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Saettone comune - Zamenis longissimus


Saettone comune - Zamenis longissimus (Laurenti, 1768)

Altri nomi italiani: Colubro di Esculapio. Nomi dialettali: Biscia, Bèscia, Sérp, Sèrp, Sérpa, Sèrpa

Ordine: Squamata. Famiglia: Colubridae

Note tassonomiche: in precedenza Elaphe longissima, poi distinta in due specie: E. longissima ed E. lineata, in seguito attribuite al gen. Zamenis: Z. longissimus in Italia settentrionale e centrale e Z. lineatus (Camerano, 1891) in quella meridionale (RAZZETTI & ZANGHELLINI, 2006).

Caratteri distintivi: lunghezza totale 130-150 cm e fino a 160 cm. Una sola squama preoculare. Squame dorsali lisce, solo debolmente carenate nella metà posteriore del tronco. Le parti superiori sono di colore giallastro, giallo-verdastro, bruno-giallastro e sino al bruno, le parti laterali sfumano progressivamente nel giallastro del ventre. Talvolta può presentare 4 deboli linee longitudinali scure e spesso una fine punteggiatura chiara. Giovani con banda giallastra semilunare alla base della nuca, banda nera tra la commessura della bocca e l’occhio e sul corpo macchie meno marcate rispetto al Cervone. Sessi simili. Specie simili: si può confondere con il Cervone (Elaphe quatuorlineata), che però ha di norma 2 o 3 squame preoculari (anziché una sola), squame dorsali debolmente carenate (anziché lisce), corpo con quattro linee longitudinali scure ben evidenti (anziché con colore uniforme o solo con accenni di linee). Il Saettone occhirossi (Zamenis lineatus) è presente in Italia meridionale, lontano dalla nostra zona di studio. I giovani si possono confondere con quelli di altri Colubridi, ma hanno un disegno tipico sul capo.

Biologia: il Saettone comune è agile sia sul terreno sia nello spostamento su rocce e alberi. Si difende anche con la secrezione maleodorante delle ghiandole cloacali. Il letargo in linea generale va da ottobre a marzo. Il suo regime alimentare è costituito principalmente da piccoli mammiferi e piccoli uccelli, loro uova e nidiacei compresi. Caccia principalmente all’agguato e le prede vengono uccise per costrizione prima di essere ingoiate. Gli accoppiamenti avvengono da aprile a maggio. La femmina depone in genere in luglio da 5 a 10 uova e dopo circa due mesi nascono i piccoli.

Distribuzione in Italia: presente in Italia settentrionale e centrale sino al Lazio e al Molise. Per quel che riguarda regioni a noi vicine, risulta presente dal livello del mare sino a 1300 m in Emilia-Romagna (MAZZOTTI et al., 1999) e sino a 1100 m in Toscana (VANNI & NISTRI, 2006).

Dati accertati nella zona di studio (Provincia di Pesaro e Urbino): diffusione (compresi dati bibliogr.): specie diffusa. Frequenza di osservazione: frequente. Distribuzione altitudinale: dal livello del mare a 1100 m (M. Montone a Villagrande di Montecopiolo, Provincia di Rimini in Emilia-Romagna, 1996 - FALCIONI, com. pers.). Osservazioni: dati dal 1980 al 2020. Rilevata un po' dovunque, dalla costa alla zona appenninica interna. Habitat: radure erbose, arbusteti, boschi di latifoglie, zone rocciose, campagna con alberature, zone erbose e siepi.

Osservazioni anteriori al 1980: dint. di San Sisto a Piandimeleto (cella n.15) a 650 m di quota in un bosco rado l’1-10-1976 e Valle del T. Arzilla a Fano (cella n.13) a 40-60 m di quota in boschetti il 5-6-1975 e il 24-7-1978 (POGGIANI).

Dati bibliografici: Parco Naturale del Monte San Bartolo (cella n.1), nel 2010-2011 (RISVEGLIA et al., 2011 e UNIVERSITA’ DI URBINO, 2010 - inedito). Cella n.3 tra San Marino e Marche (TEDALDI et al., 2014). Cella n.5 tra Emilia-Romagna e Marche, nel periodo a partire dal 1980 (MAZZOTTI et al., 1999). Parco del Sasso Simone e Simoncello (celle n.8 e 15), nel febbraio-luglio 2000 (PANDOLFI e MACCHIA, 2001). Cella n.15 tra Toscana e Marche nel periodo a partire dal 1985 (VANNI & NISTRI, 2006). Riserva naturale del Sasso di Simone (cella n.15) in Provincia di Arezzo, Toscana (VANNI, 2001). Dintorni di Urbino (celle n.17 e 18) nel maggio e settembre 1988 e M. Catria a Buonconsiglio presso Frontone (cella n.34) nell’aprile 1987 (VANNI et al., 1994, legit M. PANDOLFI). Monti del Furlo (cella n.27): Monte Paganuccio, il 14-8-2014, l’1-5-2017 e il 17-6-2018 (FABBRI, 2018 - inedito). Cella tra le Province di Pesaro-Urbino e di Ancona n.39 nel periodo a partire dal 1994 e n.21 sino al 1993 (FIACCHINI, 2003).

Normative di tutela: specie rigorosamente protetta in base alla Convenzione di Berna del 1979 (Allegato II); specie di interesse comunitario che richiede una protezione rigorosa in base alla Direttiva Habitat 92/43 del 1992 (Allegato IV). Valutata come “a minor preoccupazione” (LC) (categoria della popolaz. italiana nella Lista rossa IUCN dei vertebrati italiani, RONDININI et al., 2013).


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 15.07.2003
    Ultima modifica: 07.08.2024

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