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Fermignano: Chiesa di S. Veneranda


La Chiesa parrocchiale di Santa Veneranda, che sorge in pieno centro storico di Fermignano, sostituì l'antica pieve di San Giovanni Battista ancora oggi visibile alla periferia cittadina.

Fu la Confraternita del Gonfalone (1), fondata nel 1514 e molto influente nella città di Fermignano, a far erigere un oratorio dedicato a Santa Veneranda. Tale oratorio doveva essere situato nell'attuale portineria del Lanificio Carotti. Per tutto il corso del Cinquecento la Confraternita fu impegnata ad ingrandire la chiesa, alla quale fu aggiunta l'abitazione del cappellano.

La chiesa subì notevoli danni con il terremoto del 1781 e fu riedificata secondo l'aspetto attuale, con materiale recuperato da gran parte delle altre chiese, anch'esse danneggiate. In tale occasione andarono distrutti e dispersi molti dipinti e statue che l'adornavano.
La struttura architettonica fu realizzata nel 1784 su disegno dell'architetto Giuseppe Tosi di Urbino, che a Fermignano aveva già realizzato la chiesa di Santa Maria Maddalena.
Della vecchia chiesa non rimasero che alcuni elementi: una statua raffigurante San Francesco di Paola, una Madonna con Bambino, un reliquiario e un Crocifisso ligneo, acquistato dalla Confraternita a Fabriano nel 1535 ed ora conservato nella nuova chiesa parrocchiale intitolata a Maria Santissima Madre della Chiesa.
La nicchia che contiene la statua di San Francesco di Paola è chiusa da un dipinto su tela raffigurante il Miracolo di San Francesco di Paola, opera di Francesc'Antonio Rondelli di Urbino, attivo nella seconda metà del Settecento e primi anni dell'Ottocento.
Forse lo stesso Rondelli eseguì gli stucchi che decorano l'arco trionfale, l'abside, gli altari ed il fonte battesimale, nonchè un Battesimo di Gesù, realizzato in stucco e dipinto, collocato nella cappella a sinistra dell'entrata.
Le due nicchie a sinistra e a destra dell'altar maggiore sono occupate rispettivamente da due statuette raffiguranti San Giuseppe e San Giovanni Evangelista. Le nicchie furono poi coperte da due dipinti, uno raffigurante l'Arcangelo Raffaele, l'altro S. Emidio. Un'altra statuetta raffigura l' Immacolata Concezione.

Tra le tele da ricordare, un San Sebastiano medicato da sant'Irene, opera del pesarese Gian Andrea Lazzarini, databile alla seconda metà del Settecento e una Vergine con Bambino, Santa (Veneranda? Apollonia?), San Giovanni Battista, Sant'Antonio Abate e San Nicola da Bari, forse del pittore Francesco Giammarchi, anch'egli pesarese, allievo del Lazzarini, databile al primo Ottocento. Queste tele, come il Crocifisso suddetto, sono state trasferite nella nuova parrocchia.

BIBLIOGRAFIA
LOCCHI 1934
CLERI 1994
TACCHI 1998
BUCCI (a cura di) 1998

NOTE
(1) In origine chiamata Confraternita del SS.mo Crocefisso (COSTANTINI e ZACCHILLI 2009).


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 01.01.2001
    Ultima modifica: 12.12.2004

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