Comuni del bacino
La ceramica di Urbania
Notizie della produzione di ceramica si hanno già dal 1300, ma è con il Rinascimento che i manufatti, non più legati solamente alla produzione di oggetti d'uso quotidiano, diventano un vero e proprio prodotto artistico. I pittori collaborano con i ceramisti proponendo nuovi motivi iconografici.
Tra il 1520 e il 1560 si contano 40 botteghe e 150 maiolicari che producono manufatti ceramici con le tipiche decorazioni durantine, come la foglia di quercia o le ghiande in onore dei Della Rovere, motivi geometrici a serpentina, fiori, festoni, motivi geometrici, accordando sapientemente i tono caldi del giallo e dell'arancio e i freddi del verde e del blu. La tecnica della ceramica è teorizzata da Cipriano Piccolpasso che nel suo trattato "Li tre Libri dell'Arte del Vasaio", scritto attorno al 1548, svela i segreti e le regole del far ceramica.
Molti sono gli artisti importanti a Casteldurante in questo periodo: Zoan Maria, i Fontana, i Dolci. Dopo un periodo di prosperità e innovazioni, dal XVII secolo la produzione si fa più limitata e meno fiorente, ma non arrivò mai a dileguarsi. Nel XVIII secolo rivive nelle opere dei Doix, Bartolucci e Rombaldoni. Nel XIX secolo, grazie alla lungimiranza della famiglia Albani, sono impiantate fabbriche di ceramica all'interno del Palazzo ducale.
Dal 1940 si deve a Federico Melis un nuovo impulso e stimolo allo studio e alla fondazione di nuove botteghe. Tutt'oggi la tradizione ceramica continua sia nelle botteghe sia tra dilettanti e amatori che s'impegnano nel recupero della tradizione e nello sviluppo delle attività culturali.
Urbania è l'unica città delle Marche, ed uno tra i 26 comuni italiani, ad essere insignita del titolo di "zona di antica tradizione ceramica".
Dettaglio scheda
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Data di redazione: 01.01.2001
Ultima modifica: 05.08.2004
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