Funghi, flora e fauna
Cinghiale - Sus scrofa
Cinghiale - Sus scrofa (Linnaeus, 1758)
Ordine: Artiodactyla
Famiglia: Suidae
Caratteri distintivi: lunghezza testa-corpo 60-100 cm. La maggior parte della popolazione italiana è il risultato di ripopolamenti a scopo venatorio a partire dagli anni ’60 del secolo scorso e che continuano tuttora, utilizzando individui di provenienza extra-italiana anche oggetto di incrocio con il maiale, cancellando di fatto il patrimonio genetico dei cinghiali italiani.
Aspetto inconfondibile: assomiglia ad un maiale ricoperto da un fitto mantello scuro.
Biologia e habitat: vive in boschi e boscaglie di latifoglie, ma che si alimenta anche in terreni coltivati e pascoli, ove lascia la sua traccia sotto forma di sommovimenti di tratti del terreno. Nel bosco si trovano i "grattatoi", alberi che possono avere la corteccia completamente asportata a causa del continuo sfregamento, e gli “insogli”, buche dove fa il bagno e si cosparge di fango.
Distribuzione in Italia: il Cinghiale fu portato all'estinzione nell’Italia settentrionale entro il XIX secolo. L'areale rilevato da GHIGI (1911) era alquanto ridotto: comprendeva la Maremma toscana e quella laziale, la zona a cavallo tra il Molise e la Campania, parte della Basilicata e della Calabria e il promontorio del Gargano. Attualmente è presente in tutto il territorio nazionale.
Dati accertati nella zona di studio (bacino del Metauro): tipo di dati: individui vivi, orme, scavi della cotica erbosa per alimentarsi e altre tracce, immagini con fototrappole. Frequenza di osservazione: frequente. Distribuzione altimetrica: 0-1700 m. Notizie prima del 1980: sin dal 1960-1970 sono state effettuate diverse immissioni a scopo venatorio, in modo incontrollato; anche PANDOLFI (1975) ricorda una riuscita reintroduzione sul M. Catria ad opera delle associazioni venatorie. Segnalazioni di presenza dal 1980: in progressivo aumento dall’inizio degli anni ’80 del secolo scorso (PANDOLFI, 1992). Le segnalazioni riguardano un po’ tutto il bacino, dal 2010 circa anche la pianura del basso corso sino alla zona costiera, soprattutto lungo le rive del Metauro, dove si è ben insediato. Stante la sua diffusione, si è ritenuto di non compilare la sua carta di distribuzione (dati 1960-2024). Habitat: boschi di caducifoglie, boschi ripariali, boscaglie e arbusteti, praterie montane e collinari, campi coltivati con siepi e macchie.
Dati bibliografici: lungo il confine appenninico Marche-Umbria è indicata in quadrati di 5x5 km nel tratto da Bocca Trabaria sino all’Alto Burano, affluente del Metauro, Serre e zona della Scheggia al margine del Gruppo del M. Catria (RAGNI, 2002).
Varie mandibole di Sus scrofa (maiale o cinghiale) sono state rinvenute nel sito del villaggio preistorico della tarda Età del bronzo (circa 3000 anni fa) situato nella vallata del Metauro in località Chiaruccia di Fano, a 5 km dalla costa.
Dettaglio scheda
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Data di redazione: 15.07.2003
Ultima modifica: 11.09.2024
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