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Orbettino italiano - Anguis veronensis


Orbettino italiano - Anguis veronensis Pollini, 1818

Nomi dialettali: Aspitìn (da referente di Petriano); Sèrpe cieca (da referente di San Lorenzo in Campo); Biscia (da referente di Isola di Fano a Fossombrone)

Ordine: Squamata. Famiglia: Anguidae

Note tassonomiche: le popolazioni italiane erano in precedenza considerate appartenenti alla specie Anguis fragilis Linnaeus, 1758 (ZANGHELLINI, 2006); in base a uno studio condotto su base genetica nel 2013 (GVOŽDIK et al., 2013) le nostre popolazioni insieme a quelle della Francia sud-orientale sono state ascritte ad una specie a sé stante, l’Anguis veronensis Pollini, 1818.

Caratteri distintivi: lunghezza totale 28-52 cm (a coda integra). Del tutto privo di arti. La coda intatta è un po’ più lunga del corpo ma spesso negli adulti risulta mancante per autonomia e raramente si rigenera; termina arrotondata, non affusolata. Il dorso varia dal grigio al bruno-giallastro con toni ramati e dorati e macchiette scure anche in file longitudinali. I giovani hanno fianchi e ventre molto scuri sino al nero, dorso chiaro percorso da una sottile stria vertebrale scura ed altre ancor più sottili. I maschi presentano lunghezza maggiore e testa più massiccia rispetto alle femmine, le quali a volte hanno una stria vertebrale scura ed altre più sottili sul dorso e spesso fianchi scuri o striati di scuro. Specie simili: si può confondere con la Luscengola comune (Chalcides chalcides), che possiede però gli arti, anche se piccoli. Esiste anche una somiglianza superficiale con i serpenti, che però hanno il capo ben distinto dal tronco e gli occhi sprovvisti di palpebre mobili.

Biologia: l’Orbettino italiano trascorre gran parte del tempo nel sottosuolo; in superficie è attivo all’alba e al crepuscolo, mentre nelle ore più calde della giornata rimane al riparo della vegetazione, in luoghi freschi e sotto le pietre. Si nutre soprattutto di lombrichi, molluschi terrestri ed artropodi. L'accoppiamento avviene in aprile-giugno, preceduto da combattimenti ritualizzati tra maschi; la femmina, ovovivipara, dopo circa 3 mesi partorisce di solito 8-12 piccoli.

Distribuzione in Italia: presente in tutte le regioni italiane, escluse Sicilia e Sardegna, dal livello del mare a 2300 m di quota in Provincia di Trento. Per quel che riguarda regioni a noi vicine, è citato in Emilia-Romagna sino a 1777 m (MAZZOTTI et al., 1999) e in Toscana sino a 1410 m (VANNI & NISTRI, 2006).

Dati accertati nella zona di studio (Provincia di Pesaro e Urbino): diffusione (compresi dati bibliogr.): specie largamente diffusa. Frequenza di osservazione: frequente. Distribuzione altitudinale: dal livello del mare a 1350 m (M. Catria, 2002 - FALCIONI, com. pers.). Osservazioni: dati dal 1983 al 2020. Presente dalla costa alla zona appenninica interna. Habitat: zone erbose, arbusteti, boschi di caducifoglie e di conifere, zone rocciose e pietraie, campagna con zone erbose, siepi e alberature.

Osservazioni anteriori al 1980: F. Metauro in Comune di Fano (cella n.14), sotto una pietra nella riva erbosa, il 10-4-1963 (POGGIANI).

Dati bibliografici: Parco Naturale del Monte San Bartolo (cella n.1), nel 2010-2011 (RISVEGLIA et al., 2011 e UNIVERSITA’ DI URBINO, 2010 - inedito). Cella n.3 tra San Marino e Marche (TEDALDI et al., 2014). Celle n.4 e 5 tra Emilia-Romagna e Marche dal 1970 al 1993 (MAZZOTTI & STAGNI, 1993). Celle n.4 e 5 tra Emilia-Romagna e Marche, nel periodo a partire dal 1980 (MAZZOTTI et al., 1999). Cella n.15 tra Toscana e Marche e cella n.23 sino al 1984 (VANNI & NISTRI, 2006 riportando per la n.15 a loro volta un dato bibliografico). M. Paganuccio (Monti del Furlo) (cella n.27) nel 2017 e 2018, abbastanza comune (FABBRI, 2018 - inedito).

Celle n.29, 30, 35, 36, 38 e 39 tra le Province di Pesaro-Urbino e di Ancona nel periodo a partire dal 1994 (FIACCHINI, 2003).

Normative di tutela: specie protetta in base alla Convenzione di Berna del 1979 (Allegato III). Valutata come “a minor preoccupazione” (LC) (categoria della popolaz. italiana nella Lista rossa IUCN dei vertebrati italiani, RONDININI et al., 2013).


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 15.07.2003
    Ultima modifica: 07.08.2024

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