Carnevale, feste, tradizioni e lavoro
Il boscaiolo
Il taglio del bosco per produrre carbone
Si tagliava il bosco tra l'autunno e la primavera: querce, carpini, ornielli erano le essenze impiegate con maggior frequenza e in genere veniva utilizzato qualsiasi tipo di legno forte perché i legni dolci, come i castagni, i tigli, gli olmi e gli ontani producevano un carbone troppo friabile e di conseguenza poco valutato commercialmente.
Il taglio del bosco viene effettuato oggi dagli stessi carbonai, mentre in precedenza il lavoro del boscaiolo era distinto da quello del carbonaio. Sino a metà del Novecento il taglio assorbiva molta manodopera perché i boscaioli non disponevano delle motoseghe e gli alberi venivano abbattuti a mano, a colpi di accetta.
Nel bosco destinato al taglio si procede all'abbattimento di quasi tutte le piante, eccetto le matricine che ridaranno vita al bosco. Esse debbono rimanere nella proporzione di un centinaio per ogni ettaro e disposte alla distanza di dieci o quindici metri l'una dallaltra.
Perché il bosco possa essere nuovamente sfruttato dall'industria carbonifera dovranno passare quindici anni.
Tagliate le legne esse vengono subito ordinate in cataste adagiate di un metro di altezza e di un metro di larghezza perché il sistema di misura usato era la metrata.
Il legname veniva trasformato in carbone direttamente in montagna in prossimità del luogo dove era avvenuto il taglio. Solo più recentemente, là dove, come a Borgo Pace, si continua questa lavorazione con sistemi tradizionali, il legname viene trasportato nel fondovalle vicino alle vie di comunicazione. Per questo è richiesto il trasporto a dorso di mulo da parte dei vetturini dalle macchie al luogo di lavorazione.
(tratto da PEDROCCO (a cura di), 2000)
Dettaglio scheda
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Data di redazione: 30.01.2008
Ultima modifica: 01.11.2009
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