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Fossombrone e Fermignano: Impianto idroelettrico del Furlo


- Comuni di Fossombrone e Fermignano

- Fiume Candigliano

L'impianto idroelettrico del Furlo è ubicato in riva sinistra del F. Candigliano, poco a monte di Calmazzo e della confluenza del F. Candigliano nel Metauro (località Pian dei Raggioli).

Progettato nel 1949 ed eseguito nel 1951, l'impianto fu il fiore all'occhiello della nascente ENEL (1964). Tutta la centrale viene gestita tramite onde radio convogliate, cioè onde radio che viaggiano nelle stesse linee elettriche che traportano la corrente prodotta, direttamente da Ascoli Piceno, sede del centro produzione delle Marche; inoltre è stata uno dei primi impianti ad essere munito di eleboratore elettronico di controllo dei gruppi di generazione.
Ha un dislivello tra diga posta allo sbocco di N.E. della Gola del Furlo e lo scarico di 58,5 m, con un salto utile di 53,5 m.
L'acqua arriva ai macchinari tramite una galleria in pressione del diametro di 3,5 m per una lunghezza di 1,7 km e un ultimo tratto in condotta forzata in acciaio lunga 145 m.
Sul punto di unione è stato realizzato un pozzo piezometrico alto circa 50 m; esso ha il compito di sopperire agli eventuali colpi d'ariete sulla condotta, cioè sovrapressioni di ritorno, provocate dalla rapida chiusura dell'acqua alle turbine.

All'interno della sala macchine si trovano quattro gruppi di generazione composti da turbina - generatore, ad asse verticale; due, sono mossi da turbine Francis, della potenza di circa 5.000 kW, portata di 11.800 litri/sec alla velocita di 428 giri/min; il terzo è azionato da una turbina Francis di 2.000 kW, 493 litri/sec, 600 giri/min, il quarto sempre da un motore idraulico Francis di 1.000 kW, 2500 litri/sec, 750 giri/min. La logica di usare gruppi di potenzialità diversa è dettata dal fatto che così si può adattare meglio l'inserimento di generatori diversi secondo la quantità d'acqua disponibile nel bacino o in base alla portata del fiume stesso.

I generatori della ditta O.C.R.E.N. sono raffreddati per autoventilazione e forniscono una tensione di 6.000 volts con una potenza complessiva di circa 14 milioni di watt.
Il gruppo elettrogeno si avvia automaticamente in caso di assenza di corrente, per poter comandare ugualmente l'apertura delle paratoie. Qualora non si avviasse è possibile effettuare la loro apertura con la corrente prodotta da una serie di batterie.
Nella foto che raffigura il distributore, si notano le regolazioni esterne del distributore della turbina Francis, l'asse di rotazione dell'alternatore, nonché le tubazioni per il raffreddamento dell'olio del cuscinetto reggispinta che sostiene tutto l'asse. Al di sotto della pavimentazione c'è la turbina immersa nell'acqua.

Sono state fatte delle migliorie alla centrale, sulle valvole di arrivo dell'acqua e sul sistema di controllo della potenza erogabile.

La diga del Furlo, che alimenta la centrale, è stata completata nel 1922, all'inizio per servire il vecchio impianto (Impianto idroelettrico dei Raggioli - vedi scheda) e poi successivamente allacciata a quello nuovo ed attuale.
La diga ha un'altezza di 47 m, è ad arco-gravità, con raggio di 21 m. La sua base ha uno spessore di ben 16 m, il ciglio di 3 m; produce un aumento di livello sul Candigliano per una lunghezza di circa 3 km, creando un lago artificiale entro la Gola del Furlo. In sponda sinistra sono state realizzate due paratoie, con funzionamento automatico ed anche con alimentazione autonoma di sicurezza, adatte a smaltire ben 1.000 m³/sec.
Il bacino al momento della costruzione risultava avere un volume di 2 milioni di metri cubi. Oggi, con il conseguente alluvionamento di materiale, si è notevolmente ridotto. Nel 1981 è stato svuotato completamente per la manutenzione della diga, liberando lo scarico di fondo.

NOTIZIE STORICHE

L'attuale Centrale del Furlo rappresenta l'unificazione di due vecchie centrali esistenti: quella realizzata sotto la diga stessa del Furlo e quella poco più a valle, detta dei Raggioli.
La diga era quella attualmente ancora esistente, i cui lavori iniziarono nel 1919 e vennero completati nel 1922. Nel 1925 le tre paratoie di scarico inizialmente costruite, a seguito di una piena eccezionale che invase anche la via Flaminia al km 248,5, nel punto più basso, furono sostituite con altre due, le cui dimensioni sono pressocché identiche alle attuali.

La vecchia Centrale del Furlo era situata in sponda destra del F. Candigliano e servita da una condotta della lunghezza di soli 190 m. Vi erano montati tre gruppi ad asse orizzontale, della potenza complessiva intorno ai 3 milioni di watt.
Nel 1944 le macchine elettriche ed idrauliche furono distrutte dai genieri tedeschi; l'edificio rimase in piedi fino all'inizio degli anni '90, cioè fino a quando l'Enel ne decise la demolizione per il recupero dell'intera area.

A circa un chilometro a monte della confluenza Metauro - Candigliano, nel 1905 fu realizzata la prima centrale idroelettrica dei Raggioli, per trasformazione di un vecchio mulino a ritrecine (vedi scheda Mulino dei Raggioli) per conto della Società Elettrica Metaurense, che già col molino Zaccagna forniva l'illuminazione pubblica a Urbino e Fermignano.
Anche questa centrale fu distrutta dagli eventi bellici nel 1944. Di essa rimangono ancora visibili dalla strada che conduce alla centrale del Furlo, proprio sotto la superstrada, le camere di carico oggi adibite a magazzini.

Notevole fu la pressione per la ricostruzione delle centrali di questa zona (42 articoli apparsi nei giornali di Bologna e della Capitale), cosicchè nel 1949 fu deciso di intraprendere i lavori di ricostruzione dell'attuale impianto idroelettrico del Furlo.

Il canale di alimentazione della vecchia centrale del Furlo diventò lo scarico di fondo dell'attuale invaso ed in sponda sinistra fu realizzata la nuova captazione, che alimenta in galleria l'attuale centrale del Furlo.


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 01.01.1999
    Ultima modifica: 12.04.2012

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