Funghi, flora e faunaFunghi, flora e fauna

Pesci - generalità

Glossario sui Pesci

Lo studio dei Pesci dell'Adriatico antistante la Provincia di Pesaro e Urbino e del bacino del Metauro e come leggere le schede


I dati inediti raccolti vanno dal 1964 al 2024; pochi si riferiscono genericamente al periodo 1950-1960. I dati bibliografici partono dai primi anni del 1900 e provengono dai lavori di FERRETTI (1911), GHIRARDELLI (1947), SCACCINI (1947a), SCACCINI (1947b), SCACCINI e PICCINETTI (1967), PICCINETTI (1968), PICCINETTI (1970a), PICCINETTI (1970b), PICCINETTI (1971), PICCINETTI e PICCINETTI MANFRIN (1973), PICCINETTI (1978), GIOVANARDI (1984), GIOVANARDI e PICCINETTI (1984a), GIOVANARDI e PICCINETTI (1984b), FRATTINI (1992), CASALI e FRATTINI (1998), FRATTINI e CASALI (1998), CASALI, GIAMMARINI, DI SILVERIO e PARRILLI (1999), VALLISNERI, PICCINETTI e TOMMASINI (2002), MANFREDI, CIAVAGLIA, DI SILVERIO e MANFRIN (2006), VALLISNERI, SCAPOLATEMPO, MANFREDI e TOMMASINI (2006), BUSIGNANI (2011), PICCINETTI et al. (2012).

La nomenclatura scientifica usata si basa sulla Checklist della flora e della fauna dei mari italiani (parte II) - Agnatha e Osteichthyes di RELINI e LANTERI (2010a e 2010b), Chondricthyes di VACCHI e SERENA (2010), su WoRMS e su FishBase di FROESE e PAULY (2015). I nomi commerciali sono stati tratti dal Decreto del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali del 14 gennaio 2005 “Denominazione in lingua italiana delle specie ittiche di interesse commerciale, ai sensi del regolamento (CE) n.2065/2001 della Commissione del 22 ottobre 2001”.

Si ringraziano: per i dati forniti sulla distribuzione delle specie dulciacquicole Andrea De Paoli; per l’aiuto fornito Corrado Piccinetti e Gabriella Manfrin del Laboratorio di Biologia Marina e Pesca di Fano ed inoltre Oscar Caprara, Elisa Ciavaglia, Gabriele Ercolessi, Chiara Manfredi, Marco Pinca, Giulia Tempestoso e Marco Stagioni; per la consulenza su alcune specie problematiche Roberto Pillon e Antonio Colacino; per la revisione del testo e il reperimento di informazioni Otello Giovanardi, Leonardo Tunesi e Michele Romanelli dell’ISPRA; per i dati inediti (poi pubblicati) nell’ambito della ricerca su “La fauna marina costiera tra Emilia Romagna e Marche" Glauco Busignani, Marco Cesaretti, Andrea De Paoli e Davide Mina. Hanno fornito dati Simone Ottorino Bai, Giulio Carnaroli, Virgilio Dionisi, Marco Falcioni, Federico Fanesi, Alberto Ferretti, Lionello Gabucci, Antonio Gaudenzi, Serena Giannattasio, Leonardo Gubellini, Sergio Isabettini, Marco Maletti, Giovanni Mattioli, Roberto Moratti, Norberto Morotti, Francesco Orazietti, Roberto Para, Claudio Poli, Umberto Pupita, Giovanni Ricci, Luigi Ricci, Ivan Romagnoli e Vittorio Romeo.

I pesci marini fotografati provengono in gran parte da pescherie fanesi. Il pescato che affluisce al locale Mercato ittico all'ingrossoè quello dei pescherecci che operano nell'Alto e Medio Adriatico, ma ciò non esclude provenienze anche da altri mari.

La zona di studio comprende le acque marine antistanti la Provincia di Pesaro e Urbino comprese nell'Alto Adriatico e le acque interne comprese nel bacino del Metauro e nel vicino Torrente Arzilla. 

Acque marine. Il tratto di Alto Adriatico antistante la Provincia di Pesaro e Urbino ha una lunghezza di circa 41 km e un'ampiezza di circa 34,5 miglia, con profondità massima di 66 m. Da un punto di vista biogeografico, in base alla suddivisione dei mari italiani in 9 aree adottata per compilare la checklist della Società Italiana di Biologia Marina del 2006 (www.sibm.it), la zona di studio è compresa nell’area biogeografica dell’Alto Adriatico, ossia il tratto di mare tra il limite Nord del bacino e la linea congiungente il promontorio del Conero con l’Istria. E’ situata in adiacenza dell’area biogeografica del Medio Adriatico. In questa zona i fondali,suddivisi per piani in base alla profondità ed associati alle rispettive biocenosi, sono:

PIANI MESOLITORALE E INFRALITORALE

- fondale roccioso costituito da rocce, massi e lembi di fondo sabbioso lungo gli 11 km della costa alta del S. Bartolo (da Pesaro a Gabicce) ampio 20-70 m; moli e scogliere frangiflutti presso riva lungo il resto della costa. Vi si trovano le biocenosi delle Rocce Mediolitorali e delle Alghe Fotofile e vanno da 0 a 3-5 m di profondità;

- fondali sabbioso, sabbioso-fangoso e fangoso molto sabbioso costieri (detti fondi mobili) costituiti rispettivamente da sabbie litorali, sabbie pelitiche e peliti molto sabbiose, con le zoocenosi a Venus eVenus + Owenia (SCACCINI, 1967). Vanno dalla riva a 1-1,5 miglia dalla costa e da 0 a 10-12 m di profondità; fondale fangoso-sabbioso con acqua più o meno salmastra alla foce dei corsi d’acqua (Arzilla, Metauro e Cesano) e dei porti-canale di Gabicce mare (F. Tavollo), Pesaro (F. Foglia) e Fano (Vallato del Porto alimentato dal F. Metauro);

- fondale fangoso-sabbioso costiero (peliti sabbiose), con le zoocenosi aVenus e Venus + Owenia (SCACCINI, 1967). Va da 1-1,5 a 4,5-7,5 miglia dalla costa e da 10-12 a 18-22 m di profondità.

PIANI INFRALITORALE E CIRCALITORALE

- fondali fangoso e fangoso-sabbioso (detti fondi mobili) costituiti rispettivamente da peliti e peliti sabbiose, con la zoocenosi a Turritella (SCACCINI, 1967). Vanno da 4,5-7,5 a 15-16 miglia dalla costa e da 18-22 a 48-58 m di profondità.

PIANO CIRCALITORALE

- fondale sabbioso-fangoso costituito da sabbie pelitiche “relitte”, con la zoocenosi a Tellina (SCACCINI, 1967) e fondale fangoso molto sabbioso costituito da peliti con molta sabbia, con la zoocenosi a Turritella (nella facies con esemplari morti quasi esclusivi) (SCACCINI, 1967). Vanno da 15-17 a 35 miglia dalla costa e da 48-58 a 66 m di profondità. Queste due biocenosi occupano una vasta zona al centro dell’Adriatico: la biocenosi a Tellina si estende da Ravenna a Giulianova e quella a Turritella da Fano a Giulianova. In esse l’epifauna è abbondante e costituita in prevalenza da spugne, ascidie, attiniari ed ostriche, con l’aggiunta dei detriti provenienti dagli organismi morti. Sono questi i cosiddetti "fondi sporchi” dei pescatori fanesi, dove la pesca a strascico è difficoltosa e per impedire l’intasamento delle reti si devono usare accorgimenti particolari.

Oltre ai vari tipi di fondale, è stato considerato anche l’ambiente pelagico, comprendente le acque libere al largo e presso costa, superficiali o profonde, non immediatamente prossime alla riva e al fondo.

Acque dolci. Riferendoci alla rete idrica del Metauro, possiamo distinguere un basso corso (da 0 a 80 m s.l.m.), dalla foce agli affluenti Rio Puto e T. Tarugo; un medio corso (da 80 a 300-350 m), dagli affluenti Rio Puto e T. Tarugo alla linea Cagli - S. Angelo in Vado; un alto corso (da 300-350 m a circa 1000 m), dalla linea Cagli - S. Angelo in Vado sino allo spartiacque appenninico

Come leggere le schede 

Nelle schede sono riportati:

- il nome scientifico e gli eventuali sinonimi;

- il nome volgare, il nome dialettale fanese (1), il nome locale usato nelle Marche e il nome commerciale;

- i caratteri distintivi e la possibile confusione con specie simili. Per la lunghezza totale delle specie sono stati consultati TORTONESE, 1970, TORTONESE 1975, BAUCHOT, 1987, LOUISY, 2006 (tra parentesi sono indicate le lunghezze massime eccezionali) (2). Altri caratteri distintivi sono tratti da BAUCHOT, 1987, BIONDI et al., 1998, LOUISY, 2006, PATZNER, 2007, SOLJAN, 1975, TORTONESE, 1970, TORTONESE, 1975;

- note sulla biologia e gli habitat, consultando BAUCHOT, 1987, FishBase di FROESE e PAULY, 2015, LOUISY, 2006, TORTONESE, 1956, TORTONESE, 1970, TORTONESE, 1975, ZERUNIAN, 2004;

- per le specie marine la distribuzione nei mari italiani, desunta dalla Checklist della flora e della fauna dei mari italiani (parte II) - Agnatha e Osteichthyes di RELINI e LANTERI (2010a e 2010b) e Chondricthyes di VACCHI e SERENA (2010);

- la frequenza di osservazione della specie nella zona di studio, usando questi termini: rara, poco frequente, comune;

- per le specie marine la distribuzione negli ambienti della zona di studio suddivisi nelle seguenti tipologie semplificate:

- fondale roccioso costiero (con rocce e massi frammisti a lembi di fondo sabbioso; moli e scogliere frangiflutti);

- fondi mobili costieri (fondali sabbioso, sabbioso-fangoso e fangoso molto sabbioso costieri, anche con acqua più o meno salmastra alla foce dei fiumi e nei porti-canale; fondale fangoso-sabbioso costiero);

- fondi mobili al largo (fondali fangoso e fangoso-sabbioso);

- “fondi sporchi” (fondali sabbioso-fangoso e fangoso molto sabbioso ricchi di epifauna situati al largo);

- acque libere al largo e presso costa (ambiente pelagico);

- dati inediti. Nel caso di specie rare e di alcune poco frequenti viene indicato il nome di chi ha fornito il dato (escluso l’autore del presente libro) con la dizione “comunicazione personale” - “com. pers.”. Alcuni esemplari più significativi conservati presso l’autore e il Laboratorio di Biologia Marina e Pesca di Fano vengono indicati con la dizione “conserv.”;

- indicazioni sui metodi di pesca per le specie marine e sulla presenza della specie nelle pescherie fanesi.

Immagini: le fotografie che non riportano la località sono state scattate al di fuori della zona di studio.

NOTE:

(1) Nel dialetto fanese la â si pronuncia come la fusione di un "ae" (SILVI e SIMONCELLI, 2004).

(2) La lunghezza totale viene misurata dalla punta del muso all’estremità della pinna caudale, mentre per la lunghezza standard la misura si ferma al termine del peduncolo caudale, dove inizia la pinna caudale. La lunghezza del muso si misura dalla sua punta sino al margine anteriore dell’occhio e la lunghezza della testa dalla punta del muso sino al bordo posteriore dell’opercolo (Pesci ossei) o all’ultima fessura branchiale (Pesci cartilaginei).

 

 


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 29.07.2004
    Ultima modifica: 17.11.2024

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