Carnevale, feste, tradizioni e lavoro
Carnevale di Fano - Edizione 1952
CRONACA DI FANO
Nel Carnevale dell'Adriatico il Corso mascherato dei bambini
Anche quest'anno, com'è consuetudine, il grandioso Carnevale dell'Adriatico presenta ai suoi numerosissimi ammiratori che hanno valicato ormai da tempo i confini delle Marche, una graziosa novità: il Corso Mascherato dei Bambini. Questa, che sarà indubbiamente una simpatica sfilata rallegrata dal complesso fanese della «Musica Arabita», è da tutti vivamente attesa e si svolgerà il 9 corr. subito dopo il fastoso Ricevimento del Pupo di carnevale caratteristica della Manifestazione fanese e che quest'anno sarà rappresentato dalla romantica ed ottocentesca figura d' "El veturin". Nei giorni 12 e 14 si svolgeranno poi, i due grandi Corsi Mascherati, con carri allegorici e mascherate a piedi tra una indiavolata battaglia di dolciumi ed un fantasmagorico spettacolo pirotecnico. Sono in palio premi per un ammontare complessivo di L. 800.000. I carri e le mascherate a piedi, a cui i nostri bravi e volonterosi artigiani hanno indefessamente atteso negli appositi cantieri da circa 4 mesi, rappresentano i seguenti motivi: Cinema e Sport; Maschere Italiane; Nel paese di Bengodi; Gran Varietà; e le mascherate: Esistenzialisti al Carnevale; Assalto al Carnevale. Queste prettamente frusagliane e quasi centenarie manifestazioni che si svolgeranno lungo tutto l'ampio Viale Gramsci affiancato per l'occasione da eleganti tribune, certamente richiameranno anche quest'anno parecchie migliaia di persone che scendono qui a Fano da ogni parte d'Italia con ogni specie di automezzi e con treni speciali dal biglietto ridotto. La bella organizzazione viene, come sempre, curata in ogni suo aspetto dalla Società Carnevalesca con il contributo speciale dell'Azienda autonoma di Soggiorno.(Gi- Bo)
Da: L'Avvenire d'Italia del 8/2/1952
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CORRIERE DI FANO
Il pupo del carnevale arriverà in moto il giovedì grasso
E ormai vicino il 26 febbraio, ultimo giorno di Carnevale, in cui avrà luogo limmancabile sfilata dei carri allegorico. Questa seconda edizione del Corso mascherato sul nuovo percorso del Viale Gramsci, ci porterà anche questanno, delle novità e delle sorprese. Prima di tutto esso si presenta più grandioso che mai; infatti, lesperienza dello scorso anno non poteva non dar luogo ad una più audace costruzione dei carri e ad una loro maggior perfezione tecnica. Ciò abbiamo potuto constatare in seguito ad una visita fatta negli enormi hangar in cui stanno sorgendo le geniali ed estrose costruzioni, creatori delle quali sono i valenti carristi fanesi. Questi capannoni, messi a disposizione dal Comune, da tre mesi ospitano i fucinatori della manifestazione carnevalesca ed adesso, che la data attesa è imminente, i carri cominciano a prendere forma e cominciano a prendere forma e notte (sic! N.d.r.) di colpi e rimbombi come tanti antri di giganti; e veramente dei giganti si stanno creando.
Diversamente di come si era deciso lanno passato e cioè di fissare anche per il Carnevale di Fano, una sua maschera tipica che lo simboleggiasse, si è invece preferito scegliere il pupo attraverso un concorso di bozzetti. Questo, bandito a suo tempo, è stato vinto dl pittore fanese Vittorio Corsaletti in collaborazione con Giovanni Pierpaoli, per cui il personaggio prescelto, che impronterà di sé, la settimana carnevalesca, arriverà in motoleggera. Leggera per modo di dire perché un grosso motoscooter è stao alluopo allestito onde, aggiornato coi tempi, il moderno personaggio, rechi il suo tradizionale saluto del giovedì grasso.
Da: Giornale dellEmilia del 17/2/1952
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Come nel paese delle meraviglie all'imminente Carnevale di Fano.
I "cantieri" sembrano altrettanti teatri di posa Sei carri di proporzioni preoccupanti - La pazzia coreografica del corso mascherato Treni speciali da Ancona e Bologna A Fano hanno soppresso la domenica, e forse hanno fatto qualcosa di più visto che la Bibbia dice che il settimo giorno Dio si riposò dalle fatiche della Creazione, ma non se, dopo fatto il giorno, abbia lavorato nelle fasi seguenti anche di notte. A Fano non stanno costruendo il mondo, anzi sarebbe più giusto dire che lo disfano nel suo ordine logico e coerente, abbandonandosi alle più bizzarre e fantasiose rappresentazioni del creato e delle creature; ma per far questo nonché ignorare la domenica, sopprimono la notte, e vivono senza soluzione di continuità la loro frenetica opera che nessuna Bibbia si azzarderebbe a tramandare. Vero è che, nelle ceneri del "pupo", finirà tutto, ed è proprio in tale prevista conclusione che si giustifica l'annuale follia degli uomini. Ma intanto in un caffè del centro dove avevamo cercato ristoro al termine di un vertiginoso giro nella giungla della "Carnevalesca", la grande febbre ci è serpeggiata ancora intorno, fra i capannelli, il fumo della express e delle sigarette; commenti e discussioni soffritti nell'arsenico, quadretto vivente del cittadino che-protesta riprodotto in mille forme, tutte gustose e divertenti, anche se scoccata all'indirizzo del presidente, comm. Solazzi che ci aveva ricevuto al mattino (di domenica) in quel centro nevralgico che è il suo ufficio, rigurgitante di traffico, di cartelli, manifesti, corrispondenza e trilli di telefono. Tutta la città dev'essere in questo stato: Fano rigurgita. E mai come quest'anno tale situazione è giustificata. Dal successo per il concorso del cartellone pubblicitario, che ha ricevuto il pennello di notissimi artisti specializzati (ha vinto per molte lunghezze l'indigeno Corsaletti), alla messa in opera dei carri, il Carnevale fanese 1952 ha subito una dilatazione che sa di magia. Sembrava una frase buttata là, quel "Carnevale dell'Adriatico" appioppabile ai festeggiamenti fanesi per riflesso al "Carnevale del Tirreno" che si svolge a Viareggio, e invece, a parte gli schemi e l'estrema genialità delle trovate, lo stesso comm. Solazzi è costretto a dirci, seriamente perplesso, che i sei carri in allestimento denunciano "proporzioni preoccupanti ". Visti da fuori, in fondo alla curva di V.le Gramsci, i cantieri hanno il vago aspetto di teatri di posa, e non si può negare che questa impressione si adatti a quanto vi sta nascendo dentro. Dietro quelle staccionate e sotto quei tetti provvisori, si montano le scene di un cartone animato dell' umanità, o meglio della Creazione ripetuta contro le regole della Bibbia (senza domenica e con i turni dl notte), e contro le regole della logica e del buon senso. Come si addice, appunto, alla periodica follìa degli uomini che, per brevi giorni, ignoreranno l'uniformità, i convenzionalismi e le pene di sempre. Ci vuol poco infatti, a trovare grotteschi scienziati del 2000 con un proiettore di raggi cosmici puntato su Eva, che Adamo ha lasciata sola per cavalcare beato un mastodontico dinosauro, cui si aspetta di montare la coda. E aveva ragione di preoccuparsi il comm. Solazzi: gli ottocento metri cubi abbondanti di ogni "cantiere" sembrano una camicia di forza per ognuna delle sei pazzie coreografiche, ed anche questo che il prof. Pierpaoli intitolerà "Gli Evi di Eva", dalla Genesi al 2000, appare tronco in larghezza e altezza, come gli altri, costretti alla metà o ai due terzi dell'intero allestimento. E' questa la magia inesplicabile del Carnevale 1952. Proiettati dal vulcano dei festegqiamenti (dal 21 febbraio al 2 marzo), ai margini del corso mascherato ci sentiremo pressapoco come Alice nella colorata fantasia di Walt Disney, e non sarà tanto un "Paese delle Meraviglie" per il mondo fiabesco che ci sfilerà davanti, quanto per l'inattesa sproporzionata di esso, rispetto anche alla più ardita attesa. Il Carnevale di Fano è improvvisamente, smisuratamente cresciuto: allegorie accoppiate per trenta metri di lunghezza, fantasie librate nell'aria fino a 15 metri. Per le ore pomeridiane del 26 febbraio liberata dalla camicia di forza dei cantieri, la pazzia coreografica del corso mascherate si libererà lungo il magnifico viale Gramsci, fiancheggiato da 1500 metri di tribune comprendenti 180 "box" e 6 grandi scanni pubblici. Quando Alice mangia il frutto fatato che la rimpicciolisce, deve provare la stessa impressione che proveremo noi in quel pomeriggio, insieme agli ospiti che arriveranno a Fano con i treni speciali da Bologna e da Ancona, già predisposti dai rispettivi compartimenti ferroviari. Tornando ai carri, dobbiamo aggiungere che la "dilatazione" ha investito oltre che le proporzioni, anche le idee. C'è una mano felicemente moderna, accanto alla genialità della concezione e della composizione, nel tratteggiare umoristicamente le espressioni dei personaggi e nel caricaturare le cose. La rappresentazione abbastanza complessa del prof. Pierpaoli richiederà la diffusione di un volantino in versi sdruccioli per rendere apprezzabile in tutti i particolari il suo carro (un Carnevale per intellettuali); in compenso quelle che il Gruppo Fanese dei Cacciatori ha fatto allestire a cura di Toto Corsaletti (vincitore del cartellone, pittore, scultore, fantasista; un Orson Welles della situazione) ci batterà con la sua imponenza e il gusto raffinato dei particolari; e la "Nave del deserto", dovuto all'estro fantasioso di Hermes Valentini si farà apprezzare per le trovate comiche di gusto disneyano, culminanti attraverso l'arguta trattazione del cammello-nave, nella presenza di un "cammellino di salvataggio". Un vero e proprio "Paese delle Meraviglie" ha costruito Luciano Del Monte ispirandosi ad uno dei più curiosi personaggi di Walt Disney: Muci. Pietro Pacassoni aveva scritto sulla porta: "per evitare spiacevoli rifiuti, è vietato l'ingresso", e questo perché il simpatico artista fanese vuole arrivare di sorpresa con "Ciuf, ciuf" il suo "trenino allegro" ma chi l'ha fatta bizzarra è Cesare Del Vecchio con la sua "Rivolta in cucina" che Spezi ha cominciato a dipingere: provate a indovinare cosa accadrebbe in una qualsiasi cucina se tutti gli animali che vi finiscono da vittime, si ribellassero attuando il "dente per dente". Del Vecchio ci ha fatto un carro di 15 metri. All'edizione 1952, i valligiani, mezzadri o diretti della provincia si vedranno inopinatamente "carnevalizzati" nel pupo che il prof. Pierpaoli ha ideato, su un rombante moto-scooter. Figurazione che ha suggerito per l'occasione un raduno di scooteristi di varie provincie d'Italia. Lasciamo Fano per prendere fiato. La "Carnevalesca" è una giungla, nei cantieri lavorano giorno e notte, al caffè, invece di bere in pace l'aperitivo si danno cornate sull'organizzazione dei festeggiamenti, un terzo della città è inondata di colla, sepolta da quintali di carta, impiastricciata di colori. E' una faccenda da prendere a pillole. Brisa Da: Giornale dell'Emilia del 19/2/1952****************************
Il "pupo" scooterizzato apre oggi a Fano i festeggiamenti del "Carnevale adriatico"
Un originale corteo folcloristico - Sei giorni di danze - In vista la battaglia per l'elezione della "Miss" - Con la cremazione del simbolico personaggio si concluderà la baldoria
Quando il comm. Solazzi dice che i carri sono di « proporzioni preoccupanti », si capisce che non gli dispiace, ma il motivo di lamentarsi ce l'ha perché i cantieri erano a disposizione dei «carristi» sin dall'ottobre dello scorso anno. «Se volevano fare accidenti come questi potevano cominciare prima, no? Invece eccoli qui, col fuoco che li brucia sotto, e magari col desiderio che il movimento di rotazione del globo rallenti un po', sino al 26 febbraio...». Quando i fanesi formato-domenica si danno cornate nei caffè del centro per dir male di tutto quel che si fa sul carnevale, si capisce che sotto sotto se la godono, e che miglior argomento per eccitare le fantasie non si troverebbe. Quando alla «Carnevalesca» si disperano per la mancata diffusione di un manifesto, o la minaccia di un carrista di non finire in tempo, o si imbrogliano negli inevitabili «inghippi» organizzativi, si capisce che è tutto vero e che anche il carnevale chiede un prezzo di arrabbiature, di urlacci e di preghiere. Ma arriva un certo momento in cui la rumorosa, agitata, variopinta babilonia di orgaizzatori e artisti, falegnami e montatori, foreste di legnetti e carta e colla, sostegni, puntelli, barattoli di colore, suoni, smorfie incantate, date e ora, tutto sembra «montare» come una marea, e si muove, di un movimento sempre più rapido e vertiginoso che trascina ogni cosa con sé sino alla consumazione. Il carnevale arriva e passa cosi, e sempre con l'aria di cogliere di sorpresa chi ha preparato e atteso per tanto tempo. Ci sembra impossibile così, dopo aver visitato i «cantieri» appena dieci giorni fa, di dover scrivere che oggi, giovedì, il «Carnevale dell'Adriatico» compie già il suo primo atto, con l'arrivo del «pupo» in un originale corteo folcloristico. E' la marea che comincia a rovesciarsi dal gran pentolone ove ancora tutti i colori, tuti i suoni, tutta l'allegria, si urtano e si respingono a colpi di martello, a stridori di seghe, in un vociare concitato e febbrile. Il carnevale nasce così, da vero carnevale. E intanto ecco il «pupo» questo dedicato al contadinotto che, stanco dell'antica ingiustizia e dalle tante angherie, inforca il... motoscooter e va a spassarsela a Fano. La ricostruzione è cinque volte la grandezza normale e si deve al prof. Pierpaoli e al signor Corsaletti. Quando il pupo avrà fatto il suo ingresso trionfale, Fano fino al collo sarà dentro il carnevale. Nessuno dei soliti quattro o cinquecento bambini mancherà al festival mascherato che sabato 23 si organizza per loro al « Politeama Cesare Rossi» nel quale la sera è previsto il «gran ballo Diana». E con appena il tempo di respirare nel pomeriggio e nella serata danzante di domenica 24 troviamo piazzata, per le ore 18, l'attesissima mostra delle vetrine, per cui tutto il Corso di Fano aspetta di sfavillare. Poi la prima carnevalata col botto, la notte di lunedì 25 al grande, tradizionale veglione in maschera, nel corso del quale è prevista battaglia per l'elezione di Miss Carnevale 1952. Punta culminante della «marea» le prime ore del pomeriggio di martedì 26: passaggio dei carri per il corso mascherato, danze sino a notte inoltrata, spettacolo pirotecnico e la folla straripante, che ogni anno cresce di più e che, con l'aiuto di Giove, potrebbe rendere insufficiente il mastodontico schieramento di tribune lungo tutto il viale Gramsci. Il carnevale si chiuderà, secondo la consuetudine ambrosiana, domenica 2 marzo, con il secondo corso mascherato e con la cremazione del carnevale, seguita da fuochi d'artificio. Anche quest'anno l'importante manifestazione della «carnevalesca» ha avuto l'alto patrocinio dell'Enal (Direzione provinciale di Pesaro) intervenuto nei modi e nelle forme che gli sono per legge, a favorire l'organizzazione ed il migliore successo del «Carnevale dell'Adriatico». Brisa Da: Giornale dell'Emilia del 21/2/1952****************************
SI E' ALZATO IL SIPARIO SUL "CARNEVALE DELL'ADRIATICO"
Fendendo una gioconda marea di folla
È arrivato ieri a Fano il "pupo scooterizzato
Si tratta di un Renzo Tramaglino stile 1952 - La calda accoglienza riservata allambasciatore di sana allegria - A martedì il primo corso mascherato
(E. A.) Il sipario sul palcoscenico del viale Gramsci, per il «Carnevale dell'Adriatico», si è ieri alzato a Fano. Il preludio dei festeggiamenti carnevaleschi ha avuto inizio puntualmente; preceduto dalla banda cittadina e dallo stato maggiore carnevalesco in alta uniforme, e scortato da uno sciame di motoscooteristi, è arrivato «Il Villico» che, abbandonato ogni mezzo retrivo di locomozione, quali l'asino, il porco o il velocipede, si è voluto uniformare ai tempi, inforcando una grossa motoleggera: una specie quindi, di Remo Tramaglino modernizzato. Infatti, sul sellino posteriore conduceva una grossa cesto dalla quale, insofferenti della cattività, cercavano di evadere starnazzanti pollastri, mentre un panciuto porchetto ne sorvegliava le mosse. In spalla appeso ad un lungo bastone pendeva un dozzinale fagotto contenente un timido coniglio.
Lungo tutto il magnifico viale Gramsci, fanesi e forestieri convenuti dalla città e dai paesi vicini, in numero stragrande, rendevano calda accoglienza al simpatico ospite, ambasciatore non certo di pena, ma della più schietta allegria.
Il «pupo», bonario e pacioccone, non lesina di ostentare il suo motorizzato cavallo di acciaio, e percorre più volte il viale fendendo la marea di folla, in mezzo al clamore giocondo e ad avvisaglie di confetti grandinanti un po' dappertutto, mentre fiotti di coriandoli policromi volteggiano nell'aria come neve cromatica cadente da un cielo in festa.
E la festa, quel senso di innocua follia, si effonde dappertutto come una epidemia benefica, protraendosi fino a sera.
La baldoria allora finisce, e la folla, lieta e soddisfatta, se ne ritorna ai luoghi di provenienza, con nel cuore la certezza di tornare martedì, per assistere alla prima grandiosa sfilata dei carri.
Da: Giornale dellEmilia del 22/2/1952
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Il Carnevale di Fano
FANO, 23. Come ogni anno, puntuale, nel pomeriggio del Giovedì Grasso, alla stessa ora, è giunto a Fano il «Carnevale». Un personaggio allegorico di carta pesta, che cambia aspetto e significato, ogni anno, rappresenta a Fano il «Carnevale», che la tradizione e i fanesi chiamano affettuosamente il «pupo».Si presenta al pubblico il Giovedì Grasso, e la cittadinanza tutta, con i dirigenti della Società Carnevalesca in testa, la va ufficialmente a ricevere. Si forma poi il corteo: la banda, i maggiorenti in tuba e sparato, su eleganti carrozze con pariglie aprono la sfilata; segue l'illustre personaggio sotto una pioggia di confetti ad annunciare che è arrivato il Carnevale. Dimenticavo di dire che il Carnevale, anche il Carnevale, è arrivato questo anno in Lambretta.
Migliaia di persone sono accorse da ogni parte a rendere omaggio al «pupo». I viali, 1e tribune, rigurgitavano di gente allegra. La battaglia dei confetti è intanto cominciata e avrà il suo culmino, martedì grasso, con lo scoppio finale del Carnevale. E' intanto annunciata per il pomeriggio di sabato 23, la meravigliosa festa in maschera dei bambini al Politeama.
Lunedì sera, al Politeama «Cesare Rossi», il tradizionale Veglione in Maschera, sfolgorerà di eleganza e bellezza. Martedì pomeriggio avrà luogo il Corso mascherato, con la partecipazione di 6 carri che si preannunciano meravigliosi. Martedì sera, nei saloni del Lido Danze si chiuderà il «Carnevale dell'Adriatico», con una festa danzante, alla quale parteciperanno numerose Miss e dive, fra cui Miss Italia 1951, Miss Cinema ecc.
Da: Il Giornale dItalia del 24/2/1952
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Rilievi e suggerimenti per il secondo corso mascherato
A quanto abbiamo scritto sul primo Corso mascherato, del suo trionfale successo - tanto che si calcola vi siano intervenute circa 100 mila persone- nulla abbiamo da aggiungere di sostanziale e soltanto possiamo dire che alla sfilata di imponenti e meravigliosi carri, hanno preso parte anche "Miss Italia", "Miss Cinema" "Miss Stampa", oltre alle "Miss Torino e Liguria". I sei carri che hanno partecipato al primo carosello folcloristico sono degni della più ampia ammirazione sia per la fantasiosa costruzione e sia per il senso artistico con cui sono stati eseguiti. E se un rilievo, sentiamo di elevare, questo va al comitato direttivo, al quale è affidata l'organizzazione, la quale ha palesato qualche manchevolezza, del resto rimediabile. Per prima cosa, il più colossale dei carri: "L'orgia del cacciatore", dopo la forzata sosta per l'inconveniente che ha dovuto lamentare a cento metri dalla partenza, avrebbe dovuto essere tolto di mezzo, una volta giunto faticosamente all'estremità del viale: ciò non si è fatto. E il suo stentato procedere ha intralciato la sfilata sminuendone il lato spettacolare. Un'altra cosa che deve preoccupare la "Carnevalesca" è il superatissimo sistema di traino: ormai la mole che hanno raggiunto i nostri carri s'aggira sulla tonnellata e non è più pensabile che due o tre paia di animali possano trainare agevolmente tanto peso. Fatica tripla, se si pensa poi alla ressa della folla, al frastuono, al getto turbinante, al baccano, tutti fattori che concorrono a turbare e spaventare gli animali. Se non si deciderà di aumentare il numero degli animali anche per non incorrere in richiami da parte dell'Ente protezione animali non si potrebbe sperimentare come altrove, il traino meccanico? Ciò renderebbe indubbiamente più agevole e più regolare lo svolgimento a vantaggio naturalmente del pubblico che interverrà sempre in gran massa alla nostra massima manifestazione. Quanto abbiamo detto non è altro che il riflesso dei commenti dei cittadini, che abbiamo raccolto, ovunque ci siamo recati. Domenica, 2 marzo, come annunciato, del corso mascherato avremo la seconda edizione. Da: Giornale dell'Emilia del 28/2/1952****************************
Sotto la gragnuola dei confetti
qualche vittima al corso mascherato fanese
Un occhio gravemente contuso - Causa le spinte, una donna cade e si frattura un polso - Borseggio di oltre 100 mila lire
Sotto la fitta gragnuola di confetti, alcuni anche di calibro che vorremmo fosse proibito, è rimasto vittima martedì sera, al corso mascherato di Fano, il signor Bruno Ruzza, di Serafino, di anni 18, profugo dal Polesine, il quale recatosi nella vicina città per assistere alla sfilata dei carri, si è trovato ad un certo momento in mezzo al massiccio tradizionale bombardamento.Il Ruzza, senza nemmeno aver potuto identificarne la provenienza, ha ricevuto una grossa confettata all'occhio sinistro che gli aveva causata una forte contusione per cui ha dovuto ricorrere alle cure dei sanitari dell'ospedale Santa Croce di Fano; poiché la ferita presentava una certa gravita è stato necessario il ricovero dell'infortunato all'ospedale di Pesaro. I medici hanno diagnosticato la guarigione entro 7 giorni s.c.
Sempre in margine al carnevale di Fano si deve registrare un altro infortunio. Ne è rimasta vittima la casalinga Elisa Pascucci, fu Andrea, da Pesaro, di anni 67, la quale accintasi a prendere l'autobus in partenza dalla nostra città per recarsi a Fano si è trovata al momento di salire sulla macchina in mezzo alla solita confusione che si verifica in quelle circostanze.
Fra spinte, gomitate e simili la poveretta ad un certo punto ha persol'equilibrio ed è finita a terra fratturandosi il polso sinistro. All'ospedale San Salvatore ove la Pascucci ha dovuto subito ricorrere, i sanitari hanno disposto il ricovero. Ne avrà per 40 giorni s.c.
Oltre gli infortuni che, come si dice risultano ufficialmente, innumeri saranno stati, pensiamo, le contusioni e le ammaccature in tutte le parti del corpo, visibili e non visibili, per non tacere dei borseggi che, come si sa, vengono effettuati nelle particolari condizioni favorevoli dei grandi ammassamenti di persone; di uno ne siamo al corrente, quello di cui è rimasto vittima una persona per ben 108 mila lire.
Da: Giornale dell'Emilia del 29/2/1952
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Esito della premiazione dei carri carnevaleschi
Al Politeama ha avuto luogo la consueta premiazione dei carri allegorici che hanno preso parte ai due corsi mascherati. Eccone il risultato: 1.o premio: «Il museo al Carnevale» con punti 221; 2.o premio: «La nave del deserto» con punti 219; 3.o premio: «La rivolta in cucina» con punti 210; 4.o premio: «Arriva Ciuf ciuf» con punti 199; 5.0 premio: «Beniamino nel paese delle meraviglie» con punti 168; 6.o premio: «Bugiardi in orgia» con punti 146.Mascherate: 1.o premio: «Natura morta» con punti 131; 2.o premio : «I tre caballeros» con punti 125.
Da: Giornale dell'Emilia del 7/3/1952
Dettaglio scheda
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Data di redazione: 01.01.2000
Ultima modifica: 13.06.2013
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