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Fossombrone (M. della Serra): Abbazia di S. Maria di Lastreto


L'Abbazia di Santa Maria in Lastreto (o di Lastreta) sorgeva sulle pendici settentrionali del M. della Serra a 505 m di quota, sulla sponda destra del Tarugo di fronte a Torricella.
Attualmente (1998) dell'abbazia resta poco più di un toponimo: Abbadia, appunto, riportato su mappe e sulla e Carta d'Italia dell'IGM. E' censita al Foglio 114 del comune di Fossombrone con i mappali 4, 5 e 6, di cui sono intestatari Gioacchini Gioacchino, sacerdote beneficiario e la Prebenda parrocchiale dell'Abbazia di Lastreto, che ne è proprietaria.

Il monastero, dedicato a Maria Assunta, fu fondato dai Benedettini intorno al Mille: lo attestano certe decorazioni a treccia e delle incisioni stilizzate di chiara arte romanica, realizzate su pietra arenaria, di cui alcune sono pervenute fino ai nostri giorni. Esso era posto sul valico che dalla valle del Tarugo immette in quella del Cesano; pertanto questo eremo, insieme a quello di San Cristoforo, svolgeva un importante ruolo di assistenza e di rifugio per i viandanti e i pellegrini, che percorrevano la vallata per recarsi in devozione in altri luoghi di preghiera e di meditazione.
Il Vernarecci asserisce che uno dei documenti più antichi, concernente questa abbazia, risale al 1085 e riguarda una conferma di alcuni beni, che l'abate Fulcoino di Santa Maria di La-streta affida ad Aliprando, rettore del cenobio di Santa Croce di Fonte Avellana. Secondo lo storico il termine La-streta ricorda quello di un altro monastero, esistito nel Bolognese, detto di Santa Maria "in strata" o "super stratam" in tal caso la- streta fa pensare davvero ad una importante via dei pellegrini, che dal guado di San Cristoforo risaliva la vallata del Tarugo per proseguire oltre, verso Roma.
Papa Onorio III nella sua bolla del 1224 riporta questa abbazia con la denominazione di "Monasterium de Astreto" in essa elenca, come è noto, tutte le chiese, i monasteri e i castelli di pertinenza della diocesi di Fossombrone. Invece nelle annotazioni delle "Rationes decimarum Italiae" troviamo le dizioni: "monasterium S. Marie de Lastreta" o "de Lastreto".
La chiesa dell'abbazia fu distrutta con tutto il resto da un terremoto nel 1672, come ricordava una lapide posta nel nuovo tempio, costruito al suo posto: "Ecclesiam hanc improviso terremotus impetu quassam.....anno reparatis salutis MDCLXXII.

Nei pressi dell'abbazia, verso ovest, sorgeva il castello di San Biagio, che prendeva il nome dal Santo, a cui era dedicata la chiesa; tale tempio svolgeva le funzioni di parrocchia. In seguito tutto il castello andò in disfacimento e il titolo passò alla chiesa del monastero, pertanto questo luogo oggi viene riconosciuto anche con il nome di San Biagio in Lastreto.

Il Morosini sostiene che nei pressi di questo monastero esisteva anche "....Un'altra piccola chiesuola detta di S. Bartolomeo, la quale credesi che apparteneva a detta Abbazia.".

Attualmente (1998) pure la chiesa, costruita dopo il terremoto del 1672, è finita in rovina; di conseguenza, di essa rimangono solo alcune muraglie, mentre di quella abbaziale sono presenti resti della cripta.

Il monastero di Lastreto fra i suoi beni poteva vantare anche la concessione dei mulini di Torricella e del fosso Paghella e precisamente il Mulino Fabri e il Mulino delle Ginestre, come confermano, tuttora, gli attuali certificati catastali.

Emilio Pierucci

Nelle pareti della Abbazia era inserito un cippo commemorativo e propagandistico dell'imperatore (usurpatore) MAGNO MASSIMO e di Flavio Vittore (383-388).
Il cippo è ora in mostra all'interno dell'Agriturismo di Cartoceto di Pergola, insieme ad altri elementi murari della stessa Abbazia.

Gioacchino Bonaccorsi


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 01.01.1999
    Ultima modifica: 21.03.2010

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