Carnevale, feste, tradizioni e lavoroCarnevale, feste, tradizioni e lavoro

Carnevale di Fano - Edizione 1925

Carnevale di Fano - Edizione 1927

Carnevale di Fano - Edizione 1926




Pel Carnevale — La R. Questura comunica che anche in questo carnevale non può consentirsi l'uso delle maschere nelle vie, nelle piazze ed in altri luoghi all'aperto fatta solo eccezione per i corsi mascherati tradizionali o a scopo benefico con modalità in precedenza concordate con la locale Autorità di P. S.

Nulla osta circa l'uso delle maschere in veglioni ed in altri trattenimenti in locali aperti al pubblico ma potranno essere emanate disposizioni più restrittive, od anche il divieto assoluto, qualora lo consiglino circostanze di ordine e di sicurezza pubblica.

Da: "Il Metauro" n. 2 del 15/1/1926

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Carnevale. - Ieri Fano ha solennizzato il suo tradizionale Carnevale per cui oltre ventimila forestieri si sono riversati sulla Città della Fortuna. Bellissimi e molto indovinati i carri, fra cui, degni di nota, quello del "Gallo, della chioccia e dei pulcini" e l'altro della "Zattera misteriosa"; il getto dei confetti è stato veramente straordinario in ispecie verso le 18. Alle ore 19, in Piazza XX Settembre, a suon di musica, è avvenuta la cremazione del Carnevale, un magnifico "Pupo" con una girandola in testa e pieno di bombe e petardi, il cui formidabile scoppio è stato avvertito sino ad Ancona e a Rimini. Il corso mascherato, iniziatosi alle ore 15, si è chiuso alle ore 20.

Da: Il Resto del Carlino del 18/2/1926

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Il Carnevale

Il programma predisposto con ogni cura dalla Società Carnevalesca si è svolto con piena riuscita, allietato anche da un bel sole, dopo tante giornate di uggiosa nebbia, così da far crepare d'invidia i… pesaresi.

Nel pomeriggio di domenica si è svolta nella piazza della Fortuna gremita di popolo in festa, sebbene impossibilitato in massima parte di seguirne lo svolgimento, la caratteristica corsa delle carriole eseguita da, come chiamarli?, carriolatori in variopinti costumi.
I risultati furono i seguenti: 1° premio: Rione Orti, Piccinetti Pietro e Manti Bruno;
2° premio: Rione Porto, Renzoni Adimero e Mattioli Eugenio;
3° premio: Rione Cavour, Mezzanotte Giuseppe e Ciavaglia Paolino;
4° premio: Rione Mazzini, Rovinelli Remo e Piccinetti Livio.

Si estrasse poi la tombola di L. 2000 che fu vinta dal fortunato muratore Antonio Franceschini.

La cinquina fu vinta da ben... sette fortunatissime persone e cioè dai Sig. Camillucci Ruggero, Dionisi Luigi, Bianchi Gaetano, Boldrighini Cesare, Adanti Ermanno e Sig.ra Bice Diambrini Palazzi che ebbero la consolazione di dividersi la cospicua somma di L. 500. Lunedì sera al Teatro della Fortuna ebbe luogo l'animatissimo veglione. Il teatro era trasformato in una serra di fiori; molte le mascherate tra le quali ammirate, il corteggio di un principe orientale in portantina, lo stoccafisso con relativi inservienti, i mestieri della strada e varie maschere isolate.

Animatissimo il getto, laute e copiose le cene con relative… libazioni a smaltire le quali si è ballato fino al mattino verso le sette. Prosit! Ma la parte più simpatica, caratteristica e popolare, del programma carnevalesco fanese è data dal Corso mascherato dell'ultimo giorno. Residuo di costumanze e di tradizioni prettamente italiche, di quando il carnevale era uno dei rari periodi di spettacolosa allegria durante l'anno, esso attira nella nostra città un gran numero di forestieri che vengono dalla provincia e da fuori, ove oramai tali tradizioni languiscono. Treni, auto, carrozze, e bicicli hanno trasportato a Fano oltre ventimila forestieri, che hanno dato alla città un'animazione straordinaria gremendo completamente le strade. Dopo le tre si iniziò il passaggio dei carri aperto dalla musica cittadina montata in variopinti costumi su adorno carro. Seguiva una fantastica Zattera di stile tra il veneziano e l'orientale ove sotto un ricco padiglione erano accolti nobili personaggi che dovevano rappresentare la lotta tra gli amici del carnevale, e i suoi avversari. Questo carro ottenne il 2° premio. Troneggiava poi una magnifica chioccia con relativo gallo circondati da numerosi pulcini di uno splendido colore che mandavano un pigolio… commovente. La bella costruzione, artistica opera del Pittore Cespi e del Sig. Magini ottenne il 1° premio. Ecco poi un magnifico cesto di ortaggi, fuori calmiere, saggio magnifico della prodigiosa fertilità della nostra terra. Nulla mancava per far contenta una brava massaia: ammirati la cipolla, il cetriolo nonché la carota tutti di colossali dimensioni: ebbe assegnato il 3° premio.

Ancora un carro, ove una Balena spalancava la mostruosa sua bocca a ricordarci le meravigliose avventure di Pinocchio che ottenne il 4° premio. Non mancava un colossale stoccofisso pronto ad essere cucinato pel primo giorno di... quaresima.

Dietro poi... un lussuoso gruppo di campagnoli, landau e automobili fioriti, biciclette vivaci nonché qualche pacifico ciuco.

Dopo il primo passaggio dei carri si animarono le battaglie più vivaci: alle finestre gremite di gentili signorine, ma pronte all'…offesa, venivano lanciati con ardore e con ardore ricevuti, mazzolini di viole, caramelle, confetti e… pulcini. L'animazione vivissima del gettito durò fin verso le ore 20. Intanto in piazza si era proceduto a suon di musica alla cremazione del Carnevale, rappresentato da un magnifico pupo che aveva una girandola in testa ed era pieno di bombe e petardi il cui scoppio significò la fine del Carnevale. La festa si è svolta senza incidenti di sorta lasciando nell'animo di tutti quella simpatica gaiezza sana e popolarmente schietta che è così raro trovare oggi in cui tutto è artefatto. Perciò tanto maggiore sdegno doveva suscitare nell'animo dei fanesi un giornale umoristico di Pesaro che in una vignetta ed in una relativa poesia dell'ultimo numero tentava di fare dello spirito intorno al Corso mascherato e senza riuscirvi come accade spesso ai giornali così detti umoristici, diceva un sacco di scemenze banali e oltraggiose per la città. Non comprendiamo davvero come gente che pretende di essere intelligente possa permettersi di scrivere certe porcherie. Si vuol passare per spregiudicati e si diventa villani a dir poco. Ma è anche questo un segno dei nostri tempi.

L'indignazione cittadina è esplosa in una spedizione....di numerose automobili rigurgitanti di fanesi che si sono recati a Pesaro. Una vera faida di comune!

Accolti con gli... onori militari, i fanesi nella piazza maggiore di Pesaro hanno posto il segno della loro vittoria e indisturbati sono ritornati in... patria tra canti e grida di gioia.

Così il Carnevale fanese ha avuto il suo completo trionfo. A dispetto di tutti gl'invidiosi.... esso da l'appuntamento pel Carnevale 1927!

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Disgrazie - Durante il "Corso Mascherato" un confetto spezzava una lente degli occhiali al Dott. Giuseppe Caselli causandogli una ferita all'occhio fortunatamente senza gravi conseguenze.

Mentre poi si bruciava il "pupo" di Carnevale in Piazza XX Settembre un petardo feriva ad una gamba il Signor Aldo Adanti. Trasportato all'ospedale veniva giudicato guaribile in 5 giorni, salvo complicazioni.

Da: "Il Metauro" n. 6 del 19/2/1926

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Società Carnevalesca. — Dopo la sua ultima assemblea, detta Società ha affisso un manifesto alla cittadinanza, in cui ringrazia per la collaborazione data alla miglior riuscita delle feste carnevalesche e invita specialmente i commercianti e gli abbienti a volersi iscrivere come soci ordinari o sostenitori versando rispettivamente la quota di L. 3 e di L. 5 mensili. Il consiglio direttivo risultò così composto:

Notaio Cav. F. Pasqualucci, presidente; Comm. marchese G. Calcagnini d'Este, vice presidente; rag. A. Castellani ed I. Isotti, segretari; Sig. G. Rieti, cassiere; Sigg. Conte U. Mariotti, V. Morelli, N. Sorcineli, G. Viali, D. Marchetti, E. Gallari, E. Mazza, G. Nicolini, M. Meriggioli, G. Torcoletti, consiglieri.

Da: "Il Metauro" n. 10 del 26/3/1926

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Nel numero 2 del 16 febbraio 1926 un giornale umoristico di Pesaro, "La Raganella", annunciava:
"A gim un momént a Fèn per afari d'fameja!..."
"L'affare di famiglia" era un grande cetriolo ("cmarèl") di cartapesta che fu messo sulla testa della statua della Fortuna, nella fontana di piazza XX Settembre.
Nella bandierina sulla cima del cetriolo la scritta: "Raccomandato Raganella".

Nel suddetto numero era riportata anche una poesia di scherno, firmata "Il Muragliese", che così recitava:

" A vle ca venga sa voiatre a Fen
per assista m'al gran carnevalon?
Me a vengh, mo av digh ch'a sì di gran quaion
a gi ma là a sprechè tanti quadren;
e te, Diretor mia, t'vedrà ch'te stüf
perchè 'l carnevel d'Fen l'è sempre un blüff! ...
I fa sempre i gradas 'sti bei Fanes
durant el temp ch'precéd 'sta festa d'lüss...
e t'un ch'el giorne, quand sal autobüs,
o sal treno, va giò tüti i Bsares,
i s'met a quaionei da la maténa
e i d'manda si ha magned la "quaiaréna!..."
Mo già ch'a vie gi a veda 'sta gran festa,
a nirò sa voiantre in compagnia,
mo pro va a fni che prest a tornem via,
ché s'no i ce cega o pür i romp la testa
sal get chi fa per solit chi gradas,
tirand un po' d'fagioi e un po' de sas!...
i cunfet sa la mandola, d'le volt,
i tira solament i furistir,
mentre i Fanes (ch'ià l'aria d'portè in gir)
si lancia un po' d'chi bon, vo' di ch'ià arcolt...
mo pro è dificil (ché i cunfet più bei
i tén d'acont per ch'iatre carnevel!...)
E di che per ch'el giorne 'sti Fanes
iè bon da fè qualunque sacrifizi:
i magna d'manch, in bev, ià pochi vizi...
i discut, i lavora dodici mes
e i s'ne frega de tüt cl'atre quistion,
baste ch'se posa fè 'l Carnevalon!...
Donca gim giò. Vo di ch'ce servirà
per pasè un'ora un po' diversament,
e pü, dop tüt, un po' d' divertiment
a le spal di quaion el s'trovarà:
Un cunfet, una pasta, un bichir d'vein,
e a tastarém, se s'po, qualch culacen!..."

A conferma delle bellicose intenzioni, veniva aggiunta la frase "A vag un momént a Fèn sa quei dla "Raganela" e a i'artorne subit. M'ippare....".
Tutto ciò aveva suscitato sdegno nell'animo dei fanesi che ricambiarono la "spedizione punitiva".

Per saperne di più si legga il gustoso articolo più sotto riportato.
IL BELLISSIMO ED INDIMENTICABILE CARNEVALE DEL LONTANO 1926
In quell'epoca la sfilata dei carri mascherati si svolgeva lungo il Corso. In testa era il tradizionale Pupo seguito dalla Banda Cittadina al completo, con Odino alla gran cassa e il Bidello "el Bersalier" indaffarato al servizio continuo per abbeverare i suonatori con l'ottimo vino del colle di Montegiove (…..Quater pir, oto……..!). Getto continuo, ricco ed abbondante nonostante la miseria d'allora, quando la lira si faceva col Baiocco e questi erano ben pochi ma prevaleva il vecchio proverbio "La miseria vuole il suo sfogo". Indistintamente tutti, vecchi, bambini, specialmente la gioventù con la sua euforia, si divertivano un mondo nella più schietta e fraterna allegria, contraccambiandosi i più svariati ed impensati scherzi: "E' Carnevale, ogni scherzo vale!". Il primo premio fu vinto dal carro "Il drago incatenato" (1).

Opera suggestiva d'incomparabile bellezza, dai colori sgargianti, sprigionava dalle mandibole lingue di fuoco lunghe più di un metro, provocando nel crepuscolo serale – durante la luminaria generale dai vari colori – un meraviglioso ed indimenticabile effetto, anche un po' impressionante. Per il servizio d'ordine erano mobilitati vigili urbani e carabinieri, coadiuvati da vari gruppi della Società Carnevalesca. Rammento un fatto particolare. Nella piazzetta di S.Tommaso un gruppo di giovani pesaresi infastidiva alcune giovani fanesi che reagivano con alte grida. Poco distante vi erano due incaricati della Carnevalesca che intervennero prontamente ed ammonirono i pesaresi, uno dei quali pronunciò una frase oltraggiosa e poco civile: "Siamo venuti a Fano non per vedere il Carnevale ma per toccare il sedere alle donne fanesi".

Per l'oltraggio subito la Società Carnevalesca si riunì in seduta plenaria il giorno seguente, ascoltando e discutendo il parere di ogni socio. Un noto avvocato che faceva parte della dirigenza della società, personaggio molto distinto e signore nel vero senso della parola, non tuttavia disposto a far pestare i calli dei fanesi, ebbe allora la brillante e geniale idea del "Cmarel". Si decise dunque di passare al contrattacco, sempre però in modo civile e soprattutto carnevalesco. Fecero dunque costruire da un noto falegname un grosso e lungo cetriolo ben spinato, con la testa verniciata di colore naturale, dotato di due grossissimi, brucolosi pomodori, rossi, gonfi e pieni di seme.

Qualche giorno dopo, un commando composto da dieci giovanotti ben piantati – fra i quali uno sportivo di Porta Maggiore, atleta di boxe e lotta greco-romana, dotato di un'eccezionale forza da toro spagnolo – con due auto partirono in missione alla volta di Pesaro, giungendo nella piazza Principale verso l'una dopo mezzogiorno. Un ciclista che in quel momento era di passaggio venne richiesto dal capo-spedizione, dietro il compenso di cinque lire, di procurare una scala a pioli, con la promessa di raddoppiare la mancia se si fosse sbrigato. Ed ecco che nel giro di pochissimi minuti la scala fu pronta per essere appoggiata ad un lampione elettrico dove con cura e precauzione venne appeso l'emblema della fecondità fanese, risaltante per il suo colorito naturale e dondolante in tutte le direzioni per il leggero vento che spirava… Così si chiuse il Carnevale 1926 della nostra carissima Fanum Fortunae. "I Fanes sal lora Carnevàl en stati semper bravi e geniai, alora bisogna lasciai sta!".

Nota (1) Nei giornali dell'epoca questo carro in realtà è nominato per l'anno precedente (n.d.r.).

Da: "Città di Fano", Anno II, n.1 - 2 febbraio 1980


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 01.01.2000
    Ultima modifica: 14.01.2006

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