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Colubro di Ricciòli - Coronella girondica

Geco comune - Tarentola mauritanica

Colubro liscio - Coronella austriaca


Colubro liscio - Coronella austriaca Laurenti, 1768

Ordine: Squamata. Famiglia: Colubridae

Caratteri distintivi: lunghezza totale 49-55 cm e fino a 67 cm. Femmine di solito più lunghe dei maschi. Presenta sul muso la squama rostrale incuneata tra le due internasali, una squama preoculare, 7 squame sopralabiali e squame dorsali lisce, senza carenatura. Una linea scura partendo dall'angolo della bocca attraversa la regione oculare, giungendo in alcuni casi sino alla narice. La colorazione sul dorso e i lati è bruno-grigiastra con macchie scure, quella della parte ventrale grigiastra, giallastra o arancio uniforme oppure punteggiata di scuro sino a del tutto nerastra. Sessi simili. Specie simili: si può confondere con il Colubro di Ricciòli (Coronella girondica), che però ha una stria scura che dall'angolo della bocca si ferma alla regione oculare e attraversa la regione prefrontale (anziché proseguire sino alla narice), la squama rostrale non incuneata tra le due internasali, 8 squame sopralabiali (anziché 7) e il ventre con vistose macchie scure (anziché di colore più o meno uniforme).

Biologia: il Colubro liscio è abitualmente terricolo, si muove abbastanza agilmente seppure non sia particolarmente veloce. Attivo di preferenza durante le ore crepuscolari e notturne. Come mezzo di difesa, qualora disturbato, emette dalle ghiandole cloacali una secrezione maleodorante. Il letargo si protrae da ottobre-novembre fino a marzo-aprile. Caccia all'agguato piccoli rettili, talvolta micromammiferi e da giovane grossi artropodi. La femmina, ovovivipara, partorisce i piccoli tra agosto e settembre.

Distribuzione in Italia: presente in tutta Italia con l'eccezione della Sardegna. Per quel che riguarda regioni a noi vicine, risulta presente da poco sopra il livello del mare sino a 1115 m in Emilia-Romagna (MAZZOTTI et al., 1999) e a 1400 m in Toscana (VANNI & NISTRI, 2006).

Dati accertati nella zona di studio (Provincia di Pesaro e Urbino): diffusione (compresi dati bibliogr.): specie poco diffusa. Frequenza di osservazione: rara. Distribuzione altitudinale: da 350 m (Gola del Burano) a 500-600 m (M. Catria) e sino a 1055 m (Sasso di Simone). Osservazioni: dati dal 1989 al 2019. Zona appenninica interna: Sasso di Simone (cella n.15) a 1055 m di quota il 6-10-2019 (GIOVAGNOLI, com. pers.). Zona di Serravalle di Carda in Comune di Apecchio (cella n.32) il 9-11-2019 (EUSEBI, com. pers.). Gruppo del M. Catria: M. Catria nel maggio 2008 (CECCUCCI R., com. pers.) e nell’aprile 2017 (BARNOFFI, com. pers.); versante SE presso Isola Fossara (cella n.38) nel 1992, vicino al Castello di Frontone (cella n.34) nel 1994 e pendici sopra Chiaserna (cella n.38) a 500-600 m circa nel maggio 2000 (TAVONE, com. pers.); Caprile di Frontone (cella n.38) alle pendici del Catria a 500 m circa, su una strada asfaltata, il 6-6-2013 (LELI, com. pers.). Zona di Cantiano (cella n.37): presso Ponte d’Azzo nel 1991 e dintorni di Pontericciòli nel 1997 (TAVONE, com. pers.); loc. Ponte Bottinelli nella Gola del T. Burano a 350 m nel giugno 2000 e dintorni di Balbano di sotto alle pendici della Serra di Burano, un individuo morto sulla strada il 17-6-1989 (LELI, com. pers.). Bosco di Tecchie nella Serra di Burano il 13-8-2012 (COPPARI, com. pers.). Habitat: boschi radi di caducifoglie e di conifere esotiche, zone erbose e arbusteti, anche inframezzati a coltivi.

Dati bibliografici: cella n.3 tra San Marino e Marche (TEDALDI et al., 2014). Cella n.23 tra Toscana e Marche sino al 1984 e n.15 (VANNI & NISTRI, 2006 riportando per la n.15 a loro volta un dato bibliografico). Fonte Abeti presso Bocca Trabaria (cella n.23) a circa 1000 m di quota, un maschio e una femmina nel luglio 1986 (VANNI et al., 1994, legit M. PANDOLFI). Monte Catria a Fonte Avellana (cella n.38) prima del 1966 (BRUNO, 1966). Celle n.36, 38 e 39 tra le Province di Pesaro-Urbino e di Ancona, nel periodo a partire dal 1994 (FIACCHINI, 2003).

Dati bibliografici errati: il dato “loc. Ponte Bottinelli nella Gola del T. Burano nel giugno 2000” si riferisce alla cella n.37 e non alla n.33 come in precedenza riportato in POGGIANI & DIONISI, 2003.

Normative di tutela: specie rigorosamente protetta in base alla Convenzione di Berna del 1979 (Allegato II); specie di interesse comunitario che richiede una protezione rigorosa in base alla Direttiva Habitat 92/43 del 1992 (Allegato IV). Valutata come “a minor preoccupazione” (LC) (categoria della popolaz. italiana nella Lista rossa IUCN dei vertebrati italiani, RONDININI et al., 2013).


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 15.07.2003
    Ultima modifica: 07.08.2024

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