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Rospo smeraldino - Bufotes viridis

Rospo comune - Bufo bufo


Rospo comune - Bufo bufo (Linnaeus, 1758)

Nomi dialettali: Ròsp, Ciambòt, Ciambòtto, Bòt; Padella (il girino) (nella zona di Cantiano, riferito anche ad altri girini di Anuri)

Ordine: Anura. Famiglia: Bufonidae

Caratteri distintivi: lunghezza del corpo 5-15 cm, fino a 22 cm nelle femmine. Iride rossiccia e pupilla orizzontale. Epidermide verrucosa. Colorazione dorsale variabile dal giallastro, al rossastro, al marrone e al grigiastro, con macchie più scure; ventre più chiaro. Le zampe anteriori sono robuste, soprattutto nei maschi, i quali sulle prime tre dita della mano hanno delle callosità cornee nerastre, ben evidenti durante la fregola. Girino di 3,5-4 cm, con coda arrotondata all’apice, creste caudali finemente punteggiate di nero, corpo bruno-scuro quasi nero anche ventralmente, con una spolveratura di piccoli punti a riflessi metallici che diventano più evidenti in foto scattate con il flash. Disco orale con due serie di cheratodonti nel labbro superiore, la seconda delle quali più o meno ampiamente interrotta nel mezzo, e tre in quello inferiore. Specie simili: adulto inconfondibile.

Biologia: il Rospo comune ha abitudini prevalentemente notturne; si muove camminando, difficilmente saltando. Diventa più attivo nel periodo riproduttivo, quando con i primi tepori esce dal ricovero invernale e si dirige verso gli ambienti acquatici. Se disturbato assume una posizione terrifica inarcandosi e sollevandosi sulle zampe; inoltre emette dalle ghiandole del dorso ed in particolare dalle ghiandole parotoidi disposte dietro gli occhi una sostanza assai irritante per i suoi eventuali predatori. Gli adulti si nutrono principalmente di artropodi e molluschi, che catturano estroflettendo la lingua appiccicosa; i girini sono onnivori ma soprattutto vegetariani. Il maschio durante il periodo riproduttivo emette un sommesso e caratteristico canto ritmato, ascoltabile dalla fine del periodo invernale alle basse quote e fino a tarda primavera in ambienti montani. La deposizione delle uova nella zona costiera della Provincia di Pesaro e Urbino avviene da febbraio ad aprile, mentre deposizioni tardive fino a giugno sono osservabili a quote più alte. La femmina depone in acqua lunghi cordoni gelatinosi contenenti uova di colore nero. La schiusa si verifica dopo circa due settimane e la metamorfosi dopo 2-3 mesi, con neometamorfosati lunghi 0,8-1,2 cm.

Distribuzione in Italia: specie diffusa ovunque, dal livello del mare a 2000 m e oltre di quota. In Sardegna è presente una popolazione alloctona.

Dati accertati nella zona di studio (Provincia di Pesaro e Urbino): diffusione (compresi dati bibliogr.): specie largamente diffusa. Frequenza di osservazione: comune. Distribuzione altitudinale: dal livello del mare a 1500 m (M. Catria, 1998 - LELI, com. pers.). Osservazioni: dati dal 1980 al 2020. Rilevata in tutta la zona di studio, dalla costa alla zona appenninica interna. Habitat: tutti i tipi di ambienti acquatici (laghi, stagni, pozze, acquitrini, vasche, abbeveratoi, corsi d’acqua in tratti senza corrente) ove si riproduce; nel resto dell’anno frequenta zone erbose anche montane, boschi, campagne e giardini.

Osservazioni anteriori al 1980: T. Arzilla a Fano (cella n.13) il 27-3-1975, pianura e bassa collina intorno a Fano (cella n.14) nel 1976, Monti della Cesana (cella n.18) il 5-9-1977, San Sisto di Piandimeleto (cella n.15) il 3-10-1976, T. Auro presso Parchiule di Borgo Pace (cella n.23) il 22-6-1075 (POGGIANI).

Dati bibliografici: Parco Naturale del Monte San Bartolo (celle n.1, 6 e 7), nel 2010-2011 (RISVEGLIA et al., 2011 e UNIVERSITA’ DI URBINO, 2010 - inedito). Riserva naturale di Onferno (Comune di Gemmano, RN) (cella n.4), prima del 1993 (CASINI, 1993). Dintorni di Monte Licciano (Monte Grimano) (cella n.3) a circa 500 m di quota, il 29-4-1993 (VANNI et al., 1994). Cella n.3 tra San Marino e Marche (TEDALDI et al., 2014). Celle n.4 e 5 tra Emilia-Romagna e Marche, nel periodo a partire dal 1980 (MAZZOTTI et al., 1999). Parco del Sasso Simone e Simoncello (celle n.8 e 15 - PANDOLFI & MACCHIA, 2001, CASTI, 2008). Celle n.15 e 23 tra Toscana e Marche nel periodo a partire dal 1985 (VANNI & NISTRI, 2006). Riserva naturale del Sasso di Simone (cella n.15) in Provincia di Arezzo, Toscana (VANNI, 2001). Monti e Gola del Furlo (cella n.27), nel 2017 e 2018, anche con popolazioni abbondanti (FABBRI, 2018 - inedito). Celle n.21, 22, 29, 30, 35, 36, 38 e 39 tra le Province di Pesaro-Urbino e di Ancona nel periodo a partire dal 1994 (FIACCHINI, 2003).

Normative di tutela: specie protetta in base alla Convenzione di Berna del 1979 (Allegato III). Valutata come “vulnerabile” (VU) (categoria della popolaz. italiana nella Lista rossa IUCN dei vertebrati italiani, RONDININI et al., 2013) e “a minor preoccupazione” (LC) da FIACCHINI (2008a) per le Marche.


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 15.01.2003
    Ultima modifica: 07.08.2024

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