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Il monte Campifobio (sentieri CAI n.250 e n. 260) (itinerari - ESCURS)


IL MONTE CAMPIFOBIO (sentieri CAI n.250 e n. 260) (Comune di Cagli)

Tempo di percorrenza: h 4.00  (percorso ad anello)
Lunghezza: 11 km
Difficoltà: E.  Dislivello: 580 m
Ultima verifica dell'itinerario: 2024

Il Campifobio è il primo rilievo importante del settore nord-ovest del Catria, quello affacciato sulla valle del Burano. La sua vetta sfiora i 1000 metri ed è caratterizzata da un ampio pascolo eredità dell’epoca in cui l’economia locale era basata sulla pastorizia e la produzione di carbone vegetale.

A Cagli, dove la vecchia strada Flaminia lascia la città per entrare nella Gola del Burano, in zona San Geronzio, 250 metri prima della piccola chiesa si trova l’imbocco del sentiero, sul retro di case a schiera in costruzione. La segnaletica combacia con quella del Sentiero Frassati.

Il sentiero entra quasi subito in una fitta boscaglia, affronta la prima salita ed esce in un campo ancora coltivato. Camminando sul margine sinistro la pendenza resta impegnativa e un altro campo segue il primo, che superiamo interamente per giungere ad un pianoro in cui arriva una strada di breccia. Scesi qualche decina di metri troviamo un nuovo imbocco del sentiero, sulla destra, evidenziato dalla segnaletica verticale. La traccia è piuttosto stretta, la vegetazione rigogliosa in principio, poi sempre meno, fino a che più in alto, dopo una secca curva a destra, si entra nella lecceta. Altri tratti particolarmente ripidi che poi si alternano ad altri molto meno impegnativi, finché si sbuca su una radura panoramica che permette di apprezzare il dislivello già fatto. Ancora salita, ancora lecci, ma stavolta sono bassi e radi, soprattutto quando si giunge sulla piccola cresta in cui la visuale si apre a 360°. Un grande prato ed una sella mettono in mostra la Gola del Burano e lasciano intravvedere dove passeremo più tardi per ridiscendere. Dopo un avvallamento la cresta davanti a noi riprende a salire. La traccia da seguire non è sempre evidente, anche per via del fondo roccioso. L’importante è rimanere nel margine alto dei prati, dove il bosco è preceduto da arbusti e piccoli lecci isolati. Un paio di volte il sentiero quasi si impenna, poi un tratto pressoché pianeggiante porta in fondo ad una nuova sella erbosa dove la vista sulla città di Cagli e sulla Piana di Maiano merita una sosta. Appena si ricomincia altra salita ripida ma breve per giungere sull’ultima cresta, la più bella, che anticipa un’altra breve discesa, altri prati in salita, una bella lecceta e infine la sella del Campifobio. Se non si vuole salire in vetta è questo il punto più alto dell’itinerario. Fatta la piccola discesa e oltrepassata la barriera di prugnoli si approda sul grande prato del Campifobio: per la vetta occorre prendere a salire sulla destra, per proseguire sul percorso ufficiale basta restare su una delle tracce che tagliano il prato in diagonale, prima in piano e poi in leggera discesa. Se per caso si rimane troppo alti, sarà una barriera di lecci a costringerci a scendere fino a ritrovare il sentiero che rientra nel boschetto che ci proietta al Passo I Vai, che è una sorta di forcella in cui arriva anche la strada d’asfalto che sale da Acquaviva e prosegue in direzione Tenetra. Sulla destra parte uno sterrato a volte chiuso da un cancello apribile: lo si segue per quasi un chilometro e mezzo poi una curva a gomito ci manda a sinistra per camminare in piano alcuni minuti, prima dell’inizio della discesa lunga e a volte ripida, come all’inizio. Il bosco si presenta misto e poi diviene una lecceta matura nella parte centrale. Il sentiero prende a fare alcuni ampi tornanti mentre alcuni squarci tra le chiome fanno vedere che il fondovalle è ancora un po’ lontano. Il fondo diviene ciottoloso e a volte ghiaioso e quando troviamo a monte alcune sponde erbose ricche di santoreggia e elicriso, la discesa entra nella sua parte finale. Si avvicinano le case della piccola frazione di Foci e dopo un paio di tornanti ci troviamo a superarne uno nelle vicinanze di una proprietà privata. Uno stradello porta in mezzo alle case e arrivati alla strada troviamo anche una fonte di acqua potabile. Ora non dobbiamo che andare a destra e camminare sul bordo della carreggiata per poco più di un chilometro. Quando la strada scende per passare sotto la superstrada noi proseguiamo diritti utilizzando un sentiero che porta direttamente alla chiesa di San Geronzio.

 


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 30.09.2024
    Ultima modifica: 30.09.2024

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