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Da Ranco Fabbro a Borgo Pace (sentieri CAI nr. 389 e 385) (itinerari – ESCURS)


DA RANCO FABBRO A BORGO PACE  (sentieri CAI nr. 389 e 385) (Comune di Borgo Pace)

 

Tempo di percorrenza: h 3 00’ (percorso in linea)
Lunghezza: 10 km

Dislivello: 500 m
Difficoltà: E
Ultima verifica dell'itinerario: 2022

Siamo nello spartiacque tra il torrente Auro a sud e il torrente Meta a nord: come fanno questi due corsi d’acqua anche noi arriviamo a Borgo Pace, dopo aver superato ampie zone di bosco decidue che coprono i crinali e spettacolari calanchi che interrompono la copertura vegetale soprattutto nei versanti più acclivi.

L’itinerario inizia, per comodità, nel paesino di Parchiule, ma il sentiero prende il via in località Ranco Fabbro, a ridosso di una grande struttura di proprietà della Provincia ristrutturata vent’anni fa ma mai aperta. Essendo un percorso in linea occorre essersi organizzati per il rientro la punto di partenza.

 

Il prologo è pianeggiante e piacevole, col suono del torrente di fianco: una decina di minuti di riscaldamento che saranno molto utili per quel che ci aspetta. Qualche casetta, qualche fazzoletto di terra coltivato, poi si scende ad un ponte in legno, si aggira il fabbricato di Ranco Fabbro e poco dopo troviamo una prima ripidissima rampa che termina su di una sorta di balcone panoramico. La tregua dura poco e la forte ascesa riprende e stavolta su un lungo calanco dove conviene lasciare la traccia che stiamo seguendo e andare a sinistra, verso l’alto, dove si trovano dei muretti a secco e poi un gradino naturale che ci aiuta ad avanzare. Il passaggio sulle placche di arenaria è spettacolare: difficile, faticoso, ma non pericoloso. Qualche solco naturale ci aiuta a stare in equilibrio mentre negli altri casi occorre piegarsi a trovare il giusto bilanciamento: l’arenaria è porosa e a meno che non sia molto bagnata, o i nostri scarponi infangati, il rischio di scivolare è molto basso. Una volta superata questa sorta di arrampicata si continua comunque a salire, solo che la pendenza è diventata più normale. Arrivati al Poggio della Biforca incontriamo un primo bivio: noi dobbiamo andare a sinistra su di uno sterrato in principio pianeggiante che poi scende fino a portarci ad un secondo bivio. Anche stavolta teniamo la sinistra: siamo nel bosco, il sentiero è ampio e ritroviamo un po’ di salita. Una volta sotto la cima di Poggio Latterini ci attestiamo sulla curva di livello tra gli 800 e gli 850 metri di altezza e su un lungo crinale direzione nord-est percorriamo buona parte dello spartiacque che divide il bacino del Meta da quello dell’Auro, in estesi boschi cedui di cerro, carpino nero e orniello. I sali e scendi si alternano e solo all’altezza di Monte Felcino il sentiero si inclina verso il fondovalle. Ci sono finestre panoramiche che ci fanno guardare lontano sia alle nostre spalle che ad est. Poi la discesa diventa così ripida e colma di pietrisco che per forza la concentrazione deve andare sul nostro passo. Prima di arrivare a Borgo Pace ci accoglie sulla destra, tra le ginestra, una graziosa chiesina abbandonata. Il sentiero poco dopo gira a sinistra e ci fa compiere, di nuovo nel bosco, l’ultimo segmento che giunge direttamente nel paese.

 

 

 


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 07.10.2024
    Ultima modifica: 23.10.2024

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