Carnevale, feste, tradizioni e lavoro
Carnevale di Fano - Edizione 2003
La reginetta del Carnevale Daniela Colocci (23 anni) incoronata all'Alberone
"Mi sento la più felice del mondo"
FANO — «Sono contenta, veramente contenta. Speravo di essere tra le prime tre, ma fino all'ultimo ho temuto di non farcela». Daniela Colocci, 23 anni, studentessa di Conservazione dei Beni Culturali. indirizzo Beni Librari, all'Università di Urbino, è la «Reginetta del Carnevale 2003. Al secondo posto, damigella del Carnevale e Miss Alberone, Federica Francolini. 15 anni, studentessa del secondo anno dell'Istituto tecnico Battisti; al terzo posto, damigella del Carnevale e Miss "Carlino" si è classificata Sofia Frattini 20 anni, iscritta alla facoltà di Giurisprudenza all'Università di Urbino. Sono queste le tre ragazze, tutte fanes, che al ristorante l'Alberone di Cartoceto, sono salite sul podio e hanno ottenuto il maggior numero di preferenze derivanti dalla somma dei tagliandi pubblicati sul «Resto del Carlino» e dal voto della giuria qualificata.Ancora emozionata Daniela Colocci: «Finché non ho sentito il mio nome — ricorda — non pensavo che proprio io sarei diventata la reginetta del Carnevale». A lei ha ceduto corona e mantello Lucia Pezzolesi, la reginetta dello scorso anno. Daniela è stata sommersa di omaggi (la Statua della Fortuna offerta dal Comune di Fano, il Carlino d'oro messo a disposizione dal Resto del Carlino, la targa dell'Ente Manifestazioni e dell'Ente Carnevalesca e il bracciale offerto dalla gioielleria di Claudio Pacifici) «che rimarranno sempre — commenta — bellissimi ricordi. Quando ho capito che era io la reginetta mi sono sentita la ragazza più felice del mondo e non vedevo l'ora di indossare la corona e lo scettro».
Domenica scorsa, la prima uscita ufficiale sui carri allegorici della reginetta Daniela Colocci e delle due damigelle Federica Francolini e Sofia Frattini. «Ci siamo divertite, non ci sono stati attriti — fa notare Daniela — nè rivalità tra di noi. Tutte tre, domenica, eravamo contente del risultato ottenuto».
Per quanto riguarda il resto della classifica in quarta posizione si è attestata Benedetta Boiani, quinta è arrivata Elisabetta Antognozzi, mentre sesta si è posizionata Silvia Gabbianelli. Al settimo posto, a pari merito, Marika Bargnesi, Valentina Bartolucci, Desirè Calvigioni, Angela Domenicucci, Silvia Fiorentini e Giulia Giovanelli. Le più votate dalla giuria sono state oltre a Daniela Colocci, Sofia Frattini che è così passata dal quarto al terzo posto e Angela Domenicucci di Abbadia di Naro, l'unica partecipante non fanese.
An. Mar.
Da: Il Resto del Carlino del 25/2/2003
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Parla l'aiuto regista dello spettacolo
Bartolucci: «Il maestro ha coinvolto l'intera città»
di ELISABETTA MARSIGLIFANO — Fabrizio Bartolucci, attore e regista fanese, sta svolgendo il lavoro di coordinamento dello spettacolo evento del Carnevale di Fano ideato da Dario Fo. Il lavoro ha incontrato non pochi ostacoli organizzativi proprio perché coinvolge una città in maniera totale, ma questa è la forza di tutta l'operazione. Abbiamo incontrato Bartolucci in una pausa delle prove poco prima del debutto.
Com'è stato il rapporto con Fo?
«Molto interessante, Fo è una figura estremamente attiva e dinamica, di intelligenza fervida viva e gioiosa, è inarrestabile. Ha scritto testi e canzoni per questo grande spettacolo che può essere tutto concepito come un'opera. Inoltre ha una grande capacità umana di relazionarsi, un grande rispetto e grande disponibilità che ha dimostrato mettendosi in gioco anche con una realtà così eterogenea: nello spettacolo ci sono bambini, giovani attori, ginnasti, acrobati, ballerini e attori prolessionisti. Oltre 200 persone hanno lavorato a questo progetto che ha destato tra l'altro l'interesse del Portogallo, dove già Fo è presente con mostre e altre iniziative, che vorrebbe acquistarlo in toto».
Lo spettacolo ha un'articolazione singolare, come si svolgerà?
«Anche se si svolge in tre giornate (giovedì grasso, sabato e martedì grasso) è un unico progetto come fosse un unico grande spettacolo composto di più quadri o, come piace dire a Fo, in più "stazioni" come nelle sacre rappresentazioni. E' suddiviso per quadri comico-satirici, giullarate, che hanno per tema la figura del bambino nelle varie dimensioni culturali della letteratura fantastica storica. Attraverserà vari punti della città, per esempio giovedì inizierà dal mare con la nascita di Venere. Anche le musiche scelte sono una singolare mescolanza di musica classica, bandistica e medievale. Partirà quindi un corteo che attraverserà viale Adriatico per arrivare al Pincio dove si sveglierà la seconda dea, Cerere, la dea della terra altra figura fondamentale per ritrovare l'origine antica del Carnevale che al tempo dei romani si teneva a primavera. Il terzo momento sarà invece dedicato al medioevo quando la legge prevedeva che il popolo andasse a chiedere ai potenti che gli venissero consegnati i segni del potere perché nella settimana del Carnevale il potere passava a chi non lo aveva».
Quindi il tuo lavoro è stato di coordinamento di tutti i gruppi e le iniziative?
«Un lavoro non facilissimo anche perché le persone coinvolte sono appunto oltre 200 e inoltre c'erano da mediare tutte le ideazioni di Fo con tutti i partecipanti. E' stata comunque una grande esperienza lavorare al suo fianco: è una delle figure sulle quali mi sono formato dal punto di vista teatrale, per il suo modo di fare teatro, la sua idea dell'attore, e soprattutto l'idea di teatro epico».
Da: Il Messaggero del 27/2/2003
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FO...LLIE DI CARNEVALE
A Fano folla in tripudio per Fo - Uno spettacolo travolgente che ha entusiasmato il pubblico con una fantasmagorica kermesse
di MARCO GIOVENCOFANO - Il trionfo del rito incastonato nell'attualità con maestria e spiccata sensibilità. Il primo dei quattro spettacoli itineranti ideali da Dario Fo ha riscosso un enorme e meritato successo. Da ieri è Carnevale, ma un carnevale dal sapore diverso. Una scenografia unica, grande quanto tutta una città che ha risposto con l'entusiasmo e la partecipazione di migliaia di persone alla rappresentazione del Giovedì Grasso. Sotto un sole quasi primaverile e la precisa regia del Nobel Dario Fo, alle 15,30 ha preso il via all'anfiteatro Rastatt, sul lungomare Sassonia gremito di pubblico, la nascita di Venere e l'arrivo di Dioniso. Evidente, già da qui, l'enorme coinvolgimento di gruppi, scuole e artisti di ogni genere che hanno contornato la nascita della dea della Fortuna con canti, danze, musiche e arazzi con varie scene mitiche. Di grande effetto la scena madre che si è svolta in aria, sospesa sopra il pubblico, grazie alla collaborazione delle autogrù Tomassoni che tenevano a 50 metri d'altezza tre ballerini-acrobati.
Atmosfera in pieno stile "amarcord" in cui il "popolo", finalmente, si è riappropriato della "sua" festa rievocando le origini storiche del carnevale. Tra stupore, commenti ed entusiasmo della gente lo spettacolo si è poi trasferito in pieno centro storico dando vita ad un lungo corteo guidato da Dioniso. Davanti alla millenaria cornice dell'Arco d'Augusto, ha avuto luogo il risveglio di Cerere, la "Madre Terra". Migliaia di persone si sono riversate in ogni angolo disponibile del Pincio dove il risveglio della dea è stato sceneggiato dalla squadra di ginnastica ritmica e dai bambini al suono di musiche medievali. Qui si apre la scena del "rito della spoliazione" in cui, dall'alto dell'Arco d'Augusto, il Padreterno concede il "Carneval" dietro insistenti preghiere. Anzi, fa di più. Lo impone come regola che duri "cinque die" in cui vescovi, podestà e capitano del popolo si spogliano degli emblemi del potere per cederli ai giullari, simboli del "mondo alla rovescia" che terminerà "Martedì Grasso ".
Spettacolare ed emozionante la conclusione dello spettacolo affidata ad un "balletto" di quattro farfalle abbracciate ad un grande globo e sospese nel vuoto sulla folla, forte richiamo alla pace nel mondo, all'unità, alla fecondità e, dunque, alla vita. Oltre duecento i collaboratori agli spettacoli di Fo coadiuvato, oltre che dalla moglie Franca Rame, anche dall'instancabile Fabrizio Bartolucci. «Non ci sono parole per descrivere ciò cui abbiamo assistito - dice un esterrefatto Alberto Berardi, presidente dell'Ente Manifestazioni - e la grandezza umana ed artistica di Fo ha messo a tacere con i fatti la scarsa sensibilità mostrata polemicamente da tante persone. Grazie a lui Fano merita uno spazio in più nella storia». Entusiasti anche il sindaco, Cesare Carnaroli e il presidente dell'Ente Carnevalesca Gianfranco Mazzanti. Questa sera il Teatro della Fortuna ospita "Mistero Buffo", mentre domani il Pupo "Gargantua" impersona lo "sberleffo e il rovesciamento" in piazza XX settembre. Gran finale martedì con il processo al Pupo, ma per ora godiamoci il mondo alla rovescia....
Da: Il Messaggero del 28/2/2003
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La fantasia di Dario Fo colora il Carnevale di Fano
di Massimo FoghettiFANO - Entra in scena la banda musicale e, con grande fragore di trombe, tamburi e altri strumenti, sollecita l'attenzione del pubblico riunito dentro la cavea del teatro a gradoni, in riva al mare. Ecco il banditore che, ritmando le parole e accompagnato da un sottofondo musicale, annuncia la nascita di Venere.
Così inizia lo spettacolo ideato da Dario Fo per la prima giornata del Carnevale di Fano, rappresentato in mezzo alla gente, sul palcoscenico del mare e in quello cui fa da sfondo l'Arco di Augusto. L'attesa e la curiosità che hanno preceduto il giorno della rappresetazione, non sono andate deluse: uno spettacolo così non s'era mai visto e una marea di persone ha seguito da un capo all'altro della città, la voce itinerante di Fo che ha fatto allo stesso tempo da nocchiero, da attore, da cantante, da tecnico, da regista.
Venere e la dea Fortuna che con Fano ha molto da spartire, sono state identificate nella medesima figura nata dal moto incessante del mare e apparsa agli uomini all'interno di una grande conchiglia che, come una luna piena, penzola sull'acqua.
Appare Venere e appaiono due fanciulle che sollevate da una grande gru, volteggiano nel cielo come se si fossero liberate da tutti i vincoli, perfino dalla forza di gravità. Il pubblico non sa trattenere un oooh ... di meraviglia; costumi si confondono con il cielo e per un momento le tre acrobate appaiono sbuffi di fumo accarezzati dal vento.
Ma le sorprese non sono finite: alle spalle dell'anfiteatro appare una strana costruzione che sembra una barca: ha le vele gonfiate dal vento e scivola, come se solcasse i flutti, sull'asfalto. I rematori la condurranno in corteo per le vie della città fino all'Arco di Augusto, sotto il quale farà da sfondo a un'altra imprevedibile rappresentazione. È' la barca dei razziatori che tanto timore incutevano nelle genti che popolavano la Fano papalina o quella dei clandestini che ogni notte solcano l'Adriatico, destando rigurgiti e timori? Le provocazioni di Darlo Fo spaziano dal Medio Evo e all'epoca contemporanea, senza soluzione di continuità.
La sua concezione del carnevale? "Un sorriso che, fa riflettere", ha detto, alludendo al dramma della guerra e scaricando su Bush tutta l'ira e la satira che un menestrello, un giullare sa riversare sui potenti. Un' ombra di amarezza poi gli ha offuscato il viso quando non ha potuto fare a meno di ricordare Alberto Sordi, al quale l'ultimo addio non poteva che essere dato il giorno di giovedì grasso, un giorno allegro, ma non vuoto di pensieri e di affezioni.
Al Pincio, dove il corteo che ha attraversato tutta la città ha fatto sosta, sono tornati gli acrobati: da una macchina leonardesca o da un'astronave giunta da un altro pianeta, hanno ripreso a volare nell'aria i funamboli del "Kitonb Extreme Theater Company", le cui cadute e i cui volteggi hanno fatto provare più di un tuffo al cuore al folto pubblico che riempiva la piazza. Qui è stata rappresentato il risveglio di Cerere, interpretato dalle ginnaste dell'Aurora, mentre la banda di Candelara e il Coro Polifonico Malatestiano riempivano l'atmosfera di note altosonanti. Qui si sono esibili gli attori e i giocolieri, i solisti dell'Orchestra da Camera delle Marche, e il popolo, il vero interprete del carnevali di Fo.
Da: Corriere Adriatico del 28/2/2003
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Ritorna oggi in piazza XX Settembre lo spettacolo del Carnevale di Dario Fo
Il giorno del pupo e dello sberleffo
di MASSIMO FOGHETTISi annuncia oggi lo spettacolo dello "sberleffo e del rovesciamento", così come l'ha definito Dario Fo, nell'ideare il suo racconto che seguendo una sorta di filone boccaccesco, è stato suddiviso in quattro giornate. Oggi è la terza, dopo il grande successo ottenuto dalla rappresentazione di apertura che si è dilungata per le vie cittadine, il giovedì grasso, dalla riva del mare all'Arco di Augusto, fin dove si è dilungato il corteo che ha accompagnato il "carro navale", ovvero il "carnevale" che ha fatto da scenografia alla nascita di Venere e al risveglio di Cerere, dea della primavera. La seconda giornata è stata caratterizzata poi dalla rappresentazione teatrale del "Mistero Buffo", ovvero "Il primo miracolo di Gesù Bambino e altre giullarate, interpretate personalmente da Darlo Fo.
Oggi, dunque siamo alla terza giornata e non è che i fanesi siano lontani dalla città per via della peste; anzi accorreranno tutti in piazza Venti Settembre ad assistere alla presentazione del Pupo che Fo ha immaginato come un gigantesco e glabro Gargantua, un bambinone nudo, roseo come un porcellino da latte che, troneggiando dal campanile della città, inizierà la sua provocazione "buffoneggiando" la gente e "scompisciandosi" dalle risa.
Lo spettacolo inizierà alle 16.30 e si dilungherà fin quando l'atteggiamento irriverente del Pupo produrrà una forte reazione nei tutori dell'ordine che culminerà con l'arrivo delle guardie armate di cannone. Alle 18, poi in diversi punti del centro storico, saranno rappresentate cinque stazioni comico-satiriche che avranno per tema la reazione dei bambini, dei figli, nei confronti dei soprusi o delle angherie degli adulti e dei padri: Guglielmo Tell alla corte malatestiana, mentre scocca la freccia indirizzata sulla mela posta sulla testa del figlio, che certo non avrà gradito un simile azzardo; la Strage degli Innocenti, a piazza Marcolini nei pressi dell'Istituto d'arte, un massacro gratuito che ha avuto come oggetto vittime innocenti; il sacrifìcio di Abramo e Isacco, nel chiostro dell'ex monastero delle Benedettine; un atto che il padre stava compiendo, riponendo la massima fiducia nel Creatore, ma che, certo il figlio non avrà gradito; e poi ancora: il pifferaio magico all'Arco di Augusto e I Tre fratelli nei pressi della chiesa del Suffragio. Ognuna di queste scene sarà replicata alle ore 19.
Lo spettacolo abbraccerà dunque tutto il centro storico e attirerà la gente da una parte all'altra della città, nel vero spirito del Carnevale che è fatto di trasgressione, di allegria, irriverenza e ribaltamento dei ruoli e dei poteri.
In tutto questo, specialmente i piccoli hanno avuto e avranno la loro rivincita, fino a divenire dei veri giganti, così come lo è Gargantua che siederà sul campanile di piazza e da qui irriderà gli adulti. I piccoli hanno disegnato, con una perizia insospettabile splendidi arazzi che decorano la piazza. Sono stati i bambini delle scuole materne di Maggiotti, di Sant' Orso, di Gimarra ad aggiungere la loro fantasia a quella dì dario Fo e mai piazza Venti Settembre è apparsa così festosa e bella, multicolore, imbandierata, ospitale per far divertire piccoli e grandi.
Da: Corriere Adriatico del 1/3/2003
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Il gigante Gargantua troneggia sulla folla
FANO - Prove di sollevamento Pupo, ieri dalia mattina al pomeriggio inoltrato. Roseo e paffutello, da seduto più alto di un uomo, il Gargantua è stato assicurato a un cavo chee ha l'altra estremità legata alla cima del campanile, in piazza 20 Settembrie. Oggi il grosso pupazzo sarà issato in alto e da lassù troneggerà sulla folla del Carnevale, come irriverente protagonista del secondo evento spettacolo ideato da Dario Fo. Le prove per verificare la tenuta dei materiali sono state seguite anche dal premio Nobel, al quale è stata affidata la direzione artistica della manifestazione 2003, assai soddisfatto dall'esordio del giorno precedente. Riconosciuto da alcune insegnanti, ha accettato di buon grado l'invito a farsi fotografare insieme con gli scolaretti, die lo attorniavano e lo abbracciavano festanti. La zona delle prove è stata transennata in via precauzionale, per evitare l'eventuale passaggio dei pedoni, e per tutta la durata delle operazioni è stata sorvegliata da una pattuglia della polizia municipale. Intorno al Pupo, a tiranti e carrucole si affaccendava lo staff di artisti che sta collaborando con Fo alla fase organizzativa del Carnevale.o.s.
Da: Il Messaggero del 1/3/2003
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L'ultimo corso mascherato
Dopo il boom di 50 mila spettatori, Fano pronta al bis
FANO — Ultimo appuntamento con il tradizionale "Corso mascherato" del Carnevale di Fano, oggi alle 15 in viale Gramsci con ingresso gratuito. Dopo la stilata della scorsa settimana che ha visto un pubblico di oltre 50 mila, gli organizzatori confidano in un nuovo successo. E considerate le tante attrazioni, i presupposti non mancano di certo: carri allegorici, mascherate, la "Musica arabita", complessi bandistici, decine di eventi collaterali legati a questa festa popolare e un ricchissimo "getto" di dolciumi dai grandi carri "Con le terme di Carignano la fortuna tutta Fano", "Grande fratello... grande sorella", "Indovina chi viene a cena" ed "Equilibrio Instabile". A render ancor più scoppiettante la sfilata contribuiscono le mascherate ideate da gruppi, associazioni e circoscrizioni: "Il simpatico mondo di Asterix ed Obelix" dell'associazione "Friends". "Fantasie veneziane" del gruppo "Fortuna" con magnifici costumi in stile antico, "Anda! Anda!...Messico e... Nuvole! " del "club non solo donna", "Per un bacio d'amore" del gruppo "E lasciateci divertire", "Garago... riandoli" del "Laboratorio geniale-Bagni Carlo", e "L'Italia sotto zero" dell'associazione Gommapiuma per caso, in collaborazione con Bagni Arzilla e IV circoscrizione. Grande successo hanno ottenuto anche la "bottega del trucco" e la "Cittadella del Carnevale", simpatica iniziativa allestita dalla carnevalesca e dagli "Alberghi consorziati" in zona Pincio per offrire un pomeriggio di sano divertimento ai più piccoli. All'auditorium Sant'Arcangelo e all'ex-Luigi Rossi resta aperta la mostra di Dario Fo e Franca Rame "Pupazzi con rabbia e sentimento".M.G.
Da: Il Messaggero del 2/3/2003
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OH CIELO, E' CARNEVALE
Tutta la città coinvolta dalle "giullarate"
Migliata di spettatori alle diverse rappresentazioni. E martedì gran finale con il processo a Gargantua
di MARCO GIOVENCOFANO - Sberleffo e rovesciamento senza tralasciare la riflessione sulle grandi e attuali tematiche che caratterizzano la condizione umana. Con le sue spettacolazioni Dario Fo non si stanca di lanciare espliciti messaggi di pace e tolleranza che giungono direttamente al cuore della gente sollevando profondi interrogativi sulla storia dell'uomo. Palcoscenico d'eccezione il centro storico di Fano con il suo Carnevale, culla di cultura e tradizione della manifestazione popolare. Migliaia le persone incuriosite dagli spettacoli di Fo che hanno preso d'assalto i vari punti scelti per lo spettacolo itinerante. Sul campanile di piazza troneggia, tronfio, il Pupo Gargantua,pingue bambinello "re del Carnevale" chee dall'alto assiste alle "assurdità" degli uomini e non ne accetta le regole.
Ce n'è per tutti: dai diritti umani calpestali dallo strapotere delle multinazionali ai conflitti di interesse, dall'abuso di potere all'interesse politico anteposto a quello del bene comune. E in prima linea c'è il "giullare" Darlo Fo, regista capace di invitare alla riflessione critica un'intera città. Nè si può dimenticare l'eccezionale lavoro di Fabrizio Bertolucci e di tantissimi attori, gruppi, bande e studenti delle scuole. Spettacolare la discesa del Pupo dal campanile al quale, tuttavia, nonostante le provocazioni e la "pipì" sulla folla, non è necessario sparare: rappresenta l'innocenza. Dalla piazza centrale lo spettacolo si divide verso cinque luoghi simbolo del centro storico, scelti dal Nobel per rappresentare le "giullarate" dipinte su grandi arazzi realizzati dagli studenti dell'istituto d'arte.
Storie diverse con un fondamantale punto in comune: l'attenzione verso il bambino. Alla Corte Malatestiana è di scena un originale "Guglielmo Tell", l'unico del popolo a ribellarsi alle assurdità imposte dal "balivo". Il senso è racchiuso nella ribellione del figlio di Tell, usato per reggere la mela della sfida allo strapotere senza la minima preoccupazione per il suo stato d'animo terrorizzato. Altre scene significative, realizzate in tono molto satirico e non irriverente, sono quelle tra "Abramo e Isacco", al centro di una prova di fede, la "strage degli innocenti" (piazzale Marcolini), in cui si è disposti a calpestare la dignità dei bambini pur di mantenere il potere, il "pifferaio magico" (Arco d'Augusto), che stimola ad una maggiore sensibilità ambientale nel rispetto delle generazioni future, "I tre fratelli" (piazzetta Cleofilo) in cui, tra squallide questioni di eredità, il più piccolo riesce a trovare la fortuna e l'amore, la "presunzione dei maiali", seconda scena in zona Pincio, che mostra che fine fa chi è animato solo da sentimenti di ambizione e vanità. Entusiasti i presidenti dell'Ente Manifestazioni, Alberto Berardi e della Carnevalesca, Gianfranco Mazzanti «per il grande coinvolgimento di tutta la città che ha riconquistato uno splendido rapporto con la popolarità della festa». Martedì ci aspetta il "processo" al Pupo e ... ne vedremo delle belle.
Da: Il Messaggero del 2/3/2003
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E oggi alle 15,30 parte l'ultimo corso mascherato
FANO - Dalle 15.30, su viale Gramsci, terzo ed ultimo Corso Mascherato. Se sarà confortato dal bel tempo è possibile bissare il successo della seconda sfilala che fece registrare oltre 50.000 spettatori. Resta il blocco del traffico (9 - 12.30) e la «concorrenza», visto che oggi è la giornata in cui ogni cità ed ogni paese ha il suo carnevale, ma l'attrattiva di quello fanese è unica. Oltre ai quattro grandi carri allegorici («Con le terme di Carignano fa fortuna tutta Fano», «Equilibrio instabile», «Grande fratello, grande sorella», «Indovina chi viene a cena»), sfileranno i complessi folcloristico-musical «Musica Arabita» di Fano e «Lombarda anni '70» di S. Maria Nuova di Iesi e le mascherate "Anda, anda, Mexico e nuvole" del Club "Non solo donna"; «Asterix, Obelix e Cleopatra»- dei "Friends", "Per un bacio d'amor" del gruppo «E lasciateci divertire», «Fantasie veneziane» del gruppo Fortuna, «Gara Coriandoli»- del Laboratorio Geniale, «Italia sotto zero», mascherata realizzata dall'associazione «Gommapiuma per caso», Bagni Arzilla e 4a Circoscrizione.Dopo il giro della luminaria, spettacolo pirotecnico. Oggi in tribuna la presenza straniera e quella della delegazione ufficiale di St. Albans guidata dal sindaco Keith Stammers. Prima dei dolci di oggi gli inglesi hanno gustato quelli di Stefano Ceresani a «Il Pasticcere» dove si sono incontrati con gli «Amici senza frontiere» di Fano (foto). Oggi gli autobus saranno gratuiti: dalle 8.30 alle 12.30 la 1 e la 4 avranno passaggi ad ogni ora, la 5 e la 6 ogni 30 minuti e nel pomeriggio le linee Fano-Calcinelli (capolinea parcheggio cimitero) e Pesaro-Fano (capolinea via Giulio Cesare) avranno la frequenza di ogni 30 minuti.
Da: Il Resto del Carlino del 2/3/2003
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CARNEVALE L'ULTIMA TROVATA: IL PUPO L'HA FATTA SULLA TESTA DEI PRESENTI
Fo inventa la danza della pioggia
FANO — Piazza XX Settembre piena di gente, ieri pomeriggio, per assistere al «secondo atto» dello spettacolo itinerante di Dario Fo all'insegna «dello sberleffo e del rovesciamento». A calamitare l'attenzione, il Pupo Gargantua che dall'alto del campanile ha «sbuffoneggiato» con irriverenza la folla, fino al punto di fare pipì sulla gente. Il suo atteggiamento di sberleffo ha provocato l'arrivo delle guardie con il cannone e di fronte alla minaccia di essere «bombardato» Gargantua ha preferito scendere da solo e sottoporsi al processo. Questa la parte dello spettacolo che si è svolto ieri pomeriggio, in piazza XX Settembre, durata poco più di mezz'ora, e che una parte del pubblico non ha potuto godere a pieno. Chi infatti era lontano dal palco, troppo basso rispetto agli spettatori, ha visto e sentito poco: tranne naturalmente Gargatua che era in cima al campanile di piazza. Il pomeriggio è poi proseguito con altri cinque diversi spettacoli (Guglielmo Tell; il Pifferaio Magico; I tre Fratelli; La Strage degli Innocenti; Abramo e Isacco) in altrettanti punti del centro storico. Spettacoli replicati due volte, alle 17 e alle 19, per consentire al pubblico di assistere alle diverse rappresentazioni.Parla di «rivoluzione nel modo di concepire l'iniziativa artista-culturale» il sindaco Cesare Carnaroli che non si è perso uno spettacolo. «Ho avuto un riscontro straordinario tra la gente - commenta - e anche da coloro che hanno lavorato con Dario Fo». Entusiasta il presidente dell'Ente Manifestazioni Alberto Berardi: «La manifestazione dimostra in maniera inconfutabile la genialità di Fo, tanto da aver cambiato il modo di vivere il Carnevale. In molti sostengono che la maschera, il teatro e il Carnevale abbiano la stessa genesi. Oggi penso che questo sia stato ampiamente dimostrato». Il prossimo appuntamento con Dario Fo è martedì grasso, 4 marzo, alle 16, sempre in piazza XX Settembre dove si riprende con il processo al Pupo Gargantua, difeso dai bambini.
An. Mar.
Da Il Resto del Carlino del 2/3/2003
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Negli spettacoli coinvolta l'intera città
La rivincita del Pupo
I bambini si ribellano ai potenti
di MASSIMO FOGHETTIMolto Medioevo, perchè era il tempo della semplicità quanlo i ricchi erano molto ricchi e i poveri erano molto poveri, molte anche le allusioni ai fatti e ai personaggi dell'epoca moderna e contemporanea, perché la storia si ripete e gli uomini si lasciano trascinare dalle stesse ambizioni; un po' di irriverenza. grande coralità e soprattutto un grande gesto d'amore verso i bambini. Questa è stata la terza giornata del carnevale di Dario Fo.
Un grande abbraccio a tutta la città, prima al cuore - la piazza - dove s'è radunato un migliaio di persone per salutare l'arrivo del Pupo; un Pupo, particolare quest'anno, raffigurato nella mole gigantesca e mostruosa di un bambino, che dall'alto del campanile ha dominato la folla "scompisciandosi" dalle risate. Il termine ha un suono onomatopeico, come il Gramelot che ha caratterizzato gran parte del "Il mistero buffo" recitato da Dario Fo la sera precedente al Teatro della Fortuna, gremito come non mai di pubblico plaudente. Il Putto intatti non ha mancato di bagnare la folla mentre nel corso di una discesa area si avvicinava ad un carretto tirato da un somaro, sul quale è stato poi caricato.
Penzolavano sul palco le gabbie dei prigionieri, mentre le guardie, comandate dal capitano del popolo reagivano sparando goffamente un colpo di cannone che è andato a finire nell'arco del finestrone del palazzo del Podestà. «Provate a pensare un attimo - ha detto Dario Fo - se i bambini, stanchi di subire le prepotenze degli adulti, assumessero delle dimensioni tali da rendere efficace una loro ribellione. Allora ne sentirete delle belle!"
I copioni scritti dal Premio Nobel, riuniti in una originale sceneggiatura che è stata posta in vendita al prezzo estremamente popolare di tre euro, sono pieni di significati simbolici, di temi su cui riflettere; ma non è stata questa l'attrattiva generata dallo spettacolo. Il carnevale di Dario Fo è stato apprezzato innanzi tutto come una rappresentazione estremamente popolare, interpretata con grande impegno da bambini, attori dilettanti e professionisti, musicanti, giocolieri, funamboli, insegnanti, gruppi spontanei, circa cinquecento persone che sono sta te coinvolte nella magia del teatro di strada. E questo il pubblico l'ha capito: non ha cercato la perfezione nelle rappresentazioni allestite nelle piazze, nei chiostri, nei larghi della città, ma ha applaudito la spontaneità, l'immediatezza delle diverse "giullarate".
E qui torna di scena il Medio Evo, reso più suggestivo dal magnifico contesto ambientale della corte malatestiana, dove si è rappresentata la ribellione del figlio di Guglielmo Tell; oppure della zona archeologica del Pincio, dove il Pifferaio Magico ha tratto dalle zone più infime della città quarantacinquc topini che hanno inneggiato ai temi della salvaguardia dell'ambiente; e dove un bravo attore ha narrato un dialetto fanese la "Presunzione del maiale" che aveva chiesto al Padre Eterno di poter volare fino al Paradiso.
Il pubblico si è mosso incessantemente da una parte all'altra della città per seguire le altre scene: in piazzale Marcolini è stata rappresentata la "Strage degli innocenti", con i bambini che non volevano affatto saperne di essere infilzati dagli spiedi delle guardie di Erode, nel chiostro delle Benedettine, il sacrificio di Isacco e davanti al Suffragio la storia dei Tre Fratelli, con un suggestivo spettacolo di burattini.
Da: Corriere Adriatico del 2/3/2003
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CARNEVALE, CHE SCHERZO TI ... FO
LA PACE SALVA IL PUPO DAL ROGO
di MARCO GIOVENCOFANO - Nessun rogo, ma un enorme razzo, siglato "WC 2003", che ha lanciato in orbita i "potenti". «Abbiamo fatto di tutto per salvare il Pupo!» dice un entusiasta Dario Fo. «Non siamo assassini e non vogliamo capri espiatori» grida il Nobel richiamando ognuno alle proprie responsabilità.
Dopo una festa durata un mese si è conclusa l'edizione 2003 del Carnevale di Fano che ha visto stravolta, tra la sorpresa di molti, la tradizione del rogo. Ieri pomeriggio quello di Fo non è stato un "addio" ma, come ha auspicato lui stesso, un «arrivederci ad una città che per mesi ha saputo stringersi intomo al Carnevale». L'esperienza merita di essere perpetuata, afferma il presidente dell'Ente Manifestazioni, Alberto Berardi, «per il nuovo modo di concepire questa festa popolare» e, aggiunge il presidente della provincia, Palmiro Ucchielli, «per la splendida partecipazione e il lustro che Fo ha portato al carnevale più antico d'Italia». Nei progetti si pensa di «coinvolgere il Nobel per i prossimi due anni», prosegue Berardi, con la speranza che il suo valore artistico possa esprimersi anche con spettacoli di altro genere.
Intanto quello conclusivo di ieri pomeriggio ha riservato alla piazza XX settembre gremita di pubblico una sequenza di quattro spettacoli itineranti: Abramo e Isacco, Guglielmo Tell, I tre fratelli, la presunzione dei maiali, un estratto da "Mistero Buffo" e, per i più piccoli, il teatrino delle marionette. Ore e ore di spettacoli culminate nel "processo al Pupo", difeso strenuamente dai bambini, e in uno spettacolo pirotecnico di grande effetto che, in realtà, avrebbe meritato un po' più di oscurità. "L'auspicio - dice Fo alla folla - è che i botti rimangano sempre di festa e non per uccidere gente innocente inseguendo insulsi interessi". Sul Carnevale cale, dunque, il sipario della pace "a tutti i costi" cui si aggiunge, come dice Paolo Del Signore, coordinatore del laboratorio creativo che ha coinvolto le scuole, il senso di "un'esperienza che ha unito tutta la città". Il presidente della Carnevalesca parla, senza mezzi termini, di "edizione storica che ha assorbito Fano come non mai. All'inizio - confida - ero preoccupato per le ecessive polemiche in torno alla scelta di Fo, ma sono state spazzate via dai fatti». Inoltre il coinvolgimento di oltre cinquecento bambini rilancia i progetti del laboratorio "Fano, città dei bambini". Particolarmente entusiasta della kermesse il sindaco di Fano Cesare Carnaroli: «Una novità straordinaria che ha visto grande partecipazione e passione popolare. Non solo, ma si è riusciti a fondere perfettamente cultura e tradizione». Per i nostalgici del Carnevale ricordiamo che fino al 27 aprile rimarrà aperta la mostra di Dario Fo e Franca Rame "Pupazzi con rabbia e sentimento".
Da: Il Messaggero del 3/3/2003
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E oggi l’ultimo appuntamento con Dario Fo
"Veglion dla Gluppa"
Festa del ballo e della gastronomica
di MASSIMO FOGHETTIFANO - Viene definito il re dei veglioni, perché esprime più propriamente l'atmosfera di Carnevale e perché è il diretto erede delle feste tradizionali organizzate dall'Ente Carnevalesca, un tempo al Teatro della Fortuna, poi al Politeama Cesare Rossi, poi sotto i tendoni da circo e all'hotel Regina di Carignano, ancora oggi l'unica struttura questa in grado di ospitare una simile iniziativa a Fano e dintorni. Parliamo dei "Veglion dla Gluppa", festa da ballo e gastronomica insieme; festa tipica di carnevale, cui tradizionalmente partecipano una moltitudine di gruppi mascherati. E l'ultimo veglione, organizzato sabato scorso, non si è dimostrato al di sotto delle aspettative.
Numerose sono state le mascherate partecipanti e tutte realizzate con grande fantasia e perizia tecnica, così come è risultato dal concorso bandito dalla stessa Carnevalesca che ha posto in palio dei buoni spesa da utilizzarsi al Conad Canale di via Morganti, suddivisi per i costumi più belli e le gluppe più buone. La gluppa non è altro che l'insieme delle vivande che ciascuna compagnia si porta da casa, facendo a gara per meglio interpretare la tradizione culinaria fanese o per sorprendere tutti con originali elaborazioni di piatti inconsueti.
Il termine indicava in origine il fagotto con cui trasportava il suo pranzo il viaggiatore che si allontanava da casa o il turista dell'entroterra che veniva a trascorre una giornata al mare sulla spiaggia di Fano. La giuria era composta da Angela Gnassi, Anita Meletti, Patrizia Gragnola, Giannetto Paluzzi e Paolo Mei. Un magnifico "pesce alla Baragota" è stato presentato dalla compagnia Falcioni, cui è stato attribuito per la terza volta consecutiva il primo premio. Al secondo posto si è classificato il gruppo Rivelli di San Costanzo che ha presentato una serie meravigliosa di dolci, al terzo il circolo anziani di Poderino che ha confezionato ugualmente dei dolci, tutti però al sapore di banana.
Quest'ultimo gruppo si è aggiudicato anche il primo premio nel concorso riservato alla miglior mascherata, presentando "Tutto Brasil", un variopinto insieme di colori e fantasia. Al secondo posto si è classificata la mascherata "E Dio creò la natura, mo era mej che stava ferm" di San Costanzo, costituita da un grazioso gruppetto di bruchi, fiori, lumache, api; e al terzo "Tutti i Paesi del mondo", una serie di maschere riproducenti vari costumi etnici.
Simpatici e pregevoli anche i “Contadini" del Caffè Aurora, i cow boy e gli indiani della palestra Nuti, i preti e le suore del Gruppo Massaretto e le maschere di Fantasie Veneziane. La festa è stata allietata fino a tarda notte dall'orchestra "Trentatrè per cento music".
Intanto l'enorme successo ottenuto dalle rappresentazioni dei giorni scorsi ha convinto il direttore artistico del carnevale, Dario Fo, a modificare il programma previsto in calendario. Oggi l'inizio delle rappresentazioni è stato anticipato alle ore 15.30 con una performance teatrale che vedrà protagonista Dario Fo in persona. Come promesso nello spettacolo teatrale di venerdì sera, il Nobel interpreterà un estratto dell’opera “Mistero Buffo”.
A seguire, su grande richiesta del pubblico, saranno replicati in piazza Venti settembre, alcune giullarate interpretate sabato scorso dagli attori e dagli studenti coinvolti nel progetto, tra cui Guglielmo Tell, i sacrifici di Abramo e Isacco, i Tre Fratelli, la Presunzione del maiale. Le rappresentazioni si concluderanno con il processo al Pupo Gargantua, mentre il Carnevale si chiuderà con un bellissimo spettacolo pirotecnico. Terminerà così il soggiorno di Dario Fo a Fano, un soggiorno che ha permesso all’artista di conoscere tante persone e tante caratteristiche del nostro territorio. Alludiamo ai beni culturali, ma anche alle attrattive ambientali, artistiche, gastronomiche e ai settori più sviluppati della nostra economia.
Ieri sera Fo è stato ospite dell'azienda agricola Fiorini a Barchi, produttrice di ottimi vini, tra cui il "Monsavium", un nettare apprezzato a livello nazionale.
Da: Corriere Adriatico del 4/3/2003
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Dietro le quinte - Centinaia di studenti hanno seguito il premio Nobel
Fo: "Il Carnevale si inventa così"
di Solidea Vitali RosatiFANO — Ai bambini, Dario Fo, ha raccontato delle storie, e lo ha fatto con la stessa allegria di suo nonno Bristin. Davanti al mimo dell'uccellino goffo con quattro ali, persino per le maestre è stato impossibile non ridere. Con i giovani dell'Istituto d'arte Apolloni ha condiviso le sue esperienze da ex-studente all'Accademia di Brera. Ha raccontato quanto sono stati importanti per lui i bravi maestri. E non lo ha fatto stando in cattedra, come molti potrebbero pensare di un Premio Nobel, ma davanti a una pizza dopo una giornata passata a disegnare gli arazzi del Carnevale. A nessuno ha mai imposto niente, ma ha sorpreso tutti per la sua capacità di confrontarsi con tanta gente diversa.
E alla fine, l'entusiasmo ha reso i suoi frutti: in meno di dieci giorni, 500 allievi di 12 scuole hanno realizzato 30 stendardi di un metro per cinque e una serie di coloratissimi arazzi che insieme costituiscono la scenografia portante della carnevalata.
"E' indubbio — spiega Paolo Del Signore, insegnante e coordinatore del progetto — che una tale mobilitazione si sia ottenuta grazie alla preesistenza di realtà come il laboratorio "la città dei bambini" e grazie alla partecipazione di studenti e insegnanti dell'Istituto d'arte "Apolloni"». Si è trattato, infatti, di dieci giorni di pennellate, miscele di colori, storie e favole disegnate sulla stoffa perché bambini e adolescenti potessero liberare fantasia e immaginazione seguendo la carica vitale e immaginifica di un portento creativo quale è Dario Fo.
«Un incontro tra giganti» sorride Del Signore, che aggiunge critico «ore e ore di televisione e internet costringono l'universo immaginario dei nostri giovani a una produzione stereotipata». E Del Signore non è l'unico a farla grave: proprio in questi giorni Giancarlo Nivoli, presidente della Società italiana di psichiatria forense ha lanciato l'allarme per denunciare uno degli abusi della società consumistica più frequenti: la mutilazione della creatività. Nivoli parla di bambini in overdose di mondo virtuale.
Problemi impensabili nel 1933, quando Dario Fo aveva solo sette anni e complice sua madre sul tavolo della cucina era già un pittore. Era lei, racconta Fo ne «Il paese dei Mezaràt» la prima a spandere «sul tavolo della cucina una mazzetta di fogli bianchi, rovesciava una quantità di pastelli, matite colorate ed... esclamava: "Vai bel teston, spantegami una frappata di belle figure"». E allora lui si buttava «a stendere colori sul foglio bianco, a rincorrere con giravolte di righe, immagini che montavano una dietro l'altra come le avesse stampate nella memoria».
Da: Il Resto del Carlino del 4/3/2003
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DIETRO LE QUINTE - QUARANTA GIORNI DI PROVE
Artisti, teatranti e musicisti
Tutti stregati dalla grande festa
FANO — Datemi una leva, solleverò il mondo. Ed è proprio così: il Carnevale di Dario Fo è decollato con la forza di duecento e più fanesi, tra bambini, teatranti, artisti e artigiani, musicanti e musicisti, ballerini, acrobati, ginnaste e burattini, pittori, scultori della gomma piuma e del polistirolo. Mancano solo i nani. Quaranta sono stati i giorni di febbrile attività. «Dalla mattina alle 8 fino alla sera alle 23 — racconta Fabrizio Bartolucci, uno dei pochissimi attori di professione, spalla, insieme a Geofry Di Bartolomeo, sulla quale il Maestro ha potuto contare ogni istante — per incontrare tutti, ascoltare, coordinare, costruire».
La fantasmagorica giullarata, alla quale il pubblico assiste, infatti, rappresenta del Carnevale solo le ultime ore di vita. Prima di debuttare sulla scena, il Carnevale di Fo ha impegnato intorno a sé il lavoro e la creatività di tante, inaspettate, realtà della comunità fanese e non solo. Pochissimi professionisti, quasi tutti amatori che hanno sorpreso e superato di gran lunga le aspettative; retto bene il confronto con quanti in più di 40 anni di teatro hanno contribuito a rendere universali i lavori del Premio Nobel. Tra i costumisti, per esempio, non c'era certamente la signora Norma Midani, bensì due giovani scenografe e una studentessa che hanno tagliato e cucito peltro e seta artificiale per almeno 100 costumi. Ad eseguire i brani musicali che giovedì grasso hanno accompagnato le evoluzioni in aria della Venere e il balletto di Chiaradanza, non è stata certo l'orchestra del Comunale di Bologna, ma la Banda di Candelara, 40 elementi tra i 10 e gli 80 anni, diretta dal maestro Michele Mangani. Nessuno dei teatranti, poi, vestiti da Potenti o da satirici che fossero, fa in verità parte di una compagnia: sono tutti giovani e meno giovani che sulla barca-carrozzone hanno creduto.
Per capire lo spirito di grande partecipazione e la voglia di mettersi in gioco è bastato andare a una delle tante prove collettive organizzate nel pallone numero 5, al Circolo del Tennis.
Cento persone a serata, cinque ore di filata tra canti, balli, teatro: perché sembra facile ma non lo è amalgamare gruppi di diversa formazione e preparazione. Insomma come lo Zanni che rimescola nel pentolone immaginario di polenta, Darlo Fo, con niente che fosse precotto, ha saziato di stupore quanti si sono radunati al Pincio, nasi all'insù e bocche aperte. A 77 anni suonati, Dario Fo, ha avuto la forza di rischiare e mettersi in gioco senza preoccuparsi del paracadute. Del resto se tutti gli artisti fossero stati del calibro degli «Kitonb extreme theatre company» allora sì che sarebbe stato facile... riposarsi.
Solidea Vitali Rosati
Da: Il Resto del Carlino del 4/3/2003
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In piazza il gran finale del Carnevale diretto e interpretato dal Premio Nobel
Fo reinventa anche la "morte" del Pupo
di MASSIMO FOGHETTIE anche il bel tempo ha voluto essere presente all'ultima giornata del carnevale di Fano, curata da Dario Fo, come il Padre Eterno, con la sua bella barba bianca è apparso improvvisamente nei giorni scorsi tra le colonnine dell'attico dell'Arco di Augusto, un'immagine da "Mistero Buffo" che l'attore ha voluto interpretare di nuovo, questa volta in piazza, dopo che molta gente non è potuta entrare venerdì scorso al Teatro della Fortuna, gremito come non mai, in ogni ordine di posti. E' da qualche anno che il giorno del martedì grasso viene rivalutato nel contesto del carnevale fanese. A un rogo sbrigativo del Pupo è subentrato uno spettacolo di carattere medioevale, cui hanno preso parte più volte i "soldatacci della Pandolfaccia" e gli arcieri di Mondavio; particolare successo ottenne due anni fa la mascherata "La lotta tra il carnevale e la Quaresima" ispirata dall'omonimo quadro di Peter Bruegel.
Questa volta, c'è stata un'altra evoluzione: Dario Fo, per una felice intuizione di Alberto Berardi, ha offerto un'ulteriore prova di saper ottenere il coinvolgimento popolare con una performance teatrale di particolare suggestione. L'incipit del Mistero Buffo, con il quadro della Natività e dei Re Magi che giungendo dall'Oriente a cavalcioni di cammelli e cavalli esprimono tutta la loro euforia nell'individuare il Bambinello e il primo miracolo di questi che fa volare un uccellino di creta di fronte a un gruppo di coetanei non tanto ben disposti a socializzare con uno straniero, è un vero capolavoro del teatro popolare che, interpretato da Fo, poi acquista una verve tutta particolare.
Così come le sue giullarate, scritte appositamente per il carnevale di Fano, riproposte ieri a grande richiesta in piazza Venti Settembre. Interpretate da attori fanesi, da musici, studenti, coristi, hanno dato modo a tante persone di compiere una straordinaria esperienza in compagnia di Dario Fo: Guglielmo Tell e la rivolta del figlio di cui non si sa nemmeno il nome, il Sacrificio di Abramo e Isacco, con quest'ultimo che vuol dire anche la sua tra il padre che sta per trafiggerlo con il coltello e Dio che vuol metterlo alla prova, la storia dei Tre Fratelli e la contesa per una eredità, la presunzione del maiale che ha chiesto al Padre Eterno un paio d'ali per levarsi dal fango in cui era stato riposto; e poi il processo del Pupo, accusato insieme ai suoi accoliti neonati "d'aver creato danno con l'essere semplicemente venuti al mondo". Un processo sui generis, questo che non si è affatto concluso con la solita condanna al rogo ma con una sentenza inaspettata che se ha tolto un elemento della tradizione fanese si è risolto con un moto di speranza. Dice il Podestà: «Fuoco ... taglio del capo ... impiccagione o annegati in un mare di coca cola?»; risponde il Giudice: «No! Verranno inseriti in un razzo e quindi sparati nell'atmosfera, anzi, troposfera ... così potremmo servircene da satelliti vaganti e ci saranno di grande utilità. (Rivolgendosi alle guardie) Acchiappateli!".
Da: Corriere Adriatico del 5/3/2003
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CARNEVALE - GRAN CHIUSURA COI FUOCHI ARTIFICIALI. PIAZZA PIENA E ... GIULLARATE
L'urlo di Dario Fo: "Odio la guerra"
FANO — «Odio la guerra» è stato il grido conclusivo di Dario Fo al termine di una giornata intensa e ricca di spettacoli. Il processo al Pupo Gargantua, che ha continuato a fare pipì sul pubblico fino al termine della serata, e i fuochi artificiali sparati purtroppo quando ancora era giorno, hanno chiuso ieri pomeriggio il Carnevale firmato dal premio Nobel. Proprio guardando i fuochi artificiali, Fo ha fatto l'auspicio «che questi botti servano sempre per farci divertire e non per uccidere bambini e persone innocenti» e ha, poi, invitato il pubblico a gridare con lui «odio la guerra». La bella giornata di sole e la temperatura mite hanno favorito l'afflusso di gente in piazza XX Settembre e grazie al maxi schermo posizionato accanto al palco principale, tutti, anche gli ultimi arrivati, hanno potuto vedere ogni momento delle rappresentazioni. Non perfetto l'audio, seppur migliore di sabato scorso.Ad aprire un martedì grasso ricco di eventi lo stesso Dario Fo con un brano tratto da «Mistero Buffo», poi di seguito alcune delle «giullarate» già presentate sabato scorso, con la differenza che questa volta tutto si è svolto in piazza XX Settembre: sul palco principale davanti al Teatro della Fortuna e su quello creato sulla fontana chiusa per lavori. Confusi tra la folla gli assessori alla Cultura e ai Lavori Pubblici Valter Adanti e Dino Zacchilli, il sindaco Cesare Carnaroli e il presidente della Provincia Palmiro Ucchielli. Unica nota stonata, le battaglie con le bombolette spray ingaggiate tra piazza XX Settembre e corso Matteotti da bande di bambini e adolescenti.
E domenica scorsa, protagonista la moretta fanese: distribuite più di 1.900 con l'iniziativa «Una moretta per la pace» organizzata dall'associazione barman Aibes, in collaborazione con l'Istituto «S.Marta» di Pesaro. L'incasso, 1.035 euro, devoluti a Emergency, l'associazione italiana per la cura e la riabilitazione delle vittime delle guerre e delle mine antiuomo. «Un successone — racconta Roberto Piovaticci, vice fiduciario Aibes per Marche, Abruzzo e Molise — dobbiamo dire grazie alla Carnevalesca, alla distilleria Varnelli e alla torrefazione Saccaria».
Anna Marchetti
Da: Il Resto del Carlino del 5/3/2003
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IL COMMENTO
Dal prossimo anno niente dolci. Solo libri e opuscoli
FANO — Cala il sipario sul Carnevale. I 100.000 spettatori di quello tradizionale, raggiunti in tre sfilate di cui due col maltempo, sono stati messi da parte per esaltare, magnificare, encomiare, glorificare il Carnevale di Dario Fo: che ha coinvolto l'intera città e che porterà Fano nel mondo ed il mondo a Fano così come hanno fatto Battiato ed i Velisti per Caso.Se non ci si è riusciti subito, si proverà il prossimo anno perché già i "potenti" (quelli di Fano, Fo non li ha messi sul razzo) annunciano un bis (per il tris occorrerà attendere i risultali delle amministrative) che costerà qualcosina di più considerato che il Premio Nobel ha detto che per tutto ciò che ha fatto è stato sottopagato e che un premio di redditività lo merita.
Cala il sipario sul carnevale e si entra nella quaresima che per molti, a Fano, non finisce con la Pasqua. Ma cosa importa se il presente è grigio, se restano le buche, se più case si costruiscono e più gente cerca casa, se ti fanno pagare la tariffa rifiuti senza sconti ed il metano in acconto! Il futuro è roseo: i bambini di oggi la cui creatività è stata solo un poco condizionata ed impostata, cui è stato spiegato che a Fano i potenti e prepotenti non ci sono perché l'unico in Italia è a Roma e si chiama Silvio, che non useranno più le bombolette di schiuma, ma faranno come ha insegnato Gargantua, che hanno appreso che una certa parola deriva da putto e non dal francese putaine (o dal Put, come pensano molti fanesi visto che spesso vi accoppiano un «porca p...») ci assicurano cittadini e dirigenti futuri perfetti.
Il Carnevale ha raggiunto il suo scopo che non è il divertimento spensierato ma la culturizzazione delle masse. Chi criticava Branca per i miliardi di lire spesi con il Violino e Battiato alla fine si è ricreduto: alla musica colta non poteva non far seguito il carnevale colto. Dal prossimo anno niente getto di dolciumi, solo opuscoli e libri.
c.m.
Da: Il Resto del Carlino del 6/3/2003
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L'INTERVISTA - IL BILANCIO DI FO: "INCOMPRENSIONI? NON MI STUPISCO, CAPITA SPESSO"
"NEL 2004 TORNO E STO PIU' ATTENTO"
FANO —Il Carnevale si è appena concluso, con le rappresentazioni del martedì grasso, in piazza XX Settembre, culminate con il processo al Pupo Gargantua. Ieri mattina il premio Nobel Dario Fo è partito per Milano dopo un mese di permanenza in città, ma rimane aperta la sua mostra «Pupazzi con rabbia e sentimento. La vita e l'arte di Dario Fo e Franca Rame» allestita all'ex Luigi Rossi e all'auditorium Sant'Arcangelo. Raggiunto al telefono mentre viaggia in treno verso il capoluogo lombardo, l'attore non esclude che la sua esperienza fanese possa avere un seguito.Maestro, ha chiuso con il Carnevale di Fano o pensa ci possano essere sviluppi? «Un' esperienza tutt'altro che chiusa, anche se in futuro dovremmo essere più accorti, io stesso dovrò essere più attento».
Cosa vuole dire? C'è qualcosa che non ha funzionato? «No, è che dobbiamo prepararci meglio, perché ogni volta la gente si aspetta qualcosa di più: è un fatto di maturazione».
Si dice che ci siano state difficoltà organizzative e che lei abbia avuto problemi con l'Amministrazione comunale. Gira voce di alcune sue arrabbiature... «Il rapporto è stato ottimo con i massimi dirigenti comunali, solo due impiegati ci hanno creato delle difficoltà, hanno lavorato contro l'iniziativa, ma non c'è nulla di strano, succede spesso...»
Nella sua ricchissima esperienza professionale quale ruolo dà al Carnevale di Fano? «E' stata un'esperienza importante, nuova. Ho accettato di cimentarmi in qualcosa che non avevo mai realizzato prima per vedere cosa riuscivo a fare»
Come giudica sia andata? «Oltre le aspettative iniziali, ho visto una grande partecipazione della gente».
Il suo arrivo e la sua permanenza a Fano sono stati costellati di polemiche. Ne è rimasto stupito? «C'è stata una forte speculazione politica con l'opposizione che strumentalmente ha criticato le scelte dell'Amministrazione comunale»
Ma le hanno rivolto l'accusa di essere stato blasfemo: cosa risponde? «Quelle accuse erano troppo strumentali per potermi colpire. In chi mi ha criticato ho constatato una grande superficialità e una scarsa conoscenza: gente che non conosceva nemmeno cosa fossero i " vangeli apocrifi"».
Allora tornerà a Fano per il Carnevale 2004? «Lo spero ma molto dipende da cosa accadrà nel mondo, ancora mi auguro che si possa scongiurare la guerra e che ci si occupi di più degli interessi della gente. Ribadisco il mio no alla guerra»
Ma ormai questo conflitto sembra inevitabile, o no? «Io fino all'ultimo spero che la guerra non si faccia»
La conferma che il Carnevale di Fo possa essere riproposto nel 2004 arriva da Fabrizio Bartolucci, che ha coordinato la messa in scena, ha fatto da aiuto regista ed ha fatto da collegamento tra il premio Nobel e la realtà locale. «Ci è già stata chiesta la riconferma dello staff— assicura Bartolucci — un'iniziativa come questa è bene che non cada nel vuoto. Credo che la carta vincente del Carnevale di Fo sia stato il coinvolgimento delle realtà locali e il fatto che lui si sia dato alla città senza mai tirarsi indietro, sempre disponibile con tutti e Fano ha risposto in modo forte. Certo ci sono cose che andranno riviste e corrette ma penso che quello tracciato sia il percorso su cui andare avanti».
Anna Marchetti
Da: Il Resto del Carlino del 6/3/2003
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Gli attori, i musicisti, gli acrobati, i direttori:
ecco tutti gli uomini (e le donne) del Carnevale
FANO — Chi sono le oltre 200 persone che hanno lavorato per il Carnevale di Dario Fo? Gli attori Francesco Aceti, Margherita Baldi, Maria Paola Benedetti, Antonio Lovascio, Patrizia Grotti, Geoffry Di Bartolomeo che ha avuto anche il ruolo di assistente alla realizzazione, Sandro Fabiani, Maria Flora Gianmarioli, Eleonora Massa, Annalisa Mei, Andrea Montesi, Simone Orciari, Massimo Pagnoni, Lucia Pascali, Daniele Santinelli, Vittorio Tranquilli, Sebastiano Valentini, Giorgio Sebastianelli, il Teatro dello Spazio diretto da Valeria Vitali (per la Strage degli Innocenti), mentre Maria Clelia Rossini ha coordinato il lavoro del Guglielmo Tell.Tra i protagonisti le scuole (Collodi, La Lucciola, Gandiglio, Raggi, Corridoni, Poderino, Montesi, Rossi, Faa di Bruno, Nuti, Padalino), i Comici di Contrabbando, la Bottega Fantastica diretta da Renzo Guerra, il Gruppo Musica Parole diretto da Enzo Vecchiarelli, i solisti dell'Orchestra da Camera delle Marche, il Complesso bandistico di Candelara, il Coro polifonico Malatestiano, l'associazione di ginnastica Aurora, Chiaradanza, gli acrobati aerei «Kitonb extreme theatre company», il direttore della scenotecnica Marco Florio.
Il Pupo è stato realizzato da Coesioni Arti Applicate, i costumi da Rosaria Ricci di Pesaro, Chiara Perugini di Fano e Giovanna Marini, le maschere erano di Stefania Carboni, il trucco di Daniela Fontanot. Coordinatore della messa in scena e assistente alla regia Fabrizio Bartolucci.
Da: Il Resto del Carlino del 6/3/2003
Dettaglio scheda
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Data di redazione: 19.12.2004
Ultima modifica: 15.11.2005
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