Geologia e clima
Le grotte del Monte Nerone - genesi
Le formazioni geologiche che costituiscono il Monte Nerone, al di là della diversa
denominazione che assumono in relazione alle differenziazioni fisiche, sono
tutte composte di calcare, che è, per definizione, una roccia sedimentaria
contenente oltre il 50% di carbonato di calcio (CaCO3).
Questo composto chimico, nei tempi lunghi, può essere
portato in soluzione da acque acidulate come quelle piovane che hanno reagito
con l'anidride carbonica atmosferica o venute a contatto con l'humus dei boschi.
H2O + CO2 -> H2CO3 (processo di acidificazione delle acque con formazione di acido carbonico insolubile solubile)
CaCO3 + H2CO3 -> Ca(HCO3)2 (processo di solubilizzazione del calcare)
Nella manifestazione di questi equilibri chimici si rende possibile la formazione
delle grotte. La reazione che si svolge da sinistra verso destra spiega la
corrosione del calcare, mentre il suo inverso rende conto del fenomeno del
concrezionamento delle formazioni stalattitiche e stalagmitiche che
caratterizzano il mondo ipogeo. Mutati equilibri gassosi che si instaurano
durante i complicati percorsi sotterranei cui la soluzione è sottoposta fanno
invertire la reazione ed inducono la ricristallizzazione del carbonato di
calcio.
Questo in estrema sintesi è il meccanismo chimico che presiede alla formazione delle
cavità, ma a forgiare le grotte secondo le intricate morfologie in cui oggi le
vediamo concorrono necessariamente anche modalità di tipo fisico.
Se infatti è la corrosione del calcare a produrre la speleogenesi, sono fenomeni inerenti la geologia strutturale a
guidarla.
Ancora una volta è la teoria della tettonica a zolle a gettare luce su un fenomeno
geofisico. Occorre riavvolgere il film della storia geologica e proiettare le
immagini, vecchie di alcuni milioni di anni, del primo elevarsi sopra il
livello del mare di una vasta anticlinale in corrispondenza dell'area dove
verrà modellandosi il Monte Nerone. Sotto la tremenda spinta di compressione
causata dall'interazione della zolla euroasiatica con quella africana, il
morbido rilievo acuisce il suo profilo e nello scaricarsi delle immani tensioni
cui sono sottoposti, i calcari si fratturano formando diaclasi e faglie che si
approfondiscono ad ogni ulteriore evento sismico.
Negli avvallamenti si imposta il reticolo idrografico, mentre nelle fasi orogenetiche
parossistiche si isolano probabilmente anche temporanee conche lacustri.
Le acque dei fiumi e dei laghi permeano, secondo una ben definita altezza piezometrica, le
fratture delle rocce ampliandole per corrosione secondo le modalità chimiche
sopradescritte.
Particolare rilievo assumono anche discontinuità connesse ai giunti di stratificazione, che
vengono a costituire condotte preferenziali per le acque freatiche. Laddove le
acque possono assumere sufficiente energia cinetica anche l'erosione
contribuisce a modellare la cavità in formazione.
Secondo questo schema si è realizzata la fase determinante della speleogenesi non solo a Monte
Nerone, ma nella maggior parte dei gruppi montuosi dell'Appennino. Perdurando il
sollevamento tettonico ed abbassandosi il livello freatico per la contemporanea
erosione operata nelle valli dai corsi d'acqua, molte condotte ipogee rimangono
all'asciutto. Inizia la fase vadosa nella evoluzione delle grotte.
Nelle gallerie e negli abissi, talora vasti come cattedrali, la circolazione delle acque
meteoriche prosegue l'azione modellatrice formando canyons e nuove gallerie, ma
anche creando stalattiti e stalagmiti ed altre concrezioni di forma estesa e
mammellonare che finiscono talvolta per chiudere e sigillare per sempre vaste
cavità ipogee.
Anche le impurità argillose ed insolubili contenute nelle rocce finiscono spesso per
accumularsi ed occludere passaggi di fondamentale importanza.
Andamenti meandriformi e vagamente ellissoidali ornati di fantasiosi scallops che si
susseguono come colpi di una esperta sgorbia, ricordano la lontana origine
freatica, quando le gallerie erano totalmente sommerse e fungevano da condotte
forzate.
La Grotta delle Tassare e la Grotta dei Cinque Laghi sul M. Nerone recano esempi di queste
morfologie, come di quelle ancora più spettacolari dovute al concrezionamento.
Dettaglio scheda
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Data di redazione: 01.01.1999
Ultima modifica: 06.02.2014
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