Carnevale, feste, tradizioni e lavoroCarnevale, feste, tradizioni e lavoro

Carnevale di Fano - Edizione 1958

Carnevale di Fano - Edizione 1960

Carnevale di Fano - Edizione 1959


CORRIERE DI FANO
Opportune manifestazioni di contorno assicureranno la continuità del nostro Carnevale
Opinioni e proposte degli organizzatori della nona edizione del corso mascherato, in programma per il 10 corrente
Prima si chiamava El Carnevalon e i più anziani lo ricordano benissimo e ricordano pure i suoi squillanti successi; poi nel 1950, in concomitanza con lo spostamento del percorso dal troppo angusto corso Matteotti al viale Gramsci, si decise di fregiare la manifestazione con un nome più appropriato all'importanza che essa andava assumendo e venne denominata Carnevale dell'Adriatico.

Non smentendo i più antichi successi, anche il Carnevale dell'Adriatico continuò sulla scia del Carnevalon a richiamare decine di migliaia di persone e a rinnovare più splendidi successi, e ciò da nove anni, eccetto il 1956, causa la memorabile nevicata.

Ma all'osservatore sensibile non è sfuggito in questi ultimi anni che, sotto la superficie affascinante e policroma del Carnevale, sotto la vernice brillante e spettacolare della grandiosa sfilata, qualcosa non va; si sono cominciate a sentire voci ed opinioni di intonazione critica, idee innovatrici, giudizi vari che lasciano trasparire nella cittadinanza, un certo che di disinteresse, come se la manifestazione avesse ormai fatto il suo tempo.

Naturalmente in tutto questo circolare di idee, in questo ridimensionamento del primitivo entusiasmo, in questo — diciamo pure — «moto» di revisionismo, non sono estranei quei fattori di moderno progresso tecnico e scientifico, per cui quella che era una sagra che destava il più schietto tripudio popolare oggi è vista sotto una nuova luce, sotto un nuovo aspetto.

Rendendoci obbiettivamente conto di ciò, di questa evoluzione, cioè, nel gusto e nei sentimenti, abbiamo pensato di procedere ad alcun sondaggio pubblico, interpellando innanzitutto quelle persone che sono più direttamente interessate alla manifestazione, nonchè cittadini dei vari ceti. Pubblichiamo oggi, pertanto, le prime interviste con l'ex presidente della società carnevalesca, cav. Giuliano Solazzi, il quale tenne la carica per innumerevoli anni, con l'attuale presidente dott. Guido Tecchi e con i carristi autori delle composizioni allegoriche.

Le domande che ad essi abbiamo rivolte sono le seguenti: 1) Secondo lei, il nostro Carnevale è seguito con lo stesso entusiasmo di una volta?; 2) Crede nella continuità di questa nostra tradizione? E perche?; 3) Quali potrebbero essere secondo lei, sostanziali innovazioni da apportare alla manifestazione?

Il cav. Giuliano Solazzi si è così espresso: «1) E' evidente che il nuovo percorso del viale Gramsci e Buozzi ha fatto un po' perdere la primitiva caratteristica al nostro Carnevale, declassando quindi nel fanese un po' di quel vivo entusiasmo d'un tempo. Tuttavia bisogna riconoscere che il nuovo tracciato, se ha portato ad una minore, seppur deprecabile partecipazione del «fanese» ha consentito un afflusso più numeroso di forestieri per cui si può dire che il nostro Carnevale, ancora oggi, suscita entusiasmo ed interesse sempre crescente in vaste zone dell'Italia centrale. 2) Ritengo che il carnevale fanese, oggi giustamente denominato Carnevale dell'Adriatico, possa e debba continuare, sia per l'interesse sempre vivo che esso desta, sia anche perchè è la sola manifestazione che, nel ristagnare di iniziative, tenga vivo l'interesse su Fano e gliene dia lustro. 3) Naturalmente, come ogni cosa di questo mondo, anche il nostro Carnevale, per mantenere vivo attorno a sé l'interessamento della folla, deve ogni anno presentare qualcosa di nuovo e di originale. So per esperienza che la cosa non è facile, soprattutto in relazione alla situazione economica della Società, la quale deve basare la copertura delle spese di organizzazione dei festeggiamenti, ammontante a decine di milioni, su una unica manifestazione che è appunto quella del Corso Mascherato sul quale, svolgendosi esso all'aperto, incombe sempre il rischio dell'inclemenza del tempo con i rischi e le complicazioni che ne derivano... Tra le innovazioni mi permetto di suggerire quelle dell'aumento delle mascherate a piedi, della duplice uscita dei carri, l'apertura di provvisorie sale da ballo lungo il viale Gramsci e l'inclusione di altre manifestazioni folcloristiche, artistiche, sportive ecc. purchè fatte su un piano di alto livello».

Dal canto suo l'attuale presidente dott. Guido Tecchi ci ha detto: «Il Carnevale fanese continua la sua tradizione basandosi in gran parte sull'entusiasmo di un gruppo di cittadini e di tutti i carristi in generale. La popolazione segue con interesse lo svolgersi delle manifestazioni ed infatti il veglione sociale è rimasto la più allegra serata danzante fanese, ed il Corso mascherato richiama sempre un maggior numero di turisti, affermandosi sempre più in campo nazionale; 2) Credo nella continuità e nel sempre maggiore sviluppo di questa nostra tradizione. Ciò, naturalmente, con l'evoluzione dell'ambito locale a quello nazionale, ha comportato un incremento non lieve di spese mettendo in serie difficoltà l'organizzazione; 3) Innovazioni sostanziali non dovrebbero esserci per non far perdere il carattere folcloristico della manifestazione; comunque si dovrebbe tendere a due sfilate, nonché ad una estiva con un maggior numero di carri».

Ed ecco ora, l'opinione di coloro che effettivamente sono i più interessati, quelli cioè che creano e danno vita al Carnevale: i carristi. Iniziamo con il parere del signor Enzo Bonetti, autore del carro Prime meraviglie: 1) L'entusiasmo per il nostro Carnevale è diminuito solo nei fanesi, mentre ci è invidiato da altre città 2) Penso che questa manifestazione non possa continuare a lungo per mancanza di persone appassionate capaci di dedicarsi con sacrificio alla costruzione dei carri. 3) Sarebbe opportuno spostare la manifestazione in estate, aggiungendone altre di carattere nazionale, onde avere una settimana di festeggiamenti».

Hermes Valentini, autore del Carro C'era una volta..., ci ha detto: «1) L'afflusso del pubblico è crescente ogni anno. Il più vivo entusiasmo d'un tempo era dovuto al fatto che, più che ai carri, i fanesi guardavano al personaggio, alla macchietta caratteristica che era in ogni carro. Oggi la manifestazione è in linea coi tempi e per forza di cose la si è dovuta in parte industrializzare scalfendo con ciò la spontanea e schietta partecipazione dei fanesi. 2) Ciò che potrebbe far cessare il Carnevale fanese sarebbero, a mio avviso i seguenti motivi: la mancanza di nuove leve per la costruzione dei carri e i rischi economici degli organizzatori causati dalla eventuale inclemenza del tempo nel giorno dello svolgimento della manifestazione. 3) Una principale innovazione potrebbe essere quella di tentare una uscita dei carri anche in estate e costruire quattro carri per ogni stagione, talché si avrebbe una sfilata di otto carri.

Naturalmente al Corso mascherato estivo si dovrebbero aggiungere altre manifestazioni di carattere nazionale, per esempio una rassegna di film del mare, raduni nazionali di bande musicali, tornei sportivi di vario genere, nonché premi di arte, teatrali ecc. ».

Tino Pacassoni autore di Cavalcata allegra, ci ha detto: « 1) A mio giudizio sì, poiché ogni anno che passa si nota un lusinghiero aumento del pubblico che assiste alla manifestazione. 2) Credo nella continuità del nostro Carnevale e la ragione sta nel fatto che ogni volta si cerca di far meglio. Tale progresso, logicamente, porta ad un maggior entusiasmo non solo nei costruttori, ma anche nei dirigenti e nella cittadinanza. 3) A mio parere, i carri mascherati, anziché uscire solo l'ultimo giorno di carnevale, dovrebbero uscire anche la domenica precedente e ciò per dar modo, a quelle persone che al martedì hanno il loro lavoro, di intervenire nella giornata festiva ».

Luciano Del Monte, autore del carro La rivincita del fanciullo, si è infine così espresso: « 1) Pur non essendo seguito con lo stesso entusiasmo d'un tempo, determinato da ovvie ragioni, il nostro Carnevale è comunque una manifestazione che per quel giorno piace e che richiama, tempo permettendolo, una gran massa di gente dalle regioni vicine. 2) Credo ciecamente nella continuità della manifestazione, perchè, oltre ad essere una orgogliosa tradizione da mantenere, essa costituisce anche un diversivo come tanti altri. L'unico inconveniente è che la manifestazione avviene nella peggiore delle stagioni, che può pertanto riservare spiacevoli sorprese. 3) Per quanto riguarda innovazioni da apportare, esse potrebbero essere: una settimana di festeggiamenti coronata da un ciclo di attrattive varie: veglioni, balli popolari con orchestre e cantanti di grido; mostre varie, ivi compresa quella delle vetrine; potenziamento del Corso mascherato con almeno cinque carri e aggiunta di tre mascherate a piedi; due uscite invernali e una terza estiva in notturna; incremento al getto dei dolciumi; propaganda della manifestazione in tutta Italia e apertura del teatro della Fortuna.

Come si vede, non mancano idee nè propositi e tanto meno suggerimenti per potenziare in avvenire il Carnevale dell'Adriatico. Tra l'ottimismo e il pessimismo, c'è comunque — ed è quello che più conta — la volontà di far sempre più e sempre meglio.

Enzo Amadei

Da: Il Resto del Carlino del 5/2/1959

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Il "pupo" ha aperto la settimana dei festeggiamenti
Numerosa folla ha salutato l'uscita del comico personaggio - Martedì prossimo l'attesa sfilata
Si è aperto ieri, con l'arrivo di «Tugnin del Tavernel » — il fantoccio burlesco — la settimana dei festeggiamenti del «Carnevale dell'Adriatico 1959 ». E' stato con un ricevimento di prim'ordine che il numeroso pubblico presente, nonostante l'incertezza del tempo, ha salutato l'arrivo del «pupo». Come noto il «pupo» simboleggia satiricamente la mania dello «hula-hoop» ed infatti esso troneggiava sul tetto di una casa, mentre si dimenava entro il grosso cerchio di plastica.

La sua comparsa sul viale Gramsci ha suscitato viva simpatia e buonumore per la pregevole fattura del pupazzo e per il suo continuo ancheggiare. Ad accogliere l'umoristico personaggio erano, come al solito, i membri della Società carnevalesca in pompa magna a bordo di auto e carrozze che seguivano la banda cittadina, quindi Marlon Brando raffigurante Napoleone, leggiadre fanciulle di cartapesta pure prese dalla manìa dello «hula-hoop » e con la scorta di decine di scooteristi in tuta arlecchinesca.

Sotto il lancio di dolciumi e di ceroni di plastica per il ballo di moda, la numerosa folla convenuta ha gremito il viale per lungo tempo, finché il «pupo», forse un po' stanco, non ha ritenuto opportuno di rientrare in attesa di mostrarsi nuovamente in pubblico martedì prossimo, per la grandiosa sfilata del Corso mascherato.

Da: Il Resto del Carlino del 6/2/1959

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CORRIERE DI FANO
LA NOSTRA INCHIESTA SUL «CARNEVALE DELL'ADRIATICO»
Tutt'altro che sorpassati i divertimenti carnascialeschi nonostante abbiano perduto l'antico smalto rinascimentale
Questa l'opinione di un insegnante, ma sostanzialmente comune a quella di altre persone interpellate sull'argomento
Continuiamo oggi l'inchiesta sul «Carnevale dell'Adriatico». Nella prima esposizione dell'altro giorno, avevamo chiamato in causa i carristi, nonché l'attuale presidente dott. Tecchi e l'ex presidente della «Carnevalesca», cav. Solazzi. Attraverso quei primi giudizi, abbiamo già potuto trarre un orientamento: un orientamento che è favorevole al mantenimento della locale tradizione carnevalesca ed anzi pone l'accento sulla necessità di potenziarla e di arricchirla.

Quindi un dato positivo e incoraggiante, anche se è stato espresso qualche timore dai carristi, circa la mancanza di nuove leve che avessero domani ad assumere le redini del Carnevale, e sull'esistenza di una certa parte di fanesi che non risponde più come una volta.

In effetti quasi concordemente si è riconosciuto che l'entusiasmo dei cittadini è venuto un po' meno in questi ultimi anni, ma fortunatamente, di contro, è accresciuto l'afflusso dei forestieri, per cui la discussione verte sul fatto di propagandare la manifestazione in campo nazionale e suggerire di conseguenza idee in questo senso.

Oggi appunto riportiamo alcune opinioni di alcuni cittadini scelti a caso tra le varie categorie e ad essi abbiamo posto semplicemente la seguente domanda: «Qual è la sua opinione sul Carnevale dell'Adriatico e quali le sue prospettive?». Il signor Giuseppe Cavalieri, agente di una società, dopo aver affermato che «sarebbe insensato lasciar cadere la tradizione carnevalesca, tanto più che la manifestazione in questi anni ha varcato i confini delle regioni limitrofe e a differenza di altri spettacoli e attrattive, attrae gente di ogni ceto e di ogni età» ha aggiunto: «Le prospettive per l'avvenire non sono affatto rosee, perchè non si può pensare ad un aumento del prezzo d'ingresso, dato il carattere popolare della manifestazione. Fondamenta sicure la Società potrebbe trovarle nell'ENAL regionale, il quale a sua volta potrebbe interessare gli Enal delle città vicine perché partecipino con un carro ciascuno, e la Carnevalesca otterrebbe in tal modo un maggior numero di carri partecipanti e ciò stimolerebbe ogni città a far meglio dell'altra, dando luogo a una simpatica competizione».

Anche il signor Loris Negusanti, dirigente l'Ufficio elettorale e di statistica del Comune, è favorevole al mantenimento della manifestazione, tanto più che «crollate l'Alma ed altre iniziative, il carnevale è l'unico residuo delle capacità organizzative dei fanesi; è come un rudere, rimasto a ricordarne i fasti alla alla gioventù fanese, bisogna quindi curarlo e venerarlo come una reliquia». Dopo aver auspicato che lo spirito fanese si risvegli anche in altri campi, il signor Negusanti così conclude: «E' l'unica manifestazione importante che fa ricordare in qualche parte d'Italia che esiste anche Fano».

L'insegnante Franco Battistelli inquadra dal canto suo il carnevale sotto una luce di benevola critica e, premesso che anche per lui «il corso mascherato costituisce un autentico divertimento: un divertimento però tutto epicureo «magnum alterius spectare laborem», aggiunge: «Per una massa che dai fasti del melodramma si è oggi avvilita al canzonettismo festivaliero, sono certo che siano tutt'altro che arretrati i «dilettamenti carnascialeschi», anche se questi hanno veramente perduto l'antico smalto rinascimentale e tendono sempre più ad uniformarsi al mercantilismo cinemascopico di importazione hollywoodiana». E conclude: «in particolare, quindi ritengo che anche nelle principali manifestazioni del nostro carnevale fanese difetti il senso della misura e del buon gusto e signoreggi il gusto della porporina e della « cartapesta».

Dal canto suo l'esercente cav. Raffaele Vagnini vede nel carnevale il massimo utile per la città, sia dal punto di vista economico che propagandistico e pensa che «se il carnevale fanese dovesse finire, la città ne risentirebbe un danno in tutta la sua economia, per cui è necessario fare tutto il possibile per svilupparlo».

Di parere opposto, ma sempre favorevole, è lo studente Giancarlo Boiani, il quale afferma: «Premesso che non è un Carnevale per quanto ben concepito ed attuato esso sia, a dare tono ad una città, debbo ammettere che quando, come nel caso delle nostre manifestazioni, si è spinti e confortati da una lunga tradizione, è cosa bella che in essa si continui, cercando sempre più di migliorarla. Nei limiti della Società Carnevalesca, sarebbe auspicabile rompere in qualche modo la monotonia, che da qualche anno va ripetendosi in seno alle manifestazioni del Carnevale dell'Adriatico».

L'esercente Olinto Pecuvio reputa utile alla città lo svolgimento della manifestazione e anzi si augura che essa sia ampliata, dal momento che, «perduta la caratteristica del Corso, non ha raggiunto sul viale Gramsci la grandiosità di Viareggio».

Il bozzettista Mario B. è personalmente sfavorevole alla manifestazione così com'è, ma «per campanilismo pensa che sia una festa da non lasciar cadere». Un sostenitore convinto del Carnevale è invece l'impiegato Guerrino Vincenzi, il quale però trova, che «senza il teatro della Fortuna, le serate di gala sono sprecate e che lo stesso Corso Mascherato, fatto in questa stagione, non assurge a quella festa di gaiezza e di colori che sarebbe invece se si svolgesse in estate ». E conclude il suo giudizio esprimendo l'augurio che il Carnevale di Fano venga più divulgato in campo nazionale e che si provi a fare il Corso Mascherato durante il periodo di Pasqua.

Essenzialmente pessimista è invece il falegname Silvio Furlani, il quale, premesso che non c'è più entusiasmo nei cittadini — e ciò perché «tutto è fatto troppo in famiglia, venendo così a mancare l'antagonismo che era alla base dei vecchi carnevali» — dichiara di non credere alla continuità della manifestazione.

L'esercente Ferrero Zandri ritiene invece necessario puntare all'incremento della manifestazione del Carnevale dell'Adriatico, perché è la sola manifestazione che reca un concreto vantaggio economico alla città. Similmente si esprime l'esercente Alberto Biagetti, il quale però muove alcuni rilievi circa il sistema di chiusura del circuito che dà luogo ad inconvenienti per il numeroso pubblico, al quale occorrerebbe dare maggior libertà di entrare ed uscire per occorrente varie.

Convinto assertore dell'utilità di mantenere vivo il Carnevale è il rag. Ugoccione Uguccioni, il quale afferma che «il Corso mascherato non è una manifestazione sorpassata» dichiara che è invece necessario potenziarlo poiché anche oggi la gente ama divertirsi e quindi bisogna richiamarla sempre con maggiori novità e «confermare così il valore storico e folcloristico della tradizione carnevalesca».

Infine l'esercente Enzo Biagiotti, mentre non ha da far rilievi sul Corso mascherato, pensa invece che bisognerebbe dare maggior vita ai veglioni e specialmente a quello del sabato, facendovi intervenire cantanti ed orchestre di grido.

Riteniamo in un certo senso che quanto espresso dai nostri interlocutori coincida sostanzialmente anche con il pensiero delle migliaia di altri cittadini per cui si auspica che gli organizzatori della manifestazione tengano presenti i suggerimenti e le proposte teste illustrati, per fare del Carnevale di Fano una manifestazione sempre più bella e gradita ai cittadini e ai forestieri.

Enzo Amadei

Da: Il Resto del Carlino del 8/2/1959

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Il successo ha arriso al tradizionale "Carnevale dell'Adriatico"
Una folla strabocchevole ha assistito alla sfilata dei mastodontici carri fanesi
Le quattro allegorie, precedute dal "Pupo", hanno percorso varie volte viale Gramsci, fra gli scroscianti applausi del pubblico. Grandinate di dolciumi sono piovute sugli spettatori. Uno spettacolo pirotecnico, a sera
Migliaia e migliaia di persone sono convenute ieri a Fano per assistere all'edizione 1959 del famoso Corso mascherato locale. Era suonata la "diana" del grande e festoso appuntamento con il carosello folcloristico e, come sempre, migliaia e migliaia di persone erano in attesa, sciorinate sul viale o pigiate sulle tribune. La bella giornata di sole aveva poi oltremodo favorito l'afflusso, sicchè, sin dal mattino, la città appariva percorsa da rivoli di forestieri che poi al pomeriggio si sono congiunti sul viale Gramsci, formando la grande nereggiante fiumana.

Lo spettacolo carnevalesco di Fano è certo unico nel quadro di consimili manifestazioni, anche se altri carnevali possono superarlo in bellezza o in perfezione tecnica: quello di Fano è lo spettacolo per eccellenza, il non plus ultra di una rappresentanza satirica che fa della folla la protagonista e non la "quarta parete" e che raggiunge il diapason grazie appunto alla massa spettatrice. Infatti la folla che conviene a Fano nel giorno del Carnevale non resta lì muta e giocosa a guardare, ad ammirare, ad applaudire, ma si tuffa dentro, partecipa con foga alla baldoria, prende viva parte alla spensierata allegrezza, trascinata nel vortice di quell'atmosfera particolare carica di elettrizzante umore carnevalesco.

E questo stato d'animo, questo lasciarsi travolgere dai marosi della folla, dalla musica prorompente degli altoparlanti, dal gridio giocoso delle maschere e dagli allegri motivi delle orchestrine, si è verificato puntuale anche ieri per tutta la mezza giornata, nel corso della quale si è svolto il Carnevale dell'Adriatico. Il grande successo del corso mascherato era comunque già nell'aria fino da giovedì scorso, allorchè l'ingresso del "Pupo" aveva richiamato un grande numero di spettatori forestieri.

Ma certamente, a ribadire ancora una volta la netta supremazia del Carnevale fanese, sta il fatto dell'abilità e della capacità degli artisti locali che si dedicano alle costruzioni allegoriche: un passato quasi secolare non si cancella. Ed ancora una volta i quattro carri folcloristici non hanno deluso il pubblico: sono state veramente composizioni di grande pregio di fine ed accurata fattura, di sapida e divertente comicità.

Quando il corteo mascherato si è mosso, erano le 15, e la vivacità dei colori dei pupazzi riempiva l'aria di quel caratteristico fragore che era il sordo brusio della folla: sembrava che quelle grosse teste, che quei corpi sbilenchi e policromi galleggiassero nell'aria, avanzassero sul tappeto volante, venissero avanti sospinti da un'invisibile macchina. Invece erano lì sulle traverse dei carri, ben piantati e pure mobili, dall'espressione furbesca od ottusa, dal volto slargato nel sorriso che procedevano su carri trainati dal mezzo meccanico. Una tavolozza di colori, una sfaccettatura di espressioni, una gamma di gioconde trovate, una panoramica di lieti motivi, di spettacolose pensate era la sintetica prima impressione, poi, a mano a mano che si rivedevano quelle opere straordinarie, quei carri enormi e se ne consideravano più attentamente il singolo soggetto, ne veniva fuori l'esatta interpretazione.

Apriva la sfilata il carro della Musica cittadina e quindi procedeva scapigliato e danzante "Gigin del Tavernel", il fantoccio burlesco simbolo del "Carnevale dell'Adriatico 1959".

Poi, coi suoi vividi colori, coi suoi soli e le sue lune in ridente rotazione, coi suoi scatenati asinelli in groppa ai quali si sbracciavano allegri cavalieri, si annunciava "Cavalcata allegra" di Tino Pacassoni: con la sua orgia di colori, irrompeva in mezzo alla folla una costruzione viva, animatissima nei suoi personaggi di perfetto sapore carnevalesco e di giocosa pittoricità. Nell'insieme sorgente dalle spume del mare, campeggiava un grosso ridanciano astro attorno al quale appunto prorompeva la "sfrenata" cavalcata verso ignote mete, verso luoghi sconosciuti ...

Le prime grida di entusiasmo erano rinfocolate all'apparire di "C'era una volta" di Hermes Valentini. L'enorme costruzione era montata su un gigantesco drago, e su di essa, efficacemente sintetizzati, si potevano ammirare tutti quei famosi personaggi di favola che ci affascinavano nella nostra verde età: dal re bonaccione al principe azzurro, alla fata, alla principessa, alla strega, ai nani; tutto quel classico mondo della fantasia che spesso reca una parentesi serena nella vita d'ogni giorno.

La terza composizione, se era forse al disotto, quanto a dimensioni, alle prime due, era ugualmente accolta con favore dal pubblico. Si tratta de "La rivincita dei bimbi" di Luciano Dal Monte. L'autore aveva pensato che, una volta tanto, i bimbi possono anche prendersi il lusso di ribellarsi ai grandi ed ha permesso ai suoi pupazzi di invertire la realtà; un ammutinamento in piena regola: i lattanti che a loro volta danno il latte alla balia nella culla, gli scolaretti che hanno preso di mira la maestra con le loro buffe trovate, messo il bidello nel cestino, mentre ognuno si scapriccia come meglio crede.

In alto, su un grosso mappamondo, troneggiava un altro fanciullo con le orecchie da somaro e sembrava voler irridere alla scuola; tutto ciò, naturalmente, per una volta.

Da: Il Resto del Carlino 11/2/1959

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CORRIERE DI FANO
IL «CARNEVALE DELL'ADRIATICO»
A "cavalcata allegra" il primo premio della giuria
Come sempre, gran folla si è riversata mercoledì sera al Politeama per ascoltare l'esito della premiazione dei quattro carri allegorici partecipanti al Corso mascherato di martedì scorso.

Il responso della Giuria è stato il seguente: 1.o premio al carro «Cavalcata allegra» di Tino Pacassoni; 2.o premio al carro «C'era una volta...»; 3.o premio al carro «Egittopoli» (Le prime meraviglie); 4.o premio al carro «La rivincita dei bimbi».

Da: Il Resto del Carlino del 13/2/1959

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NOTA
Il 1959 va ricordato come l'ultimo anno in cui il Carnevale si svolse solo nel martedì grasso: da quest'anno il corso mascherato si tenne anche di domenica.

Il 9 Agosto ci fu la prima edizione del Carnevale estivo dell'Adriatico, lungo il viale Adriatico in Sassonia.

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Una seconda "Notte di Carnevale" e una serata benefica a favore dell'AVIS
Si svolgeranno, in ordine cronologico, oggi e martedì prossimo
La stagione balneare è nel suo vivo, e di pari passo si succedono manifestazioni mondane e folcloristiche. E' fissata per stasera, la seconda «Notte di Carnevale», una specie di preludio notturno alla sfilata mascherata di domenica pomeriggio. Poi nelle sere del 7 e dell'8, all'Arena malatestiana le annunciate rappresentazioni liriche di Rigoletto, Cavalleria e Pagliacci, quindi domenica l'atteso Carnevale d'estate e, ancora mercoledì sera all'Arena malatestiana, incontri di lotta libera con la partecipazione di Primo Carnera.
Tra questa serie di attrazioni una ne dobbiamo rilevare che, al di là del suo carattere mondano, punta ad uno scopo benefico ed umanitario: la grande serata che un Comitato «Amici dell'AVIS» organizza per martedì a favore dell'Associazione in un locale al lido.
Questa serata propone quindi alla cittadinanza sì, uno svago, ma di contro tende a raggiungere il preciso scopo di devolvere a favore dell'associazione donatori di sangue, quello che sarà l'incasso della manifestazione, sì da permettere alla locale Sezione una vita economica meno disagiata e soccorrere anche quei donatori che eventualmente vengano a trovarsi in situazioni di difficoltà.
Per la migliore riuscita della festa, il Comitato promotore è già al lavoro per redigere il completo programma che dovrà svolgersi nel corso della benefica serata.

Da: Il Resto del Carlino del 6/8/1959

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EDIZIONE ESTIVA
Oltre ventimila persone al "Canevale dell'Adriatico"
Grandioso successo di questa edizione estiva - Numerose le auto di stranieri - Un suggestivo spettacolo al calar delle tenebre - Prodigo lancio di dolciumi dai carri allegorici
Felicissimo varo della trasposizione estiva del Carnevale dell'Adriatico 1959. Chi ancora poteva nutrire dei dubbi sulla iniziativa di «rischiare» un carnevale d'estate, certamente fin dalle prime ore della sera di domenica li aveva già fugati.

La manifestazione folcloristica fanese ha richiamato nella nostra città e sulle nostre spiagge un pubblico davvero eccezionale e per numero e per varietà. Domenica a Fano si parlavano tutte le lingue europee e, sparse per ogni dove, stazionavano macchine con tutte le targhe delle Nazioni d'Europa : inglesi, tedesche, francesi, norvegesi, austriache, belghe, svizzere e persino americane.

La Carnevalesca ha fatto le cose in grande, e non sono mancati operatori della Televisione e dei cinegiornali che hanno ripreso la sfilata delle mastodontiche creazioni di cartapesta, facenti la spola lungo il viale Adriatico in uno scenario pittoresco per l'azzurro del mare la policromia delle aiuole, delle cabine e degli ombrelloni e dei costumi.

Successo pieno dunque, che certamente varrà ad incoraggiare gli organizzatori a ripetere la manifestazione negli anni venturi perché Fano possa essere sempre più conosciuta e apprezzata per quello che vale.

I grossi carri allegorici hanno in verità sbalordito e il «getto» copiosissimo ha del tutto strabiliato, non essendo in voga in nessuna parte e in nessun'altra manifestazione consimile, una tanto generosa distribuzione di dolciumi.

Prima di tutto va dato atto agli organizzatori di aver «ripescato» la «Musica arabita»; certamente, questo complesso, per il buonumore che sa esprimere dai suoi bizzarri strumenti per le stesse satiriche evoluzioni musicali dei singoli componenti, costituisce uno spettacolo a sè, irradiando nel pubblico una carica di simpatia e di festante partecipazione. Al passaggio del carro della scapigliata banda, era tutto un applauso, un lieto e ridente saluto, teso all'approvazione e all'entusiasmo. Poi seguiva lo strambo pupazzo con attorno alla vita il cerchio dell'hula-hoop (in verità ormai passato di moda) e quindi il carro «Cavalcata allegra», «C'era una volta», «Il paese delle meraviglie» e «La rivolta dei fanciulli». Su ogni carro, un'orchestra e belle figliole che lanciavano fiori nel primo giro e poi nutrite salve di dolciumi nei giri seguenti.

Poi quando già il mare incominciava a scurirsi, i carri si illuminavano di miriadi di luci: lo spettacolo diventava prodigiosamente fiabesco e il viale appariva come se milioni di falene e di lucciole si fossero per un momento messe di fila compatte a formare un tremolante mare luminoso: un abbagliante palpito di luce riflesso in mille colori.

L'apoteosi giungeva poi verso le ventidue allorché si dava inizio ai fuochi d'artificio e allora anche il cielo si striava dì multicolori parabole di fuoco che ricadevano poi fischiando nell'aria e andando a spegnersi nella superficie del mare che si accendeva nel balenio d'un istante per ridiventare poi scura ed austera.

Una grande giornata, una memorabile sagra del colore, del folclore e dell'allegria, che romani, milanesi, perugini e stranieri ricorderanno con piacere.

Enzo Amadei

Da: Il Resto del Carlino del 11/8/1959


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 01.01.2000
    Ultima modifica: 06.11.2005

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