Funghi, flora e fauna
Rana verde - Pelophylax lessonae/Pelophylax kl. esculentus
Rana verde - Pelophylax lessonae (Camerano, 1882)/Pelophylax kl. esculentus (Linnaeus, 1758)
Altri nomi italiani: più propriamente Rana di Lessona/Rana esculenta al posto del generico “Rana verde” per entrambe che qui usiamo per brevità. Nomi dialettali: Rèna, Ranòchia, Ranòcchia, Ragnòkkla (a Cagli); Padella (il girino) (nella zona di Cantiano)
Ordine: Anura. Famiglia: Ranidae
I due taxa (Pelophylax lessonae e P. kl. esculentus) sono assai simili tra loro e compaiono assieme in popolazioni miste: per questo motivo vengono considerati assieme anche nella presente scheda.
Note tassonomiche: CAPULA (2006) tratta le popolazioni della penisola italiana e della Sicilia come costituenti il sistema Rana bergeri/R. kl. hispanica, e quelle della Pianura Padana il sistema Rana lessonae/Rana kl. esculenta. CANESTRELLI & NASCETTI (2008) indicano invece come unica specie presente in Italia Pelophylax lessonae, con la sottospecie nominale a nord dell’Appennino settentrionale e la sottospecie P. lessonae bergeri a sud di tale linea. Egualmente LANZA et al. (2009) indicano presenti P. lessonae lessonae e P. l. bergeri, separate dalla linea immaginaria che congiunge Genova a Rimini, e considerano ancora incerta la possibilità che quest’ultima sia una buona specie (P. bergeri). KUZMIN et al. (2009) e ANDREONE et al. (2009) nelle schede della IUCN Red List considerano P. bergeri come buona specie, il sistema P. lessonae/P. kl. esculentus convenzionalmente presente nella pianura Padana a nord della linea che congiunge Genova a Rimini e il sistema P. bergeri - P. kl. hispanicus a sud di tale linea. Anche LAGHI et al., 2013, riferendosi all’Emilia-Romagna, concordano con questa scelta. Invece SILLERO et al. (2014) citano per l’Europa soltanto il sistema P. lessonae/P. kl. esculentus, con inclusi sia P. bergeri come sottospecie di P. lessonae, sia P. kl. hispanicus. ANDREONE et al. (2013) (http://www.iucn.it/) considerano P. bergeri come sinonimo di P. lessonae e Pelophylax kl. hispanicus come sinonimo di P. kl. esculentus; BELLATI & RAZZETTI (2016) fanno altrettanto, pur ricordando che alcuni studiosi ritengono valido il sistema bergeri/hispanicus, distinto dal lessonae/esculentus, e tra questi anche DUBEY & DUFRESNES (2017) e DUFRESNES (2019): in tal caso, data la posizione geografica della Provincia di Pesaro e Urbino situata a sud della linea Genova-Rimini, la nostra Rana verde dovrebbe essere ascritta al sistema P. bergeri/P. kl. hispanicus. Infine SPEYBROECK et al. (2020), ai quali ci siamo adeguati, citano per l’erpetofauna europea soltanto Pelophylax lessonae e Pelophylax kl. esculentus.
Caratteri distintivi: lunghezza del corpo di Rana di Lessona 5-7 cm nei maschi e di 6-9 cm nelle femmine, di Rana esculenta sino a 10 cm nei maschi e a 12 cm nelle femmine. La colorazione è molto variabile, dal verde al bruno, uniforme oppure con macchie nerastre; è assente la macchia temporale tipica delle Rane rosse. Parte ventrale biancastra, a volte macchiettata di scuro. L’iride è giallo-dorata e la pupilla quasi rotonda. Il maschio presenta due sacchi vocali biancastri che si estroflettono agli angoli della bocca e arti anteriori più robusti con un cuscinetto sul primo dito della mano. Girino di 6-7,5 cm, con coda acutamente od ottusamente appuntita all’apice e creste abbastanza alte specie la dorsale, dorso olivastro o brunastro marmoreggiato di scuro e ventre chiaro. Disco orale con due serie di cheratodonti nel labbro superiore, la seconda ampiamente interrotta nel mezzo, e tre in quello inferiore, la terza brevemente interrotta nel mezzo ma talora continua. Specie simili: difficilmente distinguibili a livello fenotipico dalle altre “Rane verdi” presenti in Italia: la Rana verde maggiore (Pelophylax ridibundus) e la Rana dei Balcani (P. kurtmuelleri), specie alloctone assai simili tra loro e rilevate anche in Emilia-Romagna (LAGHI et al., 2013), la prima presente con popolazioni autoctone esclusivamente in Provincia di Trieste. Gli individui con colorazione bruna si distinguono dalle Rane rosse (Rana dalmatina, R. italica e R. temporaria) fra l’altro per non avere una netta macchia scura nella regione temporale.
Biologia: la nostra Rana verde è un’abile nuotatrice e sul terreno si muove a balzi. E’ attiva sia di giorno che di notte. Sverna nel terreno, più di rado nel sedimento sott’acqua. Gli adulti si nutrono soprattutto di insetti, catturati fuori dell’acqua; i girini sono onnivori ma soprattutto vegetariani. Durante il periodo riproduttivo, da marzo a giugno, si riunisce in gran numero e i maschi emettono forti gracidii grazie alle sacche vocali che fungono da cassa armonica. La femmina depone le uova raccolte in masserelle gelatinose di forma globosa. I girini nascono dopo 2-4 settimane e restano in acqua per circa 2-3 mesi prima della metamorfosi.
Distribuzione in Italia: presente ovunque, dal livello del mare a circa 800 m di quota, ma anche a quote maggiori, ad es. 1300-1400 m in Toscana (VANNI & NISTRI, 2006). In Sardegna, dove è stata introdotta, la sua distribuzione è ancora da chiarire (DI NICOLA, 2019).
Dati accertati nella zona di studio (Provincia di Pesaro e Urbino): diffusione (compresi dati bibliogr.): largamente diffusa. Frequenza di osservazione: comune. Distribuzione altitudinale: dal livello del mare a 1000 m (Gruppo del M. Nerone, 2018 - LELI, com. pers.). Osservazioni: dati dal 1980 al 2020. Presente in tutta la zona di studio, dalla costa alla zona appenninica interna. Habitat: strettamente legata all'acqua, frequenta tutti i tipi di acque dolci: laghetti, stagni, pozze, acquitrini, vasche, fiumi, fossi, torrenti e rive erbose.
Osservazioni anteriori al 1980: F. Metauro, T. Arzilla e loro affluenti in Comune di Fano (celle n. 13, 14, 20 e 21), nel 1965-1979 (POGGIANI).
Dati bibliografici: come Pelophylax lessonae/P. kl. esculentus: cella n.3 tra San Marino e Marche (TEDALDI et al., 2014). Cella n.5 tra Emilia-Romagna e Marche dal 1970 al 1993 (MAZZOTTI & STAGNI, 1993). Celle n.4 e 5 tra Emilia-Romagna e Marche, nel periodo a partire dal 1980 (MAZZOTTI et al., 1999). celle n.15 e 23 tra Toscana e Marche nel periodo a partire dal 1985 (VANNI & NISTRI, 2006). Monti e Gola del Furlo (cella n.27) nel 2017 e 2018, in quasi tutti gli habitat idonei, con popolazione abbondante (FABBRI, 2018 - inedito). Come Pelophylax synklepton esculentus: Parco del Sasso Simone e Simoncello (celle n.8 e 15), nel febbraio-luglio 2000 (PANDOLFI & MACCHIA, 2001). Riserva naturale del Sasso di Simone (cella n.15) in Provincia di Arezzo, Toscana (VANNI, 2001). Come Pelophylax bergeri - P. kl. hispanicus: Parco Naturale del Monte San Bartolo (celle n.1, 6 e 7), nel 2010-2011 (RISVEGLIA et al., 2011 e UNIVERSITA’ DI URBINO, 2010 - inedito); zona tra Bocca Trabaria e le Serre e zona marginale del M. Catria (RAGNI et al., 2006); celle n.21, 22, 29, 30, 35, 36, 38 e 39 tra le Province di Pesaro-Urbino e di Ancona nel periodo a partire dal 1994 (FIACCHINI, 2003).
Normative di tutela: la Rana di Lessona e la Rana esculenta sono specie protette in base alla Convenzione di Berna del 1979 (Allegato III) ed elencate rispettivamente in allegato IV e V della Direttiva Habitat 92/43/CEE del 1992.
Sono valutate come “a minor preoccupazione” (LC) (categoria della popolaz. italiana nella Lista rossa IUCN dei vertebrati italiani, RONDININI et al., 2013).
Dettaglio scheda
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Data di redazione: 15.01.2003
Ultima modifica: 07.08.2024
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