Itinerari
Dalle Fontanelle alla Buca Grande (sentieri CAI n.201 e n.200 SI) (itinerari - ESCURS)
DALLE FONTANELLE ALLA BUCA GRANDE (sentieri CAI n.201 e n.200 SI) (Comuni di Piobbico e Apecchio)
Tempo di percorrenza: h 3.00 (percorso ad anello)
Lunghezza: 5 km. Dislivello: 450 metri.
Difficoltà: E
Ultima verifica dell'itinerario: 2024
Tra pascoli e faggete il Nerone offre ambienti di grande impatto visivo, ricchi d’acqua, di carsismo e di panorami immensi. Le fontanelle hanno l’acqua potabile più buona, la Buca Grande è una delle grotte più misteriose di questa montagna, il rifugio Corsini, da cui si passa, la struttura più importante.
Salendo da Pian di Trebbio, quando la vetta con le sue grandi antenne si materializza dominando il paesaggio, lungo la strada, sulla sinistra, si incontra una generosa fonte che spruzza acqua limpida e gelata, e poco sopra il Rifugio Fontanella con il suo fontanile.
Dalla strada asfaltata occorre salire al piccolo rifugio con la sua fonte e andare a sinistra per tagliare i prati da quell’altezza. Tra le tracce a terra, molte delle quali fatte dai cavalli e dalle mucche, dobbiamo scegliere una di quelle che va verso il bosco che cresce ai piedi del versante di fronte a noi. Il sentiero passa tra le prime piante e gli arbusti che delimitano il piccolo bosco rado e dopo un tratto quasi in piano prende a salire. Il sentiero diviene sempre più evidente per poi diventare una mulattiera ben marcata, che solo in un punto particolarmente scosceso è diventata poco comoda. La pendenza è ben camminabile e raggiunta la cresta, goduto del panorama mozzafiato, non facciamo altro che proseguire diritti rimanendo su questa quota. Il solco che seguiamo è il più evidente tra i tanti che ci sono anche qui. Solo un avvallamento con l’erba più alta e qualche cespuglio ma per il resto questa parte allo scoperto è senza dislivello. In procinto di entrare nel bosco troviamo piante basse e larghe di ginestra radiata e nel punto in cui il sentiero compie una piccola salita, possiamo lasciare per un attimo la via maestra e andare tre metri più su per affacciarsi, con tutta la cautela possibile, sulla voragine della Buca Grande. Tornati nel sentiero si entra nel bosco: pochi minuti ed una rampa ci manda alti e di nuovo fuori dagli alberi, ma è solo un momento, perché in questo punto si prende ad andare in discesa ritornando subito sotto le chiome dei faggi. La discesa diviene persino ripida e poco dopo occorre fare un tornante per trovare la pendenza meno impegnativa. In seguito il declivio diminuisce mentre crescono le dimensioni e le altezza degli alberi: ai faggi ora si sommano anche altre piante, tra cui dei bellissimi frassini maggiori. Ancora curve e controcurve ed infine l’approdo sul sentiero che sale da I Ranchi. Questo a confronto è uno stradello e dobbiamo andare a destra per raggiungere in pochi minuti i prati del Corsini. Il rifugio ancora non si vede mentre il sentiero viaggia in piano, comodissimo, fino ad una lingua di bosco che anticipa l’arrivo al rifugio. Siamo a metà dell’itinerario che ora prosegue in coincidenza della pista da sci che dall’alto arriva fin qui: a parte quando c’è neve, questo corridoio si presenta come un prato piuttosto scosceso, che termina in corrispondenza della cabina e del traliccio dello ski-lift. I segnavia ci indicano dove andare nel bosco e c’è da superare un altro pezzo di faggeta per giungere a ridosso di una piccola parete appena sotto la vetta: il sentiero ci passa a metà, con una cengia che richiede un po’ di attenzione e che è sconsigliata con neve e ghiaccio. Quando la salita scompare significa che siamo vicini all’inizio della cresta finale. Qualche decina di metri sull’asfalto e quella cresta, che è la cresta ovest e che è conosciuta col nome “Le Gobbe”, parte subito dopo un piccolo mucchio di terra e rocce. Saremo completamente allo scoperto per oltre mezz’ora: meglio non avventurarsi se è in corso o se potrebbe arrivare un temporale. In condizioni di buona visibilità questa parte del percorso è la più spettacolare: uno dei punti panoramici più emozionanti dell’Appennino centrale. Dopo il sali e scendi della prima parte, dopo l’ennesima gobba sembra di avvicinarsi ad un precipizio, ma è solo la pendenza che aumenta, pur restando ben camminabile. Il punto da raggiungere è quello in cui eravamo passati la prima volta che abbiamo intersecato questa cresta. Da lì, andando a sinistra, faremo a ritroso il sentiero iniziale ritornando al punto di partenza.
Dettaglio scheda
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Data di redazione: 09.12.2024
Ultima modifica: 10.12.2024
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