Funghi, flora e faunaFunghi, flora e fauna

Aquila minore - Hieraaetus pennatus

Assiolo - Otus scops

Aquila reale - Aquila chrysaetos


Aquila reale - Aquila chrysaetos (Linnaeus, 1758)

Nome dialettale locale (caduto in disuso): Sbarbia (1)

Famiglia: Accipitridae

In Italia è specie nidificante sedentaria, irregolarmente migratrice e svernante (SB, M irr, W irr).

Spostamenti da marzo a metà aprile e da metà settembre a metà dicembre.

Dati accertati nella zona di studio (bacino del Metauro e litorale di Fano): stato fenologico: specie nidificante soprattutto sedentaria (SB). Nidificazioni certe (genitori in cova e pulcini nel nido su pareti rocciose). Frequenza di osservazione: rara. Osservazioni: medio bacino e zona appenninica interna: dal 1979 al 2024, con nidificazioni accertate non tutti gli anni, nella Gola del Furlo e nella Dorsale del M. Nerone-M. Catria. Per il Furlo la coppia è stata seguita dal 1991 al 2019, con una covata media di 2 (N=19), nidiata media 1,78 (N=9) e produttività media di 0,69 juv/anno (SALTARELLI, 2019). Si osserva sporadicamente anche nei territori circostanti: presso C. Manzo al confine con l’Umbria e C. di Mattera in Umbria a circa 800 m di quota, a ovest di Apecchio, un giovane e un immaturo nell’aprile 1994 (GAGGI, 1996). Vi sono segnalazioni nel 1992 di predazione e trasporto di una lepre (LELI, com. pers.) e nel 2019 di un cinghialetto (BARNOFFI, com. pers.) e di un volpacchiotto (SALTARELLI, com. pers.).

Osservazioni anteriori al 1979: scrive FALCONIERI DI CARPEGNA (1982): “Vidi nel 1879 due aquilotti, il cui nido fu rinvenuto nella montagna del Furlo tra Fossombrone e Cagli. Credo il fatto non ordinario, anzi eccezionale. So pure di un’altra aquila uccisa sul monte Catria presso Cagli.”

Settant’anni dopo nel Giornale dell'Emilia del 24-10-1952: “Una insolita avventura di caccia è capitata alla guardia forestale Mario Bossi, sulle balze del Monte Furlo, ad Acqualagna. Mentre assisteva gli operai nel corso dei lavori di rimboschimento della zona montana, improvvisamente avvistava, a media altezza, una magnifica aquila reale, che aveva fra gli artigli, quale preda, un grosso volatile. Il Bossi, come il rapace passò sopra il posto e lo vide a portata di tiro, gli sparò un colpo di moschetto, per tentare di catturarlo. L’aquila, o per la paura dello sparo, oppure forse colpita dalla pallottola, lasciava la preda, facendola cadere proprio nei pressi del luogo in cui si trovava la guardia forestale. Il volatile, che risultò essere un tacchino del peso di circa 5 chilogrammi, precipitò a terra tramortito. Il Bossi se lo portò a casa, soddisfatto dell’inatteso regalo dell’aquila”.

NOTE: 1 - Barbión venivano chiamati con termine dialettale nella zona di studio i rapaci di grosse dimensioni. Inoltre verso la metà del 1500 Costanzo Felici da Piobbico chiamava “Barbia ossara” il Gipeto e “Barbia bianca” il Capovaccaio, indicando queste due specie come presenti nella sua zona (PANDOLFI e ZANAZZO, 1993).


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 01.01.2002
    Ultima modifica: 09.09.2024

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