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Il Porto di Fano: la vecchia lanterna e l'attuale faro

Bibliografia su Il Porto di Fano (aggiornam. al 1999)

Il Porto di Fano: lo squero e i cantieri navali


Col termine di squero (in dialetto fanese schiér) si indica il luogo dove si costruiscono e si riparano imbarcazioni, con un piano inclinato (scalo di alaggio) per trarre in secco o mettere in acqua i natanti.

Un primo squero venne posizionato lungo il Porto-canale di Fano in riva sinistra all'altezza della Rocca Malatestiana, dove dal 1861 si trova il ponte ferroviario della linea Bologna-Ancona. Compare in un disegno del Mazzuoli (1790) e in una mappa del Porto del Piccioli (?) (1790 circa) (in PANICALI e BATTISTELLI, 1977 e DELI, 1993) nel punto dove in passato sboccava un canale proveniente dal T. Arzilla, progettato dall'arch. Girolamo Caccia, che già appare "interrito" in una mappa del 1718, poco dopo il suo scavo (Manfredi, 1718, in PANICALI e BATTISTELLI, 1977). Nella mappa riferibile al Piccioli si legge: "antico sbocco dell'Arzilla, che ora serve di ritiro per le barche peschereccie e per lanciare in acqua le barche". Di questo squero non rimane traccia.

Un secondo squero venne costruito lungo il Porto-canale sempre in riva sinistra ma più verso il mare, in vicinanza della Lanterna, ed è raffigurato in foto d'epoca e in varie mappe (SELVELLI, 1909, FERRETTI, 1911, SELVELLI, 1924). Di esso rimane attualmente solo una rientranza nella banchina, mentre è stato eliminato lo scalo di alaggio. Viene ricordato nel nome di una via e di un piazzale: Via dello Squero e Piazzale dei Calafati.

In seguito venne sostituito da un terzo squero posto ancor più verso il mare, nel "nuovo bacino" raffigurato in una mappa del 1934 (LOCCHI, 1934) e poi denominato "Bacino di levante" ampliato nel 1975 circa. E' tuttora operante (2012) come scalo di alaggio al servizio dei vicini cantieri navali.
I capannoni per la cantieristica sorgono sul terreno di riporto realizzato nel tratto verso la scogliera di levante, nell'ambito dei lavori di ampliamento di questa zona del Porto (1965-1980 circa). Vi vengono costruite e riparate sia imbarcazioni in legno che in ferro e in vetroresina.

Costruzione e manutenzione delle imbarcazioni

Per l'ossatura e il fasciame dei barchetti si usava il legno di quercia e in parte di larice. Dopo aver completato lo scheletro dello scafo ed averlo lasciato a stagionare, si passava alla calafatura, inserendo stoppa nelle fessure e infine catramando la carena. Per gli alberi si impiegava il legno di larice o di pino, per il timone legno di noce. Il cordame era di canapa.
Ogni anno occorreva ripulire la carena dalle incrostazioni, e per portarla allo scoperto si sbandava il veliero nel porto mediante grossi paranchi, prima da un lato e poi dall'altro.
Per lavori più impegnativi si alava la barca nello squero, tirandola a secco. Le incrostazioni sulla carena venivano ripulite col fuoco di fascine di canne, liquefacendo il catrame e rendendo la superficie pronta per una nuova verniciatura.
Nel 1931 esistevano tre piccoli cantieri per la costruzione delle barche.
Nel 1966 erano presenti due cantieri (SCACCINI e PICCINETTI, 1967).
Le operazioni di costruzione e manutenzione che si svolgevano all'aperto accanto allo scalo di alaggio vengono oggi (2012) eseguite all'interno dei capannoni del Porto.
Altri cantieri navali sono stati costruiti nella zona industriale di Bellocchi di Fano; un cantiere per imbarcazioni di legno opera nella vicina Marotta di Mondolfo.


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 30.07.2004
    Ultima modifica: 13.12.2012

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