Funghi, flora e fauna
Salamandrina di Savi - Salamandrina perspicillata
Salamandrina di Savi - Salamandrina perspicillata (Savi, 1821)
Altri nomi italiani: Salamandrina settentrionale, S. dagli occhiali settentrionale
Ordine: Caudata. Famiglia: Salamandridae
Note tassonomiche: specie in precedenza compresa in Salamandrina terdigitata (Lacépède, 1788), poi separata in base a studi genetici (BARBIERI e PELLEGRINI M., 2006).
Caratteri distintivi: lunghezza totale 7-9 cm, fino a 13 cm nelle femmine. Corpo snello, con colonna vertebrale e costole rilevate, zampe posteriori a quattro dita come le anteriori e coda a sezione tondeggiante. Colorazione dorsale nerastra con macchia chiara a V tra gli occhi, colorazione del ventre con macchie di varia estensione bianche, nere e rosso vivo, parti inferiori delle zampe e della coda rosso vivo. Giovani con dorso bruno e parti ventrali giallastro-rosate, già con la tipica macchia chiara sul capo. Sessi simili. I maschi rispetto alle femmine hanno testa più grande in proporzione al corpo e fessura cloacale più lunga (ROMANO et al., 2009). Larva di 2-3,5 cm, con branchie esterne, piede posteriore a 4 dita, coda con apice arrotondato od ottusamente appuntito, corpo con parti superiori brune o giallastro-rosate ± fittamente macchiate di scuro, creste macchiettate di scuro. Specie simili: ha un aspetto inconfondibile rispetto agli altri Caudata della nostra Provincia, anche perché possiede 4 dita nelle zampe posteriori (anziché 5) e colorazione differente. Salamandrina terdigitata, distinguibile con difficoltà su base solo morfologica, è presente nell’Appennino meridionale in Campania, Basilicata, Puglia e Calabria, lontano dalla nostra zona di studio.
Biologia: specie quasi esclusivamente terrestre, esce solo di notte o nelle giornate particolarmente umide. Trova riparo nella lettiera, sotto sassi o in vecchie tane di micromammiferi. Se disturbata può fingersi morta o gira all'insù la coda e inarca la parte anteriore del corpo per mostrare la vivace colorazione rossa ventrale, come segnale di avvertimento per i nemici (unken reflex). Gli adulti si nutrono di artropodi e molluschi terrestri, le larve di piccoli artropodi acquatici. L’ovodeposizione avviene in primavera; le uova (da 30 a 50) vengono deposte a gruppi in acqua, attaccate a ramoscelli sommersi o sotto i sassi. Nella nostra zona di studio la biologia della popolazione del M. Nerone è stata studiata da PELLEGRINI A. (2002).
Distribuzione in Italia: specie endemica italiana, diffusa lungo l'Appennino dalla Liguria al Molise e nella zona nord della Campania in genere da 300 a 900 m di quota, in Emilia-Romagna sino a 1480 m (MAZZOTTI et al., 1999).
Dati accertati nella zona di studio (Provincia di Pesaro e Urbino): diffusione (compresi dati bibliogr.): specie poco diffusa. Frequenza di osservazione: scarsa. Distribuzione altitudinale: da 290 m (valle del T. Bosso presso Cagli, 2020 - PANARONI, com. pers.) a 1100 m (Gruppo del M. Catria). Osservazioni: Essendo la specie considerata vulnerabile (“vulnerabile” (VU) per le Marche - in FIACCHINI, 2008a), per motivi precauzionali non si è ritenuto opportuno specificare le località esatte di ritrovamento. Zona appenninica interna: Alpe della Luna-Bocca Trabaria (cella n.23) il 4-6-2005, in un torrente (CAVALIERI, com. pers.). M. Petrano e Gruppo del M. Nerone (celle n.32 e 33): dal 1989 al 2009 (DIONISI V., POGGIANI; FALCIONI, CUCCHIARINI F., AMATORI, GIACCHINI, BAGLI, CAVALIERI, BELLIGNI, MARZANI, GUBELLINI e PELLEGRINI, com. pers.); dal 2011 al 2020 (DIONISI V.; PELLEGRINI, COPPARI, PEDINI e PANARONI, com. pers.); da aprile-maggio fino a novembre-dicembre dal 2014 al 2019, in giornate piovose o molto umide, specie in maggio, quando si possono osservare adulti in acqua a deporre o presidiare le uova, e in ottobre (BRENNA, com. pers.); il 17-5-2020 numerosi adulti in prossimità di un torrente, con ovideposizione iniziata qualche giorno dopo (BARZOTTI, com. pers.). Gruppo del M. Catria (celle n.34, 37 e 38): dal 1986 al 2011, in torrenti (MICHELI, BARBADORO F., IONI, LELI, FURLANI e FAZI, com. pers.); il 26-5-1996, il 18-6-1997 e il 24-5-2000, entro un bosco e in un abbeveratoio abbandonato al suo interno (DIONISI V.; BARBADORO F., com. pers.); nel 2007 (PELLEGRINI, com. pers.); nell’ottobre 2011, all’imboccatura di una grotta (FODDE, com. pers.) (dati dal 1986 al 2020). Confermata la sua presenza nella ZSC Alpe della Luna-BoccaTrabaria nel luglio 2023 (ENEA & COPPARI, 2024). Habitat: boschi di caducifoglie nel settore montano, zone rocciose ombrose e come rifugio le cavità del suolo. L'ambiente di ovideposizione e di crescita delle larve sono i ruscelli montani e talvolta gli abbeveratoi all’interno del bosco.
Dati bibliografici: cerreta del Sasso di Simone e M. Simoncello (cella n.8) (P. BOTTICELLI, com. pers. in CASINI & SANTOLINI, 1988). Cella n.15 tra Toscana e Marche (VANNI e NISTRI, 2006, riportando a loro volta un dato bibliografico). Riserva naturale del Sasso di Simone in Provincia di Arezzo, Toscana (cella n.15) (VANNI, 2001). Alpe della Luna-Bocca Trabaria (cella n.23) nel 2006-2007 (FIACCHINI, 2007) e numerose uova e larve nel giugno-luglio 2011 (PIAZZINI, 2011). Monte Nerone (celle n. 32 e 33) (BANI, 1989; PELLEGRINI, 2002). Celle n. 38 e 39 tra le Province di Pesaro-Urbino e di Ancona nel periodo a partire dal 1994 (FIACCHINI, 2003; FIACCHINI & DI MARTINO, 2006).
Dati bibliografici non riconfermati di cui verificare la validità o errati: Monti del Furlo (cella n.27), nella Gola (UNIVERSITA’ DI URBINO, 2006 - inedito, su segnalaz. di S. MARZANI); qui la sua presenza non è stata accertata nel 2017-2018 (FABBRI, 2018 - inedito). Serra di Burano (cella n.37), nella primavera del 1991 (VANNI et al., 1994, su segnalaz. di M. PANDOLFI; dato poi ripreso da FIACCHINI et al. (2007) e citato in POGGIANI, 2014). Madonna di Acquanera nel Gruppo del M. Catria (cella n.38), il 15-4-1976 (VANNI et al., 1994, su segnalaz. di L. POGGIANI), confusa con Geotritone italiano giovane.
Normative di tutela: Salamandrina perspicillata (sotto il nome di S. terdigitata) è specie rigorosamente protetta in base alla Convenzione di Berna del 1979 (Allegato II) e specie di interesse comunitario che richiede zone speciali di conservazione (Allegato II) e una protezione rigorosa (Allegato IV) in base alla Direttiva Habitat 92/43 del 1992. Valutata come “a minor preoccupazione” (LC) (categoria della popolaz. italiana nella Lista rossa IUCN dei vertebrati italiani, RONDININI et al., 2013) e “vulnerabile” (VU) da FIACCHINI (2008a) per le Marche.
Dettaglio scheda
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Data di redazione: 15.01.2003
Ultima modifica: 25.11.2024
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