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Cartoceto di Pergola: i Bronzi dorati

Pergola: Museo dei Bronzi Dorati e della Città di Pergola


Il Museo dei Bronzi Dorati e della Città di Pergola è ospitato nell'ex Convento delle Suore Agostiniane, attiguo alla Chiesa di S. Giacomo (sec. XIII), in Piazza della Repubblica.
La sezione archeologica ospita il famoso gruppo equestre in bronzo dorato rinvenuto presso Cartoceto di Pergola.
Presenta anche mosaici policromi e corredi di tombe di età romana rinvenuti nella zona, una sezione storico-artistica, formata da circa 40 opere, tra tele e statue lignee, che coprono un arco temporale che va dalla prima metà del XV al XVIII secolo e rappresentano la ricchezza del patrimonio artistico della città, e una sezione d'arte contemporanea costituita dalla mostra di libri interamente realizzati a mano e arricchiti da acqueforti di Walter Valentini, esponente di spicco dell'astrattismo lirico italiano ed europeo, dal titolo "Walter Valentini nei canti di Giacomo Leopardi" che celebra il bicentenario della nascita dell'illustre poeta recanatese.
La sezione numismatica è costituita dalla raccolta di monete donata da Don Giovanni Carboni, comprendente 238 monete appartenenti al periodo precedente e contemporaneo alle prime campagne napoleoniche.

Il gruppo dei Bronzi Dorati, proveniente da Cartoceto di Pergola, è l'unico di questo tipo giunto dall'età romana sino ai nostri giorni, con datazione tra il 50 e il 30 a.C.
Dopo aver subito due restauri e alterne vicende, il gruppo fu presentato al Museo Archeologico di Firenze nel 1987. Finalmente nel maggio dell'anno dopo, i bronzi rientrarono a Pergola per essere qui esposti temporaneamente. Chiusa la mostra, i cittadini pergolesi, per impedirne il trasferimento al Museo Nazionale delle Marche di Ancona, iniziarono a presidiare i locali che ospitavano il gruppo equestre. La situazione si sbloccò solo nel 1993 grazie al decreto del Ministro per i Beni Culturali e Ambientali Alberto Ronchey, che assegnò l'esposizione dei bronzi dorati, una volta restaurati, a Pergola. Le sculture e i frammenti, trasferiti a Firenze, furono sottoposti ad una revisione dei precedenti restauri, realizzata in appena sei mesi da marzo a settembre 1995. Nello stesso anno iniziarono i lavori di adeguamento dei locali dell'ex Convento di san Giacomo da adibire a sede museale per l'esposizione permanente del gruppo equestre. Dopo essere stati esposti in Italia e all'estero, i bronzi dorati sono tornati a Pergola nel 1999 e sono qui visibili stabilmente dal 2001.
Le poste italiane emisero il 4 giugno 1988 due francobolli ordinari appartenenti alla serie tematica "Il patrimonio artistico e culturale italiano" dedicati ai Bronzi di Pergola.

La Raccolta numismatica di proprietà del Comune di Pergola, ben 238 pezzi, rappresenta un corpus indubbiamente interessante, riferendosi ad un periodo particolarissimo della storia italiana, quello cioè precedente e contemporaneo alle prime campagne napoleoniche.
I problemi che nel settore dell'economia agitavano lo Stato Pontificio alla fine del Settecento, portarono alla riapertura di numerose zecche locali per ottenere una migliore e più rapida diffusione del circolante, specie quello in rame dei tagli più piccoli.
Dal 1795 queste zecche batterono moneta sino al 1799, poi durante la Repubblica Romana la situazione complicata dalla varietà dei tipi circolanti che cambiavano frequentemente di valore facciale e di peso si ristabilì solo al pieno (se pur momentaneo) ripristino del potere pontificio nel 1801.
Nella raccolta di don Giovanni Carboni non ci sono dunque soltanto le monete della Zecca di Pergola, che fu attiva dal 1796 al 1799, e di cui sono conservati numerosi esemplari, in diverse varianti, ma anche quelle delle Zecche di San Severino Marche, Macerata, Matelica, Fermo, Ancona, Montalto, Fano, Ascoli Piceno, Foligno, Gubbio, Terni, Spoleto, Perugia, Viterbo, Civitavecchia, Ronciglione, assieme ad emissioni di Roma. Molte sono le monete della Repubblica Romana, anche di emissioni generali (c'è pure lo scudo d'argento), ed anche pezzi delle altre repubbliche "giacobine" Cisalpina, Subalpina (con un marengo d'oro), Napoletana del Regno di Napoli e del Governo austriaco del Veneto (1802). Analizzato l'insieme dei pezzi, la raccolta risulta dunque di non mediocre importanza, per il numero dei pezzi e la presenza di esemplari non comuni. Il sicuro valore storico-scientifico della raccolta viene validato anche dal fatto che non numerose sono le raccolte numismatiche pubbliche di sufficiente completezza che riguardano tale periodo.

Apertura e altre informazioni (aggiornamento al 18-7-2024): tel. 0721-734090, 0721 - 7373278
 


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 01.01.1999
    Ultima modifica: 18.07.2024

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