Beni storici e artistici
Sant'Ippolito: i mulini del Comune
Un'attestazione del 1239 parla di un rinnovo di affitto di svariati terreni presso il Castellare di Sant'Ippolito, che il vescovo di Fossombrone Aldebrando, divenuto poi patrono di questa città, concede a un certo Zanne di Serrungarina escludendo, però, la casa e il mulino nel Piano della confluenza -in Plano jungatorum- perché di pertinenza del monastero di San Cristoforo (1). Il mulino, di cui si parla, era sicuramente nei pressi della foce del Tarugo, sulla sponda destra del Metauro da cui si suppone prelevasse l'acqua: di esso non resta più alcuna traccia.
Altri documenti successivi attestano la presenza di mulini in territorio di Sant'Ippolito, di cui, però, non vengono date specifiche indicazioni; pertanto resta difficile capire a quali impianti essi si riferissero: se al mulino nel Plano jungatorum, se a quello della Ghiera, oppure a qualche altro, ubicato sul Tarugo in direzione di Reforzate.
Uno di questi atti del 1488 parla, ad esempio, di un contratto di affitto a Meo Robolini di Sant'Ippolito di tre porzioni su quattro di un mulino con le sue pertinenze, posto nel territorio del Castello di Sant'Ippolito, i cui contraenti sono Bartolomeo Evangelista Peruzzini e l'eccellentissimo Antonio da Montefeltro, figlio naturale del duca Federico (2).
In un altro documento si sostiene che, il 16 marzo 1587, Girolamo del fu Antonio Aldebrandi vende a suo fratello Jacopo una diciottesima parte di un mulino in territorio di Sant'Ippolito e Reforzate, posto sul fiume Tarugo, confinante da un lato con lo stesso torrente, dall'altro con i beni del Signor Peruzzino Peruzzini e la strada pubblica per il prezzo di settanta fiorini (3). Successivamente in due contratti d'affitto di un mulino a grano, uno del 1535 e l'altro del 1626, si precisa che questo è detto delli Ritrosi situm in flumine Tarugo in finibus dicti castri Sancti Ippoliti et castri Refortiati (4).
I mulini idraulici del comune di Sant'Ippolito, comunque, giunti fino ai nostri giorni e riportati sulle mappe, sono solo uno, quello della Ghiera.
NOTE
(1) VERNARECCI 1984, pp. 29-30.(2) A.S.Pe., notai Stefani e Boldi, anni 1488-1527, cc. 310-325.
(3) A.S.Pe., notaio Bernardino Filarista, anni 1568-1587, cc. 110-111.
(4) Memorie della Parrocchia di Reforzate raccolte dal Parroco D.Quinto Michelangeli, Vol.II, pag.150-151. Archivio parrocchiale di Reforzate.
Dettaglio scheda
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Data di redazione: 01.01.1999
Ultima modifica: 23.06.2004




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