Carnevale, feste, tradizioni e lavoro
Carnevale di Fano - Edizione 1903
Ecco il programma dei festeggiamenti che la Società carnevalesca ha votato nella adunanza del 25 corr.
Giovedì 19 febbraio - Il trionfo del commercio ambulante.
Lunedì 23 febbraio - Grande veglione in maschera per i soli soci.
Martedì 24 - Corso mascherato con premi di L. 250 – L. 200 – L. 150.
Apoteosi del carnevale.
Da: Il Messaggero del Metauro n. 4 del 29/1/1903
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Programma carnevalesco. — Giovedì 19 Febbraio. Arrivo e ricevimento d'importanti personaggi, o «Il Trionfo del Commercio Ambulante ».
Domenica 22 — Tombola di Lire It. 500 a cura ed a beneficio della Società Operaia di Mutuo Soccorso.
Innalzamento di globi areostatici umoristici.
Lunedì 23. — Al Teatro della Fortuna grande veglione in maschera pei soli soci.
Martedì 24. ore 15,30 — Corso in Maschere coi seguenti premi - 1.° premio di L. 250 - 2.° premio di L. 200 - 3.° premio di L. 150.
Apoteosi o Cremazione del Carnevale.
Da:”La Concordia” n. 6 del 14/2/1903
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Giovedì grasso - Con uno splendido sole ha fatto il suo ingresso in città dalla stazione ferroviaria, il gruppo rappresentativo del concittadino Magnarissa con la sposa e un bamboccio accompagnato dalla balia.
Lo ricevette, come era stato notificato da un precedente telegramma, el gob de Barilon.
Il corteo formato da parecchie carrozze recanti anche utensili di casa, percorse il Corso Vittorio Emanuele, e si fermò nella piazza maggiore fra le più liete risate del molto pubblico che assisteva. Sulla piazza doveva poi esser innalzato un pallone aerostatico rappresentante un automobile con gli sposi, ma o fosse il vento, o la poca avvedutezza, il pallone non salì, ma…. andò in fiamme.
Da: "La Concordia" n. 7 del 21/2/1903
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Giovedì grassoLa giornata è passata con discreta allegria; una mascherata che prendeva pretesto dalle fortunate avventure reali o presunta del nostro Magnarissa, rivenditore ambulante, giornalista etc. etc. è molto ben riuscita per lo spirito degli ideatori e degli esecutori, fra i quali ultimi degni di nota i protagonisti Martin, un gobbo in regola e Misdea, una morettina seducentissima, cui faceva buona scorta Barilon gobbo autentico, esilarante.
In causa del vento andò a fuoco il pallone areostatico che doveva innalzarsi nella Piazza XX Settembre il quale rappresentava un automobile recante … Magnarissa e la sua … fortuna.
Furono lanciati al pubblico dei fogli volanti, che recavano in versi spiritosi e facili la nuova … della venuta dal non mai abbastanza ricordato Magnarissa.
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Lunedì gran veglione in maschera al Teatro della Fortuna, e già si dice che riuscirà in quest’anno superiore ad ogni aspettativa, per molte mascherature fantastiche e sorprese comicissime e d’ultima novità cui stanno attendendo i più allegri ingegni della città. Dunque tutti al veglione. Chi non è socio si associ immediatamente.
Da: Il Messaggero del Metauro n. 8 del 21/2/1903
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Cronaca cittadinaCarnevale – Il manifesto pubblicato dal Comitato pei divertimenti carnevaleschi annunziava per Giovedì 19 il “Trionfo del commercio ambulante”. L’annunzio era promettente e misterioso. Mercoledì un telegramma affisso alle cantonate e scritto da un purista di Porta Grilla, cominciò a squarciare il velo. Il telegramma diretto all’amico ”portafortuna” Barilon, annunziava che giovedì alle ore 15 con un treno espresso sarebbe arrivato insieme ai propri annessi e connessi l’illustre concittadino Magnarissa, del quale la Città va meritamente orgogliosa. Magnarissa partito col suo carettino di cianfrusaglie ha fatto fortuna, da quel che pare, in Ispagna; ha preso moglie, valicando le Alpi ha avuto un figlio, che gli assomiglia tale e quale, e su quelle vette ha trovato una balia, che ha tutte le qualità allevatrici delle forti montagnole, tranne … una, della quale il Magnarissa pare possa fare a meno.
Il Comitato mosse in contro al reduce fortunato con gran pompa di equipaggi, di battistrada, e di valletti. Giunse Magnarissa colla propria famiglia ed un seguito decoroso e pomposo di spagnoli, amici suoi e di sua moglie. L’egregio compatriota volle fare un giro per la Città. E fu atteso lungo le vie da gran folla ossequiente e festante, poi si fermò in piazza; e mentre si attendeva il volo di un pallone, al quale, per disdire il vecchio pregiudizio, la gobba di Magnarissa non fu propizia, l’ospite festeggiato mandò un saluto alla folla, e si ritirò nelle dolcezza della intimità famigliare colla sposa fedele, il figlio promettente, la balia procace, e l’amico Barilon “il più felice dei tre”.
Il Carnevale promette dunque di finire allegramente – Cacciamo la musoneria! -
Da: Il Gazzettino n. 8 del 22/2/1903
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Domenica sera il teatro si apre col tradizionale veglione dalla Società Carnevalesca. Il biglietto costa per quelli che non si sono abbonati durante l’anno L. 6. Si prevede gran folla. Martedì il carnevale sarà chiuso con il solito corso mascherato. Vi prenderanno parte diversi carri concorrenti al premio.Da: Il Gazzettino n. 8 del 22/2/1903
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Cose Cittadine
Carnevale - Domenica 22 nella Piazza XX settembre furono innalzati con esito felice quattro palloni areostatici di varie fogge; di poi fu estratta la tombola di lire ital. 550. La cinquina sparsa fu vinta da alcuni cittadini, la tombola dal Veterinario residente in Lucrezia, sig. Cecchini. Nel pomeriggio di Martedì ebbe luogo il corso mascherato con getto di fiori e confetti. Presero parte al divertimento tre carri rappresentanti: Il trionfo delle fate; Il trionfo del Carnevale e Il porta fortuna.Molto elegante ed accurata era la costruzione ed ornamento del primo; più adatto forse alla circostanza il secondo; il terzo raffigurava una gigantesca oca che racchiudeva varii gobbetti. Il getto, specialmente dei primi due carri, fu assai ben nutrito; la Commissione aggiudicatrice dei premi conferì il primo premio al Trionfo delle fate e Trionfo del carnevale e il terzo al Porta fortuna. Anche varie carrozze e molti cittadini presero parte al getto.
Sul far della sera i carri mascherati ripassarono varie volte per il corso illuminati coi fuochi a bengala. Terminata la gita, nella piazza s'incendiò un pupazzo rappresentante il carnevale in mezzo a razzi e girandole che lo adornavano.
L'affluenza del pubblico a tutti i divertimenti fu grandissima; nel martedì vi erano anche molti forestieri specialmente provenienti da Pesaro. In complesso si ebbe una buona riuscita, e non si dovettero lamentare incidenti notevoli.
Sappiamo che alcuno ha in idea di promuovere per il p. Agosto un corso di fiori. L'idea geniale merita di essere accolta e caldeggiata.
Da: "La Concordia" n. 8 del 28/2/1903
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Cronaca cittadina
Carnevale — Ridotta ad esiguo numero di soci, per quel fenomeno di strana svogliatezza ed incostanza, che fra noi segue, a periodi fissi, qualunque più utile iniziativa, la Carnevalesca ha quest'anno fatto veramente miracoli; e coloro, che per due o tre giorni hanno ammirato, come noi, la folla enorme e chiassosa, che si riversava per le vie e nella piazza principale del paese, attratta da un modesto programma di festeggiamenti, messo insieme alla meglio, con le ali dell'immaginazione tarpate dalla esiguità dei fondi disponibili, devono essersi persuasi, che quei pochi soldi, che si raccolgono con tanta fatica ogni abito, qualche giovamento recano, al piccolo commercio locale. E questo per noi basta a giustificare ogni sforzo diretto a mantenere in vita la Società, ad allargarne, se è possibile, gli scopi, ad aumentarne sopra tutto gl' inscritti.Molti, forse troppi non pensano alla grande diffusione nei più modesti ordini della cittadinanza del beneficio economico, che deriva dai piccoli mezzi adoperati per distrarre in qualche epoca dell'anno dalle ordinarie occupazioni la gente che lavora, e mischiarla alle altre classi sociali, fornendo a queste occasione di spendere qualche lira di più, che dopo avere procurato un fuggevole godimento a chi l'ha spesa, si converte quasi sempre a profitto di gente meno agiata, e può forse lenire qualche miseria. Sappiamo cosa si può rispondere, montando sulla cattedra dei grandi principii….! Noi stessi abbiamo più volte detto, che certe forme di spettacoli, quei corsi, quelle mascherate, quei pupi che bruciano, rompono con una nota un po' stridente la gamma musicale, alla quale s'intona tutta la vita moderna; ma bisogna pur dire, che il mondo non si è fatto in un giorno, che le trasformazioni dei costumi debbono necessariamente essere molto lente, e che ciò che ormai non ha quasi più senso nelle grandi città, che possono sostituire le esposizioni, i concorsi, le gare, ed ogni genere di sport, agli antichi baccanali carnevaleschi, conserva invece con certi temperamenti pratica opportunità nei più modesti e meno popolosi luoghi, ove pur si ha diritto di vivere, di divertirsi, e di aiutare la circolazione... del vile metallo!
Ma, quantunque siamo già in quaresima, la predica è riuscita forse troppo lunga, specialmente se si pensa, che è una predica fatta in favore del carnevale!
Torniamo, dunque, alla breve cronaca degli ultimi giorni. Domenica fu estratta in Piazza XX Settembre gremita di gente la tombola a beneficio della Società di Mutuo Soccorso, e lanciati molti palloni figurati con bellissimo effetto. Il premio principale della tombola fu vinto dal sig. Cecchini veterinario di Lucrezia.
L'utile netto fu di circa lire 250.
Lunedì si ebbe il solo numero del programma, che i soci contribuenti riservano a proprio esclusivo beneficio, il tradizionale veglione nel teatro della Fortuna.
Abbiamo udito anche quest'anno, come negli anni scorsi, una curiosa osservazione: che il biglietto del veglione è troppo caro. Ma coloro che questo affermano non riflettono, che quelli che pagano le sei lire non contribuiscono solo alle spese del veglione, ma a tutti i festeggiamenti del carnevale, e che anche i non nati all'ombra del campanile di S. Paterniano, ed i non ballerini, o non più giovani, possono senza soverchio disagio pagare questo lieve tributo alla città che li ospita, associandosi principio d'anno, e versando mensilmente la non esagerata somma di cinquanta centesimi. Non vi fu gran folla, perché nell'anno scorso era diminuito il numero dei soci; ma in complesso le danze riuscirono discretamente animate, e si protrassero fino alle 6 del mattino.
Molti palchi erano graziosamente adornati di fiori.
Martedì si eseguì l'annunziato corso di carri mascherati con getto di fiori e confetti. Oltre il carro della musica vi parteciparono il Trionfo delle Fate, un Baccanale, ed un Cigno, ammirati per una più che discreta esattezza di esecuzione, e per l'eleganza dell'insieme. Il Giuri destinò i primi due premi ascendenti complessivamente a L. 450 alle Fate e al Baccanale dividendoli a metà: il terzo premio (L. 150) al Cigno. A sera fra lo scoppiar dei petardi, lo scintillar dei razzi e dei bengala fu bruciato il tradizionale pupo, che anch'esso fece del suo meglio per non esporre ad una brutta figura il proprio genitore, abituato pur troppo a sentirsene dire di cotte e crude dal cronista del Gazzettino, che quest'anno però deve dirgli bravo, a costo di eccitare la sua vertiginosa magniloquenza!
In quel momento la piazza offriva davvero una stupenda vista.
Fra l'immensa folla non si ebbe a deplorare il minimo incidente spiacevole.
Peccato che nel giorno non sia stato abbastanza rispettato il divieto di gittar coriandoli, e aranci, e che qualche occhio non sia riuscito a difendersi bene!
Ed ora all'opera per un'altro anno.
Bisogna battere il ferro fino che è caldo, e allargare la Società, in modo da poter dare qualche spettacolo popolare anche nella stagione estiva, come si usa in altri paesi. Un'ultima nota: La musica militare contribuì alla buona riuscita dei divertimenti, e di ciò va calorosamente ringraziato il Comandante del Presidio.
Da: “Il Gazzettino” n.9 del 1/3/1903
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La Società Carnevalesca
Questa istituzione sorta di recente e prosperante nella nostra città ha forse nel suo nome la causa principale di una certa indifferenza che le si va creando attorno ogni anno di più. È radicato ormai in gran parte del pubblico il criterio che questa società intanto sia, in quanto si proponga di far uscire in un dato giorno del carnevale due o tre carri oddobbati, di bruciare un pupazzo e di allestire un veglione, quindi è che alcuni i quali al corso mascherato non prendono parte o non si divertono, trovano che il pagare sei lire l'ingresso al teatro sia un prezzo esorbitante. E l'errore sta appunto in questo. La società carnevalesca si chiama cosi, solo in quanto esplica la sua attività in carnevale, ma essa potrebbe piuttosto chiamarsi società del risveglio cittadino, società del bene economico, come altrove e più particolarmente forse, società degli esercenti.Da: "Il Messaggero del Metauro" n. 9 del 5/3/1903
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Società carnevalesca
Giovedì 19 nel Teatro Cesare Rossi era indetta l'adunanza della Società Carnevalesca allo scopo di approvare il bilancio 1902 e di nominare la nuova Direzione.Il residuo di cassa dell'anno scorso è di L. 84: fu rieletta la stessa dirczione dell'anno scorso sostituendosi al Baldelli dimissionario il Conte Lodovico Bracci.
In questa occasione come già in ogni anno si fecero proposte per rianimare questa istituzione che la ignoranza o la indolenza di molti si ostina a voler guardare soltanto dal punto di vista di un buontempone.
Fra le proposte riapparve quella di cambiare il nome della società carnevalesca in quello di Società del Risveglio Cittadino, contemporaneamente estendendo l'azione della Società ad altri periodi dell'anno e più specialmente all'estate.
Lo scopo principale della proposta era quello di tagliare corto alla scusa che tanti, troppi cittadini benestanti, volentieri affacciano; che cioè non si associano solo perché non pigliano parte ai divertimenti del carnevale, nè al veglione, sia per età, per antipatia, per lutto od altro.
Ma non potendosi trattare detta proposta per non essere all'ordine del giorno fu raccomandato alla nuova direzione di studiare la proposta e indire in breve un' adunanza all' uopo.
Ma l'ostacolo più grave al buon andamento della società dipende dall'indolenza, dalla trascuratezza dei cittadini e diciamolo pure dall' avarizia di molti sì che ne verrebbe fantasia di citare i nomi.
Quella gente stessa che si rifiuta di pagare le sei lire è poi quella che appena si ode il rumore di un divertimento corre e si fa largo a furia di gomiti per giungere in prima fila, che si sbellica dalle risa a veder volare i palloni, a veder bruciare un pupazzo e così via e il peggio è che questa stessa gente è quella che dal movimento cittadino di quei giorni ricava il maggior lucro. Quanti in quei giorni hanno aperto le loro cantine facendo ottimi affari sfruttando così quel momento di animazione creato da altri e che essi con la loro inerzia avevano ostacolato!
Ma sappiamo che per l'anno venturo verranno pubblicati in un albo i nomi di tutti i soci e quegli industriali, esercenti, commercianti etc. che non figureranno sulla lista verranno boicottati per tutte le spese di quei giorni: da essi nulla verrà comperato sia vino sian confetti, vestiari, cibarie ed in genere tutti quegli oggetti di consumo che senza 1' occasione del Carnevale non verrebbero consumati. E questa equa misura sarà rigorosamente osservata.
Per conto nostro ci associamo col migliore animo.
Da: "Il Messaggero del Metauro" n. 11 del 21/3/1903
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Società per i divertimenti Carnevaleschi
Fano
Fano 18/ 12/ 1903Illmo Sig. Sindaco,
In risposta al suo pregiato foglio 12 corr. Prot. 501 il Consiglio Direttivo di questa Società Carnevalesca, nell’adunanza di ieri a sera, ha deliberato di presentare alla S.V. Illma a mio mezzo e salvo l’approvazione dell’Assemblea dei Soci il seguente programma di divertimenti da darsi nelle feste di Carnevale: 1° Giovedì grasso 11 Febbraio. Mascherata umoristica a piedi ed a cavallo – oggetto da determinarsi.
2° Domenica 14 Febbraio. Divertimento in Piazza XX Settembre da stabilirsi d’accordo colla locale Società Operaia di Mutuo Soccorso onde attrar gente per l’occasione della solita Tombola che verrà estratta a cura della Società medesima e nell’interessa di Essa.
3° Lunedì 15 detto – Veglione pei Soci al teatro della Fortuna.
4° Martedì 16 detto, ultimo giorno di Carnevale. Corso Mascherato, con mascherate sui carri.
Quanto alla riuscita di questi divertimenti, il Consiglio Direttivo ha assunto l’obbligo di fare per quanto potrà, onde essi vengano a corrispondere anche allo scopo del movimento e dell’utile della città negli ultimi giorni del Carnevale.
Con il massimo ossequio
Della S.V. Illma
Il Presidente
S.A.S.Fa., A.S.C., 1904, Ctg XV, Cl. 3, fasc. 7
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ATTO CONSILIARE DEL COMUNE DI FANO
Oggetto n. 5Domanda della Società Carnevalesca diretta ad ottenere un sussidio per i festeggiamenti del carnevale Relazione
L’Illmo Sig. Presidente informa il Consiglio che la Società carnevalesca ha rivolta la solita domanda intesa ad ottenere un sussidio per i festeggiamenti di carnevale.
Dice che la Giunta è favorevole alla domanda che propone il concorso di lire 200 da prelevarsi dalle impreviste dell’esercizio 1904.
Invita il Consiglio ad approvare il prelevamento.
Aperta la discussione e nessuno domandando la parola, il Sig. Presidente invita il Consiglio a deliberare.
Il Consiglio all’unanimità o per alzata e seduta approva di concorrere con lire 200 nelle spese per i festeggiamenti del carnevale e di prelevare la somma occorrente dal fondo delle impreviste.
Omissis
S.A.S.Fa., A.S.C., 1904, Ctg XV, Cl. 3, fasc. 7
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Carro mascherato "Il cigno"
La foto d'epoca reca in una pecetta la scritta "prima foto del carnevale datata 1895": ciò è errato in quanto nei giornali del 1895 non compaiono notizie riguardanti un carro con cigno. Paolo Volpini commentando la stessa foto (Archivio Foto Ente Carnevalesca) scrive: "Carnevale del 24 febbraio 1903: il carro del Cigno classificato al 3° posto ripreso davanti la Chiesa di S. Antonio e suo arco" (da: Lisippo, il Mensile di Fano, dicembre 2013).
Dettaglio scheda
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Data di redazione: 01.01.2000
Ultima modifica: 20.12.2013
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