Carnevale, feste, tradizioni e lavoro
Coradella di maiale in umido
I contratti mezzadrili prevedevano che a Natale i coloni portassero al "sor padron" un paio di capponi come "regalìa". In genere era il "capoccia" che si recava in casa del proprietario per consegnare la "regalia" e porgere gli auguri di tutta la famiglia. Il "padrone" solitamente ricambiava la visita offrendo un bicchierino di vermuth o di vino santo.
Il signor Enrico Adanti, anziano agricoltore di Fano, racconta che il giorno di San Tommaso usava organizzare per tutti i "capoccia" dei suoi "fondi" un'abbondante colazione a base di coradella di maiale in umido. L'incontro conviviale era anche un'ottima occasione per scambiare qualche idea sul prossimo raccolto, sui lavori nei campi e per bere un buon bicchiere di vino e fumare una sigaretta "sal sor padron".
La seguente ricetta è del signor Adolfo Baldarelli, cuoco per molti anni in casa Adanti.
Per 25-30 persone utilizzava 9-10 kg di coradella mista di maiale che cominciava a cuocere dal giorno prima in un grosso recipiente di coccio.
Si fa rosolare in un recipiente mezzo kg di lardo macinato, un etto di olio d'oliva, un paio di cipolle tritate quindi si versa la coradella tagliata a tocchetti e si lascia amalgamare, a fuoco lento, per circa un'ora e mezza.
Si aggiusta di sale e pepe, si versano due bicchieri di vino bianco e tre litri di acqua bollente, quindi si fa "covare" la coradella per circa 5 ore e poi il mattino successivo si fa cuocere sempre a fuoco lento, per altre due ore.
Dettaglio scheda
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Data di redazione: 01.01.1999
Ultima modifica: 26.03.2005
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