Pilumnus spinifer H. Milne Edwards, 1834

Ordine: Decapoda, Famiglia: Pilumnidae

Caratteri distintivi: lunghezza-larghezza del carapace 17x22 mm. Bordo frontale diviso in due lobi finemente denticolati (vedi disegno pag. 244). Bordo antero-laterale del carapace con 5 denti acuti (orbitario esterno compreso). Corpo con molte setole irte. Chelipedi robusti e di grandezza diversa. Colorazione rossastra o brunastra; dita delle chele scure.

Si distingue da Pilumnus hirtellus per avere entrambi i chelipedi con serie di spine nella parte superiore del palmo e del carpo (anziché il chelipede maggiore con palmo senza spine) e i pereiopodi II e III con carpo provvisto di una spina all’apice dorsale. Si può confondere anche con Pilumnus villosissimus (che pure ha spine sul palmo del chelipede maggiore), dal quale si distingue per avere setole irte anzichè lunghe e morbide, e con giovani esemplari di Eriphia verrucosa (vedi scheda corrispondente).

Distribuzione in Italia, biologia e habitat: specie segnalata in tutti i mari italiani (FROGLIA, 2010).

Vive da 3 a circa 110 m di profondità in genere su fondali rocciosi e detritici, anche all’interno di grosse spugne.

Dati accertati nella zona di studio (Adriatico antistante la Provincia di Pesaro e Urbino sino a 34,5 miglia al largo): tipo di dati: esame esemplari conservati, dati bibliografici. Frequenza di osservazione: specie poco frequente. 3 esemplari pescati nel marzo 2008 circa 36 miglia al largo di Fano a circa 60 m di prof., nel fondale fangoso molto sabbioso ricco di epifauna (CIABOTTI, com. pers.). 2 esemplari pescati con reti da posta: uno nel 2010 coperto di fango (legit BAI) e un altro nel marzo 2011 circa mezzo miglio al largo di Fano, nel fondale sabbioso-fangoso costiero. Pescata nel 2011 e 2012 in 5 stazioni di rilevamento da Cattolica alla foce del Cesano da circa 15 m a circa 50 m di prof., nel fondale fangoso-sabbioso costiero e più al largo nel fondale fangoso e in quello sabbioso-fangoso/fangoso molto sabbioso ricco di epifauna (campagne SOLEMON, con dati utilizzati in SANTELLI et al., 2017); nel 2013 al largo di Pesaro a 60 m di prof. presso le piattaforme Annalisa A e B, nel fondale sabbioso-fangoso ricco di epifauna (FABI et al., 2016b). Due esemplari spiaggiati rinvenuti a Fano nel 2003 e nel marzo 2010; uno nel 2008 a Baia Vallugola (costa del San Bartolo da Pesaro a Gabicce) (BUSIGNANI, com. pers.).

Al di fuori della zona di studio è stata pescata nel 2011 e 2012 in una stazione di rilevamento a 52,5 m di prof. al largo di Fano, nel fondale sabbioso ricco di epifauna (campagna SOLEMON, con dati utilizzati in SANTELLI et al., 2017).