Carnevale, feste, tradizioni e lavoroCarnevale, feste, tradizioni e lavoro

La Società Carnevalesca di Fano

Il Carnevale di Fano nella poesia dialettale

La Musica arabita di Fano


La musica arabita nacque per reazione a quella da... camera
Il primo complesso, «Bidonata», utilizzava strane casse armoniche per satireggiare i delicati strumenti dei nobili - Dal 1937 una vera organizzazione
Tempo di carnevale: una tradizione che resterà e continuerà anche negli anni a venire è quella che vuole sia il complesso della Musica Arabita a dare inizio ai festeggiamenti carnascialeschi fanesi con le sue «caratteristiche» musiche fatte di allegria e di buonumore.
Un complesso di cui il folclore fanese non potrebbe più fare a meno. Allegria, gioia, spensieratezza: ecco ciò che esprime la Musica Arabita. Una compagnia composta da decine di elementi scatenati, guidati dall'impareggiabile ed inimitabile e sempre giovane maestro Enzo Berardi.
Ma come è sorto questo complesso? Quando è nato? Certo, le origini, si sono perse nel tempo. Ma qualche cosa è rimasto e ce lo testimoniano alcune vecchie cronache. In ogni modo la nascita dell'attuale Musica Arabita risale al 1921 quando alcuni allegri cittadini ripresero le antiche tradizioni ormai dimenticate e le riportarono alla ribalta. La tradizioni a cui accenniamo risalgono alla fine del secolo scorso quando vivevano a Fano, come in tutte le altre città del tempo, due fazioni: i nobili ed i ricchi proprietari terrieri da una parte, gli operai ed i marinai dall'altra. Queste due fazioni si escludevano a vicenda. Nelle serata di gala in particolare i patrizi si dilettavano ad ascoltare opere musicali, e nei salotti pianoforte, violino ed arpa erano all'ordine del giorno, mentre i plebei ne erano esclusi. Fu proprio per l'esclusione del popolo da quei salotti, ma soprattutto per l'insofferenza del volgo per quella musica gentile e melodica che si ebbe la prima reazione.
Nacque così la « Bidonata », una specie di complesso che traeva ritmi alla meno peggio da pentole, barattoli e bidoni. Ma quei giovani che percuotevano quelle strane casse armoniche, non avevano una disciplina e si curavano solo di satireggiare i delicati strumenti dei nobili. Fu così che sorsero i violini a sonagliera, i cembali di latta, i corni e cornette fatti con tubi di ferro.
Ma a poco a poco, il gruppo di questi spensierati si assottigliò tanto che ad un certo punto si dissolse completamente. Proprio nel 1921, però, accadde che alcuni giovani ripensassero al passato e pensassero di far rivivere l'allegra tradizione. Al principio fu un periodo di stenti, poi, il gruppo si potenziò e quindi passò a rallegrare con i suoi ritmi tutte le città della Regione e poi a quelle internazionali.
E così la Musica Arabita si sviluppò, adunò nuovi elementi, si organizzò al punto di portare in ogni festa, in ogni sagra, gioia e buonumore. Solo nel 1957 il gruppo cominciò una nuova vita, la vita seria e disciplinata di un vero complesso folcloristico, organizzato e gaio nello stesso tempo.
I componenti cominciarono a riunirsi in sere prestabilite e provavano, provavano quei famosi pezzi che sarebbe poi stati portati sulle piazze.
Al giorno d'oggi, tutti conoscono la Musica Arabita che è diventata una gloria ed un vanto della nostra città.

Da: Il Resto del Carlino del 23/2/1968
 

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LA MUSICA ARABITA
Il complesso musicale della « Musiga Arabita » è sorto nel 1923 ad opera di un gruppetto di simpaticissimi giovani capitanati da Grisante Travaglini. L'originalità di questa specie d'orchestra era costituita dagli strumenti. Essi erano: orci, casseruole, coperchi, pettini, pignatte ecc. Gli effetti sonori e la mimica dei suonatori (vere macchiette comiche) mandavano in visibilio gli ascoltatori. Perfezionata in seguito e molto allargata nel numero del componenti, sotto la direzione di Enzo Berardi, l'Arabita, oggi, furoreggia perfino all'estero.

È nata del ventitré

Sa Grisant per diretor
Ha fatt subit gran furor
Ern' apena più de tre.

Cla pensata dj strumènt

Chi tipi che i sunaven
Tutt le volt che scapaven
Faven rida ma la gènt.

Capirit: fra cperchi e pgnatt

E tant' alter ciuflarii
En ve digh minga l' bugii
Te parevne un branch de matt.

E geniai ènn stati fort

L' alegria c' hann purtat
Sunand semper a perdifiat.
Dop Grisant, purett, è mort.

È Berardi el sustitut

In divisa tutt cumpit
Semper pront a gì 'n ti sit
Anca lu' ce sta tle but.

Ogg' ènn 'na quarantina

J' elemènt de ste cumplèss
Dapertutt fa gran sucèss
'Na roba propi fina.

A l'ester è git a fnì

Ste cumplèss uriginal,
Un nom internasional
È dventat, en fagh per di'.

Hann cercat d' imitala

Mo nisciun c' è riuscit
L' Arabita è de ste sit,
Sola, la più geniala.

 

Da: "Un po' de roba mia", poesie dialettali di Gilforte Battistelli (Nini) - Tipografia Sonciniana, Fano, 1970

 

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Fano ha pensato al carnevale
non dimentichi il concerto cittadino
(s.b.) - Approssimandosi la data delle eccezionali feste carnevalesche fanesi, che saranno, come annunciato, superiori assai di quelle famose di un ventennio addietro, i cittadini, quelli che sono in grado di rammentare le manifestazioni svoltesi parecchi decenni addietro, si domandano meravigliati e quasi indignati: ma perchè non abbiamo più la banda? Una città come Fano, che sempre ha vantato un complesso musicale di primo ordine, che ha animato sempre ogni manifestazione pubblica cittadina, che ha sempre trascinato il popolo ad entusiasmi, deve essere priva della banda?

Da tanti anni il concerto musicale si è sciolto, perchè non sorretto da alcuno.

Ora invece si sente più che mai la necessità della banda. E appunto in queste prossime feste del carnevale la mancanza del concerto cittadino è da tutti deplorata. Si dice che si racimolerà qualche elemento per formare un gruppetto di bandisti. Cosa buona, ma sempre inadeguata.

Eppure la banda cittadina deve risorgere. Tutti lo dicono, tutti lo vogliono.

Ci si racconta che anche alla fine dell'altra guerra, nel 1919, la banda finì; ma per volontà di pochi animosi la banda risorse in pieno. Era allora segretario del Concerto, l'ottimo Alceo Casanova; egli non si scoraggiò per l'enormità delle difficoltà che si frapponevano per ripristinare al banda, tanto che, in breve tempo, sorretto da qualche buon amico, trovò il denaro necessario e la banda tornò in pieno a rallegrare il popolo, a educarne lo spirito.

E allora si deve ritornare da capo: se il complesso bandistico risorse dopo l'altra guerra anche ora deve risorgere.

La città di Fano vanta istituzioni superbe: tutte debbono contribuire. La categoria dei commercianti non dovrà disinteressarsi; così gli industriali, gli abbienti, tutte le gradazioni sociali, naturalmente nelle possibilità, dovranno rispondere all'appello.

Risolto il principale problema che è quello del denaro, si può essere certi che la istituzione di un nuovo corpo bandistico sarà un fatto compiuto.

Intanto preme la costituzione di un gruppo di animosi per formare una commissione. Questo è il primo passo per la grande mèta.

 

Da: Giornale dell'Emilia del 10/2/1949

 

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La “MUSICA ARABITA” trionfa a Salsomaggiore
Per il X Corso dei fiori che si è svolto domenica scorsa a Salsomaggiore, è stato invitato, tra gli altri, anche il gruppo folcloristico della “Musica arabica” di Fano.
Il caratteristico complesso fanese si è imposto favorevolmente all’attenzione di cinquantamila presenti alla manifestazione floreale della città termale che allineava ben 17 carri e, con le sue sempre fresche, frizzanti parodie musicali, ha strabiliato pubblico e giuria.
La sagra floreale di Salsomaggiore è, innanzitutto decorativa, ornamentale e anche gli altri gruppi folcloristici partecipanti, presentavano il loro lato decorativo, il loro aspetto diremmo fantasioso ed essenzialmente estetico; di contro “l’arabita” fanese ha invece fatto spettacolo, ha diffuso allegria, entusiasmo, buonumore, e la folla, comprensibilmente, ha parteggiato per gli originali strumenti del nostro complesso cittadino.

Da: Il Resto del Carlino del 17/6/1959

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Entusiasmo a Roma per la “Musica arabita”
Il complesso folcloristico della “Musica arabica” ha riscosso a Roma, dove era stato invitato per partecipare alla festa della matricola degli universitari marchigiani, un grande successo anche da parte della popolazione romana.
Il brio veramente spumeggiante dei componenti del gruppo, l’originalità degli strumenti musicali, la bravura di alcuni solisti, specie del clarinettista Giulio Marini, hanno completamente trascinato in una ondata di entusiasmo gli oltre tremila studenti marchigiani.
Impareggiabilmente diretto dal maestro Enzo Berardi – con la sua mazza recante i colori del Comune di Fano – il caratteristico complesso ha attraversato le vie principali della Capitale. Eseguendo i motivi di più vivo successo e ovunque veniva fatto segno a festose acclamazioni, mentre operatori dei cinegiornali riprendevano le fasi salienti delle esibizioni.
La manifestazione studentesca, ricca di allegre trovate, sostanziata di quella peculiare spensieratezza propria dei giovani, ha ricevuto dall’originale gruppo musicale fanese una impronta di indescrivibile entusiasmo che si è rinnovato dalla stazione Termini a piazza Esedra, da via Bissolati a piazza Barberini, da via Veneto a piazza di Siena e Villa Borghese.
Le famose parodie di “Piove”, “Colone Boogi” e “Domenica è sempre domenica” hanno addirittura mandato in visibilio il gran numero di turisti che si era assiepato in tali famose zone della Capitale. La festosa giornata si concludeva al pomeriggio davanti alla Casa dello studente, dove la “Musica arabita” eseguiva tutti i suoi più geniali numeri musicali.
Naturalmente, i componenti del “gruppo” il giorno dopo hanno visitato la Capitale ed è seguito domenica notte il ritorno a Fano, col lieto ricordo di aver mostrato alla popolazione romana un aspetto tipico ed estroso del folclorismo marchigiano e segnatamente fanese.

Da: Il Resto del Carlino del 29/4//1959

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NUOVO SUCCESSO IN PROVINCIA DI BARI
ANCORA SUGLI SCUDI LA «MUSICA ARABITA»
Si è esibita di fronte a 50 mila persone - Una medaglia d'oro
La «musica arabita di Fano», continuando la serie delle sue numerose esibizioni, ha ottenuto l'altra domenica, un clamoroso successo alle Feste patronali di S. Cataldo di Bari, ove si è esibita davanti ad un pubblico di circa 50 mila persone.
Con il suo variatissimo e piacevole programma, con le sue scanzonate note musicali e con l'allegro brio che sprigiona da tutti i pori di ogni componente il complesso — il dinamico M° Berardi in testa — ha trascinato il pubblico a scroscianti applausi, a molteplici richieste di bis e a calorose manifestazioni di simpatia, lasciando nello scelto uditorio un ricordo grato e incancellabile.
Il Comitato locale, oltre avere usato alla «musica arabita» ogni attenzione e premura, ha voluto assegnargli una medaglia d'oro con pergamena, assicurando il presidente del gruppo. cav. Emesto Schiavi, che tale segno di riconoscimento non era mai stato concesso a nessuno dei vari complessi esibitisi nella città di Corato di Bari. La pergamena reca la seguente motivazione: Comitato apprezzando le non comuni doti artistiche ed il senso della pregevole, spontanea genialità dell'umorismo brioso, cordiale veramente sano, conferisce al complesso caratteristico ENAL «Musica arabita» di Fano, pura espressione della millenaria tradizione marchigiana, la prima medaglia d'oro «Domenico Mozzini». In tal modo sono state compensate le fatiche sostenute da questi allegri giovani e anziani, che in 48 ore hanno affrontato ben 1200 chilometri in pullman ed hanno scarsamente riposato.
Il Gruppo è stato accolto dalle Autorità locali e dalla cittadinanza con la più schietta cordialità e simpatia ed i componenti si sono impegnati al massimo perché la manifestazione musicale fosse degna di tali accoglienze. L'«Arabita» continua così la serie dei successi che da oltre quarant'anni va mietendo in ogni contrada d'Italia e dell'Estero, felice di «divertirsi divertendo» e di tenere sempre alto il buon nome della città di Fano.

Da: Il Resto del Carlino del 3/9/1964

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La «Musica Arabita» festeggia Santa Cecilia
Con l'esibizione alla mostra mercato dal tartufo di Acqualagna, la « Musica Arabita » ha chiuso il ciclo dalla sua attività per il 1967. Domenica 26 novembre, alle ore 13, l'allegra brigata — con autorità e simpatizzanti — si riunirà pertanto in un tipico locale di Ostra, per la tradizionale colazione sociale e per festeggiare Santa Cecilia, patrona dei musicisti.
L'Arabita anche quest'anno ha mietuto allori che si aggiungono alla sua lunga collana, fra i quali — il più clamoroso — quello ottenuto alla Settimana Gastronomica di Zurigo nell'aprile scorso. Ovunque è andata ha elettrizzato il pubblico con il suo brio, le sue perfette e allegre esecuzioni musicali, tanto da destare entusiasmi e ricevere vivissimi e incondizionati consensi.

Da: Il Resto del Carlino del 24/11/1967

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La «Musica Arabita»
sugli scudi a Pescia
Alla IX biennale intemazionale dei fiori ha riscosso un vero trionfo - Domenica 15 sarà ad Adria - Un complesso sempre più vivo
Durante l'esibizione alla Festa del Mare di Fano, mentre si girava tra la folla per sentirne gli umori, una popolana circondata da numerose amiche, diceva loro: «No la sentin spes, ma l'Arabita è semper l'Arabita. Ca elà fiulina tanta bela e genièla, sa chel maester sal guanton, cilinder e chi uchièi senza veter, sa chi ragaz che sompen cum i cavai, sa chi sonator che sonen tant ben; dit quel che vlet, ma è bela un bel pò, a me me piac na mucchia ».
E' vero: l'Arabita è sempre l'Arabita; lo dicono le accoglienze che riceve e l'entusiasmo che suscita in ogni località, che questo anno sono state numerose. Infatti: dopo lo strepitoso successo ottenuto il 22 agosto scorso sull'appennino bolognese, nella località climatica e invernale di Vidiciatico, ove a ciascun componente è stato fatto omaggio di un oggetto ricordo, l'Arabita ha ottenuto domenica scorsa un autentico trionfo in toscana, a Pescia, alla IX Biennale Internazionale dei Fiori, ove erano presenti ben dieci complessi caratteristici e folkloristici, ricevendo in premio un meraviglioso vaso in rame sbalzato, lavoro esemplare dell'artigianato locale. Ciò dimostra che l'Arabita è più viva che mai e fa bene sperare che lo sia per molto tempo ancora.
Tutti i componenti si sono prodigati perché il complesso desse veramente spettacolo: dai dirigenti ai musicanti (per la cui perfezione e affiatamento va un vivo elogio al bravo Biscottini), alla mascotte Patrizia che ha ottenuto un successo personale e tante simpatie, al maestro Berardi che con le sue inesauribili piroette ha ancora una volta dimostrato di non sentire il peso degli anni, che inesorabilmente si accumulano sulle sue non più giovani spalle.
Il 15 corrente l'Arabita darà ancora spettacolo ad Adria e siamo certi che il nome di Fano correrà per molto tempo anche sulle labbra dei cittadini di questa bella località del veneto.

Da: Il Resto del Carlino del 6/9/1968

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Oggi si festeggia la Musica arabita
I 48 anni della Musica Arabita di Fano saranno festeggiati domani nel corso di un pranzo cui parteciperanno autorità provinciali e locali assieme a tutti i componenti del complesso folkloristico fanese. Quella del pranzo è ormai una tradizione ed avviene dal lontano 1923, anno in cui sorse l'Arabita nel giorno del Patrono del complesso, S. Cecilia. Nonostante un certo assottigliamento delle proprie file (per il quale c'è da augurarsi che nuova linfa affluisca per contribuire a mantenere in vita una delle più care «tradizioni» fanesi) la Musica Arabita continua a raccogliere successi in Italia e soprattutto all'estero per l'originalità degli strumenti e degli adattamenti musicali, copiati spesso ma male, per la verve e simpatia dei suoi componenti. Il recente strepitoso successo in Francia e l'invito da parte della città jugoslava di Abbazia a prender parte alle prossime manifestazioni carnevalesche slave, sono l'indice di una popolarità che non si spegne per questo complesso che ormai è restato solo a rappresentare degnamente il Carnevale ed il folklore fanese.

Da: Il resto del Carlino del 21/11/1971

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Fano e Monaco unite nel Carnevale
Si è tenuta recentemente a Monaco l'annunciata manifestazione promossa dall'Azienda di soggiorno di Fano in collaborazione con la delegazione dell'ENIT e la Società Carnevalesca di Monaco (Narrhalla) che prevedeva la partecipazione del gruppo folkloristico fanese «La Musica Arabita» ai festeggiamenti per l'incoronazione della Principessa e del Principe del Carnevale di Monaco. Da notare che quest'ultima è risultato eletto Vittorio Casagrande, un italiano da molti anni residente in Germania e molto amico di Fano.
La sfilata della «Musica Arabita » per le vie di Monaco è stata seguita da un pubblico numeroso e festante.
Di questa cordiale e festosa accoglienza si è reso interprete il borgomastro della città, signor Georg Kronawitter, rispondendo al messaggio di saluto rivoltogli dal presidente dell'Azienda di soggiorno di Fano, dott. Valentino Valentini. Eccezionalmente il borgomastro è sceso dalla residenza municipale nella Marienplatz per porgere il suo saluto ai rappreesntanti fanesi.
La stessa atmosfera festosa si è ricreata durante il gran ballo al «Deutsches Theater » al quale la «Musica Arabita» partecipava come numero principale d'attrazione e soprattutto nella Keller del Teatro ove, sino a tarda notte, il complesso ha fatto sfoggio della sua verve fra interminabili battimani e... rivoli di birra.
Tutti i mezzi di informazione hanno dato vasta eco a questa iniziativa mentre attualmente, in tutta Monaco, sono state allestite apposite vetrine dedicate al carnevale fanese. Una iniziativa che ci sentiamo di condividere pienamente, così come quella che tra pochi giorni vedrà un battello fluviale, carico di rappresentanti della Provincia e di gruppi folkloristici, tra cui di nuovo la « Musica Arabita» risalire il Reno ed attraversare varie nazioni.
Il futuro di Fano — è noto — non è certamente nè industriale nè commerciale, ma solo turistico: ed è appunto in questo settore che vanno concentrate le migliori e maggiori iniziative per rendere la nostra città sempre più conosciuta ed attrezzata per reggere la temibile concorrenza di tante altre località. Qualcosa in tal senso comincia a muoversi ...

Da: Il Resto del Carlino del 12/1/1973

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Musica arabita
A me sembra che "arabita " sia per improvvisata, per frutto di umore e di estro. Questi marchigiani sono allegri, ma con garbo; sono pazzi, ma con misura... Il Marini — non ho udito voce di clarino più di questa gioiosa e triste, schietta e fiera e cantante, talvolta orgogliosa ed insolente, tal volta un poco pazza - prende a suonare in mio onore un "Minestrone marchigiano", che così chiamano quei miscugli di frammenti di vecchie canzoni italiane, conditi con olio, anzi con lardo della più matta allegria. Io... guardando quella piacevole gente penso che questo è il popolo italiano, vivo, leale, allegro, bonario, e che la lotta politica in Italia, per andar d'accordo col carattere del nostro popolo dovrebbe essere aperta, cordiale, umana, cortese... o "arabita", come la musica di questa allegra comitiva marchigiana, nata da un estro antico, - che è libero, da un umore - e da un amore - lieto e leale.

(Curzio Malaparte)

Da: "Il Marchigiano" n. 18 del 1/3/1973

 

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La Musica Arabita è una festosa diavoleria, un pinzimonio musicale che deve la sua origine alla spontanea genialità di questa terra con le sue somarate e il suo estro marino burlesco e giocondo, e nata per espansività carnevalesca a rallegrare i villici ed i paesi della valle, ha varcato i confini, si che Frusaglia può oggi dare la mano in lieto gemellaggio a Strasburgo, Amburgo, Salisburgo e altri borghi di qua e di là delle Alpi, accendendo entusiasmi dovunque è chiaro che una sana genuina allegria dà forza e fa buon sangue.

(Fabio Tombari)

Da: "Il Marchigiano" n. 18 del 1/3/1973

 

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Il gruppo folkloristico fanese "La Musica Arabita" ha partecipato ai festeggiamenti per l'incoronazione della Principessa e del Principe del Carnevale di Monaco (Vittorio Casagrande, un italiano residente da diversi anni a Monaco e molto amico di Fano). La sfilata della "Musica Arabita" per le vie di Monaco è stata seguita da un pubblico numeroso e festante che ha manifestato entusiastici apprezzamenti per il Gruppo fanese. Di questa cordiale e festosa accoglienza si è reso interprete il Borgomastro di Monaco Sig. Georg Kronawitter, rispondendo al messaggio di saluto rivoltagli dal Presidente dell'Azienda di Soggiorno di Fano Valentini. Va rilevato che, eccezionalmente, il Sindaco è sceso dalla Residenza Municipale nella piazza sottostante (la Marienplatz) per porgere il suo saluto ai rappresentanti Fanesi e a tutti i componenti della Musica Arabita. La stessa atmosfera festosa e di viva simpatìa si è ricreata durante il Gran Ballo organizzato al "Deutsches Theater" dalla Società Carnevalesca, al quale la Musica Arabita partecipava quale principale numero di attrazione e soprattutto nella "Keller" del Teatro ove, sino a tarda notte, il Complesso ha potuto dar sfogo a tutta la sua "verve" fra interminabili battimani e rivoli di birra.

Da: "Il Marchigiano" n. 18 del 1/3/1973

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FESTEGGIATI A FANO DAL NOTISSIMO COMPLESSO I 50 ANNI DELLA FONDAZIONE
Messo secolo di «Arabita»
La storia ricca di aneddoti e di episodi del famoso gruppo musicale - Dai tempi «artigianali» delle sagre paesane alle tournée all'estero - Un giudizio di Curzio Malaparte e uno di Fabio Tombari - L'eccezionale figura del maestro Berardi
Fano, 6 luglio
Con un affollato e applauditissimo concerto in piazza XX Settembre la « Musica Arabita » ha festeggiato a Fano il cinquantenario della sua fondazione; la serata, che ha dato modo a tutti i componenti del celebre complesso folkloristico fanese di scatenarsi in una lunga cavalcata di successi, mentre sulla piazza si formavano piste improvvisate per decine e decine di ballerini ha fatto segnare anche uno «storico» episodio: quello della riconciliazione del complesso «Scacco Matto» di Marini con l'Arabita, dalla quale era nato qualche anno fa a seguito dell'uscita di alcuni «dissidenti»; Marini con il suo celebre clarino è tornato fra gli antichi compagni finendo così col fare, in quello generale, uno show personale e mostrando a tutti che gli anni passano, ma che il fiato e gli incredibili «assolo» di clarino fanno ancora parte del suo repertorio.
In mezzo al generale entusiasmo e all'allegria, un episodio «giallo»; ad un certo punto, trascinato dalle musiche travolgenti e dall'esuberanza, un chitarrista ha involontariamente colpito sul capo, con il suo strumento, il «maestro» dell'Arabita, Berardi, procurandogli un taglio abbastanza profondo; una corsa all'ospedale, un paio di punti, e Berardi — una figura eccezionale — è subito tornato sul palco, con il capo fasciato, a dirigere il «suo» complesso. Con la Musica Arabita succede davvero di tutto!

Ma vediamo in breve la storia di questo gruppo: nasce nel 1923, fondata da alcuni appassionati che vogliono portare una ventata nuova e un po' paesana, anche se i tempi e i costumi sembrano grossi ostacoli; fino al 1937 l'Arabita rimane una «cosa» artigianale e la sua notorietà non varca i confini regionali. Ma nel 1937 si organizza meglio, si dà un maestro, ed è Berardi, si veste di divise multicolori, aumenta il numero dei suoi componenti. Rinnova i quadri dopo la guerra e sciama di nuovo, per le vie e per le piazze, portando una ventata di allegria in un mondo triste e devastato; gente di ogni ceto si confonde nel gruppo e vi porta il talento della propria comicità, dei propri virtuosismi, del proprio estro.
La fama si allarga, le esibizioni crescono, in tutta Italia e anche all'estero si comincia a conoscere questo estroso complesso che ricava musica dagli strumenti più strani e bizzarri: l'Arabita è al Festival di Como, a «Musica in Piazza» ad Ancona, al Carnevale Ambrosiano, al Carnevale di Venezia, a quello di Ascoli, al Corso dei Fiori, alle Feste di Piedigrotta, al XXII Raduno internazionale dei campings a Roma, in Germania, Francia, Jugoslavia, Olanda, Belgio, Svizzera. Curzio Malaparte ne parla scrivendo: « ... a me sembra che "arabita" sia per improvvisata, per frutto di umore e di estro. Questi marchigiani sono allegri, ma con garbo, sono pazzi, ma con misura ... guardando quella piacevole gente penso che questo è il popolo italiano, vivo, leale, allegro, bonario».
E Fabio Tombari: «La Musica Arabita è una festosa diavoleria, un pinzimonio musicale che deve la sua origine alla spontanea genialità di questa terra con le sue somarate e il suo estro marino, burlesco e giocondo; è nata per espansività carnevalesca a rallegrare i villici e i paesi della valle, ha varcato i confini, sì che Frusaglia può oggi dare la mano in lieto gemellaggio a Strasburgo, Salisburgo e altri borghi di qua e di là delle Alpi, accendendo entusiasmi dovunque è chiaro che una sana genuina allegria dà forza e fa buon sangue».
Dopo questi due elogi per il complesso folkloristico fanese crediamo non vi possano più esserci aggettivi per questa Arabita che è il vero volto e la vera voce di Fano, una voce genuina, cordiale, sincera, come il vino del Metauro e delle colline e come i sentimenti dei suoi abitanti.
Carlo Moscelli

Da: Il Resto del Carlino del 7/7/1973

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Il papà del carnevale di Fano
Alto, asciutto, un modo di fare brusco a copertura di un'indole schiva ma generosa, la faccia per natura severa che si anima solo in determinate occasioni, Enzo Berardi, 67 anni, può essere considerato il papà del carnevale di Fano.

E' lui che ha ridato vita alla "musica arabita" nata nel 1923 da un gruppo di matacchioni fanesi (usavano fare allegre serenate con fisarmonica, campanacci, barattoli di latta) e presto incappata nella rigida opposizione fascista alle manifestazioni estrose e non programmate: Berardi riuscì' con un inghippo, l'iscrizione del gruppo al dopolavoro Enal, ad evitare nel 1937 che la compagnia di allegri musicanti fosse sciolta.

E' lui che all'indomani della guerra ha ricostruito il volto folkloristico della città chiamando i vecchi amici a mettere di nuovo insieme l'entusiasmo della banda "arrabbiata, tirando fuori dai magazzini quel che restava degli strumenti caratteristici molti dei quali furono portati via dalle truppe polacche: "si divertivano come bambini a suonare i tamburelli sui carri armati". E' lui da quarant'anni il "maestro" della musica arabita, lui che guida il ritmo e l'allegria con la sua manona inguantata, con il bastone battitempo, soprattutto con quella faccia signorile e severa d'improvviso allegra nel rito del carnevale: in marsina e cilindro, Berardi è un autentico istrione che fa la parodia prima di tutto di sé stesso.

Il successo del complesso più pazzo del mondo è anche merito suo, soprattutto perché il maestro Berardi ha continuato a crederci anche quando i vecchi amici man mano si allontanavano dalla scena, quando invecchiava l'entusiasmo, comparivano i primi acciacchi e insieme un atteggiamento nostalgico e critico nei confronti del "nuovo" carnevale dove la gente sembra non divertirsi più.

Il maestro Berardi no, è polemico ma testardo nelle sue convinzioni (da anni ripete che i carri allegorici devono essere accompagnati da piccole orchestrine e non dalla musica confusionaria dei dischi), dice di essere deluso e stanco ma è quasi una civetteria la sua perché, in verità, continua a darsi un gran da fare, a correre in giro con i suoi ragazzi per le tournèes entusiasmanti ma faticose, a sostituire ogni anno con nuovi elementi i vecchi che se ne vanno, sempre meno fanesi sempre più ragazzi di periferia.

"Qui a Fano non c'è rimasto più nessuno. Quest'anno mi è toccato addirittura mettere I'annuncio sul giornale per rimpolpare la banda perché quello che fa effetto nella gente è il numero, ci vogliono almeno 50-60 elementi ed io adesso ne ho a malapena 40".

Una volta invece per la musica arabita ci passava tutta Fano; era un onore oltre che una passione, il distintivo del vero fanese che si occupava in prima persona del carnevale come fosse una sua creatura (e la banda "arrabbiata" è la quintessenza del carnevale), era il passaggio obbligato di tutti i burloni che avessero una vena artistica: c'era l'impiegato e il falegname, il professore e il meccanico, l'elettricista e il marinaio, tutte le sere giù "all'Artigiana" a far le prove con un bicchiere di vino davanti e gli strumenti più bizzarri e strampalati: caffettiere, brocche, ombrelli, porta immondizie, zoccoli, bottiglie, bidoni, in una allegra parodia delle orchestre di alto livello.

Con la "musica arabita" il maestro Berardi ha girato in lungo e in largo l'Italia e perfino l'Europa: ovunque un grande successo, feste, allegria, cene, personaggi politici in prima fila a fare i complimenti, commenti generosi sulla stampa, grandi e bambini trascinati dall'entusiasmo dietro gli allegri musicanti. Qual'è il segreto? "Forse il fatto che la gente sente che noi siamo i primi a divertirci, che lo facciamo per passione. I nostri strumenti: il nostro modo di suonarli "è cosi' scanzonato che trascina inevitabilmente, ispiriamo una simpatia genuina perché rappresentiamo un folklore semplice così come semplice è il messaggio che diffondiamo: basta poco per divertirsi, un campanaccio, un barattolo di latta, una tromba stonata. Credo sia questo il segreto della musica arabita".

Una volta in un paesino dell'Abruzzo il gruppo dovette improvvisarsi come banda nella processione: il parroco non era del tutto convinto di questi fanesi "arabiti" ma era gioco forza accettare il loro aiuto perché la banda vera era venuta. Al posto di "Cristo resusciti" che non conoscevano, suonarono una canzone tutt'altro che religiosa del loro repertorio scanzonato e fu un successo senza limiti, su per quella stradina sassosa, dietro la statua della Madonna portata in processione con l'accompagnamento della musica arabita.

Ma il ricordo più bello è il viaggio in battello da Basilea all'Olanda lungo il Reno, ogni giorno una piazza diversa e la sera la televisione che trasmetteva a colori le immagini e i suoni del complesso più pazzo del mondo in giro per la Svizzera, la Francia, la Germania, infine l'Olanda. "Una bella soddisfazione, là la gente è molto cordiale e ci accoglieva come ospiti di altissimo livello. Là sanno ancora divertirsi soprattutto perché sono rimasti legati al gusto delle cose semplici. Per loro carnevale vuoi dire 5 giorni ininterrotti di baldoria: nelle osterie, nelle strade, nelle case. Vestirsi in costume per loro significa magari mettersi solo la canottiera sopra la giacca o girare per un giorno con la parananza della moglie: si divertono con poco, sono più genuini. Una volta anche da noi era così".

Una volta. E' il leit-motiv di Berardi: ha visto passare quarant'anni di carnevali di ogni paese, ha sentito modificarsi nel tempo i gusti della gente, ha verificato l'evoluzione di una società nel suo aspetto più rivelatore, cioè la capacità di divertirsi, una volta più immediata e più spontanea, oggi più difficile da vivere come se ne avessimo perso l'abitudine.

"Una volta il carnevale era una festa che si aspettava da mesi, era l'unica festa. In quei giorni si mangiavano le cose più buone che mancavano il resto dell'anno, per esempio la pasta fritta, la cioccolata o i piatti tipici della città. Per i giovani carnevale voleva dire la possibilità di stare vicino, di ballare, di amoreggiare durante i veglioni, di giocare insieme nella sfilata dei carri: una volta non c'era tutta la libertà che c'è adesso e la passeggiata quotidiana per il corso era impensabile. Una volta al carnevale ci andavano tutti, fra una tribuna e l'altra c'era a vera battaglia fra chi faceva il getto più generoso e giù nella strada i ragazzini ne approfittavano riempendosi le tasche di dolciumi. Poi hanno incominciato a criticare: guardate come buttano via i soldi i signori, dicevano i soliti disfattisti e così piano piano i signori al carnevale hanno smesso di andarci perché non si divertivano più; il privilegio e la responsabilità del lancio adesso spetta solo alla Carnevalesca che anche se ogni anno aumenta il quantitativo non riesce mai a soddisfare interamente il pubblico".

Una volta i carri a Fano erano più piccoli tanto è vero che riuscivano a passare per il corso, il getto era fatto soprattutto di coriandoli, stelle filanti e confetti di gesso con un piccolo bagno di zucchero colorato, "mancavano i soldi per fare grandi cose, ma la gente si divertiva di più. Oggi la televisione ci ha abituato all'impossibile, oggi la festa ce l'abbiamo tutti i giorni e la cioccolata non è più un privilegio di carnevale. Il fatto è che non siamo più ingenui, abbiamo perso il gusto delle cose semplici: le andiamo ricercando pieni di nostalgia (infatti la gente che viene al carnevale è sempre più numerosa) ma non siamo più capaci di ritrovarle".

Allora lo spirito autentico del Carnevale è morto? "No, forse ancora no. Guardi la "musica arabita": il nostro motto era e rimane "divertirsi divertendo" e l'entusiasmo della gente che ci viene dietro conferma che è tuttora valido".

Forse il maestro Berardi ha ragione, forse il segreto è tornare ad essere "come una volta" protagonisti del carnevale per "divertirsi divertendo", non più spettatori passivi abituati a girare una manopola per avere "diritto" allo spettacolo.

Maura Garofoli

Da: "Il Marchigiano" n. 172 del 26/2/1976

 

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Il complesso folcloristico fanese non vuol morire
La Musica Arabita lancia un bando di arruolamento
FANO, 27 — (c. m.) - L'assenza della « Musica Arabita» dalle manifestazioni del Carnevale estivo e da altri appuntamenti dell'estate fanese, non sarebbe motivata, come era stato detto in un primo momento, da uno scioglimento del popolare gruppo folkloristico, bensì da insufficienti offerte di compenso pervenute allo stesso dagli organizzatori delle varie manifestazioni. Il m.o Enzo Berardi, che da anni ed anni è l'animatore della « Arabita » ha decisamente smentito la « morte » del suo gruppo per... consunzione, pur riconoscendo che negli ultimi tempi i componenti sono calati di numero, così da creare seri problemi organizzativi: a questo proposito molto presto sarà lanciata una specie di bando di arruolamento per trovare nuova linfa che permetta all'Arabita di continuare a sventolare la bandiera del folclore fanese e di un prestigio non intaccato dagli anni. La Musica Arabita è stata assente durante il Carnevale estivo in quanto il compenso che le veniva offerto per un certo numero di esibizioni era assolutamente inadeguato per un gruppo i cui componenti sono in maggioranza lavoratori che sottraggono alle poche ore libere, o addirittura alle « ferie », i momenti da destinare a quelle esibizioni.
Tutto ciò va sottolineato con una punta di rammarico in quanto la Carnevalesca, a chi sottolineava l'assenza dell'Arabita, aveva risposto fascioglimento e non, come si compatibilità » a livello retributivo; (sic! N.d.r.) ciò mentre venivano ingaggiati complessi di altre città d'Italia e mentre, per il gemellaggio con il Carnevale di Erlangen, Fano si faceva rappresentare dagli sbandieratori di Ferrara, bravi sì, ma sempre emiliani.
Resta comunque ora la speranza di veder presto risorgere la Musica Arabita, un i fanesi (sic! N.d.r.) e certamente il più rappresentativo del folclore della città, della sua allegria e genuina schiettezza e simpatia.
Sempre a proposito del Carnevale estivo ci giunge una lettera firmata che di seguito pubblichiamo: « Caro Carlino, scrivo per rendere noto a tutti un fatto abbastanza grave: un gruppo di carristi che ha lavorato per mesi nei "capannoni", non è stato ancora pagato dal capocarro. Io sono uno di questi e mi sono rivolto alla Carnevalesca, ma mi hanno risposto che, avendo loro regolarmente pagato il capo-carro, non c'entravano. Io ho moglie e figli, e sono un operaio, e non credo sia giusto che chi mi deve pagare dica che non ha ancora ricevuto i soldi per non farlo ».
Da segnalare infine che sono in corso lavori per rendere più ospitali e funzionanti i «capannoni» ove vengono costruiti i carri.

Da: Il Resto del Carlino del 28/9/1977

 

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Musica Arabita, espressione della genialità scanzonata
Dal 1923 sulla breccia, ha portato l'allegria in Europa
La Musica Arabita è nata dal Carnevale e di Carnevale si alimenta. Il popolo fanese - come si apprende dal materiale fornitoci da Alberto Berardi - escluso dai salotti e trascurato dagli artisti, si fece da solo strumenti e musica dando così vita nel 1923 all'Arabita che vuoi dire arrabbiata, ma per finta. Guido Piovene nel suo «Viaggio in Italia» parlò addirittura di jazz italiano e Curzio Malaparte scrisse che mai aveva udito una musica siffatta. Qual è il suo segreto? «I nostri strumenti. Il nostro modo di suonarli è cosi scanzonato che trascina inevitabilmente; ispiriamo una simpatia genuina perché rappresentiamo un fofclore semplice così come semplice è il messaggio che diffondiamo: basta poco per divertirsi, un campanaccio, un barattolo di latta, una tromba stonata».

Custode per quarantanni di questo segreto, Enzo Berardi, scomparso da pochi giorni, ha evitato che il fascismo sciogliesse la Musica arabita con la quale ha girato in lungo e in largo l'Italia e perfino l'Europa. Ovunque un gran successo, feste, allegria, cene, personaggi politici in prima fila a fare i complimenti, commenti generosi sulla stampa, grandi e bambini trascinati dall'entusiasmo dietro gli allegri musicanti. «Il ricordo più bello - raccontava Enzo Berardi - è il viaggio in battello da Basilea all'Olanda lungo il Reno, ogni giorno una piazza diversa e la sera la televisione che trasmetteva a colori le immagini e i suoni del complesso più pazzo del mondo. Una bella soddisfazione, là la gente è molto cordiale e ci accoglieva come ospiti di altissimo livello. Là sanno ancora divertirsi perché sono rimasti legati al gusto delle cose semplici. Per loro Carnevale significa cinque giorni ininterrotti di baldoria nelle osterie, nelle strada, nelle case. Si divertono con poco, sono più genuini. Una volta anche da noi era così».

La Musica arabita è, come ha scritto Fabio Tombari, una festosa diavoleria, un esempio vivente della genialità ed umorismo degli artigiani fanesi. «Divertirsi divertendo». Con questo motto continua ad essere protagonista attiva della festa ormai da settant'anni, quintessenza del Carnevale.

 

Da: La Gazzetta di Fano del 18/2/1990

 

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Proprio quando il popolare complesso si appresta a compiere 70 anni di vita
La Musica Arabita rimarrà senza sede?
Chi vuole sfrattare la Musica Arabita? Dal noto complesso folcloristico cittadino emerge un grido di allarme: sembra che qualcuno abbia orchestrato una manovra per togliere al gruppo la disponibilità di casa Ferri, attribuita dalla circoscrizione su convalida del consiglio comunale. Il fatto è che tra la Musica Arabita e la banda Città di Fano promossa dall'organizzazione Vallato, che ha in uso parte della stessa casa, la convivenza sembra impossibile, tanto che alla prima è stato proposto di emigrare addirittura a Torrette. Contro questo invito, che è apparso come una minaccia, si sta sollevando tutto l'antico sodalizio che proprio quest'anno si appresta a festeggiare i 70 anni della sua fondazione. Attualmente il gruppo, diretto da Fernando Micheli, di elementi equamente divisi tra chi suona uno strumento vero e proprio e chi invece contribuisce, con uno di quegli oggetti fantasiosi che costituiscono la caratteristica della Musica Arabita, a dare il ritmo e la vivacità del complesso. E' una realtà però che la Musica Arabita è in crisi: dagli anni d'oro del maestro Berardi, la parabola del gruppo è andata sempre più discendendo, colpa anche di un mancato ricambio generazionale che ha costretto il direttivo a cercare altrove nuova linfa per continuare l'attività.
Non si è dispersa però la carica di allegria legata alla varietà e alla originalità degli strumenti e a una tradizione musicale che viene da lontano. L'ultima dimostrazione si è avuta nel corso dell'ultima trasferta a Venezia, dove il complesso ha letteralmente catalizzato l'attenzione di tutti i presenti in piazza San Marco e ha propagandato convenientemente lo spirito del Carnevale di Fano. Invece dello sfratto la Musica Arabita avrebbe bisogno di un serio aiuto istituzionale che contribuisse a risolvere i suoi problemi. Come spesso capita in questi casi, è più facile che la soluzione giunga da fuori, piuttosto che emerga dall'assetto interno rispetta a cui le difficoltà appaiono incancrenite. E alle sorti del complesso è giusto che siano interessate tutte le componenti cittadine, a partire dalla Società Carnevalesca, di cui, pur autonoma, la Musica Arabita è una diretta emanazione. Dalla APT pare che sia giunta l'informale promessa di rinnovare le divise; è già qualcosa; Giacomini presidente della Carnevalesca si è dichiarato disposto ad esaminare la questione. L'organizzazione Vallato non potrebbe operare un'interrogazione (sic! un'integrazione ? n.d.r.) limitatamente all'aspetto musicale?

Da: Corriere Adriatico del 22/2/1993

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Braccio di ferro con la banda cittadina
La Musica Arabita costretta allo sfratto?
«Con la presente, a seguito di votazione consigliare avvenuta lunedì 3/2/1993 nell'attuale sede del Gruppo Folcloristico "Musica Arabita", la maggioranza dei consiglieri presenti, con la sola estensione del presidente, sul punto in discussione "Accettazione delle condizioni proposte dal sindaco e dai membri della Giunta comunale, circa la destinazione della sede sociale", si comunica che il consiglio dell'Ente stesso ha deliberato di non accettare la proposta dell'Amministrazione comunale e pertanto chiede di restare nell'attuale sede, sia per motivi logistici che per motivi di principio (soprattutto economico). Seppur rammaricati per quanto deliberato con ponderatezza, il presidente e il consiglio fanno appello al buon senso degli amministratori affinchè le due istituzioni che attualmente occupano Casa Ferri possano convivere, dando modo alla Musica Arabita di continuare a rappresentare la città di Fano in Italia e all'estero».
Questa lettera inviata al sindaco dai rappresentanti del famoso sodalizio cittadino, sta scatenando una ridda di polemiche. Da una parte si trova l'Organizzazione Vallato che, avendo generato nel suo ambito la Banda «Città di Fano», occupa una parte di Casa Ferri e ha assoluto bisogno di spazio per poter coltivare le sue molteplici attività, inclusa la scuola di musica. Dall'altra parte si trova la Musica Arabita, a cui è stata destinata l'altra metà di Casa Ferri e precisamente i locali dell'ex stalla e dell'ex cucina della casa colonica che avrebbero assoluto bisogno di una radicale ristrutturazione.
In mezzo ci sta l'Amministrazione comunale che per non scontentare nessuno, visto che si tratta di due benemerite istituzioni cittadine, ha proposto di assegnare tutta Casa Ferri all'Organizzazione Vallato (che ha anche i mezzi per mettere a posto la parte restante, non dotata di servizi nè di riscaldamento), mentre alla Musica Arabita andrebbe un nuovo locale, molto più grande dell'attuale, corredato di tutti i servizi, nel centro commerciale di Vallato.
Visto che la Musica Arabita è una istituzione cittadina e come tale non figura ancorata a nessuna realtà di quartiere, spetterebbe a quest'ultima emigrare in altra sede. Ma non sta qui il nocciolo della questione. Il problema più importante è rivitalizzare questo gruppo che da diverso tempo versa in un'agonia preoccupante. Come fare? l'Organizzazione Vallato si dimostra disposta ad assumere tale compito a patto che le cariche sociali vengano azzerate. E' il minimo che si può pretendere per ripartire su una nuova strada. Ora sta alla Musica Arabita dar prova di buona volontà.

Da: Corriere Adriatico del 23/2/1993
 

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FANO / SI SCALDA LA POLEMICA TRA IL NOTO COMPLESSO MUSICALE E LA CARNEVALESCA
Ora la Musica è davvero Arabita
Dopo il viaggio a Venezia il clima è di nuovo teso. La storia
FANO — Una diatriba sul prezzo dell'«ingaggio» troppo velocemente troncata. La Carnevalesca esclude la Musica Arabita dalle sue manifestazioni e le vieta anche il «Treno dell'Allegria» per Venezia. Nella città lagunare il complesso fanese ci va per suo conto, coglie di nuovo un grande successo e viene ripresa dalla Rai.
Intervistato da Lucio Angelelli, il presidente della Carnevalesca Astorre Giacomini dichiarava: «Si, abbiamo trovato a Venezia un complesso musicale che mi dicono essere la nostra Musica Arabita. lo non l'ho vista perché ero in assessorato per gli scambi di auguri e di doni. Quando siamo arrivati, mi sembra, non c'era nessuno che suonasse: c'eravamo solo noi del Carnevale di Fano e cioè la banda del Vulon».
Replica la Musica Arabita: «Il Signore del Carnevale fanese ed alcuni consiglieri della Carnevalesca ben sapevano che la Musica Arabita si sarebbe recata a Venezia per rappresentare il nostro Carnevale ed il nostro Comune. Prova ne è che il sindaco e l'assessore al Turismo l'avevano più volte contattato, chiedendogli che il nostro gruppo facesse parte del "Treno dell'allegria" e ricevendo un netto rifiuto. Comunque questo inspiegabile "odio" nei nostri confronti sembra si sia trasformato in un vero boomerang, in un "buco nell'acqua" (di Venezia) considerata la tiepida accoglienza ricevuta nelle città in cui il "treno" si è fermato e dallo stesso Giacomini riferita al cronista. Ulteriore disfatta il "Signore del Carnevale" l'ha avuta quando la Rai-Tv ha mandato in onda solo le immagini del nostro gruppo in esibizione in piazza S. Marco, senza che nemmeno un cm fosse girato al gruppo da lui guidato. Il signor Giacomini non sapeva o non voleva sapere? Oppure non riesce a digerire il successo che il nostro gruppo folkloristico ha riportato in due ore e trenta minuti di esibizione fra applausi e balli dei tanti presenti in piazza S. Marco, tanto da farci ricordare i vecchi tempi delle esibizioni al Carnevale di Fano. Ci spiace far sapere al "Signore del Carnevale" che non ci ha visti e sentiti, che molte maschere del suo "trenino", appena giunte in piazza S. Marco, si sono unite al nostro gruppo perché irritate dal comportamento di alcuni membri della Carnevalesca, ballando con noi e ringraziandoci per la vivacità ed allegria prima di ripartire con la "mesta brigata" ed il suo "trenino". I pochi minuti di esibizione del suo gruppo (34 per l'esattezza) sulla piazza che da sempre consacra il Carnevale di Venezia, non sono valsi a portare negli occhi e nelle case dei veneziani il vero folklore e l'allegria del Carnevale di Fano. Ci spiace per i nostri colleghi della banda del Vulon che forse avrebbero meritato miglior sorte ed una esibizione più degna. Tutto ciò grazie al "Signore del Carnevale" che era tutto intento, questo sì, a portare doni come i Re Magi ed a parlare con le autorità».
Noi ci chiediamo solo: ma al Carnevale di Venezia non erano meglio due bande al prezzo di una?
[c. m.]

Da: Il Resto del Carlino del 17/2/1994
 

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FANO
La musica continua
FANO — Nei giorni scorsi abbiamo pubblicato una nota della Musica Arabita, polemica non tanto per la sua esclusione dal Carnevale, quanto per quella dal «Treno dell'allegria» per Venezia.
Replica il presidente della Carnevalesca Astorre Giacomini.
«In primo luogo ci rammarichiamo per l'offesa fatta al Carnevale, alla città ed allo stesso complesso folkloristico della città di Fano, visti i futuri programmi del Carnevale. Non c'è odio nè prevenzione di alcun genere e siamo veramente felici che fanesi della Musica Arabita e fanesi del treno del Carnevale si siano trovati insieme in piazza S. Marco: non è ironia la mia se dico che personalmente non ho visto la Musica Arabita perché ero in Assessorato. Non comprendiamo quindi le sciocche, false tendenziose espressioni della nota, mirate solo a distruggere quanto si sta facendo per costruire. Per ulteriore chiarezza ribadiamo di aver chiesto l'incorporazione e gestione della Musica Arabita e che la stessa fosse consegnata prima al Sindaco o all'assessore Maggioli perché è nostra intenzione rafforzarla perché torni ad essere il vero e caro complesso del Carnevale. I dirigenti della Musica Arabita (o il dirigente «patron» che in un sol colpo ha esonerato Presidente e vicepresidente) dimenticando di aver firmato, unitamente al sottoscritto ed all'assessore al Turismo, il 24 gennaio scorso, un documento d'intesa per il possibile futuro del caro e glorioso complesso. Quindi l'esclusione della Musica Arabita dai nostri programmi è stata una diffìcile ma necessaria scelta e non un capriccio da "padrone del Carnevale"».

Da: Il Resto del Carlino del 22/2/1994
 

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Il gruppo dei musicisti artigiani amato da Malaparte e Piovene
L'INTERVENTO - I suonatori "arabiti"
di Alberto Berardi*
Non ho mai udito "voce di clarino più di questa gioiosa e triste e schietta e nera e cantante, talvolta orgogliosa e insolente, talvolta un poco pazza. Suona quel che nelle Marche si chiama una "musica rabbita", o arrabbiata e a me sembra che rabbita stia per improvvisata per frutto di umore e di estro. E' antico costume popolare marchigiano, di associarsi in allegre compagnie di suonatori e ballerini e di andar girando per le Marche, quando non per l'Italia e fuori d'Italia suonando, cantando e ballando".

Con queste parole nel 1954, cinquant'anni orsono, Curzio Malaparte nella rubrica "Battibecco" che aveva allora sull'Europeo, provava a descrivere l'incontro con "un giovane aitante, dal viso ardito" un suonatore di clarino, Giulio Marini, macellaio in Fano al numero 6 di via Adolfo Apolloni.

Marini si trovava allora con una comitiva alla Trattoria del Porto di Porto Corsini e la comitiva, uomini e donne (in gran parte donne di una certa età) sprizzavano un'allegria assolutamente coinvolgente. Malaparte commentò: "Questi marchigiani sono allegri, ma con garbo, sono pazzi, ma con misura. Io, guardando quella piacevole gente, quei visi onesti accesi dal vino, dal sole, dal ballo, quelle donne enormi, quelle esili ragazze, quegli omaccioni dagli occhi tondi e dalle mani crude, penso che questo è il popolo italiano, vivo, leale, allegro, bonario, e che la lotta politica in Italia, per andare d'accordo con il carattere del nostro popolo dovrebb'essere aperta, cordiale, umana, cortese, non quella specie di truce rissa che è diventata: e se proprio ha da essere una politica d'arrabbiati, sia almeno una politica rabbita, come la musica di questa allegra comitiva marchigiana, nata da un estro antico e libero, da un umore (e da un amore) lieto e leale".

Ci voleva un "maledetto toscano" come Malaparte per capire al volo, ad un primo fugace incontro, quale energia vitale si nasconda dietro la musica "arabita" questo singolare complesso fanese nato nel lontano 1923 da un gruppo di artigiani di sincera fede democratica se non rivoluzionaria, fanatici dell'opera lirica e stanchi di essere considerati dai nobili e dalla borghesia provinciale dei filistei della cultura. All'ennesima provocazione snobistica: "Gliela facciamo vedere noi, dissero come un sol uomo, i barbieri, gli arrotini, i facchini, i calzolai, i camerieri, i falegnami ed i fabbri ferrai, o meglio gliela facciamo sentire noi". Fu così che nacque la Musica Arabita, il singolare complesso in cui i bandisti suonano gli strumenti del proprio lavoro traendone dei suoni incomparabili, imitati dai futuristi quando provarono a suonare in teatro i loro "intonarumori" dando vita a delle risse memorabili. Furono anni di successi incredibili, Guido Piovene nel suo "Viaggio in Italia" scrisse che :"Fano si vanta di aver inventato il Jazz con certi suoi concerti di musica sincopata i cui strumenti sono pentole".

Aveva ragione lui, ho assistito una volta nella fredda Zurigo ad un fatto che credevo fosse possibile solo nelle favole. Era domenica, nessuno in strada, la Musica Arabita cominciò a suonare sfilando, si aprirono le finestre, poi le porte, la gente scese in strada e cominciò a seguirci. Non sapeva perché e neppure dove li avremmo portati. Ma ci seguivano, come i bimbi di Hammerli, il pifferaio, ed il tendone da circo predisposto per noi si riempì di bambini, mamme, ragazzi ed adulti e fu il trionfo. Ricordo questo non solo perché dalla nascita sono passati 80 anni ma soltanto perché domenica ho assistito ad un miracolo di Carnevale: ho visto un ottantenne ballare, cantare, suonare senza sosta per ore ed ore. Hanno divertito tutti divertendosi come matti ed i magnifici giovani della Borghetti Bugaron Band con loro, instancabili, irrefrenabili, scialati, bevuti e sudati.

Ma il Carnevale è iniziato con loro ed è finito con loro davanti ai capannoni da cui erano partiti il primo pomeriggio. Dopo tanta gioia, sui volti segnati dal tempo, una lacrimuccia, di commozione. Hanno alimentato il Carnevale ed il Carnevale 2004 da loro ha tratto alimento.

*presidente dell'Ente manifestazioni

 

Da: Corriere Adriatico del 20/2/2004

 


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 25.12.2004
    Ultima modifica: 11.03.2006

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