Beni storici e artistici
Urbania: Barco Ducale
Il Barco o Parco, una delle opere più significative della committenza federiciana, fu costruito nel 1465, come
documenta lo scritto del notaio Filareti: "1465 fu facto il Barco di Casteldurante (l'odierna Urbania)". Numerosi scritti coevi riferiscono che era utilizzato come parco di caccia.
La proprietà era dei Minori francescani Biccignani o Bicchignati (passati nel 1479 all'Osservanza) che
avevano costruito nelle loro terre un convento. Federico, secondo le testimonianze di Costanzo Felici del 1581,
avrebbe rimaneggiato l'antico romitorio "di San Giovanni Battista ne' Bichigiani".
La sede di caccia fu sempre legata sia ai Montefeltro sia ai della Rovere. Dopo la morte di Federico e ai tempi di Guidobaldo I la grande fabbrica era destinata a essere soppressa, quando il Comune chiese al Duca di conservare quell'opera che destava già allora meraviglia tra i contemporanei.
Prima dei lavori rovereschi il Barco era composto da un quadrilatero che si affacciava su di un cortile, attribuito a Francesco di Giorgio Martini che aveva creato due chiostri con pozzi e cisterne e, secondo il Vasari, due scale elicoidali (da alcuni attribuite all'arch. Girolamo Genga), e sulla destra il mausoleo ducale (oggi ridotto a sacrestia) che non vide mai la sepoltura di Federico. Le scale furono distrutte nel momento in cui fu costruita la prima chiesa all'interno del cortile; tuttavia se ne può osservare in un modellino del Settecento conservato nel Museo Civico di Urbania.
Nei primi anni del sec. XVI, sotto la direzione di Girolamo Genga, il Barco subì sostanziali interventi di
ristrutturazione e di ampliamento. A detti interventi sono da ricondurre il
porticato antistante la chiesa esistente e lo scalone d'onore che ne
fiancheggia l'abside. In tale occasione il Genga inserì nella struttura
preesistente anche due torri di guardia.
Il 28 ottobre 1625 Francesco Maria II, ultimo duca di Urbino, donava ai frati minori la residenza perché la
trasformassero in convento. Nel 1628 il duca lasciava loro 500 scudi per tali
lavori. Il Barco divenne così la residenza preferita di Francesco Maria II.
Nella seconda metà del secolo XVIII il Barco assunse l'aspetto attuale; le torri quadrate fatte costruire da
Francesco Maria II ai fianchi della fabbrica furono una abbattuta e l'altra
utilizzata come campanile. Al centro del cortile in precedenza era stata
costruita la chiesa, già citata in un documento del 1656.
Successivamente, a causa di gravi danni subiti per il terremoto del 1741,
si pose il problema della ricostruzione della Chiesa di S. Giovanni Battista; l'opera fu portata a compimento
nel 1771 grazie al notevole impegno dell'urbaniese Padre Cristoforo Bostrenghi
"Soprintendente alla fabbrica".
L'area di pertinenza del Barco fino a tutto il Settecento è stata caratterizzata dalla presenza di un fitto bosco di querce; nell'Ottocento inizia un lento ma deciso processo di trasformazione del bosco in seminativo, processo che si conclude con la scomparsa della "selva" originaria nei primi anni del Novecento.
Attualmente (2004) sono visitabili a piano terra solo alcune stanze recentemente restaurate e portate al loro antico splendore.
Dettaglio scheda
-
Data di redazione: 05.03.2001
Ultima modifica: 13.02.2008
Nessun documento correlato.