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G. Boulanger: Madonna della Ghiara e S. Giorgio

Reliquiario di San Secondo

Serie di quattro reliquiari ad urna (legno intagliato, brunito e dorato)


I reliquiari fanno parte di una serie di quattro, identici per forma e decorazione. Sono del tipo "a urna", con un'apertura davanti per l'ostensione delle reliquie. La parte posteriore è piatta.

Sono opere di straordinario rilievo artistico per la qualità dell'intaglio e anche per la notevole originalità tipologica. La particolare lavorazione, infatti, simula l'apparenza materica del metallo, giocando sull'effetto pittorico della brunitura e della doratura, a imitazione di raffinati manufatti in bronzo dorato. L'intaglio esibisce un variegato repertorio decorativo che va dalle pareti aperte a giorno, con motivi di volute e intrecci, fino all'illusionistico gioco della grata anteriore, alle fasce con testine angeliche e festoni di frutta, alle cornici sorrette, in basso, da una figurina a grottesca. È un insieme decorativo di gusto ancora tardo manieristico, di rado riscontrabile in manufatti lignei, riconducibile piuttosto alla lavorazione del bronzo, così come realizzata tra cinque e Seicento. Per quanto riguarda l'effetto cromatico vanno ricordati esempi marchigiani, come il busto di papa SistoV della cattedrale di Treia realizzato da Bastiano Torrigiani, mentre per la forma ad urna elegantemente rigonfia, un precedente, seppure in scala monumentale, può considerarsi il fonte battesimale di Tiburzio Vergelli nella basilica di Loreto.

In mancanza di notizie documentarie si può ipotizzare che i quattro reliquiari siano stati eseguiti da un artista locale e comunque marchigiano, magari operoso anche nel campo della scultura in bronzo.


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 01.01.1999
    Ultima modifica: 30.07.2004

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