Carnevale, feste, tradizioni e lavoro
Carnevale di Fano - Edizione 1951
FANO SORRIDE IN ATTESA DEL SUO CORSO MASCHERATO
Giganteschi si delineano nei cantieri
i fantocci che formeranno la gioia della folla
(E.A.) L'attesa per il non più lontano Corso mascherato del 6 febbraio, si sta facendo sempre più viva; discussioni e discorsi che vertono sull'argomento si infittiscono un po' dappertutto e sintomi di crescente interesse si intravvedono ogni giorno fra la cittadinanza. Evidentemente i fanesi, quest'anno, ne hanno ben donde di essere fieri del loro Carnevale: le novità e le innovazioni che lo caratterizzano daranno luogo ad un Corso mascherato «nuove serie» e certamente un esito oltremodo felice gli arriderà. Intanto negli sparsi cantieri della città, il lavoro di preparazione ferve intenso, i «carristi» procedono alla esecuzione dei carri, speditamente, quasi senza interruzione e di già si delineano nella loro mole gigantesca; nascono così tra le mani sapienti degli artefici, i ciclopici fantocci che dovranno fare la gioia dei piccoli e dei grandi e che dovranno sfilare per l'ampio viale Gramsci sotto il turbinare delle stelle filanti e il grandinare dei dolci proiettili.
Di pari passo al lavoro dei «carristi», anche la Società carnevalesca concreta di giorno in giorno i suoi progetti. I festeggiamenti carnevaleschi si protrarranno per circa una settimana, e cioè dall'arrivo del personaggio buffo, che questo anno, come abbiamo detto, sarà di pretta marca fanese, fino all'apoteosi dei mortaretti variopinti.
Pertanto ad aprire la settimana di carnevale sarà il Gruppo Sperimentale «La Filodrammatica» fanese il quale rappresenterà la nota e famosa commedia di Carlo Goldoni «Il Bugiardo». Indi com'è ormai tradizione, non mancherà la Gran gala dei bimbi, testa particolarmente cara alle mamme che possono in quel giorno sbizzarrirsi come più loro aggrada alfine di vedere i propri figlioli vestiti nelle foggie più strane ed esotiche. Al Festival dei bambini sarà dato quest'anno un carattere più popolare in maniera da consentire una più vasta partecipazione di fanciulli di ogni categoria, per tutti i quali, siamo certi sarà una giornata di indimenticabile letizia.
Era d'uso che ogni Carnevale era preceduto dall'uscita di un giornaletto che rievocava i fasti passati e illustrava quello dell'anno antecedente e con qualche indiscrezione su quello attuale; quest'anno, invece del solito striminzito giornaletto uscirà una rivista vera e propria, edita dalla Società Carnevalesca e alla quale hanno collaborato le firme più illustri della città. Questa rivista, della quale abbiamo potuto vedere qualche anticipo darà un panorama completo delle origini del carnevale fanese fino ad oggi e porterà, naturalmente, tutte le notizie riguardanti la grande manifestazione carnevalesca del 6 febbraio. In essa sarà anche rivelata la caratteristica e il nome dell'atteso personaggio di schietto sapore cittadino che indubbiamente rivelerà un lato molto gustoso del carattere dei fanesi.
L'ansiosa attesa della cittadinanza è quindi giustificata poiché il Corso mascherato di quest'anno non sarà altro che l'inizio di progetti sempre più arditi, che porteranno la manifestazione carnevalesca fanese sul piano nazionale come altre città già hanno fatto.
Da: Giornale dellEmilia del 6/1/1951
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Il calendario delle feste per il Carnevale di Fano
La Società Carnevalesca pubblica il calendario delle feste: « Martedì 30 gennaio: «Il Bugiardo» di Carlo Goldoni; 1 febbraio: ricevimento de «El Vulon», al quale sarà porto il saluto da rappresentanze goliardiche espressamente invitate; la sera Gran Veglione goliardico; 2 febbraio: Festival in maschera dei bambini; 3 febbraio: ballo popolare e notte del Folclore: 4 febbraio: Serata danzante dei fiori; 5 febbraio Tradizionale Veglione in Maschera; 6 febbraio: Gran Corso Mascherato, Apoteosi del Carnevale e ballo popolare».Martedì, 30 gennaio, il Gruppo sperimentale fanese, «I Filodrammatici» inaugurerà il ciclo dei festeggiamenti carnevaleschi, con la rappresentazione della famosa commedia goldoniana: «Il Bugiardo».
Da: Giornale dellEmilia del 28/1/1951
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Ascoltano con febbre il bollettino meteorologico i fanesi che han dato il via al programma del Carnevale
Dall'odierno ricevimento al clamoroso corso mascherato conclusivo, si eleva un ponte ideale di spensierate manifestazioni
(NOSTRO SERVIZIO PARTICOLARE) A Fano piove, come dappertutto, in questi giorni da diluvio, la gente scantona frettolosa dalle strade lucide, e sempre rassegnata alla fatalità di sempre, accolta con un borbottato «tempo infame» o un biascicato «stagionaccia».Ma i rivoli d'acqua che corrono sulla terra inzuppata, e lo scroscio che scende dal cielo chiuso, assillano i fanesi che dall'altro ieri hanno avvertito lo scattare del programma, fanesi che da 100 giorni preparano e aspettano, i fanesi che fermandosi davanti agli inaccessibili cantieri dove nascono i «carri», alzano gli occhi ed esprimono tutto. Perché li abbiamo nominati tre volte, ma sono sempre gli stessi, sono tutti, una città che sente, prepara vive il suo Carnevale in una armonia di spirito, di dedizione e di entusiasmo che non sono soltanto una riconosciuta caratteristica, ma il succo stesso della tradizione fanese.
La nave dellargento
Non crediate, però, di trovarli a far scongiuri o a disperarsi. Nell'ufficio del cav. Solazzi, presidente della «Carnevalesca» aperto forse tutte le ventiquattrore, il giovanotto venuto ad annunziare «una schiarita sul Tirreno» trasmessa dalla radio è appena ascoltato dal segretario Elio Giammattei, chiunque entri o esca è sempre troppo preso da quel che ha da fare o da dire, e dal tempo di cui dispone.
Perché è quello, il tempo, che conta. Per quell'altro si vedrà. E tutto va avanti; il debutto dei «Filodrammatici» con il «Bugiardo» di Goldoni al Politeama, quale apertura dei festeggiamenti, e il raduno goliardico nazionale pel quale erano in arrivo ieri rappresentanze delle Università di Roma Napoli, Bologna, Padova, Camerino, Macerata, Urbino, Venezia, Pisa e Siena.
Nel pomeriggio i goliardi faranno la matricola al «Vulon», il personaggio scelto per il Carnevale 1951, imposto, anzi, dalla recente scoperta di un documento addirittura del '600, avendo inaugurato in tale epoca il «getto», divenuto poi la nota caratteristica del carnevale fanese. Il cronista del tempo lo fa scendere da una nave, reduce da «insoliti» viaggi nel misterioso Oriente, proprio nei giorni di baldoria, e così, con daga, corazza e schinieri, lo porta in mezzo alla folla dove «di admiratione veppiù compreso a tanta magnificentia, l'ignoto forastiero conquiso fu de incontenibile frenesia».
Detto fatto alleggerisce la sua nave dell'argento, dell'oro e di opime spoglie, preziose mercanzie, variopinti confetti e preziose leccornie, torna nella calca dove «imprese a proffondere» fra la moltitudine stupefatta per «tanta dovitia e per il singolar portamento e la estrania foggia del forastiero».
E' allora che, al grido «Lo tuo nome ...» quello: «Nessun mai lo seppe risponde ma poiché m'avete fatto vostro ecco: «Volone mi chiamo». E la folla: «Viva Volon!...».
Un documento lo riporta oggi nel posto che gli compete, il Comitato in tuba andrà, quasi per ripetere l'antichissimo episodio, a riceverlo al porto, dove sbarcò nel 600. Ma i fanesi di oggi non avranno bisogno di documenti in volgare. «Vulon» è entrato attraverso i secoli nell'uso comune, è diventato un termine dialettale, il cui significato di «bullo», «gradasso», «vanitoso», echeggia, a pensarci bene, l'impressione degli antenati. I posteri l'hanno gonfiato per oltre 4 metri d'altezza, lasciandogli daga, schinieri, corazza, ma infliggendogli una ottocentesca tuba in testa.
La baldoria del gran «Va»
«El Vulon» fa davvero dimenticare la pioggia, e riusciamo a capire finalmente come questi animatori non abbiano preoccupazioni che non interessino gli sviluppi della grande settimana. Troppo vivace e colorito il solo linguaggio per non rimanerne affascinati. Come può fermarsi il gran «Và»? Il gran «Và» è il corso mascherato, è quel momento dei festeggiamenti che Rino Bragadin traduce col suo felice vernacolo in «chel rusghin cha la sfilata fa la gent rida beata tira i dolc e fa sciabà tla baldoria del gran «Va»! Riusciamo cosi anche a capire perché i vari organizzatori di carri continuano a lanciarsi allegre sfide, a scriversi lettere da una strada, un cantiere all'altro, e perchè nei caffè, battutte di attualità, poesie e sfottò, girano con tanta frequenza e sorprendono per l'inesauribile inventiva. Quella dell'allestimento dei carri per il gran «Và» è davvero la storia più divertente e curiosa del carnevale fanese. Si formano gruppi, «cricche» di «carristi» intorno ad un ideatore, l'artista che inventa e manda il bozzetto per l'approvazione, si lavora, si ride, si sghignazza sugli altri, si è regolarmente insoddisfatti della forma del giurì esaminatore che aggiudicherà i premi, ma si «fa» il Carnevale.
Sono studenti, operai, professionisti, sono la più pura razza dei fanesi che non si chiedono mai la carta d'identità o il titolo di studio o peggio la tessera politica. Tutta gente che sa come il segreto di ogni successo stia nella cordiale solidarietà e nell'unione degli sforzi comuni. Così non sembrerebbe esistere una rivalità specifica fra strati della popolazione o fra quartieri.
In realtà si notano antagonismi, ma vivono e muoiono durante il carnevale. Due anni fa una cricca fece chiasso con il nome di «Cantòn», il cantone, cioè l'angolo di via Montevecchio che unì i frequentatori della zona e li portò vincitori col carro «Teatro delle marionette». L'anno dopo saltò fuori lo «Spigul», lo spigolo, cioè, di Porta S. Leonardo, in fondo al Corso, e sembrò una spiritosa rimbeccata al Cantòn vincendo con «Personaggi buffi di libri celebri».
Se piove è una vigliaccheria
Si danno battaglia, insomma, e sentiamo ricorrere i nomi di Pacassoni, Barzilai Del Vecchio, mai contenti, nemmeno del sistema escogitato dal cav. Solazzi, con tanto di notaio e di buste chiuse messe in moto da un incredibile ma perfetto meccanismo, della composizione del giurì. Quest'anno due gruppi di goliardi e Bertozzi vicino a Pacassoni, e Maggioli e Del Vecchio, conoscono da 100 giorni il lavoro intenso e segreto dei rispettivi cantieri. Come può piovere su «La vita è tutta qua», su «Finito Carnevale... finito amore», «L'assalto alla diligenza», «Pinocchio al Carnevale» «Paperino al Polo Nord» e «I cent'anni del domatore»?
Non chiedete ai costruttori se farà bel tempo, informatevi magari cosa pensano del ... giurì. E' il chiodo fisso. Ma dopo quanto abbiamo constatato, ci pare ormai compito dei Padreterno.
Intanto il programma dei festeggiamenti ha preso il via, con lo slancio irresistibile di sempre, sotto l'egida (interessante novità quest'anno) dell'Enal, e dal ricevimento di oggi, 1.o febbraio, al Grande Corso mascherato di martedì 6, corre un ponte ideale di manifestazioni che hanno, però, una vivace, spiccata, vitalità propria.
Al Festival Mascherato dei Piccoli, di venerdì 2, si prevedono ben 700 presenti, di cui almeno 300 in costume, individualmente o a gruppi folcloristici; un regalo per tutti è pronto al Politeama. La notte di sabato 3, il Gruppo cacciatori fanesi, e la domenica dalle 16 alle ore piccole il Ballo popolare e «La Notte del Folclore» si incaricheranno di tener svegli i discendenti del «Vulòn», finchè il tradizionale Veglione in maschera di lunedì notte, con 300 mila lire di premi, introdurrà l'apoteosi di martedì pomeriggio. Tre milioni e mezzo circa sono in palio per i carri, balli popolari inizieranno alle 16, cremazione del Carnevale alle 18 e fuochi dartificio alle 19.
Se piove è una vigliaccheria...
Brisa
Da: Giornale dellEmilia del 1/2/1951
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Le prime spensieratezze del Carnevale
Calorose accoglienze goliardiche al «Vulòn» spadaccino di Fano Al grido di "Cicl-cicl molti giovani hanno sbafato nellUrbaniese
Sulle ore tarde dell'altra mattina, tra un vociare di studenti e l'allegria dei cittadini, è uscito a cavallo uno stuolo di goliardi, con berrétto e acconciatura appropriata per annunciare alla cittadinanza fanese l'arrivo degli studenti da Venezia, Bologna, Padova e da altri centri d'Italia, allo scopo di celebrare il convegno studentesco in preparazione del Carnevale 1951.Alle ore 14.30 i goliardi hanno preparato una grandiosa accoglienza al famoso «Vulon ». E' questi uno spadaccino antico, della metà del '400; armato di spada, ma tutto intento al liuto, che finge di suonare e guardare all'intorno. E' aggiogato a buoi infiorati e d'intorno si muovono migliaia di ragazzi. La banda suona gli inni, subito dopo vie ne la turba degli studenti mascherati, poi, su berline, i membri della «Carnevalesca» con le bautte di rito.
Passano tutti sotto una gragnuola di confetti. Dovunque è un pigia-pigia assordante, con la confusione creata dai ragazzi che soffiano su trombe. Da circa un paio di ore è tutto un turbine per il corso, che infittisce sempre più.
Poi il «Vulon» è lasciato al suo posto che ha ricetto sotto le volte del Teatro della Fortuna. Martedì sera, dopo un giro con il corso mascherato, dopo l'osanna e dopo la cavalcata di rito, salirà sul podio, per essere cremato. Più tardi al Politeama «Rossi», ha avuto luogo il «Veglione goliardico». Studenti e studentesse, con cittadini, hanno assiepato il Politeama, rendendo quanto mai giocondo il raduno. L'orchestrina è stata veramente all'altezza della bella riunione.
«Cicl-cicl» è stata la parola d'ordine che ha risuonato per tutta la giornata del giovedì grasso per le vie e le campagne di Urbania, ripetuta da bimbi, uomini e donne nei loro caratteristici abbigliamenti di maschere.
E' tradizione ormai antica che nonostante una fitta pioggerella caduta per tutta la mattinata, anche questanno si è ripetuta. Comitive di giovanotti e di ragazze, in generale le più «burlone», foggiate in caratteristiche mascherate, girando per la campagna, a suon di musica, al grido di «cicl-cicl». Ogni comitiva era formata da 4 elementi: uno con lo spiedo e il canestro per le uova e il lardo, un secondo con la fisarmonica e altri due come ballerini. Si recavano quindi di casa in casa nelle campagne dove iniziavano il ballo con le ragazze. Sono balli rudimentali fra i quali primeggia la «Furlana» che viene eseguita dai contadini in modo perfetto Dopo una buona mangiatina di salsicce o braciole del maiale e un buon bicchiere di vino, il capoccia dà, in omaggio e in ringraziamento, al canestraio e allo «spiediero» lardo e uova.
Così vengono visitate le altre casa coloniche. E' una festa popolare il giovedì grasso e i contadini, che in detto giorno non lavorano, si dedicano a friggere frittelle e a ballare.
In città al contrario le comitive fanno un «giovedì... magro» in quanto non tutti hanno ammazzato il maiale. In generale però ogni comitiva alla fine della giornata può dividersi lautamente il bottino del «giovedì grasso».
Da: Giornale dellEmilia del 3/2/1951
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EL VULON A FANO è venuto ancora dal mare
Un veglione al Politeama in onore dei goliardi convenuti per il raduno nazionale universitario
FANO, 3. Continua a piovere sul Carnevale di Fano! Una pioggia uggiosa, monotona, snervante, che fiacca e spegne tutti gli entusiasmi e i « bollori» carnevaleschi! Ma non si fiaccano né si smontano gli organizzatori del carnevale Fanese. Essi continuano la loro opera con giovanile ardore e baldanza!Ieri è stato ricevuto ufficialmente il carnevale e, per fargli onore anche il cattivo tempo ha fatto una sosta ed ha permesso che il programma dei festeggiamenti si svolgesse per intero. Questanno il «Pupo» ha assunto una importanza particolare in quanto esso rappresentava «El Vulon» che secondo la tradizione sarebbe un pò come il fondatore del nostro carnevale e allo stesso tempo la tipica maschera fanese.
Per l'eccezionale avvenimento è stato indetto un raduno goliardico nazionale, organizzato dal locale Circolo Goliardico e dalla Società Carnevalesca, a cui hanno aderito le più importanti Università d'Italia con linvio di loro rappresentanti, che, fin dalle prime ore del mattino, sono affluiti nella nostra città con i loro caratteristici cappelli a punta e i loro costumi dai forti colori. Essi hanno portato nella nostra città un soffio di giovinezza e di spensieratezza come solo i goliardi sanno avere. Assieme al Consiglio della Carnevalesca in cilindro i goliardi si sono recati a ricevere il «Vulon», che quest'anno è venuto dal mare, e lo hanno accompagnato per le vie della città, tra scoppi di mortaretti, lancio di confetti e baldoria generale.
In piazza XX. Settembre, dopo regolare processo, i goliardi hanno fatto la «Matricola» al «Vulon».
La sera al Politeama «Ceare Rossi» ha avuto luogo il Veglione Goliardico in onore degli illustri ospiti, i quali hanno espresso la loro gratitudine e il loro grazie per le entusiastiche accoglienze ricevute.
Questa sera, pure al Politeama, ci sarà la più simpatica manifestazione Carnevalesca. «Il Festival Mascherato dei Piccoli». Centinaia di deliziose, piccole maschere, faranno bella mostra di sé fra strilli, pianti, canti e risate. Auguriamoci che gli strilli dei piccoli, almeno, facciano tornare il sole sul carnevale di Fano.
Da: Il Giornale dItalia del 4/2/1951
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DOPO UNA GENIALE PREPARAZIONE DI DUE MESI
Posdomani il corso mascherato di Fano sotto valanghe di confetti e con premi per più di 3 milioni
La. conclusione del Carnevale fanese si avvicina: martedì prossimo esso riunirà, come a simposio, gli abitanti di Pesaro, di Ancona, di Fossombrone e di tanti altri centri. Lungo i viali Gramsci e Buozzi sono schierate comode attrezzature per ricevere oltre cinquantamila persone, mentre le altre vie si andranno gremendo. di pubblico, i cittadini che porranno in vendita confetti e coriandoli sono a centinaia e saranno disseminati lungo le vie ove il Carnevale passerà.Tutto è in ordine, non manca nulla; solo il tempo, se non vorrà essere ribelle, dovrà uniformarsi alla volontà dei fanesi.
Il Circuito è chiuso; tutte le vie di accesso sono sbarrate: si entrerà con biglietto.
Lo scorso anno si era parlato di getto di tonnellate di confetti, ma quest'anno esso sarà più generoso.
Alle ore 14 si inizierà il «finalone»; lo aprirà la banda cittadina mascherata, su apposito carro aperto, poi verrà il «Vulon». Questa maschera, con in testa una larga tuba, munita di spada e al collo un liuto, tenta con la mano la musica, mentre l'occhio gira d'intorno furbesco; ha un occhiale e due baffoni. E' la maschera del Carnevale fanese, giunto giovedì scorso dal mare.
Seguiranno gli studenti mascherati, che hanno inteso di immatricolare «Vulon» all'unica università del genere...
Aprirà la sfilata il carro de «La vita è tutta qua...» che avrà per capo-carro Pietro Pacassoni ed una turba indiavolata di maschere; «Finito Carneval... finito amore», che avrà a capo-carro Cesare Del Vecchio e altri specialisti del genere; l'«Assalto alla Diligenza», capo-carro Ermes Valentini, con una sarabanda di giovanotti in maschera; «Pinocchio al Carnevale», sempre capo-carro Silvano Bertozzi, con varie decine di maschere; e finirà col «Centenario del Domatore» di cui sarà capo-carro Sergio Maggioli e molte variopinte maschere.
L'allestimento di questi carri è durato da mesi; in palio sono premi per lire 3.400.000. Alle ore 18, il grande «Vulon» verrà condotto sul crocevia, davanti la porta medioevale, tra il raggio delle strade per Roma, Bologna, Ancona e Fano. Il «pupo» ringrazierà il pubblico.
D'intorno, intanto, si aduneranno i carri, che dovranno trasfigurarsi in soggetti fiabeschi per il genere dei colori che dovranno manifestare.
Il «Vulon» darà l'estremo addio, e subito un rombo assordante eromperà dal suo involucro. Sarà l'inizio della sarabanda; poi a poco a poco il «Vulon» si accascierà polverizzato.
Alle ore 21 s'accenderà un fuoco d'artificio imponente, un'atomica dell'allegria.
L'altra sera, intanto, al Politeama «Rossi» ha avuto luogo la serata danzante dei fiori; oggi alle ore 16, il ballo popolare e alle ore 21 «Notte del folclore». Domani 5 alle 22 avrà luogo, sempre al Politeama, il tradizionale Veglione in maschera, i cui premi saranno per lire 300 mila.
L' orchestrina «Bonazzelli» ha veramente servito per il carnevale dei piccoli. Felici i bambini! Era bello vederli uniti in coppie, balzare al ritmo dei valzer o di una samba le testoline bionde o brune, tra un dondolio di palloncini colorati.
Da: Giornale dellEmilia del 4/2/1951
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Il grande corso mascherato sfilerà oggi per le vie di Fano
Attese strabocchevoli folle da tutta la regione
L'altra sera si è svolto il tradizionale Veglione mascherato, al quale hanno partecipato folle convenute anche dai punti lontani. Sono state assegnate le lire 300.000 di premio. Moltissime maschere erano elencate per la vincita dei premi. Ha avuto luogo un altro grande veglione dell'associazione della caccia.Per oggi, martedì, tutto è attrezzato per il grande corso mascherato, che incomincerà alle ore 14,30.
Vè grande attesa per il grande passaggio del «Va», che quest'anno avrà una importanza davvero eccezionale. Si prevedono strabocchevoli folle di pubblico da tutta la regione.
Nel resoconto apparso ieri l'altro abbiamo omesso il nome di un carro di cospicue dimensioni che si chiamerà «Paperino al Polo Nord», di cui sarà capo carro il signor Sergio Maggioli.
Da: Giornale dellEmilia del 6/2/1951
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75 mila persone al corso mascherato di Fano
Fano, 6 febbraio
Il grande corso mascherato ha avuto un trionfo inaspettato: una valanga umana si è data convegno a Fano.
Il tempo, che stamattina lasciava comprendere che avrebbe fatto il buono, improvvisamente si è oscurato ed è stato minaccioso di pioggia; ma poi si è rifatto ed ha permesso il regolare svolgimento del lunghissimo corteo.
Tutte le tribune erano occupate e nelle strade, lunghe e larghe, delle vie Gramsci e Buozzi, si stipava una folla immensa.
Il getto è cominciato alle ore 14 e, dopo mezz'ora, il gran corso mascherato aveva inizio.
Ecco la banda che apre il corteo, seguita dal pupo "Vulón" dall'aspetto giocoso.
Poi vengono i carri con "La vita è tutta qui", bello e arioso con maschere dinamiche. Il getto fra le maschere e la folla, di confetti, gessi, coriandoli, stelle filanti, ecc. è indescrivibile.
Poi "Finito il carnevale, finito l'amore" con belle maschere buona orchestra e danze; il terzo è "L'assalto alla diligenza": qui è tutto movimento, tutto dinamismo, rombi, spari e allegria; il quarto "Pinocchio al carnevale" con maschere bercianti; il quinto, "Paperino al polo nord" e l'ultimo carro, "Cent'anni del domatore".
Un carro venuto da lontano, da S. Costanzo, intitolato "Sagra polentara", con gran numero di maschere e orchestra ha pure ottenuto successo; per ultimo, vi sono quelli pubblicitari.
Il corso si è ripetuto per quattro volte, e gli ultimi due giri sono stati sottolineati da getti sempre più copiosi di confetti, coriandoli, nastri e dalle assordanti acclamazioni della immensa folla.
Alcune girandole vengono accese lungo le pendici del Pinzetto, dalle quali scendono larghe piogge luminose di bengala. Tre sordi rombi danno la fine della festa.
Domenica prossima sarà cremato "Vulón", o meglio il carnevale avrà la sua fine fra luminarie e fuochi artificiali.
Alla manifestazione d'oggi hanno partecipato circa 75.000 persone.
Da: Giornale dell'Emilia del 7/2/1951
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Rilanciata a domenica la conclusione del fantasmagorico carnevale fanese
Come riprenderà il cammino il corso mascherato, che si è svolto con "getti,, senza precedenti - Con la sua cremazione, il "Pupo formerà lo spettacolo più clamoroso
Al primo sommario resoconto del grandioso Corso mascherato di Fano, da noi pubblicato ieri nell'edizione nazionale, facciamo seguire la dettagliata relazione del seguente nostro servizio particolare : Le notizie catastrofiche sono arrivate tutte in una volta, così come tutte insieme si sono annullate, quando il gigantesco movimento di afflusso alla «Città della Fortuna » si è messo in moto, con la misteriosa determinazione che spinge migliaia di persone a fare la stessa cosa: sfidare il tempo e... sperare nella sua clemenza.Nel primo pomeriggio, proprio mentre il cielo su tutta la riviera pesarese, da Gabicce a Marotta, si imbronciava, e nere nuvole lasciavano cadere raffiche di pioggia, all'autostazione di Pesaro, una sparuta folla sostava sotto la pensilina guardando pullman di servizio, pronti, ma ancora vuoti.
Una scena riassuntiva di altre centinaia, fin nei luoghi più lontani da Fano, a cominciare dalla stazione di Bologna dove i treni speciali non hanno neanche preso il «via». Da Bologna a Rimini, dove tutta la giornata è stata uno scroscio di pioggia, a Perugia a Pescara, da tutte le località che preannunciando arrivi per il grande corso Mascherato del Carnevale fanese, hanno detto quanto sia vero e vasto il carattere interregionale assunto dalla folcloristica manifestazione marchigiana.
Ma, almeno nella sona più vicina a, Fano, Giove ha avuto infine clemenza, la cappa di nuvole, si è diradata, teorie di pullman, di macchine hanno cominciato a popolare la Litoranea, ambasciatrici di città lontane sono pure arrivate; così Bologna, Forlì, Perugia, Pescara, Ascoli Piceno, Ancona, Rimini e, naturalmente, Pesaro, la più rappresentata dalle migliaia dei suoi cittadini accorsi al gran «Va».
Fiumane di folla sfociavano dagli ingressi, scorrevano a torrenti nella zona del Corso, accentrato nel lunghissimo e vasto viale Gramsci. Quaranta, poi cinquantamila, quando alle 17, e cioè al terzo passaggio dei carri, davanti ai botteghini passava ancora pubblico pagante.
Ma al quartier generale della «Carnevalesca», piazzato in una sala della Scuola «Corridoni», nessuno si faceva illusioni, e non bastava anzi forse li infastidiva quel sole che si affacciava ogni tanto, quasi richiamato dai clamori, dalla chiassosa e mobile coreografia del «Và». Altrettanto pubblico, era certo, è certo, aveva rinunciato alla partenza. Così, mentre fuori il Carnevale impazzava malgrado tutto, con lo scatenarsi di quella impressionante battaglia di confetti e dolciumi, sparati a tiro incrociato contro i carri e dai carri alle tribune e da una allaltra, mentre codesta vivace e spigliata caratteristica tutta fanese del «getto» attirava la folla nel suo delirante capogiro, il cav. Solazzi, presidente della «Carnevalesca» coglieva a volo le nostre ammirate osservazioni sulla bellezza, e sulla originalità dei carri in sfilata con un «Non è vero?». E allora è un peccato che metà di quelli che desideravano vederli debbano rinunciarvi a causa del tempo avverso.
Domenica prossima, il Corso Mascherato si ripeterà, e il Pupo, che oggi viene risparmiato, andrà quella volta verso... il suo destino.
Passava in quel momento, il buffo, leggendario «Vulon», dondolante nelle sue gigantesche proporzioni, accennando accordi sul liuto, bersagliato, persino lui!, dalla gragnola di confetti, nell'impazzo generale.
Egli solo poteva ringraziare padre Giove che gli prorogava il sacrificio di altri sei insperati giorni. Il Corso riprenderà il suo cammino nel pomeriggio di domenica e vi si potrà assistere a prezzi popolari.
Intanto la sfilata affronta la forca caudina di viale Gramsci. Qui, lunghe teorie di tribune capaci di migliaia di persone che si sono scelti i posti ideali per vedere tutto ed anche per colpire tutto col dolce ed innocuo mitragliamento di confetti, cioccolatini e caramelle, offrono uno scenario che riesce ad essere imponente nella sua vivace e movimentatissima animazione.
Entusiasmo da «western» si scatenano a passaggio dell'originale e riuscita composizione «L'assalto alla diligenza», un doppio carro che realizza nella sua «appendice» un inseguimento di pellerossa a cavallo con effetti sorprendenti. Altrettanta ammirazione va alla pittoresca satira dei cartoni animati di Walt Disney, dal titolo «Paperino al Polo Nord», e così più o meno tutti gli altri, da «Finito Carneval... finito amore» a «La vita è tutta qua» ecc.
Ad ogni passaggio il carnevale esplode come una carica di dinamite, assume in certi momenti le forme di un vero e proprio tumulto, che si ritrasmette a ondate, da viale Gramsci all'Arco d'Augusto, fa anello nel piazzale del Pincio, torna sul grande viale sino all'edificio delle Scuole «Corridoni» nel frastuono delle musiche che dagli altoparlanti, e da ogni carro riempiono laria di pazze assonanze, onde sonore contorte, intrecciate, confuse luna nell'altra, così come nello spazio una manciata di confetti si scontra con un getto di caramelle di rimando.
Sino allimbrunire lesultante addio del Carnevale, che poi avrà, come abbiamo detto, un seguito, fra tre giorni, si esprimerà in queste forme eccitate, mentre già al Politeama si affolla il ballo popolare che si protrarrà sino alla mezzanotte. Questa «fine » non conclusiva avrà, però, alle 19, l'apoteosi delle luminarie e dei fuochi d'artificio e la folla convenuta potrà dire d'aver soltanto risparmiato una vittima. «Vulon» è tornato nell'officina, intatto come ne era uscito all'inizio dei festeggiamenti, riservato per domenica, come un cappone di Natale, rinviato a Capodanno.
La manifestazione del Corso Mascherato si è svolta senza inciampi e con perfetta regolarità, nell'affollamento apparentemente caotico eppure diretto dal servizio di oltre 500 persone agli ordini della «Carnevalesca», che ha potuto valersi della collaborazione dellAssociazione Mutilati, della Combattenti, della Alma Juventus e dell'Anpi.
Così è andata martedì. Arrivederci a domenica.
Brisa
Da: Giornale dellEmilia del 8/2/1951
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I carri premiati al Carnevale di Fano
FANO, 8 Il ciclone pareva volesse distruggere tutti gli entusiasmi e le aspettative di questo nuovo carnevale fanese. Il vento, che ululava sulla nostra città, i neri nembi che ci avvolgevano in una plumbea cappa, ci annunciavano che lo scoppio finale del Carnevale fanese non avrebbe potuto aver luogo. Invece il ciclone ha deviato il suo corso, la pioggia che ci ha intristiti per tanti giorni cessata e il Carnevale di Fano ha avuto il suo splendido, gioioso epilogo.Lungo i bei viali Gramsci e Buozzi, sono sorte come per incanto teorie di tribune per dar modo di conservare al nostro Carnevale la sua principale caratteristica: quella del getto di confetti e di dolciumi.
Migliaia di persone si sono riversate a Fano da ogni dove. E stato il trionfo. Trionfo senza riserva. Con il nuovo percorso, i carri hanno assunto dimensioni colossali e la genialità e l'arte fanese si sono rivelate nella loro migliore espressione. Il getto non ha perduto nulla delle sue caratteristiche e quintali, tonnellate di gianduia, «baci » e confetti sono state la pioggia deliziosa che Fano ha offerto ai suoi ospiti. Qualcuno se ne sarà andato con qualche ammaccatura in testa, ma... a carnevale, ogni scherzo vale!
Gli. otto carri sono sfilati in tutta la loro policroma bellezza, fra gli applausi scroscianti del pubblico. I lunghi viali e le tribune erano gremite da più di centomila persone.
La sfilata dei carri, si è iniziata con quello della banda in maschera: seguivano i carri de «El Vulon», la tipica Maschera fanese, «La vita è tutta qua», «Finito carneval, finito amore», «L'assalto alla diligenza», «Pinocchio al Carnevale», « Paperino al Polo Nord», «I cento anni del domatore». Tutti belli nel complesso, giganteschi, briosi.
Fra qualche anno Fano non avrà più nulla da invidiare a Viareggio per il carnevale! Ma belli fra tutti per genialità del soggetto, per la finezza e la perfezione della esecuzione hanno brillato i carri di «L'assalto alla diligenza» e «Paperino al Polo Nord» entrambi ideati ed eseguiti da studenti e giovani professionisti. Dopo aver più volte sfilato lungo il percorso fra il getto continuo dei più deliziosi dolciumi, il Carnevale di Fano ha avuto la sua apoteosi, in un turbine di girandole multicolori e scoppi di fuochi artificiali. Addio Carnevale, fuoco fatuo ed artificiale della vita degli uomini; scoppio di gioie represse; illusione di un giorno!
Domenica prossima, dato l'enorme successo ottenuto, si ripeterà di nuovo la manifestazione, per dar modo di farci rivivere un altro giorno di illusione.
I premi, di L. 3.400.000 complessive sono stati così distribuiti: 1. premio a «Paperino al Polo Nord» ; 2. «L'assalto alla diligenza» ; 3. «I cento anni del domatore»; 4. «La vita è tutta qua»; 5. «Pinocchio al Carnevale»; 6. «Finito carneval, finito amore».
Scende così il sipario sul simpatico «Carnevale dell'Adriatico».
TINO RADICCHI
Da: Il Giornale dItalia del 9/2/1951
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L'assegnazione dei premi ai carri allegorici di Fano
Si è adunata a Fano la Commissione della Carnevalesca che ha voluto assegnare i premi ai migliori carri allegorici del Carnevale.Il primo premio è stato assegnato al carro Paperino al Polo Nord; il secondo all'Assalto alla diligenza; il terzo al Centenario del domatore; il quarto a La vita è tutta qua, il quinto a Pinocchio e il sesto a Finito carneval, finito amore.
Martedì sera era stato deciso, come pubblicammo, che la fantasmagorica conclusione del Carnevale fanese veniva rimandata a domenica prossima poiché l'inclemenza del tempo non aveva consentito la cremazione del leggendario pupo «Vulon».
Senonchè, successivamente, è stato deliberato di ritenere definitivamente chiusa l'edizione del Carnevale 1951, con la festa di martedì scorso, e di rinviare la cremazione del «Vulon» al venturo anno. Il «pupo» ci ha guadagnato un anno di vita!
Da: Giornale dellEmilia del 9/2/1951
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Il Vulon di Fano dal "Cuoco Polentaro
Come pubblicammo, questo anno il «Cuoco Polentaro» di San Costanzo, prima della sua apoteosi e conseguente olocausto, ha voluto ufficialmente conoscere il «Vulon» di Fano.Laccoglienza è stata cordialissima e i due personaggi, l'uno al principio del corteo e l'altro alla fine, hanno percorso trionfalmente i viali fanesi gremiti di folla.
A un desiderio espresso dal «Vulon» di volere oggi, domenica, ottenere un secondo successo, il «Cuoco» aveva volentieri ceduto la giornata che doveva essere a lui dedicata a San Costanzo.
Senonchè, il «Cuoco Polentaro» riceveva ieri un fonogramma in cui il leggendario personaggio fanese lo avvertiva di aver cambiato idea esprimendo il desiderio di contraccambiare la visita. Cosi il «Comitato Polentaro» si è dato subito all'opera per allestire la sagra che avrà la sua celebrazione oggi, domenica alle ore 14, celebrazione che, per la circostanza, assumerà un eccezionale carattere di spensieratezza.
Da: Giornale dellEmilia del 11/2/1951
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Carri mascherati, confetti e girandole al Carnevalone di Fano
Il Carnevalone fanese si è chiuso in bellezza tra luminarie, razzi e girandole, davanti a una folla sterminata e folleggiante di spettatori. Si calcola che circa centomila persone abbiano assistito, quest'anno, al corso mascherato, tra fanesi e forestieri. Nella tribuna delle Autorità abbiamo notato il Prefetto, il Questore, l'Ingegnere Capo del Genio Civile, il Sindaco di Fano, i maggiorenti della Carnevalesca ecc. ecc. All'inizio dello spettacolo, intorno alle ore quattordici, i viali Gramsci e Buozzi, via delle Mura Augustee ecc., che hanno sostituito per la prima volta il Corso Matteotti, rivelatosi troppo ristretto, per quanto famigliare e simpatico, erano gremiti di folla. Grandi applausi sono scoppiati quando è apparso il Vulón, la maschera tradizionale fanese, che era giunto in città giovedì scorso, ricevuto con sommo onore dalle Autorità e dai Notabili. Mentre il Vulón, procedeva pomposamente, aprendo la sfilata, si andavano accendendo le caratteristiche battaglie di confetti combattutesi poi senza posa fino a notte. Seguivano, nell'ordine, oltre a una sbrigliatissima banda, i vari carri: La vita è tutta qua, Finito carneval finito amore, L'assalto alla diligenza, Pinocchio al Carnevale, Paperino al Polo Nord, I cent'anni del domatore. Al passare di ogni carro, applausi, confetti e coriandoli, in una mischia furiosa e allegra. Quintali e quintali di confetti sono stati impiegati quali proiettili in questa suggestiva guerra carnevalesca. Quanto ai carri: novità, finezza, invenzioni paradossali. Se non ci fa velo l'amore di campanile, crediamo di essere finalmente alle spalle di Viareggio. Ammiratissimo L'assalto alla diligenza (capo carro Hermes Valentini) per completezza, proporzioni, atteggiamenti realistici. Spassoso e bizzarro I cent'anni del domatore (capo carro Sergio Maggioli), spettacolari i giuochi pirotecnici di Pinocchio al carnevale (capo carro Silvano Bertozzi). Il nuovo percorso dei viali Gramsci e Buozzi ha risposto brillantemente alle aspettative consentendo proporzioni più estese ai carri e un più facile afflusso alla folla. Il successo di questo anno perciò non può non costituire l'inizio di una effettiva valorizzazione del carnevale fanese. La Radio e la Stampa se ne sono già occupate abbastanza; altro è stato fatto dagli organizzatori direttamente, con varia pubblicità, soprattutto con la rivista Carnevale 1951 che ne ha messo in luce storia e caratteristiche, ma non c'è dubbio che assai di più sarà compiuto. Ce ne dà garanzia l'instancabile Società Carnevalesca che ogni anno è sulla breccia con impeto nuovo, moltiplicandosi con trovate (anche finanziarie). Arrivederci al 1952! Da "L'idea" - Quindicinale D.C. della Provincia di Pesaro - del 11/2/1951 *************************CORRIERE DI FANO
L'ultima edizione carnevalesca ha schiuso nuovi orizzonti folcloristici
L'esito felice conseguito dal Corso Mascherato «nuova serie» sul nuovo percorso del Viale Gramsci, ha dissolto, come polvere al vento, tutti i timori e gli scetticismi, che una parte della cittadinanza nutriva sull'audace esperimento fatto dalla Società Carnevalesca. La prova è, invece pienamente riuscita e il successo più trionfale ha riscosso l'iniziativa, smentendo lampantemente enunciazioni pessimistiche e ipotesi catastrofiche spazzando via ogni perplessità e tutto il bagaglio dei «se» e dei «ma» che taluni amano sempre metter innanzi alle cose nuove. Specialmente per quanto riguardava il getto dei dolciumi caratteristica principale del carnevale fanese non mancavano coloro, i quali pronosticavano il fiasco più completo, in quanto niente avrebbe potuto sostituire le finestre le terrazze e i balconi del Corso Matteotti, invece, i palchi e le tribune, erette lungo i margini del Viale hanno data la dimostrazione più chiara del contrario, poiché anche quest'anno il getto è stato di una intensità pari, se non superiore a quello degli altri anni. Detto questo, per quanto concerne il Corso Mascherato in se stesso, ci sembra di aver detto tutto: vorremmo aggiungere qualcosa però che, ai fini di un sempre maggior successo della nostra massima manifestazione, non può essere inutile. La riuscita dell'esperimento apre al nostro Corso Mascherato nuovi orizzonti; prima di tutto esso, com'è ormai desiderio della maggioranza dei cittadini, potrà esser ripetuto per almeno due volte, la domenica e il martedì; secondariamente, benché quest'anno si sia fatto un salto non indifferente, bisogna tendere ancora a una sempre maggior grandiosità e perfezione dei carri, conferendo loro, quel carattere «viareggino» : per raggiungere questo obiettivo occorre naturalmente incrementare la mole dei premi che, permettendo un maggior dispendio, consentirà altresì una elaborazione più perfetta e più meccanica al complesso del carro. E' soltanto perseguendo questo obiettivo che, l'atto pionieristico compiuto dalla Società Carnevalesca, potrà progressivamente crescere d'importanza tanto a Fano, quanto fuori di Fano. Già nella nostra città, si intravvedono i primi sintomi di un risveglio totale degli interessati alla nostra più bella manifestazione carnevalesca. Da: Giornale dell'Emilia del 18/2/1951*************************
Il cipiglio di Giove non ha fermato la fantasmagorica settimana del Carnevale Fanese
Tutta la settimana da martedì 30 gennaio a martedì 6 febbraio, rigonfia di manifestazioni e di appuntamenti gioiosi come un otre che poi sarebbe esploso nel gran Corso finale in maschera, è trascorsa a Fano sotto l'incubo del maltempo. Tanti festeggiamenti tante minacce di pioggia. Ma Giove, per quanto facesse il cipiglio e rannuvolasse il cielo, non è riuscito a fermare una sola volta la "grande settimana", nè al ricevimento del Carnevale, giovedì 1 febbraio, nè al grande Corso Mascherato di Martedì 6.I fanesi è vero ascoltavano col batticuore le previsioni del tempo trasmesse dalla radio, e tiravano un sospiro anche per "una schiarita sul Tirreno", ma non abbandonavano mai lo spensierato buonumore di quei giorni, credevano nella loro bella ed ammirata tradizione, ed hanno avuto ragione.
Il Carnevale 1951 si è svolto sotto l'egida dell'ENAL, ed essi hanno avuto lo spirito di osservare scherzosamente, alludendo agli improvvisi e per fortuna brevi scrosci di pioggia, che se quell'egida fosse stato un ombrello, un gigantesco copricapo al carnevale, il favore sarebbe stato perfetto. Un'idea.... carnevalesca, si capisce, ma se l'egida non era un ombrello migliaia di enalisti però se ne sono serviti per vivere intensamente e a poco prezzo la grande settimana, che poi ha risposto in pieno, con il suo successo, alle speranze degli organizzatori.
Un'antica pergamena, con tanto di scrittura in volgare del 600, era venuta alla luce giusto in tempo per dare al Carnevale 1951 il tono assolutamente inedito di una celebrazione storica. I fanesi di quell'epoca, dice il cronista in penna d'oca, stavano impazzando nell'ultimo giorno dei festeggiamenti, quando una nave reduce da "insoliti" viaggi nel misterioso oriente entrò in porto, e un singolare personaggio ne scese, armato di daga, "munito il petto d'acciaro a guisa di Cavaliere Errante", una mandola greca all'omero, una gamba difesa da schinieri e cosciali etruschi, l'altra rivestita di ricchissimi panni, finendo in mezzo alla folla, dove "di admiratione vieppiù compreso a tanta magnificentia, l'ignoto forastiero conquiso fu da incontenibile frenesìa". Detto fatto tornò sulla nave, l'alleggerì d'oro argento e opime spoglie, preziose mercanzìe, variopinti confetti e leccornie che "imprese a proffondere tra la moltitudine stupefacta per tanta dovitia e per il singular portamento e la estrania foggia del forastiero. "Lo tuo nome!" gli fu chiesto, e quello "Niun mai lo seppe, ma poiché m'avete fatto vostro, ecco, Volone mi chiamo!". E la folla: "Viva Volon!".
La settimana pazza
Giovedì 1 febbraio 1951, gonfiato per quattro metri d'altezza agghindato come l'antica pergamena l'aveva descritto ma con penne di pavone al posto del mantello, col monocolo all'occhio e una tuba ottocentesca inflitta in testa. "Vulon" entrato come voce dialettale attraverso i secoli a indicare il gradasso, il vanitoso, lo spaccone, ha ripetuto l'episodio leggendario, e sceso al porto, ha dondolato goffamente attraverso le vie di Fano, e gli studenti delle principali università italiane convenuti per il raduno goliardico, gli hanno fatto la "matricola".La sera precedente, inizio ufficioso del carnevale, il Gruppo Sperimentale "I Filodrammatici" di Fano, aveva presentato con vivissimo successo al Politeama Cesare Rossi, "II Bugiardo" di Goldoni, ed ora i goliardi, fatto il loro dovere di "antiani" all'anzianissimo personaggio, davano appuntamento allo stesso Politeama per una grande veglia.
Sette giorni bastano
Il giorno successivo ben settecento bimbi affollavano gustosamente abbigliati, in tutte le fogge volute dalla tradizione del le maschere italiane, lo stesso Politeama per il Festival ad essi dedicato. Sabato 3, brillante e riuscito appuntamento dei cacciatori fanesi per una serata danzante costellata di spacconate degne di codesti sportivi e dell'occasione che li riuniva. Domenica 4, quasi senza interruzione, dalle 16 col ballo popolare, alle ore piccole con la "Notte del Folklore", i fanesi e gli innumerevoli ospiti che già avevano piantato le tende, introducevano, senza tirare il fiato, il gran gala del "Tradizionale Veglione in Maschera" di lunedì, con trecentomila lire di premi. Quello che succede in tal notte conduce la fantasia alle descrizioni dei baccanali o all'eco degli "impazzi" di Montmartre; le danze, il capogiro delle sparatorie di coriandoli, dolciumi e confetti, il cenone di mezzanotte, l'allegria e l'animazione che raggiungono toni inimmaginabili nelle ore piccole, fanno credere che si sia toccato il limite massimo dei festeggiamenti. Invece è nel pomeriggio del nuovo giorno fatto, mentre gli ultimi abiti da sera si allontanano dal Politeama trascinando l'esile coda di una stella filante, che Fano si appresta a dare un fantasmagorico "addio!" al Carnevale.Folla, folla, folla...
Lunghe teorie di tribune, capaci di migliaia di posti fiancheggiano il bel via Gramsci, che si affolla già da mezzogiorno, mentre arrivano macchine e pullman da ogni centro della regione ed anche dall'Emilia - Romagna, dall'Umbria, dalla Toscana ecc. Al terzo passaggio del Corso Mascherato, verso le 17, mentre pubblico fa ancora ressa ai numerosi ingressi, sappiamo già che sono settantamila, gli ospiti di Vulòn, in questo pomeriggio un po' imbronciato del sei Febbraio. Ma Giove non ce la farà. Ad ogni passaggio dei carri, il Carnevale esplode come dinamite, a cariche di folla e a sparatorie fittissime di confetti e dolciumi che si ritrasmettono a ondate da viale Gramsci all'Arco di Augusto, all'anello di Piazzale del Pincio sino al ritorno nel triangolo delle Scuole Corridoni.Paperino ha vinto
La fantasia dei concorrenti al gran "va" si era felicemente sbizzarrita, ispirandosi ad una canzone come quella di Pacassoni con l'allegoria « La vita è tutta qua» (cin cin che bel), ad un vecchio adagio ( Del Vecchio con « Finito Carneval...» finito amore), ai films western ( Valentini con «L'assalto alla diligenza»), alla letteratura dei piccoli (Bertozzi con «Pinocchio al Carnevale») ai cartoni animati di Walt Disney (Cerasoli con «Paperino al Polo Nord»), e al circo (Maggioli con «I cent'anni del domatore »). Ma la lotta apparve subito serrata fra Peperino e la Diligenza, due allestimenti in cui buon gusto, vivacità, inventiva, avevano giuocato con ottimi risultati. Vinceva Paperino fra la costernazione degli indiani che inseguivano la diligenza, mentre la folla correva già intorno ai bengala, alle luminarie, ai fuochi d'artificio, coro tumultuoso e abbagliante di scoppi e fiamme intorno alla cremazione del «lupo».(sic! n.d.r.) Il Carnevale fanese dura una settimana in un intero anno, ma basta.Sauro Brigidi
Da: ENAL - Numero unico - Febbraio 1951
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IN ATTESA DELLA GRAN SFILATA
La carnevalesca
orgoglio fanese
La Società Carnevalesca si ferma. Questo fanesissimo sodalizio cittadino che ormai conta oltre mezzo secolo di
vita, sotto la fluida del Cav. Giuliano Solazzi procede avanti e si aggiorna costantemente ai tempi. Ad ogni anno che passa, allorché il giorno della Gran Sfilata dei Carri si approssima e l'attesa comincia a stuzzicare i cittadini, novità e sorprese arricchiscono e completano la grande manifestazione folkloristica. Il 1951 è stato l'anno in cui la più grande novità ha caratterizzato il massimo avvenimento fanese: cioè il trasferimento del Corso Mascherato dallo stretto budello di Corso Matteotti allampio adattissimo Viale Gramsci. Il 1952, in considerazione del successo riportato, sanzionerà definitivamente il fortunato spostamento e il Viale Gramsci diventerà l'alveo carnevalesco per eccellenza in cui si muoverà la fantasmagorica sfilata dei carri e ove ondeggerà la gran marea di folla proveniente da ogni parte di Italia per assistere all'indimenticabile torneo delle superbe, geniali creazioni mascherate che già, nelle duttili mani degli appassionati carristi di Fano, cominciano a prendere forma e significato.
Alle tradizionali feste e manifestazioni che contrassegnano solitamente l'ultima settimana di Carnevale, quest'anno ne viene aggiunta una altra importantissima e di cui veramente se ne sentiva il vuoto: la mostra del Cartellone pubblicitario. Come è noto, il concorso bandito a suo tempo da la Società Carnevalesca, e al quale hanno partecipato ventisette concorrenti, è stato vinto dal pittore fanese Vittorio Corsaletti.
E non poteva certo mancare che anche il «pupo», personaggio centrale e dominante del Carnevale, sempre in armonia coi tempi, non volesse rispettare la tradizione. Esso infatti si presenterà a cavalcioni di un "motoscooter" attorniato da tutti gli appassionati di questo agevole moderno mezzo di locomozione. Saranno le "Lambrette" che, in una grandiosa parata costituiranno il regale corteggio di sì tanto importante personaggio il quale purtroppo, come è successo sempre, si dovrà poi sacrificare sull'ara dellentusiasmo e dell'allegro trambusto popolare.
A complemento degli accennati festeggiamenti centrali si rinnoveranno quelli marginali e insostituibili: il Gran Festival dei bambini in costume, giorno di delizia e di gioia per i più piccini e il Gran Veglione Mascherato, divertimento e diletto per i più grandi; fra tutti i partecipanti alla Gran Gala danzante, verrà sorteggiata una "Lambretta", simbolo carnevalesco del 1952. Inoltre sarà certamente ripresa la mostra dei negozi e delle vetrine che tanto genialmente ebbe luogo qualche anno fa. Gli esercenti, quindi sono anche essi mobilitati per fare sempre più bella e più completa la settimana del carnevale.
Finalmente, dopo il rituale ricevimento dellaraldo del Carnevale che avrà luogo il giorno 21 febbraio, il martedì seguente, 6 imponentissimi carri sfileranno per il Gran Corso Mascherato per contendersi lambito primo premio che è notevolmente al di sopra del mezzo milione; la domenica successiva, la sfilata si ripeterà ancora e la cremazione del condottiero lambrettista suggellerà il clamoroso avvenimento.
C'è infine l'ultima grossa novità; le tribune che si alzeranno ai margini del Viale Gramsci, non saranno costruite con tavole e travi come nello scorso anno, ma verranno invece montate in appositi tubi di ferro della ditta "Innocenti" che porterà un rimarchevole vantaggio al lavoro di allestimento e consentirà una maggior sicurezza, per i cittadini.
Enzo Amadei
Da: Corriere delle Marche del 31/12/1951
Dettaglio scheda
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Data di redazione: 01.01.2000
Ultima modifica: 17.01.2006
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