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Da S.Vincenzo in Candigliano ai calanchi di Ca’ Orlandi...

Il Gruppo del Monte Catria (itinerari - ESCURS)

L’anello di Ravignana (sentiero CAI n.471) (Itinerari – ESCURS)


L’ANELLO DI RAVIGNANA (sentiero CAI n.471) (Comune di Sant’Angelo in Vado)

Tempo di percorrenza: h 2.00  (percorso a palloncino)
Lunghezza: 6 km
Difficoltà: T.  Dislivello: 150 m
Ultima verifica dell'itinerario: 2024

Il Demanio di Monte Vicino sul Candigliano è un’area di oltre mille ettari e fino alla prima metà del secolo scorso era ancora abitata da alcune famiglie di contadini. Resta una piccola rete di strade bianche che collegava i poderi e un puzzle di ambienti tra i quali spiccano i campi ancora coltivati e quelli che si stanno rinaturalizzando.

Questo percorso ha inizio sulla strada che attraversa la valle, precisamente tra le località di San Vincenzo e quella di Candigliano. Un cartello indica Ravignana: si tratta dell’unica casa che non è stata completamente abbandonata perché utilizzata dagli scout fino a circa 15 anni fa. Da 7 anni la Regione Marche l’ha messa in vendita.

L’itinerario si svolge completamente all’interno dell’area demaniale, anche se per la lunghezza del primo chilometro l’accesso alle auto è consentito. Da quel punto le sbarre tengono fuori tutti i mezzi a motore. Si camminerà sulla strada di servizio che è fatta di breccia, con ben poco dislivello, sempre in ambiente naturale protetto. Uno dei percorsi più piacevoli e maggiormente adatto ad ogni tipo di utenza. Il primo chilometro permette di raggiungere un incrocio nel quale, andando a sinistra, si arriva a vedere il fabbricato di Ravignana, ancora con la forma e la posizione di podere, con un bellissimo cortile davanti, con un altro edificio più piccolo di fianco e persino una chiesetta. Dobbiamo tornare all’incrocio e andare diritti, oltre la sbarra, per camminare qualche altro minuto fino ad un nuovo bivio: in questo punto si chiuderà l’anello che iniziamo adesso tenendo la destra. Non c’è pendenza e la boscaglia attorno a noi si addensa. All’altezza di un’ampia curva le chiome degli alberi, qui più alti, fanno da soffitto. Si arriva ad una curva secca che svolta a sinistra in coincidenza di uno stradello secondario che giunge da destra. Noi restiamo sulla via principale e in poco più di 300 metri siamo al cospetto dei ruderi di Cà Taleo: la fattura del muro e delle finestre sono pregevoli, infatti, a differenza del tetto, stanno resistendo a quasi un secolo di abbandono. Con ancora negli occhi la facciata di quella vecchia casa, il paesaggio tutto d’un tratto cambia perché ci troviamo in mezzo a vasti campi che sicuramente appartenevano alla famiglia di quel podere. La strada che stiamo percorrendo ci passa in mezzo, poi ritroviamo alberi e arbusti e si giunge ad un piccolo valico che divide il pianoro dove eravamo alla discesa che stiamo per iniziare. Un paio di tornanti ci portano nel versante nord dove la strada ricomincia ad essere pianeggiante e a passare, poco dopo, a breve distanza dai ruderi di Cà Faeto che si stagliano su di una minuscola collina. Ora il nostro cammino incontra un tratto di bosco maturo e dopo una lieve salita troviamo anche un laghetto sulla destra. Le sorprese non sono finite perché pochi altri minuti ci dividono dall’ex vivaio, riconoscibile dalla vecchia recinzione arrugginita e dai grandi alberi che anche senza le nostre cure hanno continuato a crescervi all’interno. Ma la sorpresa più grande deve ancora arrivare e ha la forma di un campanile che inaspettatamente appare poche centinaia di metri dopo: è quello della chiesetta di Santa Maria dei Medici. C’è un incrocio e dobbiamo andare a sinistra per chiudere il nostro anello, ma se la curiosità è forte facciamo altri 100 metri e troviamo l’ingresso al campo attiguo alla chiesetta, così da poterci arrivare vicino e magari sbirciare dal portale di ingresso per vedere quel che resta della sua architettura e dei suoi affreschi. Torniamo indietro e prendiamo la strada che ora, di ritorno dal campo, si trova sulla destra. La sella che stiamo superando ci regala il panorama sul Nerone e colline circostanti, e ci immette in una discesa non ripida sfiorata da qualche calanco, schermata in gran parte da file di alberi e in un punto affacciata su un altro campo. Discesa che termina all’incrocio visto in precedenza dove termina anche l’anello. Non c’è che da andare a destra, ripassare dalle parti di Ravignana e continuare a scendere fino al punto di partenza.

Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 19.10.2024
    Ultima modifica: 19.10.2024

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