr) la seguiamo con una rinnovata collaborazione Mettiamoci - conclude Biancani - attorno ad un tavola siamo già pronti a sostenerla e a proseguire l'iter».  e.gul.

Da: Corriere Adriatico del 13/4/2021

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PRONTI A COLLABORARE PER LA GUINZA «LA GALLERIA DEVE ESSERE REALIZZATA»

Il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani: «Ciò vale anche dal punto di vista finanziario»

LE INFRASTRUTTURE - URBINO In questi tempi si parla dell’entroterra della provincia di Pesaro Urbino, del suo sviluppo e della sue infrastrutture compresa la Fano-Grosseto e la ferrovia vecchia (Fano-Urbino) e nuova (parallela alla E78) compresa la ciclovia Fano-Urbino con tutti i prolungamenti e le diramazioni. Tiene banco l’idea-progetto della ferrovia a due binari lungo la E78 dei giovani architetti di Fermignano, Lorenzo e Francesca Indio.

Il precedente - Ad onore di cronaca dobbiamo però evidenziare che l’8 maggio 2010 l’allora presidente della Provincia Matteo Ricci, inviava una missiva ufficiale, protocollata a Roma nelle sedi preposte il 19 maggio dello stesso anno, in cui richiedeva al Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, Dipartimento per le Infrastrutture, gli Affari Generali ed il Personale e per conoscenza all’Amministratore Delegato (Carlo De Vito) di FS Sistemi Urbani srl e al Presidente della Giunta Regione Marche, Gian Mario Spacca «l’introduzione nel Piano Territoriale di Coordinamento, in via di redazione, la previsione di una linea ferroviaria ex-novo che da Fano congiunga Urbino e Arezzo con diramazione verso Pergola-Fabriano-Roma. «L'infrastruttura potrebbe trovare posto nella fascia di rispetto della SGC Grosseto-Fano in parte già realizzata». Tutto questo contemporaneamente alla richiesta «che riprenda l’iter di dismissione della linea ferroviaria, sospesa dal 2005, e venga assegnata a questa Amministrazione Provinciale - continuava Ricci - l’area di sedime della linea ferroviaria Fano-Urbino con tutti gli annessi e connessi, nella forma giuridica che si riterrà più opportuna, al fine di realizzare l’asse portante della rete di piste ciclabili della Provincia».

Dopo più di una decade di tempo si è ancora appiedati in tutti i sensi ma torna vigorosamente alla ribalta quella proposta che trova nell'assessore regionale umbro Enrico Melasecche un forte sostenitore del completamento della E78 (infrastruttura, di recente, commissariata dal Governo) questione cara anche al Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani  «Sono molto interessato a che si realizzi dopo anni e anni la Galleria della Guinza - ha recentemente rimarcato - Se mi chiedono di dare una mano anche economica lo farò perchè in Italia finora si è guardato troppo ai collegamenti nord-sud e poco ai collegamenti est-ovest». C’è anche un ex funzionario pubblico, Michele Felici di Urbino, che entra a piedi uniti sulla discussione ricordando «ai simpatici governanti di ieri e di oggi che esiste già un progetto di linea ferroviaria che da Roma giunge a Venezia passando da Assisi, Urbino e Rimini.

Il progetto  «Questo progetto, in sintonia con il Piano Generale dei Trasporti è incluso in quello Europeo ad Alta Velocità e, senza tanto cianciare, è possibile riportarlo su qualche mappa affinché siano inseriti negli strumenti urbanistici dei Comuni interessati ed è possibile valutare i costi per chiederne il finanziamento». Insomma sulla mobilità territoriale e strutturale i toni cominciano ad alzarsi con la speranza che qualcosa prenda, finalmente, il percorso giusto e senza più incompiutezze.   Eugenio Gulini

Da: Corriere Adriatico del 14/4/2021

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CANCELLERI STUDIA LA FERROVIA E78

Binari paralleli alla strada, l’idea dei tecnici fermignanesi Francesca e Lorenzo Indio piace a tutti Il video-rendering di presentazione visionato dal sottosegretario al Ministero delle Infrastrutture

IL PROGETTO  - URBINO Piace la proposta di Fran­cesca e Lorenzo Indio di posizio­nare una nuova e modernissi­ma linea ferroviaria alta E78 che vada, cosi come il traccialo stra­dale, a coprire, infrastruttural­mente tre regioni - Marche. Um­bria e Toscana - senza ricorrere chissà a quali opere di sbanca­mento c devastazione ambienta­le (si sfrutterebbero i 40 metri già vincolati della superstrada). Un’idea bellissima ormai segui­ta da circa un mese anche da Giovanni Carlo Cancellai sotto­segretario di Stato al Ministero delle infrastrutture e della mobi­lità sostenibili nel Governo Dra­ghi. il quale ha voluto che i due giovani Ideatori fermignanesi gli inviassero il video dell'intero progetto.

«Effetto riequilibratore»   Nel dibattito entra anche Roberto Borgiani, direttore Confesercenti Marche: «Lo sforzo progettuale è apprezzabile e i collegamenti est - ovest molto impor­tanti. In più la proposta dei due giovani riequilibrerebbe i flussi persi nei nostri territori con la Quadrilatero». Francesco Baldelli, assessore regionale con deleghe ai lavori pubblici, governo del territorio, viabilità, politiche per  la  montagna e le aree interne, infrastrutture, sul progetto di affiancamento ferroviario alla E78 è stato chiaro: «Sono entusiasta che ci siano idee progettuali e sono disponibile a tenerle in considerazione. Se in futuro avremo le possibilità economiche questa proposta sarà meritevole di discussione per la mobilità del futuro».

Gli aspetti fondamentali del progetto sono molteplici per ciò che riguarda la tanto discussa "mobilità territoriale Adriatico - Tirreno e viceversa" in una zona che non ha assolutamente collegamenti funzionali se non l’incompiutezza della Superstrada Fano - Grosseto che ormai sta diventando, ogni giorno di più. "la barzelletta" d'Italia ma che potrebbe (il condizionale è d'obbligo) ripartire con i fondi dell'Europa e del cosiddetto Recovery Plan. In ordine di importanza. i due giovani architetti, hanno indicato con estrema decisione gli aspetti basilari: «Innanzitutto il fascino dell’allacciamento tra tre regioni ricchissime di rapporti turistico/economici, la razionalità geometrica del tracciato che non andrebbe ad impattare il territorio, l'efficienza economica conseguenza, dunque, della razionalità geometrica, la valenza culturale del tracciato e la valenza nazionale della linea per, come detto più volte, un riequilibrio della mobilità dell'Italia centrale».

Ora il vuoto infrastrutturale  «Ancora - continuano - la creazione di una rete a raggiera che da Arezzo sosterrà tutta la rete ferroviaria di collegamento veloce con il Sud e Nord Italia e viceversa- a riempire un vuoto infrastrutturale in cui la ferrovia è assente e - la creazione di nuove occasioni di sviluppo, di crescita e di rinascita dell'imprenditorialità. Un salto di qualità negli interscambi ferrovia, strade, porti, aeroporti in un sistema perfettamente integrato e, infine, occasioni di aggregazione sociale in cui tutti ne potranno trarre solo vantaggi».  Eugenio Gulini

Da: Corriere Adriatico del 17/4/2021

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IPOTESI NUOVA FERROVIA LUNGO LA E78, COMITATO CICLOVIA DEL METAURO​​​​​​​: "SCEGLIERE TRA OCCASIONI E IMMOBILISMO E DEGRADO"

19/04/2021 - L’ipotesi di una nuova ferrovia lungo la E78, tra l’altro condivisa da amministratori della Toscana e dell’Umbria, apre scenari interessanti. Il fatto che sia caldeggiata da un profondo conoscitore della valle del Metauro, ora consigliere della maggioranza che governa la Regione Marche, può significare due cose: il superamento dell’idea di una metropolitana lungo l’ex ferrovia Fano Urbino, del resto già esclusa da altri esponenti della stessa parte politica; il via libera alla valorizzazione sociale, culturale ed economica di questo bene collettivo abbandonato da decenni.

Una visione più pragmatica potrebbe finalmente porre fine ad un dibattito infinito e a sterili contrapposizioni; infatti, ormai dovrebbe essere chiaro a tutti che è necessario progettare da zero il riutilizzo del sedime dell’ex ferrovia tenendo conto di qualsiasi opzione, compreso un mezzo di collegamento collettivo tra i vari nuclei abitati.

Probabilmente in nessuna parte d’Italia esiste un corridoio di 50 km abbandonato e sostanzialmente ininterrotto tra costa ed entroterra; il suo razionale utilizzo avrebbe un impatto enorme sul territorio, con vantaggi per la sicurezza, l’economia e la qualità della vita; gli stessi eventi ne stanno suggerendo alcune funzioni, per esempio come percorso pedonale interquartieri, ciclovia turistica, parco pubblico ma soprattutto come dorsale tecnologica, conveniente anche per la proprietà (RFI) che da un bene immobile improduttivo che pesa sui suoi bilanci potrebbe ricavare reddito grazie alle servitù di passaggio.

Infatti, proprio in queste settimane Terna spa sta individuando il percorso di un cavidotto a corrente continua; il tracciato ideale è lungo i binari abbandonati ma informazioni incomplete e inesatte potrebbero portare alla sua esclusione provocando danni economici, lungaggini burocratiche e fastidi per i cittadini. La stessa cosa è già capitata ad operatori della fibra ottica scappati via perché male informati sulla realtà dei fatti. Servono quindi scelte coraggiose perché, per qualsiasi intervento, è indispensabile la piena disponibilità del tracciato.

Sarebbe quindi opportuno che i decisori pubblici e privati parlassero tra di loro con dati certi, informazioni affidabili e spirito costruttivo perché c’è la possibilità di riprogettare il futuro di un intero territorio e renderlo più competitivo a tutti i livelli.

In sostanza, bisogna scegliere: cogliere importanti occasioni di sviluppo o perpetuare immobilismo e degrado?

https://www.viverefano.com/2021/04/20/ipotesi-nuova-ferrovia-lungo-la-e78-comitato-ciclovia-del-metauro-scegliere-tra-occasioni-e-immobilismo-e-degrado/944378

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FERROVIA METAURENSE E COMUNI DI VALLATA: BINARI PARALLELI (OVVERO... CHE NON SI INCONTRANO). DALL’AMMINISTRAZIONE DI COLLI AL METAURO UN APPELLO ALLA RAGIONEVOLEZZA DELLE OPINIONI

Pubblicata il 20/04/2021

Il dibattito degli ultimi giorni sul possibile spostamento del tracciato della ciclovia metaurense (il cui progetto di fattibilità tecnica economica era stato presentato nell’estate 2020 proprio a Calcinelli dall’ex presidente regionale Ceriscioli) per lasciar spazio sufficiente ad una ipotesi di riapertura non solo a fini turistici della vecchia ferrovia Fano-Urbino (chiusa dal 1986) non ha mancato di coinvolgere anche tanti cittadini di Colli al Metauro, centro tra i più importanti dell’asse viario vallivo. Purtroppo, come spesso accade, le voci si sono accavallate a tal punto da far perdere la dimensione e la realtà delle cose e l’Amministrazione intende far chiarezza: “Siamo stati convocati in Regione – chiarisce il vicesindaco f.f. Giuliani – dall’Assessore Regionale Baldelli per essere resi partecipi della notizia che RFI (la società che gestisce gran parte delle ferrovie italiane) intende investire 1 MLN € per uno Studio di Fattibilità Tecnica Economica teso a verificare la possibilità di riapertura della ferrovia metaurese (e successivo collegamento del tratto da Fabriano alla Romagna via Urbino) quale alternativa di collegamento dell’area Marche nord in direzione Roma alla classica “Falconara-Orte”. Di qui la necessità della Regione di verificare con i Comuni interessati le alternative su viabilità locale esistente da apportare al tracciato della ciclovia già definito”.

All’incontro erano presenti anche l’Assessore Briganti e il Consigliere Tadei: “In questi giorni ne abbiamo sentite di tutti i colori – continua Giuliani -  finanche a ipotesi di chissà quali ruoli decisionali che il nostro Comune (o gli altri della vallata) possano avere nella scelta di RFI di riaprire questa ferrovia o anche solo di effettuare studi in merito. Da parte nostra abbiamo semplicemente preso atto della informativa che – correttamente – l’Assessore Baldelli ci ha comunicato, manifestando a lui e al suo staff tecnico la principale nostra preoccupazione, e cioè che gli approfondimenti sulle ipotesi di tracciato alternativo non pregiudicassero comunque l’inizio dei lavori di realizzazione della ciclovia entro il fine 2021 e la conseguente piena operatività del finanziamento europeo già concesso alla Regione. Ottenuta rassicurazione su questo aspetto, abbiamo dato la nostra massima disponibilità istituzionale alla soluzione delle problematiche locali, che riteniamo di conoscere certamente meglio di un qualsiasi progettista non residente qui”.

L’Amministrazione comunale che tipo di contributo ha potuto dare? “Abbiamo proposto alla Regione un percorso alternativo per la ciclovia, vincoli tecnici permettendo, il più possibile parallelo e in prossimità del sedime ferroviario – interviene l’Assessore Briganti - perchè riteniamo che così il percorso possa essere maggiormente fruibile, anche e soprattutto in un'ottica di mobilità sostenibile all'interno del Comune.

Che idea ha l’Amministrazione sulle diverse ipotesi che son state fatte negli ultimi giorni, ivi compresa quella di un possibile tracciato  nel corridoio vallivo identificato dalla fascia di rispetto della superstrada Fano-Grosseto?

Come maggioranza ci siamo confrontati più volte su questo argomento, e quello del tracciato suddetto costituisce una ipotesi progettuale che certamente – secondo noi – presenta più lati positivi di quello del ripristino della vecchia Fano-Urbino visti i numerosi attraversamenti stradali dell'attuale tracciato e la volontà di RFI di eliminare gli attraversamenti a raso (cd.” passaggi a livello”) dalle nuove realizzazioni.

Inoltre un intervento del genere, ex novo – continua Briganti – permetterebbe alla nuova tratta ferroviaria di divenire un efficace collegamento tra la costa e l'entroterra, con un'apertura evidente a collegamenti interregionali, consentendo di destinare l'attuale tracciato della Fano-Urbino ad uso esclusivo della pista ciclopedonale – vera e propria colonna vertebrale del nostro Comune – volàno ineguagliabile per una nuova forma di mobilità interna e sviluppo turistico.

Ma al di là di tutte le considerazioni tecniche, l'aspetto di maggior valenza e di cauta soddisfazione è che finalmente questa vallata, troppo a lungo rimasta ai margini degli interessi regionali, pare possa  divenire oggetto di importanti investimenti infrastrutturali e che questi possano costituire un rilancio in termini di viabilità, servizi, visibilità e attrattività dei territori.

Al di la’  delle singole opinioni di ciascuno, ci sembra essenziale ribadire un concetto fondamentale – chiude Giuliani -  come Amministratori, di fronte alla mutata situazione illustrataci dalla Regione abbiamo il dovere di preservare tutte le soluzione future se tecnicamente possibili, anche quelle che potrebbero non piacerci e lo dobbiamo fare per questioni deontologiche, tecniche e di correttezza amministrativa”

https://www.comune.collialmetauro.pu.it/c041069/po/mostra_news.php?id=619&area=H

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"RIATTIVAZIONE DELLA FANO-URBINO? DEVASTANTE PER CALCINELLI E NON SOLO"
ALTOLÀ DEL SINDACO DELL’EX COMUNE DI SALTARA, UGUCCIONI: "SAREBBE UNA BARRIERA A DUE PASSI DALLE CASE"

 "No assoluto alla riapertura della ferrovia Fano-Urbino, perché avrebbe un impatto devastante per gli oltre 5mila abitanti di Calcinelli e per molte imprese locali". E’ perentorio Claudio Uguccioni, sindaco dell’ex comune di Saltara dal ’90 al 2004 e poi dal 2014 fino al 31 dicembre 2016, quando ci fu la fusione che diede vita a Colli al Metauro.

Uguccioni, perché torna a farsi sentire dopo un lungo silenzio? "Il mio ‘silenzio’ non è certo dipeso dal disinteresse sulle scelte dell’attuale maggioranza di Colli al Metauro, ma dal fatto che un ex sindaco deve cercare di evitare giudizi su chi viene dopo di lui. Le notizie sulla possibile riapertura della linea ferroviaria Fano-Urbino m’impongono, però, di esternare le mie forti preoccupazioni".

Ci dica. "L’assessore regionale Baldelli ha affermato che è stata presentata una richiesta di finanziamento tramite il Recovery Fund per la sua riattivazione che, da quanto mi risulta, ammonta a 140milioni di euro e prevede anche l’elettrificazione della linea. L’assessore ha anche parlato di un incontro a Roma con l’Ad di Ferrovie dove si è discusso del tema. La questione è dunque uscita da un dibattito generico tra appassionati della ferrovia o della ciclabile e rischia di avviarsi verso una strada ben precisa: la riapertura di una linea ferroviaria vera e propria".

E perché ciò la preoccupa?  "Perché anche se mi rimane difficile capire la logica di investire 140milioni nella riattivazione di una linea che qualche decennio fa era famosa per i vagoni vuoti, temo fortemente l’impatto che una riapertura avrebbe su alcuni centri della vallata e in particolare su Calcinelli".

Qual è il motivo?  "Il paese dove sono nato (Calcinelli, ndr) ha una caratteristica tutta sua: la ferrovia non è posta ai margini dell’abitato come nella maggior parte degli altri agglomerati lungo il Metauro, ma l’attraversa; e riattivarla significherebbe creare di nuovo una vera barriera. Non solo, la brevissima distanza che separa la Flaminia della ferrovia, poche decine di metri, impedirebbe anche di realizzare sottopassi o cavalcavia in grado di evitare il blocco del traffico veicolare al transito dei treni. Insomma, ci troveremo di nuovo con i passaggi a livello chiusi, con tutto quello che ne consegue. In più i treni passerebbero a pochissimi metri dalle case. Mi aspettavo una presa di posizione decisa da parte dell’amministrazione di Colli al Metauro e invece…".

Invece? "Sembra che ci sia addirittura una disponibilità alla realizzazione del progetto. E allora, vorrei ricordare al sindaco facente funzione che il compito principale di un amministratore pubblico è garantire la vivibilità dei centri dove risiedono le persone che rappresenta. E che in questo caso, la vivibilità può essere garantita solo dicendo un secco ‘no’ a qualsiasi ipotesi di riapertura della ferrovia, che sarebbe un’autentica tragedia per Calcinelli. Non capirlo significa non conoscere i problemi del proprio comune".  Sandro Franceschetti

https://www.ilrestodelcarlino.it/pesaro/cronaca/riattivazione-della-fano-urbino-devastante-per-calcinelli-e-non-solo-1.6267177

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FRATELLI D'ITALIA FANO: "LA CICLOVIA DEL METAURO SI FARÀ, DAL PD SOLO CHILOMETRI DI PAROLE E ZERO METRI DI PISTA"

9 maggio 2021 di Andrea Montalbini, membro del direttivo di Fratelli d'Italia Fano 

Dopo la chiusura della Regione Marche della Conferenza dei Servizi, bloccata sui due pareri negativi del Ministero su una questione autostradale e su una questione di un errato esproprio a Rete Ferroviaria Italiana relativi ad alcuni aspetti dello studio di fattibilità, si prospetta finalmente una svolta positiva per la ciclovia del Metauro, con un nuovo progetto e un iter accelerato per un’opera di cui si parla troppo e si fa poco da ben quattro anni.

Se, da un lato, si chiude una conferenza, dall’altro si apre una speranza concreta: quella di vedere realizzata, nei fatti e non a parole, una infrastruttura destinata a “muovere” il nostro territorio dall’immobilismo in cui il PD, collezionista di promesse non mantenute, ritardi e inefficienze, ha condannato per anni.

“La ciclovia del Metauro si farà – sottolinea Andrea Montalbini, membro del Direttivo di Fratelli d'Italia di Fano  - e sarà più lunga, sicura e coerente con la visione complessiva delle infrastrutture che la Giunta Acquaroli ha avviato fin dal suo insediamento, una visione finalizzata a far uscire in fretta le Marche dall’isolamento puntando sull’interconnessione e l’intermodalità, realizzando una straordinaria cerniera di collegamenti verso il Centro Italia, il Nord e il Sud del Paese e tra la costa e i territori interni”.  L’immobilismo sulla ciclovia del Metauro è un’eredità pesante targata PD che ricade su cittadini e operatori economici della provincia e non solo, i quali fin dal lontano 2017 avevano intravisto nella infrastruttura uno straordinario volano di sviluppo turistico, ma sino ad oggi, ha prodotto solo chilometri di parole del PD e zero metri di pista. Ma oggi il cambio di passo della Giunta Acquaroli s’è fatto sentire forte sull’opera, grazie ad una iniziativa che evita di arricchire l’elenco delle incompiute targate PD, e che, non solo sbloccherà l’attuale situazione di stallo, ma migliorerà un tracciato che, nella sua versione originaria, conteneva criticità a cui nessuno ha saputo dare risposte rapide e adeguate: basti pensare, tra le altre, il passaggio in ben tre zone industriali e la costruzione di un muro da fare impallidire l’antica “Muraglia cinese”.

Il nuovo progetto, che sarà presentato entro luglio, comprenderà un tracciato di grande valore, grazie anche al prolungamento del percorso fino a Fossombrone, l’attraversamento del parco delle Cesane, fino a giungere a Urbino, da cui poi, d’accordo con la Regione Umbria, si proseguirà verso la Gola del Furlo, Acqualagna, Cagli e Cantiano, ultimo lembo di territorio marchigiano ai piedi dell’Appennino. Si apre così lo splendido capitolo della ciclovia del Metauro, grazie al quale si potrà garantire al nostro sistema infrastrutturale quel salto di qualità necessario ad una visione moderna e concreta della mobilità “leggera”, intermodale e interconnessa anche con i circuiti nazionali ed europei dedicati agli appassionati delle due ruote. Il progetto è stato sbloccato dalla Giunta Acquaroli e dalla concretezza dell'assessore Baldelli per iniziare a far circolare le bici e non le polemiche pretestuose di chi ha difficoltà a esercitare la buona politica attraverso l’evidenza e la concretezza dei fatti. Purtroppo dopo anni ed anni il Partito Democratico sembra risvegliarsi da un immobilismo infrastrutturale che ha bloccato lo sviluppo di Fano e di tutta la Vallata del Metauro. I recenti attacchi alla Giunta Acquaroli ed all'Assessore Regionale Baldelli non fanno che certificare il nervosismo del PD e le resistenze della sinistra fanese alla rinascita del nostro territorio.

https://primocomunicazione.it/articoli/politica/fratelli-ditalia-fano-la-ciclovia-del-metauro-si-fara-dal-pd-solo-chilometri-di-parole-e-zero-metri-di-pista

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CICLOVIA DEL METAURO | FANESI ALZA LA VOCE: ' SE LA REGIONE NON TORNA INDIETRO | IL PROGETTO LO REALIZZIAMO DA SOLI'

10/5/2021 FANO - Non hanno alcuna intenzione di abbandonare il loro obiettivo, nonostante che la Regione, dopo il parere negativo espresso dalla Conferenza di Servizi, abbia abbandonato definitivamente il ..

https://www.zazoom.it/2021-05-10/ciclovia-del-metauro-fanesi-alza-la-voce-se-la-regione-non-torna-indietro-il-progetto-lo-realizziamo-da-soli/8678052/

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BIANCANI DIFENDE LA CICLABILE METRO PER METRO
MANIFESTAZIONE A CUCCURANO CON IL CONSIGLIERE REGIONALE DEL PD CHE HA IDEATO UN PERCORSO LUNGO LA FERROVIA FANO-URBINO

10/5/2021  Carovana lungo i binari e petizione popolare, per realizzare la pista ciclabile Fano-Urbino. Pomo della discordia, il progetto della ciclovia, già approvato e finanziato dalla giunta Ceriscioli, per la realizzazione della ciclovia turistica, lungo la tratta ferroviaria dismessa Fano-Urbino, a cinque metri di distanza dai binari. Progetto bocciato dall’attuale giunta di centrodestra, guidata da Francesco Acquaroli. La manifestazione, che si è tenuta ieri pomeriggio alla stazione di Cuccurano, è stata accolta da decine di ciclisti e da molti residenti.

https://www.ilrestodelcarlino.it/pesaro/cronaca/biancani-difende-la-ciclabile-metro-per-metro-1.6343522

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CICLOVIA DEL METAURO, "FINALMENTE SBLOCCATO L’ITER". RUGGERI E MAZZANTI (M5S): "PERCORSO IMPORTANTE FINO A FOSSOMBRONE, RISORSE MESSE IN SICUREZZA"

Fano 11/05/2021 - «Finalmente la ciclovia del Metauro è stata sottratta all’impasse burocratica della precedente giunta regionale e si lavora in modo concreto per realizzarla, mettendo in sicurezza, questa volta sì, i 4 milioni e mezzo del Fondo Sviluppo e Coesione». I fanesi Marta Ruggeri e Tommaso Mazzanti, per M5s rispettivamente capogruppo in consiglio regionale e capogruppo in consiglio comunale, intervengono sul dibattito riguardante il progetto di mobilità leggera che coinvolge un ampio settore della vallata metaurense.

«Ora si lavora a un percorso – afferma Ruggeri – che crei condizioni di sicurezza per ciclisti e pedoni, che al tempo stesso si colleghi ai luoghi più attrattivi e di conseguenza valorizzi l’offerta turistica di un intero territorio. La Regione ha affidato l’incarico per il progetto definitivo e adesso si procede spediti verso un percorso più importante rispetto al precedente, arrivando da Fano a Fossombrone invece che fermarsi a Tavernelle di Colli al Metauro come prevedeva la soluzione della giunta Ceriscioli. La ciclovia non corre più il rischio di arenarsi, il precedente progetto era infatti in un vicolo cieco, e lo sblocco permette di salvare il finanziamento».

Aggiunge Mazzanti: «La conferenza dei servizi ha bocciato il progetto precedente, recependo i pareri negativi del Ministero che ne evidenziavano delle carenze, fino al punto di esortare Società Autostrade ad adire le vie legali per un’interferenza fra l’originaria versione della ciclovia e le opere compensative dell’A14, nella zona del Codma. Non era questione di bazzecole, in sette mesi la giunta Ceriscioli non è riuscita a trovare il bandolo della matassa e tuttora quei pareri non sono stati superati. Quel progetto risentiva di pregiudizi ideologici e interessi di parte, perdendo di vista la concreta fattibilità dell’opera. Ora, invece, si va finalmente verso un sistema di mobilità integrata e intermodale, come insegnano le migliori esperienze in Europa e nel nostro Paese, a beneficio della mobilità sostenibile e del turismo».

https://www.viverefano.com/2021/05/12/ciclovia-del-metauro-finalmente-sbloccato-liter-ruggeri-e-mazzanti-m5s-percorso-importante-fino-a-fossombrone-risorse-messe-in-sicurezza/957203/

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SERFILIPPI E CANCELLIERI (LEGA): “SULLA CICLOVIA FANO-URBINO DA BIANCANI E DAL PD SOLO FAKE NEWS”

Di  Redazione Flaminia  11 Maggio 2021 

La prontezza di intervento della giunta di centrodestra con un nuovo progetto di ciclovia ha impedito alla Regione di perdere i fondi destinati a quello originale bocciato da pareri negativi

“Perché il consigliere Pd Andrea Biancani spende energie per diffondere fake news sulla ciclovia Fano-Urbino? Le usi per spiegarci perché quando era in maggioranza in Regione ha dato priorità a quella del Foglia e perché ostacola in ogni modo la riattivazione della ferrovia omonima. Biancani non continui a raccontare falsità parlando di progetti mancati, pareri pretestuosi e milioni persi: solo la prontezza di intervento della giunta di centrodestra nel rispondere con un nuovo progetto ha impedito alla regione di perdere i fondi destinati a quello originale predisposto dal Pd e bocciato da due pareri negativi. Grazie a noi, a pochi mesi dal nostro insediamento avremo una ciclovia metaurense che collegherà Fano a Fossombrone, a cui investiremo maggiori risorse, mentre anni di governo di Biancani e Pd ci lasciano solo fumo e dubbi su quale fosse l’arrosto sotteso a certe scelte”. Così i consiglieri regionali Luca Serfilippi e Giorgia Cancellieri della Lega rispondendo alle critiche del consigliere Biancani del Pd che accusa la Regione di aver mancato pretestuosamente gli impegni sulla ciclovia Fano-Urbino. “Il progetto verrà condiviso con le amministrazioni comunali, che potrebbero veder realizzate bicipolitane a costo zero. Una grande opportunità anche la riattivazione della ferrovia Fano-Urbino. Il Pd è ecologista a giorni alterni, si mettano d’accordo anche al loro interno visto che una parte vuole la ferrovia e una la ciclabile. La Lega è sempre stata a favore della riattivazione della ferrovia, mentre il Pd, con a capo Matteo Ricci e la sua giunta provinciale ha sempre lavorato per dismetterla e smantellarla. Se oggi avessimo avuto il progetto pronto, con il Recovery Plan avremmo potuto finanziarla e realizzarla in pochi anni- chiosano Serfilippi e Cancellieri. – Chiediamo all’assessore Baldelli di recuperare il tempo perso dal Pd, investire più risorse possibili per prolungare la ciclabile verso l’entroterra, sia verso Urbino, sia verso Cantiano. Ci attiveremo perché si possa realizzare anche un percorso naturale lungo il fiume Metauro così da incrementare il turismo TREK and Bike”.

 https://www.nonsoloflaminia.it/index.php/2021/05/11/serfilippi-e-cancellieri-lega-sulla-ciclovia-fano-urbino-da-biancani-e-dal-pd-solo-fake-news/

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FERROVIA FANO-URBINO E CICLOVIA, IL GRUPPO DI MINORANZA DI COLLI AL METAURO CHIEDE DELUCIDAZIONI SULLE COMUNICAZIONI DELLA REGIONE

Di  Redazione Flaminia  19 Maggio 2021 

Il gruppo consigliare di minoranza del Comune di Colli Al Metauro ha presentato al protocollo comunale in data 17 maggio 2021, l’interrogazione avente ad oggetto “interrogazione nuovo percorso della ciclovia turistica del Metauro” rivolta all’amministrazione comunale richiedendo di sapere se la Regione Marche ha trasmesso/comunicato il decreto del dirigente del Servizio tutela, gestione e assetto del territorio della Regione Marche n. 56 del 30 marzo 2021 al Comune di Colli al Metauro ed in caso positivo di conoscere le modalità e i tempi dell’avvenuta trasmissione e/o comunicazione. Nel consiglio comunale del 28 aprile 2021 si è infatti discussa la mozione del gruppo consigliare di minoranza che chiedeva all’amministrazione e a tutto il consiglio comunale di esprimersi contro il ripristino di una linea ferroviaria sul vecchio tracciato della linea Fano-Urbino; la maggioranza ha votato contro la citata mozione e durante il citato consiglio comunale del 28 aprile il vicesindaco facente funzioni Andrea Giuliani, dando lettura della dichiarazione di voto, ha affermato che la mozione presentata dalla minoranza era “pretestuosa”. Visto che il decreto del dirigente del Servizio tutela, gestione e assetto del territorio della Regione Marche n. 56 del 30 marzo è precedente alla data di svolgimento del consiglio comunale e visto che nel citato decreto si legge che “nell’ottica della riqualificazione della linea ferroviaria Fano Urbino (…), sia a scopo turistico che per il trasporto pubblico locale si ritiene opportuno individuare il tracciato della ciclovia, mantenendolo sempre in prossimità della ferrovia “Fano-Urbino” (…), ma ad una distanza tale da renderlo compatibile con un eventuale futuro utilizzo della ferrovia come trasporto pubblico locale” si è ritenuto di richiedere all’amministrazione comunale se il citato decreto era stato trasmesso/comunicato al comune di Colli al Metauro ed in caso positivo di conoscere le modalità e i tempi dell’avvenuta trasmissione e/o comunicazione.    Il gruppo consigliare di minoranza Vivi il Tuo Territorio

https://www.nonsoloflaminia.it/index.php/2021/05/19/ferrovia-fano-urbino-e-ciclovia-il-gruppo-di-minoranza-di-colli-al-metauro-chiede-delucidazioni-sulle-comunicazioni-della-regione/

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"MA QUALE CICLOVIA, È UN DEDALO DI STRADE"
IL COMITATO ILLUSTRA IL NUOVO PERCORSO PROPOSTO DALL’ASSESSORE BALDELLI: "UN TRACCIATO A ZIG-ZAG CHE NON STA IN PIEDI. E’ IL MOMENTO DI FERMARSI"

"Ripensateci: al di là degli annunci abbiamo ancora un anno di tempo per ragionare sulla Fano-Urbino". E’ l’appello che il comitato ciclovia del Metauro rivolge alla Regione e al presidente Francesco Acquaroli. "La vostra proposta non ha un senso giuridico, sociale e tecnico – fa notare Renzo Rovinelli, colui che insieme al consigliere regionale Andrea Biancani, ha contribuito a realizzare il percorso lungo la ferrovia – ed è l’esatto opposto di una ciclovia turistica". Non un itinerario lineare, come...

https://www.ilrestodelcarlino.it/fano/cronaca/ma-quale-ciclovia-e-un-dedalo-di-strade-1.6379453

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CICLOVIA, «PROGETTO BUTTATO AL MACERO»

Biancani chiede l'annullamento della chiusura della Conferenza dei servizi con cui è stata posta la parola fine

Ciclovia del Metauro; il vice presidente del consiglio regionale Andrea Biancani chiede l'annullamento della chiusura della Conferenza dei servizi con cui di fatto è stata posta la parola fine sul progetto della pista ciclabile lungo la ferrovia.

«La Regione - afferma Biancani - ha buttato al macero un progetto che è costato denaro pubblico, sia per gli incarichi di progettazione esterna affidati sia per il costo dei dipendenti che da quattro anni lavorano alle varie fasi. Temo che si sia creato il presupposto per un vero e proprio danno erariale. La scelta di chiudere arbitrariamente ìa Conferenza dei servizi provoca un danno alla Regione e ai Comuni, che potrebbero chiedere l’annullamento del decreto di chiusura per utilizzare -il progetto portato-avanti negli anni. Ad oggi invece i Comuni se volessero realizzare un tratto  di ciclovia nel proprio territorio sarebbero costretti a fare un nuovo progetto e riavviare gli iter burocratici necessari che richiedono anni di lavoro e altri soldi pubblici. Avevamo un progetto unitario condiviso con i Comuni pronto per essere approvato, ci ritroviamo senza progetto, con i Comuni eventualmente costretti a farne di nuovi a proprie spese e persino con l'incertezza sulla fattibilità del treno turistico: un vero capolavoro di inefficienza». Per Biancani la chiusura della Conferenza dei servizi «è un atto contrario alle norme. Se si fosse convocata l'ultima seduta si sarebbe ottenuta l'approvazione del progetto. Si è voluto far credere ai cittadini che il progetto sia stato bocciato dai vari enti coinvolti quando invece è stata la Regione stessa, per interessi politici, a decretare la chiusura negativa non convocando una nuova seduta. Si è trattato di una scelta arbitraria e senza alcun fondamento tecnico né giuridico. La legge stabilisce, infatti, che una Conferenza dei Servizi possa essere chiusa negativamente solo se gli atti di dissenso, dei vari enti, non siano superabili, ovvero se non siano risolvibili i problemi emersi. Nel caso della ciclovia del Metauro, al contrario, si è chiusa la Conferenza senza verificare la possibilità di risolvere questi problemi, tanto che l'atto parla di problemi 'non ancora superati' e non insuperabili». Proprio per chiedere alla Regione di «riesaminare, in via cautelativa e nell'interesse pubblico, l’atto di chiusura negativa della Conferenza dei servizi», Biancani ha presentato insieme agli altri consiglieri del Pd, una interrogazione. «E’ altrettanto grave - conclude Biancani - che si sia presa questa decisione senza aspettare lo studio di fattibilità sul progetto di riutilizzo della linea a fini turistici (in fase di realizzazione da parte di Rfi e per il quale è stato stanziato un milione di euro ndr), cosa che sarebbe stata comunque compatibile con la ciclovia. Il rischio così è di non avere né una pista ciclabile nel sedime, né un treno turistico, né tanto meno un treno per il trasporto pubblico». an. mar.

Da: Il Resto del carlino del 6/6/2021

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 L’assessore regionale Baldelli: "Per la ferrovia Fano-Urbino decidono Governo e Rfi"

“LA NUOVA CICLOVIA ARRIVERÀ FINO A CANTIANO”

■ Simone Giacomucci

La Regione sta progettando la realizzazione di una ciclovia del Metauro, arrivando anche alle porte del bosco delle Cesane.

Ne abbiamo parlato con l'assessore regionale Francesco Baldelli. Quando partiranno I lavori? “A luglio avremo il progetto definitivo e passeremo dalle parole ai fatti, come la giunta Acquaroli ha dimostrato di fare. Abbiamo accelerato su ogni opera 'cantierabile', ciclovia del Metauro compresa. Un'opera che quando siamo arrivati era bloccata da due pareri negativi del ministero. Nella scorsa legislatura sono state fatte tante chiacchiere ma nemmeno un metro di ciclabile. Col progetto che stiamo per cantierare, in accordo con i comuni coinvolti che stanno individuando i percorsi all’interno del proprio territorio, la ciclovia sarà più estesa, più sicura e naturalisticamente più attrattiva".

È vero che c’è un accordo con la Regione Umbria per far proseguire la nuova ciclovia anche verso l'Appennino? “Con l'Umbria lavoriamo su tutte le infrastrutture di comune interesse, dalla Fano-Grosseto alla Orte-Falconara, perché dobbiamo mettere sui tavoli nazionali la 'Questione Centro Italia’. Il nuovo progetto della ciclovia sarà al centro della prossima Conferenza dei Servizi. Un tracciato di grande valore, che supererà la previsione della passata giunta regionale, la quale aveva nascosto ai cittadini che la ciclovia non sarebbe arrivata a Urbino ma, se mai fosse stata realizzata, dopo aver attraversato le aree industriali di Bellocchi e Calcinelli, si sarebbe fermata a Colli al Metauro. Ora le cose stanno diversamente: la nuova ciclovia. dopo aver attraversato anche il comune di Cartoceto, giungerà a Fossombrone, dimenticata in precedenza, quindi ai piedi del parco regionale delle Cesane, valorizzando l'affascinante scenario delle Marmitte dei Giganti. Dal parco si potrà poi raggiungere, attraverso percorsi di trekking o per ciclisti esperti, la città ducale ovvero proseguire più comodamente, col secondo stralcio dei lavori, verso il Furlo, Acqualagna, Cagli, Cantiano e l'Umbria".

Per la ferrovia Fano-Urbino, ci sono le condizioni per ripristinarla ad uso turistico o sarebbe meglio una metropolitana veloce di superficie? "Il governo Gentiloni, nel 2017. ha inserito, con la legge 128, la dismessa linea Fano-Urbino fra le linee ferroviarie di interesse turistico nazionale, finanziandone con un milione di euro lo studio di fattibilità. Saranno Governo e Rfi a decidere se l’opera potrà essere realizzata, superando le criticità che, quale assessore, ho provveduto a segnalare a ferrovie. Tra tali criticità, la partenza da Fano che attraversa la statale Adriatica, il passaggio nel centro di Calcinelli, il passaggio a Fermignano dove è stata costruita una rotatoria sul sedime ferroviario. Se il progetto di Rfi riuscisse a superare tali criticità, la riattivazione della linea potrebbe non rappresentare più un problema per le nostre comunità, nemmeno dal punto di vista acustico, bensì una concreta occasione di sviluppo per territorio e imprese. Si deve infatti pensare alle nuove tecnologie, tra cui il treno ad idrogeno, e non più ai problemi d’impatto acustico e di traffico creati dalla vecchia littorina".

Da: Non solo Flaminia n. 13, Giugno 2021

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 “CICLABILE, LA REGIONE RIPRENDA IL VECCHIO PROGETTO”

■ Fiab Marche

La pista ciclabile prevista dalla Regione Marche nella valle del Metauro non può essere definita “ciclovia”, cioè, come dice Ln.  2/2018, un “itinerario che consenta il transito delle biciclette nelle due direzioni, dotato di diversi livelli di protezione determinati da provvedimenti o da infrastrutture che rendono la percorrenza ciclistica più agevole e sicura“. Infatti, la pista correrebbe lungo strade tortuose, trafficate, inquinate, spesso strette ma soprattutto pericolose; difficile pensare che possa interessare in particolare cicloturisti abituati a infrastrutture sicure e di grande qualità. È bene ricordare che il percorso in oggetto è parte di “Bicitaiia", la rete ciclabile nazionale che mira ad attrarre milioni di cicloturisti, soprattutto stranieri, per ora concentrati nel nord Italia dove sono state realizzate numerose ciclovie che stanno facendo la fortuna dei territori interessati. Lo stesso potrebbe avvenire con la “Ciclovia dei due mari" da Fano a Grosseto (Bicitalia n. 18) che interessa fortemente gli amministratori regionali di Toscana e Umbria, ma soprattutto l’entroterra marchigiano dove sono già sorte iniziative incentrate sul turismo in bicicletta, anche elettrica. È quindi auspicabile  che la Regione Marche riprenda in considerazione il precedente progetto, approvato anche da RFI e purtroppo accantonato, che prevede un percorso lineare, separato dal traffico e in massima parte pianeggiante lungo la ferrovia dismessa Fano Urbino. Se ciò non avvenisse, è possibile puntare su un altro progetto che sta nascendo dal basso: previo accordo con la proprietà (RFI), ridisegnare ex novo tutto il sedime dell’ex ferrovia prevedendo spazio sia per un moderno mezzo di trasporto collettivo sia per una ciclovia; usando materiale stabilizzato, i costi sarebbero compresi tra i 35.000 e i 50.000 euro al km, in questo caso con la sistemazione del verde esistente. Con una spesa modesta, ogni Comune potrebbe realizzare la parte di propria competenza. Difficile dire di no, visto che resterebbe integra la continuità del tracciato e si porrebbe fine al degrado di una infrastruttura che ora divide e non unifica il territorio, della quale Rfi ha già tentato la vendita a pezzi.

Da: Non solo Flaminia n. 13,  Giugno 2021

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Infrastrutture e territorio

Ciclovia interviene il consigliere regionale del Pd Biancani

TRENO SÌ MA A FIANCO DELLA SUPERSTRADA”

Dino Sabatini

 "Se gli abitanti della valle del Metauro non sapevano con chi arrabbiarsi per 34 anni di incuria nella dismessa tratta Fano-Urbino - argomenta il consigliere regionale di minoranza Andrea Biancanl - ora sapranno a chi attribuire il degrado per i futuri 30 anni! Con la chiusura della conferenza dei servizi non si è data la possibilità di presentare gli avvenuti superamenti di un paio di prescrizioni, dove si avrebbe avuto parere favorevole per l’appalto di inizio lavori. Con questo atteggiamento si è chiuso per sempre il discorso della ciclopedonale! Inoltre se nel gennaio 2020 la direzione di Rfi ha inviato il nulla osta per una ciclopedonale ad un metro e mezzo dal binario, ha ritenuto compatibile anche un futuro treno turistico. Ora se la Regione ha avviato un nuovo studio per la ciclopedonale fuori dal sedime ferroviario, è perché ha intenzione di riattivare un treno commerciale e non turistico".

L’entroterra necessiterebbe di un collegamento ferrato? "Certamente, ma non in una tratta con abitazioni adiacenti, 97 passaggi a livello e con intersezioni di altrettante strade, 7 gallerie e 25 ponti. Se poi nel 2017 come Regione siamo intervenuti per bloccare la vendita di un pezzo di ferrovia al Comune di Fano, vuol dire che per Rfi in quella tratta non correrà più alcun treno. Sarebbe casomai lungimirante, servendosi del recovery fund, pensare ad una nuova infrastruttura ferroviaria, magari a fianco della superstrada E78 ed iniziare subito la ciclopedonale nella dismessa ferrovia, con il finanziamento già stanziato".

Perché avete bloccato la vendita? Eravamo convinti che una linea pubblica e integra fosse un bene per qualsiasi progetto di utilità collettiva. Con la ciclopedonale si poneva fine alle lamentele e si creava una sicura via ecosostenibile”.

Ma con il diverso percorso la clclopedonale si farà ugualmente? “Quanto tempo occorrerà per trovare un percorso alternativo con tutte le criticità e gli espropri da fare? E quale attrattiva turistica avrà una ciclopedonale che passa in mezzo a parcheggi, case, negozi e stradine secondarie? Ridisegnare la ciclopedonale significa aumentare i costi sprecando le risorse regionali già spese per la progettazione e lascerà di nuovo la vecchia ferrovia abbandonata a se stessa!".

SI parlava anche di una strada bianca sull’Intera ferrovia? “Ho proposto anche di realizzare una strada bianca a fianco o sopra i binari lasciando o rimuovendo gli stessi, mettendoci dello stabilizzato. Sarebbe costato attorno ai 40.000 euro al chilometro e l’intero percorso si sarebbe realizzato in tempi brevi utilizzando ponti e gallerie esistenti. Anche questa soluzione permetterebbe l’utilizzo di un futuro treno turistico".

Nel territorio non mancano le proteste... “È comprensibile, perché si era vicini alla soluzione e tutti aspettavano l’inizio dei lavori che avrebbero portato decoro al territorio e utilità sociale. Questa decisione va contro lo sviluppo della vallata e di tutta la popolazione”.

Da: Non solo Flaminia n. 13, Giugno 2021

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BALDELLI ANNUNCIA: "PER LA CICLOVIA DEL METAURO NUOVO PROGETTO, PIÙ RISORSE E ITER ACCELERATO"

 martedì 08 giugno 2021   di Ufficio Stampa Regione Marche

“La Ciclovia del Metauro? Tre più: più bella, più lunga e più sicura. La Giunta Acquaroli sblocca l’impasse, rispolvera un’idea che giaceva nel cassetto dei buoni propositi e destina più risorse per realizzare un itinerario innovativo. Un bel cambio di passo per un’opera che darà lustro alle bellezze del nostro territorio e sarà al servizio delle comunità di una provincia ridotta a Cenerentola delle infrastrutture delle Marche e del Centro Italia”. 

E’ piena soddisfazione quella espressa dall’assessore regionale alle Infrastrutture Francesco Baldelli sulla vicenda della Ciclovia del Metauro, un’opera dedicata agli appassionati delle due ruote, e che oggi è “allo sprint decisivo – come sottolinea l’assessore – con un nuovo progetto da realizzare entro luglio, più risorse disponibili e un iter accelerato per giungere al traguardo in tempo e scongiurare il rischio di perdere i finanziamenti dopo anni di immobilismo, ritardi ed errori a ripetizione”. 

Nel suo intervento all’Assemblea Legislativa, Baldelli, dopo aver garantito che la ciclovia si farà ed avrà un itinerario più esteso e sicuro rispetto allo studio precedente, ha anche ripercorso le tappe principali della “Telenovela” Ciclovia del Metauro, a partire dal 2017, anno in cui il CIPE aveva assegnato all’opera 4,5 milioni di euro. Nel gennaio del 2019, con la firma della convenzione tra Regione Marche e Ministero, si è stabilito l’obbligo di assunzione dell’obbligazione giuridicamente vincolante entro e non oltre la fine del 2021. Nel frattempo, era stato redatto lo studio di fattibilità che prevedeva la realizzazione del percorso ciclabile all’interno del sedime di proprietà di RFI, ad una distanza di 1,5 metri dal binario della ferrovia dismessa Fano-Urbino. Successivamente, la Conferenza di Servizi del 20 febbraio 2020 riceveva i pareri negativi, emessi da Autostrade e Ministero delle Infrastrutture, su alcuni aspetti chiave dello studio, che invitavano la Regione Marche a non autorizzare interventi difformi da essi e la Società Autostrade ad attivare ogni forma di tutela legale qualora il caso lo rendesse necessario. Pareri perentori, a cui nessuno degli interessati ha saputo dare una soluzione nei tempi stabiliti, e che hanno generato una pericolosa impasse con il rischio di perdere definitivamente i 4,5 milioni di euro destinati alla Ciclovia, generando un grave danno per tutte le attività economiche e i cittadini delle comunità della costa e dell’entroterra pesaresi. 

“Non potevamo attendere ancora – ha sottolineato Baldelli – ed abbiamo agito per scongiurare un rischio concreto: quello di infoltire ulteriormente la schiera delle incompiute delle Marche, quelle opere mai realizzate e di cui i marchigiani sentono parlare, solo parlare, da oltre 30 anni”.  Quindi, passato oltre un anno dalla Conferenza e dopo non aver ricevuto alcuna comunicazione sia dal Comune di Fano che dalla società Autostrade relativamente alla risoluzione delle problematiche rilevate dai pareri negativi, la Giunta Acquaroli si è attivata immediatamente per avviare il progetto di un tracciato alternativo, sempre in prossimità della ferrovia dismessa Fano-Urbino, ma ad una distanza tale da non interferire con le eventuali previsioni degli studi di fattibilità derivanti dalle decisioni governative in tema ferroviario. 

“Un passaggio dovuto – ha sottolineato l’assessore Baldelli - è stato la conclusione della conferenza di servizi, in quanto i pareri negativi non erano superabili in tempi brevi, mettevano seriamente a rischio i finanziamenti disponibili e comunque non erano compatibili con la tempistica. Abbiamo definitivamente sbloccato una situazione critica – ha concluso Baldelli -, e attendiamo con grande entusiasmo il nuovo progetto della ciclovia, che avrà più risorse e un iter più rapido, con un itinerario bellissimo che farà tappa a Cartoceto, Colli al Metauro, Fossombrone, con l’attraversamento del parco delle Cesane, fino a Urbino, mentre da Fossombrone si proseguirà, utilizzando la vecchia Flaminia, verso la Gola del Furlo, Acqualagna, Cagli e Cantiano, ultimo lembo di territorio marchigiano ai piedi dell’Appennino”.

 https://primocomunicazione.it/articoli/politica/baldelli-annuncia-la-ciclovia-del-metauro-nuovo-progetto-piu-risorse-e-iter-accelerato

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«HO DATO IO L'ULTIMO FISCHIO ALLA FANO-URBINO»

Giorgio Sartori fece partire l’ultimo treno nel 1987. Volevano eliminare 1090 chilometri, ne tolsero 98. A Urbino non si protestò abbastanza

URBINO  di Tiziano V. Mancini

«Spendere soldi pubblici per una ferrovia che arriverebbe a Urbino come in fondo a un vicolo cieco non ha senso» Ha le dee chiare Giorgio Sartori. Fu lui a dare il fatidico ultimo fischio alla stazione di Urbino il 31 gennaio 1987. Nel 1999. dopo diplomato all'Istituto Commerciale di Fano, i treni che portano a Urbino sono già il suo pane quotidiano, grazie a un contratto a termine che poi diviene a tempo indeterminato grazie a un capostazione «assuntore» che dà lavoro per chiamata diretta a chi ne ha titolo. Poca burocrazia ma i treni arrivano in orario anche se siamo da un pezzo nell'Italia repubblicana. Dapprima come «coadiutore promiscuo», più prosaica mente manovale. Giorgio si destreggia tra una stazione e l'altra del territorio, chiamato dove più necessario, cosi nell’estate del '61 è a Rimini per dar manforte al personale travolto dall'ondata dei vacanzieri. Dalle carrozze scendevano a migliaia» ricorda Sartori. «Italiani e stranieri con tanto di roba da spiaggia al seguito e valigie destinate alle vacanze. l'Italia del boom economico ce l'avevamo davanti agli occhi nell’accogliere migliaia di turisti. Tanto lavoro ma anche tanta vita». Poi il rientro a Urbino, a indossare il berretto rosso del capostazione «Dove eravamo in pochi, per cui si faceva di tutto, a cominciare da Pasquale Grassi, il capostazione, dai biglietti ai controlli fino allo scarico delle merci. Negli anni '60 e 70 ne arriivavano di viaggiatori, alla staziona di Urbino. C’erano 8 corse al giorno da Urbino a Fano e altrettante per il ritorno. La prima partiva da Urbino alle 5 e l’ultima arrivava da Fano alle 23.30. Tanta gente che giungeva dalle numerose stazioni della val Metauro: professori, studenti, mamme coi bambini, animali da cortile, pendolari, alcuni personaggi curiosi e altri decisamente stravaganti».

Di che genere? «Beh. un gelido giorno di dicembre scese un signore dicendo che aveva caldo: cominciò a spogliarsi pian piano davanti alla biglietteria, finché non rimase completamente nudo, tra l'imbarazzo dei viaggiatori e di tutti noi. Ma il campionario di umanità era vario e spesso divertente. Era una stazione a dimensione umana, direi. Un posto da commedia all'italiana, tantoché ci girarono anche un film, con la carrozza da agitare, sollevata da barre di legno, per simulare che stesse viaggiando. La magia del cinema».

Treni non troppo pesanti. «No. infatti: erano le classiche ‘Littorine‘ grigio-azzurre, dalla 5-6 alla 7-76 fino alla 8-80, dove il secondo numero indicava la capienza di passeggeri».

Poi la crisi. «Negli anni ‘80 le compagnie Bucci e Sapum cominciarono a fare concorrenza al treno locale, un accelerato che fermava in ogni paese per un viaggio che da Urbino a Fano impiegava più di un’ora. Nello stesso periodo, il governo nazionale cominciò a ventilare l’ipotesi della soppressione dei 'rami secchi'. La cosa curiosa fu che di 1090 chilometri di ferrovie da chiudere in Italia, alla fine ne tagliarono solo 98, due di questi rami: la Fano- Urbino e una in Abruzzo, tra l'altro pochi giorni prima che cadesse iI governo e con lui iI dicastero del Ministro Signorile che aveva firmato la soppressione. Probabilmente le pressioni politiche e le proteste delle popolazioni degli altri tratti a rischio soppressione avevano avuto effetto».

Qua invece? «Qua invece nulla. Mi vien da sorridere amaro, a leggere tutti giorni sui giornali del ripristino della ferrovia: se ne avessero parlato allora così tanto, forse non sarebbe stata soppressa. Invece ci fu un silenzio generale».

 A cosa lo attribuisce? Mah, forse è l'indolenza degli urbinati, più propensi al lamento, al vittimismo, che all'azione». In effetti sono anni che i nostri giornali non rischiano mai la pagina bianca: tra ferrovia Fano- Urbino e strada Fano-Grosseto con la ciliegina della Guinza,  il menu delle chiacchiere è servito ogni giorno sulla tavola degli abitanti di queste terre. Ma per Sartori una speranza c’è. nonostante tutto. L'unico serio progetto che avrebbe senso e che potrebbe trovare ascolto sarebbe quello di una pedemontana che, come era nel lungimirante progetto iniziale, decongestionerebbe la costa creando un circuito: la Fano-Urbino si collegherebbe alla Fabriano-Pergola-Urbino-Santarcangelo di Romagna per un tracciato che si riallaccerebbe alle grandi direttrici nazionali e all'alta velocità». Sogni, da consegnare alle prossime generazioni, probabilmente più dei giornalisti che dei ferrovieri.

Da: Corriere Adriatico del 8/6/2021

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LA PROPOSTA

FANO «Una vera ciclabile, autonoma rispetto alla viabilità esistente. è certamente più necessaria di qualsivoglia trenino». Non si perde in giri di parole Dino Zacchilli, ex assessore e anche ex consulente del sindaco Seri, che su dove disegnare la Ciclovia metaurense è persino più netto: «Sopra il sedime ferroviario, togliendo anche traversine e binari. Sarebbe una scelta chiara e il beneficio per tutti sarebbe enorme». Zacchilli esclude di essere mosso da pregiudizio («confesso che per ragioni storico-affettive, oltreché urbanistico-in frastrutturali. ho sempre guardato con simpatia a chi si è battuto e si batte ancora per il ritorno del trenino») e anzi ricorda che al tempo della costituzione di Ami «ebbi a suggerire di valutare l’opportunità di acquistare la Fano-Urbino per fame una metropolitana di superficie».

Nondimeno boccia ora qualunque equilibrismo sul ripristino della tratta («la smetterei di alimentare illusioni») e anche sul tracciato («la soluzione di farla correre proprio a fianco del binario non mi ha mai convinto»), spingendosi poi a definire «astrale» l'idea coltivata dalla nuova giunta regionale di un percorso che «si snoderebbe zigzagando fra strade e campi, adatto forse più per gli amanti del bike trekking» e che passerebbe per le Cesane «con il colle subito sopra Fossombrone degno di un gran premio della montagna al Giro d’Italia». Che poi la Fano - Urbino «vada completamente dismessa dalla funzione ferroviaria» è imposto «oggi più di ieri da condizioni urbanistiche, trasportistiche, ambientali e, soprattutto, economiche e di sicurezza». Citato il pensiero esternato tre anni fa da Maurizio Gentile, amministratore delegato di Rfi dell’epoca, che al sindaco Seri consigliò appunto di «farci una bella ciclabile, Rfi non ha nessun interesse per quel tratto».  an.am.

Da: Corriere Adriatico del 16/6/2021

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SOTTOSEGRETARIA ACCOTO (M5S): “COMPLETATA PRIMA PARTE STUDIO FATTIBILITÀ FANO-URBINO”

Fano 16/06/2021 - “Procede in maniera spedita lo studio di fattibilità per il ripristino della linea Fano Urbino in ottica commerciale o turistica. Questa mattina ho avuto un confronto positivo con Vera Fiorani, Amministratrice Delegata di RFI, che ha illustrato lo stato dell’arte della prima parte di questa analisi. All’incontro hanno partecipato anche l’Ing. Colaneri, Direttore Commerciale RFI e l’Ing. Del Vasto, Direttore di Produzione RFI”. E’ quanto afferma la Sen. Rossella Accoto, Sottosegretaria al Lavoro e alle Politiche Sociali.
“Ad oggi – prosegue - sono state fatte ispezioni approfondite sul tratto Fano - Urbino per identificare tutti gli interventi dettagliati che dovranno essere completati e che verranno quantificati nel documento finale. Sulla tratta ferroviaria verranno previsti interventi di pulizia di tutta la linea, rifacimento del corpo stradale, interventi sulle gallerie, ristrutturazione della sovrastruttura ferroviaria, sistemazione sulle opere d’arte principali, interventi sulla viabilità nella zona di uscita di Fano, attrezzaggio completo con segnalazioni luminose e sistemazione dei passaggi a livello pubblici e privati.

Gli interventi strutturali da realizzare andranno quantificati nel dettaglio perché, in primis, si vuole ripristinare una infrastruttura pienamente efficiente, sicura e moderna.

Il treno della tratta Fano Urbino verrà valutato con tre modalità diverse di trazione: diesel, ibrida o ad idrogeno. Questo perché accanto all’importanza del ripristino della tratta consideriamo fondamentale anche la sua ecosostenibilità.

La prima parte dello studio di fattibilità era quindi focalizzata all’identificazione di tutti gli interventi dettagliati da quantificare; in autunno, avremo invece la conclusione definitiva dell’indagine con l’analisi dei costi in rapporto ai benefici dell’opera. Sarà quello il momento in cui potremmo finalmente metterci al tavolo tutti, Governo, Regione e Comuni per immaginare il futuro della mobilità marchigiana su ferro nella provincia di Pesaro Urbino. Il mio impegno sul ripristino della tratta continuerà nei prossimi mesi con l’auspicio che si possa arrivare a programmare i prossimi passi del progetto entro la fine dell’anno” ha concluso Accoto.

https://www.viverefano.com/2021/06/17/sottosegretaria-accoto-m5s-completata-prima-parte-studio-fattibilit-fano-urbino/976856/

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«ROMPIAMO L’ISOLAMENTO SÌ AL TRENO NO ALLA CICLOVIA»

Confronto sulle infrastrutture con il sindaco nella sede di Urbino Capoluogo Londei nega che non cl furono proteste contro la chiusura «Il 2021 forse vincente

L’ANALISI - Urbino Viabilità nell’entroterra, ferrovie dimenticate (chi per scarsi collante degli allora sindaci,  la Fano - Urbino; chi per una frana che ogni anno diventava sempre più invalicabile, la Pergola - Fabriano; chi per il troppo entusiasmo scemato stagione dopo stagione, la Roma Venezia; chi per un sogno mai partito sulla carta, la Urbino  - Sant’Arcangelo di Romagna – Rimini) e ciclovia sul vecchio sedime della “mai dimenticata” littorina, ora come ora "una chimera".

La secessione trascurata 

Il vicepresidente Ferruccio Giovanetti dell’associazione di Urbino Capoluogo che ha organizzato, nella sede di via Matteotti, l’incontro di ieri, è tranchant come una mannaia. «La pista ciclabile? Non ha senso! Soldi buttati via. Meglio, molto meglio, indirizzare le risorse per il rifacimento e l’interessamento delle strade dell’entroterra come la Pesaro - Valconca - Valmarecchia». E proprio sull'Alto Montefeltro che si sta sfaldando per mancanza di servizi e di interventi con la fuga di borghi bellissimi verso la Romagna non mancano le frecciate pungenti verso il primo cittadino di Pesaro ed il racconto di situazioni francamente sconcertanti: «Il sindaco Ricci - ricorda Giovanetti - non ha speso una parola sulla partenza e distacco dalle Marche alla Romagna di Sassofeltrio e Montecopiolo. La nostra associazione si è spesa, contrariamente, tanto. La sirena della deputata Morani? Sì è infervorata quando era già troppo tardi» Poi un piccolo episodio raccontato dal sindaco Maurizio Gambini: «In Provincia avevo perorato una seduta del Consiglio proprio in quelle terre per mostrare tutta la nostra presenza e partecipazione emotiva, ebbene Matteo Ricci  mi rispose che già aveva speso troppe parole in  passato e che non sarebbe venuto da nessuna parte». «Per la verità - ha concluso Giovanetti - negli ultimi 10 anni, in Regione, sulla Valmarecchia non si è mai fatta una battaglia seria».

 E la sostenibilità dei treni? «Siamo stanchi di parlare di ferrovia - rivela l’ex senatore Giorgio Londei - però questo 2021 potrebbe rivelarsi vincente. Intanto ci sono stati sopralluoghi per la Pergola Fabriano e per la metropolitana di superficie Fano Urbino. RFI è a metà dello studio di fattibilità. A settembre darà la sentenza definitiva se aprire o no questo tratto. Si dice che non si combattè contro la sospensione della tratta. In Urbino tutti i negozianti chiusero i negozi durante una dimostrazione di piazza, tutti i sindaci facevano muro eccetto il solo primo cittadino di Sahara che scrisse a Craxi e Signorile: “Era ora!”.

Chiesto aiuto alla Regione

Il sindaco Gambini non le manda a dire: «Della Fano - Grosseto è una vergogna solo parlarne: la ferrovia Fano - Urbino è turistica perché noi abbiamo combattuto fino all'ultimo secondo e il suo ripristino non deve valere solo per il turismo ma per tutto il territorio; vogliamo liberare dal traffico il centro storico ma necessitiamo di navette e la Regione ci deve sostenere: lavoriamo per far uscire l’entroterra dall'isolamento mettendo le mani ed i soldi sulla Pesaro/Urbino (un’ora c mezza quando va bene per percorrerla) e c’è unità di intenti al di là delle componenti politiche e partitiche». Eugenio Gulini

Da Corriere Adriatico del 21/6/2021

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IL COMITATO PER LA CICLOVIA DEL METAURO NON DEMORDE

Puntualizzazioni sulla tesi di chi vuole riaprire la ferrovia

LA POLEMICA  - FANO Informazioni all'ingrosso quelle fatte circolare dai fautori del ripristino della Fano - Urbino. E’ l'accusa che torna a muovere il comitato ciclovia del Metauro che articola in cinque punti una controffensiva comunicativa tesa a far passare il concetto che l'ipotesi di riattivazione ha basi fragilissime e che invece la ciclovia metaurense lungo il tracciato ferroviario rappresenta non solo la prospettiva più concreta ma anche l'unica. «Non è esatto che il governo Gentiloni ha ripristinato la ferrovia turistica Fano – Urbino» obietta il comitato, che spiega come in realtà siano stati Camera e Senato ad approvare «una legge non finanziata che dà la possibilità ad alcune linee di diventare turistiche, a condizione che si trovino adeguati finanziamenti che nel nostro caso vanno ben oltre i 150 milioni». Sbagliato anche sostenere che chi ha edificato accanto ai binari abbia agito al di sopra della legge, preso atto che «in una linea dismessa non esiste più la fascia di rispetto di 30 metri». Fuorviante anche lo  scenario di una metropolitana di superficie «perché le norme impediscono che i treni per il trasporto passeggeri passino a pochi metri dalle abitazioni A meno che non si pensi di fare sovrappesi o sottopassi dappertutto». Risalendo all'origine del dibattito il comitato si spinge a contestare anche la qualifica di ferrovia attribuita alla Fano - Urbino «perché la linea non é presente nella mappa Rfi e quindi «si tratta di semplice bene immobile». E chi invece argomenta che la «ciclabile andrebbe disegnata sull’argine del Metauro viene fatto notare che «al massimo si tratterebbe di un sentiero utilizzabile, magari solo stagionalmente, anche in bicicletta oltre che a piedi e a cavallo» e che il tracciato intercetterebbe in territori fanese due strumenti di salvaguardia ambientale che impediscono opere come una ciclovia rispondente a severi criteri di sicurezza e percorribilità».

Da: Corriere Adriatico del 21/6/2021

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FVM: "LA CICLABILE LUNGO I BINARI COSÌ IDEATA E PROGETTATA È DIVENUTA ILLEGALE"

Fano 25/06/2021 - A coloro che sentenziano “l’idea del treno non è fattibile” FVM- l’Associazione che da oltre 20 anni si batte per il ripristino della linea Fano Urbino - replica ai nostalgici della ciclabile lungo i binari che tale siffatta opera così ideata e progettata è divenuta illegale.
Si fa un continuo parlare della ciclabile ad 1 metro e mezzo dai binari ( bocciata dal MIT, bocciata da RFI e per ultimo bocciata dal neo Assessore Baldelli) come di una occasione perduta e che ubicandola altrove non si sarebbe fatto in tempo per la fine del 2021 ad impegnare i 4,5 M€ disponibili per la sua realizzazione. Questa pregiudiziale è decaduta dato che a causa della pandemia covid l’utilizzo dei fondi comunitari FSC è stato prorogato al dicembre 2022. In ogni caso : nulla di più falso nel complesso delle affermazioni.

Nel Giugno 2019 la Regione ha prodotto un progetto (preliminare) per realizzare questa ciclabile cosiddetta “del Metauro”, lo ha presentato ad RFI con la proposta di attestarsi ad 1,5m dal più vicino binario, quindi nella fascia di proprietà di Rfi, e di sormontare il binario con pannelli rimuovibili (?) nei tratti su ponti, viadotti e in 8 gallerie per l'ammontare di oltre 13 su 48 km. circa tra Fano ed Urbino. La proprietà (RFI) ha risposto nel gennaio 2020 con una sostanziale bocciatura vietando tale progettazione nelle gallerie, imponendo la messa in sicurezza idraulica dove il pietrisco fosse stato sostituito dall'asfalto e soprattutto escludendo l’uso di ponti e viadotti in modo diverso da quello ferroviario . In definitiva suggeriva saggiamente di “ubicare questa ciclabile altrove”. Incurante di ciò e dei rilievi del MIT la struttura tecnica regionale presentò il progetto del giugno 2019 alla CDS - Conferenza Dei Servizi - del 20/2/ 2020 senza alcuna modifica richiesta dalla proprietà RFI: si prevedeva il 1^ stralcio fino a Tavernelle esaurendo tutti i 4,5 M€ disponibili. A parte lo scarso fair play verso la proprietà, in occasione della CDS è emerso che esisteva una grossa interferenza tra la ciclabile e la strada “compensativa” in area CODMA.
La strada era ed è in rilevato, realizzata di traverso alla ferrovia con l'inevitabile necessità di un sottovia per superare questa barriera con pendenza del 5% (ovvero oltre 150 m di sottovia con notevoli costi non previsti). Le altre osservazioni del MIT rimasero inevase per oltre 8 mesi. Infine la Soprintendenza (SABAP) delle Marche non è stata messa nella condizione di decidere se i bellissimi viadotti esistenti fossero compatibili con la giustapposizione di due stradelle ciclabili poste a sbalzo fuori dagli archi, a 25 - 30 m di altezza (!). Per i costi aggiuntivi necessari a soddisfare le richieste della proprietà anche ad un profano a digiuno della materia appare evidente che il 1^ stralcio sarebbe arrivato, si e no, alla periferia di Fano. Dato che per giungere in Urbino - tra ponti, ponticelli, viadotti e gallerie vi sono oltre 13 km di queste interferenze - è fuorviante affermare che quel progetto fosse in fase molto avanzata e che si perderebbe molto tempo per realizzare l’opera altrove. Alla luce di questi fatti il progetto va comunque rifatto quasi da zero, ricominciando da capo! Per di più una tale ubicazione della ciclovia non è rispondente alle norme di sicurezza sulle distanze di nuove costruzioni dai binari. Infatti, in occasione di una conferenza ad alto contenuto tecnico del CIFI (Collegio Ingegneri Ferroviari Italiani), svolta il 18.12.2020, il responsabile di RFI affermò, tenuto conto che il 26.10.2020 era entrato in vigore in via definitiva - con la registrazione dalla Corte dei Conti - il Decreto di approvazione dell’Aggiornamento anni ’18-’19 del Contratto di Programma tra MIT ed RFI. Aggiornamento che includeva il finanziamento di 1 milione di € per la Ferrovia Turistica Fano Urbino, che: “le linee dismesse che rientrano nella legge 128/2017, per noi sono tornate ad essere ferrovie in esercizio. Dobbiamo prevedere che a breve possa essere riattivata la linea e permessa la circolazione di treni turistici; quindi adotteremo la salvaguardia (di sicurezza) anche per queste; perché se a breve è previsto il percorso del treno, chiaramente si rientra nel discorso della salvaguardia del Dpr 753/80”. Ne deriva che non si possono fare nuove ciclabili a meno di 5-6 m dal binario più vicino, di conseguenza tali strutture a distanza minore sono giudicate illegali. da Associazione Ferrovia Val Metauro

https://www.viverefano.com/2021/06/26/fvm-la-ciclabile-lungo-i-binari-cos-ideata-e-progettata-divenuta-illegale/981409

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«TRENO E CICLOVIA INCOMPATIBILI ORA SI STUDIA L’USO COMMERCIALE»

La sottosegretaria Accoto riferisce le novità dell’incontro con Rfi: no alla pista sul sedime

La sede di Ancona ha detto sì a 1,5 metri dai binari ma la norma è per gli oggetti rimovibili

FANO Lo studio di fattibilità per la riapertura della ferrovia Fano-Urbino, in corso di elaborazione da parte di Rete Ferroviaria Italiana valuta il ripristino della tratta non solo per il treno turistico bensì anche per il trasporto pubblico locale. In ogni caso, indipendentemente dalla riattivazione, secondo i vertici di Rfi la costruzione della ciclovia del Metauro è incompatibile con il sedime ferroviario.

Il confronto con Fiorani  Sono queste le due rilevanti novità riportale dalla senatrice fanese Rossella Accoto, sottosegretaria al lavoro del governo Draghi, dall’incontro della settimana scorsa con l’amministratrice delegata, Vera Fiorani. e due dirigenti dell’azienda concessionaria dell’infrastruttura ferroviaria nazionale.

La prima novità (appena accennata nel comunicato stampa di 9 giorni fa) rilancia le potenzialità della tratta Fano-Urbino, chiusa 34 anni fa e dismessa nel 2011, che potrebbe assolvere all’esigenza di collegamenti funzionali ed efficienti su ferro lungo la Valmetauro (nel percorso di 48, 75 chilometri) non solo per le necessita turistiche di Urbino bensì anche per i bisogni della città universitaria, con una popolazione studentesca superiore a quella residente, e,  in generale, per le opportunità di integrazione tra costa ed entroterra.  La seconda novità azzera le polemiche sulla convivenza tra ciclovia e ferrovia, correggendo in modo sostanziale il dibattito degli ultimi anni sul recupero dell’infrastruttura e cancellando le ragioni della coda velenosa per la chiusura da parte della Regione della conferenza dei servizi sul progetto per la realizzazione della pista ciclabile a un metro e mezzo dai binari. La ciclovia seguirà un percorso a una distanza maggiore compatibile con il ritorno del treno. «Inizialmente era stato richiesto uno studio di prefattibilità solamente come tratta turistica e poi si e pensato di richiederlo anche come tratta commerciale - ha spiegato la sottosegretaria Accoto ieri sera nel programma “Dentro la notizia" di Fanoinforma web tv -. La scelta sarà fatta sulla base dell’analisi costi benefìci. Non si è parlato ancora di costi, si è parlato della messa in sicurezza della tratta. Il costo verrà valutalo successivamente anche in base al tipo di locomozione, a idrogeno, diesel o ibrida. Si vedrà in autunno, quando ci sarà la consegna dello studio di fattibilità».

L'eventuale recupero commenciale richiederà un aggiornamento della legge 128/2017, che ha inserito la Fano-Urbino tra le ferrovie turistiche. Ma per certi aspetti più impattante è la comunicazione relativa alla pista ciclabile. «L'amministratore delegato Fiorani è stato molto chiaro - ha dichiarato Rossella Accoto -: ha detto che fino a quando questa tratta esiste e può essere utilizzata non si possono costruire piste ciclabili a una distanza molto breve, cosi come prospettato nei progetti della Regione. Ricordo che quando alla fine del 2019 andai a parlare per la prima volta con l'amministratore delegato dell'epoca, Maurizio Gentile, questi mi aveva detto espressamente di aver chiesto alla Regione Marche di trovare percorsi alternativi alla ferrovia. Quindi, fino a quando questa tratta può essere riutilizzata non ci possono essere ciclovie accanto». Nell'incontro l’amministratrice Vera Fiorani ha precisato che nulla può essere costruito a una distanza inferiore a 30 metri dai binari finché la ferrovia non venga eventualmente smantellata con decreto ministeriale. Si tratta della disposizione del Dpr 753/1980, articolo 49. Le deroghe devono essere autorizzate da Rfi. Ma in realtà le vie della burocrazia sono infinite, almeno quanto quelle della politica. Perché, nonostante questi autorevoli pareri dei massimi rappresentanti di Rfi, la sede di Ancona dell'azienda, con il servizio ingegneria, aveva espresso un parere di massima favorevole alla pista ciclabile sul sedime ferroviario nella conferenza dei servizi regionale prescrivendo una distanza minima dalla più vicina rotaia di L5 metri in base alla legge 191/74.

Le incongruenze normative  Tale legge disciplina la prevenzione degli infortuni sul lavoro nei servizi e negli impianti gestiti dalle ferrovie dello Stato; il regolamento di attuazione del 1979 precisa che l'uso della bicicletta è riservata al personale tecnico di servizio. Evidentemente questa norma per le tratte in esercizio si è applicata per analogia alla tratta dismessa ma la libertà interpretativa è molto ampia perché quella distanza di 1,5 metri è riferita agli oggetti rimovibili. Il portato sarebbe stato che l'eventuale riapertura della ferrovia avrebbe provocato lo smantellamento della ciclovia e un ricorso al Tar (già annunciato di fatto dall'associazione Ferrovia Valle Metauro) avrebbe rischiato di bloccare il progetto con la perdita dei 4,5 milioni di euro di finanziamento.  Lorenzo Furlani

Da: Corriere Adriatico del 26/6/2021

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BALDELLI: «EMERSA LA VERITÀ» E BIANCANI RILANCIA IL TRENO

Le reazioni alle novità riportate dalla senatrice Accoto dopo rincontro con Rfì

Per l’assessore regionale se non si fosse cambiato l’itinerario la ciclovia non si sarebbe potuta realizzata

L’INFRASTRUTTURA

FANO Soddisfazione per l’indirizzo già intrapreso e malumore per la battuta d’arresto confermata dal vertice di Rete Ferroviaria Italiana. Sono le reazioni speculari, tanto in ambito istituzionale quanto sui social network, alle novità riportate dalla sottosegretaria al lavoro Rossella Accoto, senatrice fanese del M5s, in seguito all’incontro con l’amministratrice delegata di Rfì, Vera Fiorani, sul recupero dell’ex ferrovia Fano-Urbino.

Le contraddizioni del parere  - Si tratta della valutazione sul ripristino del trasporto dei passeggeri, oltre all’eventuale riattivazione a uso turistico, svolta da Rfì nell’ambito dello studio di fattibilità tecnico economica in corso di elaborazione. E della contrarietà del vertice dell’azienda concessionaria dell’infrastruttura ferroviaria nazionale (Fiorani, appunto, e due dirigenti) alla costruzione di una pista ciclabile nel sedime ferroviario. Ma su questa linea, espressa verbalmente, si misura una grande contraddizione di Rfì perché in realtà alla conferenza dei servizi convocata nel febbraio 2020 dalla Regione (e chiusa senza l’approvazione del progetto due mesi fa) era formalmente pervenuto un parere di massima favorevole, firmato dalla responsabile della struttura di ingegneria nella sede di Ancona, che prescriveva, appunto, la distanza di almeno 1,5 metri dalla più vicina rotaia. Richiamando una normativa del tutto incongruente con l’opera, riferita com’è alla prevenzione degli infortuni sul lavoro negli impianti gestiti dalle ferrovie dello Stato (con l’uso della bicicletta in prossimità dei binari riservato al personale di servizio) con un limite applicabile in particolare agli oggetti rimovibili, tra cui certamente non rientra una ciclovia,

«Come avevamo detto – commenta l’assessore regionale alle infrastrutture Francesco Baldelli - è venuta fuori la verità, perché se avessimo proseguito con l’opera sul sedime ferroviario, come volevano alcuni, non avremmo mai realizzato la ciclovia, in quanto tra interpretazioni della legge e ricorsi, che avrebbero bloccato il progetto, quei 4,5 milioni di euro non si sarebbero potuti spendere, superando la scadenza per l’assegnazione dei lavori. Viene confermato che abbiamo fatto la scelta giusta cambiando l’itinerario della ciclovia. Abbiamo salvaguardato la pista ciclabile a servizio della valle del Metauro, per di più abbiamo incrementato le risorse con l’obiettivo di realizzare una ciclovia che abbia una valenza interregionale. Sulla ferrovia attendiamo di verificare lo studio di fattibilità e la risoluzione delle criticità sul percorso, che abbiamo segnalato».

La condivisione con Roma - Il consigliere regionale Andrea Biancani prende atto di come la fattibilità della riapertura della Fano-Urbino sarà valutata anche per l’uso commerciale. «Attendiamo l’esito dello studio - afferma a sua volta -. Ma sono sorpreso dalle dichiarazioni riportate di Vera Fiorani. Il nostro progetto di ciclovia era stato condiviso con Rfì nazionale, io personalmente sono andato varie volte a Roma per parlarne con i dirigenti. Per me fa testo quello che è stato espresso nel parere formale, non devo controllare io che cosa disciplini la legge 191/74 richiamata. Comunque, io non sono certamente contrario al ritorno del treno. Siamo stati io e Ceriscioli a bloccare la vendita a lotti del sedime ferroviario, andando a parlare con il ceo di Rfi di allora, Gentile. Ho sposato quell’idea della pista ciclabile sul sedime perché i dirigenti di Rfì ci dicevano che volendo riaprire la ferrovia quello attuale non sarebbe il percorso più adatto. Perché se dovesse tornare il treno bisognerebbe realizzare una ferrovia moderna, oltrepassando l’Appennino per congiungerci alla linea Bologna-Firenze, oppure ripristinando la Urbino-Pergola-Fabriano per collegarci con la Orte-Falconara. Solo connettendosi alla rete nazionale si romperebbe l’isolamento».   Lorenzo Furlani

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IL PNRR  -  INGENTISSIMI FONDI PER LA “CURA DEL FERRO”

«Nel piano nazionale di ripresa e resilienza sono previsti ingentissimi finanziamenti pari a 62 miliardi di euro per gli interventi su infrastrutture, mobilità e logistica sostenibili. In particolare, per favorire la transizione ecologica, viene ritenuta essenziale la cosiddetta “cura del ferro" con la stima dell’abbattimento di 2,3 milioni di tonnellate annue di C02. Saranno realizzati 700 chilometri di ferrovia tra alta velocità e le linee regionali e 216 chilometri di nuove linee tranviarie, metropolitane e di filobus. Ma il volano dello sviluppo del trasporto su rotaia risulterà ancora maggiore perché l'uso dei fondi europei, che devono essere spesi entro il 2026, su progetti cantierabili libererà per altre destinazioni le risorse finanziarie nazionali già stanziate per quegli interventi. Perciò, se saranno tecnicamente risolte le criticità degli attraversamenti stradali sull'attuale tratta, la riapertura della Fano-Urbino sarebbe possibile intercettando queste risorse. La partita delle infrastrutture del Metauro, tra Ancona e Roma, deve promuovere il trasporto su rotaia e la mobilità ciclopedonale.

Da: Corriere Adriatico del 27/6/2021

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«CICLABILE E TRATTA INCONCILIABILI
LO DICE LA LEGGE, FINE DEL TEMA»

Fdi elogia la chiarezza fatta sulla vicenda: entrambe le opere fondamentali

LE INFRASTRUTTURE  -  FANO Sul dibattito per la ferrovia Fano-Urbino intervengono Lucia Tarsi e Giuseppe Pierpaoli, consiglieri comunali di Fratelli d’Italia, che non nascondono un moto di soddisfazione nel vedere che finalmente si sta facendo chiarezza sul tema: «Ferrovia e ciclabile - affermano - non possono coesistere sullo stesso tracciato».

Le parole di Tarsi e Pierpaoli -  Il riferimento è all’approfondimento del programma "Dentro la notizia” di Fanoinforma web Tv e dei Corriere Adriatico sulle novità riferite dalla sottosegretaria al lavoro, Rossella Accoto, dopo rincontro con l’amministratrice delegata di Rete Ferroviaria Italiana e sull’incongruenza normativa dell’autorizzazione della pista ciclabile a 1,5 metri dai binari.  «Ad affermarlo è niente di meno la legge- affermano Tarsi e Pierpaoli -, il Dpr 753/80, che per motivi di sicurezza prevede le costruzioni a non meno di 6 (sei) metri dal binario (ma per tramvie, ferrovie metropolitane e funicolari terrestri; per le ferrovie il limite è di 30 metri, ndr). E dal 26 ottobre 2020, data in cui la Corte dei Conti ha registrato il decreto di approvazione dell'aggiornamento del contratto di programma tra Mit ed Rfi, la ferrovia Fano-Urbino è ufficialmente finanziata, quindi torna ad essere una ferrovia a tutti gli effetti, a cui vanno applicate le norme dì sicurezza stabilite dalla normativa. Fine della questione».

«Del resto la politica si fa con gli atti e i documenti formali - sottolineano i due consiglieri comunali di Fdi ma la maggioranza di centrosinistra fanese in questi mesi ha alimentato un’inutile quanto dannosa polemica sulla necessità di costruire la ciclabile accanto al sedime ferroviario, in barba a qualunque indicazione di legge. Una polemica dannosa, perché insistendo su un progetto, che a rigor di legge non avrebbe mai potuto vedere la luce, la giunta fanese ha inutilmente perso del tempo prezioso; una polemica sterile, perché ha tentato di insinuare nell’opinione pubblica una presunta superiorità della ciclabile rispetto alla ferrovia».

«Eppure noi - continuano Lucia Tarsi e Giuseppe Pier paoli - siamo della convinta opinione che le due opere siano ugualmente fondamentali per lo sviluppo economico, turistico e ambientale del nostro territorio, e che vadano realizzate entrambe, sempre rispettando gli spazi di effettiva realizzabilità indicati dalle normative».

«Scelta di Seri scellerata»  -  Per Tarsi e Pierpaoli «rimane quindi da chiarire perché la giunta Seri abbia insistito su questa decisione scellerata; rimane anche da chiarire il ruolo del Pd pesarese, che in maniera schizofrenica rispetto al Pd nazionale, ha sempre negato la legge Franceschini-Del Rio (128/2017) sulla salvaguardia delle ferrovie turistiche. Per ultimi, gli irriducibili negazionisti della ferrovia lasciano aperto un grave dubbio; dal momento che la ciclabile sopra le rotaie avrebbe rappresentato, ipso facto, la morte definitiva della ferrovia, ci chiediamo: chi potrebbe, in coscienza, sostenere l'inutilità del traffico su rotaia, se non per interessi personali diversi da quelli del bene comune del nostro territorio?».  re. fa.

Da: Corriere Adriatico del 28/6/2021

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COMITATO CICLOVIA DEL METAURO  

Pubblicato da Enrico Tosi   il 29/6/2021 

Il grande inganno

Negli ultimi giorni è stata rilanciata con forza l’idea del ripristino dell’ex ferrovia Fano Urbino. Succede spesso, periodicamente, per vari motivi e tutto nasce da un equivoco: considerare ancora esistente una linea ferroviaria che con la dismissione ufficiale del 2011 non esiste più nella rete RFI delle Marche; basta consultare il sito https://www.rfi.it/.../La_rete_oggi_regione.../marche.html

Inoltre, a torto si considera ancora efficace la fascia di rispetto ferroviario di 30 m prevista dal DPR 753/80; evidentemente si ignora che da alcuni anni a pochissimi metri dai binari sono stati realizzati o ampliati numerosi edifici di cui nessuno ha dimostrato l'irregolarità né RFI ha richiesto la demolizione.

C’è però un altro elemento clamorosamente trascurato: la legge 128/2017. Questa legge, evidentemente poco conosciuta, cita 18 linee alle quali, a certe condizioni, è data solamente la possibilità di essere classificate come ferrovie turistiche; per ben 4 volte si legge che ciò potrebbe avvenire qualora venissero trovati i finanziamenti per la loro riattivazione che nel nostro caso, secondo un autorevole e mai smentito studio della Regione Marche, vanno “ben oltre” i 150 m/euro; né può essere considerato come finanziamento il milione stanziato per uno studio di fattibilità che, secondo logica (ma non si sa mai!) dovrebbe ribadire la non convenienza del ripristino di una linea abbandonata da oltre 34 anni.

Oltre al finanziamento, andrebbe poi individuato il soggetto in grado di gestire professionalmente una linea che dovrebbe autosostenersi economicamente, come avviene per le linee turistiche attualmente attive; infatti, la legge prescrive che il tutto avvenga “senza nuovi o maggiori oneri per la finanzia pubblica”.

La questione vera quindi non è la ciclovia lungo l’ex ferrovia ma il treno, innanzitutto quello per il trasporto pubblico locale che, per evidenti motivi di sicurezza, non può utilizzare il vecchio sedime che in buona parte corre in contesti densamente abitati; e sorprende che ne venga contestato l’uso da parte delle biciclette e non di un treno che qualcuno vorrebbe far correre fino a 130 km/h a contatto degli edifici!

I problemi sono enormi anche per un treno turistico, praticamente una opzione solo teorica; vale la pena investire enormi capitali per trasportare alcuni giorni l’anno una settantina di turisti a bordo di un treno che dovrebbe fermarsi un centinaio di volte e giungere a 3 km da Urbino dopo ore di viaggio, con inevitabili problemi per la viabilità stradale?

Difficile trovare una spiegazione ad una ipotesi tanto illogica; potrebbe essere l’interesse a produrre progetti, anche se irrealizzabili, vista la parcella intorno al 10% sul totale della spesa che anche nei calcoli più prudenti supera abbondantemente i 100 milioni di euro?

È facile distruggere quanto finora è stato faticosamente costruito; è una grossa responsabilità impedire la realizzazione di una pista ciclopedonale che offrirebbe un’alternativa sicura ai residenti che rischiano la vita lungo la pericolosa via Flaminia; non fa bene all’economia rifiutare flussi cicloturistici che possono portare benefici a un territorio ricco di beni ambientali e culturali.

L’auspicio è quindi che si trovino soluzioni nuove, dando per scontato che la ciclovia nella valle del Metauro non possa essere quella proposta da improvvisati esperti della materia che, per esempio, prevedono di utilizzare strade trafficate, un percorso impervio lungo il bosco delle Cesane ed escludono un centro importante come Fermignano.

Di fatto, ora le alternative sono solo due: una pista ciclabile sicura lungo l’ex ferrovia di cui per prudenza si conservano binari e traversine oppure altri decenni di abbandono e degrado di un bene collettivo che potrebbe diventare anche un lungo parco urbano.

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FERROVIE: FVM: "LA CICLABILE LUNGO I BINARI COSÌ IDEATA E PROGETTATA È DIVENUTA ILLEGALE"

Categoria: Comunicati stampa

Pubblicato: 28 Giugno 2021

A coloro che sentenziano “l’idea del treno non è fattibile” FVM - l’Associazione che da oltre 20 anni si batte per il ripristino della linea Fano Urbino - replica ai nostalgici della ciclabile lungo i binari che tale siffatta opera così ideata e progettata è divenuta illegale.

Si fa un continuo parlare della ciclabile ad 1 metro e mezzo dai binari (bocciata dal MIT, bocciata da RFI e per ultimo bocciata dal neo Assessore Baldelli) come di una occasione perduta e che ubicandola altrove non si sarebbe fatto in tempo per la fine del 2021 ad impegnare i 4,5 M€ disponibili per la sua realizzazione. Questa pregiudiziale è decaduta dato che a causa della pandemia covid l’utilizzo dei fondi comunitari FSC è stato prorogato al dicembre 2022. In ogni caso : nulla di più falso nel complesso delle affermazioni.

Nel Giugno 2019 la Regione ha prodotto un progetto (preliminare) per realizzare questa ciclabile cosiddetta “del Metauro”, lo ha presentato ad RFI con la proposta di attestarsi ad 1,5m dal più vicino binario, quindi nella fascia di proprietà di RFI, e di sormontare il binario con pannelli rimuovibili(?) nei tratti su ponti, viadotti e in 8 gallerie per l'ammontare di oltre 13 su 48 km. circa tra Fano ed Urbino. La proprietà (RFI) ha risposto nel gennaio 2020 con una sostanziale bocciatura vietando tale progettazione nelle gallerie, imponendo la messa in sicurezza idraulica dove il pietrisco fosse stato sostituito dall' asfalto e soprattutto escludendo l’uso di ponti e viadotti in modo diverso da quello ferroviario. In definitiva suggeriva saggiamente di “ubicare questa ciclabile altrove”.

Incurante di ciò e dei rilievi del MIT la struttura tecnica regionale presentò il progetto del giugno 2019 alla CDS - Conferenza Dei Servizi - del 20/2/2020 senza alcuna modifica richiesta dalla proprietà RFI: si prevedeva il 1^ stralcio fino a Tavernelle esaurendo tutti i 4,5M€ disponibili. A parte lo scarso fair play verso la proprietà, in occasione della CDS è emerso che esisteva una grossa interferenza tra la ciclabile e la strada “compensativa” in area CODMA.

La strada era ed è in rilevato, realizzata di traverso alla ferrovia con l'inevitabile necessità di un sottovia per superare questa barriera con pendenza del 5% (ovvero oltre 150 m di sottovia con notevoli costi non previsti). Le altre osservazioni del MIT rimasero inevase per oltre 8 mesi. Infine la Soprintendenza (SABAP) delle Marche non è stata messa nella condizione di decidere se i bellissimi viadotti esistenti fossero compatibili con la giustapposizione di due stradelle ciclabili poste a sbalzo fuori dagli archi, a 25 -30 m di altezza (!). Per i costi aggiuntivi necessari a soddisfare le richieste della proprietà anche ad un profano a digiuno della materia appare evidente che il 1^ stralcio sarebbe arrivato, si e no, alla periferia di Fano. Dato che per giungere in Urbino- tra ponti, ponticelli, viadotti e gallerie vi sono oltre 13 km di queste interferenze- è fuorviante affermare che quel progetto fosse in fase molto avanzata e che si perderebbe molto tempo per realizzare l’opera altrove.

Alla luce di questi fatti il progetto va comunque rifatto quasi da zero, ricominciando da capo! Per di più una tale ubicazione della ciclovia non è rispondente alle norme di sicurezza sulle distanze di nuove costruzioni dai binari. Infatti, in occasione di una conferenza ad alto contenuto tecnico del CIFI (Collegio Ingegneri Ferroviari Italiani), svolta il 18.12.2020, il responsabile di RFI affermò, tenuto conto che il 26.10.2020 era entrato in vigore in via definitiva -con la registrazione dalla Corte dei Conti- il Decreto di approvazione dell’Aggiornamento anni ’18-’19 del Contratto di Programma tra MIT ed RFI. Aggiornamento che includeva il finanziamento di 1 milione di € per la Ferrovia Turistica Fano Urbino, che: “le linee dismesse che rientrano nella legge 128/2017, per noi sono tornate ad essere ferrovie in esercizio. Dobbiamo prevedere che a breve possa essere riattivata la linea e permessa la circolazione di treni turistici; quindi adotteremo la salvaguardia (di sicurezza) anche per queste; perché se a breve è previsto il percorso del treno, chiaramente si rientra nel discorso della salvaguardia del Dpr 753/80” Ne deriva che non si possono fare nuove ciclabili a meno di 5-6 m dal binario più vicino, di conseguenza tali strutture a distanza minore sono giudicate illegali.

https://www.ferrovie.info/index.php/it/53-comunicati-stampa/18807-ferrovie-fvm-la-ciclabile-lungo-i-binari-cosi-ideata-e-progettata-e-divenuta-illegale

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FANO-URBINO, IL PROGETTO C’È GIÀ   «RIPRISTINO COMPLETO FATTIBILE»

Preliminare dell’associazione Fvm: «I politici hanno perso i fondi del Recovery fund». Ma l’opzione resta

L’INFRASTRUTTURA  -  FANO La ciclovia del Metauro non si può costruire sul sedime dell'ex ferrovia Fano-Urbino che, pur essendo dismessa, è nuovamente finanziata nel contratto di programma tra Ministero delle infrastrutture e Rete Ferroviaria Italia, in base all'aggiornamento disposto con il milione di euro stanziato per lo studio di fattibilità tecnico economica per la sua riapertura.

L'aggiornamento nel 2019  -  Tale studio, con l'analisi costi benefici per l’uso turistico e per il trasporto passeggeri quindi con collegamenti più frequenti, sarà completato in autunno, secondo l’impegno assunto dall’amministratrice delegata di Rfi Vera Fiorani. con la sottosegretaria al lavoro Rossella Accoto

Ma un progetto preliminare per il ripristino dell’uso commerciale della Fano-Urbino. accreditato secondo le regole della tecnica ferroviaria, c’è già: è stato realizzato sei anni fa (donato alla collettività nel 2015 con la consegna al sindaco di Urbino) e prefigura una riattivazione della tratta (chiusa nel 1987 e dismessa nel 2011) funzionale sia per l'efficienza dei collegamenti sia per l’economia di gestione, con il pareggio di bilancio a parità di finanziamento del trasporto pubblico locale. Il progetto è stato realizzato a cura e spese dell’associazione Ferrovia Valle Metauro (Fvm) in collaborazione con qualificate società di ingegneria ferroviaria: Pegaso Ingegneria di Milano e Sistema Ingegneria di Firenze. Lo studio è stato aggiornato nel 2019 e ora viene rilanciato dalla stessa associazione (nata nel 2000 proprio per favorire il recupero della tratta) sulla spinta della chiarezza fatta sulla vicenda con le novità emerse dal confronto tra la senatrice Accoto e i vertici di Rfi (fattibilità valutata anche per l’uso commerciale e incompatibilità della  pista ciclabile con il sedime ferroviario).

«È un vero peccato che a suo tempo la Regione - commenta l'ingegnere Salvatore Vittorio Russo, che ha contribuito al lavoro - non abbia dedicato risorse per rendere il nostro progetto preliminare definitivo, perché ora sarebbe stato utile in regime di Recovery fund per il finanziamento diretto del ripristino. Sette anni fa. ai nostri politici l'avevamo detto che per realizzare qualsiasi opera ci vuole un progetto, altrimenti senza un elaborato attendibile che stimi i costi neanche si viene ascoltati quando si chiedono i fondi».

La spesa di 87 milioni di euro  - In ogni caso, l'opportunità per la Fano-Urbino resta perché i 195 miliardi di euro di provenienza europea previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza verranno utilizzati per i progetti cantierabili delle opere, in quanto esse devono essere realizzate entro il 2026. liberando in egual misura le risorse nazionali ora destinate a tali interventi che si renderanno disponibili per altre opere strategiche. Il progetto elaborato prevede una spesa di 87 milioni di euro per il ripristino del trasporto pubblico locale sulla Fano-Urbino con la soluzione di tutte le criticità (attraversamenti e costruzioni) formatesi negli ultimi 34 anni lungo il percorso. Sono previsti sottopassi e viadotti (uno a Fano per scavalcare in sequenza le vie Papiria, Canale Albani e Pertini), che riducono i passaggi a livello pubblici da 55 (uno è stato soppresso) a 21 (altri 41 sono privati e quindi non incidono sulla viabilità in quanto possono essere attivati dai proprietari solo compatibilmente con il traffico ferroviario). Cosi la linea Fano-Urbino sarebbe coperta in 55 minuti con 10 fermate, prevedendo 12 collegamenti al giorno di andata e di ritorno per una media di 200 passeggeri ciascuno. Un'opportunità per il trasporto locale che nella prospettiva della transizione ecologica probabilmente diventa una necessità.  Lorenzo Furlani

Da: Corriere Adriatico del 2/7/2021

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COMITATO CICLOVIA DEL METAURO: "UNA GROSSA RESPONSABILITÀ IMPEDIRE LA REALIZZAZIONE DI UNA PISTA CICLOPEDONALE"

Fano 02/07/2021 - Negli ultimi giorni è stata rilanciata con forza l’idea del ripristino dell’ex ferrovia Fano Urbino. Succede spesso, periodicamente, per vari motivi e tutto nasce da un equivoco: considerare ancora esistente una linea ferroviaria che con la dismissione ufficiale del 2011 non esiste più nella rete RFI delle Marche; basta consultare il sito  https://www.rfi.it/it/rete/la-rete-oggi/La_rete_oggi_regione_per_regione/marche.html 
Inoltre, a torto si considera ancora efficace la fascia di rispetto ferroviario di 30 m prevista dal DPR 753/80; evidentemente si ignora che da alcuni anni a pochissimi metri dai binari sono stati realizzati o ampliati numerosi edifici di cui nessuno ha dimostrato la irregolarità né RFI ha richiesto la demolizione.

C’è però un altro elemento clamorosamente trascurato: la legge 128/2017. Questa legge, evidentemente poco conosciuta, cita 18 linee alle quali, a certe condizioni, è data solamente la possibilità di essere classificate come ferrovie turistiche; per ben 4 volte viene ribadito che ciò potrebbe avvenire qualora venissero trovati i finanziamenti per la loro riattivazione che nel nostro caso, secondo un autorevole e mai smentito studio della Regione Marche, vanno “ben oltre” i 150 m/euro; né può essere considerato come finanziamento il milione stanziato per uno studio di fattibilità che, secondo logica (ma non si sa mai!) dovrebbe ribadire la non convenienza del ripristino di una linea abbandonata da oltre 34 anni.

Oltre al finanziamento, andrebbe poi individuato il soggetto in grado di gestire professionalmente una linea che dovrebbe autosostenersi economicamente, come avviene per le linee turistiche attualmente attive; infatti, la legge prescrive che il tutto avvenga “senza nuovi o maggiori oneri per la finanzia pubblica”. La questione vera quindi non è la ciclovia lungo l’ex ferrovia ma il treno, innanzitutto quello per il trasporto pubblico locale che, per evidenti motivi di sicurezza, non può utilizzare il vecchio sedime che in buona parte corre in contesti densamente abitati; e sorprende che ne venga contestato l’uso da parte delle biciclette e non di un treno che qualcuno vorrebbe far correre fino a 130 km/h a contatto degli edifici! I problemi sono enormi anche per un treno turistico, praticamente una opzione solo teorica; vale la pena investire enormi capitali per trasportare alcuni giorni l’anno una settantina di turisti a bordo di un treno che dovrebbe fermarsi un centinaio di volte e giungere a 3 km da Urbino dopo ore di viaggio, con inevitabili problemi per la viabilità stradale?

Difficile trovare una spiegazione ad una ipotesi tanto illogica; potrebbe essere l’interesse a produrre progetti, anche se irrealizzabili, vista la parcella intorno al 10% sul totale della spesa che anche nei calcoli più prudenti supera abbondantemente i 100 milioni di euro? È facile distruggere quanto finora è stato faticosamente costruito; è una grossa responsabilità impedire la realizzazione di una pista ciclopedonale che offrirebbe un’alternativa sicura ai residenti che rischiano la vita lungo la pericolosa via Flaminia; non fa bene all’economia rifiutare flussi cicloturistici che possono portare benefici a un territorio ricco di beni ambientali e culturali.

L’auspicio è quindi che si trovino soluzioni nuove, dando per scontato che la ciclovia nella valle del Metauro non possa essere quella proposta da improvvisati esperti della materia che, per esempio, prevedono di utilizzare strade trafficate, un percorso impervio lungo il bosco delle Cesane ed escludono un centro importante come Fermignano. Di fatto, ora le alternative sono solo due: una pista ciclabile sicura lungo l’ex ferrovia di cui per prudenza si conservano binari e traversine oppure altri decenni di abbandono e degrado di un bene collettivo che invece va riqualificato e restituito ai cittadini. da Comitato Ciclovia del Metauro

https://www.viverefano.com/2021/07/03/comitato-ciclovia-del-metauro-una-grossa-responsabilit-impedire-la-realizzazione-di-una-pista-ciclopedonale/986021/

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 FDI: «ANCHE IL PD È PER IL RECUPERO DELLA FERROVIA»

Urbinelli critica Ubaldi per «gli attacchi faziosi e ideologici»

COLLI AL METAURO «Non sappiamo se il capogruppo di minoranza a Colli al Metauro Michela Ubaldi abbia dormito sonni tranquilli dopo l’incredibile passo indietro del consigliere regionale Biancani, massimo esponente del suo stesso partito in Regione» commenta Alessandro Urbinelli, portavoce di Fratelli d'Italia-Metauro Tricolore Colli al Metauro Cartoceto. «Dopo le ultime dichiarazioni del consigliere Biancani a favore della ferrovia Fa-no-Urbino è ormai chiaro che gli attacchi mossi dalla minoranza all’amminisnazione comunale di Colli al Metauro si sono rivelati non solo faziosi e ideologici, ma anche controproducenti. La mozione volta ad impegnare la maggioranza a prendere posizione contraria alla ferrovia si è rivelata un autogoal clamoroso». Urbinelli sottolinea che «la senatrice Accoto (M5S), sottosegretaria del ministro Orlando (Pd), ha confermato che a breve avremo disponibili i risultati dello studio di fattibilità sulla ferrovia Fano-Urbino voluto dal governo. Forse Ubaldi troppo impegnata a spianare la strada a Uguccioni con sterili polemiche strumentali ed inconcludenti, non si è accorta che a livello nazionale e regionale il suo partito sta sostenendo la riapertura della tratta ferroviaria. I fatti dimostrano in maniera chiara che l’assessore regionale Baldelli ha proceduto in maniera seria e corretta, rimanendo sia in ascolto dei territori sia nel rispetto delle normative nazionali e dello studio di fattibilità. Biancani ha smentito le sue precedenti posizioni e ha dovuto ammettere le potenzialità di una infrastruttura come la ferrovia. Ubaldi e il Pd locale sono rimasti indietro e continuano la loro solitaria lotta contro i mulini a vento. La vicenda dimostra l'incapacità del Pd di leggere la realtà confermando a sua volta di essere inadeguato ad amministrare il nostro Comune».

Roberto Giungi

Da: Corriere Adriatico del 3/7/2021

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CICLOVIA, IL COMITATO ALIMENTA IL DUALISMO

Ribadita la solita tesi ignorando i fatti acclarati

Fano -  In replica agli sviluppi della vicenda relativa al recupero dell’ex ferrovia Fano Urbino interviene di nuovo, attraverso una e mail inviata da Enrico Tosi, il comitato ciclovia del Metauro, che continua ad alimentare una opzione, oggettivamente stucchevole, tra diverse infrastrutture ecosostenibili a servizio del territorio provinciale, che devono al contrario essere promosse in modo integrato assolvendo a esigenze di mobilità complementare.  Ossia il trasporto su ferro lungo i binari dell’ex ferrovia Fano Urbino e la ciclovia del Metauro.

Le novità - Con un articolo comunicato vengono reiterati i temi oggetto di una polemica annosa tra chi sostiene la necessità della riattivazione della ferrovia e chi propende per l’utilità su quel sedime di una pista ciclopedonale. Ma l’argomentazione è capziosa perché non tiene conto dei fatti acclarati (alcuni di recente). Non è ammesso costruire la pista ciclabile sul sedime ferroviario come sostiene il vertice di Rete Ferroviaria Italiana e l’autorizzazione data per la distanza di 1,5 m dai binari si basava su una normativa manifestamente incongruente: RFI sta svolgendo uno studio di fattibilità per il recupero della tratta ferroviaria sia per l’uso turistico sia l’uso commerciale e il comitato in questione  non può pretendere di conoscerne in anticipo l’esito, considerando l’ampio spettro di soluzioni tecniche adottabili per superare  le criticità del percorso. Lo studio SVIM del 2003 è fuorviante non fosse altro perché presupponeva che il costo della riattivazione fosse a carico della Regione mentre ora sarebbe a carico dello Stato; l’esigenza di contenere il cambiamento climatico impone di traferire su fetto i trasporti su gomma; la ciclovia del Metauro si farà come ma in una sede diversa dall’ex ferrovia. Lorenzo Furlani.

Da: Corriere Adriatico del 3/7/2021

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BIANCANI:"L'EX FERROVIA È IDEALE PER REALIZZARE UN PERCORSO CICLOPEDONALE”

Fano 06/07/2021 - In questi giorni mi sono state attribuite alcune dichiarazioni, in particolare da parte di rappresentanti politici, riguardo al ripristino della ferrovia sul vecchio tracciato della Fano-Urbino, che non mi appartengono. Sostengono che io abbia cambiato idea rispetto al progetto di realizzare un percorso ciclopedonale lungo l'ex ferrovia Fano-Urbino. Non è così, infatti ribadisco che l'ex ferrovia è l'area ideale per realizzare un percorso ciclopedonale.

Vorrei comunque chiarire che non sono mai stato contrario a un collegamento ferroviario tra Fano e Urbino, ma sostengo da sempre che un treno commerciale, quindi per il trasporto di pendolari e merci, non possa essere riattivato sul vecchio tracciato.

L’attuale tracciato, infatti, ha moltissime criticità, tra cui in particolare la presenza di ben 97 passaggi a livello con diverse intersezioni con strade importanti. Inoltre, anche se non viene detto molto spesso, la ferrovia non arriva veramente ad Urbino, ma sotto. I binari infatti si fermano davanti ai capannoni della Benelli Armi. Per arrivare in città occorrerebbe poi istituire un’apposita navetta per affrontare la salita finale. Una linea lenta, che se non verranno realizzati anche numerosi sovrappasi e sottopassi, rallenterà anche la viabilità stradale esistente e che per di più non porta pendolari, studenti e turisti veramente a Urbino. Per questo penso che non sia opportuno un riutilizzo commerciale di quella linea così come , sino ad oggi, è ritenuto anche da RFI e dal ministero, che non solo dismisero la ferrovia nel 2011, ma stavano anche per venderne una parte.

Ci opponemmo alla vendita perché ritenevamo, e così tutt’ora, che mantenere l’unitarietà di quell’infrastruttura era nell’interesse pubblico per salvaguardarne le potenzialità di sviluppo che avrebbe offerto al territorio attraverso, ad esempio, la realizzazione della ciclovia a fianco dei binari con l'eventuale attivazione di un treno turistico o di altri mezzi sostenibili, compatibili con il nostro progetto di ciclovia.

Una ciclovia lineare, ben isolata dal traffico e che non avrebbe costretto ciclisti e pedoni a passare tra case, strade e parcheggi dei residenti, avrebbe rappresentato un vero attrattore turistico e migliorato la qualità della vita dei residenti.

Parlare di ripristino di una tratta commerciale, ovvero per il trasporto dei pendolari e merci, vuol dire non conoscere realmente il tracciato e le esigenze del territorio. Il treno passerebbe vicino alle case costruite a ridosso del sedime negli ultimi 30 anni, e bloccherebbe il traffico dei paesi ad ogni suo passaggio. Tutto questo per non arrivare nemmeno realmente a Urbino.

Per questo sono sempre stato favorevole, e l’ho dichiarato più volte, a progetti che pensino a una nuova linea ferroviaria che ci permetterebbe di guardare al futuro e alle reali necessità del territorio. Una tratta che potrebbe ad esempio passare a fianco della Fano-Grosseto o in un tracciato individuato da RFI, collegando la stazione di Fano, sulla linea adriatica, a quella di Arezzo da cui si può prendere l’alta velocità per Roma e Firenze, pensando eventualmente a un collegamento verso Urbino, che arrivi realmente in città.

Un’ulteriore possibilità potrebbe essere quella di collegare Fano con Fabriano, utilizzando parte della tratta già esistente che parte da Pergola, in modo da connettersi poi con la Falconara-Orte e arrivare verso Roma. Un percorso più lungo ma che nei prossimi anni sarà potenziato con il raddoppio dei binari e che costituirebbe un collegamento del nostro territorio con la costa tirrenica.

Una ferrovia che colleghi la nostra costa alle linee ferroviarie tirreniche sarebbe un’opera realmente strategica, ma è fuori dalle possibilità di sviluppo dell’attuale tracciato che ha un solo binario, è privo di possibilità di raddoppio e che, ad oggi, termina davanti ad un’importante fabbrica del nostro territorio.

Ci tengo dunque a chiarire che sono favorevole al trasporto ferroviario nel nostro entroterra purchè mirato a collegarlo al Tirreno e che sia fatto su un tracciato nuovo, con reali possibilità di ampliamento, sviluppo e innovazione tecnologica, ribadendo anche che, l’attuale tracciato, va utilizzato per la pista ciclopedonale che risulta, come scritto nei pareri tecnici finora rilasciati, compatibile anche con l'eventuale attivazione del treno turistico.

Ora la Regione dichiara di essere in attesa dell'esito, più volte annunciato, dello studio di fattibilità di RFI, che dovrebbe permettere di conoscere il reale rapporto tra costi e benefici del ripristino della linea non solo a fini turistici ma anche commerciali e che consentirebbe di avere ulteriori elementi per valutare le decisioni future. Resto rammaricato del fatto che la Regione abbia già deciso di non realizzare il percorso ciclopedonale lungo la ferrovia, senza aspettare nemmeno l'esito di questo studio di fattibilità.

da Andrea Biancani  Consigliere Regionale 

https://www.viverefano.com/2021/07/07/biancanilex-ferrovia-ideale-per-realizzare-un-percorso-ciclopedonale/987833/

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3 LUGLIO 2021  GABRIELE BARILETTI  PAGINA FACEBOOK 

Michele Mazza e gli altri amici FVM: ma non viene il sospetto anche a voi che ai vari Tosi, Ricci e Can bianchi della ciclabile fotta loro una beata "mentula" e invece contro la ferrovia vi siano ben altri onusti interessi?

A pensar male si fa peccato - e io che sono aduso farlo chiedo per questo ante et post actum perdono a Dio - ma che volete?  quasi sempre ci si azzecca, in questa nostra (H)era

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 «Ciclovia lungo la ferrovia soluzione migliore»

PISTA FANO-TAVEMELLE INIZIATIVA DEL COMITATO DOMANI A LUCREZIA

LA BATTAGLIA

CART0CET0 Nuova iniziativa pubblica, ma a Lucrezia di Cartoceto, per rilanciare le ragioni della ciclovia lungo la tratta ferroviaria dismessa Fano-Urbino. L’appuntamento è domani alle 21 in piazza Papa Giovanni Paolo II e il programma prevede un breve filmato sull'attuale condizione della linea ferrata, una mostra fotografica sullo stesso tenore e un aggiornamento sugli ultimi sviluppi della vicenda. La giunta regionale di centrodestra ha bocciato il progetto di una ciclovia da Fano a Tavemelle di Colli al Metauro, a un metro e mezzo dei binari, avviato dalla precedente amministra- zionedi centrosinistra

La politica trai binari

Si sta dunque elaborando una soluzione alternativa, che sempre a giudizio della giunta regionale salverebbe il finanziamento di oltre 4 milioni. Si punta inoltre a prolungare il percorso fino ai confini con l'Umbria e a garantire la riattivazione della vecchia tratta. Per restare in termini ferroviari, questo è uno snodo fondamentale nella diversità di vedute fra amministrazione marchigiana e comitato.

«È per famiglie e piccoli»

«Il progetto della giunta regionale - affermano gli organizzatori dell'incontro a Lucrezia - lascia perplessi perché non coincide affatto con i criteri che definiscono la ciclovia. A livello paradigmatico la si potrebbe descrivere come un'infrastruttura per le famiglie con figli piccoli. In una catalogazione della viabilità sostenibile è da considerare l'equivalente dell'autostrada per biciclette: il tracciato deve essere percorribile in assoluta sicurezza e in entrambi i sensi di marcia».

«Progetto Ancona non sicuro»

«Queste caratteristiche si ritrovano nel progetto della ciclovia lungo la tratta dismessa, non in quello della Regione. Una ciclovia sulle Cesane? È una cosa diversa. è una pista per scalatori professionisti. E quale sarebbe il margine di sicurezza, se si sposta il tracciato lungo una strada trafficata come la Flaminia? E dove sarebbe lo spazio per il doppio senso di marcia?».

Relatori Tosi e Rovinelli

Saranno i fanesi Enrico Tosi e Renzo Rovinelli. entrambi del comitato, i relatori dell'iniziativa a Lucrezia di Cartoceto, con cui gli organizzatori intendono spezzare una nuova lancia per la ciclovia lungo la vecchia tratta, approfondendo «i motivi per cui non conviene ripristinare una ferrovia dismessa da 34 anni e invece è necessario realizzare una cicloria utile sia per la mobilità quotidiana sia per il rilancio turistico di un territorio ricco di storia, natura e cultura».

Da: Corriere Adriatico del 14/7/2021

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 SINDACO GAMBINI AL DUCATO: “SENZA FERROVIA FUORI DAL MONDO”; C’È UNO STUDIO

Il sindaco di Urbino Maurizio Gambini intervistato dal Ducato

14 LUGLIO 2021

URBINO, 14 LUG. – “La ferrovia è fondamentale, perché una città senza treno è una città esclusa dal mondo”: lo ha detto il sindaco di Urbino, Maurizio Gambini, intervistato dal Ducato. “Con i fondi europei sarà importante togliere dall’isolamento la parte centrale dell’Appennino, per dare impulso ad aree, come la nostra, che hanno molto da dare”.

In merito, il sindaco ha annunciato che uno studio è in atto: “Ho chiesto uno studio alle Ferrovie dello Stato per il tratto Santarcangelo di Romagna – Pergola -Fabriano, così da valutare quali possano esserne i flussi, gli spostamenti e le utenze”.

E sul collegamento Urbino-Fano, Gambini ha detto: “Non ci si deve fermare, anche se viene contrastato dai comuni in cui la ferrovia si trova a passare … E potrebbe essere un plus per Fano”.

Il sindaco ha invece criticato la scelta di smantellare la tratta fatta da precedenti Amministrazioni: “Non si può smantellare una ferrovia che costa più di un miliardo per realizzare una pista ciclabile, che ha un impatto economico bassissimo, dell’ordine di qualche milione, e che può essere fatta anche in altre zone”.

http://www.ilducato.it/2021/07/14/sindaco-gambini-al-ducato-ferrovia-fondamentale-senza-fuori-dal-mondo-ce-uno-studio/

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CICLOVIA DEL METAURO, UN TRENO PERSO? SE NE PARLA DOMANI

   ‘Ciclovia del Metauro: un treno perso?’, è il titolo dell’incontro pubblico in programma per domani sera a partire dalle 21 in piazza Papa Giovanni Paolo II a Lucrezia. L’organizzazione è del Comitato Ciclovia del Metauro. "Durante la serata – evidenzia Enrico Tosi del Comitato – saranno approfonditi i motivi per cui non conviene ripristinare una ferrovia abbandonata da 34 anni ed invece è necessario realizzare una ciclovia, utile sia per la mobilità quotidiana, che per il rilancio turistico di un territorio ricco di storia, natura e cultura. Nel corso dell’incontro saranno proiettate immagini relative alla situazione dell’ex ferrovia e approfondite le ultime novità relative alla ciclovia".  "I cittadini – aggiunge Tosi - sono invitati a partecipare, naturalmente nel rispetto delle precauzioni anti-Covid. L’argomento necessita, infatti, di costanti aggiornamenti e approfondimenti, in quanto molte persone lo conoscono solo in modo superficiale. Siamo fortemente convinti che l’infrastruttura possa diventare un’utilissima pista ciclabile".  s.fr.

 https://www.ilrestodelcarlino.it/pesaro/cronaca/ciclovia-del-metauro-un-treno-perso-se-ne-parla-domani-1.6589458

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CARTOCETO: "SI ALLA CICLOVIA DEL METAURO"

 2' di lettura 17/07/2021 - I social sono importanti ma ancor di più lo è il contatto diretto con le persone; per questo il Comitato Ciclovia del Metauro ha incontrato lo scorso giovedì sera i cittadini di Lucrezia di Cartoceto per ribadire che una ciclovia lungo i binari della dismessa ferrovia Fano Urbino è una formidabile occasione di crescita per tutta la valle del Metauro.
Premessi gli enormi e forse insormontabili problemi di un eventuale ripristino della ferrovia abbandonata da 34 anni (gallerie non a norma, ponti e viadotti non in grado di sostenere un treno in corsa, massicciata ferroviaria compromessa, ecc.) sono stati evidenziati i vantaggi di una ciclovia come la rivalutazione economica degli immobili, la possibilità di spostarsi in sicurezza a piedi o in bici tra quartieri, di attirare importanti flussi turistici, di evitare l’abuso dell’auto per fare la spesa, andare a scuola o al lavoro, ecc.

E’ stato inoltre ribadito il concetto che una ciclovia rispondente alle norme di legge non può essere tracciata ai margini di strade trafficate e pericolose, ma deve essere una strada specifica per le biciclette, quindi sicura, agevole e a doppio senso di marcia; una infrastruttura del genere non solo restituisce moltiplicati i fondi impiegati per realizzarla ma, come dimostrano i dati consolidati, produce vantaggi e reddito per il territorio. L’auspicio è quello che, come sta avvenendo altrove nelle Marche, anche nel nostro territorio riprenda l’iter per realizzare una ciclovia progettata e finanziata ma inopportunamente abbandonata a un passo dal traguardo.

Il Comitato, a cui finora hanno aderito circa 800 persone, organizzerà altri incontri pubblici perché una corretta e approfondita conoscenza dei dati porta sempre nuovi consensi ad un progetto che ha già raccolto circa 5.400 firme che si spera possano essere prese in considerazione dalla Giunta regionale. Il tempo per riconsiderare decisioni affrettate esiste, anche perché fortunatamente sono stati prorogati di un anno i termini per impegnare i 4,5 milioni concessi dalla UE per una strada dedicata specificamente alla mobilità sicura e agevole in bicicletta. dal Comitato Ciclovia del Metauro

https://www.viverefano.com/2021/07/19/cartoceto-si-alla-ciclovia-del-metauro/994522

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IL FERROCICLO

 La legge sulle ferrovie turistiche offre alla Fano Urbino l’interessante opportunità del ferrociclo, cioè il veicolo ferroviario a pedalata naturale o assistita detto anche bicitreno, draisina, vélorail o bici-rail (art. 10, l.n. 128/2017). Ad oggi, purtroppo, nessuno è passato dalle parole ai fatti.

Già oltre 20 anni fa gli stessi fautori del ripristino della ferrovia ritenevano che questo mezzo ultra leggero fosse utile per rivitalizzare la linea in maniera discreta e graduale; anche nel 2012 vedevano con simpatia l’idea di salire lungo i binari con un ferrociclo a cui erano interessati anche importanti operatori turistici della Romagna; era stato inoltre realizzato un prototipo che, col nome di StraUrbino Express, dalla primavera del 2013 avrebbe dovuto correre tra Canavaccio e Urbino; sarebbe stato il primo in Italia, mentre in Francia ne esistevano già 38.

Lo stesso sindaco di Urbino ci pensa da anni anche sulla base di un sostegno tecnico importante, quello del Collegio degli Ingegneri Ferroviari che nel 2017 ha organizzato un convegno durante il quale è stato presentalo un altro veicolo del genere in grado di muoversi in sicurezza in pianura; ne approfitterebbe in particolare Fossombrone, il cui Consiglio comunale nel 2019 ha approvato una mozione per utilizzare questo veicolo per riattivare almeno parzialmente la linea dismessa.

Che sia un progetto molto interessante è stato confermato nel gennaio 2019 da una grande confederazione nazionale del commercio e del turismo il cui segretario provinciale vuole portare sulla Fano Urbino il ferrociclo che, grazie ad un costo assolutamente irrisorio e a un percorso straordinario, avrebbe un impatto eccezionale sull’economia.

In effetti, almeno tra Urbino e Fermignano le condizioni sembrano ottimali: l’attrattività di una città patrimonio Unesco, un percorso di circa 5,5 km con una pendenza media del 25 x 1000, un panorama molto bello, stazioni di arrivo e partenza ampie e in buone condizioni, ecc.; in più, non dovrebbe mancare il supporto dei nuovi amministratori regionali che credono fortemente nelle potenzialità del trasporto su ferro.

A detta degli esperti, il progetto ferrociclo costerebbe appena 500.000 euro: un’inezia rispetto agli 87 m/€ + IVA al 22% + 20 / 25 m/€ per l’elettrificazione che secondo gli stessi esperti servirebbero per una metropolitana. Inoltre, già a fine 2017 era previsto lo stanziamento di 235 milioni euro per la valorizzazione turistica delle ferrovie minori, in media 13 milioni per ciascuna delle 18 presenti nell’elenco della legge sulle ferrovie turistiche.

E’ quindi il momento di impegnarsi sui veicoli ferroviari a pedali perché il cicloturismo sta crescendo anche nel nostro territorio; a metà giugno la Straducale ha portato a Urbino circa 1.000 cicloturisti; è nata la Ciclovia Appennino Alte Marche che collega 9 città dell’entroterra; è esploso il fenomeno della bici elettrica con la quale in una giornata si coprono agevolmente decine di km anche in salita e si valorizzano realtà finora marginali.

Nella valle del Metauro, nella lunga attesa di un treno, a breve l’offerta potrebbe essere duplice: una ciclovia da Fano a Fermignano e il carrello a pedali da Urbino a Fermignano.

Se “cura del ferro” deve essere, perché non cominciare dal ferrociclo? Costa poco, si può fare presto, lo vogliono gli stessi sostenitori della ferrovia, Comuni importanti ci credono, gli investimenti potrebbero venire anche da un’importante confederazione del turismo e, soprattutto, nessuno si opporrebbe; oltretutto, arriverebbero molti più visitatori rispetto alla settantina a bordo di un treno turistico attivato solo per qualche giorno l’anno.

Però, se non si riesce a fare un ferrociclo, che speranza ha un treno che, sempre secondo le cifre fornite dagli esperti, costa 70 volte di più se è di tipo turistico, e 260 volte di più se è per il trasporto pubblico locale?

Pagina Facebook Ciclovia del Metauro – 20/7/2021

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 RIATTIVAZIONE TRENO FABRIANO-PERGOLA. BALDELLI: "LINEA COLPEVOLMENTE DISMESSA RIPRENDE VITA, PER UNA REGIONE INTERMODALE E INTERCONNESSA"

 6' di lettura Fano 21/07/2021 - “Da rami secchi a germogli per il futuro: anche le linee ferroviarie dismesse giocano un ruolo chiave per la nostra visione complessiva delle infrastrutture di una regione che vogliamo intermodale e interconnessa, unita da nord a sud e da est a ovest, con una visione unitaria”.
Esprime soddisfazione l'assessore alle Infrastrutture Francesco Baldelli per la riattivazione, a partire da settembre, della tratta da Fabriano a Pergola, per fini turistici, con treno in partenza da Ancona.

“Sono passati quasi 8 anni – aggiunge Baldelli – dall’ultimo treno che ha percorso una delle tratte più funzionali al sistema di mobilità di quelle Marche più autentiche, colpevolmente abbandonate da una politica miope, che ha generato un solco profondo tra territori interni e costa, tra nord e sud della regione, un solco che il cambio di passo della Giunta Acquaroli ha iniziato a colmare”.

Una visione nitida di come dovrà essere una regione che vuole creare un modello di mobilità sostenibile a tutto tondo, interconnettendo ferrovie, strade, ciclabili e migliorare anche la viabilità interna, collegarla alla “grande viabilità”, valorizzando i territori della dorsale appenninica a fini turistici.

“L’itinerario che meglio rappresenta la nostra visione – aggiunge Baldelli – è quello che parte da Ascoli e risale le Marche lungo la costa, da San Benedetto del Tronto a Civitanova Marche, e da qui, grazie agli investimenti per la sua elettrificazione, arrivare veloci fino a Fabriano, uno snodo importante per raggiungere Roma o proseguire verso Pergola e poi, in prospettiva, collegarsi agli altri centri della dorsale adriatica. Un grande anello di ferro in grado di valorizzare una regione che, pur se declinata al plurale e suddivisa in valli e in grandi e piccoli comuni, deve poter contare su una visione unitaria”.

E in quest’ottica, il trasporto ferroviario rappresenta un tassello fondamentale sia per innovare la mobilità regionale che per velocizzare i collegamenti con le infrastrutture del Centro Italia: “Anche l'Europa indica come questa sia la direzione giusta da seguire – osserva l’assessore - imponendo agli Stati membri di raggiungere la soglia del 30 per cento del trasporto merci mediante treno entro il 2030. Per questo motivo, considero un vero successo essere riusciti ad inserire il potenziamento della Orte-Falconara nel Pnrr, così come avere a disposizione un commissario straordinario che ci consentirà di velocizzare i tempi di realizzazione saltando alcune lungaggini burocratiche”.

Ultima arrivata nel cambio di passo della Giunta Acquaroli sulle infrastrutture la tratta Fabriano-Sassoferrato-Pergola, dove in questi giorni sono stati avviati lavori di manutenzione per la riattivazione a settembre.

“Dismettere nel 2013 la tratta – sottolinea Baldelli - è stato un errore che testimonia ancora di più la mancanza di visione dei Governi regionali precedenti. Se si fosse dovuta ricostruire da zero un’infrastruttura di questo tipo si sarebbero dovuti investire 200 milioni di euro, eppure abbiamo rischiato di perdere per sempre l’opportunità di avere a disposizione un'opera di tale valore a causa di scelte retrograde e miopi, volute da chi parla di mobilità sostenibile a giorni alterni”.

Per riattivare la linea, Fondazione Fs ha già attuato un investimento da 1 milione di euro, anche se l'intervento più consistente, pari a circa 10 milioni, sarà realizzato il prossimo inverno. Nel 2021 il treno effettuerà tre viaggi tra settembre e ottobre, partenza da Ancona, con fermate intermedie che consentiranno di far scoprire ai turisti i borghi, Sassoferrato, la miniera di Cabernardi e i Bronzi Dorati. Dopo questi viaggi la linea sarà interessata da ulteriori importanti lavori di ammodernamento.

“E’ un'opportunità per il turismo interno e di prossimità – aggiunge Baldelli - attraverso una formula innovativa che permette lo sviluppo di un turismo lento e sostenibile, la decongestione dei flussi dei grandi centri e la destagionalizzazione della domanda. Aspetto non secondario è la qualità dei treni, destinati a 271 passeggeri, che saranno utilizzati, con carrozze arredate in modo elegante, in stile storico”.

Sarà dunque solo un assaggio in vista della prossima stagione. Quando i lavori di ammodernamento saranno conclusi, presumibilmente il prossimo marzo, il treno sarà definitivamente riattivato con tratte costanti. “Nel frattempo – conclude l'assessore Baldelli - abbiamo finanziato anche uno studio di pre-fattibilità per collegare Pergola con Urbino passando per Fermignano, perché la riattivazione del treno storico a fini turistici deve essere un buon viatico per il ripristino della linea commerciale”.

Di seguito le dichiarazioni del Sindaco di Fabriano Gabriele Santarelli: “Il ripristino della tratta è un'ottima notizia che aspettavamo da anni. Abbiamo lavorato per anni, da quando era stata interrotta per il piccolo dilavamento dovuto alle piogge, per la sua riattivazione e seppure questo avviene solo a scopo turistico lo considero un primo passo fondamentale per la sua piena ripresa anche per il trasporto locale. Bisogna dare atto alla Regione e in primis all'Assessore Baldelli di essere riuscito a fare in 10 mesi quello che in passato veniva dichiarato impossibile. Con Baldelli abbiamo condiviso diverse volte l'opportunità di lavorare su questa tratta e in un incontro di qualche giorno fa mi aveva anticipato questa notizia che avremmo voluto annunciare pubblicamente insieme ma i lavori che stanno eseguendo lungo la tratta ha giustamente incuriosito e la notizia è già diventata di dominio pubblico. E' evidente che era solo una questione di volontà e che dietro alle scuse accampate dalle due giunte precedenti c'era solo una diversa visione dello sviluppo delle aree dell'entroterra, visione, a mio modo di vedere, miope e sbagliata che dirottava il trasporto locale sulla gomma anziché sul ferro. Ora si aprono nuove prospettive. L'obiettivo è quello di arrivare a realizzare quello di cui parliamo dall'ormai lontano 2014: la ferrovia Subappenninica che dovrà unire Fano a Civitanova compiendo un percorso a ferro di cavallo unendo un territorio con notevoli rilevanze culturali, artistiche, imprenditoriali, nonché 3 città universitarie: Urbino, Camerino e Macerata. In quest'ottica Fabriano rappresenta lo snodo principale consentendo alle aree interne di potersi collegare alla Falconara-Orte. Le nuove tecnologie che annoverano i treni a idrogeno rappresentano una opportunità di sviluppo che per troppo tempo è stata ignorata se non addirittura avversata. Poi ci sarà spazio anche per l'ambizioso progetto del museo nei locali delle officine delle ferrovie presso la Stazione di Fabriano per il quale Bonafoni sta combattendo da anni e che ora sembra veramente a portata di mano. Ora intanto dovremo lavorare per cogliere questa occasione che ci viene data con l'attivazione dei treni turistici che possono già da soli portare molto al nostro territorio”.   Dalla Regione Marche

https://www.viverefano.com/2021/07/22/riattivazione-treno-fabriano-pergola-baldelli-linea-colpevolmente-dismessa-riprende-vita-per-una-regione-intermodale-e-interconnessa/996801/

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FERROVIE TURISTICHE, PERPLESSITA’ SUL SOPRALLUOGO DI FONDAZIONE FS SULLA NOTO-PACHINO

ByRoberto Palermo   21 Luglio 2021

Sulle ferrovie turistiche, ed in particolar modo sulla Noto-Pachino, occorre fare chiarezza: nota congiunta dell’Associazione Ferrovie Siciliane e di Sicilia in Progress

Ferrovie Siciliane e Sicilia in Progress desiderano chiarire una serie di punti in relazione al susseguirsi di annunci di Fondazione FS Italiane sulla riapertura di ferrovie dismesse siciliane: ultimo in ordine cronologico il post pubblicato in data 12/07/2021 sulla pagina Facebook della Fondazione FS Italiane:

“Sopralluogo congiunto del Servizio Infrastrutture e Lavori della Fondazione FS e Rete Ferroviaria Italiana sulla meravigliosa linea che congiunge la stazione di Noto sulla linea Siracusa – Canicattì a quella di Pachino dismessa dal 1986. I tecnici hanno avuto modo di valutare lo stato della sede ferroviaria e dei fabbricati di stazione. Considerato il grande valore paesaggistico e turistico delle località attraversate, in particolare la Riserva di Vendicari ed il meraviglioso borgo marinaro di Marzamemi, la Fondazione FS sta stimando i costi necessari per la riapertura dell’intera linea all’esercizio con treni storici e turistici nel contesto del PNRR”.

Va subito chiarito un aspetto, squisitamente tecnico. Pensare di stimare i costi del ripristino di una linea ferrata lunga 27 km e dismessa da 35 anni attraverso un “sopralluogo congiunto”, in altre parole una passeggiata, è a dir poco illusorio.

Ci sarà consentito di avere qualche dubbio sulla lunghezza di questa passeggiata, considerato che per decine di km l’ex tracciato della ferrovia Noto – Pachino è occupato da rovi e fitta vegetazione, non per ultime ci sono le aree occupate abusivamente o addirittura cedute. Vedi Noto Marina. Da percorrere sotto il sole cocente del luglio siciliano.

A cose del genere può credere soltanto chi non ha mai avuto a che fare con le ferrovie: in tal senso non ci meravigliamo degli “osanna” subito cantati da tanti non addetti ai lavori e delle associazioni amatoriali sicule e dei loro esponenti, esperti, tutt’al più, di treni giocattolo.

Le infrastrutture sono cose serie: devono rispondere a normative progettuali, strutturali e di esercizio rigorosissime. Le “stime” vanno fatte attraverso rilievi strumentali, sondaggi, verifiche strutturali, prove di carico ed analisi geognostiche che, messe insieme, danno luogo ad un elaborato tecnico, comunemente denominato “progetto”.

Allo stadio più elementare, la normativa prevede il “progetto di fattibilità” che, per qualsiasi opera pubblica, deve rispettare parametri di approfondimento tali da consentire proprio la stima dei costi. Elemento essenziale, al suo interno, è quella famosa “analisi costi-benefici” che va messa all’attenzione di chi dovrà prendere la decisione di realizzare, o meno, l’opera.

Nel caso delle Opere Pubbliche, si tratta sempre di un Ente Pubblico, governato, ovviamente da politici. I quali, non essendo tecnici, non avrebbero altro modo se non affidarsi agli elaborati progettuali di cui sopra per decidere la destinazione di fondi che, essendo pubblici, devono essere destinati a benefici collettivi e non all’interesse di pochi.

Sperando di non essere stati troppo pedanti, abbiamo voluto riportare il lettore dall’iperuranio immaginifico del post di Fondazione FS alla dura realtà delle OO.PP. Le quali, senza un progetto di fattibilità, non soltanto non possono essere realizzate, ma neanche finanziate.

A tal proposito, veniamo al secondo aspetto, a dir poco equivoco, del post: il finanziamento dell’opera “nel contesto del PNRR”. In tal senso, non ci risulta siano previsti fondi per le “ferrovie turistiche” nel Piano Nazionale di Rinascita e Resilienza, nella versione recentemente approvata dalla UE, che conosciamo sufficientemente bene. Né, tanto meno, al suo interno si accenna minimamente alle ferrovie turistiche, così come definite dalla L. 128/2017.

Sappiamo che sono previste somme per le ferrovie regionali del sud, (Potenziamento, elettrificazione e resilienza delle ferrovie nel Sud per 2,4 miliardi) ma si tratta di linee in esercizio, persino ben individuate; queste somme sono infatti destinate alle linee finalizzate ad incrementare la “competitività e la connettività del sistema logistico intermodale (ferrovie-aeroporti-porti) e i collegamenti con le grandi città”.

Sarebbe persino auspicabile che, in questo ambito, si trovi spazio anche per le ferrovie dismesse, ma ne dubitiamo. Ad ogni modo, come abbiamo visto, esse non potrebbero certo permettersi di mantenere la mera finalità turistica per la quale spinge Fondazione FS Italiane. Soprattutto se consideriamo che i costi di ripristino di queste infrastrutture, specie se chiuse da decenni, sono valutabili mediamente in diversi milioni di Euro a km.

In tempo di PNRR, a cui tutti hanno detto di attingere, anche per il restauro dell’abbeveratoio centrale di Roccacannuccia (località di fantasia), non possiamo biasimare Fondazione FS Italiane per aver fatto la stessa cosa.

Ma la Noto-Pachino, come tutte le ferrovie dismesse, non è un abbeveratoio. E difficilmente troverà risorse a sua disposizione all’interno di un PNRR che ha ben altre priorità. Senza contare che lo stesso necessita di progetti esecutivi, da ultimare entro il 2026. Altro che stime da stime da scampagnata!

https://www.siciliainprogress.com/2021/07/21/ferrovie-turistiche/?fbclid=IwAR1X7yonCdpkME1vqRS8oNrTlotb6-3swaBpKl4oy_sGlVF8gwoThJG_FnM

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CS – Lupini, Ruggeri e Terzoni (M5S): “Fabriano-Pergola, primo passo per ricucire le Marche”

26 Luglio 2021

Ancona – L’intesa tra Regione Marche e Fondazione Ferrovie dello Stato riaccende la Fabriano-Pergola: da lungo tempo chiusa, la linea ferroviaria riprenderà a correre dopo l’estate, con un treno turistico che partirà da Ancona e farà scalo a Fabriano prima di raggiungere Sassoferrato e Pergola. Un primo passo, sorretto da un milione di euro di investimenti a cui se ne aggiungeranno altri 10, verso l’obiettivo di una linea sub-appenninica, che dovrà unire Fano a Civitanova passando per Urbino, Fabriano, Camerino, Macerata.

Soddisfatte del risultato raggiunto le tre esponenti pentastellati Patrizia Terzoni (Camera dei Deputati), molto attiva sul tema delle infrastrutture, Simona Lupini e Marta Ruggeri, consigliere regionali delle Marche elette rispettivamente a Fabriano e Fano.

“Finalmente riparte la Fabriano-Pergola: è un risultato molto importante aver avviato in tempi rapidi questo nuovo progetto. La tratta è di esclusiva competenza della Regione, e una sinergia forte ci permetterà di avviare una bella opportunità di rilancio turistico, che può essere il punto di partenza per potenziare la mobilità dolce nelle aree interne”, è il commento di Patrizia Terzoni, che a novembre 2020, fiutata l’opportunità di un cambio di rotta nelle politiche regionali sui trasporti, aveva messo in contatto il direttore generale della Fondazione Ferrovie dello Stato, Luigi Cantamessa, con l’assessore Baldelli.

Rilanciano Simona Lupini e Marta Ruggeri: “Il nostro obiettivo è chiudere quel gap di infrastrutture tra entroterra e costa che ci penalizza a livello economico, sociale e turistico. Alla riattivazione della Fabriano-Pergola, dovranno seguire gli altri investimenti necessari per completare la Sub-Appenninica, la linea che unirà Urbino, Fabriano, Macerata e Camerino alla costa” – un volano per il turismo e per le opportunità di lavoro, specialmente se si lavorerà in sinergia con altre forme di mobilità dolce, come le ciclovie, sottolineano le consigliere regionali – “Un buon coordinamento tra enti e territori potrebbe attivare percorsi ciclabili che partendo dalle varie fermate permettano di attraversare e ammirare il nostro bellissimo Appennino, naturalmente senza intaccare il sedime ferroviario”.

Un percorso che incrocerà necessariamente la dimensione dello sviluppo sostenibile: “Il rilancio delle aree interne deve avvenire sempre in un’ottica di sostenibilità, ambientale e sociale: gli investimenti sulla ferrovia creeranno connessioni green e porteranno flussi turistici e di spostamento sostenibili. La Regione, che ha la competenza sulla tratta, deve credere in questa opportunità: è l’occasione, finalmente, di ricucire le Marche”, concludono le esponenti del Movimento 5 Stelle.

https://www.fanoinforma.it/cs-lupini-ruggeri-e-terzoni-m5s-fabriano-pergola-primo-passo-per-ricucire-le-marche/?fbclid=IwAR2EqtFSGhttujPmsOQpA-j1R10E2cWWDBWvT9KHbjxP_7iAmBPyGu2b5OQ

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Dopo la Fabriano-Pergola in arrivo la nuova linea Sub-Appenninica: unirà Fano a Civitanova

In arrivo 11 milioni di euro per completare il progetto: la nuova linea dovrà unire Fano a Civitanova passando per Urbino, Fabriano, Camerino, Macerata. Ecco i dettagli

Di Lorenzo Ceccarelli - 29 Luglio 2021

I primi lavori iniziati lungo la tratta Fabriano-Pergola

PERGOLA – Il progetto del ripristino del tratto ferroviario Fabriano-Pergola è sempre più reale. L’intesa tra Regione e Fondazione Ferrovie è sempre più vicina e non è utopia ipotizzare che, già dopo l’estate, tornerà a viaggiare sui binari il convoglio che partirà da Ancona e farà scalo a Fabriano prima di raggiungere Sassoferrato e Pergola.

Un primo passo, sorretto da un milione di euro di investimenti a cui se ne aggiungeranno altri 10, verso l’obiettivo di una linea sub-appenninica, che dovrà unire Fano a Civitanova passando per Urbino, Fabriano, Camerino, Macerata.

Soddisfatte del risultato raggiunto le due esponenti pentastellate Simona Lupini e Marta Ruggeri, consigliere regionali delle Marche elette rispettivamente a Fabriano e Fano: «Il nostro obiettivo è chiudere quel gap di infrastrutture tra entroterra e costa che ci penalizza a livello economico, sociale e turistico. Alla riattivazione della Fabriano-Pergola, dovranno seguire gli altri investimenti necessari per completare la Sub-Appenninica, la linea che unirà Urbino, Fabriano, Macerata e Camerino alla costa».

«Si tratta di un volano per il turismo e per le opportunità di lavoro, specialmente se si lavorerà in sinergia con altre forme di mobilità dolce, come le ciclovie – sottolineano le consigliere regionali – Un buon coordinamento tra enti e territori potrebbe attivare percorsi ciclabili che partendo dalle varie fermate permettano di attraversare e ammirare il nostro bellissimo Appennino, naturalmente senza intaccare il sedime ferroviario».

Un percorso che incrocerà necessariamente la dimensione dello sviluppo sostenibile. «Il rilancio delle aree interne deve avvenire sempre in un’ottica di sostenibilità, ambientale e sociale: gli investimenti sulla ferrovia creeranno connessioni green e porteranno flussi turistici e di spostamento sostenibili. La Regione, che ha la competenza sulla tratta, deve credere in questa opportunità: è l’occasione, finalmente, di ricucire le Marche», concludono le esponenti pentastellate.

Trenino Fano-Urbino

Rimane ancora in standby il ripristino del trenino che collega Fano ad Urbino anche se la sottosegretaria al Lavoro e alle Politiche sociali Rossella Accoto a fine giugno si era espressa così. «Procede spedito lo studio di fattibilità da parte di RFI per il ripristino della linea commerciale o turistica della Fano-Urbino – aveva detto Accoto -. Sono state fatte ispezioni approfondite sul tratto ferroviario per identificare gli interventi dettagliati che dovranno essere completati e che verranno quantificati nel documento finale. Saranno previsti interventi di pulizia di tutta la linea, rifacimento del corpo stradale, interventi sulle gallerie, ristrutturazione della sovrastruttura ferroviaria, sistemazione sulle opere d’arte principali, interventi sulla viabilità nella zona di uscita di Fano, attrezzaggio completo con segnalazioni luminose e sistemazione dei passaggi a livello pubblici e privati. Gli interventi andranno quantificati nel dettaglio perché si vuole ripristinare una infrastruttura pienamente efficiente, sicura e moderna. Il treno potrà essere a trazione diesel, ibrida o a idrogeno».

E conclude: «La prima parte dello studio di fattibilità puntava a quantificare gli interventi dettagliati. In autunno avremo la conclusione dell’indagine con l’analisi dei costi e dei benefici dell’opera».

https://www.centropagina.it/pesaro/dopo-fabriano-pergola-arrivo-linea-sub-appenninica-fano-civitanova/

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Il consigliere regionale Rossi
“Guasto all’acquedotto, servono lavori urgenti”

Il recente guasto all’acquedotto di Pesaro che ha lasciato senza acqua l’intero territorio evidenzia l’esigenza di intervenire nelle condutture che nella nostra provincia di Pesaro e Urbino fanno registrare perdite d’acqua che sono superiori al 30%.
Invece di stare ad ipotizzare strutture costose ed inadeguate come per esempio la mega diga da costruire alle sorgenti del fiume Candigliano, gli organismi preposti e competenti come l’AATO intervengano subito richiedendo l’impiego dei soldi pubblici in opere le quali siano fattibili di immediata realizzazione utili e necessarie come sarebbe per esempio la ristrutturazione della rete acquedottistica provinciale.
Giacomo Rossi consigliere regionale Civici Marche
Da Il Resto del Carlino del 31/7/2021

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Ferrovia Fano-Urbino: 4 anni fa la legge che poneva le premesse per la riapertura

L'Associazione FVM riconosce ad Acquaroli e Baldelli un vero «cambio di passo»

URBINO

«Il 2 agosto è una data da ricor­dato nolla nostra Provincia: quattro anni fa - scrive l'Associazione FVM,  Ferrovie Valmetauro- la Commissione Traspor­ti del Senato, con funzioni deli­beranti, discusse ed approvò la Legge 128/2017 detta 'delle Fer­rovie Turistiche' che salvò la fer­rovia Fano-Urbino dai propositi distruttivi della classe dirigente regionale dell'epoca. Infatti gli appartenenti locali al partito promotore della legge, pur di raggiungere l'obiettivo di una pi­sta ciclabile, erano riusciti a far scomparire la ferrovia Fano-Ur­bino dall'elenco delle prime 7 li­nee della proposta di Legge originaria. Fu per l'azione del Presi­dente di Commissione Trasporti onorevole Meta che il 24 gennaio 2017, grazie anche ai buoni uf­fici del sindaco di Urbino e del Ministro Franceschini, che la Fa­no-Urbino fu reinserita d'impe­rio nell'olenco definitivo della Legge ed approvata alla Came­ra per l'iter successivo al Sena­to». La mobilitazione a Urbino fu estesa per scongiurare la pa­rola 'fine', anche Vittorio Sgar­bi, all'epoca assessore, si diede da faro a lungo in accordo con Gambinl. «Poco dopo l'entrata in vigore della Legge (7 settem­bre 2017) il Ministero delle Infra­strutture e dei Trasporti, assie­me al Dicastero dei Beni Cultura­li, emise il Plano Strategico del­la Mobilità Turistica (12/9/2017) in cui un notevole ruolo era riser­vato alle 18 linee della Logge 128, tra cui la Fano-Urbino, per far meglio conoscere le bellez­ze diffuse in tutta Italia. Per le ferrovie turistiche si definì an­che il finanziamento di 235 mi­lioni di euro, elevato poi a 337 milioni nel Contratto di Pro­gramma tra MIT ed RFl por il quinquennio 2017-2021. Quin­quennio durante il quale non una lettera dì richiesta fondi per la Fano-Urbino fu mossa dalla compagine che governava la Regiono Marche, fino a quando la senatrice Accoto richiese ed ot­tenne un milione di euro per lo

studio di fattibilità. Ma in barba alla Legge ed al finanziamento por lo studio di fattibilità la Re­gione Marche persegui comun­que l'idea di una pista clclabile sul tracciato ferroviario collo­candola a 1.5 moiri dal binario come se si trattasse di un cantie­re ferroviario rimovibile. La neo eletta Giunta regionale, al con­trario. si è caratterizzata per un notevole cambio di strategia: l'Assessore alle Infrastrutture Baldelli ha salvaguardato la fer­rovia Fano-Urbino spostando più a lato la pista ciclabile. Se la provincia di Pesaro e Urbino po­trà dotarsi di una rete ferrovia­ria interna, come ogni territorio civile o moderno, che contribui­rà ad alleviare l’isolamento delle zone interno ed a rilanciare l'economia ed il turismo con nuove possibilità di lavoro lo si deve perciò alla senatrice Acco­to e all'assessore regionale Baldelti. Dispiace prendere atto che chi amministra alcuni comu­ni del territorio non abbia anco­ra compreso quanto sia alta la posta in gioco nonostante il Re­covery Plan, con l'assegnazione di 13.6 miliardi di nuovi investi­menti ferroviari aggiuntivi ri­spetto a quelli nazionali (un tota­le di 24.7 miliardi) indichi la dire­zione che dovrà prenderà il tra­sporto nel Paese. Un'ovazione, infine, all'assessore Baldelli per aver valorizzato in poco tompo la ferrovia Pergolese».

Da: Il Resto del Carlino del 2/8/2021

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Ciclovia, trovato l’accordo     Seri ha scritto alla Regione

«Non condividiamo la scelta di rinunciare all'ex ferrovia, ma collaboriamo»

L'INFRASTRUTTURA

Ecco qual è il tracciato lungo gli assi del piano urbano delle ciclabili – Alcunne istanze tecniche

Fano Si sblocca l'impasse politico amministrativa sulla ciclovia del Metauro. Pur non condividendo la scelta di rinunciare al percorso sul sedime dell'ex ferrovia Fano-Urbino, l'amministrazione comunale ha comunicato alla Regione l'avallo dell'ultima proposta di tracciato, elaborata dai tecnici regionali dopo il confronto con l'assessorato guidato da Fabiola Tonelli con il rilancio di alcune controproposte tecniche.

Via libera al progetto

E’ stato il sindaco a inviare una lettera alla Regione per il sostanziale via libera alla progettazione che ripercorre in gran parte gli assi principali del piano degli itinerari ciclabili del Comune {approvato nel 2017 e ora da aggiornare), realizzando tra l'altro tutto il tratto di grande rilievo ambientale che attraversa il parco urbano del campo d'aviazione, con la soluzione - tra le due esaminate - di un ponte che scavalca via Papiria, carnale Albani e superstrada per arrivare a Sant’Orso. In tutto 11 chilometri nel comune, più di un terzo dell'intera ciclovia di quasi 30 chilometri fino a Fossombrone, già finanziata con 4.5 milioni di euro di fondi statali da impegnare per i lavori - pena la perdita - entro la fine del 2022.

«Non condividiamo la modifica del progetto originario - afferma il sindaco Massimo Seri - ma prendiamo atto della scelta compiuta da chi ha vinto le elezioni regionali. Collaboriamo per trovare la soluzione migliore perché in gioco ci sono risorse importanti per realizzare parte dei percorsi ciclabili pianificati nell'interesse della città e che altrimenti dovremmo costruire con risorse nostre».

Nella lettera il sindaco cita anche il dissenso sul cambio del progetto di molti cittadini, che gratifica ora aggiungendo che «domani, quando sarà possi bile, potremo costruire la ciclovia lungo l'ex ferrovia anche come Comune». Salvo, ovviamente, che all'esito dello studio di fattibilità tecnico-economica in corso da parte di Rete Ferroviaria Italiana, sulla base alle nuove priorità trasportistiche e delle notevoli risorse liberate dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. non si decida il ritorno del treno per Urbino.

L'assessore alte mobilità sostenibile Fabiola Tonelli entra nei dettagli del percorso. «Questa non sarà più la ciclovia turistica che sarebbe stata con un tracciato rettilineo lungo i binari - rileva Tonelli -. La Regione ci obbliga a percorrere questa strada e noi ne approfittiamo per migliorare la rete urbana delle ciclabili. La ciclovia parte da viale Piceno, accanto all'ex ferrovia, l'inizio non è dei migliori, perciò abbiamo chiesto di migliorarlo. Il primo tratto costeggia la ferrovia fuori dal sedime, poi nella zona del mattatoio percorre l'itinerario ciclabile previsto nel parco urbano, di cui il Comune ora realizza un segmento, fino a via Papiria. Lì ci sono due- opzioni. Noi abbiamo chiesto un ponte che oltrepassi la via, il canale e la superstrada fino a Sant'Orso, in via Soncino.  L'alternativa è passare intorno alla grande rotatoria di Sant’Orso».

Soluzione sicura e bella

La prima opzione sarebbe più sicura e bella. «Poi si realizzerebbe la seconda porte della ciclabile di via Soncino - continua Tonelli - fino al sottopasso autostradale all'altezza del Codma. Questa è la parte più tortuosa, che non è tratta dal nostro piano e che vorremmo rivedere. Da lì il tracciato ricalca il nostro piano delle ciclabili, passando intorno alla rotatoria delle opere compensative, lato Codma, e alla futura rotatoria che dovrebbe sostituire il grande spartitraffico di Rosciano, passando davanti al cimitero fino alla rotatoria di Bellocchi. Girando a destra. la ciclovia tornerebbe a fiancheggiare la ferrovia fino al confine con il comune di Colli Metauro». Il sindaco chiede alla Regione anche di stimare gli espropri, precisando che il Comune non può farsi carico degli oneri.

Lorenzo Furlani

Da: Corriere Adriatico del 4/8/2021

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Colli al Metauro, Curina si candida

Alle urne il 3 e il 4 ottobre prossimi. “Ho na certa esperienza e mi metto in gioco per cercare di dare rispose”

… Penso a far partire la procedura della ciclovia del Metauro, evitando il ripristino della ferrovia Fano . Urbino che sarebbe un autentico disastro per Calcinelli e Tavernelle; e lla stesura di un Piano regolatore unico per tutti e tre gli ex comuni” …

Da: Il Rsto del Carlino del 5/8/2021

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Fano 2, PCI: “Avanza inesorabile il degrado nei quartieri di Fano”

Fano (PU) – Gli esponenti del Partito Comunista di Fano criticano i nuovi arredi della città evidenziando che la riqualificazione dei quartieri, è più fumo che realtà.

… “dalla proposta assurda di ciclabile al posto della ferrovia, al silenzio grave e assordante sul ripristino della tratta ferroviaria Fano – Urbino” …

https://www.fanoinforma.it/fano-2-pci-avanza-inesorabile-il-degrado-nei-quartieri-di-fano/* * * * * 

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OR.S.A. Marche: aspettando la riapertura della ferrovia Fano-Urbino, sia riattiva la linea Fabriano-Pergola

 2' di lettura  Fano 12/08/2021 - Le linee ferroviarie rappresenteranno sempre di più il principale servizio di trasporto del Paese; gli investimenti del PNRR cambieranno il modo di viaggiare: tempi più brevi, stazioni distribuite più equamente nel Paese, investimenti sulla rete come non mai in passato, una notevole quota di spostamenti non avverrà più con mezzi privati con conseguenti benefici per l’ambiente.

Nelle Marche, la linea adriatica è già da diverso tempo sottoposta ad un restyling infrastrutturale per raggiugere velocità medio-alte (200km/h); la dorsale romana attraverso i fondi del Recovery Plan verrà potenziata consentendo di abbattere i tempi di percorrenza verso Roma di quasi un’ora.

Per i collegamenti con le aree interne le Marche Sud si sono mosse in tempo, e sono sicuramente avvantaggiate rispetto alle Marche Nord, infatti la linea Ascoli-Porto d’Ascoli elettrificata fin dal 2013 consente una rapida e comoda connessione alle direttrici principali. Anche sulla Civitanova-Macerata- Albacina è in corso un potenziamento con investimenti superiori ad un centinaio di milioni di euro.

Purtroppo le Marche Nord sono tragicamente arretrate, pur avendo infrastrutture ferroviarie a disposizione colpevolmente abbandonate o stoltamente snobbate.

Non si comprende perché i rappresentanti dei territori dell’ascolano e del maceratese siano stati così lungimiranti rispetto i rappresentanti del territorio del pesarese. Anche nell’anconetano la chiusura della Ferrovia che portava ad Ancona Marittima (al centro e al porto d’ Ancona) non è stata una scelta saggia, scelta contestata solo dal nostro sindacato.

La notizia della imminente riapertura della Fabriano-Pergola, anche se per ora solo per scopi turistici, non è solo una buona notizia è il segnale di una ripartenza. Il primo atto concreto dopo decenni di oscurantismo ferroviario per riprogettare gli spostamenti in tutta la provincia di Pesaro e Urbino in modo alternativo e sostenibile.

Nelle Marche Nord con la ferrovia Fano-Urbino si potrà realizzare la possibilità di raggiungere velocemente e senza problemi di parcheggio la stazione di Pesaro dove hanno fermata la maggior parte dei treni a lunga percorrenza diretti a Nord e Sud del Paese. Non solo, ricollegando Pergola con Fermignano sarà anche più facile raggiungere la Capitale attraverso il collegamento con Fabriano.

Città, paesi, piccole località saranno riconnesse tra loro e potranno sentirsi parte di un sistema; nelle zone isolate utilizzate solo per escursioni domenicali, sarà possibile tornare a viverci perchè meglio collegate ai servizi della costa. Aver raggiunto l’obiettivo della riapertura della Fabriano-Pergola in soli pochi mesi dal suo insediamento fa onore alla giunta regionale ed al suo Assessore alle infrastrutture Baldelli e ci consente di sperare che si sia innescato un procedimento virtuoso dal quale sarà impossibile tornare indietro.

da Segretario Regionale Aggiunto ORSA Trasporti – Marche  Fabio Riberti

https://www.viverefano.com/2021/08/13/or-s-a-marche-aspettando-la-riapertura-della-ferrovia-fano-urbino-sia-riattiva-la-linea-fabriano-pergola/1010099/?utm_medium=Link&utm_campaign=Facebook&utm_source=Social

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Briganti corre da sindaco: “Si apre una nuova fase”

Colli al Metauro, l’assessore è il candidato dell’attuale maggioranza: “Abbiamo costruito un nuovo Comune. Ora va fatto crescere”

… E sulla ciclovia del Metauro?

“Penso che occorre costruirla prima possibile utilizzando tutto il sedime ferroviario, senza compromessi. Di conseguenza, “no” e poi “no” al ripristino di quella tratta ferrata”.

Da: Il Resto del Carlino del 15/8/2021

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Ferrovia Fabriano-Pergola: l’idea di dar vita a pacchetti turistici ad hoc

Pacchetti turistici per valorizzare tutto l’entroterra coinvolgendo non solo Fabriano, ma anche Sassoferrato con gli scavi Sentinum, la miniera di zolfo di Cabernardi e Pergola

Di Claudio Curti - 20 Agosto 2021

FABRIANO – Pacchetti turistici per valorizzare tutto l’entroterra coinvolgendo non solo Fabriano, ma anche Sassoferrato con gli scavi Sentinum, la miniera di zolfo di Cabernardi e Pergola. È quello che chiedono commercianti e associazioni del territorio dopo l’annuncio, da parte della Regione Marche, che la linea ferroviaria Fabriano-Pergola, chiusa da 8 anni, tornerà in funzione, dal prossimo mese, inizialmente con treni turistici per alcune domeniche, poi dopo i lavori invernali, forse anche quotidianamente, come negli anni d’oro. I treni d’epoca, nel mese di settembre, porteranno una ventata di novità. Tante le idee in cantiere.

L’idea di dare vita a pacchetti turistici

Giancarlo Bonafoni, del Dopolavoro Ferroviario, uno dei primi a credere in questo progetto, da tempo sta spingendo affinché il Museo della Vaporiera, dai locali della vecchia stazione, si sposti nell’ex Deposito locomotive, per tutti “l’Officina”, in via Delle Fornaci. Lo stabile da anni è vuoto perché le manutenzioni sono state trasferite ad Ancona.

«Qui non si trovano più nemmeno le due locomotive a vapore che tanto attiravano i bambini visto che sono andate a Foligno – dice Bonafoni -. In prossimità c’è anche una storica “piattaforma girevole” per le locomotive che devono essere girate nel senso inverso, una perla rara che ha ancora il suo fascino e che gira con aria compressa. Attivando la Fabriano-Pergola i visitatori potranno percorrere una tratta esteticamente meravigliosa, immersa nella natura. Lungo il percorso si passa in prossimità del sito archeologico “Sentinum” di Sassoferrato, presso la miniera di zolfo di Cabernardi, nella zona del monastero millenario di Fonte Avellana e a Pergola, la città dei bronzi dorati. Per non parlare di Fabriano e delle Grotte di Frasassi. Tante le fermate da fare per visitare l’entroterra se si lavorerà in rete per creare un sistema in grado di accogliere turisti e farli restare più giorni in zona», evidenzia Bonafoni.

Dello stesso avviso Gianni Pesciarelli che dagli anni ’80 combatte contro la chiusura dei rami secchi delle ferrovie a seguito del decreto del ministro Claudio Signorile. «La linea andrà unita alla Albacina-Civitanova per vincere contro la logica del pullman che passa sotto casa. Le rotaie sono l’unico modo per provare ad alleggerire il traffico delle nostre città».

https://www.centropagina.it/fabriano/ferrovia-fabriano-pergola-pacchetti-turistici/

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Ringrazio Sgarbi per i risultati sul turismo”

Il sindaco Maurizio Gambini fa un bilancio sull’estate ancora in corso: “E’ grazie a Vittorio che stiamo avendo un grande movimento”.

…Inoltre non dimentichiamo che se oggi possiamo fare ancora progetti per la ferrovia Fano Urbino è proprio grazie al suo intervento, che ha permesso di salvare la tratta dalla dismissione definitiva e di inserirla tra le ferrovie da recuperare a scopo turistico….

Il Resto del Carlino del 29/8/2021

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Tecnici al lavoro per rifare il look alla ferrovia

La tratta Pergola-Fabriano passata al setaccio da squadre di esperti in vista della riapertura turistica prevista per il 26 settembre

AVEVA DETTO

Baldelli: «L’obiettivo è collegare Pergola non solo a Fabriano, ma anche a Urbino, passando per

Fermignano»

PERGOLA

Controllati ponti, binari, gallerie, massicciata. Squadre di tecnici per conto di Fondazione Fs stanno passando al setaccio la linea ferroviaria Pergola-Fabriano in vista della riapertura turistica che dovrebbe avvenire il 26 settembre prossimo. La linea è chiusa da otto anni, e riaprirla al passaggio di convogli ferroviari non è mai facile. Occorre controllare se la struttura è stata ammalorata dal tempo e se tutti gli standart di sicurezza sono rispettati.

L’assessore regionale alle infrastrutture Francesco Baldelli ha spiegato che «Fondazione Fs ha già deliberato un investimento da un milione di euro, anche se l’intervento più consistente, pari a circa 10 milioni, sarà realizzato il prossimo inverno». «In questo 2021 – ha detto Baldelli – il treno turistico effettuerà tre viaggi tra settembre e ottobre, con fermate che consentiranno di far scoprire ai turisti Sassoferrato, la miniera di Cabernardi e i Bronzi dorati di Pergola. Dopo questi viaggi la linea sarà interessata da ulteriori importanti lavori di ammodernamento. E’ un’opportunità per il turismo interno e di prossimità, attraverso una formula innovativa che permette lo sviluppo di un turismo lento e sostenibile, la decongestione dei flussi dei grandi centri e la destagionalizzazione della domanda. I convogli avranno carrozze arredate in modo elegante e in stile storico».

Quello di settembre-ottobre sarà solo un ‘assaggio’ in vista della prossima stagione, quando i lavori di ammodernamento saranno conclusi, presumibilmente il prossimo marzo, e il treno commerciale sarà definitivamente riattivato con tratte costanti.

«Nel frattempo – concluse l’assessore – abbiamo finanziato anche uno studio di pre-fattibilità per collegare Pergola con Urbino passando per Fermignano, perché il treno a fini turistici dev’essere un viatico per il ripristino della linea commerciale».

Ma se la Pergola-Fabriano si appresta ad esser riaperta anche al traffico passeggeri e pendolari a meno di contrordini dell’ultimo momento, rimane tutt’altro che deciso il destino della Fano- Urbino, di 48 chilometri, chiusa nel gennaio del 1987 per scarsa presenza dei passeggeri e definitivamente dismessa con decreto ministeriale del 15 dicembre 2011. Ma il 3 luglio 2012 l’Assemblea Legislativa delle Marche ha inserito il ripristino della ferrovia Fano-Urbino all’interno del Piano Regionale infrastrutture con un costo stimato di 110 milioni. Poi la giunta regionale Ceriscioli ha ipotizzato di realizzare accanto ai binari una pista ciclabile, idea affossata dalla giunta Acquaroli. Intanto è in corso uno studio di fattibilità per il costo di 1 milione. Dovrà dire che cosa sarà necessario fare e spendere per l’eventuale riapertura.  Sandro Franceschetti

Il Resto del Carlino del 30/8/2021

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«Piccola e bella»: la stazione del treno di Pergola nella rosa delle 70 premiate in Italia

La cerimonia di consegna dell’attestato sarà nel 2022 «Per alta valenza storica»

PERGOLA  Settanta piccole, graziose e poco conosciute stazioni ferroviarie italiane, tra cui Pergola, saranno premiate per la loro alta valenza storica, turistica, ambientale e archeologica da Aec e Utp.

Al riguardo, la Presidenza Nazionale Aec (Association Europeenne Cheminots, Associazione Europea Ferrovieri, la sede italiana è attualmente a Bari) e la Presidenza di Utp Assoutenti Italia (la sede nazionale è a Milano) hanno selezionato in Italia 70 belle, piccole e storiche stazioni ferroviarie per la loro Alta Valenza Storica Turistica Ambientale Archeologica. Tra queste compaiono quelle della regione Marche: Corridonia, Civitanova Marche, Montecosaro, Morrovalle, Macerata, Urbisaglia, Pollenza, Tolentino, San Severino Marche, Gagliole, Camerino-Castel Raimondo, Matelica, Albacina, Cerreto d’Esi, Fabriano. E appunto anche Pergola.

I sindaci delle stazioni riceveranno un importante attestato di benemerenza che custodiranno nel proprio ufficio. Le consegne dei premi avverranno nel 2022. Sarà cura della Aec Italia informare i sindaci.  s. fr.

Il Resto del Carlino del 30/8/2021

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FOSSOMBRONE

Bonci: «Sì al treno e alla ciclabile»

«Siamo favorevoli ad un tracciato che passi accanto ai binari»

FOSSOMBRONE

Ferrovia e ciclabile, solo ciclabile oppure solo ferrovia? «Ferrovia e ciclabile, grazie». «Già nel 2018 – dice il sindaco di Fossombrone Gabriele Bonci – esprimemmo parere favorevole ad una pista ciclabile, a condizione che la sua realizzazione non andasse a pregiudicare irrimediabilmente la sede ferroviaria. Ora il progetto regionale di una pista ciclabile che affianchi in alcuni tratti la ferrovia ma senza comprometterne il possibile riutilizzo futuro risponde in pieno alle nostre idee. È ovvio che il progetto della ciclabile è molto interessante e che non potevamo certo rimanerne fuori».   a.bia

Il Resto del Carlino del 31/8/2021

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Pedemontana e binari: si sogna

Nell’entroterra si riaccendono le speranze per una ripresa grazie ai nuovi progetti legati alla viabilità

COLLEGAMENTO CON URBINO

Quel che serve, dicono tutti, è il treno fino a Urbino. Così tutto potrà ripartire

CAGLI  Il gran fermento che è scaturito nel Catria e Nerone per viabilità su ruote, e rotaie sta incuriosendo molte persone. Per quanto riguarda la ferrovia il ripristino della Pergola Fabriano nell’immediato a fini turistici e dal prossimo anno anche tratta commerciale, è una notizia che soddisfa al momento solo la parte marginale più a sud del Catria e Nerone a confine con l’anconetano. Se gli studi annunciati di fattibilità per ricollegare anche la Pergola Fermignano fino a Urbino come fu realizzata a fine ‘800 e distrutta dagli eventi bellici, forse potrebbe offrire un salto di qualità più completo. Con un “Treno Turistico“ dal sud delle Marche partendo da Civitanova, Fabriano fino a Pergola. Ma al momento mancherebbe la congiunzione più importante fino a raggiungere di nuovo Urbino.

Diventerebbe la “Transiberiana delle Marche“ e se completata darebbe un nuovo impulso ai fini turistici. Ma da Pergola a Fermignano quale potrebbe essere il tracciato? Quello dell’800 o da rivedere e correggere? Tutte ipotesi sulla carta in attesa di veder ripristinata quella che fu la prima “Pedemontana ferroviaria“ tra Urbino e Fabriano. Ed a proposito di Pedemontana, l’attesa è di vedere cantierabile il tratto Fabriano–Sassoferrato fino a confine con Serra Sant’Abbondio dopo vari annunci e al contrario del meritevole dinamismo che ha brillato nel maceratese al contrario della nostra provincia, dove è in fase avanzata la Fabriano Camerino Mucca. Una bretella a nord della Quadrilatero. E tutto questo evidenzia il notevole ritardo sui moderni collegamenti di parte della nostra provincia rispetto al sud della nostra Regione. «Sono favorevole a riaprire la ferrovia – afferma il sindaco di Serra Ludovico Caverni – ed è auspicabile fino a Urbino. A Serra siamo lo “svincolo“ della progettata Pedemontana sia per proseguire verso Pergola ed altre direzioni o verso Cagli con il progetto elaborato dall’ingegner Alberto Paccapelo e già approvato dalla Provincia. Quest’ultima è la priorità che ci collega fino a Cagli e alla Superstrada Flaminia».

Più decisionista il sindaco Daniele Tagnani di Frontone: «Sì anche alla ferrovia che è ancora nelle ipotesi e per Frontone la Pedemontana è nell’immediato la priorità che reclamiamo da decenni perché è la più importante opportunità per l’ulteriore sviluppo del turismo montano legato anche a quanto già offre il Catria. Non si può perdere altro tempo, ci sono i soldi, il progetto fino a Cagli ed ormai occorre solo più decisionismo e dare subito un chiaro segnale di concreta fattibilità». Un collegamento che insieme ad un eventuale ripristino della ferrovia Fabriano- Urbino potrebbe ridare nuove sinergie di risveglio, rilancio occupazionale con insediamenti e sviluppo turistico in un territorio che dal dopoguerra ha solo visto emigrazione.

Mario Carnali

Il Resto del Carlino del 1/9/2021

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Ferrovie, Urbino Capoluogo: "Riapertura Pergola-Fabriano un primo passo verso la Fano-Urbino"

31/08/2021 - L'Associazione Urbino Capoluogo - dichiarano congiuntamente Giorgio Londei e Ferruccio Giovanetti, Presidente e Vice Presidente Vicario - hanno sempre creduto - tra tanti scettici - che si potesse riaprire la Pergola-Fabriano e, un domani, la Urbino-Pergola-Fabriano-Roma, ovviamente, collegata con Fano.

Oggi i nostri auspici e speranze vedono che, entro, Settembre 2021, si riaprirà - con alcune corse - la Pergola-Sassoferrato-Fabriano - per poi consolidarsi nel 2022 con altri importanti lavori sulla linea. Nello stesso tempo l'Assessore regionale alle Infrastrutture Baldelli afferma che siamo di fronte ad un primo passo per arrivare alla Fano-Fermignano-Urbino-Pergola, come noi, da sempre, abbiamo sostenuto. Quindi le nostre insistenze che, tra l'altro, erano le visioni di personaggi come Carlo Bo - Paolo Volponi e Marcello Stefanini (indimenticabile Sindaco di Pesaro), noi abbiamo sempre caldeggiato. Certamente siamo consapevoli - concludono Londei e Giovanetti - che la strada è lunga e polverosa e che gli scettici remeranno ancora contro ma noi non molleremo un obiettivo che può fare rinascere la Città di Urbino - Patrimonio Unesco - la Valle del Metauro e tutto il Montefeltro.  tenaci, vigili e attenti.
Al comunicato si è associato Federico Cangini, Consigliere comunale di Urbino.

Da Associazione Urbino Capoluogo

https://www.vivereurbino.it/2021/09/01/ferrovie-urbino-capoluogo-riapertura-pergola-fabriano-un-primo-passo-verso-la-fano-urbino/1019625/

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Petizione su Charge.org al 1 settembre 2021

Riattivazione Ferrovia Fano-Urbino-Pergola come metropolitana e prolungamento verso Arezzo

Luigi Marinaccio ha lanciato questa petizione e l'ha diretta a Francesco Baldelli (Assessore) e a 9 altri/altre 

Decisori

Francesco Baldelli Assessore

Vera Fiorani Amministratice delegata

Maurizio Gambini sindaco di Urbino

Marco Ciccolini sindaco di Urbania

Alessandro Ghinelli Sindaco di Arezzo

Mauro Cornioli Sindaco Sansepolcro

Stefano Parri Sindaco Sant'Angelo in Vado

Alessandri Alberto Sindaco di Cagli

Daniele Tagnani Sindaco Frontone

Luca Lisi sindaco Acqualagna

 

Prima tappa dopo il ripristino della Fano-Urbino è la ricostruzione della tratta Fermignano-Urbania-Acqualagna -Frontone-Pergola e che colleghi Urbino con Tolentino e Macerata  . Per creare una rete di trasporto che colleghi le Marche alle regioni confinanti ad esempio Umbria e Toscana Lazio e Emilia Romagna e Abruzzo per pianificare come si fà nelle grandi città uno sviluppo ferroviario a tappe incrementando ogni anno i servizi ferroviari. Per collegare le ferrovia Fano-Urbino verso Urbania- S. Angelo in Vado - San Sepolcro per poi arrivare ad Arezzo sul tracciato della ex ferrovia dell'appennino, permettendo nuovo collegamenti verso Firenze e Perugia su questo nuovo tracciato. .

Il tutto per avere una rete dei trasporti nelle Marche che sia utile ai cittadini per utilizzare un mezzo di trasporto ecologico e che punti a diminuire l'inquinamento prodotto dalle automobili e sia utile come sviluppo del turismo sostenibile anche con il trasporto bici al seguito. Per avere una ferrovia metropolitana che colleghi le città d'artee le città universitarie.

30 hanno firmato. Arriviamo a 100.

Quando arriverà a100 firme, questa petizione avrà più possibilità di essere inserita tra le petizioni consigliate!

Aggiornamenti

25 sostenitori  11 ore fa

Luigi Marinaccio ha lanciato questa petizione 4 mesi fa

Ragioni per firmare

Lorenzo Gabrielli 12 ore fa  -  È necessario riaprire ferrovie che attraversano centri strategici disincentivando l'utilizzo dell'automobile e del trasporto pubblico su gomma

Davide TRICOMI·2 mesi fa  - Bisogna abbandonare la gomma a favore del ferro e le infrastrutture chiuse vanno riaperte

Mario Pietrangeli·2 mesi fa  -  Riapriamo la Fano Urbino e la fermignano Pergola

https://www.change.org/p/regione-marche-riattivazione-ferrovia-fano-urbino-pergola-come-metropolitana-e-prolungamento-verso-arezzo?recruiter=false&utm_source=share_petition&utm_medium=facebook&utm_campaign=psf_combo_share_initial&utm_term=psf_combo_share_initial&recruited_by_id=4fa3b020-e6c7-11eb-bc62-0559d4455a52&utm_content=fht-28606361-it-it%3A4

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Colli al Metauro, il team di Curina

Anche Frida Neri tra i candidati

COLLI AL METAURO

… Tra i primi obiettivi – aggiunge – pongo il ripristino del cantiere della scuola elementare ‘Dezi’ di Saltara, i cui lavori sono bloccati da tempo per dei contenziosi; alla stesura di un Piano regolatore unico per tutti e tre gli ex comuni; e alla ripartenza della procedura della ciclovia del Metauro, scongiurando il ripristino della ferrovia Fano-Urbino che sarebbe disastrosa per Calcinelli e Tavernelle»….   Sandro Franceschetti

Il Resto del Carlino del 2/9/2021

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Tre uscite  per il treno turistico poi il via al traffico commerciale

Il gruppo “Pergola nel cuore” plaude al piano di ripristino della tratta Pergola – Fabriano

Plaude alla #riapertura della #lineaferroviaria Pergola - Sassoferrato - Fabriano il gruppo consiliare di ‘Pergola nel cuore’. Prima corsa domenica #26settembre: «E’ un ottimo antipasto, il piatto forte deve ancora arrivare». La tratta chiusa da otto anni si prepara ad accogliere turisti, famiglie e appassionati di treni storici nelle tre domeniche programmate tra settembre e ottobre, destinate ad essere delle ‘date storiche’ per una linea che da turistica potrà trasformarsi anche in commerciale, ripristinando un collegamento su cui le popolazioni di questi territori interni hanno contato per anni. Ogni corsa ospiterà 271 passeggeri.

«Una data da segnare sul calendario – commentano i consiglieri comunali Antonio Baldelli, Marta Oradei e Luca Castratori –. La prima corsa sarà contraddistinta per l’eleganza delle carrozze storiche messe a lucido dalla Fondazione Ferrovie dello Stato. La premessa per dare concretezza a un sogno mortificato dalla miopia delle precedenti amministrazioni, un segnale forte che la giunta Acquaroli ha voluto dare a una fetta del territorio abituato solo a chiusure e a smantellamenti, soprattutto di servizi essenziali».

In questi giorni proseguono le attività necessarie per il ripristino dell’infrastruttura sulla ferrovia Fabriano-Sassoferrato-Pergola. «Lavorazioni commissionate da Fondazione FS, su richiesta della Regione, a Rfi Ancona.

«Grazie al gioco di squadra con l’assessorato regionale alle infrastrutture, hanno voluto premiare la visione complessiva della rete infrastrutturale disegnata dalla giunta Acquaroli. Una visione orientata a mettere in pista una mobilità sostenibile, a incentivare un utilizzo del treno non in alternativa alle piste ciclabili, ma funzionale agli appassionati delle due ruote e a chi desidera viaggiare contando su una vera alternativa all’utilizzo dell’auto».

Il treno partirà dalla città della carta per giungere a quella dei Bronzi, passando a Sassoferrato e nei pressi della miniera di Cabernardi: «E’ destinato in questa prima fase a valorizzare i territori interni, sostenendo il turismo di prossimità e destagionalizzando l’offerta ‘Marche’. Chilometri su rotaie che attraversano paesaggi a ridosso dell’Appennino, rappresentano il migliore messaggio per riequilibrare le carenze infrastrutturali e diffondere la cultura di una mobilità sostenibile».

Le altre due date al momento sono il 3 e 24 ottobre: «Un viaggio indietro nel tempo e contestualmente verso il futuro, in attesa del piatto forte previsto a marzo quando, dopo lo studio di fattibilità e investimenti per la modernizzazione e l’adeguamento della tratta, la linea potrà riprendere ciò che un movimento di terra, prima, e una politica miope, dopo, avevano interrotto». La Regione, inoltre, ha finanziato uno studio di pre-fattibilità per collegare Pergola con Urbino passando per Fermignano.

«A questo si aggiunga una accelerazione voluta anche sull'intermodalità tra ferro e gomma, con la volontà di collegare questi territori con il progetto stradale pedemontano-intervallivo che rappresenterebbe una vera e propria bretella tra la Quadrilatero e la E78».   Marco Spadola

Corriere Adriatico del 2/9/2021

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Elezioni a Colli al Metauro, intervista al candidato Candio Curina

Intervista al candidato a sindaco Candio Curina della lista "Energia in Comune". Chi è, gli obiettivi della sua lista e cosa non è andato dell'attuale gestione del comune. La sua opinione sul processo di fusione.

Di Alessandro Marconi  2 Settembre 2021

… Se parliamo poi del progetto finanziato della ciclovia inizialmente prevista sulla sede ferroviaria, poi, sospeso per un’improbabile quanto illogica riapertura della ferrovia, non si sa bene se come turistica o commerciale. Le varie prese di posizione e cambi di rotta corredate da commissionati “studi di fattibilità” portano a lungaggini della regione seguite pedissequamente dall’Amministrazione comunale (vedi discussioni in Consiglio Comunale) con conseguente incremento delle spese. Va detto, tra l’altro, che dopo aver sostenuto la tesi regionale, nell’articolo di presentazione del candidato sindaco Briganti appare improvvisamente convertito alla causa della pista ciclabile sulla sede ferroviaria. Sappiamo benissimo se ne dovrà discutere con FSI, ma credo che l’ente non abbia remore a liberarsi di un tratto di ferrovia obsoleta. Non si può tacere sulle aree della vecchia stazione e tracciato ferroviario in generale, ma soprattutto nel centro abitato di Calcinelli, dove le condizioni di decoro e igieniche sono assolutamente intollerabili. …

Sulla riattivazione della ferrovia qual è la vostra posizione?

Siamo assolutamente per la realizzazione di una ciclabile sulla sede ferroviaria, e per utilizzare i fondi risparmiati per studiare e realizzare ciclabili che si colleghino con i centri storici. Oggi, grazie alle bici con pedalata assistita, i centri collinari possono essere facilmente raggiunti anche dai non atleti. A riguardo abbiamo un progetto di assoluta avanguardia del quale speriamo, se non di completarlo, di gettarne le basi per un futuro sviluppo e completamento.

Il Metauro del 2/9/2021

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Fossombrone, le liste per il sindaco salgono a 4

Ieri si è aggiunta la notizia della candidatura di Fabio Londei, noto ristoratore ed ex primo cittadino della vicina Sant’Ippolito

Premesso che quante e quali saranno le liste che si contenderanno il Comune il 3 ottobre si saprà solo sabato mattina (il giorno del deposito delle liste), al momento all’appello ne risultano 4: la lista Berloni, quella di Rifondazione comunista, la lista Gloria Mei e, ultima arrivata, la lista con candidato Fabio Londei, noto ristoratore forsempronese ed ex sindaco di Sant’Ippolito.

https://www.ilrestodelcarlino.it/pesaro/cronaca/fossombrone-le-liste-per-il-sindaco-salgono-a-4-1.6756387

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Elezioni a Colli al Metauro, intervista al candidato Pietro Briganti

Pietro Briganti, assessore uscente della prima giunta del nuovo comune di Colli al Metauro, si candida alla carica di sindaco con la lista "Insieme per Crescere"

Di Alessandro Marconi  2 Settembre 2021

Ferrovia Fano-Urbino. In attesa degli esiti dello studio di fattibilità, la Regione Marche spinge per la riapertura. Il centro sinistra è sempre stato contrario e vuole la pista ciclabile. Voi?

Ho più volte sostenuto che sono per la realizzazione di una pista ciclo-pedonale che occupi tutto il sedime ferroviario perché limitarne l’ampiezza agli standard minimi di legge per preservare una possibile, quanto remota, riattivazione della linea ferroviaria è, e lo dico con il massimo rispetto per il lavoro svolto, la carenza di fondo che si ravvisa nei progetti realizzati dall’amministrazione regionale attuale e da quella precedente, perché ne circoscrivono fortemente la fruibilità e ne inficiano il valore e la portata.

Ad oggi, però, il Governo centrale, da Roma, lontano quindi dai nostri territori e dalle nostre esigenze, intende preservare quel sedime ferroviario per la riattivazione di una linea ferroviaria che, su quel tracciato, Colli al Metauro non vuole, noi non vogliamo.

E, aggiungo, che sulla riattivazione della ferrovia c’è stata una mera volontà di politicizzare un argomento invece così importante per la nostra vallata, per il nostro Comune. E la sua domanda lo testimonia…

Il Metauro del 3/9/2021

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Pergola-Fabriano, 271 in carrozza

Tornano le corse turistiche La sindaca Guidargli: «Ci sono tre date sicure»

LA TRATTA

PERGOLA Accoglie positivamente l’amministrazione comunale, la riapertura della linea ferroviaria Pergola Fabriano e le prime corse turistiche a partire da questo mese. «Dopo le prime anticipazioni sulle corse turistiche che si svolgeranno sulla tratta Pergola - Sassoferrato - Fabriano nelle prossime settimane, è arrivata una comunicazione ufficiale dalla Regione, da cui emergono le date previste, che saranno 26 settembre, 3 e 24 ottobre 2021. Ferrovie dello Stato sta effettuando da alcune settimane i lavori necessari per la riattivazione della tratta in occasione di queste giornate. A breve, in una riunione tecnica in cui la Regione e incontrerà le amministrazioni coinvolte nel tragitto, verranno definiti tutti i dettagli e il programma proposto a chi acquisterà il pacchetto turistico che lo porterà in visita nei nostri territori sul treno. Sembra siano previsti - prosegue la sindaca Simona Guidarelli - poi ulteriori interventi, più imponenti, sulla tratta in questione, ma non ci sono ancora informazioni e comunicazioni ufficiali riguardo a questo e a come proseguirà l’utilizzo del tragitto, se tornando alle modalità precedenti la sospensione o con treni turistici». L’auspicio dell’amministrazione è che la riapertura possa rappresentare un volano per il settore turistico e non solo: «Accogliamo molto positivamente queste prime corse - concludono la sindaca e l’amministrazione comunale - augurandoci che possano essere l’inizio di un flusso di turisti che possa visitare il museo dei Bronzi dorati e girare in città, rappresentando una vera occasione di sviluppo per il nostro territorio». Quello che percorrerà i binari della linea ferroviaria Pergola-Fabriano sarà il primo treno dopo ben otto anni. Ogni corsa ospiterà 271 passeggeri.     ma.spa.

Corriere Adriatico del 7/9/2021

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Elettrodotto, dove passerà?  Tre ipotesi al vaglio

Adriatic link, percorsi possibili lungo il fiume, lungo la strada o una soluzione intermedia. Esclusa la possibilità di costeggiare la Fano Urbino

… Per quanto riguarda il tracciato dei 15 km da percorrere per arrivare alla stazione di conversione (grande come un campo da calcio, per la quale c'è anche un'ipotesi, meno accreditata, in un'area agricola a Cartoceto) tre sarebbero le ipotesi prese in considerazione: lungo il fiume, lungo la strada e un terzo tracciato intermedio. Esclusa, invece, la possibilità di passare lungo la Fano-Urbino, che inizialmente era parsa la soluzione più breve, perché c'è il vincolo del rispetto della distanza dai binari. Nodi che dovranno essere sciolti negli incontri on line di lunedì 13 e martedì 14, dalle 17 alle 19, che Terna ha organizzato con i comuni di Fano e Cartoceto.

Il Resto del Carlino del 9/9/2021

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Ciclovia del Metauro, Minardi un piano da non abbandonare

LA RIFLESSIONE

FANO «Doveroso rimanere con i piedi per terra e attuare pro­getti concreti, realizzabili». L'invito attiene alla ferrovia di­smessa Fano-Urbino, è rivolto all’attuale giunta regionale e chi lo formula è Renato Clau­dio Minardi, vice presidente dell'assemblea marchigiana durante la legislatura precedente. «Un grande errore ab­bandonare il progetto della ci­clabile lungo la ferrovia», sot­tolinea Minardi dopo avere premesso di non essere con­trario al trasporto su rotaia. Il punto della questione è però, a suo giudizio, l'attuale stato del­la vecchia tratta ferrata.

«Fate un sopralluogo»

«Chi vuole riaprire la ferrovia - prosegue Minardi - ha mai fatto un sopralluogo lungo il tracciato? Ha visto che ci sono case realizzate a ridosso dei bi­nari e che si dovrebbero ripri­stinare passaggi a livello, mol­ti dei quali sono stati asfaltati, lungo strade ad alta intensità di traffico? Turismo e mobili­tà sostenibile sono il nostro fu­turo. Non perdiamo l'occasio­ne che abbiamo a portata di mano». 1.'appello ricorda che il progetto sulla ciclovia del Metauro «aveva ottenuto l'autorizzazione di Rfì, che ora la giunta regionale vuole abban­donarlo e che era stato elabo­rato affinché il percorso non interferisse con l'eventuale, ma molto improbabile e so­prattutto non finanziata, riatti­vazione della ferrovia Fa­no-Urbino in chiave turistica. La ciclovia del Metauro sareb­be un’infrastnittura leggera, sicura e lineare. Dovrebbe es­sere una trasversale dell’importante ciclovia Adriatica ed è stata individuata e progetta­ta a un metro e mezzo dai bi­nari. Un’opera già finanziata con 4 milioni e mezzo di euro, che la Regione rischia di per­dere».

«Pendenze non per tutti»

La nuova soluzione, su cui la­vora invece l’attuale giunta marchigiana, non convince Minardi. Far passare la ciclovia per le Cesane, «dove le pen­denze non sono alla portata di tutti, e utilizzare tratti urbani a fianco di strade trafficate co­me a Fano significa compro­mettere la filosofia del proget­to».

Corriere Adriatico del 15/9/2021

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Il 3 e 4 ottobre si vota a Colli al Metauro, Fossombrone e Fermignano; non risulta che nei vari programmi elettorali sia stato inserito un argomento attualissimo e molto importante come la riattivazione dell’ex ferrovia metaurense.
Al contrario, più o meno esplicitamente è prevista la ciclovia ai margini dei binari, o addirittura su “tutto il sedime ferroviario, senza compromessi”; evidentemente, la scelta è dettata dalla consapevolezza che questa è la volontà di gran parte dei cittadini della Valle del Metauro.
Oltre alle tante e ben note motivazioni a sostegno della ciclovia, i sindaci hanno a disposizione anche un altro elemento fondamentale: la volontà di RFI di “replicare quanto accade da molti anni in altri paesi europei, ma anche in Italia, ovvero sviluppare con ancor più energia il riuso dei tracciati ferroviari dismessi in ottica di mobilità sostenibile”; da ricordare che ciò è già avvenuto in una sessantina di casi grazie alla trasformazione di ferrovie dismesse in apprezzatissime ciclovie.
Infatti, il Gruppo FS prevede la realizzazione di un progetto che è parte integrante del Piano industriale 2017 – 2026: “dialogare con le Amministrazioni pubbliche affinché si prendano cura dei tracciati fuori uso per trasformarli in nuovi elementi di svago, di cultura e di benessere”.
Ci sono quindi tutte le condizioni per fornire al territorio una ciclovia utile per la mobilità quotidiana e il cicloturismo, risolvendo nel modo migliore un problema che si trascina da oltre 34 anni; spetta soprattutto ai sindaci, vecchi e nuovi, farsene carico. 

Comitato Ciclovia del Metauro

Facebook 21/9/2021

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Pergola-Fabriano, il treno torna a fischiare

Domenica riprende il viaggio della storica tratta ribattezzata Subappeninica Italica. Un tour con passeggeri tra le bellezze del territorio

di Sandro Franceschetti

E’ scattato il countdown per un evento importante per l’entroterra fanese e dell’intera provincia: la riattivazione, a distanza di 8 anni dalla chiusura, della ferrovia Subappenninica Italica Pergola-Fabriano.

Il primo viaggio, di un treno storico a valenza turistica, è in programma per domenica con partenza da Ancona alle 9,35 e arrivo a Fabriano alle 11,05 per poi proseguire fino alla città dei Bronzi. Itinerario che sarà replicato il 3 e il 24 ottobre.

A presentare l’appuntamento, ieri in Regione, l’assessore alle infrastrutture Francesco Baldelli, insieme al direttore generale di Fondazione Fs Italiane Luigi Francesco Cantamessa (la Fondazione ha investito le risorse per il ripristino della linea, ndr) e al direttore territoriale di Rfi Nicola D’Alessandro. Ha partecipato in videoconferenza il direttore commerciale di Rfi Christian Colaneri, che ha sottolineato «il grande lavoro di squadra profuso per ripristinare in tempi brevissimi questi 31 chilometri di tratta ferroviaria dismessa».

«La riapertura della tratta, a un anno dall’insediamento della giunta Acquaroli – ha evidenziato Baldelli - è un segno concreto della visione che la Regione Marche ha delle infrastrutture. Una Regione che vuole essere sempre più interconnessa e intermodale, puntando, per ciò che riguarda il trasporto ferroviario, al raddoppio e velocizzazione della Orte–Falconara e alla collaborazione con i colleghi della dorsale Adriatica, dall’Emilia Romagna alla Puglia, per l’alta velocità, collegando le grandi reti alle linee dei territori interni, in una efficace e pragmatica sinergia tra costa ed entroterra».

«Nell’anno europeo delle ferrovie – ha aggiunto l’assessore – e seguendo le indicazioni di Bruxelles, non è superfluo ricordare che entro il 2030 su rotaia, o per vie navigabili, dovranno viaggiare almeno il 30% delle merci, percentuale che salirà al 50% nel 2050; data nella quale anche la maggior parte del traffico passeggeri dovrà essere su treno o per vie navigabili; mentre oggi in Italia solo il 7% dei passeggeri e l’11% delle merci viaggiano su rotaia».

Il treno storico, come detto, domenica prenderà il via da Ancona alle 9,35 e arriverà a Fabriano alle 11:05, dov’è prevista la cerimonia di inaugurazione alla presenza dei sindaci dei territori coinvolti.

«La partenza da Ancona non è stata scelta a caso – ha ripreso Baldelli –, poiché il nostro capoluogo deve diventare la porta delle Marche sull’Italia e sul mondo». Il convoglio proseguirà poi verso Sassoferrato e Bellisio Solfare, lambendo il suggestivo santuario della Madonna del Sasso, per giungere alla stazione di Pergola. Nel corso della giornata i passeggeri visiteranno il Museo dei Bronzi dorati e la miniera di zolfo di Cabernardi. Inoltre, l’intero percorso sarà accompagnato dalle storie e dalle attività di guide e animatori e sarà possibile degustare, anche sul treno, alcune delle eccellenze enogastronomiche del territorio.

Info e prenotazioni sul sito web della Fondazione Fs e sulla pagina Fb Subappenninica- Italica

Il Resto del Carlino del 23/9/2021

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Ciclabile Fano-Urbino a due corsie    Verso l’incarico a un professionista

Sulla Fano-Urbino, pista ciclabile a due corsie: il Comune è in procinto di affidare all’ingegnere Alberto Paccapelo il progetto preliminare (l’incarico non è stato ancora formalizzato, ma ci sono già stati diversi incontri tra il professionista e i tecnici comunali).

Se da un lato la giunta Seri collabora con la Regione per un percorso ciclabile lontano dai binari (è di alcuni giorni fa la lettera del primo cittadino all’ente regionale per fissare delle condizioni), dall’altro tenta di muoversi in autonoma cercando di recuperare, modificandolo, il progetto predisposto dalla giunta Ceriscioli e archiviato dal centrodestra regionale. Pare che in giunta siano tutti d’accordo nel procedere su questa strada, affidando l’incarico della progettazione preliminare all’ingegnere Paccapelo, ex dirigente della Provincia. Le corsie della pista ciclabile (larghe 1,5 metri ciascuna) correranno a fianco dei binari, su entrambi i lati, per tutti i 6 chilometri del percorso ferroviario fanese, dalla Statale 16 fino a Cuccurano. «Nessun ostacolo all’eventuale ripristino del treno turistico – secondo i tecnici – c’è lo spazio sufficiente per la convivenza di treno e bici». E comunque Regione, Comune e cittadini rimangono in attesa dello studio di fattibilità che, su sollecitazione della sottosegretaria Rossella Accoto (M5S), dovrebbe produrre Rfi entro metà ottobre. Il progetto preliminare della ciclabile lungo la ferrovia, che dovrebbe essere pronto entro l’anno, una volta ultimato sarà presentato a Rfi, proprietaria dell’area, con cui il sindaco Seri ha buoni rapporti visti i progetti attualmente in piedi: ampliamento del sottopasso di viale Cairoli e realizzazione del sottopasso di via Nazario Sauro per il collegamento della Darsena al porto. Se andrà avanti il progetto della ciclabile a doppia corsia lungo il tratto fanese della Fano-Urbino, il Comune non potrà più contare sulle risorse regionali previste dalla precedente giunta regionale (4,5 milioni di euro complessivi da Fano a Tavernelle di cui quasi 3 milioni per il tratto fanese) ma dovrà pagare l’opera di tasca propria. Per questo potrebbero essere preziosi i 4 milioni di euro di avanzo di bilancio ancora disponibili (su un totale di 16) dopo la variazione da 7 milioni di euro di opere pubbliche, annuncia tre giorni fa dal primo cittadino e dall’assessore alle Finanze Sara Cucchiarini. Ancora presto per sbilanciarsi sul costo effettivo della ciclabile per la quale, però, non saranno necessari espropri, insistendo sull’area di proprietà di Rfi. Una delle variabili potrebbe essere rappresentata dai sottoservizi tecnologici e telematici, così come appare importante l’intervento per il consolidamento del ponticello di Vallato. Per la ciclabile non sarà utilizzato bitume nero, ma si terranno conto delle prescrizioni a suo tempo date dalla Soprintendenza, realizzando una pavimentazione di colore naturale.

Insomma l’Amministrazione comunale tenta di rimanere agganciata alle risorse regionali, accettando di ragionare sul progetto della ciclabile elaborato dalla Regione, lontano dai binari ma che «nell’ultima versione in diversi tratti trova corrispondenza nel piano degli itinerari ciclabili del Comune» e contemporaneamente prova a progettare il tratto fanese della ciclabile che corre a fianco della Fano-Urbino.  Anna Marchetti

Il Resto del Carlino del 23/9/2021

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Colli al Metauro alla Regione: “No al treno su quel tracciato, sì alla pista ciclabile”

L'Amministrazione Comunale con una nota aperta ai cittadini chiede alla Regione di attendere l'esito dello studio da RFI sulla fattibilità per la riattivazione del treno senza sacrificare il progetto della pista ciclopedonale.

Di Il Metauro 24 Settembre 2021

COLLI AL METAURO – Il tema della riattivazione della linea ferroviaria Fano-Urbino o la realizzazione di una pista ciclabile torna di attualità nel dibattito. Il Comune con una nota chiarisce la sua posizione e chiede alla Regione di attendere l’esito dello studio di fattibilità di RFI sul ripristino del treno.

In relazione alla proposta di tracciato per la realizzazione della pista ciclo-pedonale intendiamo in primo luogo ringraziare la Regione per la grande disponibilità e gli sforzi profusi per l’identificazione di un tracciato il più possibile fruibile da parte dei cittadini di Colli al Metauro e per le importanti risorse riservate a questo territorio finalizzate al superamento degli ostacoli legati alla complessa viabilità del nostro Comune.

Al contempo – continua la nota dell’Amministrazione – desideriamo esprimere la nostra posizione in ordine a questo progetto. Tutto ciò in un’ottica propositiva, nel rispetto dei ruoli e dei poteri decisionali che competono alla Regione e con un approccio di piena e proficua collaborazione.

Permangono delle perplessità sull’opportunità di realizzare un tracciato ciclo-pedonale in pendenza di una valutazione di fattibilità tecnico economica del ripristino della ferrovia.

Il sedime ferroviario, infatti, costituisce la colonna vertebrale di Colli al Metauro, l’arteria di raccordo e di congiunzione di tutto il territorio e, al di fuori dei confini comunali, il tracciato baricentrico di collegamento tra la costa e l’entroterra e tra la collina e la valle.

E’ la sede naturale per lo sviluppo di una ciclopedonale di ampia portata che possa costituire il punto di incontro, socializzazione e di mobilità sostenibile per tutta la vallata del Metauro.

Soprattutto nel nostro Comune, dove in passato si sono privilegiate dissennate politiche di sfruttamento del suolo in favore del mattone. Queste politiche hanno pregiudicato irreparabilmente la viabilità urbana e la possibilità di fruire di percorsi in sicurezza da parte di famiglie, turisti e cultori della mobilità sostenibile.

https://www.ilmetauro.it/colli-al-metauro-alla-regione-no-al-treno-su-quel-tracciato-si-alla-pista-ciclabile/?fbclid=IwAR1Bw_nWWv4fXswHaa_s2jxhlWHCETCjS8sSPwB_j7Bl_w0YjgPbXHf_0SE

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Ciclovia a Colli al Metauro, per Curina il “NO” di Briganti è solo propaganda elettorale

Il candidato a sindaco Candio Curina interviene sulla nota del Comune di Colli al Metauro sulla pista ciclabile. Una svolta tardiva.

Di Il Metauro 24 Settembre 2021

COLLI AL METAURO – “Colli al Metauro? Un cantiere aperto. Mentre idee e opinioni cambiano alla velocità della luce. È un autentico cambio di passo quello che si sta registrando in questi giorni nel nostro comune, tra lavori iniziati in fretta e furia e un’improvvisa – ma tardiva – rincorsa al decoro urbano”.

E’ quanto afferma in una nota il candidato a sindaco Candio Curina che aggiunge: “Per non parlare di certe scelte dell’amministrazione comunale uscente che sembrano più che altro delle folgorazioni arrivate sulla via di Damasco. Per meglio dire, sono tutti miracoli provocati dalle imminenti elezioni amministrative, in vista delle quali chi ci ha governato per quattro anni ha improvvisamente mandato in strada operai e manutentori di vario genere. Mentre chi resta negli uffici comunali è impegnato a mandare in pasto alla stampa – per ragioni palesemente elettorali – lettere aperte contraddittorie sul tema dell’eventuale ripristino della ferrovia Fano-Urbino.

Risulta alquanto singolare – continua Curina – la nota inviata questa mattina dall’amministrazione uscente, che apportando tutta una serie di argomentazioni tecniche si rivolge direttamente alla giunta regionale – quasi con fare reverenziale – per dire che forse no, a Colli al Metauro sarebbe meglio non far tornare il treno.
Perché un eventuale ripristino della ferrovia ridurrebbe troppo lo spazio per realizzare una ciclovia a fianco dei binari, e perché un simile compromesso comporterebbe dei costi tutt’altro che trascurabili. Ma noi di ‘Energia in Comune per Candio Curina sindaco’ abbiamo più memoria di questa giunta che sta per uscire dalla finestra per poi – ripassando per le urne – tentare di rientrare dal portone. La stessa giunta che in passato, in più occasioni, si è espressa a favore del ripristino della ferrovia. Ma che ora, a poco più di una settimana dal voto, consapevole del sentimento popolare, ha magicamente virato verso prese di posizione a favore della ciclovia.

Eppure – aggiunge Curina – sono gli stessi amministratori che – durante il consiglio comunale dello scorso 28 aprile – hanno votato in modo contrario all’interrogazione della minoranza attraverso la quale si chiedeva un’opposizione unanime al ripristino della ferrovia – così come agli stessi studi di fattibilità – per preservare il nostro territorio ed evitare di massacrarlo. È durante quella seduta che il vicesindaco facente funzioni Andrea Giuliani ha letto la dichiarazione della maggioranza: tutti contrari, compreso l’assessore uscente Pietro Briganti e altri componenti di giunta e consiglio che – in questi giorni di campagna elettorale – stanno chiedendo a gran voce di venire rieletti. Stessa cosa è poi avvenuta durante il consiglio comunale del 25 maggio. Gli elettori, però, meritano rispetto. Occorre coerenza per amministrare un territorio, la stessa coerenza che a Briganti e alla sua lista manca in maniera quantomai evidente. È inaccettabile che abbiano mantenuto un reverenziale – e furbo – silenzio per mesi, durante i quali si è tenuta anche un’apposita commissione, per poi tirar fuori dal cilindro una lettera per dire alla Regione che sarebbe meglio la ciclovia della ferrovia.
Perché non è lo Stato che preme per il ripristino della tratta ferroviaria, bensì l’attuale amministrazione regionale con cui la giunta uscente di Colli al Metauro – fino a un paio di mesi fa – stava valutando, fianco a fianco, come poter riattivare il treno.

Sintomatico, poi, che quando si è andati in regione per visionare il progetto non si sia fatta verbalizzare alcuna osservazione come si dovrebbe fare in caso di disaccordo.
Senza dimenticare lo stesso Briganti, che ai microfoni di una emittente radiofonica locale, il 25 maggio aveva detto di essere “favorevole allo sviluppo di una tratta ferroviaria in questo territorio troppo spesso rimasto a margini”. Ma il 3 e 4 ottobre si avvicinano. Così ecco la svolta a favore della ciclovia. Una svolta pavida – conclude Curina – per di più, perché invece di prendere posizione in maniera netta si invita ad attendere che RFI si esprima sulla fattibilità tecnico-economica della riattivazione della Fano-Urbino. E questo è davvero troppo: o è sì o è no.
Questo modo di porsi così ‘cerchiobottista’ dimostra soltanto una certa sudditanza verso alcuni esponenti della giunta regionale. Ma tutto questo fa male al nostro amato territorio. Perché il cambio di idea c’è stato, ma appare quantomai tardivo, parziale e strumentale. I nostri cittadini, una volta in cabina elettorale, se ne ricorderanno senz’altro!”

https://www.ilmetauro.it/ciclovia-a-colli-al-metauro-per-curina-il-no-di-briganti-e-solo-propaganda-elettorale/

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La ferrovia Fano-Arezzo, ideata e mai fatta   Così l'Italia centrale poteva cambiar volto

La stazione a Borgo Pace dava il benvenuto al treno nella nostra provincia. Nella geopolitica le scelte a nostro favore ci hanno visto perdenti

Di Riccardo Paolo Uguccioni

CONSORZI TRA MUNICIPI

Nell'800 come oggi, le comunità fanno corpo unico per acquisire i terreni e spianare la strada

27 MILIONI DI LIRE TOSCANE

Il costo era importante, ma l'impresa riguardava almeno 250mila abitanti

IL FATIDICO 1870

Dopo l'Unità d'Italia una commissione preferì fare la più economica Faenza- Pontassieve-Firenze

A metà Ottocento prima dell'Unità, ci racconta uno studio recente di Enrico Fuselli apparso su "Pagine altotiberine", fu progettata una «via ferrata» tra Arezzo e Ancona. Forse fu per la delusione per la strada della Trabaria, aperta ventanni prima - anch'essa su spinta del granducato di Toscana - e che, per più ragioni, non aveva attivato quel traffico tra i due mari che ci si aspettava; certo influì la moda del treno, che frattanto si era imposta fino a diventare un discrimine politico incandescente e che, di lì a poco, Giosuè Carducci avrebbe esaltato nell'inno a Satana, «forza vindice de la ragione» (allora II treno era divisivo tra conservatori e progressisti come oggi il ddl Zan o la liberalizzazione delle droghe leggere).

Il comune di Sansepolcro incaricò di uno studio preliminare lo scienziato Giovanni Antonelli e alla fine del 1852 il progetto era pronto. Si ipotizzava una linea che da Arezzo per la valle del Cerfone, un affluente del Tevere, sfociasse nella Vaitiberina lambendo Monterchi e Citerna. Quindi, superato Sansepolcro, la ferrovia avrebbe affrontato l'Appennino fino a 800 metri di quota, per poi scendere lungo il corso del Metauro per Palazzo de' Mucci e Borgo Pace sino a Fano,- una volta completata, la linea avrebbe collegato Livorno con Ancona giovando all'alta Valtiberina e all'intera Valmetauro, da Sant'Angelo in Vado a Fossombrone e a Fano, dove si sarebbe collegata con l'erigenda via ferrata - la "Pio Centrale" - che lo Stato pontificio veniva costruendo fra Bologna e Ancona. La linea Arezzo-Fano sarebbe risultata di 154 km a binario unico (l'incrocio dei convogli avveniva nelle stazioni) che prevedeva viadotti, gallerie (la più lunga di ben quattro km) e diversi ponti sul Metauro. La maggior parte del costo, 27 milioni di lire toscane, avrebbe riguardato il movimento terra e le opere d'arte,- i «sotterranei» (cioè le gallerie) avrebbero inciso per 5 milioni; un po' di più sarebbe costato realizzare l'armamento dell'intera tratta,- altri tre milioni servivano per l'esproprio dei terreni e la costruzione di stazioni e officine,- due milioni erano infine preventivati per l'acquisto di 15 locomotive (con tender) e del materiale rotabile.

Occupate le Marche dall'Armata sarda, l'idea venne ripresa dal commissario Lorenzo Valerio, che il 7 novembre 1860 autorizzò «gli studi necessari» per una ferrovia che, «da un punto della Pio-Centrale» (la linea Bologna-Ancona era in avanzata costruzione, e sarebbe poi stata inaugurata da Vittorio Emanuele Il nel novembre 1861), muovesse verso Arezzo. Il progetto venne ripreso dal Consiglio provinciale di Pesaro e Urbino. Nel novembre 1862 per venire incontro alla parte montana della provincia, che si era tassata per costruire la linea litoranea ma per lontananza poco poteva avvalersene, il Consiglio provinciale deliberò a unanimità un milione di lire a favore della ditta che avesse assunto quell'impresa. Nel maggio 1864 venne presentato un progetto per una «ferrovia metaurense» un po' più breve ma con un tragitto quasi identico (Fano-Fossombrone-Fermignano-Urbania-Sant'Angelo in Vado-Sansepolcro-Anghiari- Arezzo),- vennero costituiti consorzi fra i municipi della Valmetauro e della Valtiberina per agevolare gli espropri dei terreni,- la Deputazione provinciale di Pesaro e Urbino presentò una memoria al Parlamento per sostenere la causa della linea,- se ne esaltò la «rendita presumibile» considerando che, nella fascia di 20 km a cavallo della linea, vivevano almeno 250.000 persone,- si sottolineò l'impulso che sarebbe derivato ai commerci dei legnami, degli zolfi, ecc.,- né mancò un richiamo all'utilità strategica della linea «finché l'Austriaco accampato in Veneto».

Ma invano: nel 1870 una commissione ministeriale, incaricata di individuare il miglior collegamento tra Firenze e l'Adriatico passando per la Romagna o per le Marche, optò per la tratta Faenza-Pontassieve-Firenze, che presentava costi minori di realizzazione. Per tutto l'800 si continuò a parlare di ferrovia metaurense, ma con ciò intendendosi ormai solo la tratta locale, a oriente degli Appennini. Di una ferrovia dei due mari non si parlò più.

Il Resto del Carlino del 24/9/2021

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Il bello delle Marche viaggia sul treno storico

È ripartita dopo quasi dieci anni la linea Fabriano-Pergola: un percorso turistico nell’entroterra alla ricerca dei luoghi e delle attrazioni

di Marco Moroni

FABRIANO-PERGOLA

«Bentornato treno» si legge su uno striscione a Monterosso Marche a segnare la riapertura dopo quasi dieci anni della ferrovia Fabriano-Pergola. E a percorrerla per prima è una locomotiva a gasolio degli anni Settanta: un treno storico con cui la Regione Marche e la Fondazione Fs vogliono rilanciare il turismo nell’entroterra.

Il viaggio inaugurale è partito ieri mattina dal binario 1 della stazione di Ancona, tanti i turisti in fila per salire sulle tre carrozze ‘terrazzini’, degli anni Trenta. E l’atmosfera vuole replicare proprio quella dei treni di un tempo: «Abbiamo restaurato le carrozze con un’attenzione che ci piace chiamare filologica – dice l’ingegner Claudio Calvelli, responsabile del servizio materiali e trazione della Fondazione Fs – hanno lavorato sulle parti meccaniche le officine delle Ferrovie dello Stato, fra cui quella di Ancona, mentre gli arredi sono stati restaurati da artigiani sulla base delle foto dell’epoca, il colore delle carrozze è esattamente lo stesso degli anni Trenta».

Anche i ritmi di viaggio non sono quelli di oggi: si procede piano, con i finestrini aperti e i passeggeriche si affacciano per ricambiare i saluti all’arrivo del treno nelle piccole stazioni disseminate sui colli marchigiani. Il treno storico non servirà a rilanciare il trasporto pubblico su ferro, ma a promuovere il turismo nell’entroterra: «Ogni euro speso per un viaggio del genere in treno equivale ad almeno due spesi nel territorio, finanziando l’accoglienza e l’artigianato locali », ha ricordato il direttore generale della Fondazione Ferrovie dello Stato Luigi Cantamessa nella conferenza prima della partenza, a bordo di un vagone di rappresentanza del 1904.

Poi arrivano il fischio del treno e lo sferragliare dei vagoni che prendono la direzione di Fabriano. All’arrivo a dare il benvenuto ci sono una gran folla, le note della banda e le parole del sindaco di Fabriano Gabriele Santarelli: «È bello vedere la riattivazione di una ferrovia che era considerata un ‘ramo secco’ e che invece torna a cucire i nostri territori – ha detto il sindaco – questo è il primo passo anche per una futura riattivazione del trasporto pubblico locale su questa linea». A Fabriano interviene anche il senatore Rossella Accoto, sottosegretario al Ministero del lavoro: «Quest’iniziativa rappresenta un modello virtuoso da ripetere, anche, ad esempio, sulla Fano-Urbino», un parere che trova l’assessore alle infrastrutture Francesco Baldelli più prudente. Mentre sono tutti d’accordo sul bisogno di rilanciare la sinergia fra la costa e l’entroterra: «Lo dimostra quest’itinerario che unisce Ancona e Pergola», dice Francesco Baldelli, in passato sindaco proprio della cittadina del pesarese. Poco dopo le 11, il taglio del nastro, proprio davanti alla locomotiva: non mancano una folta rappresentanza politica e i sindaci dei comuni interessati dalla tratta riaperta. Un’occasione per presentare anche i progetti della Regione per il trasporto su rotaia, dai lavori lungo la dorsale adriatica e il raddoppio della Falconara Orte, al possibile ripristino della stazione di Ancona Marittima, che potrà essere sfruttata anche per far conoscere ai turisti in arrivo con le navi da crociera i colli marchigiani e i loro tesori. Non solo i bronzi dorati di Pergola e le miniere di zolfo di Cabernardi, che gli ospiti del treno storico possono visitare grazie alle escursioni organizzate, ma anche le prelibatezze della regione. A bordo aperitivo con ciauscolo, olive all’ascolana e vino bianco ribona a bordo del treno, mentre le guide turistiche parlano delle bellezze che scorrono al di là dei finestrini. Si riparte nel pomeriggio da Pergola, dopo il pranzo le escursioni, e il viaggio inaugurale termina ad Ancona poco prima delle 21, ma ci saranno ancora due date per vivere la Valle del Cesano da un’altra prospettiva.

Da: Il Resto del carlino del 27/9/2021

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L’ALTRO FRONTE

Ora la sfida è lanciata anche sulla Fano-Urbino

Ma serviranno molti più soldi e l’ok dei sindaci

Anche la Fano-Urbino è nel mirino della Fondazione Fs, che ieri ha riportato un treno turistico tra Pergola e Fabriano, chiusa al traffico ferroviario 8 anni fa spendendo per l’occasione oltre 1 milione di euro in veloci lavori di ripristino. Ma a differenza di quest’ultima linea, i 48 chilometri di binari della ferrovia del Metauro sono da buttare perché abbandonati da 34 anni. Serve ammodernare massicciata, ponti, gallerie e passaggi a livello (ce ne sono 55). Occorrono 100 milioni di euro, e trovarli solo per riportare un treno storico non può essere una giustificazione. Ma l’assessore regionale Baldelli non ha nascosto che la sfida sulla Fano - Urbino è lanciata. Già, ma come? Prima che qualcuno lo chiarisca, guardiamo le idee in campo. Uno studio di fattibilità per 1 milione di euro di costo è in fase di realizzazione e quantificherà il tipo di investimento mentre la giunta Acquaroli ha stoppato il progetto della ciclabile accanto ai binari voluta da Ceriscioli. Ma i Comuni vogliono la ciclovia e la chiedono accanto ai binari, tanto che il comune di Fano ha incaricato l’ingegner Paccapelo di realizzare il tratto fanese. L’idea è di far correre una corsia ciclabile a destra dei binari e un’altra a sinistra.

ro.da.

Da: Il Resto del carlino del 27/9/2021

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Festa di popolo per la Fabriano-Pergola

Striscioni e applausi al passaggio del treno

Dopo 8 anni ieri la locomotiva storica è tornata sulla tratta ’Subappenninica Italica’ per il primo percorso turistico al quale

hanno preso parte 210 passeggeri. L’assessore regionale Baldelli: «Una riattivazione simbolo di rinascita. Basta chiusure»

 

di Sandro Franceschetti

Trentuno chilometri e seicento metri immersi nelle bellezze paesaggistiche e, ieri, anche nell’entusiasmo di tante persone,

che hanno atteso il passaggio del convoglio nelle stazioni, vicino ai ponti, all’ingresso dei boschi che lambiscono la strada

ferrata e in prossimità dei 18 passaggi a livello (al momento gestiti dal personale di Ferrovie, ma che per il 2022 saranno automatizzati).

E’ stata, innanzitutto, la festa della gente, la prima corsa del treno storico turistico sulla tratta ‘Subappenninica Italica’ Pergola-

Fabriano, riattivata dopo 8 anni di chiusura totale. Gente che abita le zone interne a cavallo tra le provincie di Pesaro-Urbino

e Ancona, spogliata negli ultimi decenni di molti servizi e che ieri, per una volta, si è vista restituire qualcosa. Un clima di festa

condiviso dai 210 passeggeri del treno, che hanno potuto godere di un viaggio panoramico di rara suggestione a bordo di 4

carrozze ‘terrazzini’, definite così perché tra un vagone e l’altro hanno uno spazio esterno opportunamente protetto da ringhiere

sulle quali si può stare anche durante la marcia del treno, considerato che la velocità di crociera dettata dal locomotore diesel anni ’60 (le carrozze risalgono invece al 1930) è di 30 chilometri orari.

Panorama e non solo, poiché stare all’interno di vagoni con le sedute in legno, con una fila da tre da un parte e una da 2 dall’altra,

i finestrini alti circa 80 centimetri e larghi una sessantina, tutti apribili completamente, come non se ne vedono più nelle vetture moderne; la filodiffusione per spiegare le caratteristiche e la storia dei territori attraversati; e gli assaggi di salumi, formaggi e altre specialità della zona, accompagnati dal vino Ribona del Podere Sabbioni, hanno reso il viaggio sicuramente unico, che poi è roseguito, dopo l’arrivo a Pergola, intorno alle 13 (la partenza a Fabriano è avvenuta alle 11,30), con il trasferimento in pullman per il pranzo a Frontone, la visita ai Bronzi e poi al Museo della miniera di zolfo di Cabernardi, prima del ritorno in stazione per il viaggio a ritroso.

Il momento ufficiale della giornata si è tenuto a Fabriano, alla presenza dell’assessore regionale Baldelli, del direttore di fondazione Fs Italiane Luigi Francesco Cantamessa (proprio la Fondazione ha investito oltre 1 milione di euro per il ripristino della

tratta), del direttore territoriale di Rfi Nicola D’Alessandro, del sottosegretario al ministero del lavoro e delle politiche sociali Rossella Accoto, dell’assessore regionale Giorgia Latini, dei consiglieri regionali Giacomo Rossi e Marta Ruggeri e dei sindaci del comprensorio: per la provincia di Pesaro e Urbino la prima cittadina di Pergola Simona Guidarelli e il collega di San Lorenzo Davide Dellonti.

«Questa riattivazione è il simbolo della rinascita – ha detto Baldelli – non solo delle Marche, ma d’Italia. Basta chiusure. Le cosiddette linee secondarie hanno un’importanza strategica sul piano economico. Oggi stiamo scrivendo una pagina della nostra

storia». Alla stazione di Pergola, dove ad attendere il convoglio c’erano centinaia di persone, Baldelli e i vertici di Rfi e della

Fondazione hanno consegnato una targa di riconoscenza alla signora Iolanda Taddei, 83enne, vedova dell’ultimo capostazione

locale Alfio Fioranelli.

Da: Il Resto del carlino del 27/9/2021

 

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Londei, lotta e governo insieme «Osca, Gambini ci ha ascoltato»

Il capogruppo di Urbino e il Montefeltro: «L’ordinanza coprifuoco? È ora di sedersi al tavolo»

 

… La perdita di residenti

Sulla viabilità e l'isolamento di Urbino? «Nei prossimi mesi e anni - concludono Giorgio Londei e Federico Cangini - o si riprendono alcuni progetti, oppure non vi sono speranze per il futuro. La Fano/Grosseto, la Pedemontana, la Pesaro/Urbino e la Urbino/San Marino, sono essenziali se non vogliamo vedere una ulteriore perdita di abitanti che, attualmente, è diventata drammatica: la sola Urbino, dati aggiornati ad oggi è sotto i 14 mila, e non stanno meglio i comuni del Montefeltro».

Eugenio Gulini

Corriere Adriatico del 27/9/2021

 

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Ciclovia del Metauro, i dubbi del Comitato sul progetto della Regione

Il rischio è che con l'attuale tracciato i fondi europei non vengano erogati e che si possa ricorrere alla Corte del Conti per danno erariale

27 Settembre 2021

FANO – “In base alla legislazione nazionale, la ciclovia deve essere un ‘itinerario che consenta il transito delle biciclette nelle due direzioni, dotato di diversi livelli di protezione determinati da provvedimenti o da infrastrutture che rendono la percorrenza ciclistica più agevole e sicura’. Inoltre, secondo le norme vigenti, le ciclovie a doppio senso di marcia devono essere larghe almeno m 2,50 e avere un cordolo di separazione di cm 50”.

Inizia così la nota del Comitato Ciclovia del Metauro che prosegue: “Il progetto di ciclovia turistica predisposto dalla Regione Marche non rispetta affatto queste caratteristiche, come dimostra il progetto definitivo inviato ai Comuni alcuni giorni fa. C’è quindi da temere che la UE non confermi i 4,5 milioni da impegnare entro dicembre 2022 e siano avviati ricorsi alla Corte dei conti per danno erariale.

Come evidenzia la linea rossa presente nelle immagini, pur di non utilizzare incomprensibilmente l’ex ferrovia abbandonata, il naturale innesto della ciclovia a Fano in viale Piceno viene arretrato più a monte ma più avanti si sfiorano comunque i binari che poi vengono lasciati per consumare prezioso suolo agricolo; attraversato il Campo di aviazione partendo da via del Fiume, si prevede di scavalcare via Papiria, il Canale Albani e via Canale Albani con un ponte alto 5/6 metri che atterra nel quartiere S. Orso con una lunga rampa, praticamente un muro di cemento in prossimità dei condomini esistenti;  percorsa via Soncino fino all’altezza di via P.P. Pasolini, ci si inoltra in altre aree agricole per raggiungere via G. Vasari e poi via Galilei, passare sotto l’autostrada A14 e arrivare in zona Codma ritagliando lo spazio ciclabile lungo la trafficata strada esistente. Più avanti, restando in Comune di Fano, si procede lungo strade secondarie che andrebbero ristrette nonostante esista lo spazio adatto lungo i binari abbandonati.

Inoltre, il passaggio di questa ciclovia interessa numerose particelle catastali anche di proprietà privata che dovrebbero essere espropriate a costi enormi e mettendo in difficoltà le lavorazioni agrarie per il loro frazionamento. Sarebbero d’accordo i proprietari o inizierebbero lunghi e giustificati contenziosi? Per quanto tempo poi dovrebbero lavorare gli Uffici comunali per preparare le pratiche?

Tutto ciò nonostante esista già un percorso da riqualificare come l’ex ferrovia che procede in maniera lineare, non comporta espropri e già ora rappresenta una scorciatoia per molti abitanti di S. Lazzaro, Vallato e S. Orso.

Da notare che la proprietà (RFI) intende dialogare con le Amministrazioni locali di tutta Italia perché i binari abbandonati vengano utilizzati soprattutto a piedi e in bicicletta, vista la non convenienza o l’impossibilità di un ripristino ferroviario.

Qual è la logica di questa “ciclovia” letteralmente stravagante?  Chi mai si avventurerebbe su questo percorso arzigogolato, pericoloso, non illuminato e poco frequentato nelle zone rurali e periferiche, per niente attrattivo e più lungo del necessario?”

 

https://www.ilmetauro.it/ciclovia-del-metauro-i-dubbi-del-comitato-sul-progetto-della-regione/

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Treno Montecchio-Pesaro, Ucchielli chiede lo stato di avanzamento dei lavori per lo studio di fattibilità

 1' di lettura 27/09/2021 - Il Sen. Palmiro Ucchielli, Sindaco del Comune di Vallefoglia, ha inoltrato all’On. Enrico Giovannini, Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti e al Dott. Francesco Baldelli, Assessore alle Infrastrutture e ai Lavori Pubblici della Regione Marche, una lettera per conoscere lo stato di avanzamento dei lavori per lo studio di fattibilità della infrastruttura ferroviaria sul tratto Pesaro - Fano – Fossombrone – Urbino – Morciola – Montecchio - Pesaro.
A seguito dell’approvazione da parte del Senato della Repubblica di una specifica mozione che riguardava il tratto Pesaro – Fano – Fossombrone – Urbino e il Sen. Ucchielli ha chiesto di estendere lo studio anche al percorso Urbino – Vallefoglia – Pesaro.
La Vallata del Foglia negli ultimi anni si è infatti contraddistinta nel panorama nazionale ed internazionale per la vivacità del suo territorio produttivo ed industriale e rappresenta attualmente un importante punto strategico per le vie di comunicazione per il centro Italia.
Soprattutto in questo momento in cui è doveroso per le Pubbliche Amministrazioni incentivare la ripresa economica anche attraverso opere infrastrutturali e ridurre nel contempo fortemente anche l’inquinamento atmosferico, sottolinea il Sindaco, corre l’obbligo di porre particolare attenzione alla realizzazione di strategie che facilitano il più possibile la mobilità di persone e merci al fine di dare nuovo impulso tanto al settore produttivo, quanto a quello turistico, commerciale e culturale.
In questa ottica, conclude il Sindaco, nel ringraziare il Ministro Giovannini e l’Assessore Regionale Baldelli per l’interessamento, ho ritenuto opportuno chiedere di conoscere lo stato di avanzamento dei lavori su tale studio che rappresenta per la nostra vallata una priorità a vantaggio dell’ambiente e dell’intera economia provinciale.     da Comune di Vallefoglia

https://www.viverepesaro.it/2021/09/28/treno-montecchio-pesaro-ucchielli-chiede-lo-stato-di-avanzamento-dei-lavori-per-lo-studio-di-fattibilit/1036460/

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Facebook Pagina Comitato Ciclovia del Metauro.  28/9/2021

 

La “Ciclovia turistica del Metauro” secondo la Regione Marche – Prima parte

 

Le ciclovie fatte secondo le regole devono essere a doppio senso di marcia, sicure, agevoli, larghe almeno 2,5 m e con un cordolo di separazione di cm 50. Per farla nella valle del Metauro la UE ha concesso 4,5 milioni da impegnare entro il 2022.

A quanto pare, la Regione Marche sta facendo di tutto per perderli perché ha progettato una cosa diversa, di certo non una “ciclovia”, come dovrebbe risultare ad un controllo anche sommario di chi ha erogato il finanziamento.

Pur di non toccare il tragitto più logico, breve, lineare, sicuro e approvato da RFI (quello a 1,5 m dai binari che resterebbero a disposizione di un treno turistico) è stato inventato un percorso letteralmente stravagante che qualche giorno fa è stato fatto pervenire ai Comuni interessati.

Le immagini allegate si riferiscono al Comune di Fano ma valgono anche per Cartoceto, Colli al Metauro e Fossombrone di cui si parlerà nei prossimi post.

Il percorso sarebbe il seguente:

arretrato (non si capisce perché) il naturale innesto della ciclovia in viale Piceno, un po’ più a monte si sfiorano i binari e si oltrepassano via del Ponte e via del Fiume; attraversato il Campo di aviazione, si prevede di scavalcare via Papiria, il Canale Albani e via Canale Albani con un ponte alto 5/6 metri che atterra nel quartiere S. Orso con una lunga rampa, praticamente un muro di cemento in prossimità dei condomini esistenti; percorsa via Soncino fino all’altezza di via P.P. Pasolini, ci si inoltra in alcune aree agricole per raggiungere via G. Vasari e poi via Galilei, passare sotto l’autostrada A14 e arrivare in zona Codma lungo la trafficata strada esistente.

Più avanti, come sempre si utilizzano strade anche strette, sempre in condivisione con i veicoli a motore, dove è difficile trovare i 2,5 + 0,5 metri per la ciclovia, nonostante esista lo spazio adatto lungo i binari abbandonati.

Dal momento che dovrebbero essere acquisite (probabilmente a caro prezzo) varie particelle catastali di proprietà privata, è prevedibile la forte e giustificata opposizione di chi si vedrebbe non solo espropriato ma anche ostacolato nelle pratiche agricole per l’interruzione provocata dalla pista ciclabile. Lo si vede bene per esempio in prossimità delle vie Vasari e Galilei.

E poi, per quanto tempo verrebbero impegnati gli Uffici comunali per le relative pratiche urbanistiche? Si farebbe in tempo per il dicembre 2022?

Da notare che le Ferrovie vogliono dialogare con le Amministrazioni locali di tutta Italia perché i binari abbandonati vengano utilizzati soprattutto a piedi e in bicicletta, visto che quasi sempre non conviene o è impossibile il ripristino ferroviario.

Qual è la logica di questa improbabile “ciclovia” appena proposta dalla Regione Marche?

Chi mai si avventurerebbe su questo percorso arzigogolato, pericoloso, per niente attrattivo, più lungo del necessario, non illuminato e poco frequentato nelle zone rurali e periferiche?

 

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«Quale sarebbe la logica di questo arzigogolo?»

Ciclovia, ecco mostrato il progetto alternativo della Regione. Insorge il Comitato: «Nessun senso, per non parlare degli espropri»

LE PERPLESSITÀ

«Un percorso che costringe a passare in zone rurali per nulla attrattive. Perché?»

«Qual è la logica di questa “ciclovia” stravagante? Chi mai si avventurerebbe su questo percorso arzigogolato, pericoloso, non illuminato e poco frequentato nelle zone rurali e periferiche, per niente attrattivo e più lungo del necessario?» Domande che si pone Enrico Tosi, a nome del Comitato Ciclovia del Metauro, alla luce del nuovo percorso elaborato dalla Regione, in alternativa alla proposta che portava la firma di Andrea Biancani (Pd), e che voleva un percorso che seguisse – a pochi metri di distanza – l’ex ferrovia.

Una scelta che secondo l’assessore regionale Baldelli avrebbe però precluso la possibilità, un domani, di riattivare la tratta. Da qui la proposta alternativa, che infatti si discosta talmente tanto dalla ferrovia da perderla proprio di vista. «Come evidenzia la linea rossa – scrive il Comitato –, pur di non utilizzare incomprensibilmente l’ex ferrovia abbandonata, il naturale innesto della ciclovia a Fano in viale Piceno viene arretrato più a monte ma più avanti si sfiorano comunque i binari che poi vengono lasciati per consumare prezioso suolo agricolo; attraversato il Campo di aviazione partendo da via del Fiume, si prevede di scavalcare via Papiria, il Canale Albani e via Canale Albani con un ponte alto 5/6 metri che atterra nel quartiere S. Orso con una lunga rampa, praticamente un muro di cemento in prossimità dei condomini; percorsa via Soncino fino all’altezza di via Pasolini, ci si inoltra in altre aree agricole per raggiungere via Vasari e poi via Galilei, passare sotto l’autostrada A14 e arrivare in zona Codma ritagliando lo spazio ciclabile lungo la trafficata strada esistente. Più avanti si procede lungo strade secondarie che andrebbero ristrette.

Inoltre questa ciclovia interessa numerose particelle catastali di proprietà privata che dovrebbero essere espropriate a costi enormi e mettendo in difficoltà le lavorazioni agrarie. Sarebbero d’accordo i proprietari o inizierebbero lunghi contenziosi?

Eppure – conclude – esiste già un percorso da riqualificare che procede in maniera lineare e non comporta espropri».   ben.i.

Il Resto del Carlino del 27/9/2021

 

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Colli, la maggioranza; «Meglio la pista ciclabile della ferrovia»

IL DOCUMENTO

COLLI AL METAURO «Vista la proroga al 31 dicembre 2022 per l'utilizzo del contributo per la realizzazione della ciclo-pedonale, riteniamo che sia opportuno attendere l'imminente pronuncia da parte di RF1 sulla fattibilità tecnico-economica della riattivazione della tratta ferroviaria Fano-Urbino prima di procedere alla realizzazione definitiva del progetto della pista ciclo-pedonale» si legge nel documento inviato alla Regione dalla maggioranza consiliare del Comune di Colli al Metauro. «La pronuncia è prevista per ottobre e potrebbe dirimere la contesa sulla destinazione d'uso del sedime ferroviario. Un eventuale esito negativo consentirebbe l'adozione della soluzione ottimale, e non di compromesso, per la realizzazione della pista ciclo-pedonale». La presa di posizione precisa che «limitare l'ampiezza della ciclo-pedonale agli standard minimi di legge per preservare una possibile. quanto remota, riattivazione della linea ferroviaria è la carenza di fondo che si riscontra nei progetti della ciclo-pedonale dell'amministrazione regionale attuale e di quella precedente perché ne limita fortemente la fruibilità e ne inficia il valore e la portata». Un dato di fatto è che «la competizione di questi due sistemi di mobilità per l'occupazione del sedime ferroviario ha pregiudicato negli ultimi decenni la realizzazione di qualsiasi tipo di investimento. Il rispetto della salvaguardia del sedime ferroviario impone soluzioni tecniche per la realizzazione di tratti della ciclo-pedonale che hanno un impatto economico non trascurabile. Tutto ciò perché il governo centrale lontano dai nostri territori e dalle nostre esigenze, intende preservare quel sedime per la riattivazione di una linea ferroviaria che, su quel tracciato, a Colli al Metauro non vogliamo così come i nostri cittadini».  Eugenio Gulini

Corriere Adriatico del 29/9/2021

 

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Facebook Pagina Comitato Ciclovia del Metauro.  1/10/2021

 

La “Ciclovia turistica del Metauro” secondo la Regione Marche  -  Seconda parte

 

Superato il CODMA, costeggiando il cimitero di Rosciano e procedendo fino a incrociare via Einstein, si imbocca uno stradino non comunale parallelo all’ex ferrovia lungo il quale dovrebbero essere ricavati i tre metri complessivi di una ciclovia da condividere con auto, motorini e trattori. Più avanti, evitando di interessare l’ampio spazio della stazione di Cuccurano, un importante punto di riferimento sociale, culturale, religioso e sportivo, si pensa di utilizzare la stretta via A. Regolo e di giungere a Falcineto, sempre procedendo parallelamente ai binari fino a Ponte Murello, confine con il Comune di Cartoceto.

Da notare che si preferisce incidere sulla viabilità esistente e creare qualche problema mentre di spazio adatto per ospitare la ciclovia se ne trova in abbondanza ai margini dell’ex ferrovia che oltretutto ne ricaverebbe benefici come il controllo e la pulizia dei binari abbandonati.

C’è quindi da chiedersi per quale motivo non dovrebbe essere realizzata una ciclovia fatta a regola d’arte, cioè sicura, agevole e magari immersa nel verde, per muoversi a piedi o in bici tra Fano, Rosciano, Cuccurano e Falcineto.

 

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Programmi a confronto per la stagione post Aguzzi

Si confrontano per il ruolo di sindaco l’attuale assessore Briganti e Candio Curina

VERSO LE ELEZIONI

COLLI AL METAURO «Stanco per una campagna elettorale intensa ma ricca di soddisfazione per aver incontrato direttamente tante gente» commenta Pietro Briganti, attuale assessore comunale e candidato sindaco a Colli ai Metauro a capo della lista 1 "Insieme per Crescere. «I pumi principale del programma, quelli prioritari per intenderci sono la messa in sicurezza deile scuole, attenzione alla mobilità sostenibile con particolare riguardo ai marciapiedi e ai percorsi ciclopedonali, uno sguardo attento e costante alle attività commerciali e produttive comparto per il quale pensiamo di attivare una delega specifica per favorire la massima efficienza», Riguardo a quanti contestano la fusione di Montemaggiore al Metauro dove in fase referendaria prevalsero i no, Briganti sottolinea di rispettare «la volontà di chiunque quando prende le proprie decisioni anche quando si tratta di votare».

Per Candio Curina, ex dirigente scolastico, candidato sindaco della lista n.2 "Energia in Comune” «è urgente rimettere in sesto la macchina burocratica comunale; agire con la massima efficienza a favore degli edifici scolastici da mettere in sicurezza; ottenere ta sede distaccata degli istituti superiori dell'agrario in particolare per quanto riguarda il settore enologico e alberghiero in modo da offrire un punto di riferimento preciso a all’intera area metaurense; attenzione al nuovo Prg e per quanto riguarda la viabilita realizzare la seconda uscita della superstrada nell'area produttiva Laghi e per chiudere un no secco alla riapertura della ferrovia anche perché il progetto della cicloria redatto dalla Regione comporta problemi viari e urbanistici a non finire». Come assessore uscente Briganti sottolinea che «in questi 4 anni abbiamo dovuto affrontare la difficile sfida di mettere insieme tre municipalità in un unico Comune, con servizi, tributi e regolamenti differenti. Abbiamo lavorato per far nascere il nostro Comune, per crearne le fondamenta». Candio Curina ribadisce che «insierne vogliamo porre fine al prolungato periodo di sonnolenza che il nostro territorio sta vivendo, vuoi per le politiche attuate vuoi per quel le rimaste nel limbo anche per le note deviazioni di percorso di chi avrebbe dovuto amministrarci per cinque anni». Ormai non resta che attendere il risultato delle urne.  ro.giu.

Corriere Adriatico del 1/10/2021

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Ferrovie: FVM, "La riapertura della Fabriano-Pergola con treni storici è solo un inizio"

Un treno che attraversa un territorio rappresenta qualcosa di più di un mezzo di trasporto che permette alle persone di recarsi da un luogo ad un altro. Il treno, più di ogni altro mezzo terrestre, coinvolge le varie comunità, ne permette le aspirazioni di progresso economico, consente efficacemente lo sviluppo e la conoscenza nei confronti delle comunità limitrofe o più distanti. Tale potenzialità culturale ed antropologica si è fortemente manifestata con l'entusiasmo espresso dalla popolazione in occasione del passaggio del primo treno cha ha percorso le rotaie della linea Sub Appennina Fabriano-Pergola dopo otto anni di forzata inattività. Tanta gente ha salutato il convoglio storico dalle finestre, dai balconi delle case che costeggiano la ferrovia, ha affollato le stazioni ed il tracciato per essere testimone dell'evento e condividere, con gli oltre 200 passeggeri a bordo, il proprio benvenuto al ritorno del treno. Questa è la migliore dimostrazione che la ferrovia è patrimonio di tutti. Il treno permette e stimola le comunità interconnesse ad agire in simbiosi tra di loro, a prendere decisioni condivise nell’interesse del territorio tutto: per questo motivo nella Valle del Metauro i partiti tradizionali non possono e non devono opporsi al ritorno del treno, dovendo avere una visione ed una responsabilità sovra territoriali nei confronti delle aspirazioni e delle esigenze dei cittadini.

Alcuni rappresentanti dei partiti tradizionali, che continuano ostinatamente a proporre una pista ciclabile sopra il sedime ferroviario con pretestuose e fuorvianti soluzioni, si sono sempre guardati bene dal dire che erano contrari al treno ed hanno, invece, sempre motivato le loro scelte con motivazioni assurde. Teorie e motivazioni cancellate proprio dalla rimessa in servizio, con esemplare efficienza, della Fabriano – Pergola in tempi rapidissimi. Sarà, dunque, possibile ripristinare anche la ferrovia Fano-Urbino, certamente non in due mesi e grazie all'impiego di più cospicui finanziamenti (che non rappresentano il vero problema), ma una cosa è certa: tale progetto è realizzabile perché la ferrovia esiste! 

La riapertura della Fabriano-Pergola con treni storici è solo un inizio: l’Assessore Baldelli ha dimostrato di avere una nuova, strategica visione dei trasporti ed è logico prevedere per la Fabriano-Pergola o la Fano-Urbino non il solo "uso turistico": il collegamento tra le due linee, per la coesione territoriale o per futuri collegamenti infra-regionali, rappresenta la base di una "mobilità integrata" con rapidi, sicuri e comodi spostamenti tra l’entroterra e la costa con la reale possibilità di raggiungere le direttici verso Roma, Firenze, Milano, Bari. Il compito è grande ma gli obiettivi sono vitali per la nostra regione. Una volontà politica decisa e consapevole del proprio ruolo può recuperare gli anni perduti e la Fabriano-Pergola, rimessa in servizio in così breve tempo, ne è l'innegabile esempio. La realizzazione di questo progetto potrà segnare, con grandi benefici, l'inizio di un futuro migliore per le nuove generazioni della provincia di Pesaro ed Urbino.  Associazione FVM Ferrovia Valle Metauro

https://www.ferrovie.info/index.php/it/53-comunicati-stampa/19820-ferrovie-fvm-la-riapertura-della-fabriano-pergola-con-treni-storici-e-solo-un-inizio

 

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Ciclovia del Metauro il comitato alla carica

Appello alle nuove amministrazioni locali per il vecchio progetto

LA CONTROVERSIA

FANO Dai territori una spallata ai progetti della Regione sulla ferrovia dismessa Fano Urbino.

È l’auspicio del comitato per la cidovia del Metauro, che sollecita la nascita di un asse condiviso fra i Comuni attraversati dalla vecchia tratta. I tempi dell'iniziativa sono considerati maturi, ora che le recenti elezioni hanno appena rinnovato le amministrazioni pubbliche di Colli al Metauro, Fermigliano e Fossombrone, tre degli enti locali in questione. «In particolare - argomenta il comitato - diventa necessario un chiaro giudìzio negativo del progetto definitivo che la Regione ha inviato ai Comuni nello scorso mese di luglio». Lo stop, prosegue la nota, dovrebbe essere dichiarato da "tutti coloro che hanno a cuore il miglior utilizzo di un'infrastruttura pubblica, di cui oltretutto non sarebbe affatto compromesso un eventuale futuro utilizzo come ferrovia turistica». Incalza il comitato: «A prescindere da altre considerazioni tecniche, ciò che ci preme evidenziare è che le risorse finanziarie disponibili hanno una scadenza molto ravvicinata, la fine del 2022. Di conseguenza riteniamo che sì debbano accelerare le decisioni, per evitare dì perdere i 4 milioni e mezzo che l'Unione Europea ha concesso alla Regione a fondo perduto per la ciclovia turistica del Metauro, prevista a fianco dei binari e non altrove». L'intervento parte dal presupposto che in campagna elettorale il futuro riutilizzo della Fano Urbino è stato un «argomento significativo del dibattito polìtico». « Riteniamo opportuno - è la conclusione - che le amministrazioni dei territori interessati sì incontrino per cercare una sintesi comune, da recapitare alla Regione. Ora che tutti gli enti sono nella pienezza dei poteri, è tempo di dare attuazione con coerenza ai principi e alle posizioni espresse durante la campagna elettorale».

 

Corriere Adriatico del 9/10/2021

 

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Ex ferrovia, concluso lo studio di Rfi

«Possibile riattivazione nel 2029»

Incontro tra la sottosegretaria Rossella Accoto (M5S) e l’amministratore delegato della società:

«L’intenzione è ripristinare una linea commerciale per 5200 passeggeri al giorno». Ecco le ipotesi

di Anna Marchetti

NIENTE DA FARE  Esclusa l’ipotesi di estendere la linea al tratto Urbino-Pesaro come avrebbe voluto il sindaco Ucchielli

 

Passi avanti per il ripristino della Fano-Urbino, ferma dal 1986: l’intenzione è di farne una linea ferroviaria commerciale. Lo studio di fattibilità a cui sta lavorando Rfi e che non è ancora terminato, a differenza di quanto ipotizzato inizialmente, non prenderebbe in considerazione né il treno turistico né la metropolitana di superficie.

E’ quanto emerge dall’incontro che la sottosegretaria al Lavoro Rossella Accoto (M5S) ieri mattina ha avuto con l’amministratore delegato Vera Fiorani e con i tecnici di Rfi. Insomma, inizia a delinearsi il progetto che dovrebbe tornare a collegare, attraverso la ferrovia Fano, città di Vitruvio e dei Malatesta, con Urbino, città patrimonio dell’Unesco. Lo studio di fattibilità di Rfi (per il quale è stato stanziato un milione di euro) prenderebbe in considerazione due ipotesi: la prima prevede che il treno torni a correre ogni ora, per 16 volte al giorno, portando un totale di 5.200 persone nell’arco di una giornata, pari al 90% della capacità totale.

Nel secondo scenario preso in considerazione, il convoglio ferroviario transiterebbe una volta ogni mezz’ora, con un raddoppio, rispetto alla prima ipotesi, del numero delle corse, che diventerebbero 32. Questo, però, non comporterebbe necessariamente il raddoppio del numero dei trasportati. Perché la linea possa movimentare un numero di passeggeri maggiore dei 5200 previsti, il convoglio dovrebbe essere composto da più carrozze con il conseguente allungamento dei marciapiedi di alcune delle stazioni presenti lungo il percorso. Sulla possibilità di incrementare il numero dei passeggeri sembra abbia particolarmente insistito la sottosegretaria Accoto. In ogni caso tra tempi tecnici (come la verifica delle 8 gallerie, degli 11 viadotti e dei 25 ponti, l’installazione della segnaletica luminosa e la sistemazione dei passaggi a livello pubblici e privati) e burocratici, la ferrovia Fano-Urbino (lunga oltre 48 km) non potrà entrare in funzione prima del 2029.

Escluso, già nel precedente incontro che la sottosegretaria grillina aveva avuto ad aprile con l’ad di Rfi, che lo studio possa essere esteso, come richiesto dal sindaco di Vallefoglia Palmiro Ucchielli, al tratto Urbino-Pesaro. Rimane da affrontare il tema dei costi che, nell’incontro di ieri, non è stato toccato. Prima di esporsi sulla parte finanziaria, Rfi vorrebbe definire meglio i dettagli del progetto sulla base anche delle esigenze del territorio. Per questo la senatrice Accoto e l’ad di Rfi Fiorani hanno condiviso di rivedersi tra una decina di giorni alla presenza dei rappresentanti della Regione «con cui – fanno sapere da Roma – c’è piena sintonia sul progetto di ripristino della Fano-Urbino».

 

FOCUS

Per il treno servono 80 milioni di euro

Una precedente analisi dei costi aveva già stabilito stato dell’arte e interventi

Ma quanto costerebbe riattivare la ferrovia? Alla domanda è già stata data una risposta, ben prima che si decidesse di affidare un ulteriore studio da un milione di euro. Una lettera del 2017 dell’allora ad di Rfi Maurizio Gentile al governatore Ceriscioli aveva chiarito lo stato dell’arte e i costi: servono 80 milioni di euro per riattivare la Fano-Urbino. Vanno risistemate 7 gallerie per 2.350 metri, 25 ponti, senza dimenticare i 97 passaggi a livello da superare, di cui 56 pubblici e 41 su strade private.

Il Resto del Carlino del 13/10/2021

 

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Rossella Accoto  Sottosegretaria al Lavoro e alle Politiche Sociali

pagina Facebook  13/10/2021

CONTINUA IL MIO IMPEGNO PER IL RIPRISTINO DELLA FANO URBINO

👉PROSEGUE LO STUDIO DI FATTIBILITA' PER IL RIPRISTINO DELLA FANO - URBINO

📍#RFI ci ha presentato gli scenari operativi analizzati all'interno di questo lavoro di studio. In particolare l'approfondimento si sta focalizzando su una ipotesi di un treno ogni ora sulla tratta con un convoglio che potrà portare fino a 180 persone.

📍Questi scenari operativi vertono quindi su criteri commerciali che permetterebbero un utilizzo della tratta con un riempimento pressoché totale dei posti disponibili. Ciò che abbiamo chiesto a RFI è di considerare, all’interno dei costi dell’opera, più scenari di crescita dell’offerta trasportistica su questo percorso con l’incremento progressivo dei posti all’interno dei treni.

✔Auspico che entro poche settimane si possa arrivare a conoscere nel dettaglio i costi del ripristino e che si possano pianificare insieme alla Regione #Marche i prossimi passi da fare per arrivare a questo obiettivo.

MoVimento 5 Stelle Movimento 5 Stelle Marche MoVimento 5 Stelle FANO

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Francesco Baldelli Facebook 20/10/2021

Di pari passo all'impegno per la implementazione delle strade strategiche e per il potenziamento dei collegamenti ferroviari, mi sto adoperando per lo sviluppo della #reteciclabile regionale.  Altri 14 Comuni con meno di 20mila abitanti beneficeranno dei contributi della Regione per disegnare nuove piste che siano al contempo attrattive per i turisti e funzionali allo spostamento in sicurezza di chi quei territori li vive tutti i giorni. Questi 14 Comuni si aggiungono ai 28 che hanno ottenuto i contributi la scorsa primavera. Quindi, complessivamente, sono 42 i Comuni beneficiari dell'intervento, per un investimento complessivo di oltre 1,3 milioni di euro.  Questi i progetti co-finanziati con questo ulteriore stanziamento di 500mila euro:

》A #Sassoferrato, #Arcevia, #Genga, #CerretodEsi e #SerraSanQuirico sono stati assegnati ulteriori 126.867 euro, in aggiunta ai 45.652 euro ottenuti con il primo finanziamento, per la realizzazione della Ciclovia dei parchi e dei castelli, che collegherà Cerreto d’Esi e Genga, passando per il territorio di Fabriano.

#Tolentino riceverà ulteriori 10.274 euro, in aggiunta ai 24.725 euro di marzo, per concretizzare la pista ciclabile in contrada Piani Bianchi.

》A #Cagli e #Cantiano sono stati riconosciuti 70mila euro per creare un itinerario ciclopedonale di collegamento tra i due capoluoghi lungo l’antica via Flaminia e disegnare una strada cicloturistica sul monte Petrano.

》A #Montelupone e #Montecassiano sono stati assegnati 69.500 euro per realizzare due percorsi che, partendo dalla Ciclovia del Potenza, arriveranno nel centro storico di Montelupone e nel centro della frazione Sant’Egidio di Montecassiano.

》A #Castelbellino e #MaiolatiSpontini saranno distribuiti 70mila euro per la creazione di un percorso ciclopedonale di collegamento tra i due territori e per connetterli alla Ciclovia dell’Esino, utilizzando al massimo la rete ciclopedonale esistente.

》A #Gradara e #Gabicce Mare sono stati assegnati 42.500 euro per l’implementazione della messa in sicurezza dell’attuale tratto di pista ciclabile sia nel territorio di Gradara sia nel territorio di Gabicce.

》A #Muccia, #Camerino e #SerravalledelChienti sono stati riconosciuti 104.123 euro per la realizzazione della ciclovia ‘Percorso dei Mulini’.

#Treia, #Cingoli e #Appignano otterranno una prima tranche di 6.733 euro, da integrare con successivi stanziamenti, per l’implementazione di percorsi ciclopedonali intercomunali mediante la riscoperta e la valorizzazione di strade secondarie oramai in disuso che attraversano borghi e colline di grande fascino naturalistico

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Fvm vuole la cura del ferro, Fiab chiede anche la ciclovia

Ferrovia Val Metauro condivide la linea Baldelli sulla Fano-Urbino

LA MOBILITÀ

FANO Il ripristino della Fabriano - Pergola salutato «dall'eclatante successo delle prime due corse e dal tutto esaurito anche per quella di oggi» valgono molto più di un indizio per l’associazione Ferrovia Val Metauro, che insiste nella rappresentazione del trasporto su ferro come «potente motore di sviluppo per tutte le iniziative imprenditoriali in campo turistico che i territori interessati sapranno mettere in campo». Riaffermata la piena condivisione della linea esplicitata dall'assessore regionale alle Infrastrutture Baldelli, che ha definito la riapertura della Fabriano- Pergola «foriera di ben altre ferrovie da ripristinare, quali la Fano - Urbino e la Fermignano - Pergola» e organica ad un disegno che mira «a chiudere il cerchio trasportistico per dare respiro e servizi ai territori interni» Nel fare il censimento di tutte le infinite bellezze che connotano i centri toccati dai binari, Fvm individua nel treno lo strumento più efficace per attrarre «il turismo colto intemazionale» senza però ignorare «quello popolare della vicina Romagna con 43 milioni dì presenze l’anno». La strategia resta dunque quella di somministrare al territorio «una assennata “cura del ferro" tanto cara ai vertici nazionali del Pd ma altrettanto avversata dal Pd pesarese forse per bassi interessi di bottega».

«In 5.400 hanno chiesta altro»

Continua a pensarla diversamente Fiab che peraltro apprezza «l'impegno della giunta regionale per creare o valorizzare nuovi percorsi ciclopedonali», innestandosi nel filone del cicloturistico sul quale stanno investendo «anche altri enti pubblici e imprenditori privati grazie in particolare alla diffusione della bici elettrica». Fatta la premessa, Fiab ritiene però che uno sforzo simile non possa proprio essere disgiunto dall’implementazione della ciclovia «lungol'ex ferrovia Fano- Urbino, già tracciata come “Bicitalia n. 18 - Fano G rosseto" nella rete recepita dalla legge nazionale per la mobilità ciclistica», con la prospettiva di unire Marche, Umbria e Toscana e facendo leva anche «sulla Cagli - Cantiano a cui sono stati appena attribuiti 70.000 euro». Slegare gli interventi rappresenterebbe «un grosso errore» ma sarebbe ancora più colpevole secondo Fiab «non tenere conto della volontà dei sindaci e dei cittadini che hanno raccolto oltre 5.400 firme per realizzare questa ciclovia utile per il turismo e per andare a scuola e al lavoro, oltrerutto senza ostacolare un'eventuale intermodalità treno più bici».  an.am

Corriere Adriatico del 24/10/2021

 

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È apprezzabile l’impegno della Giunta regionale per la creazione di nuovi percorsi ciclopedonali

 

24 Ottobre 2021

È apprezzabile l’impegno della Giunta regionale delle Marche che, grazie allo stanziamento di ulteriori risorse, vuole creare o valorizzare nuovi percorsi ciclopedonali; ne trarranno vantaggio la sicurezza, la qualità della vita e l’economia dei territori.

Nel cicloturistico stanno investendo anche altri enti pubblici e imprenditori privati grazie in particolare alla diffusione della bici elettrica; fino a pochi anni fa, era impensabile pedalare agevolmente in zone collinari o montagnose; oggi questo è possibile e un po’ dappertutto stanno nascendo percorsi sia di tipo turistico che sportivo; addirittura Urbino sta diventando un punto di riferimento con la sua “Straducale”, una gran fondo nata per valorizzare il territorio circostante; lo stesso può fare la Ciclovia Alto Appennino Marchigiano che unisce nove città dell’entroterra; molto altro sta nascendo nel resto della regione.

Per questo è auspicabile che da parte della Giunta regionale venga compresa l’urgenza e l’importanza anche di grandi infrastrutture locali come il collegamento tra costa ed entroterra nella valle del Metauro lungo l’ex ferrovia Fano Urbino. Da notare che questa ciclovia è già tracciata come “Bicitalia n. 18 – Fano Grosseto” nella rete recepita dalla legge nazionale per la mobilità ciclistica n. 2/2018; tra l’altro, un altro pezzo di questa ciclovia che può unire Marche, Umbria e Toscana è proprio la Cagli – Cantiano a cui sono stati appena attribuiti 70 mila euro per realizzare un percorso ciclopedonale lungo l’antica via Flaminia. Non coordinare gli interventi e non cogliere le occasioni propizie sarebbe un grosso errore; ancora più grosso non tener conto della volontà dei sindaci direttamente interessati e dei cittadini che in pochi giorni hanno raccolto oltre 5.400 firme per realizzare questa ciclovia utile per il turismo ma soprattutto per andare a scuola, al lavoro e fare la spesa, oltretutto senza ostacolare un’eventuale intermodalità treno + bici; un progetto che quindi rientra a pieno titolo nel programma della Giunta regionale di rendere le Marche sempre più attrattive in un mercato molto competitivo come quello del cicloturismo.   FIAB Marche

 

https://www.nonsoloflaminia.it/index.php/2021/10/24/fiab-apprezzabile-impegno-della-giunta-regionale-per-la-creazione-di-nuovi-percorsi-ciclopedonali/

 

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MOBILITÀ

Ciclovia Fano-Urbino

5400 firme raccolte

La Fiab torna alla carica e fa un appello alla Regione «Rispetti sindaci e cittadini»

FANO

«Sono 5400 le firme raccolte per realizzare laciclovia del Metauro lungo la Fano-Urbino».

Fiab Marche sollecita la Regione a «tenere conto della volontà dei sindaci direttamente interessati e dei cittadini: sarebbe un errore non farlo». Per Fiab la ciclovia sarebbe utile per il turismo e per la mobilità in genere, «senza ostacolare l’eventuale intermodalità treno + bici. La ciclovia infine è già tracciata come ‘Bicitalia n. 18 – Fano Grosseto’ nella rete recepita dalla legge nazionale per la mobilità ciclistica»

Il Resto del Carlino del 27/10/2021

 

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Dalla pagina facebook del Comitato ciclovia del Metauro (ottobre – novembre 2021)

La “Ciclovia turistica del Metauro” secondo la Regione Marche – Prima parte

Le ciclovie fatte secondo le regole devono essere a doppio senso di marcia, sicure, agevoli, larghe almeno 2,5 m e con un cordolo di separazione di cm 50. Per farla nella valle del Metauro la UE ha concesso 4,5 milioni da impegnare entro il 2022.

A quanto pare, la Regione Marche sta facendo di tutto per perderli perché ha progettato una cosa diversa, di certo non una “ciclovia”, come dovrebbe risultare ad un controllo anche sommario di chi ha erogato il finanziamento.

Pur di non toccare il tragitto più logico, breve, lineare, sicuro e approvato da RFI (quello a 1,5 m dai binari che resterebbero a disposizione di un treno turistico) è stato inventato un percorso letteralmente stravagante che qualche giorno fa è stato fatto pervenire ai Comuni interessati.

 

Le immagini allegate si riferiscono al Comune di Fano ma valgono anche per Cartoceto, Colli al Metauro e Fossombrone di cui si parlerà nei prossimi post. Il percorso sarebbe il seguente:

arretrato (non si capisce perché) il naturale innesto della ciclovia in viale Piceno, un po’ più a monte si sfiorano i binari e si oltrepassano via del Ponte e via del Fiume; attraversato il Campo di aviazione, si prevede di scavalcare via Papiria, il Canale Albani e via Canale Albani con un ponte alto 5/6 metri che atterra nel quartiere S. Orso con una lunga rampa, praticamente un muro di cemento in prossimità dei condomini esistenti; percorsa via Soncino fino all’altezza di via P.P. Pasolini, ci si inoltra in alcune aree agricole per raggiungere via G. Vasari e poi via Galilei, passare sotto l’autostrada A14 e arrivare in zona Codma lungo la trafficata strada esistente.

Più avanti, come sempre si utilizzano strade anche strette, sempre in condivisione con i veicoli a motore, dove è difficile trovare i 2,5 + 0,5 metri per la ciclovia, nonostante esista lo spazio adatto lungo i binari abbandonati.

 

Dal momento che dovrebbero essere acquisite (probabilmente a caro prezzo) varie particelle catastali di proprietà privata, è prevedibile la forte e giustificata opposizione di chi si vedrebbe non solo espropriato ma anche ostacolato nelle pratiche agricole per l’interruzione provocata dalla pista ciclabile. Lo si vede bene per esempio in prossimità delle vie Vasari e Galilei.

E poi, per quanto tempo verrebbero impegnati gli Uffici comunali per le relative pratiche urbanistiche?  Si farebbe in tempo per il dicembre 2022?

 

Da notare che le Ferrovie vogliono dialogare con le Amministrazioni locali di tutta Italia perché i binari abbandonati vengano utilizzati soprattutto a piedi e in bicicletta, visto che quasi sempre non conviene o è impossibile il ripristino ferroviario.

 

Qual è la logica di questa improbabile “ciclovia” appena proposta dalla Regione Marche? 

Chi mai si avventurerebbe su questo percorso arzigogolato, pericoloso, per niente attrattivo, più lungo del necessario, non illuminato e poco frequentato nelle zone rurali e periferiche?

 

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Dalla pagina facebook del Comitato ciclovia del Metauro (ottobre – novembre 2021)

La “Ciclovia turistica del Metauro” secondo la Regione Marche  -  Seconda parte 

 

Superato il CODMA, costeggiando il cimitero di Rosciano e procedendo fino a incrociare via Einstein, si imbocca uno stradino non comunale parallelo all’ex ferrovia lungo il quale dovrebbero essere ricavati i tre metri complessivi di una ciclovia da condividere con auto, motorini e trattori. Più avanti, evitando di interessare l’ampio spazio della stazione di Cuccurano, un importante punto di riferimento sociale, culturale, religioso e sportivo, si pensa di utilizzare la stretta via A. Regolo e di giungere a Falcineto, sempre procedendo parallelamente ai binari fino a Ponte Murello, confine con il Comune di Cartoceto.

Da notare che si preferisce incidere sulla viabilità esistente e creare qualche problema mentre di spazio adatto per ospitare la ciclovia se ne trova in abbondanza ai margini dell’ex ferrovia che oltretutto ricaverebbe benefici come il controllo e la pulizia dei binari abbandonati.

C’è quindi da chiedersi per quale motivo non dovrebbe essere realizzata una ciclovia fatta a regola d’arte, cioè sicura, agevole e magari immersa nel verde, per muoversi a piedi o in bici tra Fano, Rosciano, Cuccurano e Falcineto.

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Dalla pagina facebook del Comitato ciclovia del Metauro (ottobre – novembre 2021)

La “Ciclovia turistica del Metauro” secondo la Regione Marche  -  Terza parte

 

Le immagini seguenti si riferiscono ai Comuni di Cartoceto e Colli al Metauro. La loro descrizione è minuziosa per consentire a tutti di capire bene cosa abbiano potuto concepire presunti esperti di ciclabilità; difficile invece capire perché ciò sia stato recepito da politici regionali e nazionali.

 

La logica per individuare il percorso di questa presunta ciclovia è sempre la stessa: evitare accuratamente il percorso più logico, agevole e sicuro e cercare alternative improbabili lungo strade e stradine o in mezzo ai campi; a parte la stranezza dei percorsi ipotizzati, sarebbero gli espropri e i probabilissimi contenziosi ad allungare a dismisura i tempi di avvio della ciclovia i cui termini sono fissati a dicembre 2022. Il mancato rispetto dei tempi mette quindi a serio rischio il finanziamento europeo di 4,5 milioni che, è bene ricordare, sono stati concessi per una ciclovia e non per altro.

 

Il passaggio a Lucrezia è previsto in buona parte lungo l’ex ferrovia, “ovviamente” il più distante possibile dai binari ma si vaga anche in zone agricole; non manca comunque una sorpresa: appena passato il confine con Fano, serve un nuovo ponte ciclopedonale di 15 metri per scavalcare il Rio Secco, in aggiunta a quello ferroviario già esistente.

Il centro di Calcinelli viene raggiunto passando prima tra i campi e poi utilizzando via Napoli, nonostante lo spazio esista lungo il sedime della ferrovia che corre a pochi passi; successivamente si arriva nell’area dell’ex stazione che si spera venga finalmente riqualificata proprio grazie alla pista ciclabile.

Un alto livello di “creatività” viene raggiunto più avanti: superato il Rio Sale con un altro nuovo ponte ciclopedonale di 35 m, invece di utilizzare le gallerie esistenti, si pensa di mandare i cicloturisti prima su un’erta salita e poi con un’ardita discesa farli proseguire su una strada secondaria; raggiunta via Flaminia, sono previsti in quattro punti ben 360 metri complessivi di paratie di pali per l'allargamento della sede stradale, dove quindi dovrebbero coesistere biciclette e mezzi a motore.

A Tavernelle si prende via della Stazione, si passa al margine dell’area ferroviaria, si procede per un po’ parallelamente ai binari (sempre a debita distanza), si imbocca via dei Pioppi, si costeggia di nuovo via Flaminia e, al confine con il comune di Montefelcino, è necessario superare il Rio Maggiore con un altro nuovo ponte ciclopedonale di 35 m.

C’è quindi da chiedersi in base a quale ragionamento sia stato cancellato un percorso lineare, agevole, già finanziato e largamente condiviso e siano stati spesi altri soldi pubblici per una “cosa” che neanche lontanamente somiglia ad una ciclovia.

Ci sarebbe materiale per la Corte dei Conti?

 

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Dalla pagina facebook del Comitato ciclovia del Metauro (ottobre – novembre 2021)

La “Ciclovia turistica del Metauro” secondo la Regione Marche  -  Quarta parte

Le immagini riportate si riferiscono ai Comuni di Montefelcino e Fossombrone.

 

Il tragitto previsto in Comune di Montefelcino è abbastanza breve e, vagando in buona parte tra i campi, privilegia l’aspetto bucolico; dopo il passaggio lungo le vie I maggio e 25 aprile, ai cicloturisti viene proposto il paesaggio di Sterpeti dove si possono ammirare vari stabilimenti artigianali prima di arrivare a Ponte degli Alberi; il percorso più logico, bello e sicuro dovrebbe correre ai margini dei binari abbandonati ma evidentemente i progettisti ne preferiscono uno molto più originale.

In Comune di Fossombrone si comincia con un bel muro di sostegno in cemento armato di 340 metri nei pressi della stazione ENEL! Si prosegue nei campi dove andrebbero realizzati due nuovi ponti ciclopedonali, il primo di 20 metri e il secondo di 25 metri che scavalca il Fosso della Fonte.

Ci si accosta per un po’ ai binari che vengono presto lasciati per strade che vagano nella campagna e si imbocca alla fine via Forum Sempronii; da notare che si pone grandissima attenzione a non “disturbare” con le biciclette una zona molto delicata come quella archeologica già attraversata dalla ex ferrovia ma nessun problema sorge per l’eventuale passaggio di treni in corsa.

Successivamente si utilizzano via Enrico Fermi, poi via Marconi e si raggiunge la doppia rotatoria della Flaminia che continua fino a Porta Fano come via Oberdan e viale Martiri della Resistenza.

Qui si conclude il percorso del “Progetto definitivo” della “Ciclovia turistica del Metauro” pubblicato dalla Regione Marche nello scorso mese di Luglio. Secondo notizie di stampa, la ciclovia dovrebbe proseguire nel bosco delle Cesane e arrivare a Urbino utilizzando la Strada Rossa; si eviterebbe quindi di passare per Fermignano che da tempo aspira a trasformare in ciclovia il tratto dell’ex ferrovia che attraversa il suo territorio.

In sostanza, anche in questo tratto, invece di favorire l’uso della bicicletta per la mobilità quotidiana e turistica grazie a percorsi facili, sicuri, attraenti e adatti a tutti, si inventano tragitti impervi, spesso lungo strade trafficate e poco sicure, forse neanche interessanti per persone che vogliono praticare attività sportive e ricreative durante il loro tempo libero.

 

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Dalla pagina facebook del Comitato ciclovia del Metauro (ottobre – novembre 2021)

La “Ciclovia turistica del Metauro” secondo la Regione Marche: una scelta sbagliata – Prima parte

 

Dando per scontato che la Regione Marche insisterà sulla realizzazione della “sua” ciclovia (non si sa con quali possibilità di successo) non è da escludere che siano i Comuni a chiedere a RFI un titolo per realizzare con fondi propri una vera ciclovia, cioè quella lungo il sedime dell’ex ferrovia.

Nella recente campagna elettorale comunale i candidati hanno gareggiato a chi spingeva di più a favore della ciclovia, addirittura “utilizzando tutto il sedime ferroviario, senza compromessi”; evidentemente, sindaci vecchi e nuovi sono convinti che:

1 – gli spazi ferroviari abbandonati vanno urgentemente riqualificati e restituiti ai cittadini;

2 - sono regolari gli edifici ampliati o realizzati ex novo a pochi metri dai binari dismessi;

3 - per motivi di sicurezza, un treno passeggeri non può usare il percorso attuale;

4 - non esistono fondi (almeno un centinaio di milioni) per un treno turistico;

5 - nessuno sa quando tornerebbe questo treno e chi se ne occuperebbe.

 

Sono estremamente deboli anche i motivi di opposizione, riassumibili nel timore (ingiustificato) che la ciclovia impedirebbe un futuro ripristino della ferrovia (turistica): infatti, RFI ha già “blindato” tutta la parte centrale della linea per una larghezza complessiva di circa 5metri, più che sufficienti per garantire la sicurezza nella pista ciclabile realizzabile a 1,5 m dai binari; senza dimenticare inoltre che, trattandosi di un servizio turistico, la massicciata sarebbe impegnata solo per alcune corse l’anno, a bassa velocità e, in mancanza di dispositivi di sicurezza, con l’arresto del convoglio nei 97 incroci con le strade. Da notare che in luoghi molto trafficati la convivenza tra biciclette e mezzi su rotaia è possibile anche senza barriere di separazione, come invece è previsto lungo la Fano Urbino.

In sostanza, senza precludere l’opzione treno, il percorso sarebbe utilizzabile quasi sempre e in piena sicurezza da persone che si muovono in bicicletta per turismo, per andare a scuola, al lavoro e a fare la spesa. I costi della ciclovia sono ampiamente sostenibili, tra 30.000 e 50.000 euro a km, con tempi rapidi, non essendo necessari espropri o nuovi viadotti, ponti e gallerie.

 

È auspicabile pertanto che, rompendo gli indugi, siano i sindaci a prendere l’iniziativa anche per non perdere i 4,5 milioni da impegnare entro il 2022 per una ciclovia fatta a regola d’arte e non per una “cosa” letteralmente stravagante come quella disegnata dalla Regione Marche.

Opporsi sarebbe irrazionale oltre che deleterio per la qualità della vita, la sicurezza e l’economia di tutto il territorio.

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Dalla pagina facebook del Comitato ciclovia del Metauro (ottobre – novembre 2021)

La “Ciclovia turistica del Metauro” secondo la Regione Marche: una scelta sbagliata – Seconda parte.  La possibile perdita del finanziamento europeo di 4,5 milioni

 

Si rischia di perdere il finanziamento almeno per due motivi:

  • la non corrispondenza del progetto regionale alle caratteristiche di una “ciclovia”; infatti, la legge nazionale 2/2018 (Disposizioni per lo sviluppo della mobilità in bicicletta e la realizzazione della rete nazionale di percorribilità ciclistica) classifica come ciclovia un “itinerario che consenta il transito delle biciclette nelle due direzioni, dotato di diversi livelli di protezione determinati da provvedimenti o da infrastrutture che rendono la percorrenza ciclistica più agevole e sicura”; in sostanza, tutto il contrario del percorso scelto dalla Regione Marche che risulta invece disagevole, insicuro, tortuoso, più lungo del necessario, più costoso e quasi sempre non percorribile nei due sensi di marcia; per non parlare delle complicazioni aggiuntive alla normale viabilità e ai lavori agricoli; di conseguenza è lecito pensare che chi ha approvato questo tipo di itinerario non conosca o abbia volutamente ignorato leggi e decreti che regolano la mobilità in bicicletta;

 

  • il probabilissimo mancato rispetto dei tempi (fine 2022) per impegnare i  4,5 milioni, data la necessità di acquisire terreni appartenenti a numerosi soggetti come SRL, Immobiliari, Comuni, ANAS, RFI e una cinquantina di persone fisiche; infatti, è prevedibile una forte e giustificata opposizione da parte dei soggetti da espropriare che potrebbero facilmente dimostrare l’insussistenza di una “pubblica utilità”, vista la disponibilità di un percorso alternativo molto più adatto ad una ciclovia come il sedime dell’ex ferrovia, tra l’altro abbandonato e fatiscente, il cui riutilizzo sarebbe più vantaggioso sotto tutti i punti di vista.

Riuscirebbero poi i vari Uffici comunali a reggere il peso di tanti espropri? E quanto costerebbero?

Inoltre, i fondi sembrano insufficienti per realizzare tutte le seguenti strutture:

  • 6 nuovi ponti ciclopedonali per una lunghezza complessiva di 200 m;
  • 1 sottopasso per l’acquedotto di 26 m;
  • 2 attraversamenti idraulici scatolari di 3,5 x 1,85 m e 3 x 1,35 m;
  • 1 muro di sostegno di 340 m;
  • 3 paratie di pali per allargamento della sede stradale per complessivi 310 m.

 

Non sarebbe un’attenuante l’attesa dello studio di fattibilità del ripristino ferroviario affidato a RFI che però continua a rimandarlo, come se non conoscesse la disastrosa situazione di un’infrastruttura abbandonata da 35 anni di cui più volte ha dimostrato di volersi sbarazzare.

Insistere su un progetto fallimentare e non riprendere quello più logico che prevede il riutilizzo dell’ex ferrovia significa mettere in conto consapevolmente la possibilità che la UE ritiri il finanziamento a fondo perduto di 4,5 milioni da impegnare entro un anno. 

Chi risponderebbe di questo danno erariale?

 

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  Dalla pagina facebook del Comitato ciclovia del Metauro (ottobre – novembre 2021)

La “Ciclovia turistica del Metauro” secondo la Regione Marche: una scelta sbagliata – Terza parte.  I danni diretti e indiretti

 

Il percorso lontano dai binari previsto dalla Regione Marche nasce per il timore che possa essere distrutta l’ex ferrovia che “esperti” della materia continuano a ritenere “integra per quanto riguarda l’armamento e le opere d’arte (ponti, gallerie, viadotti)”.

Questa convinzione è ingiustificata per due motivi:

- nessuno vuole distruggere la Fano Urbino che infatti conserverà le sue strutture fondamentali, in particolare il tracciato che senza interruzioni unisce costa ed entroterra;

- la linea non è affatto “integra”, anzi le sue disastrose condizioni continuano a peggiorare, come dimostra il fatto che, per motivi di sicurezza, da molti anni nessun treno la percorre; infatti, a parte le cattive condizioni di ponti, gallerie e viadotti, è ormai inutilizzabile la stessa massicciata ferroviaria a causa degli apparati radicali di migliaia di piante che, infiltrandosi in profondità, hanno compromesso la resistenza e la stabilità della base su cui corrono i treni. Siccome le piante rappresentano per i treni un pericolo da eliminare, lungo le ferrovie attive ne viene impedita la crescita spargendo regolarmente grandi quantità di sostanze chimiche, in particolare il discusso Glifosato.

 

Per una ciclovia invece le piante rappresentano un grande vantaggio per cui enormi danni di carattere ambientale deriverebbero dalla  strage di piante (Roverelle, Olmi, Bagolari, Aceri, Carpini, Allori, Biancospini, Scotani, Ligustri, ecc.) che tra Fano e Urbino hanno fatto nascere, a costo zero, un vero e proprio parco lineare;  in una sessantina di casi simili, in Italia sono state costruite piste ciclabili belle, sicure e apprezzate, con grandi benefici per la mobilità quotidiana e l’economia turistica; è noto infatti che sempre più persone preferiscono fare le loro vacanze in bicicletta, anche elettrica, e vogliono percorsi sicuri e lontani dal traffico motorizzato.

Non realizzare una ciclovia di qualità rappresenta quindi anche un grande danno economico.

Oltretutto, grazie ad una continua manutenzione e al controllo sociale, la ciclovia è anche una sorta di “assicurazione sulla vita” della stessa Fano Urbino che, è bene ribadire, nessuno vuole distruggere; la garanzia viene da RFI che, come proprietaria del bene, ha già riservato la massicciata (per circa 5 m di larghezza) per un eventuale riutilizzo ferroviario a scopo turistico, dando anche il suo assenso ad una ciclovia a 1,5 m dai binari.

 

Il percorso “stravagante” inventato dalla Regione Marche produce anche vari danni collaterali: consumo del suolo; cementificazione per nuovi ponti, muri, attraversamenti stradali, ecc.; rischio di incidenti gravi per ciclisti e pedoni; complicazioni per la circolazione stradale in generale; peggioramento del degrado dei fabbricati ferroviari abbandonati; ostacoli alle attività agricole là dove i terreni verrebbero frammentati per il passaggio della pista ciclabile.

Chi si oppone alla ciclovia lungo i binari sta di fatto completando la distruzione di ciò che resta dell’ex ferrovia e procurando enormi danni ambientali, sociali, economici e urbanistici a tutta la valle del Metauro.

 

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L’ex ferrovia Fano Urbino: buone prospettive per la sua trasformazione in ciclovia

di Enrico Tosi

In un quartiere fortemente condizionato da un traffico di attraversamento come Rosciano (ma lo stesso vale anche per altri) è impensabile non trasformare l’ex ferrovia metaurense abbandonata da decenni in una ciclovia utile per la mobilità quotidiana ed il cicloturismo. A beneficiarne sarebbero le tante persone ora costrette ad utilizzare la trafficata e pericolosa via Flaminia anche per piccoli spostamenti. Quanti sono i pendolari che ogni giorno si muovono verso il centro città? Perché non dovrebbero farlo in bicicletta che è il mezzo ideale per tragitti brevi? 

Dopo una infinità di discussioni, è venuto meno anche l’unico ragionevole motivo di opposizione, per la verità solo teorico, cioè il timore che la pista ciclopedonale possa impedire il ritorno di un treno turistico (cioè attivo solo qualche giorno l’anno).

Infatti, il progetto della ciclovia, a cui si sta continuando a lavorare nonostante l’ingiustificabile stop messo dai nuovi amministratori regionali, prevede che vengano conservati binari e traversine esistenti ai cui margini esiste lo spazio per una corsa ciclabile in entrambi i lati; addirittura, per maggior sicurezza, sarebbero inserite barriere di separazione in legno o metallo senza appoggi in cemento armato.

 

Da notare che non si sa neanche quando arriverebbe questo treno turistico, visto che prima bisognerebbe trovare le ingenti risorse per la ricostruzione e la gestione della linea; inoltre, il convoglio dovrebbe fermarsi in ognuno dei 97 incroci con le strade e sarebbe quindi assimilabile ad un tram urbano che là dove circola (ad esempio Milano) non presenta barriere, al massimo una striscia dipinta al suolo.

Fuori discussione una metropolitana che sullo stesso tragitto non può passare perché nelle nuove ferrovie, come sarebbe la Fano Urbino completamente ricostruita, le norme di sicurezza impediscono il passaggio dei convogli a raso nei centri abitati; da sottolineare che nel nostro caso sono numerosissimi gli edifici legittimamente ampliati o realizzati ex novo in quella che era la fascia di rispetto decaduta 10 anni fa a seguito della dismissione della linea.

 

Per ciclovia si intende una strada “specializzata” per le bici, a doppio senso di marcia, sicura e agevole per tutti; quindi, la ciclovia del Metauro non può essere ritagliata ai margini della trafficata vecchia Flaminia, tra le stradine con notevoli pendenze delle Cesane o tragitti disconnessi recuperati alla buona un po’ dappertutto, come propongono improvvisati progettisti di piste ciclabili evidentemente a digiuno della materia; in sostanza, deve essere invece un percorso pedalabile in piena sicurezza anche da famiglie con bambini, meglio se ricco di verde, piacevole, con adeguati servizi di assistenza, posti di sosta e ristoro, ecc.

Enormi sarebbero i vantaggi di questa ciclovia non solo per Rosciano ma per tutta la valle del Metauro che ha una fortuna forse unica in Italia, dovuta paradossalmente alle incertezze sul destino dell’ex ferrovia: la continuità di un corridoio appartenente ad una sola proprietà (RFI), lungo circa 50 km tra costa e entroterra. Oltre ad un sicuro ed agevole collegamento tra vari nuclei abitati situati a breve distanza tra loro, può nascere anche un parco urbano lineare riqualificando il verde spontaneo sviluppatosi lungo i binari abbandonati; a parte specie invadenti e sconsigliate come l’Ailanto, si può già contare su numerosi tipi di alberi anche di grandi dimensioni, oltre ad arbusti e specie erbacee che nel corso degli anni sono cresciuti anche grazie al mancato spargimento degli erbicidi che si usano normalmente e in grande quantità per mantenere “pulite” le linee attive.

Venuta meno la fascia di rispetto ferroviario di 30 m dai binari che ha pesantemente condizionato il territorio, è possibile anche un riequilibrio urbanistico per riconnettere al loro interno zone densamente abitate ora separate da una barriera fisica; ne sanno qualcosa per esempio a S. Orso, a Cuccurano, a Calcinelli, ecc. dove invece una ciclabile migliorerebbe i collegamenti stradali e la qualità della vita, oltre a fare impennare il valore degli immobili, come avviene sempre là dove si incentiva l’uso della bicicletta. Per non parlare del rilancio turistico garantito da una sorta di arteria in grado di convogliare verso l’entroterra i flussi provenienti dalla nascente Ciclovia adriatica. 

Infine, un dato molto significativo dovrebbe documentare qual è l’orientamento della pubblica opinione su questo argomento importante ed attualissimo: alle elezioni amministrative del 3 e 4 Ottobre nessuna delle liste presenti nei tre Comuni interessati (Colli al Metauro, Fossombrone e Fermignano) ha proposto la riattivazione della linea ferrata; al contrario, più o meno esplicitamente, tutte si sono dette favorevoli ad una pista ciclabile, a conferma delle oltre 5.000 firme raccolte in pochi giorni a inizio anno e delle manifestazioni dei cittadini che lamentano disagi e problemi derivanti dall’abbandono di un bene collettivo

Per questo è facile prevedere che il ruolo trainante nella realizzazione della vera “Ciclovia turistica del Metauro” sarà assunto proprio dai sindaci che possono contare anche sulla disponibilità di RFI, che ha chiaramente espresso con le seguenti parole il suo indirizzo per le linee dismesse come la Fano Urbino: “dialogare con le Amministrazioni pubbliche affinché si prendano cura dei tracciati fuori uso per trasformarli in nuovi elementi di svago, di cultura e di benessere”.

Da: Rosciano insieme, pubblicato novembre 2021

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Dalla pagina facebook del Comitato ciclovia del Metauro (25/11/2021)

 

Nel luglio 2019 è stato stanziato un milione per chiedere a RFI se è possibile riattivare l’ex ferrovia Fano Urbino a fini turistici; previsto “entro maggio” di quest’anno, rimandato a settembre, promesso “entro metà ottobre”, lo studio continua a slittare; a un treno turistico, nessuno si opporrebbe, anche perché favorirebbe l’intermodalità con le biciclette; la stessa proprietà (RFI) ha riservato a questo scopo la massicciata ferroviaria (circa 5 m di larghezza) e accetta una ciclovia ai margini dei binari; in proposito, a inizio ottobre è stato inviato a RFI un corposo dossier relativo ad una pista ciclopedonale lungo i binari abbandonati, documentando l’utilità e l’urgenza di una infrastruttura ciclabile realizzabile in tempi brevi e a costi ampiamente sostenibili.

 

Nello stanziamento di un milione non era prevista una ferrovia per il trasporto pubblico locale; eppure, pare che questo studio, esclusa la funzione turistica (troppo “facile”?), sia stato dirottato alla funzione commerciale, nonostante lo escludano la logica, le norme e i costi; infatti, è noto che:

- una “nuova” linea commerciale (come sarebbe la Fano Urbino rifatta da zero) non può passare a raso nei centri abitati;  

- tutte le opere d’arte (ponti, viadotti e gallerie) realizzate un secolo fa, quando non esistevano le moderne normative antisismiche e antincendio, sono tecnicamente improponibili e da rifare di sana pianta;   

- “le rotaie poste in opera sono state costruite tra il 1920 e il 1940, le traverse in legno tra il '40 e il '78 e dunque sono vetuste e con un elevato stato di degrado”;

il territorio già dispone di una efficiente e capillare rete di trasporto pubblico;

- sarebbe necessaria “la ridefinizione dell'attuale status di linea definitivamente dismessa”;  ecc. 

 

A fine giugno lo studio di fattibilità ferroviaria procedeva “spedito”; era “pronto” a metà ottobre ma privo di un “piccolo” particolare: il calcolo dei costi (enormi); sarà poi interessante vedere su quali basi verrebbe eventualmente giustificato il ripristino di una ferrovia per il trasporto pubblico locale.

Serviva spendere un milione, praticamente un regalo, per farsi ripetere cose già note anche attraverso documenti ufficiali?

È evidente che in questo caso conviene realizzare una ciclovia che oltretutto non pregiudica affatto il ritorno di un treno, è bene ripetere, solo di tipo turistico; invece si continua a verificare, approfondire, studiare, ecc. col serio rischio di perdere 4,5 milioni per l’eccesso di procedure espropriative e progettuali. Se ne rendono conto politici e funzionari responsabili di questo progetto? Sono proprio convinti che fra qualche anno (si dice verso il 2029) migliaia di persone ogni mezz’ora utilizzeranno tanti treni che corrono velocissimi tra Fano e Urbino? In mezzo alle case, per la gioia dei residenti?

Nel frattempo, una utilissima ciclovia nella valle del Metauro può aspettare; tanto, decennio più, decennio meno …

 

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Dalla pagina facebook del Comitato ciclovia del Metauro (2/12/2021)

C’era una volta la ferrovia Treviso Ostiglia

 

Ipotizzata già a fine Ottocento principalmente a scopo militare in caso di guerra contro l’impero austro-ungarico, avviata con difficoltà a inizio Novecento e realizzata negli anni Venti, la ferrovia Treviso Ostiglia fu distrutta nel 1944 dai bombardamenti aerei e parzialmente riaperta nel dopoguerra.  Poco e male utilizzata, non elettrificata, fu chiusa a tratti nonostante collegasse zone molto popolate tra Veneto e Lombardia. Il suo abbandono ha causato il degrado dell’armamento e degli immobili ferroviari e lo sviluppo di una rigogliosa vegetazione spontanea lungo tutto il tragitto.

 

In sostanza, la stessa storia della Fano Urbino da cui però si distingue per un destino diverso; infatti, l’ex ferrovia Treviso Ostiglia sta diventando un’apprezzata pista ciclabile; già 52 km sono percorribili, 35 sono finanziati e le quattro province attraversate (Treviso, Padova, Vicenza e Mantova) vogliono completare la restante parte dei 116 km complessivi, tutti in pianura e all’interno di un territorio ricco di insediamenti produttivi e di attrattive turistiche. A inizio 2021 un ex casello ferroviario è diventato un punto di assistenza cicloturistica; qualche anno fa è stato inaugurato un ponte ciclopedonale sul fiume Brenta ed altro è in programma all’interno del “Green Tour”, un progetto strategico della Regione Veneto per attrarre i flussi cicloturistici provenienti soprattutto da Austria e Germania. Che sia un progetto vincente è confermato dalla partecipazione di una banca molto importante, Crédit Agricole, che evidentemente sa che ogni euro investito in piste ciclabili rientra in pochi anni moltiplicato più volte.

In sostanza, politici, amministratori locali e investitori privati hanno capito che:

  • non conviene spendere centinaia di milioni per riattivare la ferrovia dismessa;
  • non conviene lasciare inutilizzato un bene collettivo;
  • bisogna ascoltare i cittadini che nel 2005 hanno raccolto 5000 firme per avere la ciclovia;
  • realizzare piste ciclabili fa bene all’economia, alla sicurezza stradale e alla qualità della vita.

 

Invece, per la Fano Urbino, la Regione Marche:

  • vuole ripristinare a costi insostenibili una ferrovia abbandonata da 35 anni che non può essere riutilizzata per il trasporto pubblico locale;
  • ha cancellato un progetto di ciclovia in grado di valorizzare tutta la valle del Metauro, consente l’eventuale presenza di un treno turistico e non compromette future riutilizzazioni del tracciato;
  • non tiene conto delle 5.400 raccolte in pochi giorni a inizio 2021 per una ciclovia lungo i binari abbandonati;
  • ha elaborato un progetto alternativo impresentabile sotto il profilo della sicurezza, dell’efficienza e dell’attrattività;
  • corre il rischio di perdere 4,5 milioni concessi dalla U.E. per una ciclovia turistica.

 

La differenza c'è e si vede tra chi guarda al futuro e chi guarda al passato!

 

Nell’immagine il ponte ciclopedonale sul fiume Brenta lungo la Treviso Ostiglia

 

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Dalla pagina facebook del Comitato ciclovia del Metauro (8/12/2021)

C’era una volta la ferrovia Spoleto Norcia

 

Iniziata nel 1913 e inaugurata solo nel 1926 a causa della prima guerra mondiale, rimessa in funzione dopo i danni della seconda, la Spoleto Norcia ha avuto una vita breve, fino al 1968, pur essendo di grande valore ingegneristico, elettrificata e ammodernata negli anni Cinquanta.

I costi erano troppo alti, la linea era isolata rispetto alla rete nazionale ma soprattutto era diventata insostenibile la concorrenza di autocarri e corriere molto più flessibili e meno costosi. Risultato vano anche qualche tentativo di ripristino, la linea è stata abbandonata e la natura ha ripreso il suo spazio.

Una storia praticamente uguale a quella di tantissime piccole tratte locali come la Fano Urbino.

 

La Spoleto Norcia è però ritornata a nuova vita da quando viene utilizzata come pista ciclopedonale (per ora circa per metà dei suoi 51 km), anche se presenta tratti in pendenza che comunque non superano il 45 per 1000, il fondo è sterrato ed è difficile arrivare in una zona fuori dalle grandi vie di comunicazione. Che la pista ciclopedonale sia un successo è documentato dai tanti escursionisti che la percorrono a piedi in tutte le stagioni ma soprattutto da iniziative dedicate alle bici da montagna (MTB) e da sterrato (Bike Gravel), che attirano migliaia di cicloturisti da tutta Italia.

Lo sviluppo di attività economiche come noleggio bici, ospitalità, piccolo commercio, ecc. ha attirato l’attenzione di sponsor e istituzioni e sta contribuendo al rilancio del territorio toccato da terremoto e spopolamento; il Corriere Motori riporta che nel 2015 la Spoleto Norcia è stata premiata come migliore via green d’Italia. Va segnalata inoltre che l’intermodalità con gli autobus di linea forniti di portabiciclette facilita le escursioni verso mete vicine.   

La Regione Umbria non pensa affatto di ripristinare l’ex ferrovia e investirà oltre 8 milioni perché il completamento del percorso ciclopedonale rappresenta uno dei principali assi strategici dello sviluppo turistico regionale.

 

Anche nelle Marche potrebbe succedere la stessa cosa (ma più facilmente), realizzando lungo l’ex ferrovia Fano Urbino una ciclovia che, per sicurezza e utilità, non ha nulla da invidiare a quelle più rinomate; è praticamente pianeggiante fino a Fermignano; il tratto tra Fermignano e Urbino ha pendenze accettabili per qualsiasi bici, ora anche elettriche; attraversa zone popolose  per cui serve sia per il turismo che per la mobilità quotidiana in alternativa alla pericolosa via Flaminia; si innesta direttamente sulla Ciclovia adriatica da cui i flussi cicloturistici possono essere indirizzati verso l’entroterra; si collega ad altre ciclovie dell’area appenninica urbinate; soprattutto, essendo conservata tutta la massicciata ferroviaria con i binari e le traversine, è possibile in futuro anche l’intermodalità con un treno turistico.

 

Il progetto c’è, è parzialmente finanziato con 4,5 milioni concessi dalla U.E., la proprietà ha già dato il suo assenso e sono migliaia i cittadini, sindaci compresi, che richiedono questa pista ciclopedonale; pertanto, non esistono motivi validi per contrastare un’opera che, come già sta avvenendo per la Spoleto Norcia, può rilanciare un intero territorio che ha tutto quello che serve per diventare sempre più sicuro, vivibile e attrattivo.

 

Nelle foto, due tratti della Spoleto Norcia

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Ferrovia, altro passo avanti   «Una Quadrilatero su rotaia»

Entro poche settimane la convenzione tra Regione Marche ed Rfi

Obiettivo: uno studio per capire costi e metodi. Baldelli: «Il 2030 è dietro l’angolo»

 

URBINO  di Giorgio Guidelli

 

Li chiamavano «rami secchi». Ora li chiamano «rami verdi». E in quelli scorrerà la linfa vitale dell’infrastruttura su rotaia della regione ma anche della provincia. In sostanza, annuncia l’assessore Baldelli, entro poche settimane, sarà compiuto un altro passo in avanti sul fronte della ferrovia Fano-Urbino. Perché si è in attesa della convenzione tra Marche e Rfi che porterà le ferrovie a studiare un sistema

per collegare le province alla Roma-Orte e quindi a far sì che Fabriano diventi l’asse attorno al quale si svilupperà il funzionamento delle tratte dell’interno.

 

Tra queste, ovviamente, la Fano-Urbino. Si tratta di una spinta a risolvere i problemi che ostacolano la rinascita della storica tratta. Lo studio, perfettamente in linea con gli orientamenti europei del prossimo futuro, incentiva lo sviluppo di una rete a inquinamento praticamente azzerato (con nuove tecnologie di reti e

convogli ’silenziosi’). Una rete che andrà a creare, spiega Baldelli, «una quadrilatero della ferrovia», che abbia la stessa efficienza di quella su gomma. Ovviamente lo studio mira anche a capire l’entità dei costi delle opere e coinvolge le Marche dal nord al sud. Un modello, quello al quale punta la Regione con questo nuovo passo avanti, che guarda al profondo nord e alle sue ferrovie più tecnologicamente sviluppate, una su tutte la celeberrima Merano-Malles, veicolo formidabile per turismo, pendolarismo e cittadini.

 

L’assessore Baldelli tira quindi dritto. Con Fabriano come perno attorno al quale sviluppare le lancette del traffico ferroviario interno allo stesso ritmo di quello costiero, con nuove prospettive di rilancio, sviluppo e rinascita del trasporto su rotaia. «A noi – spiega l’assessore – può sembrare molto lontano i2030, ma in verità è dietro l’angolo. E dobbiamo in qualche modo farci trovare pronti». In questa direzione anche il prossimo obiettivo della Fano-Urbino, che unirebbe il cuore della riviera con quello dell’entroterra. Polo turistico a braccetto con quello culturale, passando per una possibile fruizione anche sul fronte universitario, sviluppando un reticolo tra atenei: quello feltresco, il camerte e il maceratese. Da «rami secchi» a «rami verdi» il passo è tracciato. «Entro poche settimane si punta alla convenzione». Poi il fischio del treno potrebbe iniziare a farsi risentire. Anche se ancora molto in lontananza.

 

Il Resto del Carlino del 11/12/2021

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Settanta milioni di opere pubbliche a bilancio

Seri vuole volare alto: «Non è un libro dei sogni»

Presentate le previsioni di spesa per il 2022. Annunciata una cabina di regia per gestire i fondi del Pnrr

FANO   di Anna Marchetti

Boom di opere pubbliche tra il 2022 e il 2023 per oltre 70milioni di euro, potenziamento dal prossimo anno dei Lavori pubblici

con 18 assunzioni, a cui se ne aggiungeranno altre 12 tra ufficio Europa, ufficio stampa, ufficio sport e polizia municipale (costo previsto quasi 19milioni di euro), più risorse per i Servizi educativi e i Servizi sociali. Queste le linee del bilancio comunale di previsioni 2022. Inoltre per affrontare la sfida del Pnrr sarà costituita una cabina di regia guidata dal sindaco Massimo Seri, con il coordinamento del portavoce Cristian Amatori, la presenza stabile dei dirigenti Daniela Mantoni, Adriano Giangolini e Pietro Celani, a cui si aggiungeranno gli assessori coinvolti.

Per quanto riguarda le opere pubbliche del triennio (2022-2024) la maggior parte delle risorse sono state concentrate nei prossimi due anni: 20milioni 416mila nel 2022, 52milioni 329mila nel 2023 e solo 4milioni 500mila nel 2024. In programma ci sono piazza Marcolini (500mila euro) e piazza Costa (1milione 500mila euro), la riqualificazione di viale Battisti (costellata dalle buche) e dell’ultimo tratto di via Garibaldi (950mila euro), oltre 9 milioni di euro sono previsti per il teatro e la ristrutturazione della biblioteca Federiciana con un nuovo progetto firmato dall’architetto Mario Cucinella (la Fondazione Montanari finanzierà il

progetto esecutivo), 5milioni di euro andranno per la scuola materna di Carrara e Cuccurano oltreché per le manutenzioni.

Al Waterfront di Sassonia e Torrette (presto l’incarico per la progettazione esecutiva ai due vincitori del bando di idee promosso

dal Comune) sono destinati 4milioni di euro, per il restauro di San Francesco e San Pietro in Valle sono previsti 1 milione 750mila euro, altri 850mila euro andranno al campo sportivo di Sant’Orso e alla pista Zengarini (600mila euro) dopo l’esclusione del progetto comunale dal bando ‘Sport e Periferie’, 760mila euro sono stati previsti per il cimitero di Rosciano, 6milioni 600mila euro per il completamento delle ciclovie tra cui l’Adriatica (1milione 200mila euro) e la pista ciclabile Fano-Urbino (2milioni di euro) per recuperare il progetto cancellato dalla giunta regionale, 20 milioni di euro (quelli messi a disposizione dalla Regione, non un euro di più) sono i soldi a bilancio per la variante Gimarra.

Sempre per quanto riguarda i lavori pubblici sono stati stanziati per il 2022 (spesa corrente) 6milioni 816mila euro per la manutenzione di strade e segnaletica (sarà istituito un servizio reperibilità in funzione nelle 24 ore), per la manutenzione degli

immobili comunali, del verde pubblico e della pubblica illuminazione, per il porto e la difesa della costa e per il trasporto pubblico locale. «Un bilancio di previsione aggressivo – commenta il sindaco Massimo Seri – per portare risultati alla città». Sul piano triennale degli investimenti Seri ci tiene a chiarire che «non si tratta del solito libro dei sogni perché sull’80% delle opere stiamo già

lavorando e ed hanno già la copertura finanziaria». «Il bilancio sarà portato in consiglio comunale entro l’anno – assicura l’assessore al Bilancio Sara Cucchiarini – dal primo gennaio potremo cogliere tutte le opportunità che si creeranno per i finanziamenti, soprattutto quelle del Pnrr, che richiedono capacità di programmazione e di realizzazione delle opere».

 

Il Resto del Carlino del 14/12/2021

 

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Dalla pagina facebook del Comitato ciclovia del Metauro (15/12/2021)

C’era una volta la ferrovia Poggibonsi - Colle Val d’Elsa

La storia di questa piccola ferrovia locale (8 km) coincide con quella di tantissime linee italiane nate per iniziativa di privati che nella seconda metà dell’Ottocento vedevano ampiamente remunerati i loro capitali, salvo poi abbandonare l’impresa quando i conti non tornavano più.  Questo è successo anche per la Fano Urbino che già una prima volta era stata chiusa nel 1932 e sostituita con un autoservizio; solo dieci anni dopo, in piena guerra e “per volere del Duce”, la ferrovia era stata riattivata dalle Ferrovie dello Stato “Con l’intervento del prefetto, del segretario federale, e di altre autorità” del territorio.
Per la Poggibonsi-Colle Val d'Elsa il servizio passeggeri è cessato nel 1982 e la dismissione è avvenuta nel 2009; per la Fano Urbino rispettivamente nel 1987 e 2011.  Uguale per le due ferrovie anche il fallimento dell’idea originaria di collegarsi a un contesto più ampio; uguale il declino per la concorrenza di nuovi mezzi di trasporto più efficienti e meno costosi; uguali i danni di guerra, la ricostruzione, il rinnovamento  e una vita sempre più stentata a partire dagli anni Sessanta, quando oramai era chiaro che sarebbero sopravvissute solo ferrovie a lunga percorrenza; infatti, l’aumento del traffico stradale e la presenza dei passaggi a livello rendevano il treno locale sempre meno conveniente e funzionale.

Da qualche anno la Poggibonsi-Colle Val d'Elsa è diventata una pista ciclabile utile sia per il turismo che per il collegamento tra i due Comuni che hanno ripulito la tratta dalla folta vegetazione e ricoperto i binari con un materiale naturale che può rappresentare un esempio per ciclovie con pendenze minimali come buona parte della Fano Urbino; infatti, anche per ridurre l’impatto ambientale e paesaggistico, il fondo è costituito da macinato di terra e marmo di Siena compattato con rullo compressore in modo da formare la tipica strada "bianca”; questo tipo di strada è tornato di attualità negli ultimi anni, in particolare proprio in Toscana dove in autunno, quindi in bassa stagione turistica, si svolge la famosa “Eroica”, una gara non competitiva per biciclette “storiche” che conta numerose imitazioni in tutta Italia; ogni anno a questa manifestazione partecipano migliaia di appassionati, con grandi benefici per i territori interessati.

Il finanziamento di questa pista ciclabile è stato della Regione Toscana con fondi della Comunità Europea.

 

Per la Fano Urbino la Regione Marche sta facendo l’opposto: nonostante il degrado dell’infrastruttura dismessa da 10 anni, vuole addirittura riattivare un treno per il trasporto pubblico locale; non dispone degli enormi finanziamenti necessari;  sta aspettando uno studio che, a rigor di logica (ma non si sa mai!), dovrebbe negare la fattibilità economica e tecnica dell’operazione; ha cancellato un progetto di ciclovia già in buona parte finanziata con fondi europei; prevede una stravagante pista ciclabile alternativa molto costosa, insicura, disagevole e di notevole impatto ambientale. 

 

Tra la Poggibonsi – Val d’Elsa e la Fano – Urbino le somiglianze riguardano solo il passato; il presente è molto diverso; per il futuro bisogna sperare in un ravvedimento operoso della Regione Marche.

Foto da Internet

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Anello ferroviario delle Marche, Baldelli: "Unire costa ed entroterra, la Regione contribuisce con risorse proprie"

 4' di lettura 15/12/2021 - “Ulteriori passi in avanti per l’anello ferroviario delle Marche, una infrastruttura che potrà unire la nostra regione da Ascoli Piceno alla provincia di Pesaro Urbino, la costa ed i territori interni senza interruzioni, in una visione complessiva basata sui principi dell’interconnessione, dell’intermodalità e della sostenibilità”.
È il commento dell’assessore alle Infrastrutture Francesco Baldelli a seguito delle due delibere approvate dalla Giunta Acquaroli, grazie alle quali sarà elaborata una integrazione allo studio di fattibilità tecnico-economica per la riattivazione della linea Fano-Urbino e per un suo collegamento con lo snodo di Fabriano sulla direttrice Orte-Falconara, ove confluisce anche la Civitanova-Albacina; inoltre, per velocizzare l'anello saranno soppressi o sostituiti alcuni vecchi passaggi a livello.
“Entrambe le convenzioni con RFI Marche - spiega l’assessore Baldelli - prevedono un contributo della Regione Marche in aggiunta alle risorse messe a disposizione da RFI. Tutto ciò a dimostrazione di quanto utile l’anello ferroviario delle Marche possa essere utile allo sviluppo economico e per perseguire nel più breve tempo possibile lo sviluppo di un trasporto sostenibile efficiente e in linea con gli obiettivi strategici fissati dalla Commissione Europea”.

“Obiettivi - ricorda l’assessore - che prescrivono di trasferire, entro il 2030, il 30% del trasporto merci su strada, per percorrenze superiori a 300 chilometri, verso il trasporto ferroviario o su via navigabile, e infine di trasferirne più del 50% entro il 2050. Quei territori che nei prossimi anni si troveranno privi di linee ferroviarie efficienti avranno grandi difficoltà di sviluppo”.
L’anello ferroviario consentirebbe di collegare i comuni della costa con i territori interni, ma anche di avere un unico collegamento tra Ascoli Piceno-Civitanova Marche-Fabriano-Urbino-Fano, tutti collegati con la linea Orte-Falconara, per il collegamento verso Roma oggetto di interventi di raddoppio e velocizzazione entro il 2026 con i fondi PNRR.
I comuni della costa sono già uniti dalla linea Adriatica, le linee Porto d’Ascoli-Ascoli Piceno e Civitanova Marche-Albacina-Fabriano sono già in esercizio. La linea Fabriano-Pergola, primo tratto della Subappennina Italica, è stata riattivata, intanto per fini turistici, lo scorso settembre. Per chiudere l’anello mancherebbero all’appello le linee Pergola-Cagli-Fermignano e Fano-Urbino.

Lo studio di fattibilità della Fano-Urbino è in fase di elaborazione da parte del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e di Rfi, per un milione di euro stanziato nel 2019 dal governo.
Con la delibera approvata, la Regione Marche assegna 350mila euro a Rfi per elaborare lo studio di fattibilità anche per il completamento dell’anello ferroviario che prende in oggetto la tratta Fabriano-Cagli-Fermignano-Urbino, smantellata nell’ultimo tratto nel 1971, e per la soluzione delle interferenze presenti sulle tratte da riattivare.
“Mancherebbero, quindi, poche decine di chilometri per chiudere l’anello ferroviario che renderebbe agevole, veloce e sostenibile il trasporto interno alla regione e verso la Capitale”, commenta l’assessore. In contemporanea all’impegno per la chiusura del cerchio, l’assessorato alle Infrastrutture si sta impegnando per mantenere e rendere più sicure le tratte già in funzione dell’anello.
La seconda delibera, infatti, destina 2,2 milioni di euro della Regione (in aggiunta alle risorse di Rfi, per un importo complessivo d’intervento di 3,4 milioni di euro) per la progettazione e realizzazione di alcune opere infrastrutturali importanti per il territorio, tra cui: la soppressione di due passaggi a livello nella linea Porto d’Ascoli-Ascoli Piceno, nel comune di Colli del Tronto, mediante la costruzione di un sottopasso ciclopedonale e il completamento di un sottovia.
Inoltre, Rfi si impegna ad utilizzare 4.028.364 euro di fondi propri per la progettazione definitiva di ulteriori opere sostitutive di 6 passaggi a livello nelle linee Porto d’Ascoli-Ascoli Piceno e Civitanova- Albacina, rispettivamente nei comuni di Monteprandone e Morrovalle.
“L’atto è un notevole passo in avanti verso il compimento dell’obiettivo di sopprimere gradualmente i passaggi a livello ancora attivi sulle linee ferroviarie marchigiane e quindi di velocizzarne la percorrenza e renderne più agevole l’attraversamento”, conclude l’assessore Baldelli.   dalla Regione Marche

Da: https://www.vivereurbino.it/2021/12/16/anello-ferroviario-delle-marche-baldelli-unire-costa-ed-entroterra-la-regione-contribuisce-con-risorse-proprie/1095265?fbclid=IwAR0-W_2ABzXjEottHt3STkhYHWrYO0sGxe6G7RzPI1hrFEKi21IS49sHgTU

 


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 07.08.2021
    Ultima modifica: 07.08.2021

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