Funghi, flora e faunaFunghi, flora e fauna

Liocarcinus corrugatus

Liocarcinus maculatus

Liocarcinus depurator


Liocarcinus depurator (Linnaeus, 1758)

Nome nome italiano e commerciale italiano: Granchio di strascico

Ordine: Decapoda, Famiglia: Polybiidae

Caratteri distintivi: lunghezza-larghezza del carapace 40x52 mm (52x63 mm un nostro esemplare). Bordo frontale con 3 denti ben sporgenti ed acuti, il centrale appena più grande degli altri due od eguale, separati da spazi profondi e allo stesso livello della linea delle orbite. Carapace con numerosi tubercoli e linee trasversali rugose; suo bordo antero-laterale con 5 denti (orbitario esterno compreso). Dattilo del V pereiopodio dilatato e natatorio (“a paletta”), di colore celeste, blu-violetto o rosso-violaceo negli adulti. Corpo bruno-giallastro e con sfumature rossastre.

Si può confondere con Liocarcinus vernalis, che ha fronte con 3 denti poco sporgenti - quello centrale un poco più piccolo degli altri due - e carapace finemente granuloso (anziché con tubercoli e linee rugose) e con corta peluria. L. bolivari (17x20,7 mm) ha bordo frontale con 3 denti poco sporgenti separati da spazi poco profondi e carapace con numerose linee trasversali di tubercoli marcati; Liocarcinus maculatus e L. zariquieyi sono più piccoli (rispettivamente 11,2x13,2 mm e 13,4x14,3 mm) e hanno il bordo frontale che oltrepassa nettamente la linea delle orbite (anziché allo stesso livello della linea delle orbite).

Distribuzione in Italia, biologia e habitat: specie segnalata in tutti i mari italiani (FROGLIA, 2010).

Vive da pochi metri sino a circa 300 m di profondità su fondali sabbiosi, sabbioso-fangosi e fangosi. Nuota agilmente.

Dati accertati nella zona di studio (Adriatico antistante la Provincia di Pesaro e Urbino sino a 34,5 miglia al largo): tipo di dati: osservaz. esemplari conservati, dati bibliografici. Frequenza di osservazione: specie comune. Pescata in diverse stazioni dai 3 ai 10 m di prof. nel fondale sabbioso-fangoso al largo della costa alta del San Bartolo da Pesaro a Gabicce (PICCINETTI, 1978). Pescata nel 1982 al largo di Fano in 4 stazioni di rilevamento a 15-16 m di prof. nel fondale fangoso-sabbioso costiero, a 50 m in quello fangoso e a 56-64 m in quello sabbioso-fangoso/fangoso molto sabbioso ricco di epifauna (campagna PIPETA, in ŠIMUNOVIĆ A., 1997). Un esemplare di 52x63 mm pescato nel marzo 2008 circa 36 miglia al largo di Fano a circa 60 m di prof., nel fondale fangoso molto sabbioso ricco di epifauna (CIABOTTI, com. pers.). Pescata in 7 campionamenti dal 2008 al 2012 al largo di Pesaro a 60 m di prof. presso le piattaforme Annalisa A e B, nel fondale sabbioso-fangoso ricco di epifauna (FABI et al., 2016b). Diversi esemplari pescati a 1,5 miglia al largo di Fano, nel marzo 2011. Pescata nel 2011 e 2012 in 5 stazioni di rilevamento nel tratto da Cattolica alla foce del Cesano da circa 15 m a circa 55 m di prof., nel fondale fangoso-sabbioso costiero e più al largo nel fondale fangoso e in quello sabbioso-fangoso/fangoso molto sabbioso ricco di epifauna (campagne SOLEMON, con dati utilizzati in SANTELLI et al., 2017). Rinvenuta di frequente spiaggiata lungo la costa fanese (osservaz. ripetute dal 1990 al 2018 - POGGIANI). Si trova nel pescato delle barche che operano sui fondali fangoso-sabbiosi al largo della Provincia di Pesaro e Urbino e arriva a volte nelle pescherie fanesi.

Al di fuori della zona di studio è stata pescata nel 2011-2012 in una stazione di rilevamento al largo di Senigallia a circa 20 m di prof. nel fondale fangoso e in una stazione al largo di Riccione a circa 18 m nel fondale fangoso-sabbioso costiero (campagne SOLEMON, con dati utilizzati in SANTELLI et al., 2017).

ALTRA BIBLIOGRAFIA: 

SANTELLI A., CVITKOVIĆ I., DESPALATOVIĆ M., FABI G., GRATI F., MARETA B., PUNZO E., RAICEVICH S., STRAFELLA P., SPAGNOLO A., TASSETTI A.N. & SCARCELLA G., 2017 - Spatial persistence of megazoobenthic assemblages in the Adriatic Sea. Mar. Ecol. Prog. Ser., Vol. 566: 31-48.

ŠIMUNOVIĆ A., 1997 - Quantitative and qualitative investigation of communities in the areas of mobile bottoms of the Adriatic Sea. Acta Adriatica, 38 (1): 77-194.


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 26.03.2011
    Ultima modifica: 20.07.2025

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