Carnevale, feste, tradizioni e lavoroCarnevale, feste, tradizioni e lavoro

Il carradore

La stiratrice

Il sellaio


Un mestiere quasi del tutto scomparso nella nostra città è quello del sellaio, in dialetto "slar". Aveva qualche affinità con il calzolaio; difatti alcuni attrezzi e materiali usati da entrambi erano i medesimi: ago, lesina, spago, cuoio, lucido, colla, ecc. Aveva la sua bottega generalmente nei pressi di uno stallaggio, o fermata della diligenza.

A Fano ce n'era uno anche nei pressi di Porta Maggiore. Egli costruiva e riparava le selle, i basti, le briglie, i paraocchi, i sottocoda, i sottopancia e gli altri finimenti per attaccare i cavalli ai diversi tipi di carri e carrozze.

Nella buona stagione, sovente lavorava all'aperto, ai margini della strada, seduto su un banchetto munito di un supporto nella parte anteriore, dove appoggiava, o fissava in una morsa, l'oggetto da riparare.

Spazzolava, controllava la consistenza delle parti in cuoio usurate; ricuciva dov'era scucito, riportava pezzi di cuoio nelle briglie, ecc.

Le sue attenzioni nel lavoro variavano secondo la qualità dei finimenti da riparare: i finimenti del cavallo, del mulo, o dell'asino attaccati ogni giorno ad un carretto sgangherato, come il vestito del carrettiere, erano tutto un rattoppo, per cui richiedevano poca delicatezza, ma non poca pazienza. Ma quelli per i cavalli dei vetturini, o dei cocchieri dei nobili, o delle gentili donne allora bisognava usare maestria, finezza, accorgimenti speciali, poiché il materiale era di prima qualità e artisticamente lavorato. Per i finimenti del cavallo del carrettiere, in mille modi rabberciati, al posto del cuoio, fin dov'era possibile, era usata tela di canapa o juta.

Insomma il sellaio aveva sotto gli occhi, nel suo lavoro quotidiano, i segni del blasone della nobiltà e della ricchezza e i cenci dell'operaio legato nel suo mestiere, all'apporto della forza degli animali.

Il sellaio fischiettava continuamente e tirava lo spago, più o meno benevolmente secondo l'umore che gli ispiravano i diversi tipi di finimenti.

(Da: "La vecchia Fano", AMADUZZI 1981).


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 12.01.2005
    Ultima modifica: 27.01.2005

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