Funghi, flora e fauna
Leccinum lepidum
Leccinum lepidum (Bouchet ex Essette) Quadraccia
Nome volgare: Leccino
Famiglia: Boletaceae
Descrizione: Cappello: 5-15 cm, emisferico, poi convesso, a tarda età appianato. Cuticola vellutata, liscia e un poco viscida a tempo umido. Di colore bruno più o meno carico, ocraceo con colorazione giallastra al margine. Imenoforo: tubuli lunghi, giallo-olivastri. Pori piccoli dello stesso colore dei tubuli, arrotondati al gambo. Spore: 14-10 x 5-7 micron, di colore giallo-verde-oliva. Gambo: solitamente allungato e clavato, a volte cilindrico, la parte terminale appuntita. Colore giallo-giallo limone. Fioccosità concolori, alla base brunastro. Alla sezione la carne è gialla virante al rosa, poi al brunastro. Carne: soda nel cappello a fungo giovane, poi molliccia, alla sezione biancastra, poi rosa, infine imbrunente. Odore debole, ma gradevole.
Commestibilità: in letteratura è considerato buono ed abbastanza ricercato (Toscana). Nel bacino del Metauro non è molto considerato perché come tutti i leccini alla cottura diventa molle.
Biologia e habitat: cresce in boschi di leccio (Quercus ilex) nel tardo autunno. Più numeroso dopo estati particolarmente calde.
Presenza nella zona di studio: Monti del Furlo.
Note: è un bellissimo fungo: assomiglia al porcino per aspetto e consistenza, ma non ha profumo e la carne alla cottura annerisce.
Dettaglio scheda
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Data di redazione: 21.07.2004
Ultima modifica: 11.03.2012




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