Carnevale, feste, tradizioni e lavoro
Cappelletti in brodo
Apparivano sulla tavola a Natale e in altre rarissime importanti ricorrenze. Alla loro confezione partecipavano tutti i familiari in gara tra loro per farne di più. Si cominciava a prepararli dalla sera dell'antivigilia. Una volta pronti venivano stesi sulla "spianatoia", contati e lasciati riposare fino al giorno tanto atteso. I vecchi ricordano che al pranzo di Natale se ne mangiavano perfino più di cento. E si mangiavano anche la sera di Natale a cena e con quelli avanzati si pranzava anche il giorno successivo, festa di Santo Stefano.
Si prepara una pasta sfoglia che va accuratamente lavorata e tirata con il matterello. Con una tazzina o bicchiere si ricavano tanti tondini che si riempiono con un ripieno (la pastella), poi si chiudono i tondini a mo di cappello.
Preparazione del ripieno: si fa soffriggere in burro carne di maiale, di tacchino, di vaccina e un po' di prosciutto. Si trita il tutto e si amalgama con noce moscata, due uova, parmigiano, una grattatina di limone e un pizzico di sale fino. I cappelletti vanno infine cotti in brodo di cappone, di gallina o di tacchino.
Dettaglio scheda
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Data di redazione: 01.01.1999
Ultima modifica: 14.01.2005
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